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martedì 12 novembre 2019

Giuliana Berengan: Per le Antenate (in Wall Street International Magazine)



Da: Giuliana 

Care amiche, cari amici,

è un’emozione quella nella
quale vorrei coinvolgervi,
un gesto di cura che risveglia
ricordi lontani e riporta al
cuore dolci sensazioni, pensieri
che accarezzano l’anima e
dispongono alla tenerezza.
E’ un modo per incontrarsi
e condividere affetti e gesti
che sono parte di un comune
patrimonio di umanità, di
un’abitudine talora perduta
a frequentare la nostalgia

Di questo si parla nel mio
scritto che da questo
9 del mese di Novembre potete
leggere sul
Wall Street International
Magazine con il seguente link:

https://wsimag.com/it/trame/58659-per-le-antenate

Grazie ancora una volta se
vorrete condividere queste
parole con i vostri amici di
rete

Giuliana Berengan




sabato 11 maggio 2019

Giuliana Berengan: Devota Mente

 

Da: Giuliana <berengan. 
Care amiche, cari amici,

è un percorso di memoria sensoriale
quello che vi propongo, a partire
dall'olfatto che è il più radicato ed
evocatore dei nostri canali percettivi.

E' un invito a lasciarsi attraversare
da ricordi che fanno tutt'uno con
le fibre che intrecciano l'intera nostra
vita, ricordi nei quali si mischiano
il sacro e il profano per ritrovare
la visione di un mondo di piccole,
preziose emozioni che odorano di
fanciullezza perduta.

Ecco il link per leggere il mio nuovo
scritto sul Wall Street International
Magazine dal giorno 9 di
questo Maggio:


Grazie ancora una volta se
vorrete condividere queste
parole con i vostri amici di
rete

Giuliana Berengan











Mail priva di virus. www.avast.com

martedì 10 marzo 2015

Ferrara, Giuliana Berengan sul Wall Street International

Segnalazione:
estratto da Wall Street International


Giuliana Berengan  Parole per Nostalgia

"Quello che porta alla creazione della parola è un processo lungo, accidentato, denso di fratture, di lacerazioni e di ricuciture, spesso lento, impercettibile e proprio per questo difficile, talora incomprensibile, fatto di entusiasmi e di malinconia, di attimi drammatici e di gioie improvvise e dirompenti, di silenzi e di ascolto, di attese e di slanci, di visioni e di fantasmi, di immaginazione e di rimandi apparentemente senza legame alcuno, di associazioni di pensieri, di giustapposizioni di suoni, di segni, di percezioni, di viaggi con o senza ritorno, di prigionie e di evasioni, di lacrime e di sorrisi guardati soltanto allo specchio, di animalità e di raffinatezza, di falsità e di verità, di concessioni e di rigorosi dinieghi, di ammissioni e di rifiuti, di percosse e di carezze, di tenerezza e di violenza, di follia e di lucida coerenza, di piccole sfumature e di forti colori, di morte e di rinascita, un processo che non ha fine come non ha fine il respiro, il soffio che dà nutrimento e crea la trama sonora sulla quale la voce tesse le forme della parola, un processo che contiene il mistero della vita.
Per questo il tessuto della scrittura ha a che fare con la fatica della nascita, con la pazienza che ne accompagna l'attesa, con la capacità di percepire i segni che ne sono preludio: parole come semi che devono essere accolti, deposti, ascoltati crescere fino a transumanarsi in emozioni che alimentano e sono alimentate dalle vibrazioni dell'anima. Nella tradizione indù la Parola assume le sembianze di Vac, la sposa di Brahma ed è Lei che si fa portatrice del doppio nutrimento, quello corporeo e quello che passa attraverso le sillabe prime e dà vita al linguaggio, a mostrare così l'intreccio originario della materia sottile con la fisicità ed a testimoniare la sacralità della parola e il suo legame ancestrale con la potenza generante.
La parola fatta nascere con amore invade i sentimenti, induce la commozione poiché al di là dei segni che vediamo distendersi a disegnare il testo c'è l'infinito, invisibile universo di sentire e di sapere che sottende all'esperienza creatrice, un mondo di sensazioni che rimanda a memorie lontane, che passa attraverso il gesto della mano che scrive srotolando e facendo scorrere tra le dita il filo dei ricordi come su un antico telaio. La capacità di ricordare ovvero, secondo la bellissima etimologia di questa parola, di 'riconsegnare al cuore' le caleidoscopiche immagini che la memoria ci rimanda, è un dono prezioso, capace di contrastare la tirannia del tempo e dello spazio. I ricordi, come energie sottili partite chissà da dove, alimentate da fonti misteriose, ci attraversano come linfa vitale, toccano i nostri sensi assuefatti ad odori globalizzati e sapori seriali per ricondurli in giardini segreti, profumati di malinconia dove si può assaporare la dolcezza di frutti proibiti.
Attraverso questa rete del cuore il tempo dell'intensità che non ha durata prende la sua rivincita, i confini angusti della vita reale si dilatano, possiamo accogliere cose, figure, voci, sentimenti che si presentano a noi per annodare i fili che ci tengono fortemente attaccati alla nostra matrice. Mi piace usare questa parola di un lessico fortemente connotato al femminile poiché la memoria ha origine in un corpo di donna. Mnemosine, la dea che nell'Olimpo greco la personifica, è la figlia del Cielo e della Terra ed è a lei che Zeus si unisce per generare le Muse, e dunque voglio pensare che non ci sia arte senza ricordi e che non ci siano ricordi senza il prezioso "lavoro di cura" che sempre le donne hanno fatto per custodire la lingua del cuore. I ricordi sono i fili dell'ordito sui quali va ad intrecciarsi la trama di altri ricordi a formare il tessuto ossia il testo sul quale sono tracciati i segni che testimoniano il nostro essere nel tempo, ma anche la nostra capacità di condividere e raccontare mondi che, attraverso la memoria dei sensi, si sono depositati nel nostro corpo e lo percorrono come il reticolo del sangue.
Memoria antenata che si batte per sopravvivere all'ideologia del presente che cerca le proprie ragioni in sé; memoria emozionale che è anche bisogno di immergersi nelle sorgenti del nostro essere e del nostro sapere: un incontro empatico che si accompagna ineluttabilmente alla nostalgia, una parola che vorrei riammantare di tutta la sua intensità. Nostalgia è il desiderio doloroso del ritorno, è un sentimento forte e tenero, un impasto di dolcezza e di malinconia, di tristezza e di gioie fuggite lontano, una teoria di ombre che sfilano davanti agli occhi della memoria come le piccole sagome delle miniature di Norimberga. Attraverso la nostalgia luoghi e persone ritrovano l'innocenza nel senso originario della parola: non possono più nuocere ma soltanto suscitare rimpianto per ciò che si è perduto e di cui ancora si sente il desiderio. E se il rimpianto è un 'rammentare piangendo' allora la nostalgia ha anche il compito di saziare la sete di lacrime che Platone riconosceva come parte della nostra anima: un piacere liberatorio che è compito del poeta provocare"..... (..................Continua )

