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mercoledì 11 giugno 2025

Elias Canetti-Massa e Potere-1960

 ETICA E SOCIETA'-FACEBOOK

Massa e potere" di Elias Canetti è un'opera monumentale che esplora le dinamiche delle masse e la natura del potere. Pubblicato nel 1960, questo libro rappresenta il culmine di decenni di riflessione e osservazione da parte dell'autore. Canetti analizza come le masse si formano, si comportano e come il potere si manifesta e si mantiene all'interno di esse.

Canetti parte dall'osservazione che gli individui temano il contatto con l'ignoto, ma questo timore si dissolva quando

Classico di Canetti sui mass media e potere piu' o meno occulto-o forse e da sempre- troppo alla luce del sole!


 

 

venerdì 11 aprile 2025

ANDREA ROSSI-Stereotopi?

ANDREA ROSSI FACEBOOK-Ferrara  
Io amo gli stereotipi.
gli stereotipi culturali, quelli di genere, gli stereotipi fisici, gli stereotipi dell'abbigliamento e degli accessori. gli sterotipi della famiglia e nella famiglia.
Perché alla fine la normalità esiste. E la medietà é la spina dorsale di ogni cultura. 
 
Bella considerazione e riflessione critica per il noto storico di Ferrara, citta' d'arte Emilia Romagna...
Una giusta attenzione a certa positiva Normalita', a volte perduta, in nome di falso progressismo et similia...Asino Rosso 

 

 

martedì 30 luglio 2024

Italia, lo scandalo informazione a senso unico, europea e di sinistra!

 https://www.ilgiornale.it/news/europa/stampa-senso-unico-2352479.html

 Ma su Repubblica il pezzo lo scrive lo stesso giornalista che ha collaborato al report. E la stessa cosa sul Fatto quotidiano. E così su Domani. A questo punto non era il caso di controllare le altre testate. Avevamo già capito che è davvero così.

In Italia lo stato dell'informazione è pessimo.


 

lunedì 3 maggio 2021

Ordine dei Giornalisti? Come l'Associazione Nazionale Magistrati....


"Michele Lecci, braccio social di Alan Fabbri, ha violato i principi fondamentali di decoro e dignità della professione"...
? Magari legittima questa posizione dell'Ordine dei Giornalisti, ma in generale, nei media italiani, " violato i principi fondamentali di decoro e dignità della professione" chi è senza peccato scagli la prima pietra: media di destra o sinistra o supposti indipendenti, se si è realistici e non ideologici. Non necessariamente e comunque non prototipo di tale andazzo globale Estense Com, ma da un pezzo (e poi quasi tutti smascherati i media dopo la pandemia), solo idealisti, ingenui o in malafede non ammettono che l'Ordine è in grave crisi paragonabile all'Associazione Nazionale Magistrati.
Specchio della solita Italia. E nulla cambierà tra i media e tra gli stessi magistrati, finché non si parte dalla situazione reale, per la solita urgente ma sempre rinviata  riforma italiana, quasi utopia ai giorni nostri...


domenica 2 maggio 2021

Fedez, nanopolitico e diversamente omofobo contro i veri gay... (Oscar Wilde docet)

 
1 maggio 2021 (era del virus...) scandaloso (fuor di ogni banale moralismo) in TV: una volta tanto non per colpa della Rai, anzi Rai 3 (!)  una tantum corretta... ma per colpa (detto davvero nell'accezione religiosa ma qua pertinente) del sedicente artista di gran talento (così definito dal grillino poverino cra cra Di Maio) cosiddetto Fedeza.., invece, come vedremo, davvero specchio dei tempi in caduta libera nell'in-civiltà.
A parte il fatto che un 1 maggio festa dei lavoratori in pieno regime covid, già un non sense, una presa in giro per la libertà e i lavoratori (oltre alla tragedia del non lavoro per follie istituzionali.. dopo un anno di virus dovrebbe essere chiaro che per l'economia va salvato il salvabile,e basta con il rischio zero suicidale non solo per economia e lavoratori...)....  il Fedeza... affaire la dice lunga...
Tempo, invece di diverse restrizioni e banner verso un pozzo nero mediatico e diversamente gossip di cui Fedez, D.J. da 4 soldi e fanatico carattere autoritario iper politicamente corretto (e si spaccia per alternativo!) e furbo vip penoso è ormai propotipo storico.  Già, quando la si finirà, con tanto di regole deontologiche con il degrado conclamato dei media, personaggi di nessuna valore e credibilità, compresi troppi talk show, influenzer - e siamo generosi- da nipotine mediocri di Mme Pompaudor ...oltre a un sistema pubblicitario così' ormai invasivo da rompere le palle oltre ogni limite?
In un paese sano di mente, palinsesti cambiati, persino  gli attori degli spot (basta con nomi noti e vip presunti) sarebbero una vera riapertura qualitativa (qua regge ancora  e da tempo  da tempo un diversamente lockdown, per vizi e deficit cognitivi di chi dirige i mass media, in questo caso televisivi...
Il medium è il messaggio (McLuhan!), il pubblcio guarda la Tv (+ che i programmai in certo senso) date programmi più evoluti al popolo e l'audience invece migliorerebbe nel rispetto della libertà o semplicemente il buon gusto..
Figurarsi paladini ultraconformisti come Fedez, stramilionari per giunta, che giocano con i gay..  a fare gli eroi e i martiri, rompendo le palle anche ai very gay che da un pezzo, salvo eventualmente la legge (ma non le parole e i contesti contrariamente al folle politicamente corretto attuale DOMINANTE...  diversamente nazista!),  desiderano semplicemente essere lasciati in pace dai loro falsi paladini fantatici e pericolosi per la democrazia, la libertà, la famiglia stessa e i bambini (anche le famiglie diverse!).

giovedì 24 aprile 2014

Silvia Leonzi e e Giovanni Ciofalo, Homo Communicans (Armando editore); da Morpheus alla Parola

 

Homo Communicans, una specie di/in evoluzione (Armando editore, 2014, ROMA)


 

di Silvia Leonzi ( professore associato in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma. e Giovanni Ciofalo (professore aggregato di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma).


Comunicazione! La grande Torre di Babele contemporanea, oggi con il web diventata un Satellite quasi senziente in orbita con la Terra attorno al Sole, una Seconda Luna invisibile eppure percepita non stop dagli umani, maree di unità a base carbonio connesse in tutti i punti cardinali del pianeta.


In Italia, dall'editto in certo senso prima di Benedetto Croce e poi dello storicismo paramarxista invero e soprattutto comunista, nonostante la grande news anni 60 di Umberto Eco o di McLuhan via alcuni rari ottimi divulgatori (Gamaleri su tutti) gira e rigira ha sempre vinto fino a anni recenti la vulgata di Packardiana memoria, solo persuasori occulti i media. Si pensi in ogni caso allo stop conoscitivo e strategico e non solo, per certi aspetti quasi una Tac in controluce, ventennale della sinistra politica con la sindrome quasi del berlusconismo e del conflitto d'interesse sacralizzato per i canali Mediaset. Eppure si muove si cambia canale, parallelamente anche in Italia, non a caso con la fine dell'era del Cavaliere, con i primi effetti poltici da Internet, ovvero Beppe Grillo e Matteo Renzi.


