sabato 30 agosto 2014

Marcello Francolini: Diario estivo di un critico mimo neo futurista


Qui al SUD estate calda, un pò di sole e un pò di calore delle bombe tripolitane. 

Per il resto abbiamo affidato la guida dello stato alle banche e ci ritroviamo senza alcun valore da difendere tutto scaduto liquidamente nella società individuale e qualunquista. è in atto una rinascita della religione intesa come sfogo sociale e bandiera atta ad attrarre popoli ignavidamente volenterosi di esser drogati.


Mi sento più che mai il peso del nostro passato cattolico, ma non fraintendere in senso teologico ma più filosoficamente terra terra il nostro "intorno" ciò che ci circonda, il nostro "bene culturale" la nostra Italia sempre più alla deriva nel mediterraneo vagante e propizio. il Nostro futuro +è senz'altro il meticciato. solo la contaminazione del gene italiano assicura in passato come ora la ripresa della nostra bella distesa  beata Italia esperia che tutti speriamo migliore. 

Per il resto ho lavorato molto come mimo, ormai un linguaggio che trovo lenitivo verso la quotidianità. la mia estate si è risolta il Calabria Ionica attraverso la sua lunga lingua della Statale 106 che ho scivolato per intero fino a Capo Colonna punta estrema sul dorso in basso sul sedere beato della nostra Penisola.

La strada divagava tra collinette turbinii di pale eoliche giganti alberi turchesi terra rossa arsa bruciata in un anfratto misterioso eccomi sbucare d'improvviso su una strada lastricata dai romani più di duemila anni orsono. la percorro interamente con la mia Dama Bianca della Dacia fino alla punta estrema dove l'Italia sprofonda nello Ionio assistito da Tirreno a mantenere il peso di tanta bellezza.

Ecco li davanti ad una chiesa isolata dove prima era una basilica romana e ancor prima un tempio magno greco lì ho pensato allo spirituale dell'arte, no Kandinskji, lo spirito del corpo colato e tinto in atto di mimetizzare il mondo trascendendo se stesso.

Lo spirito il corpo lo spirito fatto corpo un pensiero di corpo e un corpo d'arte qualcosa che scenda parecchio al di sotto per poi risalire nuovo.

Come ho già scritto, un Marinetti spirituale è la cosa che più mi sincera a restare nel futurismo ma anche ad accelerare là dove serve. Una è la colonna in fondo all'Italia a ricordare il perdurare nel tempo della memoria una memoria antica anche prelogica perché no gestuale. occorre rinventare rituali nuovi e degni dei possibili barbari del nuovo millennio. 
BISOGNA MANTENERSI DIVENENDO IN CIO' CHE SI E'.

*VIDEO  MARCELLO FRANCOLINI ... ***2008

Ferrara, KK poesia tributo a Robin Williams


 

*Anteprima eBook  Animae et  Infinitum
(La Carmelina, Settembre 2014)

LA MIA POESIA SEI TU

Dedicato a Robin Williams 12/08/2014



Non dimenticarmi,

Di notte, vivi nella foresta accanto ai miei sogni,

per un istante,

 prendi il mio respiro e annulla le distanze,

e ti sarò  di nuovo accanto.

Non dimenticarmi

nel freddo dell'inverno,

 nel vuoto di un ricordo

 che muore senza sorriso,

Non dimenticarmi e basta.

Non uccidere l'istinto che insieme ci crea e ci distrugge ,

 non  abbandonare l'essenza di un sentimento che,

come il sale, brucia e non si vede,

ma esiste , nell' acqua ferma del destino.

Non dimenticarmi .

Fa male la solitudine, senza te,

fa male ogni sogno senza  il tuo viso,

fa male il buio , senza infinito…
  Vedo senza vista e odo senza orecchi,

Luna e vento , senza più pelle

a rischiarare un’alba diversa, che giunge lentamente,

impastata di colpe e di parole mute,

di sentimenti soffocati, annientati,

vinti ,dal riverbero di stelle, cadute senza luce…..

Io sono ,dove spazio e tempo son eterni e assoluti

e non portano alcun nome .

Un letto di foglie, un cappello, l’odore delle pagine di un buon libro….

L’estate, il profumo di pulito, il calore di un abbraccio,

Ho perso tutto , qui non esisto , eppure sono…..

