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martedì 4 marzo 2014

Alain de Benoist in Politicamente febbraio 2014 *video

N.90 2 2014 per PoliticaMente, rivista on line di Roma Capitale, area Università La Sapienza, fondata dallo stesso Gian Franco Lami, scrittore e filosofo, al nono anno di attività.
Rivista antagonista e neooggettiva d'alto livello, oggi accreditata nel panorama culturale tra i laboratori più rilevanti in ambito metapolitico e transculturale.
In questo numero intervento dell'attuale direttore Riccardo Scarpa (Univ. La Sapienza): IL RISORGIMENTO DEI FILOSOFI PRATICI ..."S'è veduto come nella filosofia tedesca l'illuminismo evolse in senso idealistico, a cominciare dalla filosofia critica. Ciò valse, anche, per le forme del materialismo idealizzato e storicistico marxengelsista e dell'individualismo"... Consulta articolo e inoltre:


Il celebre Alain de Benoist, filosofo atipicamente post-postmoderno (introdotto da Giovanni Sessa, filosofo e scrittore neoeuropeo doc) con Socialismo né destra né sinistra ... "Ospitiamo sul numero di febbraio della nostra rivista, con il consenso dell’Autore, uno scritto di grande importanza. In esso, Alain de Benoist, tra i pensatori più stimolanti presenti attualmente nel panorama intellettuale europeo, commentando il libr o di Jean-Claude Michéa Le Complexe d’Orphée , si confronta, da un lato con la storia del socialismo tra XIX e XX secolo e, dall’altra, con la pervasività dell’ideologia liberale, che ha fini to per abbattere i confini segnati dalla stessa originaria idea socialista, invadendone il campo attraverso il falso mito del “progresso”.
Sullo sfondo del discorso di de Benoist viene indicata la necessità, ormai imprescindibile, di Altre Sintesi culturali e politiche, affinché l’Europa superi l’ mpasse attuale, nella quale sempre più minacciose avanzano le ombre del Nuovo Regime, la governance.
Data la centralità nel dibattito politico contemporaneo delle argomentazioni addotte dal filosofo francese, ci auguriamo che i lettori di politicamente.net, prendano posizione in merito"...
"Il gennaio 1905, il «regolamento» della Sezione francese dell’Internazionale operaia (SFIO) – il partito socialista dell’epoca – indicava ancora quest’ultima come un «partito della classe operaia che si prefigge di socializzare i mezzi di produzione e scambio, ossia di trasformare la società capitalistica in società collettivista ... "Consulta articolo.


Ulteriormente:
Stefano Arcella, noto filosofo, su Rudolf Steiner IL PENSIERO VIVENTE NELLA FILOSOFIA DELLA LIBERTA' DI (....) ... "Steiner è conosciuto soprattutto come fondatore dell'Antroposofia, il movimento spirituale che si inserisce nel quadro del fermento neospiritualistico, di reazione al positivismo ed alla fede ottimistica nella scienza che caratterizza il clima culturale europeo dei primi decenni del Novecento..." Consulta articolo

Gabriele Sabetta, noto filosofo e politologo su... Letta e Napolitano ripetono che il peggio è passato… ma siamo proprio sicuri? ... "Il 2013 si è concluso senza alcuna rassicurazione su un eventuale ritorno dell’economia mondiale a quella che una volta era considerata un’andatura di crescita “regolare”. Piuttosto che accenni di ripresa, si avvertono i segnali di una stagnazione..." Consulta articolo

Luca Siniscalco , noto giovane pop filosofo (redattore di Luuk Magazine e dell'area della rivista stessa di Milano, Antares) con una originalissima analisi del/sul web...Note a margine di una suggestiva e precaria connessione... " La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo”. (N. G. Dávila) Digitare come nuova via di redenzione. Le dita toccano rapide e flemmatiche la superficie del tablet, si rincorrono in una danza esagitata e parossistica verso l'apice della realizzazione... Consulta articolo

