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martedì 3 dicembre 2024

Il Tempo del Futurismo 2024...L'Avanguardia sempre!

 https://www.liberoquotidiano.it/video/tv-news/41039084/-il-tempo-del-futurismo-una-mostra-che-celebra-l-avanguardia-italiana.html

 Roma, 3 dic. (askanews) - Dal 3 dicembre 2024 al 28 febbraio 2025, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma ospita Il Tempo del Futurismo, una mostra curata da Gabriele Simongini in occasione dell'ottantesimo anniversario della scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti. L'esposizione Anticipata da un acceso dibattito nel mondo dell'arte italiana, alimentato da polemiche emerse anche dopo un servizio della trasmissione Report, ha finalmente aperto i battenti ed è stata presentata alla stampa.

"Ero partito modestamente - ha commentato il curatore - pensando a esporre 300 opere e mi era stato detto che era assolutamente impossibile, non ce l'avrei mai fatta.Allora, vedere oggi questa mostra per me rappresenta la conferma che avevano ragione i futuristi: se riusciamo a tornare a credere nella forza dell'utopia, nella forza dei sogni, le cose importanti si possono fare anche quando tutti ti remano contro."

Il Tempo del Futurismo esplora il legame tra arte, scienza e tecnologia, un tema sorprendentemente attuale nell'era dell'intelligenza artificiale.

"Marinetti - continua Simongini - ha intuito la nascita del computer. Ho incluso nella mostra una grafica con le frasi di Marinetti, in cui lui parla di libri di nickel destinati a contenere centinaia di migliaia di pagine, alti non più di tre centimetri. Marinetti ha profetizzato il cellulare, quello che lui chiamava il telefono senza fili, e c'è un bellissimo saggio in catalogo che parla di Marinetti come profeta dei mondi virtuali. Marinetti e Boccioni avevano già profetizzato un mondo smaterializzato e virtuale che è il mondo di oggi. Quando i futuristi parlano di "umanizzazione della macchina e di macchinizzazione dell'umano", parlano dell'intelligenza artificiale di oggi".

Con oltre 350 opere - tra quadri, sculture, disegni, oggetti d'arredo - e più di 100 libri e manifesti, la mostra offre una panoramica completa del movimento futurista, arricchita anche da reperti storici come un idrovolante, automobili e strumenti scientifici d'epoca.

Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sottolinea che questa mostra dalla lunga gestazione riesce a cogliere appieno lo spirito del Futurismo, una forza creativa che continua a ispirare tutti i settori della contemporaneità. Ecco allora che la mostra non si limita a esplorare il Futurismo come movimento storico, ma ne esamina l'impatto anche nei vari ambiti della cultura contemporanea, come la musica, la moda, la gastronomia, l'architettura e il cinema. Tra gli eventi principali, ci saranno un incontro celebrativo su Marinetti a dicembre, talk sulla cucina e la moda futurista a gennaio, e incontri dedicati alla musica futurista, all'architettura di Antonio Sant'Elia e al teatro a febbraio.

Ricca poi l'offerta educativa, curata da L'Orologio - BU Sistema Museo, che comprende attività per scuole e famiglie, per la scoperta del Futurismo attraverso laboratori creativi. I bambini e le scuole potranno progettare una "Futur-casa" o costruire marionette ispirate al movimento, offrendo un'esperienza immersiva adatta a tutte le età.

Massimo Osanna, direttore generale dei Musei, afferma che il Futurismo è stato precursore in molti settori industriali strategici, influenzando la ricerca scientifica, il design industriale e la comunicazione. La mostra in un cortocircuito temporale si arricchisce quindi di due installazioni site-specific contemporanee di Magister Art e Lorenzo Marini, e si avvale di eventi e collaborazioni con il MAXXI e il Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.

"I futuristi ruppero con la tradizione, proiettandosi verso un futuro senza legami con il passato." ha ricordato Cristina Renata Mazzantini, direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Moderna,così con questa mostra il curatore, d'accordo con le istituzioni che hanno promosso l'evento, ha scelto di sfidare le convenzioni, superando i limiti temporali in cui normalmente il Futurismo è circoscritto. E se come ha detto Gabriele Simongini, il Futurismo "è un manifesto eterno che continua a interrogare il nostro presente e il nostro futuro", Il Tempo del Futurismo rappresenta un'opportunità unica per riflettere sul dialogo tra passato e futuro, confermando il Futurismo come anticipatore dell'era contemporanea.

Servizio di Federica Polidoro


 

sabato 30 novembre 2024

Nora Lux, proteste futuriste a Roma per la mostra futurismo...

 https://www.ansa.it/amp/lazio/notizie/2024/11/29/la-protesta-futurista-per-linaugurazione-della-mostra-alla-gnam_3e4266cd-f886-4e2e-a2b5-3a1110bbbb89.html

Avanguardia non Propaganda, Ottima protesta dell'artista Donna allo Gnam a Roma per le incredibili posizioni ancora ideologiche verso il Futurismo, che ha rischiato di compromettere l'evento; Finalmente una presa di posizione non solo di critici autorevoli (Duranti?) ma anche di futuristi viventi  Futurismo Space Pochi in fatti i futuristi tutt'oggi attivi presenti,  Fiore Ufagra' ecc...

