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domenica 15 agosto 2021

Stucchevoli intransigenze ideologiche | estense.com Ferrara


Stucchevoli intransigenze ideologiche | estense.com Ferrara
: Sono noiose le indignazioni per la proposta di Muroni di intitolare una via di Tresigallo ad Antonio Pennacchi! Il passato missino di Pennacchi – marchio infamante che neppure le successive militanze nel partito comunista e nella CGIL riescono a sbiadire – è un’onta inaccettabile per i moralisti a prescindere che non hanno mai letto nulla […]

domenica 20 luglio 2014

PaoIo Giardini: Ferrara e i comandamenti del dodecalogo canino *

I comandamenti del dodecalogo canino *

Nell'articolo di fondo della Nuova Ferrara del 13 Luglio il Direttore del giornale annuncia e auspica per Modonesi, il nostro assessore ai lavori pubblici futili, la candidatura ad una poltrona di governo in Regione. Non è spiegato cosa giustifica la promozione, salvo la vagamente tautologica menzione di una "ineluttabile" eventualità probabilistica, il che può significare l'inutilità di perdere tempo in dietrologie quando inaspettatamente si libera una poltrona appetita da centinaia di aspiranti, roba da fibrillazione di massa nella nomenklatura ferrarese. Ecco perché il Direttore, giudiziosamente, getta acqua sul carico d'incendio indicando Calò, il neo presidente del Consiglio Comunale, per il futuro posto vacante in Giunta, evidenziando la qualità che lo rende idoneo allo scranno assessorile più di altri: il suo essere "portatore di un florido pacchetto di consensi" (gli 809 voti di preferenza ottenuti alle elezioni comunali).
Finalmente è detto in chiaro che i posti apicali si raggiungono a prescindere da esperienze pregresse perché chiunque può gestire i lavori pubblici con somma competenza, se c'è consenso elettorale! E magari riuscire a far impallidire la fama del Modonesi, noto per l'imperturbabilità con cui esordì ai lavori futili, accettando di stravolgere la viabilità del centro storico per asservirla ad un numero micragnoso di telecamere MUSA. Fu il prodromo di leggendarie performance di impassibilità, come, ad esempio, con l'illuminazione radente nella maxi rotonda di San Giorgio, fesseria fuori norma realizzata con fari bassi simili a quelli delle auto (oltre alla realizzazione della deturpante rotonda stessa, quando bastava spegnere i semafori per snellire il traffico); oppure la recente constatazione dell'incompletezza dell'appalto riguardante piazza Trento e Trieste (articolo della Nuova del 28 giugno 2014: "Le sorprese del cantiere si mangiano i risparmi"), che venne tollerata con nonchalance, senza defenestrare chi redige capitolati dimenticando di guardare le planimetrie delle condotte gas e acqua piazzate da Hera sopra fogne esistenti e impedendone l'accesso. A proposito: chi ha deciso, autorizzato e pagato ad Hera quell'astuta analogia col terzo comandamento del dodecalogo canino (caga sempre dove qualcuno può passare)?
Certo che l'allontanare dalla stanza dei bottoni un elemento così, più imperturbabile di Muzio Scevola mentre brucia capitali per lavori futili, appare cosa buona e giusta. Inoltre, appioppandolo alla Regione si otterrebbe più equità distributiva nella produzione di guai pubblici regionali.
Ma i bolognesi, che non dormono in piedi, lasceranno fare? Non si accorgeranno che proponendo un suo candidato il PD di Ferrara sta mutuando l'equivalente del nono comandamento del dodecalogo canino (ulula: crederanno che stai dicendo qualcosa)?

Paolo Giardini

* Il dodecalogo si trova in: "Di tutte le ricchezze" di Stefano Benni

lunedì 9 giugno 2014

Cronache di Cona Hospital: la guardia medica alla svizzera...


GUARDIA MEDICA E DINTORNI di  Paolo Giardini
Se la professione del medico non confligge con l’incarico di aprire ad orari stabiliti le porte di un ambulatorio pubblico si deve certamente alla mancanza di un Ordine dei Portinai e Lavascale che sollevi obiezioni. Si trova invece in un sicuro conflitto di competenze quando si tratta di fare iniezioni intramuscolari, forse per via di un Albo Infermieri arroccato su antichi privilegi. Sono stato coinvolto nella questione recandomi in giorno festivo alla Guardia Medica di via Gandini per un’iniezione prescritta dalla medichessa dell’ospedale che mi aveva dimesso il giorno prima, indicando nella Guardia Medica il servizio pubblico a cui rivolgermi.
L’assembramento trovato in mattinata mi aveva indotto a tornare al pomeriggio, e qui, guadagnata la pole position arrivando in anticipo, alla riapertura della bottega ho potuto constatare che la portinaia era il Medico di Guardia stesso, che subito ha precisato alla mia richiesta di una puntura: “Siamo medici. Non infermieri!”. Quindi niente iniezione, di spettanza infermieristica.
Al mio farfugliare che la strana idea di rivolgermi lì era di una sua collega dell’ospedale (quello d’eccellenza, famoso per le macchie sui soffitti e il pronto soccorso che non ne vuol sapere di prender dentro i colpiti da malore davanti all’ospedale stesso), la risposta è stata imbarazzante: “All’ospedale è ora che imparino cosa fa la guardia medica”. Arrivando all‘impasse perché, pur trovandomi d’accordissimo, convinto come sono che debbano imparare tante di quelle cose che una in più non sposti di una virgola il problema, lì per li non c’era modo d’uscirne: chi doveva ovviare alla mancanza d’erudizione ospedaliera? Io? Lei? L’assessore alla kultura? Il silenzio fra noi era insostenibile. Per fortuna avevo una domanda elusiva di riserva: chi mi fa la puntura?
La Guardia Medica ha perciò sfoderato l’agenda, tratto i nomi dei monatti dediti a quel lavoro proibito ai medici, e telefonato ad uno di questi fissando un appuntamento a casa mia.
Così me ne sono andato lasciando mestamente irrisolta la faccenda dell’istruzione ospedaliera. Ma restava aperta la questione anche nell’ambito della Guardia Medica: chi insegnerà loro che il mondo ignora che a chiedergli di fare un’iniezione è come chiedergli di cambiare l’olio al motore?
Perché basta la scritta “QUI NON SI FANNO INIEZIONI. RIVOLGERSI ALTROVE” sulla porta della Guardia Medica per evitare che un mondo di inesperti si debba sciroppare ore di coda prima di infastidire un medico che sveli l’arcano. Ma quel cartello non c’è. E la cultura latita.


martedì 27 dicembre 2011

Paolo Giardini: DELENDA CARTHAGO Ferrara

lDELENDA CARTHAGO

Cosa uscirà a sorpresa dal cappello a cilindro dell’amministrazione comunale per concludere in bellezza l’anno 2011? Tenendo conto della capienza del cappello e dell’abilità dell’illusionista, oltre a una lunga successione di conigli (finalmente utili dopo averli mantenuti per decenni) le uscite più prevedibili sono le seguenti:

  • LEGIONELLA: informatori di fiducia assicurano che Tavolazzi si è recato sia all’ospedale di Cona che al S. Anna. Ha quindi avuto la possibilità materiale di contaminare indisturbato le reti idriche nascondendosi in un cesso con la scusa della pipì. Del resto, la contaminazione rientra ufficialmente nei piani elettorali del M5S (“inoculeremo il virus nelle istituzioni”). Optando per la legionella che non è un virus ma un batterio, Tavolazzi fornisce pure la prova dell’ingenuo tentativo di depistaggio, come può capire qualsiasi iscritto al PD. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per attentato alla salute pubblica.

