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venerdì 9 maggio 2025

Caterina Barbieri-2025 Verso la Biennale Musica di Venezia-Musica ElettroCosmica

 https://www.musicpaper.it/biennale-musica-2025-caterina-barbieri-presentazione-anteprima/

Cos’è la musica cosmica

Il festival prende il suo titolo da un’immagine poetico-simbolica ispirata alle parole della scrittrice brasiliana Clarice Lispector: «Se il brillio delle stelle mi fa male, se è possibile questa comunicazione lontana, è perché qualcosa che forse assomiglia a una stella mi freme dentro». La musica come vibrazione cosmica, principio generativo e forza trasformatrice.

Il concetto di musica cosmica, cuore di questa edizione, non è di per sé legato a un genere o a una tradizione specifica, ma si riferisce al potere generativo e soprattutto auto-generativo della musica: la capacità di creare mondi, di dissolvere rigide definizioni di linguaggio, di essere, in sostanza, agente di cambiamento. Un’attitudine che secondo Barbieri trova una risonanza naturale con Venezia, città della mutevolezza, dove giochi di luce e acqua disegnano uno spazio in continua trasformazione.

«La musica è la stella dentro», dice Barbieri, «è il desiderio di cose grandi, di vastità. Scintilla di mondi, ci apre all’infinito». Concepita come una forma vivente, la musica si manifesta come organismo autopoietico, capace di evolversi e creare proprie leggi, una metafora del cosmo e del suo incessante divenire. Un processo che, nel fluire del suono, porta chi ascolta in un presente di ascolto profondo e interconnessione con l’universo. È in questa risonanza che la musica si rivela anche come esercizio di empatia, capace di superare visioni antropocentriche e di suggerire «modelli più ecologici di coesistere».

Nel complesso, una presentazione che nel suo ermetismo quasi poetico non sorprende chi conosce la musica di Caterina Barbieri (basata sull’autogenerazione e sull’evoluzione continua), ma che dà anche qualcosa in più: un invito a rispettare le complesse costellazioni umane e non umane che compongono il nostro mondo.

Prime anticipazioni a Venezia per Caterina Barbieri e la sua Prima Biennala Musica a Venezia. Sara' coraggiosamente dedicata a certa nuova musica elettronica, anche la Barbieri da alcuni anni novita' protagonista eccelsa in atmosfere persino cosmiche, coerenti con lo stile innovativo e aperto della Barbieri, di Bologna....



giovedì 6 marzo 2025

Caterina Barbieri Electronic Music, Biennale Venezia 2025-8 Marzo

 https://www.soundwall.it/e-quindi-come-sara-la-biennale-musica-di-caterina-barbieri/

Siamo ancora messi, tra l’altro, che in certi ambienti della musica colta si disquisisca sulla “povertà espressiva” della musica della Barbieri, che avrebbe il torto di non essere abbastanza sperimentale, abbastanza articolata, abbastanza ostica, abbastanza intellettualmente attorcigliata/elaborata su se stessa, il torto insomma di essere troppo compiacente, musicalmente parlando. Sono bellissime, queste critiche: perché non lo sanno, ma sono la perfetta cronaca del perché la musica classica contemporanea abbia perso e stia perdendo progressivamente presa sulle persone in tutto l’ultimo secolo. Nel momento in cui l’elitarietà e l’osticità si fanno valore, un valore superiore rispetto a tutto e tutti, si mette la firma su un destino fatto di autoreferenzialità e, oh sì, progressivo declino. Ovvio che le musiche più difficili e più complesse vanno difese, vanno portate avanti, hanno qualità profonde se sviluppate a modo, sono anzi addirittura una necessità per non finire solo ad ascoltare roba “pigra”, che non richieda uno sforzo interpretativo; tutto questo è sacrosanto; ma la difesa aprioristica e senza mediazioni del “fortino” della musica colta fa male prima di tutto alla musica colta stessa, che smette di misurarsi col mondo e si misura semmai solo con sé, solo con una nicchia sempre più anagraficamente vecchia, sempre più intellettualmente spenta. L’ultima cosa che auguriamo alla musica classica contemporanea è di essere attaccata al respiratore artificiale delle istituzioni e delle fondazioni, come unica soluzione. Già accade troppo spesso, per inciso.