Accadrà lunedì 2 dicembre alle 18 a Roma, alla Galleria Nazionale d'arte Moderna e Contemporanea, quando verrà alzato il velo sulla mostra "Il Tempo del futurismo" per l'inaugurazione istituzionale che precede l'apertura dell'esposizione al pubblico.
    Sarà, spiega la performer, "un'azione artistica di opposizione alle prevaricazioni, appropriazioni, stravolgimenti e favoritismi compiuti dal ministero della Cultura e dalla Gnam nell'organizzazione della mostra curata da Gabriele Simongini".
    L'azione, aggiunge, vuole anche "salvaguardare una delle avanguardie italiane da un'inutile, superficiale e dannosa propaganda".
    Benedetta Cappa, nota come Benedetta, è stata una pittrice, scenografa e scrittrice italiana, esponente del Futurismo e moglie di Filippo Tommaso Marinetti. (ANSA). 


 

sabato 7 dicembre 2013

L'Avanguardia come Tradizione 2.0: intervista a Michelangelo Ingrassia

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by Eccolanotiziaquotidiana - Roma

Michelangelo Ingrassia… docente a contratto di Storia dell’età contemporanea presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Palermo. Autore di L’idea di fascismo in Arnaldo Mussolini(Isspe, Palermo, 1998) e La rivolta della Gancia(L’epos, Palermo, 2006),   La sinistra nazionalsocialista. Una mancata alternativa a Hitler (Cantagalli, Siena, 2011),  AA.VV. Perchè Israele può avere 400 testate atomiche e l”Iran nessuna? (La Carmelina, 2013) * Nuova Oggettività…


D- Nelle recenti presentazioni  a Roma e Milano (27 9 e 28 10) del progetto e dei libri Nuova Oggettività, uno dei focus… certamente il tema avanguardia tradizione: sintesi aperta possibile?
R – Penso che chi oggi intenda agire contro il nostro tempo non possa fare a meno di chiedersi se sia possibile un uso rivoluzionario della tradizione e al contempo un uso tradizionalista della rivoluzione. L’idea-forza sulla quale si basa il sistema dominante è la conservazione. Questo sistema intende cristallizzare il tempo, autoconservarsi e autoperpetuarsi così come esso è. Al conservatorismo politico, culturale, economco, sociale, strutturale e sovrastrutturale del sistema, occorre contrapporre lo slancio vitale della rivoluzione. Lo spirito che alimenta questo sistema è il progressismo, inteso come evoluzione continua, perenne, dell’esistente, dei suoi prodotti e delle sue merci, in uno sviluppo senza fine. Al progressismo che eternamente ricerca lo sviluppo, giustificando così l’esistenza del sistema dominante, occorre contrapporre la volontà di potenza della tradizione. La sintesi tra rivoluzione e tradizione è dunque necessaria perchè soltanto essa può contrapporsi alla sintesi dominante tra conservatorismo e progressismo; soltanto un’avanguardia rivoluzionaria e tradizionalista al tempo stesso può reggere l’urto contro la nuova razza padrona e il nuovo potere dominanti.

D- Piu’ nello specifico, quali valori Tradizione e Avanguardia veicolano (o non veicolano?), oggi?
R –  Il pensiero tradizionale, le avanguardie intellettuali, il pensiero rivoluzionario puro (che non va confuso con l’evoluzionismo razionalista e positivista e con il darvinismo sociale dei liberisti e dei cattivi discepoli di Karl Marx) hanno in comune una parola che è anche un concetto, una visione del mondo, uno spirito del tempo, un’organizzazione dell’esistenza umana, un sistema di principii: Comunità! I liberali hanno saputo teorizzare e praticare una sintesi tra conservatorismo e progressismo e oggi dominano incontrastati il mondo. E’ tempo che i comunitari si risveglino, si organizzino, teorizzino e pratichino una sintesi antiliberale, anticonservatrice, antisviluppista e antiprogressista: la sintesi tra rivoluzione e tradizione. E’ tempo che l’io-comunità si ribelli contro l’io-individuo. Organizzare, teorizzare, praticare questa ribellione è il compito di una nuova aristocrazia sociale o di una nuova avanguardia comunitaria. Una ribellione che non deve essere necessariamente violenta ma può essere non-violenta: dipende come sempre dalle circostanze storiche e politiche.