  • DERIVATO: appena eletto consigliere, Tavolazzi s’è dedicato a sbraitare contro il derivato Dexia sapendo bene che ciò avrebbe pavlovianamente rafforzato la decisione del PD di ordinare a Tagliani di tenerselo stretto, col placet di Hera che non gliene frega niente. Cui prodest? A Tavolazzi, che in qualità di consulente della banca riceve la provvigione per ogni mese in più di sopravvivenza del derivato fra le spese comunali, e in qualità di oppositore a fine anno può dichiarare senza fallo che il derivato ha prodotto perdite per l’anima del cavolo che i cittadini pagheranno di tasca loro, e costringendo anche l’Assessorato al Pozzo Senza Fondo a raccontare balle a difesa del decoro assessorile. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per guadagni illeciti sparando alla Croce Rossa.

  • L’AFFARE CONA: la prova che Tavolazzi è fra i fautori della scelta di Cona sta nella sua scelta di abitare a Francolino costruendovi una magione signorile, presa giusto nel periodo in cui è stato deciso in segreto di chiudere il S. Anna. Quale motivo può far propendere per un luogo esterno alla città se non la consapevolezza che in mancanza di una circonvallazione cittadina ad anello per andare in un ospedale decentrato ogni percorso scelto può rivelarsi fatalmente intasato? E quindi è meglio partire da luoghi posti dal lato giusto, non troppo vicini per disporre di più percorsi alternativi e non troppo lontani per non allungare eccessivamente i tempi, il compromesso fra due esigenze che vede Francolino in buona posizione. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per interessi privati in atti d’ufficio fatti maliziosamente non in ufficio.

  • PFOA E PERDITE D’ACQUA: una padella antiaderente in teflon (che contiene PFOA) dal fondo corroso buttata nel pattume dalla signora Tavolazzi (invece di conferirla alla differenziata: vergogna! sarà d’uopo che l’Assessorato alle Discariche denunci d’ufficio la signora Tavolazzi alla Procura) è stata acquisita come reperto indiziario per la strana mega bolletta da mezzo milione di euro pagata l’anno scorso dal Comune ad Hera. Non è sfuggita la contestuale insistenza del consigliere Tavolazzi nel denunciare la probabile esistenza nell’acqua di molecole di PFOA e l’ossessiva richiesta di analisi dell’acqua. Ora è chiaro che se si vuole contaminare una rete acqua basta introdurre le sostanze in un lavandino di un bagno (un vizio di Tavolazzi, si veda il punto LEGIONELLA), ma se il contaminante non si annida e riproduce come un virus occorre una manovra di dispersione in acqua mediante la fuoriuscita di acqua buona da un punto basso per immettere il contaminante da un punto altro. Ciò spiega le perdite dai rubinetti al pieno terra mentre ai piani alti con un imbuto si infilava nei rubinetti la polvere di Teflon grattata via dai tegami di casa Tavolazzi. Sarà d’uopo che il sindaco denunci d’ufficio Tavolazzi alla Procura per l’eventuale possesso criminoso di imbuti e tubi di plastica.

  • DENUNCIA D’UFICIO ALLA PROCURA OGNI VOLTA CHE TAVOLAZZI ARRIVA IN COMUNE (eccettuando eventuali responsabilità sulle guerre puniche): è la naturale evoluzione di un radicato patrimonio culturale di cui il PD è rappresentativo, per il quale ogni volta che il marito tornava a casa, prima di ogni altra cosa e prima di proferir parola prendeva a botte la moglie “parché sicurament l’ha cumbinà di malan”.

lunedì 26 dicembre 2011

2012: i Maya erano ferraresi! by Paolo Giardini (Futurist Editions on line, 2012)

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Se in fondo son diventati scrittori anche Sateriale e Franceschini, più noti come politici, ben venga anche il quasi "nostro" Paolo Giardini, ben noto come polemista sulla stampa ferrarese. Forse ora anche Tagliani (e non solo) troveranno il tempo per leggerlo...
Per Futurist Editions on line, editing ferrarese tra le attività ufficiali dei laboratori culturali di certa futurologia italiana (eBook n.32), Giardini ha lanciato nel ciberspazio del web un florilegio dei suoi numerosi interventi sulla recente cronaca politica e anche metaculturale ferrarese.
"2012: i Maya sono ferraresi? Fantacronache di un Ferrara-Default annunciato". Titolo che è tutto un programma per un lavoro presentato come ammaliante e ulteriormente sarcastica fantapolitica...
Qualcuno parla già di una sorta di "piccolo" Kraus di Ferrara nell'era di Cona e dintorni. Karl Kraus, il celebre scrittore viennese del primo novecento, noto anche per la rivista Die Fackel, FIACCOLA, da lui diretta e scritta in splendida solitudine, eppure vera e propria mina intrigante per la comunità e le autorità della capitale della vecchia Mitteleuropa.
Poi alla lunga, come si sa, la casta degli Asburgo è sparita.... E Kraus tutt'oggi è nella storia del libero pensiero e della grande letteratura.
Giardini naturalmente non resterà nella storia della letteratura italiana: forse - nonostante la profezia locale - Ferrara tornerà ai fasti del Rinascimento - ma in tal caso questo micro libello pamphlet alla Voltaire (come presentato nella prefazione-intervista) avrà certamente centrato il bersaglio... Una fiaccola per il futuro di Ferrara!
PDF GRATUITO vedi menu collana Futurist Editions
http://reddonkey.myblog.it

lunedì 12 settembre 2011

Paolo Giardini: Bilanci Comunali e Corte dei Conti ferraresi

La psicologia polastriana, di ortodossa matrice partitica ex diessina, si rivelò efficacissima per ribadire nelle zucche dei consiglieri di maggioranza (quelli di minoranza non contano, essendo minoranza) che ciò che non è imposto per legge non si deve neppure azzardare a chiederlo! Perché tutto sommato in odore di illegittimità.