Un’ ombra in cerca d’identità e di promesse.

Ho bisogno di fiori ,

ho bisogno di te.

Non dimenticarmi….

Nelle profondità, nell’assurdo oblio della morte,

arrenditi , a ciò che sono ,che diverrò,

a ciò che resta della mia essenza,

ma non dimenticarmi.

Se un Dio incontrerò, gli parlerò di te e della vita che mi han rubato

la malinconia e la fretta di pensiero….

Col Sole ,perdonami , per non aver compreso,

per il coraggio mancato o troppo ardito….

Io solo, infine, ho tagliato il fili della vita.

Tu , nel tuo destino, resti, nel tempo che verrà,

che soltanto tuo sarà…

Non dimenticarmi.

Io per sempre ti amerò.

KK (Caterina C. )




Fuoripagina TransArt eBook




è in uscita:

VITALDO CONTE

Fuoripagina TransArt

Seduzioni dello sconfinamento

La Carmelina eBook 2014


Fuoripagina TransArt raccoglie interventi di Vitaldo Conte già pubblicati: su riviste; su cataloghi e pieghevoli, usciti per manifestazioni da lui ideate, soprattutto sul Futurismo nel Salento; sotto forma di interviste a lui dedicate, online (di R. Guerra; L. Siniscalco in Luuk Magazine) e sulle riviste Quadrante, Night Italia (di M. Fioramanti).
    Le seduzioni dello sconfinamento, nelle sue riflessioni, si muovono nel testo tra segnaletiche che l'autore "seziona" in: contaminazioni, dispersioni, colloqui, relazioni. Questa scrittura d'arte ricerca per vocazione il suo "fuoripagina": nella scena desiderante; nelle erranze della creazione bianca; negli eventi pulsionali del corpo e rumore; nei risvolti molteplici del pensiero-azione della Danger Art, ideologica (Evola, Futurismo, Pound) e nell'Extreme Body Art. La TransArt risulta in dialettica, nei riferimenti e nelle indicazioni teoriche, con il Futurismo storico e con quello sviluppatosi nei decenni successivi (come nell'esperienza di Futurismo-Oggi, l'ultima sua rivista, e nei possibili attuali suoi sintomi). I link incorporati nel testo rimandano a tre video di Conte su mostre e iniziative da lui curate: sul Futurismo (Catania, Salento, Roma) – le tavole parolibere e le riviste letterarie (con interviste su GR1 di G. de Turris), la lussuria di Valentine de Saint-Point – e sull'arte (tra Futurismo e Dada, i nudi) di Julius Evola.
    L'autore romano è un saggista, curatore di mostre pubbliche, artista-performer (dal 2009 con il nome di Vitaldix). È docente di Storia dell'Arte Contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue numerose pubblicazioni: Nuovi Segnali (Antologia con audio-cassetta sulle poetiche verbo-visuali-sonore it. negli anni '70-'80) (1984), Dispersione (2000), Anomalie e Malie come Arte (2006), SottoMissione d'Amore (2007), Pulsional Gender Art (2011), Ritual Rose (2013). 








