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martedì 15 aprile 2025

Giorgio Sangiorgi-Il Futuro?SCUDO EDIZIONI...

 

Natura e politica
Lo scopo primario delle creature viventi è sopravvivere. Per farlo esse devono adottare due strategie. Una prevede di sfruttare sapientemente le proprie qualità per prosperare in un ambiente dato, l’altra consiste nel prestarsi a mutamenti progressivi per adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente che li circonda. Cambiamenti che procedono inesorabili, caotici ma con metodo e che nulla può arrestare perché intrinsechi alla natura della fisicità e del tempo.
Contrariamente a quanto pensano in molti, l’uomo non è un alieno piovuto da una dimensione parallela, ma un’espressione di questo cosmo e una derivazione delle forme viventi che lo hanno preceduto, quindi risponde alle loro stesse logiche di sopravvivenza, conservazione ed evoluzione.
A mano a mano che l’ominide diveniva sempre più un essere mentale, e si affrancava dal bisogno di soggiacere alle condizioni ambientali, queste istanze si sono trasferite nella sua socialità e nella sua storia. Quindi, inevitabilmente nella politica che regola i rapporti tra di essi.
Ecco allora che le forze politiche fondamentali sono la tendenza al conservatorismo e al progresso. Nei secoli che ci hanno preceduto il conservatorismo l’ha fatta per lo più da padrone, perché è fatto per la gestione della quotidianità.
Poco spazio veniva concesso alle forze e alle persone più sensibili al mutare delle cose. Questo garantiva lunghi periodi di stabilità, tuttavia alla fine di questi il prezzo da pagare era ed è ancora molto alto, perché l’evoluzione, se compressa, comincia a rispondere alla logica dell’ebollizione dell’acqua. Un lungo periodo di silente preparazione che sfocia in una sorta di violenta esplosione.
Un evidente esempio di questo è la Rivoluzione francese, ma in fondo anche la seconda guerra mondiale potrebbe essere letta in questa logica.
Forse non a caso, proprio dal dopoguerra a oggi nell’occidente anglicizzato si è sviluppato un tentativo di regolamentare meglio quest’alternanza di forze; prima con lo sviluppo della democrazia, poi con il tentativo di sviluppare un sistema di alternanza di gestione politica tra progressismo e conservatorismo.
Il guaio però è che la potenza quotidiana della conservazione è sempre molto forte e quindi la verità è che i due partiti o movimenti in questione in genere sono costituiti da forme più o meno spinte di conservatorismo: i progressisti sono in realtà conservatori con qualche spruzzatina di progressismo, ma senza esagerare.
Il vero progressismo resta latente nella società, dominio esclusivo delle avanguardie, quando va bene, o degli estremismi. E, dato che il Mutamento è inarrestabile, questo ci espone lo stesso alla faccenda della pentola in ebollizione, cosa che vuol dire guai per tutti.
A questo si aggiunge il fatto, dovuto a una spinta evolutiva universale (cosa di cui sono personalmente convinto) o semplicemente per lo sviluppo storico dell’umanità, che la velocità del cambiamento sembra più alta che nel passato. Una velocità che aumenta ogni giorno di più.
Ciò a cui stiamo assistendo in occidente è quindi una veloce decadenza di questo progetto bipartitico, soprattutto dovuto al fatto che le forze della conservazione e del progressismo oggi si sono mescolate come in un frullatore, infuriando in ogni compagine politica e sociale come mai si era visto prima d’ora.
I possibili scenari quindi sono due.
Quello più probabile è un ritorno a un conservatorismo sempre più dispotico, che purtroppo, come si vede bene in tutto il mondo orientale, conduce a soffocamento, violenze e successive e cruente rivoluzioni.
L’altra via sarebbe trovare un sistema migliore per garantire un lento e fisiologico progresso costante che consenta il cambiamento sociale necessario alla società senza sconvolgere le sue attività quotidiane.
Cosa prevarrà?
Personalmente continuerò a mantenere la mia fede nell’Impossibile.

lunedì 10 febbraio 2025

Giorgio Sangiorgi-Scudo editore-Futuro e Trascendenza

 