E anche a livello metapolitico e soprattutto culturale e proprio sulla Comunicazione, finalmente sguardi più complessi, meno ideologici, hanno bucato se non i media stessi, la percezione stessa esplorativa e dialettica. Non a caso, in certa misura, proprio Armando editore, specializzata in testi scientifici sociali e casa editrice proprio di McLuhan (la prima in Italia) e dello stesso Gamaleri segnala negli ultimi anni diverse nuove analisi in tal senso. Questa novità... spicca sia per certo rigore tecnico.storico sia perché segnala sin dal sottotitolo specie in evoluzione... nuovi orizzonti conoscitivi, aperti, plurali, realmente dialettici e in progress. Quasi certo stile evocativo neodrawiniano rasenta se non gli assiomi certamente lo "spirito" di bestsellers classici non italiani quali il Gene Egoista di Richard Dawkins o il celeberrimo Il Caso e la Necessità di Jacques Monod.


Più nel focus, qua l'articolazione e il software è strettamente come avrebbe detto lo stesso Roberto Grandi, posttelematico e strettamente sociologico diversamente futuribile. Meno voli pindarici rispetto a certo futuribile italiano sempre minoritario, da Ceccato a Vacca, echi ben precisi nell'analisi del divenire storico e mutazione stessa squisitamente cibernetica del discorso stesso dei media a seconda del medium sempre mai ultimo, che automaticamente (echi del classicissimo L'Industria Culturale di Edgar Morin) riformatta il futuro anteriore stesso della comunicazione.


...Una combinatoria che esita se non centrale almeno Brand per captare se non la logica almeno la follia piaccia o meno positiva dei Media stessi, visti poi alla McLuhan come quasi ciberspazio naturale/artificiale fin dalla... Macchina Parola! Ulteriormente, alla luce anche non casuale di certo sdoganamento in Italia di certo futuribile radicale, con la discesa in campo ufficiale persino di Larry Page e Google su temi ieri l'altro avveniristici quali la Robotica e la Longevità, finalmente autori ricercatori in Italia che senza prenderla alla lontana, dichiarano controcorrente anche verso certo trend ecoluddista, l'indivisibilità quasi della mitica differenza e opposizione persino "ontologica" tra Artificiale e Naturale.


Libro in pillole che , come accennato traccia alcune mappe quasi "scientistiche" (sia ben chiaro doverose in certo caos post social network e convenzionale giornalistico) ovvero le gi famose (tra antropologia e sociologia) 3 H della Comuniczione:


La comunicazione è, almeno è verosimile, simultaneamente un ambiente Habitat, una psicoprossemica o socializzazione nuova o Habitus, una seconda o terza natura, a seconda del bordo progressista o persino radicale o Heimat.


E infatti, al passo anzi al volo con alcune chiare, se non inedite (ad esempio tematiche evidenziate ad esempio dal posthuman Roberto Marchesini a suo tempo dallo stesso Ceccato quando disquisiva di errore storico filosofico e logonica.. piu recentemente da futuribili quali Roberto Paura dell'Iff di Napoli (Italian Institue for the Future), dagli stessi più "astratti" transumanisti italiani Stefano Vaj e Giuseppe Vatinno, molto trasparenti implicazione pragmatiche anche per la vita quotidiana 2.0,


Vale a dire ..dopo l'Homo Communicans e ancora adolescente, mai più a priori, ma quasi multitasking - spiegano gli autori -  la lotta per la vita  è vista  e prospettata  non  come il solito e tragico e implosivo per forza Aut Aut ideologico a una dimensione (religioso-filosofico-politica), ma adattamento possibile con sempre soluzioni differenti; non ultimo e  coerentemente..., nella metafora e non solo, tale nuovo DNA quasi sociale diveniente e in corso, attraversa fondamentalmente anche  witz amplificazioni o potenziamenti direttamente dal Nuovo Immaginario tecnoscientifico e cinematografico e fantascientifico. Non a caso nell'incipit citazioni di Morpheus... e Obi Van Kenobi,  da Matrix e Guerre Stellari!


R.G.


ARMANDO EDITORE SCHEDA LIBRO E ESTRATTO


 

giovedì 7 marzo 2013

Philomates Association: mass media e tecnecrazia, conferenza a Roma

*IPAZIA DUEMILA?
mercoledi 20 Marzo 2013, ore 18, PIAZZA D’ARA COELI 12, Roma conferenza-evento dal titolo “Diritti umani e controllo di massa” e presentazione de AA.VV. “L’informazione di massa studio e implicazioni nella politica moderna”, a cura dell’Associazione Filomati (Philomates Association), La Carmelina (collana Apeiros), copie all’ingresso con presenza dell’editore La Carmelina, Ferrara, Federico Felloni. A cura anche, non a caso, del’importante LIDU, Lega Italiana Diritti del’Uomo.

DANILO CAMPANELLA

Interventi di:
(Presidente LIDU) On. Alfredo Arpaia (relatori filomati) Giulio Alfano, Riccardo Roni, altri relatori LIDU, moderatore Danilo Campanella (presidente Associazione Filomati)
 
Dalla scuola di Francoforte (Adorno, Fromm, Marcuse, Horkeimer) a Gramsci a…. Packard (Persuasori Occulti…) a McLuhan, Guy Debord, Negroponte e De Kerckhove, dalla radio al web, la politica come comunicazione è persino una scienza sociale (massmediologia o scienza dei media), fondamentale per discernere le vie regie del Potere e delle rivoluzioni.
Anche in Italia una lunga tradizione ormai: da Gramsci a un certo Eco, gli stessi Roberto Grandi, Padre Baragli, Giampiero Gamaleri e diversi altri, inclusi- fenomeno tipicamente italiano, politologi e tuttologi più o meno esperti o outsiders.
 
 
 
A. SCHWITZER PREMIO NOBEL

giovedì 8 novembre 2012

Ricostruzione culturale – a puntate il Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea- a cura di Roby Guerra (2012 , La Carmelina/Este Edition, Ferrara,Ro ma)


Eccolanotiziaquotidiana (QUOTIDIANO ON LINE DI ROMA E PROVINCIA) 
come piccolo e virtuale contributo culturale per Ferrara città terremotata (meno colpita dal noto sisma del 20 maggio scorso, ma con ingenti danni storico-culturali per la città emiliana estense, già capitale del Rinascimento,
oggi tra le città d’arte d’Italia – celebrata anche dall’Unesco) presenta – in esclusiva nazionale- per circa 30 puntate settimanali- l’eBook (cartaceo anche nel 2013) di Roby Guerra, “Dizionario della letteratura ferrarese contemporanea”, appena edito da La Carmelina/Este Edition (Ferrara-Roma).

Oltre 90 autori protagonisti di Ferrara città d’arte e scrittori; tra essi Marcello Simoni, Luigi Dal Cin, Roberto Pazzi, Diego Marani, Giuliana Berengan, Guido Barbujani, Riccardo Roversi, Monica Pavani, Stefano Tassinari, Marco Felloni, Federica Manfredini

Info: *ELENCO SCRITTORI
http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/parte-la-rubrica-di-30-puntate-settimanali-sul-dizionario-della-letteratura-ferrarese-contemporanea/

venerdì 7 gennaio 2011

Rinascita Futuristi di Sinistra?