Il poeta dinanimista Zairo Ferrante con una esplorazione squisitamente presocratica 2.0, quasi, ovvero Saggio semi para-poetico sull’inconsistenza della società e il non-essere che diviene essere...." Nel VI - V Sec. A.C., Parmenide, da Elea, diceva: “l’essere è e non può non-essere. Il non-essere non è e non può essere ”. Semplificando: se A è l’essere unico e se B non è A, allora B è il non-essere. Seguendo questo ragionamento, se A si trasforma in B non è più essere ma diventa non-essere e, pertanto..." Consulta articolo

Sandro Giovannini, fondatore con lo stesso Sessa e altri del Movimento Nuova Oggettività(oggi tut'uno con La Scuola Romana...) con una sorta di neomanifesto urfuturista... "“Per una Nuova Oggettività”Nuovaoggettività – Urfuturismo – Aristocraziasociale Pensiamo che giustapporre, unire, con-fondere, moltiplicare le nostre opzioni, sia una giusta risposta all’esperienza che ci ha guidato in questi ultimi anni. Qualcuno forse può presumere che..."  Consulta

Infine Roby Guerra, scrittore neofuturista con un estratto dal suo ultimo saggioFuturismo e Transumanesimo. La Poetica di Internet (La Carmelina, 2014 ebook) Marte e Europa... "Di tanto in tanto, nell’eclissi della Bellezza e della Potenza (con la P e la B maiuscole) del secondo novecento, Marte..." 
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In pillole uno zoom a 360° tra neotradizione e postavanguardia, alla ricerca dell'Italia e dell'Europa perdute...


INFO


domenica 23 febbraio 2014

PoliticaMente anno IX, n. 90 - febbraio 2014, Alain de Benoist, Riccardo Scarpa, Stefano Arcella, Rudolf Steiner.....
















Socialismo né destra né sinistra
(di Alain de Benoist)
Il gennaio 1905, il «regolamento» della Sezione francese dell’Internazionale operaia (SFIO) – il partito socialista dell’epoca – indicava ancora quest’ultima come un «partito della classe operaia che si prefigge di socializzare i mezzi di produzione e scambio, ossia di trasformare la società capitalistica in società collettivista ... Consulta articolo
 
PoliticaMente anno IX, n. 90 - febbraio 2014



IL PENSIERO VIVENTE NELLA FILOSOFIA DELLA LIBERTA' DI RUDOLF
STEINER
(di Stefano Arcella)
Steiner è conosciuto soprattutto come fondatore dell'Antroposofia, il movimento spirituale che si inserisce nel quadro del fermento neospiritualistico, di reazione al positivismo ed alla fede ottimistica nella scienza che caratterizza il clima culturale europeo dei primi decenni del Novecento... Consulta articolo
 
PoliticaMente anno IX, n. 90 - febbraio 2014



Letta e Napolitano ripetono che il peggio è passato… ma siamo proprio sicuri?
(di Gabriele Sabetta)
Il 2013 si è concluso senza alcuna rassicurazione su un eventuale ritorno dell’economia mondiale a quella che una volta era considerata un’andatura di crescita “regolare”. Piuttosto che accenni di ripresa, si avvertono i segnali di una stagnazione che potrebbe durare decenni, caratterizzata da recessione, calo degli investimenti e... Consulta articolo
 
PoliticaMente anno IX, n. 90 - febbraio 2014



Note a margine di una suggestiva e precaria connessione
(di Luca Siniscalco)
La società moderna si concede il lusso di tollerare che tutti dicano ciò che vogliono perché oggi, di fondo, tutti pensano allo stesso modo”. (N. G. Dávila) Digitare come nuova via di redenzione. Le dita toccano rapide e flemmatiche la superficie del tablet, si rincorrono in una danza esagitata e parossistica verso l'apice della realizzazione... Consulta articolo
 
PoliticaMente anno IX, n. 90 - febbraio 2014



Saggio semi para-poetico sull’inconsistenza della società e il non-essere che diviene essere.
(di Zairo Ferrante)
Nel VI - V Sec. A.C., Parmenide, da Elea, diceva: “l’essere è e non può non-essere. Il non-essere non è e non può essere ”. Semplificando: se A è l’essere unico e se B non è A, allora B è il non-essere. Seguendo questo ragionamento, se A si trasforma in B non è più essere ma diventa non-essere e, pertanto... Consulta articolo
 