D- E per la storia, in particolare, del popolo italiano?
Nello stesso momento in cui si scatenò l’attacco del nuovo potere e della nuova razza padrona, con l’americanizzazione dell’Italia e dell’Europa al tempo della guerra fredda, primo passo della globalizzazione planetaria nel terzo dopoguerra iniziato nel 1989, un’avanguardia intellettuale reagì appellandosi alla tradizione e alla rivoluzione: da Giacomo Noventa a Pier Paolo Pasolini all’Evola della rivoluzione interiore. Tuttavia mancarono le forze per superare gli steccati che ancora dividevano uomini e idee secondo gli schemi della guerra fredda. Recentemente Bruno Arpaia, in un libro significativamente intitolato “Per una sinistra reazionaria”, si è chiesto se la Sinistra non debba recuperare alcuni concetti del pensiero di Destra come, appunto, la Tradizione, la Comunità, la decrescita, citando De Benoist e Pasolini, Veneziani e Barcellona; vi è poi l’esperienza di Costanzo Preve, di Marco Tarchi, di “Comunismo e Comunità”. Si tratta di segnali che lasciano intravedere una possibilità. Occorre insistere. Volendo, è possibile affermare che Nuova Oggettività non è sola.

martedì 21 agosto 2012

Andrea Amaducci: super azione netdadaista vs Rigor Montis nel simulacro di CL a Rimini * + VIDEO

In mutande da Cl: "Fate l'amore non fate lo spread"

Parte da Ferrara la provocazione che chiude l'intervento di Monti a Rimini

"Fate l'amore non fate lo spread": questo lo slogan della sexy contestazione che parte da Ferrara e arriva dritta dritta al cuore del meeting Cl, organizzato come tradizione alla fiera di Rimini. Il gruppo "L'alieno" – composto dagli artisti ferraresi Andrea Amaducci e Maria Ziosi, dall'attrice milanese Paola Roberti – ha scardinato un poco la scaletta dell'evento.
Appena concluso l'applauditissimo dibattito sul tema "giovani e crescita", presieduto dal premier Mario Monti, il trio si è alzato in piedi sulle sedie dell'auditorium e, spogliandosi fino a rimanere con la sola biancheria intima addosso, ha srotolato un grande striscione giallo sagomato a forma di slip gigante. "Siamo nati in mutande e cresceremo in mutande": questa la scritta a lettere cubitali che ha disorientato la platea, mentre Amaducci – conosciuto a Ferrara per l'inconfondibile alieno, che si può trovare disegnato nei luoghi e nelle vie più disparate, del centro come della periferia – esprimeva ad alta voce il motivo della protesta.
Il tutto è durato appena mezzo minuto, subito sono accorsi gli uomini addetti alla sicurezza, per sedare il chiasso e portare via i contestatori. "Abbiamo aspettato che il presidente del Consiglio si fosse allontanato dalla sala prima di cominciare – racconta oggi lo street artist –, una scelta che è stata molto apprezzata dalle forze dell'ordine. Sono stati tutti gentilissimi: hanno capito subito che non eravamo sedicenni incoscienti appena usciti dal centro sociale, ma che la nostra azione era consapevole e non voleva creare disagio".
Durante l'improvvisazione sono stati anche distribuiti dei profilattici ai presenti: "siamo stati un passo indietro rispetto alla volgarità, e alla provocazione forzata", commenta sempre Amaducci, spiegando i motivi dell'incursione: "siamo stanchi di tutta questa putrida bancarotta, che coinvolge la politica, l'etica, l'ambiente. Si dovrebbe ritornare alle cose semplici: stare assieme, vivere più a contatto con la natura, comprare direttamente dai contadini. Queste sono le cose di cui parlo tutti i giorni con i miei amici, cose semplici".... C
 
ESTENSE COM
 
 
 

venerdì 3 agosto 2012

Antonio Saccoccio in “Avanguardie, poesia e caserme” al Museo Archeologico di Anzio (Roma)


 
 

Il 3 agosto 2012 alle ore 19.00 nuovo appuntamento nell'ambito di POESIA DA VERNISSAGE, Prologhi testuali per 7 mostre dell'Anno Culturale 2012, progettate da Giusi Canzoneri per il Museo Civico Archeologico di Anzio (Roma), con la cura di Ugo Magnanti.
Antonio Saccoccio apre la mostra cubofuturista di Giorgio De Santis con una sua "testuale net.futurista" intitolata Avanguardie, poesia e caserme.

martedì 14 febbraio 2012

Giovanni Sessa: considerazioni critiche sul "Cavalcare la tigre" di Vitaldo Conte (da Pulsional Gender Art, A21)