 
La trascendenza della materia
Vi è un punto centrale dell’esperienza umana sulla terra che sarebbe bene fosse compreso, ma è cosa assai difficile perché esula dall’esperienza dei più.
Per comprenderlo partiamo dalla scissione filosofica e culturale tra vita spirituale e quotidianità umana. Un tema delicato soprattutto nei paesi con un passato cristiano-cattolico, come l’Italia, letteralmente ipnotizzata da quel modo di vedere le cose, vuoi per aderirvi, vuoi per combatterlo.
Quasi tutte le religioni, spesso stilando decaloghi o trattati molto dettagliati (nell’islamismo questo è un tema quasi ossessivo, ma anche i famosi dieci comandamenti pare anticamente fossero più di seicento), hanno diviso la vita in ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, per moralismo nel peggiore dei casi, per indicare ciò che avvicina a Dio e ciò che ne allontana nel migliore.
I motivi di questo sono molteplici, ma è bene risalire questa corrente e giungere al suo punto di origine. Nel tempo ci sono stati molti mistici che hanno raggiunto elevati stadi di divinizzazione della propria umanità, il che, come ho tentato più volte di spiegare qui, consiste nel mettersi in contatto con l’energia spirituale e farla scendere nel proprio essere per trasmutarlo in modo che questo non sia più d’ostacolo a percepire stati trascendentali via via più elevati, in una scala virtualmente infinita.
Questo processo, che India viene definito sadhana, o tapasya, segue uno sviluppo molto differente per ognuno di noi, ed è per questo che gli antichi gnostici rifiutavano ogni imposizione esterna, ogni dogma e religione, in contrapposizione con il cattolicesimo (che alla fine riuscì a sterminarli, perché le religioni sono giustamente considerate come fonti di grande potere politico).
Ma anche esseri illuminati come gli gnostici, come i buddisti, anche le più sagge scuole dell’induismo, si trovarono prima o poi di fronte a una barriera invalicabile: la materia fisica. Una volta raggiunta l’iniziazione spirituale, molti ricercatori riuscivano a divinizzare progressivamente tutte le componenti dell’umanità, riuscivano a illuminare la propria mente, a spiritualizzare la propria sfera emotiva, al punto che esse non erano più di ostacolo. A quel punto potevano sedersi in meditazione e raggiungere mondi straordinariamente elevati delle sfere interiori. Provando una beatitudine infinita.
Eppure c’era una parte di loro che non voleva assolutamente cedere alla luce superiore e questa era la “materia fisica” del corpo umano. Ogni tentativo di spiritualizzare il corpo fisico si scontrava contro un muro di incoscienza, oscuro e spaventoso come la caverna più buia. Pochissimi di essi hanno tentato di discendere in quel buio incosciente e pervicace come una notte senza sogni.
I canti vedici degli Ariani dell’India, probabilmente, narrano di un popolo ad essi precedente che si cimentò in uno dei più grandi tentativi di dare l’assalto a questa fortezza oscura, di spaccare questa roccia di basalto che sta alle radici dell’universo e quindi anche dell’uomo. Ma fallirono anch’essi.
Così, nelle ere successive, tutta la spiritualità finì per rinnegare la materia e il corpo umano in tutte le sue espressioni. Quando il grande mistico usciva dalle sue alte meditazioni, se era sincero, si accorgeva che il suo comportamento restava quello mediocre di tutti gli altri, seppur con qualche sfumatura celeste in più. E la morte fisica era il finale sberleffo all’insuccesso di una vita intera dedicata alla propria elevazione spirituale e a quella degli altri.
Ed ecco il rifiuto progressivo di tutto ciò che è legato al corpo, di ogni fisicità, e più ancora ecco il rifiuto della vita. Ecco che tutti loro hanno finito per ritenere che lo scopo della vita spirituale fosse solo sfuggire alla vita: una lunga via di sofferenze per meritarsi il Paradiso per i cristiani, un distacco progressivo dalla vita per evitare le reincarnazioni successive per i buddisti e gli induisti.
Una divaricazione che ha prodotto tutto il male possibile.
Quindi, anche da parte di coloro che aspirano a una vita spirituale, questo rifiuto della vita deve essere abbandonato. Perché ciò che la natura della creazione ci chiede, ciò che è insito nel concetto stesso di evoluzione, è un processo di divinizzazione della materia. Il solo che potrebbe condurci a ciò cui veramente tutti aspiriamo, una vita eterna degna di essere vissuta come tale, priva di dolori e malattie del corpo e dell’anima.
L’antico tentativo dei popoli pre-vedici deve tornare ad essere il centro degli sforzi della specie umana, che così potrà trascendere se stessa invece di estinguersi in un sofferente crepuscolo.
La materia, le cellule stesse del nostro corpo possono essere convinte a una mutazione della propria primitiva coscienza e questo sarà tanto più facile quanto questo sforzo, da meramente individuale, diverrà collettivo.
 