LA VOCE DEL FATO

Leggere le recensioni sulle recite del teatro greco di Siracusa o di Taormina o di quello romano di Spoleto, mentre per consuetudine siedo, tra giugno e settembre, se pur brevemente com'è avvenuto negli ultimi anni, sulle gradinate di quello romano di Orange, dopo aver assistito alle rappresentazioni negli anfiteatri di Arles e di Ni^mes: un percorso obbligato dei miei itinerari culturali, che mi muovono nelle direzioni diverse della globalità. L'incanto, prima delle Alpi Marittime con il loro trofeo imperiale e trionfante della Turbie, e ora della Provenza che scivola alle mie spalle, mi prende, disseminata com'è i segni antichi, dalle legioni di Cesare ai Crociati di San Luigi il Santo, con le vestigia di un glorioso passato che si esaltano con i portali di Saint-Gilles e con le memorie avignonesi dei papi e della Valle del Rodano. Davanti a me la parete altissima dell'antica scena, "il più bel muro del mio regno", come lo chiamava il Re Sole, dominata da una statua marmorea di Augusto qual'era oltre duemila anni fa, nel gesto del Redentore di Michelangelo; e nel parterre un andirivieni, tutte le estati, di operai impegnati a montare anche da queste parti non so quale spettacolo, che a suo modo imita quello straordinario in scena ogni luglio ad Avignone. E in quelle ore investite dal sole, ad Epidauro, nell'Odeon di Erode ai piedi dell'acropoli ateniese, gente di ogni provenienza confluisce dalle città balneari del Peloponneso e dall'Attica per assistere alle Fenicie di Euripide o alle Troiane di Sofocle nell'atmosfera che la vide nascere quattro secoli prima di Cristo, e a Ostia, a Fiesole, forse persino nel deserto tunisino nello scintillante Colosseo del Djem, nei resti suggestivi di Volubilis nell'estremo ponente romano dell'attuale Marocco, e sulle rive della moderna Anatolia turca (e presto anche nella ritrovata latinitas del teatro di Ventimiglia), risuonano da capo i cori di Eschilo, i fescennini di Plauto o i drammi satireschi di Aristofane o di Terenzio, la farsa dell'Apocolocyntosis di Seneca o i dialoghi ricavati dai frammenti di Menandro. Immerse nella solitudine durante gli altri nove  mesi dell'anno, nei tre mesi estivi le gradinate tufacee di quei teatri, popolano di gioventù pensosa e curiosa, non distratta dai clamori assordanti dei media, accorsa, talora dai paesi più lontani e ignari, ma disposta per quei pochi attimi al silenzio, alla suggestione di una parola e di un gesto trasferiti   da due millenni e più e trasmessi in lingue estranee e purtroppo spesso dimenticate da dall'intelligenza brancolante di oggi.Ed Eschilo, Sofocle ed Euripide e Aristofane o altri ancora che ne fanno il verso nella tragedia e nella commedia. Persino l'amore appariva ai loro occhi qualcosa di frivolo, se non fosse accompagnato dalla rovina della passione o dalla condanna del fato, anche quando si richiama il sorriso della critica e della satira. E il fato dell'uomo, la condanna della nostra nascita e della nostra morte, erano i temi del loro dibattito scenico, che fa impallidire per gravità quello di tutti i successivi drammaturghi. Ed è certo che Racine o Shakespeare sono al loro confronto autori umani e invernali, fatti per l'intimità delle sale delle corti o per i cortili di un castello scozzese. Forse è per tale ragione che le bomboniere dei tetri moderni non riescono a a racchiudere queste antiche voci, questi suoni del destino, nate per la vastità degli spazi e delle suggestioni serali. La frescura, la magia di un'ora di un paesaggio, il vuoto, pur tuttavia ricco di sensazioni irripetibili, di una sera estiva, talora di primavera o di autunno dalle tinte sfumate e malinconiche, ci offrono una stagione di emozioni inimitabili, che non si spiegano solo con l'astuzia delle agenzie turistiche. Una catena ideale di sublimi immagini dell'eterna condizione e contraddizione dell'uomo, che in estate collega la Spagna alla Turchia, al Nord Africa e oltre. Quell'istante di silenzio palpabile e irreale che travalica il mistero della natura, l'intuitività del gesto, la sensazione del simbolo, quando la bellezza poetica riscatta sulla scena  dell'uomo da tute le sue vergogne, da tutte le sue ignominie e fa diventare il tiranno una miserabile vittima di se stesso, e la più dolce delle fanciulle, un'Ifigenia o un'Antigone, il segno della nostra fragilità e della nostra rivolta. Un'emozione destinata a non restare limitata ad una serata, ma che ci apre ad una riflessione profonda sull'ascolto della voce del fato, la sola capace di costituire un'alternativa alla miseria in cui versa l'intelletto del nostro tempo.
Casalino Pierluigi, 30.08.2014                                                                                                   

