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domenica 18 maggio 2025

Marco Rizzo umilia il Politicamente Corretto a Torino-Salone del Libro... Video...

 https://www.ilgiornale.it/video/societ/sarei-maschio-show-marco-rizzo-salone-libro-2480261.html

Dovendo compilare il biglietto di ingresso alla fiera si è accorto che nella sezione genere si può indicare non voglio rispondere, maschio, femmina e altro. Così Rizzo, provocatoriamente ha indicato come genere “altro” definendosi “marziano” e il biglietto di ingresso è stato regolarmente generato. Le follie del politicamente corretto colpiscono anche la cultura e il Salone del libro di Torino.


 

venerdì 21 marzo 2025

GIORNALE DELL'ARTE-G Griffa L'Invisibile a Colori...

 https://www.ilgiornaledellarte.com/

L’artista torinese «ha immaginato un dialogo minimale e poetico tra l’architettura del Palazzo Ducale di Genova e le sue tele», in cui è riuscito a rendere l’immaterialità del pensiero

Espermento, incerto senso, interessante , ovvio ben promosso se non ottimamente da Il Giornale dell'Arte, massimo media per l'arte in Italia, ma odora purtroppo di facile deja-vu e forse da troppo tempo...Asino Rosso


 

 

sabato 2 giugno 2012

Transumanisti: Network H+ a Torino by Estropico

Primo incontro del gruppo H+ di Torino

 

Siete di Torino? Siete curiosi riguardo al transumanismo e volete parlarne o semplicemente siete interessati agli sviluppi della ricerca scientifica e tecnologica e volete trovare qualcuno con cui condividere i vostri interessi?
Allora siete invitati a partecipare al primo incontro informale del gruppo locale di Torino del Network H+ (http://www.transumanisti.org/) che si terrà a breve. Chi volesse partecipare può iscriversi al gruppo di facebook che si trova a questo link.



Leggi tutto: Estropico Blog: Primo incontro del gruppo H+ di Torino http://estropico.blogspot.com/2012/05/primo-incontro-del-gruppo-h-di-torino.html#ixzz1wbJNtFjQ

venerdì 4 maggio 2012

Alessandro Amaducci: Combat Prize, MAD, AIVA Festival, Papay in Hong Kong, Arteria Athens Videodance Project

 


 

 

COMBAT PRIZE 2012

Alcune foto digitali della serie "Alter-Fashion" concorrono per il Combat Prize 2012.
http://www.premiocombat.it/alessandro-amaducci-95413

 

MAD 2012

Alcune foto digitali della serie "After the Apocalypse" e il video "Shedding" concorrono per MAD 2012.

http://madprize.wordpress.com/2012/04/30/209/

 

AIVA, ANGELHOLM INTERNATIONAL VIDEOART FESTIVAL, SVEZIA, 26-28 APRILE 2012

Bloodstream fa parte della sezione "Videoart from Europe", curata da Gabriel Soucheyre. Angelholm, Svezia, 26-28 Aprile.

guarda il video/watch the video


http://aivafestival.com/2012/04/test-3/

 

 

PAPAY GYRO NIGHTS IN HONG KONG, 26-29 APRILE 2012

Not with a Bang fa parte della selezione del Festival Papay Gyro Nights a Hong Kong, 26-29 Aprile.

guarda il video/watch the video

http://papaygyronights.wordpress.com/2012/04/09/papay-gyro-nights-in-hong-kong/

 

 

ARTηρια, ATHENS VIDEO DANCE PROJECT, GRECIA, 29-30 APRILE 2012

Greetings from Hell fa parte della selezione di Athens Video Dance Projects presso ARTηρια, Lefkada (Grecia), 29-30 Aprile.

guarda il video/watch the video

www.artiria.gr

 

 

www.alessandroamaducci.net

https://vimeo.com/alessandroamaducci

http://www.facebook.com/alessandr0amaducc1

 

 

lunedì 11 ottobre 2010

Arte Digitale: l' Electronic Self Personality di Alessandro Amaducci

ALESSANDRO AMADUCCI A THE SCIENTIST 2010 RECENSIONE
 
...Il prof. Alessandro Amaducci ... | http://www.110.unito.it/?pubblica=programmi&id_prog=8&id_album=13
Amaducci, puntualissimo, alla Sala Estense, davanti ad un bel pubblico, giovane e empatico, ha inventato il Video live set, “Electronic Self Personality”, SOLO video& talk exibition*: di rara volontà di bellezza e ciberprovocazione nuovissima; certamente, il pur ancora giovane ricercatore e artista, uno dei vertici dell’arte contemporanea elettronica italiana (e non solo).
“L’elettronica e il video..digitale. come metafora, segno, sogno, simulacro, estensione tecnologica del Corpo: umano e frattale e virtuale e viceversa. Anche David Linch e David Cronenberg, tra i miei input…” : e Videodrome di quest’ultimo in particolare appare quasi Gestalt appunto delle sequenze video di Amaducci, cult movie degli anni ‘80 equivalente per l’impatto culturale, anzi ciberculturale, senz’altro a Blade Runner…
Nello specifico, da Videodrome a ..Amaducci, in nuove scansioni al passo con l’evoluzione tecnoscientifica e i suoi fatali feedback con la dimensione estetica. Tra cybersex, corpo senza organi, postdecostruzionismo alla Derrida, mix Sound e Immagine, dinamicissimo, techno love, di notevolissime combinatorie e bricolage estetico-scientifico alla Jacob, oltre che alla McLuhan e De Kerckhove.....
CONTROCULTURA SUPEREVA

  

lunedì 30 agosto 2010

Picture Elda Mantovani recensione di Maria Luisa Poledrelli

 

VITA ED ARTE IN SIMBIOSI


Entro in Galleria. Mi soffermo di fronte ad un disegno di Elda Mantovani. Ne ammiro la levità, la grazia, la bellezza.