Fu per la maggioranza una performance ammirabile, paragonabile per sostanziale eleganza a quelle di Carlo d’Inghilterra in visita con Camilla alle scuderie reali, e confermò la sua fama di sagace ideatore di bilanci perfetti, contenenti senza complicazioni debiti da infarto a fronte di entrate ridicole. L’Università di Ferrara, corse subito ad offrirgli il posto di direttore amministrativo prima che gli arrivassero allettanti proposte da Harward o Cambridge, stanche di reperire coperture finanziarie ogni anno.

La Corte dei Conti comprende una sezione di controllo dei bilanci di previsione comunali. Recentemente ha inviato al Consiglio Comunale di Ferrara l’esito del controllo sul bilancio 2009 (anno di severità quaresimale: niente finanziamenti agli spettacoli di Ronconi). Dall’aridità formale delle 9 pagine del documento ufficiale traspare comunque l’entusiasmo della Corte per l’operato di Polastri, compendiato in un AllegatoA,acutamente denominato Profili di Criticità/Irregolarità, e così suddiviso:

Approvazione di Rendiconto: n. 1 capoverso.

Risultato di Amministrazione: n. 21 capoversi.

Debiti fuori Bilancio: n. 3capoversi.

Indebitamento: n. 1 capoverso.

Procedimenti di esecuzione forzata: n. 1 capoverso.

Organismi Partecipati: n. 4 capoversi.

Strumenti Finanziari Derivati: n. 2 capoversi.

Conto Economico e Conto del Patrimonio: n. 4 capoversi.

Un insieme di solo 37 affettuosi paragrafi illustrativi degli aspetti un po’ critici o irregolari presenti nel bilancio 2009, meritevole di gratificante lettura. Perché risulta tutto OK. Infatti la Corte dei Conti tranquillizza subito gli ansiosi precisando che le irregolarità non sono suscettibili di “specifica pronuncia” ai sensi della Legge 23 dicembre 2005 n. 266, art. 1, comma 168. Che è un modo burocratico corrispondente al nostro dialettale: “A no mina dit che a tiè ‘n làdar. Adigh sol: dam indré la mie pitona.”.

Paolo Giardini

 

sabato 26 febbraio 2011

Paolo Giardini- Rinaldiade da oltre 20 anni in cartellone a Ferrara


 

 

Sono sorprendenti le parole del Direttore dell’Arcispedale S. Anna di Ferrara dottor Rinaldi comparse sul giornale in un dibattito sulla chiusura dell’ospedale cittadino:”…non è decisivo il tempo in cui l'ambulanza torna all'ospedale, ma quello in cui arriva sul posto”.

Non contento, aggiunge: “…io sto ai dati scientifici: nel momento in cui arriva l'ambulanza e prende in carico il paziente, ovvero ne capisce i sintomi, inizia il trattamento più adeguato, allerta l'ospedale di arrivo, a quel punto i tempi a seconda degli studi sono di 120 minuti oppure di tre ore”.

Fermo restando che i “dati scientifici”, pur citati con vaghezza salottiera, sono frutto di trattamenti di dati d’ingresso omogenei (quindi è inverosimile siamo desunti da ospedali come Cona posti fantozzianamente in luoghi non baricentrici e non serviti da raccordi stradali decenti), questi sono inevitabilmente riferiti a percentuali di successo. Che non sono del 100%, ovviamente, con un certo numero di casi fatali. Questo numero di eventi infausti rimarrà inalterato, lascia desumere il dottor Rinaldi, anche quando l’esperienza di Cona contribuirà a fornire nuovi input ai futuri “dati scientifici”. Come fa a saperlo? Perché se non ne ha vera consapevolezza scientifica, pur facendo bene la sua parte promozionale di Cona, la faccenda di un medico che ritenga accettabile il rischio di qualche morto in più nelle statistiche stride con il codice di deontologia medica.

Comunque, ammettendo che le autoambulanze siano mini poliambulatori atti a praticare sul posto TUTTE le terapie d’urgenza risultanti necessarie, visto che il dottor Rinaldi dà per scontato che ogni ambulanza sia idonea a far “capire i sintomi” dei pazienti presi in carico; e che la professionalità del personale sia OK (pur essendo noto che circolano ambulanze con a bordo soli autisti), per cui che OGNI trauma, malore, criticità riceva stabilizzazione certa sul posto dalla prodigiosa ambulanza, tale rapido arrivo = stabilizzazione, ci fa intendere il dottor Rinaldi, ha effetti certamente perduranti per due-tre ore su TUTTI i casi, racchiudendo ogni gravità in un tranquillizzante ambito strettamente deterministico.

In pratica si reclamizza una medicina d’urgenza fatta di consolidate certezze, in controtendenza al cammino della scienza medica sempre pronta a rimettere in discussione i suoi assiomi, perché poggiante su macroevidenze statistiche che in quanto tali non potranno mai conferire certezze al decorso dei singoli eventi.

Le infinite variabili che concorrono nei casi oggetto di chiamata al 118 non sono riconducibili alle relativamente poche categorie che la più raffinata statistica medica può contemplare. Ma questo sembra non aver importanza per il dottor Rinaldi. Se fosse il mio medico curante lo cambierei senza indugio. Posso cambiare anche il direttore generale dell’ospedale della mia città?

 

Paolo Giardini

 

giovedì 10 dicembre 2009

2000 leghe sotto Ferrara... da Paolo Gairdini

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TERRE BASSE

A Ferrara si spendono tantissimi soldi per rendere navigabili i nostri corsi d’acqua, per adeguarli al transito di grandi battelli lunghi 100 metri e larghi 15. In precedenza si erano spese molte parole pro e contro l’iniziativa (i contro, ovviamente, sono quelli più aderenti alla realtà). La maggior parte della gente, giudiziosamente, non è stata ad ascoltare, perché la questione è altamente tecnica per conto suo, ma sopratutto è gestita dai politici di professione, quindi è automatico che la faccenda sia utile solo ai vincitori delle gare d’appalto, gli unici ad avere memoria, che ricordano di emettere le fatture quando è il momento. I politici, si sa, non hanno memoria. Per autodifesa. Se l’avessero sarebbero soverchiati da incubi. Forse solo l’elettroshock potrebbe far loro riesumare i dettagli delle catastrofiche decisioni prese in passato.