ULISSE E IL MITO DI ITACA. UNA RIFLESSIONE ATTUALE

In un universo solipsistico (e solitario) e colmo di approdi immaginari, era fin troppo facile che la coscienza di Ulisse finisse per essere accettata dal ricordo dominante di Itaca. Itaca rappresentava tutto per Ulisse: rappresentava l'amore, la sicurezza, il ripristino di un ruolo sociale e ritrovato di un'identità riconosciuta dagli altri uomini, ritornare quindi, nella normalità e porre fine alle tribolazioni e ai prodigi immaginari di un viaggio simile ad un delirio. A causa della sfuggente e indefinita lontananza, Itaca rischiava insomma di assumere i contorni seduttivi ed ingannevoli di una madre "edenica", esente da ogni male. Si sprigiona però una luce differente: non si può tornare a casa pronti ad essere accolti come se tutto fosse rimasto ad aspettarci. La vita non si ferma e, dopotutto, neppure noi stavamo fermi ad aspettarla. Forse quando ci si crede giunti finalmente a casa, proprio allora l'aspettativa di una realtà che docilmente risponda ad un desiderio a lungo alimentato dalla sua stessa privazione che ci rende più stranieri al nostro mondo di quanto non lo fossimo stati quando ci raffiguravamo come pellegrini in esilio. Si tratta di una riflessione che ci coglie nel momento che il domani è già la memoria del nostro futuro. Nulla è più come prima e tutto è cambiato e anche noi siamo cambiati.
Casalino Pierluigi, 30.08.2014

Quale futuro per gli Arabi?


L'indipendenza è il diritto ai problemi, un diritto di cui gli Arabi hanno generosamente, ma anche contraddittoriamente, fatto uso e tale spetto rappresenta una delle migliori, se pur difficili, opportunità del loro futuro. Del resto vedere gli Arabi solo attraverso la dimensione mediterranea, significa sottovalutare una storia, la cui originalità si esprime proprio nel coniugare questa realtà con le altre. Ma ancor di più non si riconoscerebbe l'evoluzione, in gran parte ormai fuori controllo tuttavia, che fa del pianeta un insieme multipolare  simile al dodecaedro con cui i saggi di Bagdad rappresentavano il cosmo. Sbagliano i nemici degli Arabi quando affermano che essi si fanno comprare, anche se ciò avviene di frequente. Spesso, in realtà, accade il contrario, considerata l'insistenza nel coltivare certi principi ancestrali e perciò ineliminabili dalla loro forma mentis. Quando, sopratutto dopo la Seconda Guerra mondiale, la delusione, verso i loro leaders aumentò con il propagarsi delle idee di democrazia che soffiavano nel mondo intero, questa coniugazione fece loro ritrovare uno dei loro atteggiamenti tradizionali, interpretando simili sentimenti come un'autentica spinta rivoluzionaria, poi ben presto abortita nel contesto delle tensioni della guerra fredda, che, alla lunga, hanno finito per resuscitare, complici le logiche di potenza, demoni che si riteneva sepolti. Circostanze queste ultime che hanno prodotto un ripiegamento anche aberrante verso i valori del passato, valori legati ai fondamenti originari della condizione d'essere, rivelatisi inadeguati al desiderio di modernità e di rinnovamento che comunque pervade quella società. Difficile dire se questa base di ragionamento sia trascendente o positivista, se non addirittura naturalistica, al punto da aprire, mutatis mutandis, un conflitto tra le due anime di sempre del pensiero arabo, come fu a suo tempo con il rivaleggiare della scuola di Averroè (Ibn Rushd) con quella di al-Ghazali. Vi è in tutto ciò il manifestarsi di un'ansia civile e morale che può portare a cambiamenti epocali, nonostante le sirene di una anomala visione di rivalsa più conforme a interessi di bottega che ad autentiche aspirazioni etico-religiose. La passione per la ragione è forte tra gli Arabi, se pur in questi giorni sembra prevalere in alcune aree dell'Islam una distorta a ricerca dell'irrazionale, sconosciuta all'Arabismo classico. Agli Arabi bisogna dunque guardare ancora dunque come una parte di un mondo più vasto, alla sofferta conquista di un'unità per ora improbabile. La rivoluzione che attraversa in questi anni l'universo arabo, con i suoi tormenti, le sue divisioni, le sue stravaganti e a tratti pericolose involuzioni, ci invita ad una riflessione approfondita in tal senso.
Casalino Pierluigi, 30.08.2014

venerdì 29 agosto 2014

Nina Agdal e le bagnanti 2.0

Scelta per il terzo anno di fila per 'Sports Illustrated Swimsuit Issue', dedicato ai più esclusivi costumi da bagno d'alta moda, la danese classe 1992 è attivissima sui social. E i fan apprezzano
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Accademie e Conservatori, Terremoto, Califano, Keith Huff, Artmosphere, Magdi Cristiano Allam, Croce Rossa su Cinquew News