Arte magica e sciamanica
Considerazioni sul “Cavalcare l’arte” di Vitaldo Conte
di Giovanni Sessa
Raramente, in particolare nell’ultimo periodo, ci è capitato di dover parlare di un libro, la cui effettiva comprensione implichi la decodificazione della sua densità contenutistica e della sua complessa stratificazione interna. Ci riferiamo a una recente pubblicazione di Vitaldo Conte, docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Catania, nonché artista egli stesso, Pulsional Gender Art, Avanguardia 21 Edizioni. Nelle sue pagine, l’autore presenta una concezione dell’arte in grado di cor-rispondere alle pulsioni vitali e al diffuso bisogno di conoscenza, non ancora an-estetizzati, dell’uomo contemporaneo, immerso nei flussi metamorfici della società “liquida”. Si faccia attenzione, però! Quando utilizziamo la formula “concezione dell’arte”, non ci riferiamo ai confini, ormai asfittici e sterili, che al produrre artistico sono stati attribuiti, a partire dal Settecento, dall’estetica moderna. Anzi, la teoria-pratica dell’Arte di cui Conte si fa latore, muove da una certezza: la necessità di superare le conclusioni cui pervennero le avanguardie del primo Novecento, in particolare il Dada. Per recuperare un’effettiva possibilità Cre-Ativa, vanno negate le stesse categorie artistiche, nella ricerca di passaggi verso l’Ab-grund, l’abisso sorgivo dell’Origine sempiterna, sottratta alle logiche produttivistiche, utilitariste, economiciste cui, nella contemporaneità, soggiacciono modalità creative solo convenzionalmente dette ancora tali. L’intento è quello di scoprire l’eterno, quale sempre possibile, nel qui e ora, in un confronto non più con il moderno, ma con il post-moderno, che conceda al poietes, al creatore, di scorgere l’universale nel particolare, l’infinito nel frammento, l’armonico nella lacerazione.
Alla luce di ciò, le prime pagine del testo, ci paiono pensate sotto la stella e l’estro di Walter Benjamin, maestro indiscusso di una vocazione letterario-rappresentativa eminentemente aforistica, attenta al frammento e metodologicamente aperta alla contaminazione di generi e stili, asistematica, sviluppata in saggi, come quelli di Conte, sospesi tra teoresi e critica “creativa”. Ma, il vero nume tutelare della prima parte del libro, Corpi d’arte estrema, è senza dubbio Jean Luc Nancy. Infatti, in essa vengono presentate e discusse diverse forme di arte estrema, legate alla Body Art, che sono, al medesimo tempo, arte dal vivo e Arte Vitale, implicanti immagini come quelle “segnate” con il sangue dei corpi in mostra, ritenute sconvenienti per le norme sociali e il senso comune. L’esibizione del corpo d’arte esprime: “purezza e impurità, il sacro e il profano, la vita e la morte” (p. 6). Dal che, si evince come questa forma espressiva implichi il recupero della mistica estatica, in quanto in essa si ri-propone, magicamente: “il contatto, visivo e intimo, tra il corpo segnato e l’occhio che guarda”, ben al di là del limite conseguito da qualsiasi comunicazione meramente verbale. E’ la parola, o meglio, l’urlo della carne, del confine corporeo, paradossalmente luogo epifanico dell’oltre.
Il corpo è stato variamente tematizzato dal pensiero contemporaneo, ma il Noli me tangere del filosofo Nancy, ha rappresentato il momento apicale in tale trattazione e la sua eco si ascolta, sia pure implicitamente, nelle pagine di Conte. In questo scritto del pensatore francese emerge un hapax teologico, nel movimento del trattenere o prevenire, da parte del Cristo, il gesto della Maddalena, dopo la resurrezione: si tratta di una tutela del corpo resuscitato. Dice Nancy: “Non toccando questo corpo, toccare la sua eternità”. Cosa evidenziata in particolare nei dipinti, dedicati al soggetto in questione, da Rembrandt, Dürer e Tiziano. Ciò che qui interessa rilevare, è la valorizzazione che Nancy compie, della Maddalena: questa donna è stata presentata tradizionalmente come una prostituta, dalla quale Cristo ha scacciato sette demoni, ma essa è stata, nel corso della sua vita, in costante prossimità con la morte e il dolore. E’ in grado di cogliere, pertanto, la vita nella morte, il risorto nel cadavere, poiché ha fatto esperienza della morte nella vita: nella sua figura viene suggerito il momento femminile e sinistro dell’ arché. Insomma, solo il corpo carnale rivela il corpo “glorioso”. Il tema, peraltro, non è presente solo nel filosofo transalpino ma, tra gli altri, anche in Franco Rella (Ai confini del corpo, Feltrinelli 2000) e, in altra prospettiva, in Xavier Lacroix (Il Corpo di carne, EDB 1996).
Quindi, il segno-ferita di cui dice Conte, testimonia, da un lato, la dimensione catartica e rituale della violenza, secondo la direzione indicata in noti studi da René Girard, ma: “…è anche un modo per opporsi a un esterno che tende a dissolvere la fisicità in una onnivora rete virtuale” (p. 9). Il linguaggio del corpo parla lingue diverse da quelle a cui la modernità ci ha assuefatti. La riconquistata significanza del corpo-simbolo, presentata dalle forme di arte estrema, può illuminare davvero di senso la nostra finitudine. Il dolore, la ferita, la lacerazione assumono, in questi contesti, valenze arcaiche e rituali, indicanti, come nelle autentiche tradizioni iniziatiche, il passaggio. Dal corpo cosale a quello sveglio o risvegliato, dal “silenzio” del corpo mercificato, anche dall’approccio medico-scientifico, di cui così esemplarmente ha detto il nostro più illustre scrittore d’aforismi, Guido Ceronetti, all’eloquenza del corpo d’arte. Per conseguire la quale il performer, nelle sue messe in scena, esce dalla visibilità: “Nascono così i luoghi dove si esprime l’assenza, la sparizione corporale” (p. 11). Una delle più pregnanti esperienze, in tal senso, è stata realizzata da Gina Pane, che utilizzava la ferita per suscitare emozioni indicanti la volontà di superamento della dimensione corporea propriamente detta. La “violenza” d’arte è esorcismo nei confronti della violenza dal carattere ontico, imposta dal Gestell, l’Impianto tecnico-produttivo.
