martedì 5 ottobre 2010
martedì 14 settembre 2010
Malattie Rare? Scienza e conoscenza, non buonismo o politichese di Barbara Cannetti
Eppure, il clima di tensione che si è determinato a luglio con la definizione della Manovra Finanziaria non sembra promettere la giusta attenzione su tali aspetti e sulle Malattie Rare in generale, a partire dalla tanto attesa revisione del Registro Nazionale.
Un malato raro, una volta concluso l’iter diagnostico, si trova a dover affrontare una serie di scelte di tipo economico-gestionale che inevitabilmente vanno a ripercuotersi sulla sua situazione socio-sanitaria; si tratta di decisioni delicate da cui dipendono le condizioni di vita del paziente stesso, oltre che del suo nucleo familiare. È questo un aspetto dell’attività terapeutica strettamente correlato a diversi elementi, tra i quali spiccano i livelli minimi assistenziali, ossia i servizi garantiti ed erogati su tutto il territorio italiano, a partire da una valutazione dei bisogni sanitari della popolazione stessa. I servizi erogati sul territorio, pertanto, non possono prescindere dalle scelte finanziarie effettuate a livello nazionale.
S- SUPERANDO
lunedì 10 maggio 2010
Orizzonti crionici
da Il Resto del Carlino Sole 24 Ore
Si chiama Bruno Lenzi ha 21 anni, è nato ad Atri, in provincia di Teramo, e studia Ingegneria ad Ancona. Un giovane quindi, uno dei tanti che si sarà sentito ripetere una delle solite frasi: "Beato te che hai ancora tanta vita davanti".
Ma Bruno ne vuole avere sempre di più. Si chiama crionica, per i profani altro non è che l’ibernazione umana, il ventuenne in questione la studia da quando aveva 16 anni. "È l’unica soluzione - dice il 21enne Bruno - per estendere la propria vita". Non sono solo chiacchiere e non è soltanto una passione. Bruno ha avviato un progetto I-Life Group che altro non è che un gruppo di studio sull’estensione della vita e lavora a un polo di ricerca che si chiama Ilabs (nanotecnologie ed estensione della vita) a Milano...
Le fa tanto paura la morte?
"La considero una cosa orribile, ma è ancora più orribile non premunirsi alla morte. Il mio volerla evitare è dovuto al grande amore che ho per la vita. Fino all’anno scorso studiavo a L’Aquila e durante i giorni del terremoto ho visto la morte in faccia. Questa è stata un’ulteriore spinta a interessarmi a queste questioni".
art completo
http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/ancona/cultura/2010/03/15/304987-studente_anconetano.shtml