 

From: redazione@cinquew.it
To: notizie@cinquew.it
Subject: Accademie e Conservatori, Terremoto, Califano, Keith Huff, Artmosphere, Magdi Cristiano Allam, Croce Rossa su Cinquew News
Date: Fri, 29 Aug 2014 20:51:38 +0200

Venerdì 29 agosto 2014
 
 
Ordinanza 28 agosto 2014 n. 710. Trasferimenti del personale docente e tecnico amministrativo di Accademie e Conservatori
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/Ordinanza-ministeriale-28-agosto-2014-n-710-Trasferimenti-personale-docente-tecnico-amministrativo-Accademie-Conservatori.html
 
Terremoto in Grecia 29 agosto 2014. Scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter, sisma in mare
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/Terremoto-Grecia-29-agosto-2014-Scossa-magnitudo-5.8-scala-Richter-sisma-mare.html
 
I cantautori raccontati da Pierfranco Bruni. Quelli che hanno salvato la poesia. Tra le parole di Franco Califano
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/cantautori-Pierfranco-Bruni-poesia-parole-Franco-Califano.html
 
"A Steady Rain", di Keith Huff, al Festival di Todi 2014. Capacità di saper distinguere il bene dal male
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/A-Steady-Rain-Keith-Huff-Festival-Todi-2014-Capacita-bene-male.html
 
Artmosphere, ovvero dell'arte. Doppia mostra personale di Maddalena Barletta e Milena Buzzoni a Bologna
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/Artmosphere-arte-Doppia-mostra-personale-Maddalena-Barletta-Milena-Buzzoni-Bologna.html
 
Cristiani e Occidentali sempre con Magdi Cristiano Allam. Uccideteci, processateci, tagliateci le parole
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/Cristiani-Occidentali-Magdi-Cristiano-Allam-parole.html
 
Croce Rossa a Ercolano con due week end all'insegna di musica, buon cibo, folklore e solidarietà
http://cinquewnews.blogspot.it/2014/08/Croce-Rossa-Ercolano-due-week-end-insegna-musica-buon-cibo-folklore-solidarieta.html

Accademie e Conservatori, Terremoto, Califano, Keith Huff, Artmosphere, Magdi Cristiano Allam, Croce Rossa su Cinquew News


 

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Subject: Accademie e Conservatori, Terremoto, Califano, Keith Huff, Artmosphere, Magdi Cristiano Allam, Croce Rossa su Cinquew News
Date: Fri, 29 Aug 2014 20:51:38 +0200

Venerdì 29 agosto 2014
 
 
Ordinanza 28 agosto 2014 n. 710. Trasferimenti del personale docente e tecnico amministrativo di Accademie e Conservatori
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Terremoto in Grecia 29 agosto 2014. Scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter, sisma in mare
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I cantautori raccontati da Pierfranco Bruni. Quelli che hanno salvato la poesia. Tra le parole di Franco Califano
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"A Steady Rain", di Keith Huff, al Festival di Todi 2014. Capacità di saper distinguere il bene dal male
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Artmosphere, ovvero dell'arte. Doppia mostra personale di Maddalena Barletta e Milena Buzzoni a Bologna
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Cristiani e Occidentali sempre con Magdi Cristiano Allam. Uccideteci, processateci, tagliateci le parole
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Croce Rossa a Ercolano con due week end all'insegna di musica, buon cibo, folklore e solidarietà
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Londra esalta il genio suprematista di Malevich

 
Nel 1915, Kazimir Malevich aveva dipinto un quadrato nero su una tela bianca, opera che avrebbe segnato l'inizio di un nuovo codice pittorico. Il Quadrato nero del 1915 non è solo il fulcro del padre del Superematismo ma la pietra angolare della retrspettiva che adesso viene dedicata al maestro dalla Tate Modern di Londra.
Achim Borchardt-Hume, commissario dell'esposizione:
"La cosa straordinaria di questa
mostra è che consente di ispezionare l'intero percorso della carriera di Malevich. Vengono per la prima volta messe insieme 420 opere provenienti da 40 diverse istituzioni e da 11 paesi diversi, cosi' invece di vedere porzioni del suo lavoro o un lotto importante delle opere del Suprematismo, voi potete avere l'insieme della sua opera".
Nato a Kiev nel 1879 da genitori polacchi Malevich ha attraversato le grandi rivoluzioni politiche e artistiche soprattutto simbolismo, impressionismo, cubismo, futurismo. Nelle sue opere si rintracciano echi da Matisse, Cezanne Picasso.
La mostra della Tate Modern chiude il 26 ottobre.