Comunque, si spendono montagne di soldi pubblici per il contenitore dell’acqua e suoi accessori quali i ponti e le sponde. Non si tocca l’acqua. La si lascia lurida esattamente come è adesso. O anche più lurida, dato che non c’è nulla che possa evitare che diventi peggiore. Eppure quell’acqua non serve solo a far galleggiare navi fluviali, serve ad irrigare le nostre campagne quando non piove. Una grande campagna è intersecata dai canali di irrigazione alimentati dal Volano, a sua volta alimentato dai canali Boicelli e Burana, rinomati per la purezza delle acque. Ci sono anni in cui la piovosità è scarsa o scarsissima. L’anno scorso la piovosità è stata circa la metà del normale. Quella metà non piovuta dal cielo è stata rimpiazzata con l’acqua dei canali variamente colorata nelle tonalità comprese fra le striature del verde scuro e il marron scuro, che proprio per le mancate precipitazioni era inquinata il doppio del solito. L’inquinamento delle nostre acque d’irrigazione, tanto per chiarire le idee, è al top in Europa. Contiene di tutto, milioni di sostanze aliene, veleni senza antidoti sia per l’ambiente che per gli umani. Sparsi sulle coltivazioni, comprese quelle “biologiche” che costano carissime, ma l’amministrazione comunale impone a forza nelle mense scolastiche perché fanno bene. In un anno siccitoso caratterizzato da una piovosità di solo un quarto del normale, l’inquinamento da acque irrigue diventa quattro volte il già incredibile solito!

E’ di pochi giorni fa che l’ARPA ha deciso di chiudere il proprio centro di monitoraggio delle acque. Giusto! A che cosa serviva prima? A tenersi in allenamento?

Pongo una domanda agli eventuali lettori arrivati fin qui: cosa gliene frega di tutto questo agli onesti politici dai “volti nuovi” (onesti, sì, non hanno mai parlato di cervelli) propensi alla cementificazione delle pinete ai Lidi, e a quelli che riescono a mostrarsi competenti e capaci di decisioni avvedute per il bilancio comunale perché fanno risparmiare più di 150.00 euro (invece di più di 175.000)?

Le parole in corsivo sono l’unanime espressione del gruppo consigliare PD. Si fanno cappellacci con zucche del genere?

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

Video http://video.google.it/videoplay?docid=-4661112086712216316&ei=zJwhS-61Cpn42wK1zoy2Aw&hl=it#

sabato 5 dicembre 2009

PD ISTRUZIONI X LA CASTA FERRARA da Paolo Giardini

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ISTRUZIONI PER L’USO

Su “CronacaComune”, il giornale on-line comunale più famoso nel mondo, dalle originali modalità di scelta degli articoli pubblicati, è apparsa come una stella cometa un commento a firma “del Gruppo Consigliare PD”, titolato “Come vota il PD in consiglio”.

Il titolo spiega l’importanza del documento: è una guida, offre la chiave di lettura del voto PD. Gli inesperti, che come me non frequentano quell’aula dove si decide il destino della città, immaginano che il voto del PD consista nell’alzata simultanea di una ventina di mani al via dato dal presidente del consiglio (pure lui del PD, quindi in pole position per votare col gruppo).

Non è così ci spiega, compatto come quando vota, il Gruppo Consigliare PD, illuminandoci sui reconditi che stanno alla base dell’alzata di due dozzine di mani. E per primissima cosa ribadisce (sì, ribadisce: vuol dire che ci aveva già informati, segno che siamo molto disattenti) quando si stanzia “un sensibile aumento di stipendio a una dipendente comunale che assume mansioni in grado di surrogare efficacemente la contestuale eliminazione di due figure professionali ben più costose (facendo così risparmiare più di 150.000 euro) è la decisione avveduta di un Sindaco competente e capace, a tutto vantaggio del bilancio comunale.”

Ci viene così insegnato che generalmente il voto del PD è determinato dai sensibili aumenti alle dipendenti comunali. E’ una questione di galanteria, sicuramente sarà retaggio di tradizioni antiche, e in più comporta delle belle botte di risparmio. Ogni volta che votano, quei signori compiono un’azione doppiamente meritoria, gratificando le graziose dipendenti e alleggerendo le spese perché eliminano due figure professionali. Con un centinaio di votazioni l’organico comunale passerà da 1500 a 1300 dipendenti. Non ultimo, il sindaco ne esce confermato nella sua autostima, che ne ha tanto bisogno. Bisognerebbe che il PD votasse più spesso.

Il manuale, con modestia, non dice nulla sull’implicito aiuto psicologico dei dipendenti maschi con propensioni transessuali a decidere il salto di qualità con un viaggio a Casablanca, e passa attivamente al secondo punto spiegando come le mozioni di PDL e IDV siano generalmente valutate dal PD: “certamente inutile, prevaricante le prerogative istituzionali del Sindaco e, per certi versi, persino offensiva” l’esempio di una mozione PDL e “votata con gli usuali criteri di merito” un’altra di IDV, alleata PD, cioè con l’astensione. A prima vista sembra che PDL e IDV non siano molto ben considerate dal PD. Forse farebbero bene a non presentare più mozioni.

Infine il manuale “Come vota il PD in Consiglio” passa alle mozioni presentate da PpF, spiegando che è sempre “inaccettabile il tentativo di imporre alla maggioranza una serie di significativi impegni di bilancio senza alcuna preliminare discussione nei tempi, nelle sedi e nei modi previsti dalle consuetudini democratiche prima ancora che dai regolamenti”.

In altre parole, le proposte su impegni di bilancio seri non si discutono in aula consigliare, non si rimandano ad altra data per pensarci su, perché le uniche sedi in cui si discutono sono quelle consuetudinarie. Il PpF è nato l’anno scorso, non rientra nelle consuetudini, cosa presenta mozioni inutili a fare? Ma Tavolazzi non ha niente di meglio da fare che venire in Consiglio Comunale?

Il manuale non dà indicazioni su IaF. Forse è un diplomatico invito a proseguire sulla retta via: il suo Capo Gruppo, Barbieri, ha appena dato le dimissioni.

Questo agile manualetto dovrebbe essere stampato in carta plastificata per corredare i seggi e i posti del pubblico nella sala del consiglio. Almeno fino alla prossima legislatura.

PAOLO GIARDINI

www.progettoperferrara.org

Video http://www.youtube.com/watch?v=yhLBTJj1ikg

giovedì 26 novembre 2009

Compagni Contrordine! di Paolo Giardini

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COMPAGNI, CONTRORDINE!


Sul sito www.anpi.it, la scheda biografica dedicata a Pasquale Colagrande riassume la triste vicenda del magistrato, vittima del plotone d’esecuzione nella tragica notte del ‘43 per i suoi dichiarati sentimenti antifascisti.

Qualche dettaglio lascia supporre che la pagina ANPI sia la fonte ispiratrice dei novelli Presidente e Vicepresidente della Provincia alle prese con la redazione dei discorsi per le celebrazioni della ricorrenza annuale dell’eccidio del muretto. Talmente ispiratrice da essere riferita pressoché parola per parola in un messaggio alla stampa del Vicepresidente Fiorillo, ma anche per il diligente raffronto eseguito con le scritte sul muretto del Castello (giustamente: per non sbagliare lapidi durante la cerimonia). La lettura ha dato i suoi frutti, consentendo di scoprire un grave errore scolpito nel marmo: da più di mezzo secolo viene indicato l’avvocato Pasquale Colagrande, non il Procuratore del Re Pasquale Colagrande della storia! Un ignomignoso oltraggio alla memoria!