Corriere1988Majakowskij.jpg

MARCO MALAGO' L'Estate scorsa, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, fece uscire sulla ribalta della politica di casa nostra, il proprio gruppo (poi partito, ora “polo” con altro nome) denominato “Futuro e libertà per l’Italia”; in molti si affannarono a suggerire le definizioni per i seguaci e i rappresentanti del movimento. Sì scelse il termine “futuristi” sfruttando, probabilmente, l’enfasi e l’eco per il recente centenario del movimento culturale nato nel 1909. Un accostamento oneroso che, a sua volta, conduce quasi a considerare Fini come un presunto novello Marinetti e il programma del nuovo partito come sinonimo di futurismo.
Perché ascrivere, oggi, il termine futurismo a una sola corrente politica quando non fu possibile farlo neanche 100 anni fa, nonostante i tentativi dell’epoca? Restringere il termine a un partito significa produrre confusione su un movimento dato sempre per destrorso, perché risultava sconveniente cantarne le gesta anarchiche (soprattutto nella prima fase più libera e creativa): meglio metterlo all’angolo con l’accusa di collusione al Ventennio.
Occorrerà prestare attenzione nel pronunciare “futurista”, per evitare scomode ambiguità; Fini, oltretutto, scoprendo dell’esistenza di un futurismo di sinistra anarchico e sindacalista, potrebbe sentirsi danneggiato a livello di immagine per la destra! Il suo elenco dei valori destrorsi, letto durante la trasmissione Vieni via con me, andrebbe a rotoli!
E’ vero pure che un anniversario così importante, per un movimento (l’originale) che ancora non ha ricevuto giusta considerazione, è appetibile da tutti: ricalcarne il nome, l’essenza e tentare di farne proprio qualche aspetto, può divenire redditizio nell’immaginario collettivo. E’ una preda molto ambita e la suggestione del centenario è forte; si richiama, inoltre, al vocabolo “futuro” che, implicitamente, evoca il nuovo, il cambiamento e la speranza....

C- RINASCITA

* ASINO ROSSO ROBERTO GUERRA E GRAZIANO CECCHINI.....   Ottimo articolo che va tuttavia integrato, una volte per tutte, con il nostro comunicato ufficiale da Controcultura Supereva dell'agosto scorso che rilanciamo nuovamente su Asino Rosso- official journal futurista del Duemila.... L'equivoco mediatico dei falsi futuristi finiani continua tutt'oggi a creare ambiguità e  danneggiare il nuovo movimento. Nonostante diverse puntualizzazioni, in questi mesi: oltre a Azione Futurista, anche Francesca Barbi Marinetti su Il Giornale, i radicali stessi, a Ferrara anche Alberto Ferretti come puntualmente evidenziato su Asino Rosso), lo stesso Veneziani sempre su Il Giornale (e anche altri), una mobilitazione almeno web della rete neofuturista official è fondamentale...

FUTURISTI CONTRO FINI: La stampa italiana dà i numeri sul Nuovo Futurismo!

Gli old media nazionali stanno dando i numeri su certa presunta svolta futurista liberale di Fini e i finiani, dopo il tradimento badogliano con il Pdl.

Dal Sole 24 Ore al Corriere della Sera alla Stampa, al Riformista a diversi altri l’accostamento è naturalmente una mera amplififcazione contingente.

Tuttavia, alla luce di certa continuità futurista emersa almeno dopo il centenario è necessario confutare certo andazzo rilanciato in questi giorni, dai media nazionali e altri che involontariamente sia ben chiaro- rischia di avallare – appunto- l’abiura di Fini e compagni come nuovo futurismo.

Se non altro perchè tale relativa disinformazione ha anche firme illustri del giornalismo italiano (i vari Battista, Pansa...) ed è significativo su certi sistemi operativi degli old media incapaci di opportuni download.

Tra il serio e il faceto, certamente, ma qualcuno potrebbe pensare che ad esempio Fare Futuro sia una nuova rivista futurista e Fini un novello Marinetti con chissà quale sfondo e appoggi culturali(Buttafuoco forse…ma, Filippo Rossi? nome ok, cognome neofiniano ultra-anonimo?) quando al contrario già la Fallaci anni addietro ribadì certo cattofascismo genetico profondo in Fini, altro che liberalismo o persino futurismo!

Fini era è e resta un passatista, un democristiano conservatore illiberale, al di là delle sue posizioni e parole ambigue. Tutta la sua storia politica- si muove in tale solco ben preciso di certa cultura nazionale fondamentalmente ostile al moderno, oggi diciamo postmoderno e ancor meglio netmoderno, al futuro, all’Italia possibile del duemila, al passo con gli anni duemila, e con le sue forze conoscitive più sane e robuste, necessariamente inferibili oggi da certa scienza contemporanea e le sue implicazioni neoumaniste.

Già da Fiuggi, Fini dimostrava la sua scarsa credibilità e analfabetismo conoscitivo. Mentre storici dell’arte anche di sinistra, già in quegli anni chiarivano l’equivoco futurismo-fascismo (grave revisionismo alla rovescia della cultura italiana ideologica nel secondo novecento), rivalutando in certo modo persino certa intellighenzia o arte del ventennio, dopo ovvio le revisioni critiche degli stessi De Felice o Nolte e Gentile e altri, Fini finalmente svincolava (a parole) certa Destra italiana da nostalgie obsolete e condannate dalla storia.

Nell stesso tempo, però, Fini ignorava gli aggiornamenti appunto contemporanei di cui prima sulla storia del fascismo e sulla storia dell’arte durante il fascismo, consegnando pertanto AN a nuovi paradigmi privi di quella necessaria modernità storica possibile, certamente rappresentati in “passato” almeno potenzialmente sia da certo fascismo culturale che in particolare, e non solo potenzialmente, ma già in ottiche non riducibili al fascismo, anzi, proprio da Marinetti e dal futurismo.

Fini ed AN , poi, di tanto in tanto evocavano il futurismo come mere stampelle culturali. Nei fatti, invece, proprio in questa ottica, semmai la rivoluzione della comunicazione innestata da un certo Berlusconi… anche in politica, questo sì recupera almeno potenzialmente certo modernismo futurista!

Con il centenario futurista, poi, l’attualità, certa continuità, meglio dis-continuità- aggiornata- dell’avanguardia italiana è stata certificata ovunque, anche a livello accademico culturale scientifico, se – scusate per l’appunto-ma tutto è ampiamente documentato- appunto gli Old Media in particolare si degnassero dei necessari download.

Oltre a Graziano Cecchini, ben noto per le sue performance, oggi unico artista italiano nel celebre catalogo americano Taschen 2010, altri artisti e gruppi (ad esempio Netfuturismo, e Azione Futurista stessa Ferrara in sinergia con Rossotrevi, >, hanno nei fatti rilanciato il futurismo italiano.

Fini futurista è come parlare di Prodi latin lover o Nicki Vendola Mister muscolo….