E' intitolato: “ Cherubini in festa “. Ne conosco l'origine artistica. Deriva certamente dalla creatività di LUCA DELLA ROBBIA, che nella Cantoria del Duomo di Firenze, ha rappresentato adolescenti maschi e femmine, che danzano, suonano e cantano con atti vivaci e naturali.

Da Elda sono stati trasformati in Cherubini che danzano lievi ed eleganti fra corone di fiori e foglie; a tali putti Angelicati l'Artista conferisce pertanto un'atmosfera di Sacralità nel contesto di una originaria, idillica, eterna primavera.

Di fronte a tale scenario sembra di percepire un suono di liuto, o di arpa o di lira che scandisce i dinamismi fisici ed interiori di questi giovinetti angelicati e di sentire “ una fragranza intorno / ....qual d'aura de' beati Elisi.” ( Foscolo ).

Di Elda dunque l'opera è di impostazione classica. Si deduce dalla perfezione del disegno, dal rapporto costante Uomo – Natura, dall'armonia delle forme e dei colori, dall'essenzialità della Rappresentazione Artistica.

 

Non manca però l'innovazione derivante da “ animo perturbato e commosso “. Elda dona allora un afflato psicologico ad una adolescentenel momento in cui si affaccia alla soglia della giovinezza, come si denota nel quadro denominato “ All'alba della vita “. L'immagine coglie infatti della ragazza gli occhi belli e pudichi che risplendono, assorti nei lieti sogni di un futuro sereno; contemporaneamente però la protagonista riflette momenti di serietà, di gravitas, di riflessione su un avvenire che, nell'abisso insondabile del suo animo, appare indeterminato, indefinibile, incerto.

E' questo quadro la rievocazione di un ritmo lento e dolcissimo del Canto lirico del Leopardi: “ quando beltà splendea / negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi / e tu, lieta e pensosa, il limitare / di gioventù salivi “.

Da Piemontese Elda sente, vive, rappresenta la Sua Terra cogliendo prospettive paesaggistiche, ritmi di vita, luci sfolgoranti,infiniti silenzi. Sono immagini liriche, che solo un grande Artista della parola può Poeticamente cantare: “ Nel gran cerchio de l'alpi....../ su' ghiacciai candenti, / regna sereno intenso ed infinito /......il mezzodì. / Sola garrisce in picciol suon di cetra / l'acqua che tenue tra i sassi fluì “. ( Carducci ).

L'immensità affascina l'Artista che coglie il trascolorare dei boschi penetrati dai raggi solari che scintillano nell'intreccio di rami e fronde o sui prati verdeggianti. Ne coglie però anche l'essenza nell'analogia con il “ male di vivere “ cantato da Montale.

Un quadro appare in simbiosi con le immagini poetiche di “ Meriggiare pallido e assorto “ quando il Poeta ermetico liricamente rapresenta così alcuni simboli oggettivi: “ Meriggiare pallido e assorto / presso un rovente muro d'orto ( ossia la sofferenza della vita ).....” osservare tra frondi il palpitare / lontano di scaglie di mare.....(ovvero lo scintillio della distesa delle acque sotto il sole – simbolo di felicità irraggiungibile).

Dal macrocosmo al microcosmo Elda rappresenta il suo ricco mondo interiore. Armonia, equilibrio, bellezza caratterizzano le miniature ed i fiori dipinti che sembrano elementi integranti degli Umani, capaci di dialogare, consolare, rallegrare con i colori, i profumi, la delicatezza di calici e corolle, con le immagini miniaturizzate di ieri e di oggi.

 

Maria Luisa Poledrelli

 

http://www.aostasera.it/articoli/2008/06/23/6368/il-mondo-sospeso-di-elda-mantovani-in-una-mostra-ad-aosta

giovedì 26 agosto 2010

Luvi L. Colori e Poesie volanti da Ferrara supereva

da FERRARA SUPEREVA
 
.......Flying Art e la raccolta Per Versi di Luvi L. sono indicativi di tale evoluzione stilistica: la poesia danza tra i colori, vola persino, o le installazioni della performance visiva; i colori, i chips e i pixels in libertà volano, danzano persino, nella cifra “strettamente” poetica e delle parole.
E figura sfondo è il peculiare- comunque- vettore poetronico dell’artista, il video monitor, ombra luminosa anche nel’assenza “superficiale” delle parole o dei colori.
Con quest’ultimo binomio estetico, Luvi L. amplifica e dilata il proprio percorso, già culminato nella cosiddetta arte mobile (con tanto di manifesto collettivo), oggi evoluta in arte volante, logo quasi del libro d’esordio Passando di Qui (Il Filo Edizioni, Roma), ben prefato a suo tempo dal giovane ricercatore massmediologo Marco Teti, delle diverse produzioni video (clip presentati a The Scientist Video Festival Internazionale a Ferrara e altrove), mostre e serate performance letterarie (Bologna, supportata dal gruppo Via dei Poeti, Alessandria, Bolzano e molte altre tappe italiane, inclusa la Fiera del Libro di Torino.
Tra cui anche- nuovamente a Ferrara-le collettiva Futurismo Renaissance, anteprima 2007 del centenario futurista- video poi presentato a Roma, Festival del Cinema Indipendente, in una serata con lo stesso celebre Claudio Castelli (Giocattoli Futuristi vicitore anche a Seul Corea Video Festival), e Il Signor Mario a cura Thc Polimedia (Giardino delle Duchesse, Ferrara).
 


