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sabato 16 maggio 2009

DA FERRARA I VERDI DEL FUTURO

ALBERTO RONCHI 3.jpgFROM  ESTENSE COM  quotidiano on line Ferrara

''Ferrara laboratorio per rilanciare i Verdi a livello nazionale''

di Marco Zavagli

“Ferrara è il laboratorio per rilanciare i Verdi a livello nazionale”. Non ha dubbi l’on. Marco Boato, a Ferrara per partecipare a una serie di iniziative del partito ecologista, nel presentare il programma e i candidati dei Verdi alle elezioni amministrative. “Viviamo una fase di grande difficoltà a livello nazionale – ammette l’ex parlamentare - e per uscirne non dobbiamo nascondere il nostro simbolo, la nostra identità e autonomia. Essere all’interno di una coalizione di centrosinistra è una fatto positivo e spero che riusciremo a dare un contributo determinante al voto amministrativo”.

Vengono quindi la presentazione del programma e dei candidati che il Sole che ride presenterà per i consigli comunale e provinciale, per le circoscrizioni e per il consiglio comunale di Argenta. Tocca alla presidente provinciale Barbara Diolaiti lanciare il programma definitivo, “La città del Sole”, così come si è trasformato nel corso degli incontri avuti con sindacati, Grilli estensi, associazioni ambientaliste e studenti universitari.

“Da oggi parte una campagna elettorale fatta solo di proposte e di nessun attacco – spiega la capogruppo uscente in municipio -. Vogliamo continuare a orientare il centrosinistra verso i nostri temi. Fino a giugno fioccheranno iniziative fatte di momenti ludici come concerti, aperitivi in musica e feste”. Fino alla chiusura della campagna, prevista per il 3 giugno in piazza Trento Trieste, a suon di banda, pane salame e vino.

In mezzo, da segnalare, le “strategie domestiche per uscire dalla crisi”, fissate per domenica 24 maggio all’acquedotto, con lezioni teorico-pratiche per predisporre il proprio orto, aggiustare la gomma bucata della bicicletta e imparare a fare l’orlo a calzoni e gonne.

Lungo il programma corre “il fil rouge della cultura – interviene l’assessore regionale Alberto Ronchi -, con concerti, letture sceniche e momenti di riflessione per far capire come la cultura porti con sé un mondo del lavoro che non va dimenticato”.

“Senza i Verdi la politica sarebbe più povera – tira le fila Boato -. Le politiche ambientali si stanno imponendo in tutto il mondo, tranne che in Italia; i cittadini hanno in mano lo strumento per decidere se vogliono una politica in sintonia con l’ambiente o meno.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=51087&format=html

http://www.youtube.com/watch?v=Lz6qQFAUlu0  FILMATO

lunedì 11 maggio 2009

IL SOFTWARE DEI VERDI

ALBERTO RONCHI.jpgI Verdi distribuiscono il programma: MARCO BOATO A FERRARA

i Verdi hanno consegnato le liste per Comune di Ferrara e Circoscrizioni, Provincia di Ferrara e Comune di Argenta. Le liste e il programma sono disponibili sul sito www.verdi.ferrara.it.


Nella mattinata di IERI , domenica 10 maggio, i Verdi hanno distribuito  il Programma elettorale (64 pagine con una prima parte dedicata alle risposte per uscire dalla crisi e una seconda tematica organizzata in ordine alfabetico) in diversi punti della città, in prossimità delle edicole aperte per turno del Centro Storico, zona Doro, piazzale San Giovanni, zona Foro Boario, San Giorgio e Villa Fulvia.


Giovedì 14 maggio alle 20,3, nella sala civica di Bosco Mesola, si terrà il dibattito pubblico "La centrale e il parco: strategie per fermare la riconversione a carbone di Porto Tolle voluta dal governo" con l’on. Marco Boato (Verdi), Lorenzo Marchesini (sindaco di Mesola), Sergio Golinelli (assessore all’Ambiente della Provincia di Ferrara), Giorgio Crepaldi (Comitato Liberi Cittadini del Delta). Introduce Mara Mangolini, candidata per i Verdi nel collegio "Mesola", coordina Odinea Piva, ambientalista.


Venerdì 15 maggio alle 11,30, al bar Tiffany (in piazza Municipale a Ferrara) si terrà la conferenza stampa di presentazione dei candidati, del programma definitivo e del calendario degli appuntamenti alla presenza dell’on. Marco Boato e dell’on. Franco Corleone.