La visonaria e  Geniale Caterina Barbieri,  star creativa gia da poco tempo, della musica colta elettronicaa e d'ispirazione classica e minimalista, forse è la piu autentica donna girl dell'Anno non solo in Italia. Troppo creativa per non meritarsi per le Donne questo primato, mentre sta gia svelando le sorprese innovative per la biennale musica di Venezia di cui è direttrice da quest'anno....

https://asinorossoferrara.blogspot.com/2025/03/caterina-barbieri-electronic-musi.html

 https://asinorossoferrara.blogspot.com/2025/03/caterina-barbieri-venezia-2025-p.html
 

domenica 12 gennaio 2025

Casterina Barbieri, Elettronica, Il Resto del Carlino Bologna

 

La giovane compositrice bolognese nominata alla direzione artistica: "Onorata di questo incarico, Venezia è mutevole, mi ispira sempre... carriera iniziata a Bologna, la città dove è nata, tra il liceo Minghetti e il Conservatorio e poi proseguita nelle più importanti istituzioni musicali internazionali, quella di Caterina Barbieri, compositrice e musicista che il presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco ha appena nominato alla Direzione artistica della Biennale Musica per il prossimo biennio. L’artista succede a Lucia Ronchetti, che ha trasformato profondamente la manifestazione, aprendola ad esperienze lontane dalle consuetudini accademiche, come ha dimostrato la consegna a Brian Eno del Leone d’Oro alla carriera nel 2023. 


 

Un riconoscimento importante, quello a Caterina Barbieri innanzitutto per la giovane etàn (è nata nel 1990) e poi, soprattutto, per il suo essere già una personalità centrale di una scena che si è sviluppata all’interno di spazi più vicini alla dimensione del club che alla sala per concerti classici. Non a caso la sua più recente esibizione in città è stata in occasione del Festival di musica elettronica Robot, edizione 2022, quando conquistò un pubblico vastissimo con le sue sequenze tecnologiche, tra ritmi industriali e panorami naturali, all’interno dell’ambiente industriale del Dumbo. Più di recente, lo scorso ottobre, aveva partecipato a Palazzo Bentivoglio alla presentazione degli spartiti delle musiche che ha scritto per l’installazione ’Due qui/To Hear’ di Massimo Bartolini, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ospitata dal Padiglione Italia della Biennale d’Arte 2024. 

 A suoi studi cittadini ha sempre riconosciuto una importanza centrale per lo sviluppo del suo lavoro, ha definito il Conservatorio Martini "un luogo che, pur mantenendo un forte rigore accademico, è in realtà un laboratorio in continua trasformazione, uno spazio permeabile, dove la formazione classica, il virtuosismo, si è aperto, da quando negli Anni ’70 furono istituite le cattedre di musica elettronica e di musica d’uso, ai linguaggi della contemporaneità e della quotidianità". Dopo le aule di piazza Rossini, dove è nato l’amore per le macchine elettroniche digitali che, ha raccontato, la affascinavano per "il loro suono sporco, a volte polveroso, ma i glaciale come quello perfetto degli strumenti digitali", ha iniziato a essere contesa dalle istituzioni europee della ricerca, come gli studi EMS di Stoccolma, dove esiste la più ampia collezione al mondo di sintetizzatori Buchla. Si tratta di grandi moduli analogici, che sono adesso tornati di moda e al cui sviluppo ha contribuito l’artista di origine italiana Suzanne Ciani, che per Caterina Barbieri è una figura di riferimento.  Il suo ultimo lavoro discografico è ’Spirit Exit’, che presentò n anteprima proprio a Robot: un disco, ha spiegato, che ha tre principali fonti di ispirazione, "la Santa mistica Teresa D’Avila, la poetessa Emily Dickinson e la filosofa Rosi Braidotti che studia il post umano, inteso come un superamento della nostra condizione, per arrivare a uno stadio dell’esistenza che ci permetta di abbracciare e di vivere sino in fondo, tutto quello che ci circonda, la tecnologia, certo, ma anche la bellezza primordiale della natura".


 

lunedì 16 dicembre 2024

Caterina Barbieri Pinnacles of you, recensione Roby Guerra

Gia non poche le opere di Caterina Barbieri, da qualche tempo, astro femmina nascente della Musica elettronica, d'ascendenza classica e di Bologna  Tra esse la trknosuite Pinnacle of you, di rara deduzione sinth, prossima al migliore Klaus Shulze, anzi persino superiore per qualita' sonora estetica.. gia' segnalata con entusiasmo dal noto magazine music  Rolling Stones e la Stampa  ...americana.  Nonchè, futura direttrice per la musica alla Biennale di Venezia 2025-6!