 

martedì 16 novembre 2010

Agenzia Radicale Futuristi e semantica folle dei media politici

george_orwell_animal_farm.jpgFuturisti" e le parole rubate

Oltre ai "ladri di verità" la politica ci regala veri e propri "furti di parola". Ne sanno qualcosa i Radicali, alle prese con una crisi d'identità da quando è diventato d'uso comune indicare come radicale l'estrema sinistra, massimalista e orgogliosamente comunista. Ben poca cosa, comunque, in confronto allo smarrimento provocato dal lemma "futurista", entrato a fare prepotentemente parte dello schizofrenico lessico della politica italiana.

 

Con esso ovviamente non si fa riferimento alla corrente artistica nata agli inizi del Novecento con il Manifesto, appunto, futurista o del Futurismo scritto da Filippo Tommaso Marinetti, tanto meno si pensa a suoi seguaci. Alla parola "futurista" oggi si associano, piuttosto, i nomi dei nuovi colonnelli di Gianfranco Fini: Granata, Briguglio, Urso, per esempio; per non parlare di Bocchino (peraltro, maldestramente evocativo di ben altra nobile arte).

 

ARBRE MAGIQUE

AGENZIA RADICALE

 

 

martedì 28 settembre 2010

29 SETTEMBRE BUON COMPLEANNO PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI

Il Cavaliere -letteralmente elettronico-ha così incarnato un archetipo fondamentale nella cultura e nella politica italiane: nel paleocapitalismo italiano ancora strutturalmente di matrice feudale, da dove vengono le caste, mentre lo Stato foraggiava Agnelli e la Fiat... l'Alitalia, ecc., ovvero il cosiddetto capitalismo pre-elettronico e meccanico, il Cavaliere è apparso come imprenditore unico negli anni settanta-ottanta del nuovo capitalismo elettronico- in conflitto strutturale con quello precedente. Tutte le semipatologiche ossessioni delle sinistre e dell'intellighenzia sul conflitto d'interesse, hanno ben poco a che vedere con una televisione in più o meno! La sinistra a suo tempo fu persino contro l'avvento della tv a colori! Non solo per le sue genetiche idiosincrasie contro il liberalismo e le privatizzazioni... Un conflitto, invece, ripetiamo, strutturale, perciò tutti questi anni di demonizzazione del Cavaliere- passaggi epocali al centro delle analisi, infatti, proprio della scuola di Marshall McLuhan, oggi De Kerchove, lo stesso Negroponte. Grazie alle antenne evolute del Cavaliere, alla sua discesa in campo nella comunicazione, oggi in Italia (effetti oggettivi dell'avvento delle tv libere del Cavaliere, tra Rai, MediaSet, Tv satellitari e digitali) oltre un centinaio di canali hanno certamente decentralizzato e democratizzato l'accesso alla comunicazione, altro che tre canali di stato, tra i più ingessati del mondo, prima di Mediaset, anche se molti a sinistra hanno la memoria corta, quando vigeva il monopolio appunto di stato, della democrazia cristiana e della partitocrazia!
Nel suo campo, invece, Silvio Berlusconi come Bill Gates, inventore della cibercultura! Un rivoluzionario! Anche in politica...

"Negli ultimi 3500 anni della storia del mondo occidentale, gli effetti dei media, sia che si tratti del linguaggio, della scrittura, della stampa, della fotografia, della radio o della televisione, sono stati sistematicamente trascurati da coloro che osservano i fenomeni sociali. Perfino oggi, nell'epoca della rivoluzione elettronica, gli studiosi danno scarsi segni di volersi scuotere da questa posizione tradizionale d'indifferenza, la tattica ben conosciuta dello struzzo"
Marshall McLuhan
(da Dall'Occhio all'Orecchio, Armando Armando editore, 1982!)

 

venerdì 25 giugno 2010

Umberto Eco neoapocalittico!

da LIBERI DALLA FORMA BLOG NETUFUTURISTA

 

 

 


Umberto Eco è un neo-apocalittico: vero o falso?

Netfuturismo electro.jpg




E' piuttosto difficile partorire grandi cose per tutta la durata della nostra esistenza. Anche i migliori cervelli non producono in continuazione eccellenza. Anzi, spesso si ha una sola grande idea in tutta la vita. A volte 2-3. Difficile comunque restare sempre ad alti livelli.

Umberto Eco è un grande studioso, questo è fuori di dubbio. Ed è anche tra i maggiori pensatori contemporanei. Ma anche lui dimostra che è difficile volare sempre ad alte quote.


Sicuramente uno degli argomenti su cui Eco è oggi più attaccabile riguarda le sue considerazioni sulle nuove tecnologie digitali e sul web in particolare. Sono anni ormai che Eco ripete grosso modo le stesse cose sul web. E tutto questo mentre il web si trasforma. Potremmo citare qua e là suoi interventi orali o scritti, ma la costante è che il suo pensiero su internet non decolla mai. Eco, che tanto sottile è su diversi temi, sul web si impaluda e ristagna.



Un paio di mesi fa Eco ha dichiarato al quotidiano spagnolo El Pais (ne ha parlato bene, tra gli altri, Semioblog):



Uno nunca sabe si lo que le llega a través de Internet es verdadero o falso. Esto no ocurre con los periódicos o con los libros, porque más o menos uno sabe que El País es algo distinto a Abc, que Le Figaro es algo distinto a Libération. Y según el periódico que compra, sabe cuál es la posición del periódico, y se fía o no se fía. Y lo mismo los libros: si uno ve que un libro es de Mondadori o de Columbia University, se piensa que alguien quizá ha elegido este libro y ha impedido que se publicaran otras cosas, pero si ve un editor extraño, no puede saberse nada de antemano. Con Internet no se sabe nunca quién habla.



Insomma, per Eco "non si sa mai se una notizia data su Internet sia vera o falsa", mentre per i giornali o libri questo si sa. Ora ognuno può vedere quanto questa affermazione sia debolissima, ma Eco va oltre introducendo un concetto-chiave per noi: la fiducia.

L'anno scorso
attaccammo con convinzione il ricercatore Francesco Antinucci per essersi reso protagonista di un'uscita televisiva in cui parlava del web costellandola di autentiche fesserie. Ora, Eco è studioso di ben altro spessore, soprattutto è un intellettuale a tutto tondo e si guarderebbe bene dallo scadere tanto in basso. Eppure in una cosa i due sono vicini: l'idea che il vecchio mondo dei vecchi media sia un mondo rassicurante, un mondo in cui si possa stare tranquilli, un mondo in cui ci si possa fidare. Ricordate la paradossale e ingenua frase del conduttore Augias che intervistava Antinucci? "Io mi fido di Laterza". Abbiamo tanto preso in giro il povero presentatore per questa sua ingenua affermazione. Beh, Umberto Eco non arriva a tanto, ma torna a dire che lui dei giornali riesce in qualche modo a fidarsi.

