L’ho scritto. L’ho già scritto. Lo riscriverò. Prima di New York e dopo New York. Anche qui a Boston continuiamo ad imparare qualche cosa: non sappiamo comunicare, noi italiani. In aeroporto o in teatro, on the road oppure in televisione, in taxi o in museo, la comunicazione non è pubblicità. O se preferite la pubblicità è un’arte. Il pensiero corre verso il Camparino di Fortunato Depero . In una restroom di Boston leggo: “help use to make a difference”. Segue: “hai sette secondi per salvare la terra.” Prosegue: “non utilizzare la carta e asciugati le mani con la nostra tecnologia ad infrarossi”. Boston comunica di sé fin dall’inizio.Questa è la città delle quattro “S”: sport, salute, sapere, storia. Tutte dimensioni che lavorano sulla sua identità. Città piccola dal cervello grande sul suo suolo vi sono le impronte della libertà. Non solo del popolo americano. Bisogna visitare Boston per il the. Mi riferisco ad una visita al museo in cui si può ammirare il servizio da ...