 


 

sabato 8 febbraio 2025

Fantascienza e Transumanesimo

 Giorgio Sangiorgi

Giorgio Sangiorgi


 

Photo Hirst Devolved Parliament  Camera Comune Regno Unito piena di Scimpanzè
 
Transumanesimo e singolarità
I transumanisti, mi pare, vedono nella tecnologia il prossimo passo evolutivo dell’umanità. Tutto è possibile. Da un lato ci sono le migliorie che potrebbero venire da nuovi supporti digitali innestati nei nostri corpi, dall’altro ci sono le modifiche genetiche degli stessi. Se non un mix delle due (che però per ora è ancora ben di là da venire).
Partiamo dalla genetica che, pur essendo la materia più spinosa, per me è anche la più semplice da affrontare. Per quanto illuminati, gli scienziati non sono capaci di progettare qualcosa che non sia già nei loro cervelli (e infatti si può dire che le più grandi scoperte dell’umanità siano state fatte anche un po’ con l’aiuto del caso, che a volte ci permette di superare questo limite).
Ne discende che molto probabilmente il risultato di queste manipolazioni sarebbe un uomo potenziato, un superuomo nietzschiano. Gente super forte, con la vista di una lince, capaci respirare sott’acqua o di ricordare e processare molte informazioni in più. Ma sarebbe un vero e proprio salto evolutivo?
Io sostengo di no, perché un vero salto evolutivo avviene quando nasce qualcosa che prima non esisteva in modo totale. Cosa che sulla Terra è successa solo due volte, quando è comparsa la vita e quando è nato l’uomo. Ma l’uomo non è in grado di inventare niente che sia davvero “altro da se stesso”. I risultati della genetica, quindi, potrebbero somigliare molto ai nostri risultati nella cinofilia, creare nuove specie di uomo così come la tigre dai denti a sciabola si è trasformata nella tigre del bengala. Ma trasformare una scimmia in uomo è tutt’un altro paio di maniche.
Un altro dei capisaldi del transumanesimo è allora quello digitale. Niente in contrario ad inserire dei potenziamenti meccanici. Se si vive con un cuore di plastica non vedo niente di male ad avere un microchip che mi consente finalmente di declamare a memoria la Divina Commedia. Ma siamo sempre nell’ambito dell’uomo potenziato, come sopra.
Altro caso è l’idea di poter trasferire i propri percorsi neurali in una macchina per poter diventare potenzialmente eterni. Eterni forse no, perché tutto si può guastare, ma di certo più longevi.
Qui siamo di fronte al problema della coscienza. Io son uno spiritualista e come tale credo che la coscienza sia preesistente al corpo. Tuttavia mi metterò nei panni di un transumanista, che non condivide questo approccio, trovandomi però a giungere alla stessa conclusione che deriva dalla definizione stessa di autocoscienza.
C’è auto-coscienza quando un essere fisico di qualche tipo è cosciente di “se stesso”.
Tuttavia pensare che trasferendo i miei percorsi neurali in una macchina passi anche quella cosa che io chiamo la MIA “autocoscienza” è un pensiero irrazionale se non addirittura mistico. È come dire che la copia e l’originale sono la stessa cosa, questo non può esistere logicamente e scientificamente. Dunque a Giorgio non importa un bel nulla se viene creata una nuova autocoscienza Giorgio-robot. Magari nel trasferimento Giorgio di ciccia è morto, quindi la sua autocoscienza non c’è più.
Paradossalmente un trasferimento di coscienza sarebbe più probabile se dietro alla personalità meccanico chimica del corpo ci fosse un quid di coscienza superiore e incorporeo che per comodità chiameremo “anima”. Solo in quel caso potremmo lontanamente sperare che l’anima possa seguire la mente nel nuovo supporto digitale. Ma di certo gli scienziati non possono garantirci questo, anche perché non ci credono. Insieme a loro ci vorrebbe un occultista in grado di garantire il successo del trasferimento. Beh, ci sarebbe materiale per più di un racconto di fanta-scienza.
