ATARAXIA E I MADRIGALI DEL MISTERO di Maurizio Ganzaroli

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MODENA

29 GENNAIO 2011

 

Mentre ci avviciniamo all’ottocentesco palazzo che ospiterà la serata di paura e brividi,

le luci della strada sembrano affievolirsi, e dei sassi battuti tra loro sovrastano il rumore delle auto che si sente sempre meno.

Siamo oramai in vista del palazzo e qui scopriamo con meraviglia che tutto intorno a noi è cambiato; non siamo più a Modena, ma a Londra nella prima metà dell’ottocento, dove eleganti signori camminano lenti sul marciapiede accompagnando ricche signore ingioiellate, carrozze e cocchi trainati da cavalli arrivano un po’ da tutte le parti per partecipare a questa serata memorabile, dove Sir Arthur Conan Doyle ed Edgar Allan Poe leggeranno e reciteranno per i presenti alcuni brani tra i loro scritti più spaventosi.

L’ampio scalone che ci si prospetta è illuminato a fatica da alcune candele accese sui gradini di marmo pregiato, mentre alcuni sinistri suoni d’organo si odono provenire da angoli indefiniti del palazzo.

Fuori sta cominciando una bufera, che sembra perfetta vista l’atmosfera della serata, vengono quindi tirate i pesanti tendaggi di broccato e velluto rosso, a coprire le finestre ed ovattare in questo modo il rumore quasi assordante della pioggia battente.

Nessuno sa cosa aspettarsi di preciso, ciò che si conosce è che presto il terrore regnerà sovrano nella sala gremita di persone, che come ipnotizzate da un basilisco non riescono più a muovere un solo dito, i muri scuri illuminati solo in alcuni punti da candelabri infissi nei muri con lunghe candele somiglianti a dita scheletriche protese verso il cielo sembrano inghiottire a poco a poco anche quella poca luce che presto verrà meno.

Oscuri e spaventosi racconti allora si succedono tra brughiere inglesi ed enormi e sconosciute creature che vi vagano divorando i primogeniti della famiglia, le tetre colline che circondano la valle della paura, dipinta su di un quadro appeso alla parete, dove il solo vederlo farebbe venire gli incubi all’uomo più coraggioso che si possa conoscere, ed infine il rumore martellante di quel cuore seppellito sotto le assi della camera da letto del vecchio con l’occhio ceruleo, ucciso dal suo maggiordomo.

Tutto questo è intercalato da brani musicali, cantati in antiche lingue di cui si è persa la memoria, intonate da una diafana creatura, che si stenta a credere reale in quella situazione oscura, accompagnata al piano da un uomo che sembra suonare privo di volontà come un automa.

Le canzoni parlano d'ali, che fanno volare via da quell'angusta e tenebrosa stanza in cui ci trova, la forza del silenzio, personaggi mitici come Medusa che trasforma in pietra chiunque la guardi, Ligeia portata alla morte dal troppo amore e dalla paura senza controllo di poterla perdere. Siamo oramai in preda completa di quella situazione buia e in preda al terrore, non sappiamo più cosa aspettarci, siamo alla mercè del fato, che ha voluto, desiderato sadicamente che tutti fossero lì, forse per l’ultima volta su questa terra ad assistere al tetro spettacolo.

Riconosco allora nei muri quella verdognola sostanza che pare respirare di vita propria, come anche i muri che rientrano in se stessi ed escono, come mostruosi petti che si gonfiano d’aria, la casa degli Usher, il pozzo e il pendolo, tutto intorno comincia a girare in maniera vorticosa, poi d’un tratto la luce comincia a prendere consistenza, l’ambiente diventa più famigliare e ci rendiamo conto che siamo tornati nella nostra epoca, la bufera è terminata e ritorna il calore della vita.

Ci allontaniamo da quella folle serata, ma ancora in noi alberga il ricordo di quella notte da brivido vissuta forse nello spazio temporale di un’altra epoca.


Scaletta:

Wings

Fuga trionfale

Tu es la force du silence

A Calliope

The gentle sleep

Medusa

Elevazione

Quintaluna

A l’ aube

Gloomy Sunday

cover di Jill Tracy

Les tisseuses lunaires

Alabama song

Shelmerdine

Dulcamara

Ligeia

Lucretia

May she become

Astimelusa