Riassumendo, nel variegato panorama della poesia o l’arte nuova giovane e netmoderna “neoestense”, Luvi L. spicca certamente per orizzonti squisitamente e consapevolmente contemporanei.
 
art completo
http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/08/luv-l.-poesia-e-colori-volanti

venerdì 23 luglio 2010

Marchionne firma il suicidio della CGL

da Il Giornale
 
Sicuramente hanno sbagliato qualcosa i sindacati alla Fiat. È come se la Cgil e, al suo interno, la Fiom, che rappresentano l’ala dura delle organizzazioni dei lavoratori, si fossero infilate in un tunnel senza uscita. E forse, inconfessabilmente, qualche dirigente ne è consapevole. Viceversa diventa difficile comprendere il contrasto tra le proteste e gli scioperi di questi giorni in Italia, e il successo che l’ad Marchionne sta riscuotendo urbi et orbi con il suo piano per la Fiat. Il Financial Times ieri parlava di «oracolo dell’industria dell’auto». Mentre qui da noi persino la Repubblica, quotidiano che non ha certo una tradizione «padronale» alle spalle, simpatizzava con gli operai della Chrysler che vedono in Marchionne il salvatore della loro esistenza. Invece, in questa giornata trionfale in cui il titolo galoppava in Borsa, dalla segreteria nazionale Cgil è arrivata una nota che parla di «ritorsioni nei confronti dei lavoratori». Il riferimento è all’ipotesi di spostare le produzioni di Mirafiori in Serbia.
Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, è entrato sulla questione evocando lo smantellamento delle fabbriche torinesi come qualcosa di «sorprendente», quando il marchio stesso del gruppo è «Fabbrica Italiana Automobili Torino». Di certo l’idea che Fiat lasci Torino, e in definitiva l’Italia, è forte e solleva polveroni a destra come a sinistra. Ma è qui che bisogna fermarsi un momento a riflettere: di cosa stiamo parlando? Marchionne non ha mai voluto il trasloco della produzione. Il piano prevede un’altra cosa: lo scorporo dell’auto dal resto del gruppo, affinché il capitale di Fiat si possa aprire a nuovi investitori che immettano risorse fresche. Un’eventualità che potrebbe vedere gli Agnelli andare in minoranza. Ma anche se dovesse succedere, Fiat resterebbe comunque un’azienda italiana, radicata nel territorio. Una multinazionale basata comunque in Italia.
Ma se invece si dovessero smantellare dopo Termini, anche Pomigliano e Mirafiori, allora sì che le cose cambierebbero. Allora sì che la Fiat non potrebbe più dirsi italiana. Ma questa non è la scelta di Marchionne, che nel piano ha calcolato ben 20 miliardi di investimenti da qui al 2014 per la «Fabbrica Italia»

 
SEGUE
 
http://www.ilgiornale.it/interni/sono_sindacati_portare_allestero_fiat/23-07-2010/articolo-id=462742-page=0-comments=1


10 buoni motivi per scegliere Hotmail

martedì 6 luglio 2010

Torino Bob Dylan picture

da ARTS BLOG

 

I quadri di Bob Dylan a Torino
Del Bob Dylan pittore vi avevamo già parlato in occasione delle sue mostre a Londra e in Danimarca. Lunedì 12 luglio l’Accademia Albertina di Torino ospiterà i suoi quadri, una selezione di opere da The Drawn Blank Series, acquarelli e gouaches creati a partire dal 2007.
Nati come appunti di viaggio raccolti durante i concerti tra il 1989 e il 1992, idee e schizzi sono stati rielaborati durante il Never Ending Tour e saranno visibili a Torino fino al 20 luglio.

La mostra, organizzata da Traffic Festival (uno dei pochi festival musicali ancora completamente gratuito in Italia) in collaborazione con con la galleria Halcyon di Londra, predenta anche un catalogo con testi di Umberto Allemandi....

 

martedì 4 maggio 2010

Luca Rinarelli autore di: In perfetto orario, recensione di Manuela Vio

in-perfetto-orario[1].jpg

*video http://www.youtube.com/watch?v=RaFG2209i90

Luca Rinarelli è nato nel 1975 a Torino dove, attualmente, vive e lavora. In perfetto orario, di recente pubblicazione (2009) ed edito da Robin Edizioni Srl, è il suo primo romanzo.

La trama noir di questo testo, tiene il lettore attaccato alle pagine fino alla fine. Strategia, vendetta e colpi di scena, sono gli ingredienti del romanzo.

Il protagonista di questa particolare storia è: Werner, sicario tedesco dal passato travagliato. E’ una persona con cento identità, ma allo stesso tempo, con nessuna. Cambia a seconda della situazione tutto ciò che gli permette di non farsi riconoscere dagli altri. Werner è un personaggio particolare, triste e molto solo, professionista nel suo mestiere di sicario, non lascia tracce né si fa prendere, toglie di mezzo persone scomode che potrebbero causargli problemi. Impeccabile nell’arte di uccidere, se quest’ultima si può definire arte.

In ogni capitolo che si affronta, si conoscono nuovi personaggi che, a modo loro, sono dei protagonisti.

Oltre al bellissimo noir che Luca Rinarelli ci fa leggere, tocca un argomento di attualità quale la disoccupazione e la cassa integrazione, come tutti sappiamo, negli ultimi due anni c’è una crisi mondiale che sembra non voler finire e purtroppo molti lavoratori, operai, impiegati ecc… hanno, in prima persona, subito il disagio di tale crisi. Luca Rinarelli ci ha voluto, ulteriormente, aprire gli occhi su questo argomento perché, proprio dalla cassa integrazione, nasce la figura di un uomo e questo si chiama Salvatore Cifariello. Werner viene ingaggiato da Cifariello che, dopo la morte della figlia di nove anni, lo paga per uccidere il suo ex datore di lavoro, causa della scomparsa della stessa bambina. Salvatore Cifariello, non è un personaggio principale, ma compare nel testo più di una volta e Luca Rinarelli gli dedica più di un capitolo, tanto che ha attirato la mia attenzione. Tale personaggio dopo aver ingaggiato per la prima volta Werner lo fa una seconda e, solo allora, ha una reazione quasi isterica ritrovandosi a ridere da solo e pensare il perché lo stava facendo. Molte volte non è il solo protagonista ad attirare l’attenzione del lettore, ma anche un personaggio secondario può essere importante soprattutto se, come questo, rispecchia ciò che le persone potrebbero vivere quotidianamente, la morte di una figlia per colpa d’altri, il vivere con questo peso sulle spalle. L’unica cosa che vorrebbe un genitore è la vendetta e, Luca Rinarelli, ce la fa vivere attraverso Cifariello e tale vendetta, è proprio quello che cerca e riesce ad ottenere con l’aiuto di Werner.