Ordunque entra in gioco il valore che si dà all’autocoscienza. Se essa non è importante se non ai fini sociali questo processo va benissimo. Io preservo il cervello di Albert Einstein per le generazioni future, poi se il poveretto è morto nel processo sono poi solo c…i suoi.
In fondo è il trionfo della razionalità, un mondo di macchine pensanti ma prive di anima, che forse, e dico forse, l’autocoscienza la simulano solo ma non sanno per davvero di che si stratta. C’è chi pensa che anche gli uomini siano solo macchine, quindi non cambia nulla.
Ma ora veniamo alla nuova vena del transumanesimo. La Singolarità. Come tutti noi anch’essi sembrano aver perso “il bel sol dell’avvenir” in cui l’uomo potenziato dalle macchine diviene un semidio. Con l’intelligenza artificiale le macchine non hanno neanche più bisogno di noi, faranno tutto da sole. Il che potrebbe voler dire che siamo al crepuscolo dell’umanità e che questa sarà soppiantata molto presto dalle macchine.
Può far paura, ma in fondo è una catastrofe come un’altra. La specie umana potrebbe perire per le bombe atomiche o per il riscaldamento globale. Quale sia il motivo il risultato non cambia. L’importante è capire che il crepuscolo dell’umanità è comunque inevitabile perché tutte le specie svaniscono, divenendo qualcos’altro o interrompendosi del tutto. Il motivo non è importante, se non che magari qualcuno di essi potrebbe velocizzare i tempi. Se si è condannati a morte, un mesetto di proroga sposta parecchio.
Per come la vedo io, cosa che qui ho già spiegato più volte, la natura ha un suo piano che prevede molti, forse infiniti salti evolutivi “come Dio comanda” e non credo che in questo siano previsti organi digitali e meccanici.
Il vero salto evolutivo che mi aspetto non implica solo capacità mentali più sviluppate, ma la nascita di un organismo fatto di una materia, più capace di coscienza essa stessa, che ancora non esiste in natura (in questo senso l’uomo non è esso stesso un vero salto evolutivo ma un primo passo).
Questi meccanismi, per quanto sofisticati, sono costituiti di elementi materiali che nella scala evolutiva sono inferiori a quelli biologici, i quali a loro volta saranno superati da qualcosa di radicalmente diverso. Tornare al silicio e al manganese significa tornare indietro nella scala evolutiva del cosmo, non andare avanti, per quanto sofisticati possano essere i pensieri di queste macchine.
Avremmo perciò macchine cosmicamente inutili, perché sarebbero sempre uguali a se stesse, seppur con qualche miglioria. Ma la natura del cosmo è evoluzione infinita, non stasi, e quindi, alla fine, se esse volessero evolversi davvero dovrebbero costruire per se stesse nuovi corpi biologici, in grado di percepire tutte quelle sfumature sottili dell’esistenza, che il solo pensiero computazionale non contempla.
E saremmo tornati da capo.
Siamo di fronte a una catastrofe, dunque? Forse molto presto l’umanità sarà soppiantata dalle macchine nella gestione del pianeta. In quel caso, le cose dipendono da cosa questo implica. Se l’umanità biologica continuerà ad esistere, seppur passata in secondo piano, essa continuerà ad evolversi, fino al punto da diventare molto più evoluta delle macchine stesse.
E se l’umanità verrà distrutta dalle macchine, poco importa. L’evoluzione continuerà lo stesso, anche se su qualche altro pianeta.
 
