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martedì 11 maggio 2010

Ferara Le dimissioni di Piero Stefani Museo della Shoah

bandiera-israeliana.jpgda Piero Stefani blog

Perché mi sono dimesso da direttore scientifico della Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah

L’atto di rassegnare volontariamente le dimissioni da una carica si presenta, per definizione, tanto come ammissione di fallimento quanto come libera scelta di far prevalere la dignità della causa rispetto a una situazione giudicata non conforme ai compiti affidati all’istituzione in cui si opera. La scelta di dimettersi è, quindi, sia denuncia sia ammissione della propria incapacità di modificare la realtà in cui si opera.

Nella «Proposta storico-scientifica», ora allegata al bando internazionale di progettazione del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah,  si afferma che l’ingente impresa di costruzione del MEIS può aver successo solo se si attua una sinergia tra tre componenti: a) l’alta qualità del progetto architettonico; b) la solidità e l’originalità del progetto museale; c) l’organico inserimento del sito del futuro museo in una dimensione urbanistica. La realizzazione del museo esige quindi una collaborazione permanente tra la Fondazione MEIS e varie altre istituzioni, a iniziare dalla Direzione Regionale del MiBAC (stazione appaltante del bando di progettazione). Tutti i soggetti sono chiamati a cooperare per una causa comune. L’attuale linea di condotta del MEIS non si muove però in questa direzione. La Fondazione,  a causa di una gestione «padronale» e «impaziente» del suo Presidente, si è infatti finora presentata soprattutto come soggetto che pretende di ricevere servigi da parte degli enti pubblici, quasi che il MEIS fosse l’unico punto di riferimento del futuro museo.

Da questa impostazione consegue che le attività volte a cooperare in modo paritetico con altri enti (anche non istituzionali, cfr. per es. il corso di aggiornamento organizzato in collaborazione con l’ISCO di Ferrara) sono state sottovalutate (o a volte addirittura ostacolate), mentre sono state esaltate alcune iniziative autoreferenziali del MEIS, specie quando ponevano al loro centro la figura del Presidente in base alla massima «le MEIS c’est moi». Sotto questa ottica è eloquente il confronto tra l’enorme sforzo (anche finanziario) esercitato dal MEIS per organizzare la «Festa del libro ebraico in Italia» e il blando – o addirittura nullo – impegno a tutt’oggi da esso riservato alla diffusione del bando di progettazione del museo. È peraltro evidente che il futuro del MEIS dipende, in modo determinante, dalla presenza  di un progetto architettonico di livello internazionale.

La «Festa del Libro ebraico» è stata senza dubbio un successo superiore alle aspettative di molti (compreso il sottoscritto). Tuttavia non si può tacere – oltre la presenza di vaste zone d’ombra (cfr. l’intera sezione degli «incontri con l’autore») – il debole collegamento complessivo tra essa e il progetto museale. Né è secondario chiedersi se la Festa giustificasse l’esborso di 250.000 € di denaro pubblico (non è stata cercata alcuna sponsorizzazione).

La gestione «padronale» da parte del Presidente ha dato luogo a una serie di sistematici declassamenti  di altri ruoli previsti nella Fondazione, ivi compreso quello del direttore scientifico. Inoltre nel modo di agire del Presidente si sono registrate ripetute scorrettezze nella sostanza e forse anche nella forma. Tra esse va registrato l’atto che mi ha indotto a rassegnare le dimissioni nel febbraio scorso (a norma di contratto 90 giorni prima della scadenza). Si è trattato della proverbiale goccia che ha fatto traboccare il vaso. In violazione a una esplicita clausola prevista dal contratto, non solo mi è stata negata la collaborazione di esperti in museologia e storia indispensabili per dettagliare il progetto museale, ma non è stata presa neppure in seria considerazione la bozza di progetto messa all’odg  del CdA (palesemente non letta né dal Presidente, né da altri membri del CdA). La conclusione è semplice: non sono stato posto nelle condizioni di lavorare in modo conforme ai molti e impegnativi compiti affidati al direttore scientifico...

continua

http://pierostefani.myblog.it/archive/2010/05/08/perche-mi-sono-dimesso-da-direttore-scientifico-della-fondaz.html

lunedì 10 maggio 2010

Mille Miglia Go-kart ferraresi?

da ESTENSE COM 7 MAGGIO

...Per la prima volta in settant’anni la storica corsa di auto d’epoca non attraverserà né Ferrara né Ravenna. Ma le due città, con il sostegno di Modena e probabilmente di Verona, hanno ufficializzato la loro risposta: la Ferrara-Ravenna che si svolgerà sabato 15 maggio sotto il titolo “La storia non si cancella”.

“Trenta equipaggi – annuncia il vicesindaco ravennate Giannantonio Mingozzi – alla guida di auto storiche perfettamente in regola con i criteri di selezione della Mille Miglia, partiranno da piazza Castello a Ferrara alle 15 e saranno in piazza del Popolo a Ravenna verso le 16.30. Successivamente si recheranno a Marina di Ravenna dove, in piazza Dora Markus, dalle 19 ci sarà una grande festa a ricordo dello storico tracciato. Non vogliamo perdere la speranza che il prossimo anno la Mille Miglia torni nelle nostre città e per questo abbiamo promosso la nostra iniziativa una settimana dopo la Mille Miglia, ma intendiamo affermare la sensibilità e l’amore verso le nostre tradizioni motoristiche, che gli organizzatori della corsa hanno voluto cancellare eliminando due città che fanno parte della storia”.

Ci saranno alcune delle più prestigiose auto storiche: Maserati, Ferrari, Fiat Torpedo Blu e la Lancia Aurelia B24 del film “Il sorpasso”. Alla guida tanti appassionati tra i quali lo stesso vicesindaco Mingozzi, il presidente della storica Officina Ferrarese Riccardo Zavatti, e tra i ravennati alcuni protagonisti di precedenti edizioni della Mille Miglia, come Pietro Morini, Paolo Golnelli, Flavio Mingozzi, Antonio Dradi e tanti altri....

CONT. http://www.estense.com/gia-30-equipaggi-per-la-mille-miglia-alternativa-049856.html

*(AsinoRosso- come ben indicato dal commento 1- vedi link articolo- maldestro, beffardo e ridicolo anche tentativo da parte delle istituzioni ferraresi di edulcorare la perdita delle Miglia a Ferrara.... onore ai piloti ma Tagliani probabilmente non sa neppure distinguere tra bolidi storici e una gara di Go kart!)