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Claudia Salaris: quando i compagni bruciavano i futuristi

da GLI ALTRI ON LINE   Su una terrazza con gran vista, stretta tra la piazza del Popolo e della Libertà, Claudia Salaris dice una cosa che – se non fosse amara ma vera – suonerebbe come una di quelle storielle sui colmi. Il colmo per un cuoco, per un idraulico, per un pescatore. Cose così, che fanno ridere pochissimo. E appunto, potremmo dire: qual è il colmo per una storica del Futurismo? Avere, del futuro, una pessima opinione. «Penso che tra pochi anni nessuno si ricorderà niente. La scuola non sollecita alcuna curiosità e noi siamo condannati all’oblio». Riflette, sorride, e pareggia: «Dài, ci può essere sempre lo stupore dell’incontro». Il suo lo ebbe negli anni Settanta con l’artista Pablo Echaurren. Un rapporto d’amore, di bassi elettrici (la passione di Echaurren, disseminati in ogni stanza della casa) e di futuristiche parole in libertà. Nella foto qui in alto (uno scatto di Tano D’Amico), li potete vedere abbracciati, lui con un taglio alla Ringo Starr, lei felice e ca...