Copyright © 2014 euronews

Londra esalta il genio suprematista di Malevich


Nel 1915, Kazimir Malevich aveva dipinto un quadrato nero su una tela bianca, opera che avrebbe segnato l'inizio di un nuovo codice pittorico. Il Quadrato nero del 1915 non è solo il fulcro del padre del Superematismo ma la pietra angolare della retrspettiva che adesso viene dedicata al maestro dalla Tate Modern di Londra.
Achim Borchardt-Hume, commissario dell'esposizione:
"La cosa straordinaria di questa
mostra è che consente di ispezionare l'intero percorso della carriera di Malevich. Vengono per la prima volta messe insieme 420 opere provenienti da 40 diverse istituzioni e da 11 paesi diversi, cosi' invece di vedere porzioni del suo lavoro o un lotto importante delle opere del Suprematismo, voi potete avere l'insieme della sua opera".
Nato a Kiev nel 1879 da genitori polacchi Malevich ha attraversato le grandi rivoluzioni politiche e artistiche soprattutto simbolismo, impressionismo, cubismo, futurismo. Nelle sue opere si rintracciano echi da Matisse, Cezanne Picasso.
La mostra della Tate Modern chiude il 26 ottobre.
Copyright © 2014 euronews

Dal M5Stelle, soluzioni al racket sulla povertà, nonostante l'ignavia taglianesca

Estense com
 
"Segnali negativi e disgreganti si propagano come un'onda". Il riferimento del Movimento 5 Stelle di Ferrara è alle due vicende che hanno tenuto banco a Ferrara in questi giorni: la volontà di "incatenare" il sagrato del Duomo e il cartello anti accattonaggio davanti alla Conad di via Garibaldi.

I due temi citati dai 5 Stelle estensi, che hanno scosso e diviso la città, sono noti: da un lato l'intento, rivendicato "come scelta autonoma da parte del sindaco Tagliani", di creare un'area off limits alla movida, dall'altro l'iniziativa di Raffaele Goberti, candidato con il Nuovo Centrodestra alle scorse amministrative a sostegno di Fersini, di posizionare davanti al negozio Conad di cui è direttore e titolare un cartello che invita i clienti a non dare l'elemosina agli "accattoni" nei pressi del supermercato.

Per il M5S di Ferrara le due vicende hanno un comune denominatore: "L'effetto dirompente all'interno di un tessuto sociale reso fragile dalla crisi economica e di valori, ed è vero che rappresentano un allarme, ma per i segnali negativi e disgreganti che trasmettono e che si propagano come un'onda. Si alzano mura dentro la città, barriere fisiche, sociali e psicologiche tra categorie di cittadini; si chiude invece di aprire, si reprime invece di prevenire e di educare; si alimenta la guerra tra poveri e la percezione distorta dei più profondi disagi sociali, si avallano o si plaude a iniziative da far west, di "giustizia fai da te" che tradiscono un livello preoccupante di degrado morale e umano".

"Quanti ferraresi – si interrogano gli esponenti del Movimento 5 Stelle – in questa povera Italia del 2014, hanno come primo pensiero e preoccupazione il mendicante all'angolo della strada o davanti al market, di cui a malapena incrociano lo sguardo? Quanti e quali danni subiamo quotidianamente da un accattone, vero o finto che sia, o dal tizio che gesticola per indicarti uno spazio auto e quanti e quali danni, invece, da personaggi che oggi stanno sulle copertine dei giornali di gossip e che frequentano ben altri spazi e locali? Ciò che sta succedendo in queste ore  è qualcosa che va oltre il confronto democratico tra opinioni diverse e il piano in cui vanno collocati questi dibattiti si alza e ci costringe a interrogarci su cosa siamo diventati. Politica e giustizia devono fare la propria parte, ma se il substrato su cui si lavora si sta disgregando, bisogna ritornare a lavorare sulla coscienza dei singoli e sul senso di appartenenza ad una Comunità".