Il sound è letteralmente ipnotico e curiosamente, per essere Musica delle Macchine, squistamente romantico; un poco anche alla Asimov o persino P. Dik.. E metallo dorato il suono o , dal titolo stesso,,,una danza di cristalli gotici, quasi le speciali volte, certi particolari archiettonici speciali,,

Roby Guerra

Musica Video https://www.youtube.com/watch?v=Bb6pcFO_tvc  


 

sabato 23 novembre 2024

Caterina Barbieri, Electronic Music

 https://billboard.it/interviste/caterina-barbieri-spirit-exit-intervista/2022/07/0993505/
 
 https://www.youtube.com/watch?v=BwTDWSOf_TQ
HIGH MEMORY b
 
 
C.Barbieri Masada-Bologna-Milano-Berlino... Direttrice Biennale Musica 2025-2026, Venezia

Torna Caterina Barbieri, compositrice di Bologna con formazione classica. Una delle cose più belle che ci erano capitate nello scorso inverno fu vederla sul palco del Club to Club di Torino e accorgerci che sapeva sprigionare una forza che non avresti pensato da quella figura esile, pare Undici di Stranger Things.

Dopo Vertical, la sua prima uscita su cassetta; dopo Pattern of Consciousness, moduli-motivi di coscienza che l’hanno posta all’attenzione di tutti; dopo Born Again in the Voltage; e dopo l’album Ecstatic Computation (che Massimo Torrigiani definì sulle nostre pagine “una dream machine, un incubo alla Tron, una soglia da varcare”); ecco il magnifico Spirit Exit, uscito ieri. Un album composto, prodotto e mixato dalla stessa Barbieri, durante la fase più acuta della pandemia, mentre la masterizzazione finale è opera di Antoine “Chab” Chabert.

 
Roberto Guerra
 

domenica 17 novembre 2024

Caterina Barbieri, Elettronica

 
E' tra le news piu' recenti e persuasive per la Musica Elettronica , la bolognese Caterina Barbieri, già celebrata in questi nanni dalla principali testate internazionali, Rolling Stones ed altre, di formazione classica, scuole alte di musica e laureata a Bologna, Lettere Classiche... Roby Guerra
 
https://billboard.it/interviste/caterina-barbieri-spirit-exit-intervista/2022/07/0993505/ 2022
 

Torna Caterina Barbieri, compositrice di Bologna con formazione classica. Una delle cose più belle che ci erano capitate nello scorso inverno fu vederla sul palco del Club to Club di Torino e accorgerci che sapeva sprigionare una forza che non avresti pensato da quella figura esile,  di Stranger Things.

Dopo Vertical, la sua prima uscita su cassetta; dopo Pattern of Consciousness, moduli-motivi di coscienza che l’hanno posta all’attenzione di tutti; dopo Born Again in the Voltage; e dopo l’album Ecstatic Computation (che Massimo Torrigiani definì sulle nostre pagine “una dream machine, un incubo alla Tron, una soglia da varcare”); ecco il magnifico Spirit Exit, uscito ieri. Un album composto, prodotto e mixato dalla stessa Barbieri, durante la fase più acuta della pandemia, mentre la masterizzazione finale è opera di Antoine “Chab” Chabert.

Diversi gia' album all'attivo, molto originali, ipnotici e semplicemente molto belli e paradossalmente romantici,  stiamo parlando di musica elettronica; echi assiomatici di ktaftwerk, Klaus Shulze, Tangerine Dream, Brian Eno, ma spicca la sensazione di un sound , anche spettacolare live, ex novo e ammaliante... R.G.

Caterina Barbieri è la nu0va Direttrice  Biennale Musica di Venezia, 2025 2026


 

 

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Roberto Guerra
 

martedì 5 novembre 2024

Caterna Barbieri, musica elettronica

 https://www.ondarock.it/recensioni/2019-caterinabarbieri-ecstaticcomputation.htm

 Due anni dopo il capolavoro "Patterns Of Consciousness" e a quasi un anno di distanza dall'uscita di "Born Again In The Voltage" - raccolta di alcuni movimenti della prima ora - Caterina Barbieri si ripresenta con il suo terzo Lp, il cui titolo, "Ecstatic Computation", fornisce gran parte delle suggestioni presenti. Non a caso, è proprio un'estatica computazione a muovere la trama nelle nuove tracce della compositrice italiana. La Barbieri mostra fin dall'attacco una fascinazione del tutto nuova e un parterre curato con rinnovata grazia. 