La vendetta, in questo romanzo, è quella che mantiene viva la storia e fa in modo che i personaggi e le loro vite si intreccino. L’antagonista e a volte protagonista di alcuni capitoli di In perfetto orario è: Irina, prostituta russa che assiste in prima persona, ma senza capacitarsi del come e del perché, dell’omicidio di un cliente abituale che era andato, come di consuetudine, a casa di sua per le sue prestazioni. Una pallottola, sparata da chissà dove e chissà da chi, lo uccide facendolo cadere per terra in una pozza di sangue. Irina, più che alla morte del suo cliente, pensa subito a come avrebbe reagito Alexij, il suo protettore, il quale le aveva dato quella casa e tutto ciò che aveva, compreso il suo lavoro e, anche se non era la ragazza più felice del mondo, per il momento si accontentava di ciò che le era stato dato. Pensava che Alexij la amasse e che volesse, prima o poi, toglierla dalla strada per sposarla e renderla una donna felice, ma non era proprio così… dopo la morte del cliente, Irina decide di fuggire da Torino e da Alexij, una donna sola, piena di paura e senza una meta, con poche centinaia di euro nelle tasche. Viaggia in treno di notte e da Torino arriva a Genova dove, con un po’ di fortuna, trova una persona che la aiuta a non dormire per strada. Vive a Genova per un periodo, fino a quando non decide di tornare di nuovo a Torino. Ad Irina viene il sospetto che l’omicida del suo cliente l’avesse vista e che questo, di conseguenza, potesse essere un problema per lo stesso assassino, timoroso di essere stato visto da lei. Da qui, Luca Rinarelli, ci proietta in una caccia all’uomo, l’assassino comincia con la ricerca della prostituta probabile testimone, per eliminarla. Irina, una volta tornata a Torino, torna nella sua vecchia casa dove, sorpresa delle sorprese trova, oltre il vecchio cadavere del suo cliente, anche quello di Alexij, ucciso probabilmente dallo stesso assassino del cliente. Irina, alla vista di tutto quell’orrore, tira un sospiro di sollievo e pensa che ormai è una donna libera, Alexij non potrà più costringerla a fare nulla, a questo pensiero però si aggiunge quello che, l’assassino, sia sulle sue tracce, così cerca di passare inosservata e nascondersi, in modo di non essere trovata.

Werner invece, lascia perdere la prostituta e conosce una donna: Giulia, la quale diventa la sua donna. Werner, dopo aver conosciuto quest’ultima, decide di mettere la testa apposto, si innamora di lei e vuole cambiare vita, non vuole più essere un assassino, ma l’ultimo incarico lo deve portare a termine, quindi decide che quello sarà il suo ultimo omicidio, dopo di che diventerà, per lui, per Giulia e per entrambi un uomo migliore. L’ultimo omicidio, commissionato sempre da Cifariello, lo porta ad uccidere un uomo all’entrata di una discoteca, nel mentre che lui uccide il suo uomo, all’interno dei bagni dello stesso locale, un altro omicidio si compie. I due assassini si incontrano per caso, ma nessuno dei due dice niente ed ognuno va per la sua strada…

Luca Rinarelli, con questo suo romanzo, riesce a far vivere tutti i personaggi del testo, riesce a catturare il lettore e farlo coinvolgere tanto da non riuscire a smettere di leggere. E’ uno di quei romanzi che, una volta arrivati alla fine, lo si chiude, si accarezza e guarda la copertina e si pensa a ciò che si è appena finito di leggere e soddisfatti della lettura appena terminata, lo si mette tra i libri della nostra libreria personale con un riguardo e stima particolare per chi lo ha scritto.

In perfetto orario di Luca Rinarelli, è un noir da leggere e assaporare dall’inizio alla fine.

 

Manuela Vio

 

 

Sito ufficiale:                                   http://www.robinedizioni.it/in-perfetto-orario

Dove acquistare il testo:             http://www.ibs.it/code/9788873714910/rinarelli-luca/in-perfetto-orario.html

 

 

Citazione: “A volte basta poco per sopravvivere” – “In perfetto orario” Luca Rinarelli –

 
 
 
 


manuela8956@hotmail.it


 


Che w_b sarebbe senza la "e"? Scarica Internet Explorer 8

mercoledì 28 aprile 2010

Quando i Libri piangono di Barbara Cannetti

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Una seconda opportunità per i libri

Barbara Cannetti


Si dice che gli italiani leggano poco. Le motivazioni addotte a tal proposito sono le più disparate. Il costo elevato dei libri correlato all’incremento della povertà dovuto all’attuale crisi economica, pur non essendo la causa principale di questo fenomeno, può comunque agire da concausa.

Eppure, curiosando tra le notizie di cronaca, non è infrequente venire a conoscenza di libri portati al macero. Non si tratta solo delle opere rimaste invendute nei magazzini di qualche casa editrice ma anche di libri di successo, di capolavori che le Università, le Biblioteche o altri Enti Pubblici, di tanto in tanto, preferiscono gettare piuttosto che distribuire gratuitamente a Biblioteche minori, a scuole o a privati cittadini.

È successo quest’anno a Torino dove l’Università ha deciso di ripulire le proprie cantine gettando via un enorme numero di volumi, 4000 dei quali sono poi stati salvati da studenti e professori. Succede ogni anno a Saronno dove in dieci anni la biblioteca ha distrutto almeno 12 mila volumi, più di 2500 nel solo 2009. Gli operatori della biblioteca hanno affermato che tutto questo non solo è previsto ma anche suggerito da vari organismi internazionali. Lo scopo sarebbe quello di mantenere il servizio pubblico a livelli ottimali (le opere a catalogo devono sempre essere aggiornate oltre che in buono stato di conservazione). Questi libri, inoltre, fanno parte a tutti gli effetti del patrimonio inalienabile della pubblica amministrazione e quindi sono soggetti a tutte le regole demaniali.