In ogni caso ci sono proposte politiche, soluzioni, alle quali il M5S dichiara di voler lavorare nei prossimi mesi "sperando che a livello nazionale la prima proposta di legge M5S sin qui respinta, il reddito di cittadinanza, possa trovare finalmente riscontro ed far aprire un dibattito serio sulla povertà crescente nel Paese". Per la città di Ferrara il Movimento 5 Stelle sostiene vi sia bisogno in tempi brevi di una fotografia aggiornata del livello di povertà nella città, del disagio sociale e delle sue cause, di una fotografia dei servizi sociali e del volontariato che se ne occupa e, infine di  un rapporto pubblico, da parte degli organismi preposti, sui fenomeni di racket che sfruttano l'accattonaggio, se veramente attivi nella città.

Quanto al Duomo "incatenato per palese volontà del Vescovo, ma per mano del sindaco e con i soldi dei ferraresi", il Movimento 5 Stelle annuncia una ferma opposizione, "anche perché le proposte alternative per evitare questa assurda manifestazione di chiusura verso i cittadini (soprattutto verso i nostri giovani che scappano a frotte da Ferrara) sono quasi banali: bagni pubblici in centro storico (annoso problema); qualche controllo serale in più; lotta all'abuso di alcool; iniziative di educazione al civismo e spazi alternativi ai pub per l'aggregazione dei ragazzi". Il tutto nella considerazione che "le piazze e gli spazi della città sono beni comuni, appartengono a tutti e tutti hanno il diritto di goderne, assieme al dovere di rispettarli. Ogni barriera fisica e morale avvelena lentamente la società".

Vittorio Sgarbi, capolavoro del Canova a Expo 2015 grazie al sindaco di Forlì

 

 

Si tratta dell'Ebe, scultura conservata

nei Musei di San Domenico

Expo 2015, dal Comune di Forlì

in prestito capolavoro del Canova

Sgarbi: «Grazie al sindaco

 per la sua sensibilità culturale»

 

MILANO  - Arrivano anche molte disponibilità al prestito delle opere d'arte per le mostre promosse da Vittorio Sgarbi all'Expo 2015.

 

Il sindaco d Forlì, Davide Drei, ha comunicato al critico d'arte, che è Ambasciatore per le Belle Arti della Regione Lombardia all'Expo 2015, il prestito dell'Ebe di Antonio Canova, scultura commissionata nel 1816 dalla contessa Veronica Guarini per una sua residenza a Forlì e poi dagli eredi venduta alla città. La statua è conservata nei Musei di San Domenico.

Nella mitologia greca Ebe è la divinità della gioventù, figlia di Zeus e di Era

 

«E' un gesto di grande sensibilità culturale - spiega Sgarbi - e ringrazio il sindaco che ha così colto lo spirito delle esposizioni allestite per l'Expo 2015»

 

l'Ufficio Stampa

Nino Ippolito

 
 
In allegato la foto della scultura

 
l'Ufficio Stampa
(Nino Ippolito)
+39 340 7329363, +39 338 36 95  738
press@vittoriosgarbi.it
ufficiostampasgarbi@gmail.com

Vittorio Sgarbi, capolavoro del Canova a Expo 2015 grazie al sindaco di Forlì



 
Si tratta dell'Ebe, scultura conservata

nei Musei di San Domenico

Expo 2015, dal Comune di Forlì

in prestito capolavoro del Canova

Sgarbi: «Grazie al sindaco

 per la sua sensibilità culturale»



MILANO  - Arrivano anche molte disponibilità al prestito delle opere d'arte per le mostre promosse da Vittorio Sgarbi all'Expo 2015.



Il sindaco d Forlì, Davide Drei, ha comunicato al critico d'arte, che è Ambasciatore per le Belle Arti della Regione Lombardia all'Expo 2015, il prestito dell'Ebe di Antonio Canova, scultura commissionata nel 1816 dalla contessa Veronica Guarini per una sua residenza a Forlì e poi dagli eredi venduta alla città. La statua è conservata nei Musei di San Domenico.

Nella mitologia greca Ebe è la divinità della gioventù, figlia di Zeus e di Era



«E' un gesto di grande sensibilità culturale - spiega Sgarbi - e ringrazio il sindaco che ha così colto lo spirito delle esposizioni allestite per l'Expo 2015»




l'Ufficio Stampa

Nino Ippolito
In allegato la foto della scultura

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