Finalmente un nome nuovo e giovanissimo per la musica elettronica, di formazione e ispirazione classica, verso una inedita e affascinante sintesi artificiale Futurismo Science 


Nata a Bologna nel 1990, Caterina Barbieri è una musicista e compositrice italiana residente a Berlino, affermata nell’ambito della musica elettroacustica.
Nel 2012 si diploma in chitarra classica con Walter Zanetti al Conservatorio G. B. Martini di Bologna, dove nel 2014 consegue anche il diploma in composizione elettroacustica con Francesco Giomi dopo un periodo di studi al Royal College of Music e all’Elektronmusikstudion di Stoccolma. Nel 2015 consegue una Laurea in Lettere moderne all’Università di Bologna con una tesi in Etnomusicologia sul rapporto tra il minimalismo Americano e la musica classica indostana.
In pochi anni, Barbieri ha partecipato ad alcuni dei più importanti festival musicali al mondo, dall’Unsound all’Atonal, Primavera Sound e Sonar, e ha presentato il suo lavoro in sedi prestigiose come il Barbican Centre di Londra, la Biennale di Venezia, il Centre Pompidou, l’IRCAM e l’Ina GRM a Parigi, il Berliner Festspiele, l’Haus der Kunst di Monaco, il Museo Anahuacalli di Città del Messico, la Ruhrtriennale, la Philarmonie de Paris e il Festival di Cannes, tra i tanti.
Barbieri ha pubblicato otto album

domenica 22 febbraio 2015

Maurizio Arcieri dei Krisma, il tecnopop italiano

Redazione

segnaliamo un significativo e brillante, storicamente anche doveroso, tributo di G. MelI (da L'Opinione.. Un Nobel postumo...) a Maurizio Arcieri, ovvero Maurizio dei Krisma (con la moglie) recentemente e preamturamente scomparso. A suo tempo, a parte la già pregevole per la canzone pop italiana produzione anni 69/70,  i Krisma (e Maurizio sorta di David Bowie made in Italy, il Bowie electro di Heroes e Low), con almeno un paio di album, Cathode Mama e Hibernation realizzarono album di livello assolutamente internazionale, precursori in Italia con pochi altri della nuova musica elettronica technopo se non semplicemente cyberpunk..

COME SCRIVE MELI...Il 23 febbraio 1978 il “Corsera” augurò, testuali parole, “l’eutanasia per il bene suo e di tutti noi” a Maurizio Arcieri, leader dei Krisma, dopo che il cantante si era tranciato con un rasoio l’indice della mano sinistra in una balera di Reggiolo, troncando la contestazione del pubblico zittito dagli schizzi di sangue. L’augurio “tranchant” non era in realtà dovuto alla follia del gesto quanto a qualcosa di ancora peggio per il giornalismo dell’epoca. Se era indigesta la conversione dell’ugola orecchiabile di “Cinque minuti” all’underground post rock, più inaccettabile era la sua nuova filosofia de “l’italianità del punk”. Ora che Arcieri se n’è andato a 73 anni, è partito un coro di elogi, meritato ma quasi fastidioso per l’evidente ipocrita insincerità.
L’occasione è buona per dare ragione alle idee del leader dei New Dada e dei Krisma. E per porsi qualche domanda sui destini tanto diversi vissuti tutt’oggi nello show business, per esempio dagli eterni Gianni Morandi e Raffaella Carrà e dall’isolato “Krismatico”. Ancora di più per chiedersi chi veramente, nell’area milanese varesotta, meritava il Nobel se Dario Fo, con la moglie Franca Rame, o piuttosto un Arcieri, con la moglie svizzera Christina Moser. I due, divisi da 15 anni di differenza risoltisi a vantaggio del più vecchio, non hanno carriere troppo diverse. I primi 10 anni del biondo Dario sono in Rai tra varietà e “Canzonissima”. Il decennio iniziale del biondissimo Maurizio è diviso tra gruppi beat, fotoromanzi e film leggeri incentrati sulla popolarità dei cantanti. Tra i due non c’è partita. Il cantante è nel ‘68 all’apice del consenso, il più bello in assoluto sulla scena, l’unico all’altezza delle popstar importate e dei David Bowie del momento. Gli impegnati potevano storcere la bocca sia davanti alle canzoni d’amore (le stesse, in italiano, dei Rolling Stones) che agli sketch “simil-Vianello”. Poi Dario e Maurizio sterzano. Il primo si butta in politica, satira impegnata di sinistra ed incomprensibile gramelot. Il secondo da Londra e New York diventa un antesignano del pop punk elettronico, destinato a dominare la scena nei decenni a seguire"  (..........)
CONTINUA L'OPINIONE