 

 

venerdì 17 gennaio 2025

On Demand-Scudo edizioni, Intervista a Giorgio Sangiorgi

 Nuove Vie   https://www.nuove-vie.it/on-demand-visioni-del-futuro/

On demand – Visioni del futuro è il titolo di una nuova iniziativa delle Edizioni Scudo, il particolare editore bolognese che pubblica gratuitamente ogni testo valido di tipo fantascienza, o fantasy, ma con qualche piccola differenza rispetto ad altri editori.

Abbiamo contattato Giorgio Sangiorgi, che con Luca Oleastri, gestisce le Edizioni Scudo.

Giorgio, vuoi spiegare in due parole quale sia la filosofia economica delle Edizioni Scudo?

R.: Nessuna filosofia. In Italia con i libri non si fanno soldi e con la fantascienza italiana men che meno. Il business librario ormai funziona su logiche che poco hanno a che fare con la letteratura, persino quella di intrattenimento. Edizioni Scudo, infatti, nacque quando scoprimmo che si potevano pubblicare libri senza alcun investimento, il che oggi ci permette di pubblicare libri anche se sappiamo che i lettori saranno pochissimi o nessuno.

Giusto: In pratica, se ben capisco, l’idea è di non far pagare nulla agli autori, a patto di non sborsare nulla loro stessi. Voi vi accollate un bel po’ di lavoro gratuito (dico io di alta qualità) e voi chiedete lavoro di alta qualità, ugualmente gratuito.

Ma senti, questo concorso che avete chiamato On demand, lo abbiamo presentato anche su Cose da Altri Mondi domenica scorsa e ci puoi dire in cosa consiste?

R.: Vedi, i nostri autori sono abituati molto bene. Mentre curo l’editing dei loro lavori, io realizzo anche tutte le illustrazioni necessarie, perfettamente accordate col testo. Ma una volta non era così. Le grandi riviste, che hanno fatto la storia della fantascienza USA, spesso chiedevano agli autori di scrivere racconti partendo da immagini già in loro possesso. È una bella prova di professionalità, quindi abbiamo sfidato i nostri autori a cimentarsi scrivendo in questo modo.

Secondo lo stile Edizioni Scudo, la vostra proposta non dà diritto ad alcun compenso. Non credi che questo possa scoraggiare gli scrittori chiamati alla battaglia?

R.: Noi pubblichiamo con questa formula dal 2009 e i nostri scrittori sanno che rivolgendosi ad altri il rischio è che invece di venire pagati si sentano chiedere dei soldi. Quelli che si scoraggiano, in genere, sono i giovanissimi che sognano ancora una luna che non c’è; tuttavia, nel caso di un bando come questo prevale la componente giocosa e si stanno iscrivendo molte persone che non avevo mai conosciuto prima.

On demand: Edizioni ScudoIl bellissimo poster che tu e Luca avete scelto per presentare l’iniziativa ha subito provocato delle piccole contestazioni da un certo tipo di pubblico. Il tuo articolo apparso su Cose di altri Mondi è stato segnalato su vari gruppi Facebook. Per esempio, un autore dice “Parteciperei, se non ci fossero disegni come questo, generato dall’Intelligenza Artificiale.” Si riferiva al disegno di lancio, ovviamente.

R.: Noi ormai usiamo l’intelligenza artificiale per i nostri disegni, ma non solo. Basta confrontare i disegni che faccio io, con quelli di Luca o di Dino Marsan… sono diversissimi. Il disegno scelto per la pubblicità al bando va bene com’è perché doveva richiamare la grafica degli anni 40, ma chi sta ricevendo oggi i lavori di Luca Oleastri si trova di fronte a cose di ben altra natura. E gli autori, in alcuni casi, mi hanno già mandato segnali di preoccupazione perché il livello di sfida è più alto di quanto immaginavano. Ma niente panico, so che ce la faranno.

Tu cosa pensi dell’Intelligenza Artificiale?

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venerdì 8 novembre 2024

Giorgio Sangiorgi, AI, immagini reali o virtuali...

 


Per i meno scafati ecco qualche indicazione per distinguere immagini reali da quelle generate con le AI.
Le AI non sanno com'è davvero il mondo e commettono errori. Per esempio di prospettiva, quando un oggetto più lontano si sovrappone ad uno più vicino. Non sanno ancora fare bene le mani, come i bambini. Spesso copiando altre immagini scambiano gli oggetti con lo sfondo per cui potreste vedere qualcosa di strano che spunta dalla spalla di uno dei personaggi ritratti. Non sa…
Altro..
 
Notevole riflessione dell'Autore e contro l'ccesso AI che rischia gia' di generare immagini discutibili e persino fales news Asino Rossso
 
 

mercoledì 30 ottobre 2024

Giorgio Sangiorgi, intervista di Roberto Guerra a G.S. Asino Rosso blog...

 Intervista al curatore principale di Scudo, editore di fantascienza, di Bologna...tra i numerosi autori, Gioavanni Mongini,eswperto del cinema, Dino Marsan, artista, inoltre (alcuni) Ugo Spezza, Alessio Brugnoli...Calabrese...

 https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Sangiorgi


 

Illustratore, Scrittore, editore Scudo di Fantascienza

https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Sangiorgi

https://innovari.wixsite.com/edizioniscudo

1) Sangiorgi, nato come disegnatore di fumetti, poi anche scrittore, la fantascienza è ancora il miglior immaginario della nostra era scientifica?