Così la Presidente Zappaterra nel suo discorso ha lamentato l’irrispettosa inesattezza, dichiarando la volontà di porvi rimedio facendo correggere la lapide sbagliata. Lo stesso desiderio espresso con più accorati accenti dall’inconsolabile Fiorillo, nella sua citata comunicazione alla stampa.

In futuro, prima di indulgere all’indignata commozione istituzionale, le due Alte Cariche farebbero bene a fare, o far fare, accertamenti storiografici: non è detto che una sola fonte sia esaustiva.


A dieci giorni dalla commemorazione, è uscita l’edizione del periodico locale dell’ANPI contenente un articolo su Colagrande, a firma di Paola Mambriani del Comitato "Ferrara per la Costituzione". Riferisce che, prima di entrare nella magistratura, Colagrande divenne avvocato.

Che non sia il caso di sospendere l’incarico al marmista? A riscalpellarle, le lapidi si rovinano.

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=KNmxC7U01oM

lunedì 23 novembre 2009

Comune di Ferrara adimensionale? da Paolo Giardini

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COSTA POCO

C’è un fenomeno di costume forse più insidioso della pubblica assuefazione al grande fratello: l’adimensionalità. Salvo il contare i soldi nel portafogli, si sta perdendo la nozione del come si fa a valutare le cose. Comincio a capire come il sindaco e la maggioranza riescano a considerare la valutazione delle reti comunali a prezzi da chincaglieria senza rotolarsi dal ridere: i giornali offrono alcune prove indiziarie del fenomeno. Oggi, per esempio (20/11/09), leggiamo il commento sull’illuminazione lunare del Listone espresso nientepopodimenoche dall’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modenesi, il quale afferma che era una “soluzione che costava poco e che fin dall’inizio era stata considerata temporanea”. Il bravo giovane, o è figlio di Bill Gates o ha opinioni alquanto disastrate sul “costare poco”, dato che i lampioncini kitsch sono in ogni caso stati comprati per niente. Inoltre è stata comprata la mano d’opera per installarli e per realizzare le loro linee di alimentazione, prima inesistenti (vedere foto del listone prima della cura). La spesa comprende pure i proiettori e relativi impianti attaccati alla parete dell’ex Palazzo della Ragione, oltre ai due pali alti più di 15 metri posti a ridosso del muro del medesimo palazzo, con i grappoli di proiettori in testa e relative opere impiantistiche. Tutto da buttare e sostituire con un vero impianto dimensionato da progettisti illuminotecnici e non dal parere di qualche politico travestito da marangone. Il sindaco dovrebbe insegnare al suo preclaro Assessore che nel caso in questione c’era un solo modo di “costare poco”: pagare le manutenzioni del vecchio impianto.

Un’altra bella prova di adimensionalità è fornita dal giornale odierno nella lettera firmata “Hera Ferrara”, pubblicata con debito risalto, avente il titolo “Teleriscaldamento – Costa meno del gas metano”. Tremila battute di una dotta analisi… senza l’ombra di un prezzo, di una percentuale, di una unità di misura. Niente numeri! Eccettuati quelli relativi agli anni solari 2007-2009 (in effetti è difficile fare a meno di scrivere 2007 citando l’anno 2007). Risulta particolarmente simpatica la frase d’apertura di Hera Ferrara che chiede al giornale di poter “formulare alcune spiegazioni”. C’è da chiedersi come si sarebbero espressi se non “formulavano” ma semplicemente illustravano. Con la faccine emoticon? Auspichiamo vivamente che quell’ufficio scrivente sia promosso alla redazione anche delle bollette Hera.

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=yDP2NN1M1L0

domenica 15 novembre 2009

La Kultura litica di Ferrara da Paolo Giardini

TAGLIANI BERUSCHI.jpg 

Kultura litica

Dato il livello di kultura dominante ai vertici dell’amministrazione provinciale, la probabilità di sostituire le lapidi sul muretto del castello con pareti marmoree è relativamente alta, arginata solo dal deterrente della spesa del marmista, perché un sadico giornalista ha scelto di pubblicare la seguente frase, tratta dal discorso commemorativo della strage del novembre 43 della presidente Zappaterra: «Riconosceremo giustamente a Pasquale Colagrande il suo titolo di Magistrato del Re, e non di avvocato, alto compito che ha vissuto con profondo senso di giustizia».

Nella consapevolezza che la signora ha replicato con uno scritto ad un Comitato di protesta contro le edificazioni nelle pinete ai Lidi, senza mai citare i boschi ma chiamandoli “luoghi occupati da alberi”, la pubblicazione della frase in sé potrebbe essere la causa scatenante di una partogenesi dell’allargamento di significato dei titoli, accumunando titoli di studio, titoli professionali, titoli nobiliari, titoli di appartenenza e sottotitoli.

Poiché anche il vicepresidente Fiorillo si è espresso negli stessi termini della Zappaterra (addirittura afferma che gli “sta a cuore” la faccenda, in una lettera inviata ai media sulla vicenda Colagrande che ricopia la pagina a lui dedicata sul sito ANPI dimenticando di citare la fonte), corriamo il rischio reale di veder sostituire non “avv.” con “dott.” ma con “Magistrato del Re”, che comporterà per senso di giustizia l’aggiunta di Ingegnere Capo del Comune di Ferrara per Girolamo Savonuzzi, di Ragionere - Senatore del Regno - Industriale Saccarifero – Frondista pre 25 Luglio per Emilio Arlotti, e via seguitando per gli altri otto ammazzati dai repubblichini per un totale di qualche metro quadro di lapidi. In tal caso, consiglieri alla signora Zappaterra di far sì che le due vecchie lapidi non vengano distrutte e conservate per ricordare la rozzezza lapidea del passato. A Ferrara esiste un luogo adatto a conservarle, il Lapidario. Dove potranno rimanervi in attesa di tempi migliori.

Paolo Giardini

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video http://www.youtube.com/watch?v=qC7YbEcBRsA

Ferrara perde i Treni del futuro...

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SOSTE A FERRARA

Se un adulto, istruito e di madrelingua italiana, dicesse: “Ho verificato la tal questione..”, l’impiego del verbo “verificare”, indicativo di accertamenti mediante prove o controlli, predisporrebbe l’interlocutore all’attesa di un risultato preciso. Perciò sarebbe deludente un seguito che esordisse con un “Pare che ..” tratto dal dominio dell’incertezza. La fluidità del linguaggio orale, con continue correzioni di rotta, può non essere rispettosa di tante regole, quello che conta è la comprensibilità del messaggio trasmesso. Ciò non è altrettanto vero nella scrittura che abbisogna di formalismi consolidati, priva com’è di mimiche facciali e pacche sulle spalle.

Cosa pensare allora del sindaco che scrive sul giornale on line del Comune: «… ho verificato l’intenzione di Trenitalia di ridurre drasticamente sulla città di Ferrara (….) le fermate dei treni da Ferrara per Roma e ritorno. Pare che nel nuovo orario siano previste solo…»?