Nello stesso giorno, alle 21, al circolo Bolognesi di piazzetta San Nicolò, si terrà un confronto pubblico sul tema "La crisi della democrazia e il percorso di costruzione del consenso all'autoritarismo" con Marco Boato, Daniele Lugli e altri ospiti in via di definizione. Prima del dibattito è previsto un brindisi di avvio campagna.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=50832&format=html

http://www.youtube.com/watch?v=jZ66P2fSYNY LESTER BROWN FILMATO

giovedì 9 aprile 2009

OCCHI VERDI SUL VILLAGGIO FERRARA

VILLAGGIO DANATI.jpgFROM ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA

 

VILLAGGIO DANATI.jpgDiolaiti (Verdi) chiede al Comune di spiegare i troppi punti ‘oscuri’

I misteri dell’inquinamento nel Quadrante Est

di Marco Zavagli



“Ci sono due misteri che ruotano attorno all’inquinamento nel Quadrante Est”. Proprio nel giorno in cui la commissione comunale ha dato il via libera per il “dirottamento” verso la bonifica dell’area degli 8 milioni previsti per il palasport, un altro grattacapo arriva dritto al cuore del municipio.
A sollevarlo è Barbara Diolaiti, che ieri mattina ha depositato una interpellanza che verrà discussa nel corso del prossimo consiglio. Una interpellanza che ripercorre i passaggi storici del capitolo Quadrante Est. Quelli noti e quelli meno noti. “Quell’area – spiega – nasconde due grandi misteri: chi ha inquinato e come bonificarla. Purtroppo questi enigmi sono collegati tra loro, perché chi è responsabile del primo deve provvedere al secondo”.


In questa area sorgevano due discariche, riempite di rifiuti negli anni ’60 e ’70. La loro esistenza è diventata di pubblico dominio nel 2002 e 2003. Quanto bastava per spingere la stessa capogruppo dei Verdi in Comune a chiedere, nel settembre 2005, all’allora assessore Alessandro Bratti se fossero state assunte iniziative per individuare i responsabili di quell’inquinamento. In base al decreto Ronchi, in vigore dal ’99, il proprietario dell’are inquinata deve assumersi infatti gli oneri della relativa bonifica. Nella sua risposta Bratti scrisse che “eventuali responsabilità saranno definibili con l’esame dei documenti dell’epoca e attraverso testimonianze dei residenti”.
Tra cose fatte e cose non fatte si arriva ad oggi, con il Comune che ha predisposto delle indagini per approfondire lo stato di rischio sanitario dell’area e predisporre gli interventi di bonifica delle falde inquinate.


“Eppure l’esistenza di almeno una delle discariche era nota da tempo – afferma Diolaiti -. Esattamente dal gennaio 1986”. A quella data risale infatti la Relazione geognostica e geotecnica preliminare per il recupero dell’ex fornace Sef attraverso un Piano particolareggiato di iniziativa pubblica. In quel documento si legge che risulta un “riempimento successivo con rifiuti solidi urbani immessi in falda”.
La relazione venne aggiornata nel marzo ’95, con una nota integrativa in base alla quale “le caratteristiche di compressibilità e le possibili esalazioni di gas ne sconsigliano l’uso per qualsiasi intervento edificatorio”. Tra i progettisti di quella commissione mista pubblico/privata figuravano Claudio Fedozzi, attuale dirigente del settore Attività produttive del Comune, Roberto Mascellani (che figura nel ’95 come presidente del cda di Cogef, che acquistò l’area nel 1995), Delia Pozzati, Maurizio Pavani e Ferdinando Visser. L’assessore competente era Romeo Savini.


“Ciononostante il Prg del ’95 ha previsto una consistente espansione urbanistica a est e classificato la zona di via Caretti come edificabile”, rileva la presidente dei Verdi che si chiede a questo punto “se all’epoca i consiglieri siano stati informati di questo”.
E, dal momento che prima di costruire occorre bonificare, Diolaiti si chiede chi fosse proprietario dei terreni dove sorgevano le due discariche nel ’99, quando cioè la proprietà rientrava sotto l’effetto del decreto Ronchi: il proprietario avrebbe dovuto quindi provvedervi. “Una delle due aree – afferma Diolaiti – era di proprietà della Cogef già nel ’95. Dell’altra, dove c’erano Edilprogram e ParCo, non si sa nulla”.
Qui le “sorti” delle due discariche si dividono.

