Già Aristotele era solito dire che in tutte le cose è necessario avere misura, un giusto mezzo in grado di orientare le scelte esistenziali al meglio. Nei tempi moderni, per una serie di infortuni che non è il caso di stare qui a riportare, si è preso a interpretare quel giusto mezzo come una semplice via di mezzo tra due estremi, come se fosse possibile creare una sorta di chimera esistenziale, in grado di prendere i punti considerati migliori di due opzioni contrastanti. Questa visione compromissoria della giustizia è molto lontana dall'ideale aristotelico, che poneva l'accento sul giusto più che sul mezzo. La soluzione di una controversia, in definitiva, doveva essere trovata in una posizione ulteriore, qualitativa, in grado di rendere giustizia ad entrambe eventualmente superandole. Una nuova posizione è ciò su cui lavorare anche a proposito del nostro Manifesto: Vassallo, al di là della posizione specifica, ha suscitato opportunamente una questione di metodo s...