lunedì 28 luglio 2014

Ferrara sotto le Stelle dei Simple Minds


Estense com

Tutto esaurito per il concerto dei Simple Minds in piazza Castello, che questa sera 28 7 alle ore 21 si esibiranno nell'ambito della rassegna "Ferrara sotto le stelle" rinverdendo i fasti degli anni Ottanta, che hanno visto Jim Kerr e la sua band assoluti protagonisti.
I Simple Minds hanno scritto la storia del rock con 5 album e oltre 60 milioni di dischi venduti. Negli anni '80 è stata la band simbolo di una generazione e ora i Simple Minds, di nuovo sulla breccia, toccheranno anche Ferrara, quarta delle sei previste in Italia, con il tour che ripropone proprio i loro più grandi successi, il "The Greatest Hits Tour", con il gruppo che in circa due ore e mezza di concerto eseguirà autentici pilastri della propria carriera, da "Don't yout forget (about me)" a Alive & Kicking", da "Belfast Child" a "New Gold Dream", passando per "Waterfront", "Sanctify  yourself" e tante altre "hits" indimenticabili.
Il carismatico Jim Kerr e la sua band con questo tour estivostanno percorrendo tutta la penisola: oltre a Ferrara sono stati infatti a Taormina (24 luglio), Molfetta (26 luglio), Roma (27 luglio), per chiudere poi con i concerti di Udine (29 luglio) e Torino (30 luglio).
La carriera dei Simple Minds "sboccia" nel 1985, quando sbancano le classifiche di mezzo pianeta grazie al singolo "Don't You (Forget About Me)" e da allora vengnono considerati i dominatori del panorama pop nel corso degli anni Ottanta. Non solo: all'inizio non suonano neppure pop. All'inizio navigano nel gran mare del post punk e dell'art rock, pescando a piene mani dal sound dei Roxy Music. L'esordio ufficiale dei Simple Minds è del 1979, quando una doppia pubblicazione mette subito in chiaro che la band sa spaziare fra suggestioni musicali molto diverse: "Life In A Day" (aprile 1979), il loro primo album, è un disco che fonde art rock e musica pop in composizioni che privilegiano strutture musicali il più possibile lineari. "Real To Real Cacophony" (novembre 1979) è invece nettamente più sperimentale e darkeggiante. È anche quello dei due album che conquista la critica e che attira sul gruppo i riflettori che contano.
Il terzo disco dei Simple Minds conferma due cose: gli entusiasmi delle riviste di settore e il fatto che la band ami sperimentare territori musicali sempre nuovi.
"Empires And Dance" (settembre 1980) è infatti decisamente influenzato dall'elettronica, pur non abbandonando le radici art rock. La metamorfosi musicale continua nei due album successivi, quando i Simple Minds avviano la definitiva transizione verso uno stile pop più accessibile: "Sons And Fascination" e "Sister Feelings Call" vengono inizialmente pubblicati insieme e solo successivamente distribuiti separatamente, il primo a settembre del 1981, il secondo a ottobre dello stesso anno.
La band viene notata da Peter Gabriel, che li chiama come opening act per il suo tour e li introduce alla Virgin Records. La svolta in direzione pop contribuisce grandemente ad allargare la schiera dei fan e, sorprendentemente, per quelli di vecchia data, ciò avviene senza mettere da parte la qualità. Tanto che critica e pubblico possono salutare con toni ugualmente entusiasti i successivi due album della band: "New Gold Dream (81-82-83-84)", pubblicato a settembre del 1982, e "Sparkle In The Rain", uscito all'inizio del 1984 e prodotto da Steve Lillywhite.
A metà degli anni Ottanta, in gran parte per iniziativa di Kerr, i Simple Minds iniziano a impegnarsi pubblicamente in politica, sostenendo Amnesty International, e organizzando nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America grandi concerti contro il regime dell'apartheidsudafricano. Di questo periodo è l'album "Street Fighting Years", che comprende tra gli altri il brano "Mandela Day", in onore del leader anti-segregazionista Nelson Mandela.
Nello stesso periodo Kerr conosce Chrissie Hynde, cantante dei Pretenders e nota attivista animalista. Nel 1984 i due si sposano a New York e l'anno successivo hanno una figlia. Dalla Hynde Kerr ottiene il divorzio nel 1990, risposandosi due anni dopo con Patsy Kensit dalla quale divorzierà nel 1996.
simple minds 1La vera consacrazione internazionale avviene con "Don't You (Forget About Me)": leggenda vuole che il pezzo arrivi al gruppo dopo che Bryan Ferry aveva deciso di non eseguirlo. Senonchè all'inizio anche Jim Kerr non ne vuole sapere, soprattutto perché non è convinto del testo. Dopo qualche insistenza il brano viene inciso comunque e nel giro di pochissimo tempo il singolo diventa uno dei più grandi successi dei Simple Minds, l'unico loro brano a raggiungere la vetta delle classifiche statunitensi.
Innegabilmente, uno dei motivi di tanto successo risiede nel cambio di formazione avvenuto mesi prima: è proprio il nuovo batterista Mel Gaynor, infatti, ad arricchire il singolo con uno degli intro di batteria più famosi del suo tempo, provato e riprovato dagli aspiranti batteristi tanto quanto quello inventato da Larry Mullen Jr. per "Sunday Bloody Sunday" (U2).
Sia come sia, l'enorme successo commerciale di "Don't You (Forget About Me)" non vince le perplessità di Jim Kerr, tanto che non entra a far parte dell'album successivo ("Once Upon A Time"). Il singolo si trova invece all'interno di "Live In The City Of Light" (maggio 1987, una sorta di greatest hits dal vivo che soddisfa fan vecchi e nuovi).
Da questo momento in avanti, però, il successo commerciale non si accompagna più agli entusiasmi della critica, che diventa più severa nei confronti del quintetto di Glasgow. Così è per "Street Fighting Years" (maggio 1989), forse l'album più politicamente impegnato della band, con brani come "Belfast Child" (dedicato alla questione irlandese) e "Biko" (dedicato al Sud Africa). Anche negli anni successivi, i continui cambi di formazione non giovano alla creatività della band, che inanella una serie di lavori incapaci di rivitalizzare il suo sound.
Non desta quindi meraviglia l'uscita del monumentale "Silver Box" (5 CD rimasterizzati), quasi a rivendicare la primogenitura di un suono che ha segnato un'epoca (con 60 milioni di copie vendute) e un tour che passa in rassegna i loro greatest hits, da "Alive and Kicking" a "New Gold Dream", da "Waterfront" a "Don't You (Forget About Me).

