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venerdì 11 febbraio 2011

Estense com Sotto le stelle di Paolini il Galileo eretico

“Itis Galileo” per la stagione di Prosa del Comunale

(foto di Tommaso Savoia)

 

Reduce dal recente successo televisivo del monologo Ausmerzen andato in onda su La7 per il giorno della memoria (1 milione e 700mila spettatori), Marco Paolini torna nella stagione di Prosa del Teatro Comunale di Ferrara per presentare da giovedì 10 a domenica 13 febbraio Itis Galileo (produzione Michela Signori, Jolefilm).

Nato da un’idea di Francesco Niccolini e dello stesso Paolini, con la consulenza storica di Giovanni De Martis, lo spettacolo parte da alcune letture, riflessioni e domande su come è cambiata la percezione dell’universo da Aristotele a Newton e sulla nascita della scienza. “Itis Galileo è un titolo piuttosto scolastico – scrive Paolini nelle note di presentazione – serve ad avvertire gli spettatori che c’è da far fatica per arrivare a fine serata, ma l’attore non è e non vuole essere un professore; fa professione di ignoranza ma è curioso, anche per questo ogni serata farà storia a se, e il copione sarà variabile”.

Con questa nuova produzione Paolini celebra dunque la figura dello scienziato Galileo Galilei, sottolineandone in particolare l’abilità critica e la lucidità di una mente brillante sempre aperta al dubbio, che mai si adagia sulle soluzioni più facili. Elemento d’indagine dello spettacolo diventa la superstizione, terzo anello che si aggiunge alla tradizionale dicotomia tra fede e ragione che ha segnato la storia del pensiero moderno. “Viviamo in un tempo in cui la magia è tornata a governare il futuro – spiega Paolini – sarà perché le leggi dell’economia non sono leggi matematiche e contengono una componente di caso molto rilevante, sta di fatto che il nostro mondo cerca consolazione negli astri. E mi stupisce che, quattrocento anni dopo la rivoluzione copernicana, tutti i giorni molti tra noi consultino le previsioni dell’oroscopo che utilizzano le stelle fisse di Tolomeo. Alla fine non importa se il cielo non è così, perché quello che conta è che ci piace”. L’obiettivo di Paolini è quello di coinvolgere nel ragionare, non solo nel raccontare, arrivare a una situazione in cui il pubblico non sia seduto tranquillo, sapendo di dover fare lo spettatore e basta. Va in scena a teatro un dialogo, anche se non proprio sopra i massimi sistemi, ma almeno su di un “minimo comune e multiplo”.

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ESTENSE COM

 

*VEDI ANCHE  ESTENSE COM   CONFERENZA ALL'ARIOSTEA SUL GALILEO ERETICO

martedì 30 dicembre 2008

IL GALILEO DI PAPA RATZINGER

 galileo.jpg

Uno degli eventi più rivoluzionari dell'anno 2008 è stato, alla vigilia del bicentenario di Darwin (12 9 2008), durante i saluti di Natale, una straordinaria rapida analisi e dichiarazione, senza tanti fronzoli teologici o pseudodialettici, del cosiddetto reazionario Papa Benedetto XVI- Ratzinger su Galileo Galilei.

I media (pure loro addobbati come gli alberi di Natale) hanno poco evidenziato l'importanza storica di simili dichiarazioni dell'attuale raffinatissmo e coltissimo Pontefice, invece al centro di assurde polemiche sempre nel 2008 per il noto tardo Gulag accademico dei Baroni della Sapienza... All'epoca, proprio su Galileo, travisando la citazione da parte del Papa di un certo Feyarabend (alla Sapienza evidentemente poco amato da certi pseudoprogressisti), i Baroni rossi (mi scusi ... Snoopy!), inscenarono una campagna degna dei Soviet, di fatto impedendo l'annunciata visita di Papa Ratzinger (invitato!): curioso, significativo e rivelatore SPECCHIO (molto lacaniano) di certa intellighenzia paleosinistrata... ancora dominante in Italia, ignorante a livello epistemologico, teologico..

Ora, Benedetto XVI, riprendendo quel che a suo tempo già accennò, travisato in malafede - come- detto dai seguaci residui del Pensiero Unico, ha lanciato esplicitamente i nuovi orizzonti desiderabili dell'incontro Fede Scienza, laicità autentica e trascendenza, libera ricerca scientifica e archetipo religioso, cristiano e cattolico in particolare: un autentico elogio di Galileo e della scienza moderna come umanesimo, nientaffatto in inevitabile conflitto con le verità eterne del sublime Divino.  Orizzonti al passo con l'epistemologia e la teologia più all'avanguardia: da Pierre Tehilard De Chardin , a Paul Davies, a Jean Guitton, allo stesso Antonino Zichichi e molti altri geni della Fisica e della scienza contemporanea stessa. La ricerca della scienza è una via per contemplare ancor di più il Miracolo di Dio e dell'Universo e della Natura!

Bendedetto XVI,  a suo tempo, amico di un certo Hans Kung; altro che reazionario, miseria della vecchia sinistra (persino vulgata marxista) incapace di captare la Meraviglia della Vita e delle Stelle!

Non parlava già Newton di Meccanica Celeste? E - leitmotiv dei matematici "Dio in persona inventò i Numeri!".

http://www.swif.uniba.it/lei/rassegna//davies.htm