Questo atteggiamento di "fiducia" negli old media e di preoccupazione per i nuovi è davvero quello che rende il pensiero di Eco sul web un pensiero medio, al limite del luogo comune. Un luogo comune espresso con belle parole al massimo e con buone argomentazioni. Ma pur sempre un luogo comune. Anche lui
a volte per definire il web usa termini apocalittici come "degenerazione totale" o vaghissimi come "virtuale". Senza calcolare tutta l'enfasi sul vero e sul falso, che appare davvero maniacale.



La verità è che Eco non è più in grado di partorire intuizioni come quelle di Opera aperta o Apocalittici e integrati. E probabilmente neanche più romanzi come Il nome della rosa.



Eco probabilmente non dirà mai nulla di straordinario sul web. E il motivo è chiaro: Eco può al massimo pensare al web come luogo di studio, mentre il web si può capirlo solo se lo si vive.

Il web lo può comprendere solo chi lo vive intensamente. E lo vive in modo pieno e allo stesso tempo critico. Dove per "critico" intendiamo esattamente l'indagine sull'uso del medium. Immergersi nel web, ma anche attuare una metariflessione continua sul medium stesso. E qui torniamo al discorso che abbiamo fatto altre volte. E' in fondo sempre stato così: c'è chi pensa soltanto e chi vive e fa concretamente qualcosa. Ad un certo punto della sua vita Eco è stato capace di vivere il proprio tempo e ha saputo partorire testi fondamentali come Opera aperta. Ora Eco non vive più il suo tempo, o comunque non lo vive pienamente (perchè se oggi non si vive il web non si può dire di essere pienamente dentro la cultura del nostro tempo). E allora non può produrre nulla di considerevole, almeno in questo campo. Per chi ha poi una visione d'avanguardia, come noi net.futuristi, che siamo interessati al fare e non alla speculazione da salotto, il pensiero di Eco è davvero troppo limitato. Mi torna sempre in mente la critica di Marinetti ai filosofi del suo tempo (Bergson in primis): non possono capire perchè sono seduti comodamente sulle loro poltrone universitarie. E' più o meno quello che accade anche oggi. Eco trascura la rivoluzione paradigmatica epocale che il web ha portato nel campo della conoscenza (e non solo). Chissà, lui che salutava la novità delle composizioni aperte del suo tempo, cosa penserebbe del web se sapesse dell'esistenza di
un network come il nostro, che vive in connessione costante 24 ore su 24 producendo un ingigantimento delle facoltà intellettive, emotive e creative di ogni individuo membro del network stesso e che continuamente produce opere che sono frutto realmente di intelligenza moltiplicata (non uso di proposito il termine "intelligenza connettiva", perchè anche in questo caso sto iniziando a pensare che sia solo una bella parola). Quello che si fa oggi qui sul web con esperienze simili è di gran lunga più avanguardista rispetto alle sperimentazioni di nicchia degli anni Cinquanta e Sessanta. Ma di questo Eco non sa nulla purtroppo. E se lo sa e non ne intuisce l'impatto realmente rivoluzionario è ancora più grave. E d'altra parte è anche questa la cultura del web: non più grande attenzione su singoli individui-divi da una parte e masse abbrutite nella contemplazione-adorazione del genio dall'altra, ma presenza di tanti punti di aggregazione, in cui prevale la partecipazione condivisa alla costruzione più che la divisione in ruoli del tipo attore-spettatore. Internet è complessità, è apertura totale, è costruzione e distruzione continua.



Ecco, questo cambiamento paradigmatico è quello che sfugge ad Eco e a studiosi del suo tempo. Ed ecco che internet al massimo è visto come archivio, come nuova biblioteca. Ed allora è tutto un parlare di filtri, di fiducia, di selezione delle fonti. Insomma, il web visto con la mente tipografica. Il che francamente non può portare da nessuna parte.



La verità è che in fondo Umberto Eco è un neo-apocalittico.


Chiediamo soltanto un favore. E non lo chiediamo ad Eco. Chiediamo ai giornalisti di fare domande sul web a chi vive il web da dentro, e non come un visitatore occasionale (magari in cerca di un testo come se fosse in biblioteca). C'è tante gente qui che è in grado di spiegare davvero quello che sta accadendo da una decina d'anni. Perchè lo vive. Perchè l'ha, più meno, compreso. Tutto qui.



E ora vado, per puro gioco (?), a trasformare la voce di wikipedia di Umberto Eco (sì, proprio a lui che si lamenta tanto di questa sua voce in cui ci sono così tanti errori sul suo conto). Scriverò "Umberto Eco è un neo-apocalittico". Qualcuno forse (sicuramente) lo cancellerà. Sarà per questo falsa la mia affermazione? Sarà vera? Chissà che ne pensa di tutto questo l'illustre semiologo...






Antonio Saccoccio


UPDATE. La mia modifica alla voce wikipedia di Eco (19:41, 23 giu 2010) è stata cancellata dopo 20-30 secondi. Per wikipedia Italia Umberto Eco non è un neo-apocalittico. Per wikipedia

 

 

 

 


venerdì 11 giugno 2010

Bambino impiccato dai Talebani? Pacifisti del C....!

AFGHANISTAN:

I TALEBANI IMPICCANO BAMBINO DI 7 ANNI PERCHE' SPIA DEGLI AMERICANI!
 
da IL GIORNALE
 
In Afghanistan, presunti militanti talebani hanno portato a termine l’esecuzione di un bambino di soli 7 anni, nella parte meridionale del Paese. I talebani hanno accusato il ragazzino di essere una spia del governo di Kabul, alleato con gli Stati Uniti e le truppe dell’Alleanza atlantica. L’esecuzione è stata resa nota da fonti interne all’amministrazione locale. Il bambino sarebbe stato catturato dai miliziani nel distretto meridionale di Sangin, nella provincia di Helmand, ha fatto sapere Daoud Ahmadi, un portavoce del governo locale. «I miliziani hanno ucciso il ragazzino di sette anni nel villaggio di Heratiyan, con l’accusa di spionaggio in favore del governo afghano». Nonostante le numerose esecuzioni da parte dei talebani di cittadini sospettati di spionaggio, si tratterebbe della prima esecuzione pubblica di un bambino. Gran parte della zona in cui è avvenuta l’esecuzione è ancora completamente sotto il controllo degli uomini armati vicini ai talebani....
 
CONT. http://www.ilgiornale.it/esteri/i_talebani_uccidono_bambino_7_anni_laccusa__spia_governo/10-06-2010/articolo-id=451891-page=0-comments=1
 
da UNIVERSITY IT
 
Era una spia del governo, per questo doveva morire”. È questa la motivazione che giustificherebbe l’uccisione di un bambino di sette anni, nel sud dell’ Afghanistan. L’esecuzione in piena regola è stata messa a punto dai taliban ed è avvenuta nella provincia dell’Helmand, roccaforte degli insorti. A raccontare la macabra punizione inflitta al bambino, di cui non si conoscono le generalità, è un portavoce del governatore locale, Daud Ahamadi. Secondo le informazioni fornite da quest’ultimo, il bambino sarebbe stato catturato, processato e immediatamente giustiziato. Al momento non è possibile avere ulteriori informazioni, né tanto meno verificare la veridicità delle affermazioni. Anche le fonti talebane tacciono.
Se la notizia fosse confermata, l’atto commesso ai danni di un minore striderebbe con il codice diffuso dal Mullah Omar alle sue truppe. Il leader del movimento – nel codice – incita i suoi fedeli a risparmiare i civili e conquistare “i cuori e le menti” dei contadini, non con atti violenti e sanguinosi.
Da fonti indirette si apprende che la famiglia avrebbe denunciato l’uccisione del loro figlio alla polizia locale. Il bambino ha subito la pena dell’impiccagione....
 