Il tono deciso, da salto nel cerchio di fuoco, stride col modesto risultato di un “pare che”. E’così deplorevole affermare semplicemente d’aver chiesto informazioni?

Si obietterà che un’approssimazione lessicale non è un delitto. Vero. Purché non sia sistematica, altrimenti è imprecisione da incultura. Esaminando il messaggio del sindaco, nel periodo incominciato col “Pare”, troviamo un conflitto semantico in: « ..con una immotivata riduzione delle fermate rispetto ai dieci attualmente in esercizio». Non per la distrazione di “ai dieci” invece che “alle dieci”, ma per la scelta dell’aggettivo“immotivato” che vuol dire ingiustificato, arbitrario, non suffragato da motivi plausibili. Perché immotivato? Quando cessa la fermata dei treni in una stazione ferroviaria, è la fine ad un accanimento terapeutico costituito da un periodo di malinconiche soste a vuoto. Incurante del vile dettaglio, il sindaco afferma che la decisione di ridurre le fermate «non è ovviamente da me condivisa». Quand’è così, possiamo respirare. Infatti, segue l’appello al sostegno dei parlamentari ferraresi nella richiesta di mantenere le fermate attuali, chiedendo di aggiungere suppliche alla sua supplica proprio da parte degli unici ferraresi che viaggiano gratis su quei treni per Roma. In cambio di che? Della presentazione di un dettagliato programma di sviluppo turistico che amplificherà gli arrivi a Ferrara? Della creazione di un Polo Turistico Integrato Ferrara – Domini Estensi (che come è noto arrivavano in Garfagnana)?

Prima di chiedere la carità sarebbe auspicabile fare esami di coscienza, così forse si arriverà ad attribuire l’aggettivo “immotivato” a chi lo merita davvero. Se nella Ferrara piena di debiti, sempre più somigliante per assonanza con Perhera, non fermano i treni veloci, non fa più tappa la Mille Miglia, si insediano nel petrolchimico solo aziende velleitarie oppure da investimenti impattanti ad alta resa e poca attività (centrali termiche), neppure l’Ermitage vi organizza mostre, si vendono strategiche reti municipali a prezzi da rottami, bisogna affidarsi ai bolognesi per i trasporti urbani, bruciamo quantità industriali di rifiuti senza guadagnarci un soldo, e con questi brillanti risultati il saltatore nel cerchio infuocato decide di erogare 800.000 euro come premio di produzione annuale ad una trentina scarsa di dirigenti comunali, qualche motivo ci sarà pure!

Paolo Giardini

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domenica 8 novembre 2009

Ferrara Fase termo-onirica in Comune



BOMBA ATOMICA.jpgFASE TERMO-ONIRICA

Da tempo il consigliere Portaluppi, arrampicatore a mani nude di pareti di ghiaccio (Ice free climbing), non si esibiva nella sua specialità. Temevamo per la sua salute: oltre al rischio di cadute, le prese ipertermiche provocano edemi e attenuazione dei riflessi. Ma erano timori infondati: fedele al suo cliché, si stava preparando ad un nuovo esercizio sportivo, questa volta sul versante dell’ipotermia. Non più pareti di ghiaccio, ma salite su roventi ciminiere! Oggetto dell’ultimo exploit è l’indagine sulle centrali termiche del teleriscaldamento, per verificare se è proprio vero quello che dice Tavolazzi al riguardo (che il teleriscaldamento è una bufala), studiando il comunicato di Tavolazzi in cerca d’errori. Trovandoli!! Una gran soddisfazione che ripaga dalle profonde bruciature sulle palme: Tavolazzi ha commesso grossolani errori! Da esporre quindi al pubblico ludibrio, in un trionfante comunicato alla stampa dal titolo Teleriscaldamento: 'così stanno realmente le cose' con queste severe parole: “Intanto 52,33 moltiplicato per 4850 darebbe comunque come risultato 253,8 e non 274: l'ingegnere sbaglia le moltiplicazioni.” Quel “darebbe” è poco consono alle certezze matematiche, quindi è d’uopo rassicurare l’esitante Portaluppi: 52,33 per 4.850 dà, come risultato arrotondato, sempre il numero 253,8.
La requisitoria prosegue spiegando che i dati riferiti da Tavolazzi non corrispondono al funzionamento delle caldaie, come le ore di funzionamento indicate, terminando con: “non possiamo non rilevare come ancora una volta PpF tenti di mascherare le proprie discutibilissime opinioni dietro un fragile paravento d’affermazioni sprezzanti contornate da dati non pertinenti, per giunta stravolti maldestramente con calcoli illogici e sbagliati.”
Nonostante la fatica il Portaluppi non raggiunge mai la vetta. Anche stavolta scambia fischi per fiaschi e non comprende che il messaggio di Tavolazzi riguarda il rendimento ridicolo in sé del teleriscaldamento di Hera, e i dati usati (pur sempre tratti da fonti Hera) sono propedeutici al concetto di scarso rendimento e corrispondente alto inquinamento. Cercando errori nei dati non si è soffermato sul passaggio di Tavolazzi che parla di “…emissioni specifiche per KWh, per valutare la salubrità del “sistema” teleriscaldamento occorre compararlo con le caldaie singole a gas, di ultima generazione, a bassa temperatura dell’acqua, che il nuovo teleriscaldamento è destinato a sostituire.” E’ una frase un po’ ermetica per gente akkulturata alla Portaluppi: dà per scontato che si sappia che le nuove caldaie a condensazione, oltre a taluni accorgimenti, hanno rese irraggiungibili dalle normali caldaie di Hera, utilizzando il Potere Calorifico Superiore del gas e non quello inferiore. Dà per scontato che nessun adulto ritenga che un tubo pieno d’acqua calda, continuamente pompata per 200 km in tubi sotto terra, costi poco o nulla a mantenerla. Dà per scontato l’automatica associazione basso rendimento / alto inquinamento / alte spese pubbliche e private. Non è finalizzata alla comprensione del consigliere Portaluppi, sempre a rischio di perdere l’uso delle mani per congelamento o cottura, è rivolta ai capifamiglia ferraresi che dal palazzo municipale non hanno mai sentito certe campane.

Paolo Giardini

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domenica 1 novembre 2009

Tagliani baratta FERRARA?

