Con un linguaggio colto e raffinato, ma non criptico, Stefano Vaj esprime in questo libro una tesi in controtendenza all'attuale visione del fenomeno "I.A." che si può riassumere in questa frase: "L'intelligenza è sopravvalutata!". Secondo l'autore la venuta al mondo di una Intelligenza Artificiale Generale (AGI) non rappresenterebbe un pericolo per l'umanità e il libro tenta quindi di sfatare gli allarmismi di certa stampa. Il libro apre con una erudita analisi diacronica del fenomeno I.A. a partire dalla macchina universale di Turing per passare poi alle tesi di Hans Moravec, Seth Lloyd e, in tempi più recenti, Ray Kurzweil. Una I.A. avanzata non sarebbe quindi molto diversa da un "fyborg" ovvero da un uomo intelligente che amplia la sua coscienza utilizzando un computer connesso a Internet. La I.A. sarebbe quindi semplicemente più "potente" o se vogliamo più "efficiente" ma, come fa notare correttamente il Vaj, anche un Idiot Savant (si ricordi il caso di Tim Peek) è capace di fare calcoli impossibili per l'uomo comune e memorizzare interi libri a memoria.
L'intelligenza umana stessa, si sostiene qui, è divenuta "artificiale" nel corso del tempo. Da quando abbiamo iniziato a manipolare simboli per contare e per trasmettere (con la scrittura) la conoscenza oltre la nostra morte fisica.
Viene nel volume anche esaminata la manifestazione critica (o meglio fobica) verso la I.A. avanzata come quella mossa da esperti come Eliezer Yudkowsky o da rilanci sensazionalistici di stampa come quello del caso Blake Lemoine. Questo ingegnere di Google aveva ipotizzato che una vera I.A senziente (LaMda) fosse già tra noi. Mi permetto però in quest'ultimo caso di suggerire di non "smaltire" questo evento come una banale fantasia di un neo-luddita. Noi non sappiamo cosa effettivamente accada nei sotterranei dei laboratori di Google o di Open-AI o nelle ricerche militari della DARPA. Anche una I.A. semi-senziente prodotta in malo modo potrebbe avere controindicazioni. E per questo che bisognerebbe stabilire una vera Etica per organismi artificiali senzienti che un domani dovessero venire alla luce. Se LaMda era davvero senziente (improbabile…) ad essa andavano riconosciuti dei diritti e non si può pensare semplicemente di "staccarle la spina". Concludendo: un libro molto interessante che non può mancare nella biblioteca di chi si interessa di Futurologia e Intelligenza Artificiale.