Quest’arte è costituzionalmente e vocazionalmente sciamanica. Le stesse produzioni e gli allestimenti di Conte, lo testimoniano. A muovere da quello realizzato nell’ex-ospedale psichiatrico di Messina, di cui viene detto nel libro, nel quale: “La ferita- da segno patologico- diviene creativa in un evento collettivo e imprevedibile, espresso con comportamenti, danze, espressioni pittoriche e materiche, musiche. L’evento riunisce i terapeuti, i pazienti e gli esterni, nella medesima sostanza pulsionale, vestiti ognuno con una tuta e una maschera raffigurante il proprio altro volto” (p. 17). Oppure, la cosmizzazione dell’umano, può transitare attraverso il recupero delle energie telluriche in momenti d’arte-vita, che Conte a più riprese, ha ambientato nel Salento, nelle occasioni che scandiscono il ciclo dell’anno, ad esempio in prossimità dei solstizi: “La possessione ricerca la sua liberazione attraverso l’esorcismo sciamanico: la danza, il tamburo, il cerchio magico, diventano la segnaletica dello spazio altro” (p. 124). In ciò si evince, con chiarezza, la riemersione del mito di Anteo, la cui salvezza era correlata, nel racconto, al suo sintonizzarsi sulle energie ctonie e uraniche. Al suo essere sin-tonico rispetto ai ritmi cosmici.
Tutto ciò, è presente con ulteriore nitore, nella trattazione che l’autore dedica alla Poesia Sonora. Nell’esperienza riferibile a Demetrio Stratos, la ricerca della sonorità pura, conduce al predominio del significante fonico rispetto al significato semantico della parola. La voce, in quanto strumento sonoro, cor-risponde, in questa prospettiva al suono dell’Origine. Nei miti di creazione, secondo le convinzioni dell’etnomusicologo Marius Schneider, il momento acustico determina l’atto creatore: gli dei sono canti, poiché la fonte da cui il mondo emana, è sempre musicale. L’abisso primordiale, dal quale il mondo si eleva, è cassa di risonanza, la natura dei primi esseri è puramente acustica e la voce ne è l’eco, a livello microcosmico. La Poesia Sonora spostando lo sguardo sotto la soglia linguistica, dissolve il materiale verbale, frutto della ragione calcolante, ricollocandoci nell’arché-telos.
In fondo, la medesima funzione riconnettiva, è svolta da diverse forme di danger art, tra esse, l’autore richiama l’attenzione del lettore sulla Bondage Art. Qui riappaiono ritualità sacre di origine nipponica, e un uso anagogico della sessualità, fondato sull’abbandono alla sensualità, in quanto propedeutico all’ascolto profondo. Infatti:“Questi eventi estremi vogliono divenire anche delle testimonianze: verso l’insensibilità del corpo nell’era tecnologica, e di confronto verso angosce e demoni interiori, che spesso vengono ignorati e sublimati” (p. 23). La cosa naturalmente si realizza, a condizione che i praticanti siano motivati in tal senso e ambiscano effettivamente alla re-integrazione andro-ginica. In caso contrario, tali pratiche possono indurre, anziché aperture verso l’alto, regressioni psichiche verso il basso. Chiusure, anziché aperture e nuovi orizzonti. Non è casuale, quindi che nel libro venga presentata la figura di Aleister Crowley e analizzata la sua “magia sessuale”, quale tentativo di unione mistica con l’universo.
Le diverse tendenze artistiche discusse e i protagonisti che le animarono o, a seconda dei casi, le animano, hanno un tratto rilevante in comune: sono tutte espressioni di Arte-Vita, tendenti a liberare la creatività dall’invalidante dualismo/dicotomia di intelletto e azione. Il pensiero è per definizione azione. Solo in questa prospettiva l’arte introduce alla dimensione festiva della vita. Con Marinetti e il futurismo, Conte può affermare che: “…l’inferno economico sarà rallegrato e pacificato dalle innumerevoli feste dell’arte” (p. 82). Figura d’eccezione, in tale contesto, è Valentine di Saint-Point, la cui esistenza, scandita da sensualità e prepotente pulsionalità, è stata un vero percorso creativo. Altro esempio paradigmatico, ma sul piano storico-comunitario, è quello dell’esperienza fiumana di D’Annunzio, “Festa-Rivoluzione”, immaginifica e lirica, come nelle corde della concezione futurista. Il Poeta-Vate incarna la “fantasia al potere”, capace di sublimare il profitto in economia di dono. Guido Keller e Mario Carli trasformarono Fiume in “Città di vita”, incarnando, ancora una volta nel senso etimologico del termine, l’utopia estetica, di origine romantica. Questa vita-possibilità estrema, è indotta dall’accettazione tragica e, per questo, gioiosa del mondo, che da sempre è latrice di un’idea di creazione centrata su un’arte pulsionale che vuole: “cambiare il gusto e l’esistenza, anche quotidiana” (p. 91), e che mira, attraverso l’intensità, a porre in forma il reale, dominato dall’antiprincipio, l’hasard. Tale dimensione demiurgica è costitutiva anche delle avanguardie contemporanee, neofuturiste e neodada, attive sul web. La rete è concepita dai rappresentanti delle neoavanguardie come luogo di libertà creativa e diffusionale, cosa sulla quale ci permettiamo di avanzare qualche dubbio, vista la pervasività dell’eterodirezione socio-culturale. Resta il fatto che: “Il Futurismo e il Dada sono avanguardie che possono co-esistere in una continuità di azione-lettura, tanto da poter ipotizzare una creatività di FuturDada Oggi” (p. 96).