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BARATTO RIDICOLO

Qualcosa che fin dalle origini è sempre appartenuto alla comunità locale, d’ora in avanti apparterrà ad una società privata, perché così hanno deciso in vacatio legis* alcuni incompetenti naturali che il fato cinico e baro ha posto nella maggioranza consigliare del Comune di Ferrara. Impossibile riconoscere loro le attenuanti generiche: essendo tutti nati in anni successivi alla guerra, è inverosimile che da piccoli siano stati traumatizzati dai bombardamenti. A prescindere comunque dalle cause prime, è avvenuto l’incredibile: i seduti sull’orlo del proprio abisso mentale hanno barattato le reti comunali del gas con un pacchetto azionario di Hera S.p.A. non spendibile, e il cui controvalore attuale in moneta sonante non copre neppure l’importo d’acquisto dei contatori terminali di consegna gas agli utenti. Si è molto parlato di vendita e svendita. No, è solo baratto svantaggioso per una delle parti. Passeremo alla storia per la rinomanza del buyer di Hera, che ha concluso l’affare del secolo senza muovere un soldo! Un colpo da Grande Maestro, equiparabile al passaggio di proprietà della Gioconda, spostandola dal Louvre al Palazzo dei Diamanti in cambio di azioni di Ferrara Arte per il controvalore della cornice. Bisognerà cancellare dalle citazioni i dilettanteschi il Gatto e la Volpe.

Non ci resta che rimirare i cocci: il più malinconico riguarda il venir meno di una supertutela goduta nominalmente dalla comunità, che solo l'Autorità locale garante di ciò che è direttamente in possesso può conferire. Adesso non c'è più, non essendo prevista la contrapposizione al monopolista Hera di un soverchiante strapotere di comminare forti sanzioni pecuniarie dissuasive alle carenze di prestazioni per qualsiasi causa.

Un altro coccio è la beffa patrimoniale di un bassissimo valore presunto delle reti accolto come se fosse il massimo valore, proveniente da rivelazione divina, trascurando arbitrariamente che nel libero mercato i valori presunti non contano mai, salvo nelle requisizioni. Più che una transazione, constatiamo una stolta imposizione.

Rimangono infine i frantumi di un concetto demolito: la proprietà indivisa delle dotazioni comunali nate per il bene collettivo e che come tali hanno fruito e fruiscono di agevolazioni senza prezzo, come l'occupazione del sottosuolo in via privilegiata. Le condotte sotterranee nelle vie dell’antica città non sono ordinate come le tubazioni aree di uno stabilimento chimico progettate ad hoc, sono sovrapposizioni di servizi diversi effettuati in tempi diversi nell’arco di secoli, nella regola del chi primo arriva meglio alloggia. Una regola conflittuale con la continuità di servizio delle strade, pesantemente penalizzato ad ogni più piccolo guasto. Ma se in casa nostra non possiamo che sopportare le conseguenze di guasti dei “nostri” impianti vecchi e malfatti, non è altrettanto verosimile che un fornitore prezzolato privato, che monetizza a caro prezzo ogni sua mossa, debba imporci la gratuità di quelli che diventano i “suoi” disservizi. La tassa d’occupazione di suolo pubblico nei lavori è tutt’altra cosa dai risarcimenti ai disagi. La politica che dimentica questo non è politica, è malavita.

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

  * intesa non come “non vigenza di norme” ma come necessità di ovviare alle gravi carenze legislative che non comprendono una sentita sensibilità civica

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video http://www.youtube.com/watch?v=7xjdloT0IDI

 

giovedì 29 ottobre 2009

Halloween: a Ferrara i vampiri succhiano acqua e gas!

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HORROR (VACUI)

Gli amanti dell’horror non presenti il 26/10 alla seduta consigliare del Comune di Ferrara si son persi uno spettacolo dal vivo gratuito. Era però gratuito solo per spettatori non residenti nel Comune di Ferrara. Invece gli spettatori figli di famiglie ferraresi da più generazioni hanno pagato carissimo lo spettacolo surreale elargito da sindaco e consiglieri in fregola politica. Ignoranti come belve sui prezzi merceologici, biecamente insensibili al loro ruolo di amministratori, cioè di semplici depositari e non padroni di ciò che è comunale, erano decisi a fare i bellimbusti con la procace signora Hera Multiutility. Così hanno inaugurato una politica bordel-line, donando galantemente a Madame Hera le reti comunali del gas al prezzo simbolico di 14,5 milioni di euro. La cifra è inferiore al costo d’acquisto dei contatori fiscali installati ad ogni utente, stimabili in 100.000 unità, che farebbero 145 euro al pezzo (un prezzo da Made in China, versione scatola di montaggio, con viti e rotelline nel sacchetto). Se uno spettatore di quel Consiglio Comunale fosse stato il rappresentante della sua famiglia, avrebbe colto al rallentatore lo scippo che gli sottraeva la sua quota di rete gas. Si tratta di una rete geografica, complessa e ramificata, consustanziale storicamente e di fatto col territorio, per cui se un punto di misura fiscale finale vale X, il valore della quota di rete che lo alimenta vale fra 100X e 1.000X. E’ appunto quel valore fra 100 e 1.000 volte maggiore del prezzo di svendita che gli è stato sfilato dalla cassaforte di famiglia che si chiama Comune di Ferrara per donarlo ad una società per azioni che, in quanto tale, è priva di qualsiasi possibilità di valenza civica. Anzi, è per sua natura l’esatto contrario.

E’ senz’altro vero che moltissimi “proprietari” ferraresi sono propensi a considerare inesistente ciò che non è a portata di vista. E riuscendo a vedere al massimo un contatore e qualche metro di tubo sul muro hanno visto tutto e il mondo delle reti gas finisce lì, qualsiasi valore gli sia attribuito. Quindi raggiungono inaspettate vette metafisiche credendo a un tutto che è un niente. Anche a ciò che dicono quelli della loro stessa pasta seduti in fila nei banchi della maggioranza consigliare. E’ un democraticamente rispettabile fenomeno naturale. Come il cane che rincorre la sua coda.

Paolo Giardini

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VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=64lZYuZj908

venerdì 23 ottobre 2009

WILL COYONE di Paolo Giardini

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ICE FREE CLIMBING

Bisogna ammettere che con il consigliere comunale Portaluppi, personaggio notevole, il PD può essere invidiato dagli alleati. Sospetto che IDV farebbe carte false per averne solo la controfigura. I lettori di giornali on line non si fanno sfuggire le novità portaluppiane nell’incessante tentativo, alla Will Coyote, di opporsi all’Opposizione, segnatamente a quella di Progetto per Ferrara. Un’attività equivalente all’arrampicare a mani nude sul Grand Canyon in versione ghiacciata. Purtroppo il Portaluppi come Will è inadatto in quanto di costituzione piddì e non beep beep. Non potrebbe, ad esempio, trarre alcun giovamento dividendo il numero immaginario (*)14.500.000 (il valore in euro accolto dal sindaco per la svendita della rete del gas) per 100.000 (il numero ipotizzabile di contatori-utenti del gas a Ferrara). Se lo facesse, il risultato (145 euro) non gli direbbe nulla di più di 145 euro. Invece, a chi fa Opposizione Reale quella cifra indica il 60% del valore presunto di ogni punto gas distribuito, che non basta neppure all’acquisto del 60% del suo contatore del gas, figuriamoci la rimanente quota del 60% di rete! E’ la sua kultura sulle Cose Reali che lo spinge ad indignarsi per le critiche di Tavolazzi alla stima gradita da Hera di 14,5 milioni di euro. Indignazioni comunque sempre comiche e imperdibili. Accusa Tavolazzi perfino di ritenersi il migliore in Consiglio Comunale! Fuochino, Will: oltre ad essere primi per meriti propri si può primeggiare anche per gravi demeriti altrui.