La conseguenza è che i libri si possono distruggere ma non vendere né donare!

Probabilmente queste scelte che sono state in più occasioni spiegate e quindi giustificate saranno anche giuste ma nel mio personale immaginario le Università e le biblioteche svolgono da sempre un ruolo importantissimo (ossia quello di diffondere la cultura, renderla sapere condiviso, incentivare la lettura); questo dovrebbe significare tutelare e diffondere in tutti i modi il patrimonio culturale, non eliminarlo sic et simpliciter.

http://www.youtube.com/watch?v=d160eWmOrRc VIDEO

Viviamo in una epoca dove le logiche consumistiche divengono ogni giorno sempre più spinte, dove quel che non ha un prezzo o non è commerciabile non possiede alcun valore ma sembra che, tra i volumi scartati dall’Università di Torino, ci fossero anche opere di pregio, libri ancora attuali, edizioni antiche.

Forse la mia visione è un po’ nostalgica dato che sono cresciuta in una epoca in cui i libri di testo si passavano da fratello maggiore a sorella minore. Ricordo che ogni anno, prima dell’inizio della scuola, fiorivano anche i mercatini dell’usato. Questa pratica è stata poi osteggiata dal fiorire, anno dopo anno, di sempre nuove edizioni, riviste e corrette.

Perché si dovrebbe preferire la distruzione di un testo piuttosto che renderlo fruibile a terze persone? Le motivazioni possono essere le più disparate.

La storia ci ha mostrato alcune delle spiegazioni peggiori: per distruggere un popolo bisogna radere al suolo anche i suoi monumenti e la sua cultura in qualunque forma essa si presenti (ricordiamo a titolo di esempio la famosa notte dei cristalli)

Non è questo il caso dei libri mandati al macero da biblioteche ed università perché oggi, fortunatamente, non si mette in alcun modo in discussione la libertà di pensiero e di parola né si opera la censura.

È però innegabile che il pensiero di un libro distrutto riporta in chiunque ama i libri, una sensazione negativa, un sentimento di angoscia.

Prima di mandarli al macero sarebbe quindi bello dare anche a questi volumi una seconda opportunità. Ha sicuramente ragionato in questi termini anche Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria di Bologna che, grazie al contributo della Regione Emilia Romagna, ha messo in atto un piano di salvataggio dei libri distribuendoli gratuitamente a centri sociali, carceri, comunità, scuole, ecc... Alcuni testi sono stati donati anche ad istituti di italianistica ed a comunità di italiani all’estero. Alla base di questo intervento redistributivo di risorse c’è sempre la stessa convinzione: la lettura arricchisce.

Questo evidenzia anche che, spesso, ci sono strade alternative che possono innescare veri e propri circoli virtuosi. Evidenzia, inoltre, che anche dove non ci sono scambi di denaro si può avere un riscontro positivo. Il valore aggiunto, in questo caso è sia un minor impatto ambientale (con conseguente, riduzione degli sprechi) sia la possibilità di rendere fruibili i testi a chi, ancora oggi, non legge perché non se lo può permettere.

Significativo è anche il fenomeno del bookcrossing che si sta sempre più diffondendo anche in Italia quale modo particolare di far vivere i libri e di condividere le emozioni che essi producono. Si tratta in pratica dell’abbandono volontario di un libro in un luogo pubblico facilmente accessibile. L’opera prima di essere lasciata viene catalogata in modo che se ne possano seguire gli spostamenti anche grazie ad un numero identificativo ed ad un sito internet dove vengono mappate le varie tappe che il libro stesso compie... colla speranza che resti sempre e comunque risorsa e non diventi rifiuto, finendo il suo viaggio in una discarica.

 

 


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venerdì 2 aprile 2010

PDL Isolare i talebani contro la libera sessualità

umberto_veronesi.jpgDA CONTROCULTURA SUPEREVA di R. Guerra

Mentre quasi ovunque nel libero Occidente (e in Europa), diciottenni Lolite o anche “Escort” se la spassano scientificamente sperimentando razionalmente la sessualità (primo livello del metodo della conoscenza non clericale o pseudolaica/atea, ma appunto Galileana), magari andando giù infine una bella pillolina in caso di distrazioni per eccesso di orgasmi, in Italia fantomatici e semipatologici Movimenti cosiddetti di Scienza e Vita, magari, lanciano ennesime caccia alle streghe, riclonando integralmente il Malleus Maleficoroum.....

articolo completo*** (agosto 2009)

http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2009/08/la-pillola-per-le-amebe-arrivera-mai-dopo-la-rsu-486

***in risposta a quanto segue:

da IL TEMPO  La secessione della pillola
I governatori leghisti di Piemonte e Veneto escludono l'uso della Ru486. Il papa: obiezione contro l'aborto. Polverini: difendere la vita e applicare la legge.

http://iltempo.ilsole24ore.com/interni_esteri/2010/04/02/1144272-secessione_della_pillola.shtml

***Esordio choc e delirante... del neogovernatore Cota della Lega; una bolla quasi papale contro la libera pillola Ru 486, in nome delle solite balle bioetiche cattoliche. Per fortuna sia la Polverini che Cicchitto relativizzano la questione... ma non basta. Pur conoscendo le posizioni leghiste su certi temi, avesse Cota fatto questa sparata alla vigilia delle recenti regionali... avrebbe perso sicuramente le elezioni. Berlusconi finalmente ha annunciato di ascoltare le parole del web....  Appunto: la nuova cambiale avuta dagli italiani certamente non ha nulla a che vedere con regressioni oscurantiste e antiscientifiche. Gli italiani anticomunisti e antiPD  Santoro Di Pietro (come filosofia politica- certo psico-comunismo.. tutt'oggi condizionante la cultura italiana e la postsinistra) desiderano una Destra moderna, persino postmoderna, non anticlericale, nè pseudolaica, ma certamente rivolta al futuro, all'umanesimo tecnologico, come il Genio della Comunicazione italiana dovrebbe essere consapevole (e lo è ...).  Confondere la Vita con la lotteria degli spermatozoi, persino prima dell'estrazione....., come da anni certa bioetica cattolica (quella neoinquisitoria...perchè ne esiste un'altra anche in quell'area finalmente evoluta...), paragonare le nuove pillole a omicidi volontari è immondizia scientifica. E tatticamente, politicamente imbarcarsi in simili avventure significa un suicidio di consensi elettorali. La Lega stessa, rivoluzionaria sui noti temi dell'immigrazione e del federalismo, meglio eviti battaglie che scioglerebbero come neve al sole il suo apice di consensi. Il centro destra e i leghisti in particolare non possono nello stesso tempo combattere contro le moschee e fare i talebani sulle libertà individuali (scientificamente avallate e anche giuridicamente in quasi tutto l'Occidente). Asino Rosso