Insomma, di fronte alla metamorficità della vita, nell’età post-moderna accelerata dalla mercurialità comunicativa, quale il ruolo dell’arte? E, inoltre, quale il punto archimedeo delle diverse suggestioni indotte dalle pagine di Conte?
Oggi l’arte vive un’evidente dispersione nella società dei non-luoghi, non è più oggettivabile nei confini segnati dall’estetica, rigidi e in contrasto con la transitabilità contemporanea. Essa è: “…entrata dentro l’esistenza come essenza e presenza quotidiana” (p. 98). Per questo, di volta in volta, può assumere il carattere della visibilità o dell’invisibilità, in un’illimitata sinestesia. L’arte oggi, ha portato a piena maturazione la sua implicita tendenza all’oltre. Può risultare destabilizzante per l’ordine costituito, in un mondo in cui il riferimento prioritario non è l’intellettuale tradizionale, ma il blogger. Essa rappresenta nel web un virus non controllabile. In questo luogo, in qualche modo “eletto”, si sottrae alle logiche di mercificazione, cui soggiace nell’ambito del mercato globale, in cui: “…il prezzo dell’opera diviene segnale della reputazione di un artista, del gallerista e del potenziale compratore” (p. 100). In questo nodo teorico, può ravvisarsi la risposta al secondo quesito che ci siamo posti. Conte individua nel pensiero di tradizione, esemplarmente rappresentato da Julius Evola, e in particolare dal suo “Cavalcare la tigre”, una forza sovversiva nei confronti delle logiche del pensiero dominante. Trasforma, in un certo senso, l’indicazione evoliana mirata a controllare la corsa impazzita della tigre della modernità verso il basso, in una possibilità d’ascolto delle “potenzialità” che, una tale condizione, può presentare. Suggerisce una sorta di “Cavalcare l’arte”, avendo individuato nella poiesis e nelle sue potenzialità, il dato sismografico della crisi e la sua terapia. Certamente, per l’autore, mistica e tradizione, hanno oggi un volto diverso da quello abitualmente attribuito loro, si riproducono, come ogni cosa in questo tempo ultimo, in modo estremo e con maschere di nomadismo che, apparentemente, non sono loro proprie.
Ha ragione Conte, nel dire che Evola in questo libro del 1961, chiude un ciclo e ritorna alle posizioni da cui era partito negli anni della giovinezza, attraverso il recupero del momento filosofico-speculativo. Infatti, al centro di opere come L’Individuo e il divenire del mondo è da cogliersi una valorizzazione senza precedenti del dionisimo e delle sue valenze conoscitive. Non è forse il recupero della medesima potestas divina, che sta a monte delle diverse espressioni d’arte presentate dallo studioso in questo volume? In tal senso, risulta significativo e sintomatico il paragrafo dedicato ai “Nudi di Julius Evola come Metafisica del sesso”. Tali dipinti di nudi femminili, realizzati nel decennio 1960-70, sono portatori di archetipi e simbologie erotiche che mettono in luce il mondo “segreto” femminile, in funzione delle pratiche di magia sessuale. In essi, perfino il colore dei capelli, assume una valenza di richiamo realizzativo. I tre quadri sono collegati tra loro, esemplificano le potenzialità del femminile, positive e negative, incarnate dal demetrico e dall’ afroditico.
Quindi, se come ricorda Evola in Cavalcare, l’uomo differenziato può profittare della situazione attuale, determinata dalla meccanicizzazione della vita: “…attivando la dimensione della trascendenza in sé, bruciando le scorie dell’individualità ” (J. Evola, Cavalcare la tigre, Scheiwiller, Milano 1971, p. 113), al fine di enucleare la persona assoluta, tale prospettiva apre sul reale nuove porte. Esso viene esperito in uno stato in cui non c’è soggetto dell’esperienza, né oggetto che venga sperimentato, ma esclusivamente la semplice, pura, essenziale, presenza delle cose. I fatti, gli enti, sono in-sensati, senza scopo ed intenzione, ma in quanto tali assumono una significanza assoluta. Si tratta di una “denudazione” del reale, che induce la visione di Neue Sachlichkeit, di Nuova Oggettività. Ecco, mi pare che il risultato tangibile della Pulsional Gender Art, teorizzata e praticata da Vitaldo Conte, nelle sue diverse forme ed espressioni, possa trovare il proprio snodo focale, in questa sintetica definizione.
Poiché, negli ultimi tempi, sulla scena italiana ha fatto la sua comparsa il Libro-Manifesto di un nuovo movimento di idee, intitolato, Per una Nuova Oggettività. Popolo, partecipazione, destino (Heliopolis 2011), alla cui stesura ha collaborato lo stesso Conte, ci auguriamo che i contenuti del libro qui brevemente presentato, per la loro importanza, possano inaugurare sul tema un dibattito critico, aperto, produttivo.
Vitaldo Conte, Pulsional Gender Art, Avanguardia 21 Edizioni (Roma 2011)