DISCARICA DI VIA DELLA SIEPE
In relazione alla discarica di via della Siepe,il 21 settembre 2001 la bonifica prevista dal Piano di caratterizzazione proposta dalla Cogef viene approvata dalla giunta. “Ma quella bonifica – specifica Diolaiti - sarebbe relativa solo agli idrocarburi, non a tutto il resto”. Ma la società sostiene che le spese della bonifica siano da imputare ad Amiu prima e ad Agea poi che, in quanto precedenti soggetti utilizzatori della discarica. Si arriva così al 21 giugno 2002, quando il Comune – prosegue la consigliera - chiarisce due aspetti importanti: l’area interessata non è mai stata di proprietà dell’amministrazione o ad essa concessa in uso (questo vale anche per Agea-Amiu, ndr) e, al contrario, risulta che l’area venne acquistata dalla Cogef sin dal ’95”. L’atto d’acquisto richiama infatti il piano particolareggiato dello stesso anno: “Cogef non poteva non sapere – continua Diolaiti – dell’inquinamento dell’ex cava e dei rifiuti”. “D’altronde – aggiunge – il presidente del cda della società – Roberto Mascellani, ndr – all’atto dell’acquisto, compare tra i progettisti del piano stesso”. Dettagli da cui la rappresentante dei Verdi trae un’unica conclusione: “il Comune stesso dice che la bonifica spetta a Cogef”.


In sintesi: nel 1986 si sa che l’area dell’ex Fornace Sef è inquinata. Nel ’95 la commissione che predispone il piano particolareggiato ne sconsiglia l’uso a scopi edilizi. Nello stesso anno la Cogef acquista il terreno e sempre nel ’95 il Prg prevede l’espansione urbanistica e est.

DISCARICA DI VIA CARETTI
Quanto alla discarica di via Caretti bisogna risalire invece al 2001/2002, quando il Comune convenziona con le società Edilprogram e ParCo il primo stralcio del Piano particolareggiato “Edilprogram” e rilascia le concessioni per le opere di urbanizzazione e 5 concessioni edilizie per edifici residenziali. Nell’aprile 2003 le due società si accorgono che nella zona esisteva una discarica e chiedono al Comune di attivarsi sempre in base al decreto Ronchi per la relativa bonifica. Nel maggio presentano un piano di caratterizzazione dell’area.


Si arriva quindi al 17 settembre 2005, quando su proposta delle due società, il consiglio comunale approva la delibera che consente di trasferire la “capacità edificatoria” da via Caretti a via Canapa. In quella delibera è prevista inoltre la cessione gratuita al Comune dell’area inquinata di via Caretti. “In quell’occasione – ricorda Diolaiti – l’assessore Atti disse che lo scambio andava fatto perché quella discarica è stata sicuramente gestita per un periodo dall’azienda municipalizzata dei rifiuti”.


In sintesi: Si firma una convenzione tra Comune da una parte e Edilprogram e ParCo dall’altra per concessioni edilizie in via Caretti. Prima di edificare però si scopre che in quella zona c’era una discarica ed è necessario bonificare. Il consiglio vota una delibera che prevede il trasferimento delle concessioni edilizie in via Canapa per le due società. In cambio, il Comune ottiene gratuitamente la proprietà dell’area inquinata (che prima di essere utilizzata per eventuali insediamenti va bonificata).


A questo punto a Barbara Diolaiti (e non solo a lei) sorge spontanea una domanda: “che fine hanno fatto i due piani di caratterizzazione indispensabili prima di procedere alla bonifica?”. “Vorrei sapere anche – aggiunge – perché non è stato fatto tutto il possibile per individuare i diretti responsabili dell’inquinamento e se sono state rese pubbliche dall’amministrazione comunale tutte le informazioni in proprio possesso e quando prevede di presentare un nuovo piano di caratterizzazione dell’area, senza il quale non è possibile passare alla bonifica”.


“Sappiamo – prosegue – che sono in corso delle inchieste della procura, ma crediamo che ci sia un livello istituzionale in base al quale l’amministrazione deve dare delle risposte”.
Risposte che, si spera, potranno arrivare durante il prossimo consiglio comunale.