CONT. http://www.universy.it/home/eventi/afghanistan_talebani_giustiziano_bimbo_di_sette_anni_era_una_spia-5113.html
 
http://www.informazione.it/a/5356EFD9-61DB-4526-A4B7-01094EC6C1D1/I-talebani-uccidono-un-bimbo-di-7-anni-Spiava-per-il-governo
 
* Appena pochi giorni orsono, in seguito alla legittima difesa di Israele contro la Nave presunta di pacifisti destinata a Gaza, tutti i pacifisti in piazza per denunciare Israele criminale.  A parte pochi quotidiani, tutta la stampa ha preso per buona la propaganda nazionalcomunista filo palestinese delle anime pie di certo pacifismo unilaterale contemporaneo. Ora, una notizia del genere è riportata persino da Il Giornale in formula dubitativa e naturalmente nessun pacifista del cazzo è sceso in Piazza. Forse è tempo di analizzare non tanto come vincere la guerra contro il terrorismo islamico, quanto  ormai su certa necrofilia che si è infiltrata in Occidente. Un Mondo Libero  incapace non solo di risolvere la questione arabo-palestinese con la creazione -questa sì- sacrosanta di due liberi stati in Medio-Oriente (finora ne esiste-piaccia o meno- uno soltanto- Israele), ma - a quanto pare- debolissimo psicologicamente, quasi privo dell'istinto di sopravvivenza. E' tempo d'indagare non soltanto sui terroristi infiltrati in Europa soprattutto, ma sul potere economico di matrice araba presente nel Vecchio Continente, nelle multinazionali, nelle capitali, da Londra a Parigi a Berlino a Roma.... nell' Unione Europea. Perchè la debolezza occidentale forse rivela un'altra guerra in corso, psicologica, che i trogloditi antioccidentali, con la complicità di parecchia intellighenzia pseudoprogressista, stanno vincendo, non a Kabul o a Baghdad ma proprio in Europa.


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venerdì 30 aprile 2010

Napolitano a Salemi e Trapani

ROMA: 150º DELL'UNITA' D'ITALIA.
VISITA DI NAPOLITANO IN PROVINCIA DI TRAPANI: LA SALA STAMPA A SALEMI, LA CITTA' AMMINISTRATA DA VITTORIO SGARBI
TRA GLI SPONSOR LA MICROSOFT ITALIA


ROMA - Il Comune di Salemi ha allestito una Sala Stampa a disposizione dei giornalisti accreditati che seguiranno la visita del Capo dello Stato Giorgio Napolitano in programma martedì 11 maggio a Salemi, Calatafimi e Marsala.

La Sala Stampa è stata allocata all'interno dell'ex Collegio dei Gesuiti, a pochi metri da Piazza Alicia dove Napolitano terrà il suo discorso
La Sala Stampa ha tra gli sponsor la Microsoft Italia.

All'Ufficio Stampa del Comune di Salemi sono giunte fino ad oggi circa 90 richieste di accredito. Saranno presenti le troupe di Rai, Mediaset e La7.

Intanto giovedì 6 maggio nella sede dell'Associazione della Stampa estera a Roma, alle 11,00, si terrà la Conferenza Stampa di presentazione delle iniziative in programma l'11 maggio.

l'Ufficio Stampa
(Responsabile: Nino Ippolito)
0924-991406 (Francesca Ruisi)

 
www.comunedisalemi.it


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martedì 26 gennaio 2010

Ferrara Comics da Paolo Giardini

 stanlio_ollio.jpg

COMPIACIMENTI PD FERRARA

Qualche sera fa tre distinti signori rispondevano a turno, disciplinatamente, alle precise domande formulate dalla padrona di casa. Nelle compunte risposte di un paio di loro ad un certo punto è comparso il termine “vettoriamento”. Secondo la cultura imperante protesa all’esteriorità, il vettoriamento potrebbe essere inteso come un trattamento per la parte inferiore del viso. L’aver proseguito senza troppo chiarire quella parola è l’unica pecca della serata, trascorsa non nel chiuso di un salotto ma in uno studio televisivo aperto al mondo e alla casualità d’accesso. Il vettoriamento in questione si riferiva alla tariffa dell’energia elettrica, segnatamente al costo di distribuzione che si paga proporzionalmente ai consumi in tutte le bollette. E’ una quota che paga la dissipazione lungo le linee, i costi di ammortamento e gestione della colossale rete di distribuzione nazionale.

Il vettoriamento ha un’eleva importanza sociale: se mancasse questa quota di valore “medio” qualsiasi località distante dalle linee principali dovrebbe pagare oneri insostenibili o rinunciare all’elettricità, come avveniva prima della nazionalizzazione dell’energia elettrica.

I due signori che hanno citato il vettoriamento erano il sindaco di Ferrara e il Presidente dell’Unione industriali. Reclamavano la loro parte di successo nell’aver ottenuto la dispensa per il petrolchimico ferrarese dal pagarlo, ottenendo così un risparmio del 20% sul costo dell’energia.

A seguire, espressioni soddisfatte degli interrogati, benevola condiscendenza dell’interrogante.

I gusti sono gusti, non si discutono. Però va detto che la soddisfazione dei due era equivalente a quella di Stanlio e Ollio quando in una comica, addetti alla derattizzazione, praticano dei fori nei pavimenti per facilitare l’ingresso dei topi, e poco dopo tappano gli stessi fori con dei turaccioli per impedire che i topi se ne vadano. Il vettoriamento in questione c’entra col petrolchimico come i turaccioli di Stanlio e Ollio, dato che nessun consumatore che produca l’energia in proprio è tenuto a pagarlo. E il nostro vecchio petrolchimico è sempre stato autoproduttore d’energia con le sue CTE1 e CTE2, finché con pretestuosi motivi hanno in ben due occasioni inserito nello stabilimento turbogas per complessivi 950 MW al servizio della rete nazionale (allo stabilimento bastano 30 MW), mandando a ramengo l’autoproduzione delle CTE accusandole di stregoneria.

Questa genialata ha imposto al petrolchimico di passare dal ruolo di autoproduttore a quello di consumatore, obbligandolo a comprare l’energia a caro prezzo come un qualsiasi artigiano.

Fra i promotori della genialata anti autoproduzione c’erano il sindaco di Ferrara e l’Unione Industriali, rappresentate a suo tempo da persone diverse di quelle attuali. Ma queste ne hanno raccolto in pieno l’eredità, e in comunità d’intenti e si compiacciono dagli schermi televisivi.

Ognuno si compiace a modo suo, come può. Veda chi vuole campare del lavoro nel petrolchimico di compiacersi arrangiandosi alla stessa maniera, se può.