Royksoop and Robin Do it again new electro 2014



Röyksopp & Robyn

Do It Again

2014 (Dog Tryumph) | synth-pop


"Do It Again" ha solo 5 tracce, ma due di queste si aggirano attorno ai 10 minuti di durata portando il totale a 35; sembra un perfetto mini-album elettronico, strutturato per creare la giusta atmosfera ma allo stesso tempo conciso e fruibile per i tempi di bulimia musicale che corrono. Il sound è stratificato, ma ha il giusto dosaggio tra momenti di orecchiabile disco-pop, techno e ambient. Che Robyn e i Röyksopp abbiano trovato una nuova formula per resuscitare il morente formato Lp? Chissà. Probabile che non ci stessero neanche pensando; la verità è che il trio sarà in tour quest'estate, e "Do It Again" è una scusa per mettere in saccoccia 5 nuove tracce da proporre durante gli show. Buffo semmai notare che il risultato è di gran lunga superiore a quanto singolarmente proposto negli ultimi anni.

Prendete la sfavillante "Do It Again", un appiccicosissimo electro-pop tutto lustrini e mirror ball che ha il potenziale per intrattenerci durante l'estate (e se non è proprio la nuova "Dancing On My Own" poco ci manca). O anche la più tersa "Every Little Thing", uno squadrato synth-pop nordico che non manca di tensione emotiva grazie alla vocalist in questione. Oppure ancora l'accattivante "Sayit", scurissima e robotica cavalcata trance corredata da un video-spot per H&M altrettanto d'impatto.