 
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=49719&format=html

 http://www.youtube.com/watch?v=bKw3nBiE1PA  FILMATO

venerdì 6 febbraio 2009

I VERDI CONTRO L'ASILO CONTAMINATO

 VILLAGGIO DEI DANNATI.jpgI Verdi: ''Bastava un solo dubbio e l’asilo non sarebbe lì''

FROM ESTENSE COM QUOTIDIANO ON LINE DI FERRARA

Proprio nel girono in cui il sindaco Gaetano Sateriale spiega la posizione del Comune sui documenti riguardanti l’inquinamento del quadrante est, i Verdi annunciano la convocazione urgente di una seduta congiunta della II e IV Commissione alla presenza di amministrazione comunale, Asl, Arpa e consiglio di Circoscrizione Est.

È Barbara Diolaiti a ricordare come il 4 luglio 2005 il consiglio comunale di Ferrara approvò con 32 voti favorevoli e 1 astenuto il "progetto definitivo per la costruzione di un nuovo Nido comunale da realizzarsi in via del Salice".

In quell'occasione venne anche approvata all'unanimità una risoluzione presentata dai Verdi e sottoscritta dall'intera maggioranza che impegnava sindaco e giunta a "proseguire le campagne di campionamento dei terreni e delle acque non solo nella zona di via Caretti, ma in via cautelativa anche in via del Salice e a renderne pubblici, come da prassi i risultati; nel caso in cui i rilievi dovessero eventualmente evidenziare problemi di inquinamento dei terreni e delle acque, andrà individuata una diversa area".


La capogruppo dei Verdi riporta tappa dopo tappa i passaggi che hanno portato alla situazione odierna. Il 3 luglio 2006 il consiglio comunale approvò, con 27 favorevoli e 4 astenuti (Fi), la delibera relativa "all'Adozione del Piano Particolareggiato di iniziativa Pubblica" per il Nido di via Del Salice che, nella premessa, recita: "l'Amministrazione, su indicazione del Consiglio Comunale, ha fatto eseguire indagini ambientali, nell'area del nuovo nido comunale di via del Salice. I risultati delle analisi chimiche mostrano la totale assenza di superamenti delle concentrazioni limite delle sostanze stabilite per legge riferita ai terreni delle aree a destinazione urbanistica residenziale".

“Queste stesse conclusioni – aggiunge la Diolaiti -, contenute in delibera, erano state lungamente illustrate qualche giorno prima in Commissione dove i tecnici avevano offerto le più ampie rassicurazioni sull'idoneità dell'area, sulla direzione della falda, sull'impossibilità che l'inquinamento registrato in aree vicine potesse giungere fino al Nido”.


Da luglio 2006 alla fine del 2008 poi nessuno si preoccupò di informare il consiglio che altri campionamenti erano in corso e con esiti ben diversi: “I consiglieri tutti (di maggioranza e di opposizione) hanno appreso a fine 2008 che il terreno sotto il Nido - ormai costruito - è "topten" di inquinamento, leggendo sulla stampa locale la cronaca di una assemblea pubblica organizzata dal Comune per informare la cittadinanza”.


“Apprendiamo anche - e sempre dalla stampa locale- che la Conferenza di Servizio era stata invece informata della situazione, che il Comune continua a sostenere non esservi comunque pericolo, che l'Asl ha però un'opinione diversa”. I Verdi attendono quindi l'esito della Commissione mista regionale incaricata di valutare se il Nido possa aprire o meno, “ma resta il fatto che l'unica ragione per la quale il Consiglio approvò il progetto esecutivo era l'esito dichiarato delle indagini ambientali che il Consiglio stesso aveva imposto. Se un solo dubbio - anche solo sulla parzialità dell'indagine - fosse stato riferito dai tecnici, il Nido ora non sarebbe lì”.


Ora gli ecologisti chiedono “che venga fatta assoluta chiarezza” su almeno punti: quali elementi hanno condotto alla decisione di ampliare le indagini ambientali e quando se ne sia conosciuto l'esito; come sia stato possibile considerare sufficienti le prime indagini ambientali effettuate e dal risultato di esse determinare un giudizio così nettamente favorevole sull'idoneità del sito; per quale ragione non sia stato informato il Consiglio né dell'avvio di nuove indagini né dell'esito delle stesse; quando l'Asl sia stata informata della nuova situazione e per quale ragione la stessa ASL stia consentendo di mantenere aperto il Centro Sociale "Il Melo", gli orti e il campo sportivo e non chieda una ordinanza per evacuare le case.


“E' inoltre indispensabile – conclude Barbara Diolaiti - che i consiglieri vengano messi a conoscenza del percorso che l'Amministrazione intende avviare per garantire la totale bonifica dell'area”.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=47379&format=html

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=27627