Lettera del Presidente Silvio Berlusconi

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Promotori della Libertà (coordinamento@promotoridellaliberta.it)
 
Inviato: giovedì 1 aprile 2010 16.57.56
A: Roberto Guerra (astronave3000@hotmail.it)

Cari amici,

desidero ringraziarVi per il contributo che avete dato alla  nostra affermazione nelle recenti elezioni. Anche grazie alla Vostra mobilitazione sul territorio, ancora una volta l’amore ha prevalso.

Contro di noi le hanno provate tutte, perfino a vincere senza farci presentare il nostro simbolo. Ma noi siamo stati più forti della malevolenza, più forti dell’invidia e più forti dell’ingiustizia.

Il nostro successo in sei regioni, in quattro province e in decine di comuni è la dimostrazione che il “Governo del fare” è stato pienamente apprezzato dagli elettori.

Ora, con i nostri alleati, governiamo la maggioranza delle regioni, ovvero 42 milioni di italiani. Con la sintonia che si è creata tra il governo centrale e quelli locali potremo attuare celermente il nostro programma sul piano-casa, sulla sanità, sul taglio della burocrazia, sulla tutela del verde.

La sfida che ci attende è tuttavia ancor più importante e riguarda non solo le Regioni guidate dai nostri governatori. Dagli italiani abbiamo ricevuto un preciso mandato per completare la Rivoluzione Liberale nel nostro Paese. Noi onoreremo questo impegno. Nei prossimi tre anni, dunque, realizzeremo le grandi riforme: l’architettura costituzionale dello Stato, la giustizia, il fisco.

Non sappiamo se l’opposizione, o almeno una parte di essa, abbandonerà finalmente i toni e gli atteggiamenti di ostilità preconcetta sinora messi in campo. Me lo auguro. Noi comunque avvieremo il percorso delle riforme e giungeremo all’obiettivo di fare dell’Italia una Nazione più efficiente e più moderna.

In ogni caso, io so di poter contare sul vostro sostegno. I Promotori della Libertà hanno tra i loro compiti anche quello di: comunicare puntualmente agli italiani il lavoro svolto dal Governo e dalla maggioranza e quello di conquistare nuovi sostenitori per rafforzare il nostro movimento. Con una struttura radicata e capillare schierata al nostro fianco potremo realizzare le riforme in tempi ancor più rapidi e potremo continuare sulla strada del buongoverno sia a livello centrale che locale.

Conto su di Voi, sul Vostro entusiasmo, sulla Vostra generosità. Ancora grazie.

Un forte abbraccio

 Roma, 1° aprile 2010

 

http://www.ilgiornale.it/interni/berlusconi_facebook_stagione_riforme_bersani_replica_noi_siamo_dialogo_lui_no/internet-politica-web_20-berlusconi-giustizia-riforme-pdl-social_network-facebook/02-04-2010/articolo-id=434088-page=0-comments=1

giovedì 1 aprile 2010

Alla scuola di Marx di Paolo Giardini

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Alla scuola di Marx

 

L’ospedale di Cona, in quanto estrinsecazione politica del patrimonio di conoscenze locali, sboccia da una lunga e meditata gestazione. Si presume che la ricchezza dei suoi contenuti, palesi ed intrinseci, sarà polo d’attrazione nel mondo della cultura, come lasciano presagire le tante visite del Gabibbo e dei maggiorenti del PD.

L’ultima novità viene dalla consigliera comunale PD dottoressa Ricciardelli, che per fortunata coincidenza è capo del servizio di emergenza sanitaria, la quale, stigmatizzando le generiche critiche all’opera (che non tengono conto che è espressione della moderna ferraresità), spiega che anche sul versante dell’accesso al Pronto Soccorso tutto procede bene nella “riorganizzazione dell’offerta sanitaria che deve tener conto dei bisogni dei cittadini ma in una logica di salvaguardia dei principi di equità di accesso per tutti i ferraresi.”.

E’ stata chiarissima, didattica e stimolante considerazioni profonde. Emerge ancora una volta la perenne questione del “libero arbitrio” (quel concetto filosofico e teologico secondo il quale ognuno è libero di fare ciò che gli pare).

La preclara professionista ci fa intuire che per “l’equità d’accesso” all’ospedale è irrilevante che l’ospedale sia ubicato in un punto baricentrico. Ma non basta: nel disgraziato caso che l’ospedale sia tuttaltro che baricentrico, cioè esterno e lontano dalla città, è pure ininfluente che manchi una via di scorrimento veloce, raccordante ad anello tutte le uscite dalla città per convogliarle all’ospedale lontano (questo tipo di meraviglia si trova solo nelle moderne città occidentali, dove la chiamano “circonvallazione”).

E nell’ancor più disgraziato caso di un ospedale lontano dalla città e ancor più lontano da una circonvallazione che mancherà per decenni (pare che sia il nostro caso), è più che mai ininfluente che ogni “punto ambulanze” previsto dal piano di Emergenza Territoriale sia dotato anche di elicottero per scavalcare eventuali ingorghi, gelate da gelicidio, allagamenti, voragini sulle strade.