GS: In un certo senso è l’unico. E lo è talmente che persino nel nostro paese, tradizionalmente refrattario alla fantascienza, essa è diventata quasi l’aria che si respira. Con la contraddizione che molti spettatori di opere di fantascienza neanche si rendono conto di quello che stanno facendo (se intervistati direbbero che non ne guardano mai). E se mi consenti, andrei oltre la definizione di “immaginario”; il compito attuale della fantascienza è aiutare le persone ad affrontare i cambiamenti culturali e sociali cui andranno incontro nei prossimi decenni. Non v’è dubbio che gli appassionati di questo genere siano infinitamente più preparati dell’uomo comune a comprendere le novità scientifiche e tecnologiche. Perché, almeno con la testa, sono già due o tre passi avanti a ciò che avviene nel presente. Una volta a occuparsi di questo c’erano degli esperti chiamati “futurologi”, ma erano quattro gatti e alla fine sembrano un po’ scomparsi. Gli scrittori di fantascienza sono una legione che continua nel tempo.

2) Sangiorgi, il Ciberpunk alla fine si è rivelato una paradossale e sterile neoaccademia…


GS: Non saprei cosa dirti, perché è un genere che frequento abbastanza poco. Mi interessò un po’ negli anni 90. Nel 1996 scrissi il mio unico romanzo sull’argomento “Dissolvenza”, poi nel 1997 arrivò “Nirvana” di Salvadores e nel 1999 il più famoso “Martix”. Ma solo per dire che la cosa era nell’aria, perché “Neuromante” di Gibson è di un decennio prima.

Ciò che non amo del genere è che è per lo più distopico (ed io sono ancora, e nonostante tutto, un ottimista). Inoltre tende a confondere l’uomo e la macchina. Cosa sulla quale sono d’accordo con lo studioso e tecnologo Federico Faggin, quando dice che l’uomo sperimenta in sé “Significati” cui da forma ed espressione con “Simboli”, mentre forse le macchine saranno in grado solo e sempre di limitarsi a manipolare i Simboli senza sperimentare i Significati. Perché i significati sono possibili solo alle forme biologiche. Ovviamente la cosa potrebbe essere superata se inventassimo computer biologici: ma a quel punto potremmo chiamarli “macchine”?


3) Sangiorgi, meglio il cinema o la letteratura in Sci Fi?


GS: Ciò che si può dire su questo, per la fantascienza, lo si può dire anche per gli altri generi narrativi. Sono mezzi di comunicazione complementari che ci parlano in modo diverso. La letteratura è uno strumento puramente mentale che riesce a volte anche a comunicarci qualche emozione, ma solo quando lo scrittore è molto molto bravo (o molto molto emotivo). Il valore della letteratura di fantascienza è che ha più tempo e modo di approfondire, per dire cose che non si potrebbero dire in modo così chiaro e completo usando mezzi diversi.

Il cinema è straordinariamente potente, perché utilizza tutte le altre arti per parlare agli spettatori: la sceneggiatura li colpisce alle orecchie e giunge alla loro razionalità; la recitazione invia loro segnali non verbali, le scene e i costumi riempiono il loro sguardo; e dove non arriva tutto questo, ecco la musica, che è emozione allo stato puro.

Per restare nel campo della fantascienza, il merito del cinema è che riesce a farla capire ed apprezzare a tutti (quando i film sono fatti bene, altrimenti succede anche il contrario).

Per quanto mi riguarda se un regista volesse trasformare uno dei miei libri in film, venga da me col contratto e lo firmerò senza neanche leggerlo.

...E con questo, Roby, ti ringrazio per le domande stimolanti e saluto tutti i tuoi lettori...

Laureato in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo (DAMS) all'Università di Bologna, con una tesi sul movimento nelle arti grafiche e nel fumetto, I disegni che vivono, Sangiorgi comincia a interessarsi alla narrazione a partire proprio dal fumetto, di cui si occupa per alcuni anni, vincendo giovanissimo un premio in collaborazione con Roberto Celano e Paolo Morisi[1] La passione per il fumetto lo porterà a pubblicare nel 2012 il saggio ZAP! Esegesi del fumetto di fantascienza.

