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lunedì 23 settembre 2024

Pirandello e il plagio sublime,,,D'Annunzio?

 https://www.ilgiornale.it/news/cos-pirandello-plagi-sublime-plagiatore-2371870.html

Quasi una debolezza veniale per  il celeberrimo Pirandello , una rafinato palgio d'autore...Asino Ross0

Il saggio "Cordialissimi nemici" ricostruisce il rapporto personale e letterario tra Luigi Pirandello e Gabriele D'Annunzio


 

domenica 1 ottobre 2017

Cinema recita e Pirandello nella Settimana della Lingua Italiana nel mondo di Pierfranco Bruni



di Pierfranco Bruni

Cinema recita e Pirandello nella Settimana della Lingua Italiana nel mondo

di Pierfranco Bruni




L ingua, stile e immagine. Tre riferimenti che hanno fatto del rapporto tra let-teratura e cinema un dato centrale nella didattica dell'ascolto del personaggio. Il Novecento letterario è stato anche il Novecento del personaggio della recita a soggetto che ha definito il suo ruolo tra il teatro e l'avventura. L'esistere inquieto della parola si fa linguaggio dell'esistente con il Pirandello che defi-nisce il tragico e la solitudine.

Pirandello è stato un antesignano nel processo letterario che usa gli stru-menti non solo della recita, ma anche dell'immagine. Il personaggio piran-delliano non è il personaggio del sublime come nelle manifestazioni dan-nunziane. È il personaggio della teatralizzazione che usa lo sguardo oltre la recita della parola. Sostanzialmente Pirandello e D'Annunzio trasformano il linguaggio letterario creando l'immagine e l'immaginario attraverso la mac-china da presa.

L'incastro che Pirandello realizza con i quaderni di Serafino Gubbio ope-ratore risulta un tassello significativo per penetrare l'inquieto del personaggio e il riflettersi nello specchio. Specchio dell'anima. Nel dibattito novecentesco tra cinema e letteratura. Il personaggio si confronta con la macchina da presa. Inquieto esistere nel "girare" in Pirandello. Estasi in D'Annunzio. Realismo e naturalismo in Verga.
Pirandello sa bene che tra il personaggio e l'inconscio c'è il sentimento di morte. C'è il labirinto. E c'è anche il vuoto. Ma si cerca la favola. Pirandello, infatti, non dimentica mai il binomio tra il "mal" e il "giocondo". Cerca di attraversare il passato fissando il ricordo. Il dolore e la tragedia sono la malin-conia della sua ricerca. Resta fondamentalmente centrale l'incipit poetico del "giocondo".

Il cinema italiano ha un'importante tradizione nella partecipazione di un confronto con la letteratura. Cinema e letteratura nei loro linguaggi eterogenei costituiscono un raccordo importante e un messaggio sia in termini estetici che etici. Il ruolo di Pirandello diventa fondamentale. C'è una filmografia che  ha un debito singolare con la letteratura e queste due forme espressive costi-tuiscono un modello culturale significativo soprattutto in una dimensione di linguaggi popolari.

Il cinema, con Pirandello, si vive come modello letterario che propone una espressione di identità nel gioco della lingua e dell'immagine. Proprio per questo è un veicolo necessario per approfondire alcuni elementi che puntano alla valorizzazione di quel cinema che ha matrici letterarie.

Cinema e letteratura. Un binomio che ha attraversato l'intero Novecento. Ha caratterizzato la ricerca di molti registi e si è posto come elemento di di-battito nel corso delle diverse stagioni storiche e letterarie.

Pirandello del Si gira o D'Annunzio che campeggiava nelle patrie lettere del cinema sono una testimonianza vivificante.
Il cinema è stato (ed è) fondamentale nella letteratura e la letteratura a sua volta diventa, sostanzialmente, un elemento significativo. C'è da dire anche un fatto. Molti romanzi hanno già dentro la loro struttura una dimensione ci-nematografica e non perché vengono costruiti a priori cinematograficamente, ma perché lo scrittore riesce a vivere gli scenari e a strutturare i personaggi grazie a respiri lunghi o corti ma sulla base di una propria idea di scenografia.