domenica 11 dicembre 2011

Ferrara futurista e futuribile a Roma: "Nuova Oggettività"

*from Estense Com

http://www.estense.com/?p=184950

L’Avanguardia ferrarese a Roma

All'Accademia di Romania a Roma presentazione del libro manifesto 'Nuova Oggettività'

L’11 dicembre all’Accademia di Romania a Roma, ore 9.30, prima presentazione per il libro manifesto “Nuova Oggettività- popolo, partecipazione, destino” (Heliopolis, 2011): manifesto della nuova filosofia italiana, oltre 90 autori e 150 aderenti, promossa da certa area intellettuale antagonista e ciberculturale, di forte matrice neonietzschiana, ben nota della capitale.

Tra essi e curatori i vari Sandro Giovannini, scrittore già del Gruppo Vertex e curatore della rivista Letteratura Tradizione, i filosofi Giovanni Sessa e Gian Franco Lami (Università La Sapienza), oltre a Stefano Vaj, intellettuale futurista da Milano.

Tra gli autori anche l’avanguardia letteraria contemporanea di Ferrara: Roby Guerra, leader di Azione Futurista Ferrara, sezione locale del gruppo nazionale del celebre Graziano Cecchini (anch’egli tra gli autori); Maurizio Ganzaroli, coordinatore locale per i futurologi (sede Milano) di Riccardo Campa (pure lui nel libro manifesto); Riccardo Roversi, scrittore, gionalista e editore ferrarese ben noto in città, Giovanni Tuzet (Bocconi, Milano), redattore della rivista Argo di Bologna; Zairo Ferrante, promotore del dinanimismo e recentemente lanciato dalla rivista nazionale Isola Nera (diretta dalla celebre poetessa sarda, Giovanna Mulas); Gaia Conventi, scrittrice erotic-noir , recente vincitrice del prestigioso Premio Eroxè 2011; Sylvia Forty, poetessa e nipote d’arte del commediografo dialettale Arturo Forti.

Degli stessi ferraresi Guerra (che cura anche il blog omonimo del neomovimento nazionale), Ferrante, Ganzaroli e Conventi anche i promo trailer per Nuova Oggettività, visibili su You Tube, conferma ulteriore e significativa di scrittori di Ferrara accreditati a livello nazionale.

*

http://nuovaoggettivita.blogspot.com

 

 

 

sabato 10 dicembre 2011

Zuni Art club Ferrara- VALHALLA RISING di Nicolas Winding Refn

VALHALLA RISING al Cineforum! (da Zuni)VALHALLA RISING al Cineforum! (da Zuni)
 
Vi è piaciuto BRONSON? Martedì arriva al cineforum un altro film del regista!

VALHALLA RISING è il Punto di Non Ritorno della rassegna PROFONDO NORD: dopo aver visto questo, vi sarete spinti troppo lontano per poter ritornare indietro.

VALHALLA RISING è il motivo princi...
pale per cui è stata organizzata questa rassegna! Altro film di Refn precedente a DRIVE, altro capolavoro, altra opera unica e indimenticabile. Un delirio visivo cupo, sanguinario, glaciale come l'essenza stessa del cinema del PROFONDO NORD.

Ci vediamo martedì 13 Dicembre alle ore 21:30 presso il Circolo ARCI ZUNI con VALHALLA RISING di Nicolas Winding Refn (Danimarca, Gran Bretagna, 2009). Ingresso gratuito con tessera ARCI.