L'apertura di "Monument", invece, è un vero e proprio monolite, dall'incedere pensoso e con una progressione di accordi che ricorda "Get Together" di Madonna, ma si conclude con una coda noir-jazz reminescente dell'altro bellissimo folletto scandinavo Stina Nordenstam.
Il finale è affidato alle gassose distensioni ambient-drone di "Inside The Idle Hour Club", che sembra messa lì apposta per far riposare la mente dopo una nottata danzante, posandoci su un fiordo ad ammirare il sorgere del sole coi lacrimoni agli occhi.

Robyn e i Röyksopp si erano già incontrati diverse volte ("The Girl And The Robot" contenuta su "Junior", per esempio), ma in "Do It Again" la ricetta funziona meglio che mai. Robyn mette quel suo personalissimo tocco art-pop a dare nuova linfa alla musica del duo di Tromsø dopo un paio di album passati in sordina. I Röyksopp, dalla loro, montano un'impalcatura sonora possente e coesa, a tratti decisamente emozionante, ma anche capace di stemperare e mettere ordine tra le idee non sempre a fuoco della bionda vocalist.
Solo cinque tracce? A qualcuno sembrerà bizzarro, qualcun altro lo troverà inconcludente. Per me è il crimine perfetto: l'intensità fatta fruibile. Speriamo la notizia arrivi anche in casa Dreijer...

BY ONDA ROCK 2O14




domenica 27 luglio 2014

Simple Minds a Ferrara sotto le Stelle, gran finale per il grande evento pop della città estense

LUNEDI H 21 28 7 2014  PIAZZA DELLA REPUBBLICA (CASTELLO ESTENSE)
*SOLD OUT- biglietti già esauriti!

Martedi 29 il sipario altrettanto super con Franz Ferdinand...  e il 28  una delle band electro new wave storiche celebre in utto il mondo, nei giorni scorsi i Basille boom. Per il vero grande evento di Ferrara cittò d'arte, non a caso da diversi anni sempre un grande successo nazionale e non solo, mai in implosione come altri grandi eventi per un motivo o per l'altro. Non a caso sold out per i Simple Minds (il nome da una canzone di D. Bowie).  Per una rassegna pluiridecennale che ha letteralmene e concretamente innestato Ferrara nella pop modernità, oltre i limiti metafisici e paleoestensi della città emiliana stessa. Una combinazione stravincente da ottinmizzare anche come modulazione strutturale per i futuri palinsesti politico-culturali, o no?
Nota di AsinoRosso


domenica 6 luglio 2014

Electro Rave gigante a Torino

Nell'area post industriale di Parco Dora si ripete il successo di "Kappa Futur festival", la maratona di musica elettronica che fa arrivare i migliori dj techno e dance. Migliaia di giovani si sono radunati  sotto la tettoia delle ex Ferriere Teksid, al Parco Dora, per 12 ore di muica no stop da mezzogiorno a mezzanotte.. Domani si replica, sempre da mezzogiorno a mezzanotte; quasi 30mila gli spettatori attesi per Richie Hawtin e il duo Disclosure (foto di Francesca Lai)

Guarda il video 

martedì 1 luglio 2014

Ricky Campa e il futurpop, AH AH AH *Video





Ricky Campa

lunedì 23 giugno 2014

L'electro art futurista di John Foxx

JOHN FOXX ALBUM: B-MOVIE (Ballardian Video Neuronica)

What was I saying about there not bing much Foxx news to report? Well out of the blue comes the news of a new release for April, B-Movie (Ballardian Video Neuronica), originally made for a cut-up movie by Foxx and Karborn, screened as part of Brighton's Cine-City festival in late 2012. B-Movie (Ballardian Video Neuronica) is inspired by the ideas and work of British writer J G Ballard.

B-Movie:
1 The Atrocity Catalogue Update
2 Geometry, Collision and Coincidence
3 Exit Strategy
4 Velocity Logic
5 Crash Course
6 Obscene Chemistry
7 A Stray Ballardian Neurone
8 Disaster Series
9 The Other Side
Ballardian Video Neuronica:
10 Geometry, Collision and Coincidence
11 Exit Strategy
12 Velocity Logic
13 Crash Course
14 Obscene Chemistry
15 A Stray Ballardian Neurone
16 Disaster Series
17 Dashboard Melt
18 The Other Side
This album is currenly exclusive to the John Foxx online store.