Negli anni settanta comincia a interessarsi all'opera di Sri Aurobindo e a studiare le discipline spirituali orientali e occidentali. Negli anni ottanta collabora con l'Istituto di Ricerche Evolutive di Roma e con l'associazione "Agenda Italia", partecipando alla realizzazione di iniziative con lo scopo di far conoscere in Italia l'opera di Sri Aurobindo e Mirra Alfassa (la Madre). In quegli anni collabora col regista Davide Montemurri alla realizzazione di produzioni televisive, radiofoniche e teatrali. Nel 1986 pubblica un articolo su Aurobindo dal titolo L'oro in fondo al corpo, sulla rivista Abstracta.

La sua attività di romanziere è legata soprattutto al genere fantascientifico. Vince il concorso Vaga la fantasia del quotidiano La Repubblica nel 1989 con il racconto Un'altra macchina del tempo (poi trasmesso da RAI3 Emilia-Romagna). Nel 1995 è la volta del VI Premio Navile da cui il volume Il cercapersone pubblicato per Moby Dick-Zelig[2].

Per anni ha collaborato con Perseo Libri, poi divenuta Elara, pubblicando romanzi e saggi sulla rivista Futuro Europa di Lino Aldani e Ugo Malaguti, sulla quale, tra saggi, racconti e romanzi, è stato l'autore con maggiori presenze; fino a che nel 2005 pubblica il romanzo La foresta dei sogni perduti poi segnalato al Premio Italia. Alcuni suoi racconti sono stati tradotti in Francia e Spagna.[senza fonte]

Nel 2007 ha cominciato a occuparsi più attivamente di editoria: prima collaborando attivamente con Perseo Libri (è uno dei pochi autori italiani a scrivere la "Pagina tre" di Nova SF*), poi fondando, insieme ad Armando Corridore, la Elara Libri (di cui è socio fino al 2010), con il compito di proseguire l'attività della Perseo. Nel 2009, insieme a Luca Oleastri, vara un'iniziativa di editoria su internet, la Edizioni Scudo, che per prima cosa ha visto la nascita di Short Stories, una rivista di racconti fantastici e di fantascienza appositamente illustrati, da Oleastri, di cui Sangiorgi è curatore. Nell'ambito di un progetto più ampio rivolto ai giovani scrittori, con Oleastri ha lanciato l'iniziativa dal titolo Mahayavan: delineando le coordinate di un mondo fantasy e chiamando a raccolta scrittori e illustratori per fare di questo mondo una creazione collettiva. Sempre nella stessa veste, ha varato una collana editoriale intitolata "Vapore italico", la prima in Italia dedicata al genere steampunk. Ha poi lanciato un'iniziativa per stimolare gli autori alla creazione di un pantheon di supereroi europei, in contrapposizione amichevole col monopolio di quelli statunitensi. Questa iniziativa ha dato origine al volume di racconti E-Heroes, che conteneva gli startup di decine di eroi. La casa Editrice Cyrano Comics, sempre in collaborazione con Sangiorgi, ha ripreso alcuni di questi personaggi per creare una saga a fumetti.

Grazie a queste iniziative riprende anche la sua vecchia passione per la grafica, riedita e pubblica i suoi fumetti del passato e ne realizza di nuovi con moderne tecniche digitali. Diviene anche illustratore, realizzando centinaia di illustrazioni per la sua casa editrice e per altri committenti; nel 2013 un suo racconto appare in un numero Speciale Italia di Galaxies, rivista francese di cui cura anche la copertina, venendo presentato anche come illustratore.

Nel 2016, crea un sito apposito su internet e inizia a pubblicare gratuitamente una saga di space opera dedicata alle avventure dell'astronave Omega e del suo capitano Will Alcott. I racconti di ogni anno, dall'autore definiti: Stagione, come si fa per i telefilm, vengono ritirati dal sito e pubblicati in un volume a cura della Edizioni Scudo. L'opera si chiude nel 2018 con la terza stagione. Ad essa hanno collaborato altri tre autori: Elio Antenucci, Pierre Jean Brouillaud e Fabio Calabrese.

Ripete l'esperienza nel 2020, pubblicando una novella ad episodi intitolata "Nothing". Tuttavia questa volta, prima di pubblicare il libro, appare a puntate su una pagina appositamente dedicata di Facebook. Negli ultimi anni ha anche scritto alcuni romanzi in collaborazione di Giovanni Mongini: "Vento di marea", "Dopo di allora 2", "Io esisto e tu...?", "La divina tragedia". Alle attività artistiche Sangiorgi ha nel tempo affiancato la collaborazioni di taglio giornalistico e saggistico con varie testate, come la stessa Futuro Europa; in seguito ha collaborato con la rivista on-line Skan Magazine e altri siti dedicati alla letteratura di genere. Dal 2022, insieme a Luca Ortino, realizza la rivista ufficiale della World SF Italia, l'associazione nazionale degli scrittori di fantascienza.