lunedì 11 gennaio 2010

Futurist Editions new La Città Lunare Download

FERRARA PALEO.jpgE' on line Ferrara La Città Lunare Download- micrografie su oltre 100 artisti o scrittori o personaggi d'avantgard ferraresi (1980-2010) scritto da Roby Guerra. E' la versione aggiornata de La Città Lunare, edito nel 2006 da Este Edition. On Line, ora, per Futurist Editions, l'editing dell'avanguardia futuristica contemporanea. Di seguito la nota-recensione di Giuliana Berengan all'edizione cartacea originaria.

09-02-2007

Avant-gard
di Giuliana Berengan 

"Avanguardia neoestense", così Roberto Guerra nel sottotitolo del suo libro "La città lunare", pubblicato nel 2006 dalla Este Edition, definisce gli artisti, autori, personaggi che per un ventennio, dal 1985 al 2005, hanno animato e segnato la vita culturale ferrarese. Da tempo non sentivo usare in tutta la sua potenza evocativa questa "storica" parola che ha informato di sé il Novecento ed ha legato il proprio corpo semantico agli avvenimenti che hanno identificato e talora sconvolto il secolo: avanguardia in letteratura, in musica, nella poesia, nell’arte figurativa e nella politica, nella moda e nelle lotte di liberazione, avanguardia rivoluzionaria e pensiero all’avanguardia. Il termine mi è parso appropriato, oserei dire dovuto in riferimento a quelle voci che, in arti diverse e con modi differenti, sono risuonate con forza nel silente e abitudinario panorama della cultura istituzionale, rassicurante e assicurata dal pubblico consenso e quasi sempre anche dal pubblico denaro. Se è vero che "il modo più efficace per mettere in movimento il pensiero in senso costruttivo è quello di gettarlo in situazioni fino a quel momento per lui sconosciute" l’avanguardia ha certamente fatto propria tale indicazione: le radici della parola nel francese avant-gard, il drappello che procede avanti agli altri per aprire la via al resto dell’esercito, rimandano con chiarezza, benché in senso figurato, al coraggio di sfidare l’ignoto, di avventurarsi laddove i più non osano spingersi. E subito viene da chiedersi se questa parola abbia ancora un significato identificabile, se abbia ancora un senso servirsene in un contesto nel quale la diversità, la difformità, la non appartenenza ad una chiesa vengono evitate, esorcizzate o, ancor più spesso, messe in condizione di non apparire, relegate in un mondo minore e rese quindi incapaci di alimentare con la propria originalità il respiro del futuro....
http://futurismo2009.myblog.it  voce menu La Città Lunare Download
video http://www.youtube.com/watch?v=Ds9Nnm-IJ5E futurismo renaissance
           http://www.youtube.com/watch?v=vkwWgDovc-s  La Città Lunare