L’ultima performance del Portaluppi riguarda la campagna di PpF volta ad ottenere in Consiglio la libera autorizzazione delle riprese video, perché gli risulta che solo il figlio di Tavolazzi si sia presentato con la videocamera una volta concessa tale libertà! Quindi, furbescamente arguisce: “visto che concedere riprese video al pubblico presente in aula consiliare non aggiungeva granché alle registrazioni audio integrali di tutte le sedute” (non gli sfugge nulla: in effetti, si aggiungono solo immagini in movimento, potremmo risparmiare sul Musa sostituendo le telecamere coi microfoni), “così ora tutti possono apprezzare come il vero scopo fosse soltanto ottenere riprese video da usare a scopi propagandistici”. Che vergogna! Non la propaganda (che quella è ammessa), che non ci sia stato un tripudio di videocamere stimolato dalla libertà di ripresa!

La saliva del cane di Pavlov dimostra scientificamente che se mancano le videocamere Portaluppi ha ragione. Non spiega però la notorietà della videocamera del figlio di Tavolazzi. Viene taciuto, infatti, che per videoriprendere bisogna assoggettarsi ad una formalità, registrandosi all’inizio seduta e firmando apposito modulo da consegnare al presidente, il quale poi annuncerà stentoreo all’assemblea il nome dell’aspirante cameraman. A me è preclusa questa operazione, perché certa modulistica della mutua stimola il mio spirito libertario a firmare con nomi a caso. Se dovessi firmarlo adesso, per esempio, scriverei d’impulso Pietro il Venerabile – Abate di Cluny, che mi sembra il più adatto alla dizione di Colaiacovo e alla presenza dell’epigono di Will Coyote.

Paolo Giardini


(*) Immaginario perché avrebbe senso se introdotto in un numero complesso tipo (290+14,5 i).

Per dare significato alle bufale di Tagliani bisogna moltiplicarle per “i” (radice quadrata di -1).

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VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=QStwt4u9hqc

giovedì 8 ottobre 2009

PPF IL BRONCIO RIVOLUZIONARIO DI TAVOLAZZI da Paolo Giardini

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Nell’indimenticabile “Il signore di buona famiglia” di Novello, una tavola mostra le differenze famigliari di due alunni, il primo e l’ultimo della classe, quando portano a casa la notizia d’aver preso 6 nel compito in classe. In una vignetta, due poveri genitori si entusiasmano alla sufficienza finalmente raggiunta dal figlio, nell’altra, un distinto e inorridito genitore guarda severamente il rampollo umiliato, non all’altezza del suo rango. Per associazione d’idee mi è tornata in mente la comparazione di Novello leggendo sul Carlino di oggi (7 ottobre) una pagina tutta dedicata al caso Melchiorri. C’è un articolo principale e due secondari. La grandezza dei titoli e sottotitoli (credo che tipograficamente si chiami corpo) evidenzia l’importanza dei contenuti, utilissima a quella gran fetta di lettori che guarda il giornale al bar mentre prende il caffè o alla ricerca dei necrologi. Soffermandoci sull’importanza dei titoli, si nota al centro pagina che il contratto di Melchiorri è blindato e difeso dal presidente ATC (chiaro no?) poi, a seguire, Brandani promette battaglia ricorrendo alla Corte dei Conti, a pari merito con una sgridata Idv a Tavolazzi. In ultima posizione PD e Comune sobriamente prendono le distanze dalla vicenda Melchiorri.

E’ divertente notare che ad occupare la seconda posizione di grandezza di titoli e sottotitoli c’è: “E l’Idv striglia Tavolazzi: «Morbido.. »”.

Non posso non fare i miei complimenti a Tavolazzi. O meglio, alla figura di Tavolazzi in sé, spauracchio del potere e suoi vassalli mai visto prima a Ferrara. Gli basta il solo soffermarsi un attimo a pensarci su per fare notizia. E complimenti anche all’articolista Lolli del Carlino, maestro di suggestioni subliminali: chi altri avrebbe potuto sintetizzare in mezza riga, mettendolo apparentemente in bella vista, che il compito di Scalabrino Sasso in Consiglio Comunale è fare il broncio a Tavolazzi?

Paolo Giardini

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venerdì 4 settembre 2009

TAUTOLOGIE di PAOLO GIARDINI

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E’ bella la polemica, avviata dalla Parrocchia di S. Paolo al Lido di Spina, sull’incredibile decisione di erodere l’antichissima pineta litoranea con ulteriori autorizzazioni edificative. Come se il bosco cementificato avesse bisogno di altro cemento. E’ bella per la ragionevolezza dell’argomento in sé, ma anche per l’inconsueta premura con cui dei semplici cittadini si sono posti il problema della tutela del verde, del paesaggio, nell’assennata propensione a contrastare le cose inutili e dannose cercando (con rara attitudine, in Italia) leggi a tutela dei brandelli dell’antico bosco. Su questa base razionale quel nucleo di Cittadini di alto valore aggiunto (non siamo tutti uguali, anche se si usa dire il contrario) ha posto alla massima autorità provinciale cinque domande. La neo presidente della Provincia ha risposto prontamente. Bisogna darle atto che, almeno formalmente, non si è sottratta al confronto. Ma, pur con lodevole sollecitudine, si è prestata a recitare la parte dello sceriffo di Nottingham, più che del difensore del territorio, colpevolmente immemore che qualsiasi concessione edilizia si arroga un potere di modifica virtualmente eterna su una parte della superficie terrestre, che neppure il Padre Eterno si è permesso. Lei ribatte infatti alle cinque domande adducendo proprio le leggi e i regolamenti che “consentono” lo scempio. Sullo scempio non entra in merito e neppure sulla ragionevolezza dei dubbi posti e degli eventuali conflitti delle leggi col buon senso. No. Accetta pedissequamente tutte le tautologie che le nefandezze di un corpo legislativo cresciuto a strati sovrapposti contempla per tutelare la propria autoreferenzialità.

Le sue stesse cinque risposte sono un macroscopico esempio di una tautologia di governo, tristemente sostitutiva dell’azione di un governo vero che solo sulla dignità e le idee può palesarsi e reggersi. Invece di attivarsi per cercare rimedi legislativi in più alto loco.

Di presidenze simili possiamo farne tranquillamente a meno, consideriamola una tassazione in più che grava iniquamente sul territorio. E aspettiamo tempi migliori.

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

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