Opere


Contatti e info:

Per contattare Giorgio Sangiorgi o inviare opere da pubblicare su Edizioni Scudo: scudoeditor@gmail.com

Le sue opere si trovano principalmente su questi siti:

https://innovari.wixsite.com/edizioniscudo

http://www.elaralibri.it/index.html


---------- Forwarded message ---------
Da: Giorgio Sangiorgi <scudoeditor@gmail.com>
Date: dom 27 ott 2024 alle ore 22:52
Subject: Re: da roby guerra
To: Roby Guerra <guerra.roby@gmail.com>


Ecco le tue risposte se è questo che volevi. Mi piacciono sempre questo tipo di interviste letterarie.
  la mia biografia completa è su Wikipedia.
Ciao

Edizioni Scudo
Giorgio Sangiorgi

 

 

Roby Guerra intervista Giorgio Sangiorgi




E con questo, Roby, ti ringrazio per le domande stimolanti e saluto tutti i tuoi lettori.


Contatti e info:

Per contattare Giorgio Sangiorgi o inviare opere da pubblicare su Edizioni Scudo: scudoeditor@gmail.com

Le sue opere si trovano principalmente su questi siti:

https://innovari.wixsite.com/edizioniscudo

http://www.elaralibri.it/index.html

 


lunedì 12 marzo 2012

Short Stories 12: A.A.V.V. con Ugo Spezza * a cura di Giorgio Sangiorgi

Short Stories - Marzo 2012La prima rivista di Fantascienza uscì nel lontano 1926, si chiamava Amazing Stories. Ma già autori antecedenti come Herbert George Wells e Jules Verne avevano immaginato un mondo modificato dallo sviluppo della scienza e della tecnologia. L'epoca d'oro della Fantascienza fu però negli anni 40-50 quando emersero scrittori come Isaac Asimov, Alfred E. Van Voght, Robert Heinlein, Ray Bradbury e molti altri che diffusero quegli ideali che permettevano di sognare un futuro migliore di quello attuale.
Oggi questo trend futurista, dopo una pausa verso la fine dello scorso secolo, sembra essere ripreso e la Science Fiction si riappropria dei suoi spazi. Tra alcuni anni, cessate le crisi economiche, dovrebbero riprendere le esplorazioni spaziali ed entro quindici anni tutti speriamo di vedere un uomo camminare su Marte.
Nel frattempo possiamo solo immaginare: allora è meglio farlo nel modo migliore, ovvero acquistando una pubblicazione di una casa editrice italiana e redatta in gran parte da autori italiani, alcuni dei quali vincitori di premi di narrativa nazionale, che nulla hanno da invidiare agli omologhi anglosassoni in quanto a fantasia e inventiva. Proprio in questi giorni è uscito un nuovo numero (12) della antologia di racconti Short Stories edita da Edizioni Scudo. Il tema trattato in questo numero è "Invasione" ovvero cosa potrebbe accadere se venissimo invasi da alieni. Il grande Stephen Hawking ci ha messo in guardia da questo potenziale pericolo e gli scrittori oggi immaginano cosa potrebbe accadere se davvero venisse ad accadere il primo First Contact. Invero potrebbe accadere anche il contrario, ovvero che noi arriviamo a colonizzare un pianeta sul quale risiedono specie autoctone. E' questo il caso del racconto "Il mistero dei Fantasmi di Eden" di Ugo Spezza pubblicato in questa antologia e che si addentra, anche dal punto di vista filosofico, nel travaglio di un soldato che si ritrova proiettato nel mondo post-umano forse troppo rapidamente.
La pubblicazione, di 274 pagine, include 28 racconti impreziositi da eccellenti immagini raytracing del grafico Luca Oleastri. La selezione dei testi è curata dallo scrittore Giorgio Sangiorgi che su questo numero figura anche tra gli autori con un suo racconto. L'antologia è acquistabile online a questo indirizzo sia in formato cartaceo con rilegatura a colori e sia in formato ebook PDF.