Paolo Giardini

WWW.PROGETTO.PERFERRARA.ORG

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=cVN4stR9A8M

domenica 6 dicembre 2009

Violante Placido e Moana Pozzi

violante_placido_cal2.jpgda TV BLOG

http://www.tvblog.it/post/16940/violante-placido-si-sente-moana-mi-sono-lasciata-travolgere-il-1-dicembre-la-prima-puntata

" Non è facile interpretare una persona realmente esistita, che ha fatto scelte estreme, un’icona per tanta gente che la ricorda ancora. Per fortuna dentro di me c’è un pizzico di follia: quando lavoro cambio: divento meticolosa, perfezionista e organizzata. Mentre giravo Moana ho sempre cercato di dare il massimo. Non ho mai ceduto alla stanchezza, anche se sono stati mesi faticosi. In realtà nella vita di tutti i giorni sono l’opposto: sono pigra e disordinata. Non riesco a stare dietro a nulla”.

“Trovavo il progetto coraggioso e interessante. Qualche dubbio mi è venuto, ma alla fine mi sono fatta travolgere da Moana, dalla sua vita, dal suo esibizionismo, dal suo desiderio di essere amata, per il suo mestiere. E nonostante il suo mestiere”.

PHOTO VIOLANTE PLACIDO

Violante Placido per Playboy

 VIDEO http://multimedia.quotidianonet.ilsole24ore.com/?canale=20&canale_page=133&cat_principale_page=1&media=595&tipo=media

lunedì 14 settembre 2009

LA GALASSIA MARCONI


MCLUHAN.jpgLA GALASSIA MARCONI
 
* da LA POETICA DI INTERNET di R.Guerra (Futurist Editions Ebook



Ogni spirito creatore ha potuto costatare durante il lavoro di creazione, che i fenomeni intuitivi si fondevano con i fenomeni dell’intelligenza logica” Marinetti



Parafrasando Jacques Lacan…e la sua opera “mediatica” Radiofonia e Televisione, parliamo dell’inventore della parola artificiale… Marshall McLuhan ha inventato l’espressione “Costellazione Marconi” per puntualizzare l’odierno mondo elettronico plasmato dai media: dall’immaginazione al telegrafo senza fili e ai satelliti, fino a Internet, la connessione è palese, dall’arte alla scienza, italiane e moderne, dove sono le radici postmoderne.
Con Guglielmo Marconi nasce l’era elettrica oggi elettronica dell’informazione, del pianeta come villaggio globale, non a caso - Marconi -contemporaneo di Marinetti e del futurismo. Il genio tecnoscientifico di Marconi, naturalmente eretico, si caratterizza tutt’oggi per il suo progetto già postpositivista di scienza logica e immaginativa, nella scia della stessa scienza contemporanea, della quale, infatti, per lo spirito e l’eresia, va considerato tra i precursori, persino tra i pionieri, la gioia iconoclasta dell’inventore inventore... Non a caso, peraltro, McLuhan, “americano”, è ricorso a Marconi per battezzare l’attuale scenario sociale e tecnologico, non soltanto poeticamente, ma quale anno zero della società postmoderna.
Abbiamo parlato di progetto di scienza... di Marconi: poiché, come accennato, non fu soltanto un geniale inventore, ma testimonia la tecnologia come scienza e arte, la necessità di una nuova cultura, di una scienza stessa italiana, come attestano le sue connessioni e affinità macchiniche con il futurismo, in senso non solo artistico ma sociale, finanche politico... E come Marinetti e il futurismo, Marconi costringe tutt’oggi a nuovi voli d’Icaro per sottrarre l’Italia a certo umanesimo sempre troppo passatista, a “ridimensionare la tradizione di Manzoni per la nuova tradizione di Marconi”, il giusto “sito” d’avanguardia per il rinascimento possibile prossimo venturo della Nuova Italia del 2OOO.
Ma, dopo Internet, qual è nello specifico il tratto saliente della scienza italiana, alla luce dell’avanguardia? In epoca di computers e d’équipe, quest’ultima può esaltare la peculiarità dell’inventore, del genio individuale (scientifico, oltre il romanticismo): quell’archetipo italiano dell’eroe, appunto - ora - di scienza, per sintetizzare la potenza collettiva dell’équipe con l’intuizione geniale e “solitaria” dell’inventore stesso.
Marconi è tutt’oggi un prototipo di alternativa italiana moderna, per il talento nello stesso tempo scientifico, artistico, industriale e anche politico, rispetto a taluni limiti della scienza e degli scienziati italiani, sempre ai vertici della conoscenza, ma frenati dalle varie eterne accademie, dal passatismo politico, dall’analfabetismo scientifico nazionale... E non è forse ancor oggi la genialità nuova, tecnoscientifica di Marinetti a differenziare il futurismo dalle altre avanguardie?
Marconi ci ricorda una possibile nuova cultura italiana e europea, “scientifica”, un’avanguardia anziché un’accademia delle scienze, basata non soltanto sulle indubbie meraviglie dell’intelligenza o della logica, ma - anche - sul cuore e il mito che persuadono di più i popoli mediterranei. Marconi ci rammenta ulteriormente una nuova scienza umanistica intesa come macchina politica di trasformazione, una visione stessa dei media come mito e seduzione (non volgari!). ...Come comprese lo stesso Marconi per lanciare le proprie invenzioni rivoluzionarie, contro i sordi e le accademie dell’epoca: come comprese Marinetti per inventare l’avanguardia dalla prima pagina del “Figaro” parigino.
Riassumendo, laddove certo Manzoni commuove soltanto l’anacronismo reazionario della divina cultura e politica del Passato nazionale, il genio scientifico e artistico di Marconi trova eco, oggi, nel ritorno futuribile dell’uomo rinascimentale, che - come il grande Leonardo - abbatte le frontiere tra arte meccanica e il regno delle idee: esattamente come Freud con la psicoanalisi nel regno della psicologia, sempre in bilico tra arte e scienza, con il paradigma però scientifico irrevocabile.
Ma l’eco futuristico e marconiano è ormai, nel duemila, l’ossigeno della realtà informatica: qua sulla Terra nell’orbita del terzo millennio e di Internet, persino tra le stelle più remote come documentano radioastronomia, viaggi spaziali, telescopi o astronavi oltre il sistema solare, quando le macchine parlano le onde-vagiti digitali di Guglielmo Marconi.... e della psiche umana del terzo millennio.
Ora, la Parola è in esplosione nucleare ma pacifica , siderale, nell’euforia imminente non della risposta, ma dell’Altro, della Parola dell’Alieno!

http://futurismo2009.myblog.it  voce menu La Poetica di Internet

http://www.spigolature.net/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1285:la-poetica-di-internet-di-roberto-guerra-e-book-futurist-editions-on-line&catid=258:pagine-conquise&Itemid=57

video http://www.youtube.com/watch?v=QttCCz-Vizw

giovedì 9 luglio 2009

BOOM ESORDIO DEL GIOVANE POETA ZAIRO FERRANTE

Ferrante_jpgGRANDE.jpgZairo Ferrante
Nato nel 1983 in provincia di Salerno, vive a Ferrara, dove studia all’Università. Questa è la sua opera prima

D’Amore, di sogni e di altre follie. Un libro da leggere tutto d’un fiato, un veloce viaggio sul sottile filo che separa la “normalità” dalla Follia, un viaggio sulla strada dell’introspezione, un libro in bilico tra poesia e prosa. Pagine che mescolano Amore e rabbia, parole che trasformano il Sogno in realtà e che rendono folle il “normale” e “normale” il folle. Ma anche un libro stampato volutamente senza indice, da aprire a caso e da richiudere dopo un minuto. Uno specchio in cui riflettersi o un brutto quadro che non si vuol vedere. Un libro da leggere mille volte e che per mille volte può cambiare. Insomma, un libro che racchiude Sentimenti, un libro scritto con Anima e Cuore.