PoliticaMente anno IX, n. 90 - febbraio 2014
COMUNICATI STAMPA




da Futurismo e Transumanesimo. La poetica di Internet di Roby Guerra (La Carmelina, 2014 ebook) Marte e Europa
Di tanto in tanto, nell’eclissi della Bellezza e della Potenza (con la P e la B maiuscole) del secondo novecento, Marte... Consulta



-Comunicato stampa Movimento di pensiero “Per una Nuova Oggettività”
Nuovaoggettività – Urfuturismo – Aristocraziasociale
Pensiamo che giustapporre, unire, con-fondere, moltiplicare le nostre opzioni, sia una giusta risposta all’esperienza che ci ha guidato in questi ultimi anni. Qualcuno forse può presumere che... Consulta

 
PoliticaMente anno IX, n. 89 - gennaio 2014



IL RISORGIMENTO DEI FILOSOFI PRATICI
(di Riccardo Scarpa)
S'è veduto come nella filosofia tedesca l'illuminismo evolse in senso idealistico, a cominciare dalla filosofia critica. Ciò valse, anche, per le forme del materialismo idealizzato e storicistico marxengelsista e dell'individualismo... Consulta articolo

venerdì 21 febbraio 2014

Politicamente 2 2014 Socialismo né destra né sinistra (di Alain de Benoist)



Socialism
o né destra né sinistra
(di Alain de Benoist)
Il gennaio 1905, il «regolamento» della Sezione francese dell’Internazionale operaia (SFIO) – il partito socialista dell’epoca – indicava ancora quest’ultima come un «partito della classe operaia che si prefigge di socializzare i mezzi di produzione e scambio, ossia di trasformare la società capitalistica in società collettivista ... Consulta articolo

mercoledì 3 marzo 2010

L'Italia: non solo arte e moda da Il Giornale

DELOUZE.jpgDA IL GIORNALE

*Eugenio di Rienzo

Dunque Alain de Benoist suona la campana a morto del grand débat sull’identità francese, lanciato da Eric Besson. E per farlo utilizza proprio le parole del ministro che il 5 gennaio ha dichiarato che «La Francia non è un popolo, né una lingua, né un territorio, né una religione, ma solo un mosaico di popoli diversi, dove non esistono Francesi di vecchio stampo ma solo Francesi meticci». Que reste-t-il, dunque della Francia di San Luigi, di Giovanna d’Arco, della Marsigliese, del «miracolo della Marna», di de Gaulle? Meno di niente. Dato che quella nazione sempre più rassomiglia a «un luogo di passaggio» o a un «nuovo Brasile» provvisto però di minori potenzialità economiche e demografiche. Parole gravi queste di de Benoist. Del resto Mona Ozouf, regina incontrastata della storiografia parigina, nel suo Composition française (Gallimard, 2009) ha voluto narrare «un’altra Francia» non più «nazionale» e «universale», ma regionale, locale, fiera dei suoi particolarismi e della sua disunità. Una «Francia diversa» che con la sua stessa esistenza mette in crisi il vecchio concetto di identità, proponendone uno nuovo basato appunto sulla sempre incompleta «composizione» delle differenze e sulla concorrenza tra le molteplici appartenenze che caratterizzano l’uomo nuovo nato dalla grande confusione delle lingue della globalizzazione....

continua http://www.ilgiornale.it/cultura/e_noi_se_capissimo_che_litalia_non_e_soltanto_arte_e_moda/16-02-2010/articolo-id=422306-page=0-comments=1