In altri termini molti scrittori, quando scrivono, non fanno altro che co-struire immagini. Le immagini sono quelle categorie che permettono al sog-getto di essere trasformato. Viceversa, avviene anche che molti film hanno dentro la loro "partitura", scenica e linguistica, un iter romanzesco. Ovvero, una visione romanzata della storia che vi si racconta. Ma Pirandello e D'An-nunzio, comunque, costruiscono una struttura del cinema che raccoglie le istanze letterarie.

In fondo, la letteratura stessa è una letteratura, mi riferisco al romanzo in particolare, che crea scenari sui paesaggi immaginari e sostiene l'avventura che intraprendono i personaggi. Già di per sé il romanzo si porta dentro la fisionomia di un raccontare per meditazioni, dialoghi e immagini. Pirandello ha strutturato la griglia, ma poi si è andato oltre. Appunto per questo si potrebbe anche dire che un romanzo è un soggetto che prosegue per impianti sceno-grafici. Mentre un film, che si rispetti chiaramente, è sempre un raccordare la  parola dei personaggi con le immagini che si vedono.

Nel romanzo le immagini si ascoltano, si sentono, si avvertono. Nel film si vedono e prendono corpo grazie all'immagine. Nel romanzo prendono corpo attraverso la fantasia. Quindi il gioco fondamentale è tra la fantasia che pro-ietta sensazioni che si trasformano in immagini e le immagini che producono, a loro volta, sensazioni. Un interscambio utile e necessario in termini letterati e cinematografici.

Cosa succede, in realtà, quando si porta un romanzo sullo schermo? Il ro-manzo resta un romanzo con una sua struttura non solo da valutarsi sul piano linguistico ma soprattutto sul piano della collocazione e del vissuto dei per-sonaggi. Le immagini che nel romanzo ci sono vengono catturate dal lettore. Non vengono offerte come immagini tout court. Mentre nella trasposizione cinematografica il gioco è tutto un attraversamento di immagini e di scenari al di là dei dialoghi. Ma un film è sempre un ulteriore romanzo. È una versione pirandelliana.

Il Novecento letterario è stato attraversato dalla caratterizzazione della dialettica tra scrittore – regista e scenografia. Gli esempi non mancano. Ciò che, comunque, contrassegna limpidamente la questione, in realtà, ha una sua versione chiarificatrice nell'affrontare il "nodo" del personaggio. Oltre ai per-sonaggi ci sono i luoghi, i rimandi, la lettura storica. Attraversamenti dentro il processo creativo della macchina da presa.

Il cinema è movimento reale. Nel romanzo è l'immaginazione che prende il sopravvento attraverso le metafore. Ma il personaggio e Pirandello è un an-tesignano, resta un disegno fondamentale. Già Giacomo Debenedetti, in alcu-ni suoi studi, aveva posto tale riflessione. Il personaggio compie un'avventura. La compie sia nel romanzo che nel film. Il discorso consiste nel come questa avventura si possa poi realizzare.

Un dialogo che è fatto di linguaggi che si esprimono attraverso una griglia di simboli. Un rapporto che non ha mai smesso di creare istanze estetiche. È proprio questa griglia che permette a Pirandello di intrecciare il gioco delle immagini, la teatralizzazione dei linguaggi e l'avventura costruita intorno ad una storia che è avventura scenografica e tematica.

Il Pirandello della poesia, del romanzo, del teatro, di questo inquieto   segno della scrittura, è il poeta che scava l'immagine nella parola.

Pirandello, nel cinema recupera le immagini (anzi, fissa le immagini) non per visualizzare la realtà, ma per recuperare, o conquistare, frammenti di tem-po de pos it at i tra la poesia e il teatro.