Concludendo ciò che la dottoressa Ricciardelli ci fa aristotelicamente capire per via di esclusioni successive (metodo deduttivo): se ai ferraresi preme d’arrivare in fretta all’Ospedale di Cona, che vadano ad abitare a Cona. Ma se interessa semplicemente andare d’urgenza al Pronto Soccorso, è più comodo recarsi a quello di S. Maria Maddalena.

Avessero avuto un ospedale di Cona a disposizione, Groucho Marx, i suoi fratelli e la Paramount avrebbero vissuto di rendita per anni.

Paolo Giardini

 WWW.BEPPEGRILLO.IT


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venerdì 15 gennaio 2010

Alena Seredova 2010

ALENA SEREDOVA 2.jpgda Curiosando qua e là Blog

L'anno nuovo sarà sicuramente sexy. Almeno per coloro che sfoglieranno mese dopo mese il calendario della ditta "Stock". Protagonista dei dodici scatti (tra i più 'hot' del 2010) la bellissima Alena Seredova. Madre di due figli, la compagna di Gianluigi Buffon non sembra registrare sul suo corpo i segni delle gravidanze e del tempo: le sue curve mozzafiato incantano anche chi si deve accontentare di ammirarle su un calendario.

Photo Gallery

http://www.veraclasse.it/fotogallery/eventi/news/alena-seredova-calendario-2010/3618/3/

video http://www.youtube.com/watch?v=56Nnsqe43aE

venerdì 25 dicembre 2009

Net.Futurismo Autopresentazione al Centenario di Torino

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Net.Futurismo: autopresentazione

*photo

Francesca Barbi e Antonio Saccoccio



Il Net.Futurismo è il Futurismo della Rete. O meglio: Futurismo delle Reti.

I futuristi del secolo scorso avevano compreso l’importanza che l’impatto della rivoluzione tecnologica stava producendo sulla sensibilità umana e cercavano di interpretare quel particolare momento storico attraverso le loro riflessioni ricerche azioni nel campo della cultura, dell’arte, della politica, del costume.

Il mondo contemporaneo attraversa un momento altrettanto decisivo. La rivoluzione neotecnologica a cui tutti assistiamo ha nuovamente (e ancora più profondamente) sconvolto la sensibilità dell’uomo. Per questo motivo è necessario un nuovo Futurismo, che sappia indagare le modalità di questa ennesima mutazione antropologica, attraverso un’azione di esplorazione totale (culturale, politica, scientifica, artistica e oltre-artistica) della realtà contemporanea.

Il fine, come fu per il Futurismo del secolo scorso, è quello di condurre una battaglia energica contro ogni forma di passatismo, in qualsiasi campo umano. Alla battaglia contro il passatismo (utilitarismo dogmatismo accademismo sgobbonismo professoralismo) si aggiunge oggi la battaglia al presentismo (immobilismo apatia arrendevolezza divismo arrivismo cialtroneria mediatica), nuova categoria fondata dal Net.Futurismo per indicare le condizioni in cui si trova l’uomo contemporaneo, incapace di elaborare positivamente gli stimoli provenienti dalla rivoluzione digitale. La nuova ondata tecnologica offre quindi oggi la possibilità di utilizzare questa rapida accelerazione per combattere tutto ciò che rende l’uomo opaco passivo rinunciatario utilitarista imitatore schiavo di pregiudizi consuetudini convenzioni sociali.

I nuovi media interattivi, in particolare, permettono una rivoluzione radicale nel campo del sapere. La logica reticolare consente, a partire dal web, di abbandonare finalmente la piramide gerarchica con cui le informazioni fino ad oggi sono state trasmesse e diffuse da pochi centri di sapere al resto della popolazione. Nuove forme di creazione condivisa del sapere nascono spontaneamente ogni giorno sul web e influenzano il modo di interagire ormai di decine di milioni di individui, dentro e fuori dal web.

La rivoluzione nel campo del sapere porterà con sé una conseguenza ancora più decisiva: la rivoluzione nel campo del potere. Poiché il sapere è da sempre potere, giungerà il tempo per la vera democrazia futurista: si arriverà così molto presto ad una retarchia (il potere alla rete, alle reti).

Sorte simile toccherà all’Arte. L’Arte con la A maiuscola è morta con il Futurismo e Dada. Chi prova oggi a tenerla in piedi non merita la minima considerazione. Il sistema dell’arte contemporanea, dai più visto come una perfetta macchina da guerra, è in realtà una gigantesca armata brancaleone: star, aspiranti star, vallette, boss e portaborse tutti meravigliosamente uniti nella più enorme truffa mai messa in piedi nella storia dell’umanità. Il sistema dell’arte è pericoloso ed emblema estremo della vacuofilia contemporanea. La categoria Arte è per questo da abolire.

Ecco. Ci par di sentire i rimpianti morbosi e la disperazione ammorbante dei vecchi padroni del sapere (e del potere).

Politici giornalisti artisti letterati filosofi critici (ma sì, val la pena di citare anche i critici!) old style! La retarchia eliminerà finalmente questa vostra presunzione di sentirvi centro del mondo, vertice della piramide da cui dispensare sciocchezze galattiche protetti dal buon nome dietro cui vi nascondete.

Tutto il sapere a disposizione di tutti. È tempo di azzerare ogni inutile barriera sociale e culturale. È giunta l’ora dell’uomo a mille dimensioni: politico giornalista artista filosofo critico al tempo stesso!


Nota finale preventiva in forma di domanda/risposta per i pochi critici temerari intelligenti (che sicuramente approveranno con entusiasmo unendosi a noi) e i tanti criticastri inetti (che sicuramente inorriditi denigreranno le nostre idee e il nostro coraggio).


Critico: Ma se il Net.Futurismo è contro l’attuale sistema dell’arte, perché partecipa ad eventi espositivi come questo?

Net.Futurismo: Perché il sistema dell’arte ha bisogno del Net.Futurismo per non morire e il Net.Futurismo ha bisogno di entrare nel sistema per distruggerlo definitivamente.