*Esordio boom del giovane poeta campano Zairo Ferrante, studente universitario a Ferrara. Un'opera prima deliziosamente  neoromantica e neosurrelista ("Il Mondo è la Valle del Fare Anima, diceva il geniale John Keats), sulla scia di certo Nuovo Romanticismo culturale euopeo e italiano, anche filtrato da un originale e sorprendente posmoderno, lanciato nei decenni scorsi da figure com James Hilman (Re-Visione della Psicologia) o Franco Rella (L'Estetica del Romanticismo).  Opera prima segnalata anche a livello di vendite (a Ferrara, ma a quanto pare anche nel Centro-Sud) dalla stessa Nuova Ferrara. Opera Prima, nei fatti, sui generis: già espressione concreta di un nuovo talento letterario, già capace di vendere Poesia... evento non frequente nella cultura mercantile del nostro tempo. E, non ultimo: da un lato Este Edition di Ferrara conferma una filosofia editoriale non solo di qualità (generalmente) ma anche di.... talentscout (trend ormai, salvo eccezioni, più degli Editing alternativi che della Grande Editoria); dall'altro il nuovo poeta Ferrante innesta a Ferrara una salutare aria di giovinezza e antidoto verso certa ingessata casta culturale, autoreferente e fondamentalmente ostile alla poesia come conoscenza (Enzensberger), al contrario, stucchevolmente autoterapeutica" R.Guerra

www.este-edition.com

giovedì 25 giugno 2009

DA NOSTRADAMUS A ...VOJAGER di Ugo Spezza

FUTUROLOGY.jpgIl mondo finirà nel 2012? [FUTUROLOGIA] di Ugo Spezza

Perchè il mondo dovrebbe finire nel 2012? E perchè proprio nel mese di Dicembre? L'allarme, rilanciato dalla trasmissione RAI Vojager è reale o frutto di congetture?

Ma soprattutto: ci sono teorie scientifiche accreditate che possono avanzare serie ipotesi su una possibile fine del mondo?

La recente trasmissione RAI Vojager, condotta da Roberto Giacobbo (in foto) ha suscitato qualche allarme, in particolare nelle persone più sensibili e facilmente impressionabili, relativamente al fatto che nel Dicembre del 2012 è prevista la fine del mondo e della civiltà umana.....

CONTINUA http://www.futurology.it/Il_mondo_finira_nel_2012/il_mondo_finira_nel_2012.htm

 

venerdì 12 giugno 2009

CHANGE FERRARA! di PAOLO GIARDINI

 FERRARA.jpg

SENZ’USTA E PERMALOSO... (Saluti a Sateriale!)

*(censurata dalla stampa Made in Ferrara o.... Taiwan??? Asino Rosso)


C’è una polemica in atto, accesa dalla lettera di Puglioli pubblicata recentemente sulla stampa made in fe, nella quale il presidente dell’unione industriali si mostra insoddisfatto dell’Amministrazione, per il fardello della burocrazia e per le resistenze poste a nuovi insediamenti produttivi, ferendo la suscettibilità di Sateriale che è insorto elencando il suo fiore all’occhiello: la costosissima e nuovissima turbogas, oltre allo stabilimento Estelux che darà lavoro a ben 300 persone! Altro che resistenze a nuove realtà innovative!

I sindacati oggi s’indignano pure loro, in difesa della categoria (Sateriale è sindacalista fin da piccolo, sindaco per errata interpretazione della radice della parola sindacalista), mentre l’allibito Puglioli comunica che rimanderà la replica a dopo le elezioni. E fa bene. Non solo perché i giornali in feeling col PD non censurano solo le lettere dei pinco pallino come me avversi al Palazzo, ma anche perché la replica potrebbe avere tante varianti quanti sono i risultati elettorali meno 1: con un Tagliani sindaco la replica sarebbe quella odierna. Ma torniamo alla suscettibilità del nostro eroe, che, in dieci anni di governo, senza mai perdere il sonno ha visto il polo chimico perdere più reparti che acquisirne. Quando ha accolto la turbogas da 800 MW, se gli avessero proposto valori diversi da (80 MW a 80 GW) per quello che ne capiscono lui e collaboratori sulle grandezze d’energia sarebbe stata la stessa cosa. Tuttavia siamo indulgenti: di miracoli d’apprendimento rapido gli adulti non ne fanno. Quello che invece provoca sdegno per quella manica d’inetti è l’assenza d’adesione intellettuale al loro stesso operato! Se sono convinti della bontà della scelta e increduli dei pericoli ambientali (non vedendo mai nessuno perdere sangue dal naso nei pressi delle centrali), dovranno pur considerare che la turbogas è una centrale termoelettrica! Allora, il soffermarsi un attimo su quel suffisso “termo” non stimola nessuna curiosità? E’ così difficile scoprire il segreto di pulcinella della produzione delle centrali, che è quella termica? Quella elettrica, nei fatti è un sottoprodotto, anche se è proprio quella voluta dal padrone della centrale che vende energia elettrica. Ma solo un amministratore bovinamente inetto può trascurare che più della metà dell’energia prodotta e dissipata è termica! Un ben di Dio termico buttato al vento!! La cui cessione e fruizione invece dovrebbe essere il prezzo imposto al gestore per farla sopportare in casa nostra. Con tutto quel calore disperso si possono fare competitivi essiccatoi per cereali e lavanderie industriali al servizio di un paio di regioni. Anche uno zuccherificio ha bisogno di tanto calore per funzionare! E’ stata offerta energia termoelettrica (non solo elettrica) allo zuccherificio in predicato d’insediamento? Con lo spillamento delle acque di scarto a bassa temperatura si possono ancora alimentare chilometri di serre nei pressi! Invece, il massimo della progettualità comunale sotto Sateriale è l’ipotesi della fruizione invernale nell’impianto del teleriscaldamento. Per fortuna Sateriale ha concluso il suo mandato e potrà trasferirsi fra gli Intellettuali Ferraresi di Regime ultimamente palesatisi in molti appelli. Esonerati dal pagargli le spese di stampa, attendiamo con ansia la libertà di non leggerlo: per quanti sproloqui dirà, non saranno quelli del sindaco.

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara.

WWW.PROGETTOPERFERRARA.ORG

 

Luca Oleastri-Eliza-AI vintage...

 1966 VINTAGE AI...   Luca Oleastri Amministratore Esperto del gruppo in Letteratura di fantascienza   · s n e o p r d S o t 8 0 g 8 2 f m 6...