LA TRAMA
Un gruppo di vichinghi tiene intrappolato un uomo muto, guercio e dalle impressionanti capacità di combattimento. Il guerriero però si libera uccidendo i suoi aguzzini e risparmiando solo un bambino.


IL TRAILER:

http://www.youtube.com/watch?v=PlcfUzxxBDw
 

giovedì 8 dicembre 2011

Zuni Art club Ferrara-LAVA LAVA LOVE

Domenica 12 DicembreLAVA LAVA LOVE ::: *zuni sunday gig*
 
LAVA LAVA LOVE ::: *zuni sunday gig*

I Lava Lava Love nascono, un po’ per caso, nell’estate 2010, grazie a un eccesso di creatività di Vittorio Pozzato, tastiera/chitarra/voce di Fake P, Canadians e House of All, e Massimo Fiorio, già bassista nei Canadians.
Sono attualmente in tour per promuovere il loro nuovo album "A Bunch Of Love Songs and Zombies".
(http://lavalavalove.tumblr.com/)

INGRESSO GRATUITO CON TESSERA ARCI

ZUNI
Via Ragno 15
Ferrara
(
http://www.zuni.it/

http://www.facebook.com/events/303984166289703/

martedì 15 novembre 2011

Vitaldo Conte Interview: verso Pulsional Gender Art


*Vitaldo Conte, tra gli autori del libro manifesto "Nuova Oggettività"

D- Conte: avanguardia prossima ventura?
L’avanguardia, al di là di ogni sua possibile espressione, è sempre e comunque predisposta a porsi “verso” un presente che si proietta nel suo “oltre”, che può costituire la sua ipotesi di prossimo futuro. Senza questa ipotesi l’avanguardia non può scrivere “manifesti” di pulsione creativa. L’estremo dell’avanguardia può essere anche quello di costituirsi – come talvolta accade oggi – interiormente avanguardia, senza esprimere necessariamente qualcosa.
D- Conte: Pop e Trash, differenze?
Il Pop e il Trash, nella loro genesi storica, presentavano esistenze differenti. Oggi, viceversa, si confondono e si relazionano: il Pop tende a divenire dispersione-trash; il Trash si assembla come s/oggetto-lingua pop.
D- Conte: poesia verso o contro le stelle?
Le stelle, con i loro molteplici percorsi, sono state sempre “bussola” per poeti e avventurieri dell’anima. Qualcuno ha detto che la via più breve tra due punti passa sempre per le stelle...
La poesia come azione può volare “angelica” verso le stelle e le sue voci. Ma può rivoltarsi “demoniaca” verso le stesse, con arroganza prometeica che fa divenire bella anche la sua sublime sconfitta.
D- Conte- per live set estremi?
Le ambientazioni sinestetiche dell’esistenza cancellano le linee di demarcazione tra evento, espressione e realtà, per fluire “oltre ogni genere” prestabilito e unico. Le possibili creazioni possono concepire, con i loro linguaggi che “dialogano”, la propria festa-opera d’arte totale, che è anche spettacolo, esistenza, ritualità espressiva.
L’ultimo space della CreAzione è anche in con-testi fluttuanti di citazione-live...
La x, o la grande X, può divenire il segnale, l’emblema, la maschera di un extreme live set di “navigazione”: via-Internet, di sonorità inascoltabili e sconcertanti, di immagini imprevedibili o invisibili. La X è il sinonimo e la personificazione del senza nome e origine, dell’extra come dell’oltre (l’alieno, il para-normale), della fluttuante anomalia, del segnale dello “sconfinato”, che si libera anche dall’indicare l’astrazione di un “significato di estremo”. La x, come spazio “s/terminato” e “ex/terminato”, indica, dunque, “l’estremo/extreme”, oltre le convenzioni segniche della stessa scrittura, per entrare nell’incontenibile e per esprimere l’incomprensibile dei vari confini...
D- Conte- Pulsional Gender Art... Indizi?
Questo libro “in uscita” (Avanguardia 21) ha una propria anima-esistenza che può distaccarsi dal suo autore. “Si apre” a emergenze pulsionali di Arte-Vita: le poetiche del corpo estremo “di-segnato” dal sangue, dalle violazioni e mutazioni, dalle maschere e scritture (visive, sonore); il Futurismo e il Dada italiano con i loro dintorni (storici, odierni); il “cavalcare la tigre” oggi tra business, rovine, echi post-moderni, hacher. Il filo-corpo rosso della pulsione-coscienza come arte fa “con-vivere”, in un viaggio testuale/immaginale, memorie di mistica-desiderio, espressioni “calde” di avanguardie e attualità. Le ultime poetiche “vivono” anche in Festa-Arte, in ritualità quotidiane, in manifesti e maschere virtuali, forse anche in queste parole con cui ti rispondo come “indizi” di Pulsional Gender Art...

RobyGuerra