Critico: Quindi giungete anche voi a compromessi con il sistema dell’arte.

Net.Futurismo: Mai. Ogni partecipazione del Net.Futurismo ad un’esposizione o mostra si configura come una sfida al sistema dell’arte, poiché le “regole” del sistema stesso vengono abilmente corrose, manipolate, persino derise. Nessun compromesso, nessuna via di mezzo.

Critico: Mi sembra un’operazione difficile.

Net.Futurismo: Ogni sfida d’avanguardia è difficile. Tutto viene negato. Tutto viene affermato. Ma soprattutto di tutto ridiamo.

Critico: Perché ridete?

Net.Futurismo: Perché siamo vivi.

 

www.netfuturismo.it

photo Futurismi Futuristi Torino 18 1 2009 18 1 2010

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sabato 19 dicembre 2009

Conversione degli Elementi

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Questa è bella, e siccome è bella deve essere il motivo per cui l’ho trovata pubblicata con le stesse parole su giornali diversi:

«… la Dichroic Cell ha iniziato a sviluppare una metodologia del tutto innovativa, che mira a convertire un elemento costoso e raro come il germanio in un altro elemento, il silicio, più reperibile e meno dispendioso.»

Come dire: Allegria! C’è finalmente un nuovo metodo per convertire un elemento costoso e raro come l’oro in un altro elemento, il ferro, più abbondante ed economico. Finalmente un livellamento democratico!

Un’innovazione così, naturalmente, non c’è. Fermo restando che per convertire un elemento in un altro occorrono le fucine nucleari delle supernove, l’articolista si esprime malamente (per usare un eufemismo) nel tentativo di riferire che la Dichroic Cell mette in atto un sofisticato sistema di deposizione di vapori di germanio sul silicio per ottenere nuovi substrati per celle fotovoltaiche, conferendo al “più reperibile e meno costoso silicio” certe proprietà del “costoso e raro germanio”.

Si ha l’impressione che si stia generalizzando l’accoppiata giornalisti-lettori specializzati come le coppie di carabinieri delle barzellette (uno che solo scrive, l’altro che solo legge, e nessuno dei due che capisca qualcosa).

Paolo Giardini

http://www.dichroic-cell.it/

Video http://www.youtube.com/watch?v=7RUwHE5MEJQ

mercoledì 16 dicembre 2009

FUTURISMO FUTURISTI A TORINO con Netfuturismo

Netfuturismo a Torino.jpgIl Balletto Teatro di Torino (BTT), in occasione del centenario del Futurismo, presenta, dal 18 dicembre 2009 al 28 gennaio 2010 presso la Lavanderia a vapore di Collegno, Futurismi Futuristi, esposizione a cura di Silvia Mira (con la collaborazione di Davide Alaimo).

 

L’esposizione vuole mettere in evidenza la creatività che il movimento futurista, a cento anni dalla fondazione, è ancora capace di generare nel mondo dell’arte, coinvolgendo non solo la pittura e la grafica, ma anche, con risultati di particolare rilievo, le arti applicate, l’arredamento e la moda.

Nella mostra, accanto ai manifesti futuristi (messi a disposizione da Francesca Barbi, nipote del fondatore del movimento), e alle installazioni multimediali degli artisti del Net.Futurismo, verranno esposte le ceramiche disegnate da Tullio Mazzotti (omaggio al centenario futurista, della manifattura “Ceramiche Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola”), i mobili di Pagano per gli uffici di Riccardo Gualino, rivestiti in buxus, materiale prediletto da Depero e, da ultimo, i paraventi e le piante disegnate da Balla, tuttora riproposte dalla Ditta Simon.

Una sezione dell’esposizione sarà dedicata interamente alla moda: in mostra alcuni abiti della collezione Balmoda di Laura Biagiotti, creati dalla stilista nel 1996 per l’importante mostra tenutasi al Museo Puskin di Mosca, la borsa “Balla”, ricostruzione fedele di Borbonese dai disegni dell’artista e alcune T-shirt, felpe e controcravatte del marchio Sivoga, ispirate al manifesto della controcravatta net.futurista.

 

Il 18 dicembre, alle ore 19, il pubblico è invitato al Salotto Futurista, con Francesca Barbi, studiosa e nipote di Filippo Tommaso Marinetti, Alessandro Pontremoli, docente di storia della danza e del mimo presso il Dams di Torino, Antonio Saccoccio, fondatore del Net.Futurismo. Interviene l’attore net.futurista Gianluigi Giorgetti. Elettrorumorismo in sala: Stefano Balice e Marco Raimondo.

 

Subito dopo, alle ore 21, sarà messo in scena Areoballa, spettacolo di danza, video e parola che, ripercorrendo i temi principali del manifesto futurista, ripropone i momenti più rappresentativi della “ricostruzione futurista dell’universo”.

 

Le ceramiche disegnate da Tullio Mazzotti, i paraventi e le “piante” su disegno di Giacomo Balla, i mobili di Pagano saranno disponibili, a mostra conclusa, rispettivamente presso le Gallerie “Terre d’Arte”, Via Maria Vittoria 20, “Turin Gallery”, Via Maria Vittoria 19 e “Galleria Cristiani”, via Porta Palatina 13 a Torino. Le T-shirt, le felpe e le controcravatte Sivoga sono disponibili sul sito www.sivoga.it.

 

I net.futuristi: Antonio Saccoccio, Gianluigi Giorgetti, Stefano Balice, Marco Raimondo, Giulio Morera, Paolo Ciccioli, Elisabetta Mattia, Klaus-Peter Schneegass, Gianluigi Ballarani, Maria Serena Peterlin, Francesco Giannetta, Mauro Piccinini, Marco Zappa, Gonzalo Jerez Sanchez, Paola Delfino, Massimiliano Scordamaglia, Simone Massafra, Claudio Giannetta.

 

http://www.ballettoteatroditorino.it

www.netfuturismo.it

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=a9N-2945qgw Futuriste Letteratua Vita con Antonio Saccoccio r Francesca Barbi