video http://www.youtube.com/watch?v=PA0VF7CK-q8

martedì 29 settembre 2009

IL MONDO E' MOBILE: DOPO LA TECNOLOGIA.... da A. de Benoist

MICROSOFT.jpg*da Giorgio Partecipativo Blog

La tecnica: mobilitazione del mondo

La tecnica accompagna l’uomo sin dalle origini: l’assenza di specifiche difese naturali, la deprogrammazione dei nostri istinti e lo sviluppo delle nostre capacità cognitive vanno di pari passo con una crescente trasformazione del nostro ambiente. Ma la tecnica è stata per lungo tempo regolata da imperativi non tecnici: necessaria armonia tra l’uomo, la città e il cosmo, rispetto della natura come dimora dell’Essere, sottomissione della potenza (prometeica) alla saggezza (olimpica), ripudio dell’hybris, preoccupazione per la qualità piuttosto che per la produttività, e così via. L’esplosione tecnica della modernità si spiega con la scomparsa di queste codificazioni etiche, simboliche o religiose. Affonda le sue lontane radici nell’imperativo biblico "Riempite la Terra e dominatela" (Genesi), che Cartesio farà suo due millenni dopo invitando l’uomo a "rendersi signore e possessore della natura". La cesura dualista teocentrica tra l’essere increato e il mondo creato si è in tal modo trasformata in cesura dualista antropocentrica tra il soggetto e l’oggetto, in cui il secondo è offerto senza riserve al dominio del primo. La modernità ha inoltre assoggettato la scienza (contemplativa) alla tecnica (operativa), dando così vita alla "tecnoscienza" integrata, la cui unica ragion d’essere è una trasformazione sempre più accelerata del mondo. Nel solo XX secolo, il nostro modo di vita ha conosciuto più sconvolgimenti che nei quindicimila anni che lo hanno preceduto. Per la prima volta nella storia dell’umanità, ogni nuova generazione deve integrarsi in un mondo che quella precedente non ha sperimentato. La tecnica si sviluppa per sua stessa natura come un sistema autonomo: ogni nuova scoperta viene immediatamente assorbita nella potenza globale di operatività che contribuisce a rendere più complessa e a rafforzare. Il recente sviluppo delle tecnologie di stoccaggio e circolazione dell’informazione (cibernetica, informatica) accelera a una velocità prodigiosa questa integrazione sistemica, di cui Internet è l’esempio più conosciuto: questa rete non ha né centro decisionale né controllo di ingresso e uscita, ma mantiene e accresce di continuo l’interazione fra i milioni di terminali che le sono collegati. La tecnica non è neutra, ma obbedisce a un certo numero di valori che ne guidano il corso: operatività, efficacia, efficienza. Il suo assioma è semplice: tutto quello che è possibile può essere e sarà effettivamente realizzato, essendo inteso che solo un sovrappiù di tecnica potrà rimediare ai difetti dell’attuazione delle tecniche già esistenti. La politica, la morale, il diritto vengono soltanto dopo,per giudicare gli effetti desiderabili o indesiderabili dell’innovazione. La natura cumulativa del progresso tecnoscientifico – che conosce stagnazioni, ma mai regressione – ha a lungo confortato l’ideologia del progresso, certificando l’accrescimento dei poteri dell’uomo sulla natura e riducendo i rischi e le incertezze. La tecnica ha così dato all’umanità nuovi mezzi di esistenza, ma nel contempo gli ha fatto perdere le ragioni per vivere, dal momento che il futuro sembra dipendere unicamente dall’indefinita estensione del dominio razionale del mondo. L’impoverimento che ne risulta viene sempre più nettamente percepito come la scomparsa di una vita autenticamente umana sulla Terra. Dopo aver esplorato l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, la tecnoscienza inizia adesso a dominare lo stesso uomo, soggetto e nel contempo oggetto delle proprie manipolazioni (clonazione, procreazione artificiale, schedatura genetica, ecc.). L’uomo diventa il semplice prolungamento degli strumenti che ha creato, adottando una mentalità tecnomorfa che ne aumenta la vulnerabilità. Tecnofobia e tecnofilia sono due atteggiamenti inaccettabili. La conoscenza e le sue applicazioni non sono biasimevoli in sé, ma l’innovazione non può valere per il solo fatto della sua novità. Contro il riduzionismo scientista, il positivismo arrogante e l’oscurantismo ottuso, è importante subordinare lo sviluppo tecnico alle nostre scelte sociali, etiche e politiche, nonché alle nostre aspettative (principio di prudenza), e reinserirlo nella simbologia di una visione del mondo come pluriverso e continuum.

(Alain de Benoist e Charles Champetier (1999)

http://giorgiopartecipativo.myblog.it/archive/2009/09/27/la-nuova-destra-5.html

video http://www.youtube.com/watch?v=OXLRvtDNQVU