Il linguaggio delle immagini, in Pirandello, diventa anche una didattica della conoscenza.

giovedì 3 novembre 2016

NELLE SCUOLE ITALIANE PIRANDELLO è STUDIATO MALE

  Pierfranco Bruni
A 150 anni dalla nascita di Pirandello le scuole italiane parlano ancora di Forma e Relativismo.

Un atto di accusa di Pierfranco Bruni per non aver celebrato Pirandello a 80 anni dalla morte e per continuare a trattarlo con vecchi metodi stereotipati

 

martedì 9 febbraio 2010

Pirandello a Salemi

pirandello.jpg 

La mostra curata da Vittorio Sgarbi

   Pirandello a Salemi

Dal 19 febbraio in mostra al Castello svevo normanno 50 opere del celebre pittore agrigentino


SALEMI – Salemi si riconferma cenacolo di artisti. Dopo aver ospitato nei mesi scorsi le opere di Osvaldo Licini e Amedeo Modigliani, il comune esporrà le opere del maestro Fausto Pirandello in una mostra dal titolo «Forma e materia. Dipinti e disegni 1921-1972»


L’esposizione, curata da Vittorio Sgarbi con la direzione artistica di Giada Cantamessa e l’allestimento di Cristian Moncada, mette in luce la produzione del maestro di Agrigento a partire da un percorso tematico che evidenzierà anche il rapporto intercorso tra l’artista e il padre Luigi, celebre drammaturgo e Nobel per la letteratura.


La mostra è divisa in cinque sezioni: Nascere carne, ossa e nervi. L’interpretazione del nudo in F. Pirandello;Figure femminili; Natura e oggetto; Ritratti di famiglia e autoritratti;Il tema della Crocifissione.


Le opere in mostra, tutte appartenenti a una collezione privata, scorrono lungo un fil rouge tessuto di forma e materia, motivo della produzione pirandelliana, per certi versi solitaria per vocazione rispetto alle correnti artistiche a lui coeve. Pirandello vi aderì pur mantenendo una visione ancorata ad una lettura della realtà, per altro più veristica che realistica, fortemente materica e di matrice anticlassica, nonostante la sua vicinanza agli antichi possa apparire ossimorica.


I pochi soggetti ossessivamente ripetuti e ripresi durante tutta la sua carriera svelano la personalità complessa dell’artista che reinterpreta, all’interno delle sue opere, la luce accecante e il colore della Sicilia, e in particolar modo di Agrigento, paese d'origine della sua famiglia. In un continuo rimando alla pittura espressionista e cubista di Derain e Picasso appresa a Parigi alla fine degli anni Venti, Pirandello vi si confronta sempre in modo autonomo e personale, con il linguaggio astratto-concreto degli anni Cinquanta.


A conferma della volontà di emersione del rapporto tra l’artista e il padre l’inaugurazione vedrà la lettura scenica del «Dialogo immaginario di Luigi Pirandello con il figlio Fausto» di Luciana Grifi, che attinge per le fonti agli originali scambi epistolari intercorsi tra i due protagonisti.

Saranno inoltre esposti i suoi pensieri sull’arte, attraverso scritti teorici originali, inediti ed autografi presentati, per la prima volta, in occasione della mostra che sarà, corredata di un catalogo a cura di Vittorio Sgarbi.


Gli spazi del castello ospiteranno, inoltre, una mostra fotografica monotematica su «Pirandello e i luoghi del Caos» che metterà in risalto la maestria artistica di Angelo Pitrone.


Perpetuando il valore didascalico e pedagogico dell’arte in occasione dell'esposizione verrà proposto un progetto educativo rivolto agli istituti superiori di Salemi. Partendo dalle opere presenti in mostra, gli studenti avranno l'opportunità di approfondire il percorso artistico di Fausto Pirandello e, nei momenti di laboratorio previsti in classe, i dipinti dell'artista diventeranno il punto di partenza per riflettere su alcuni temi fondamentali dell'arte e della letteratura del Novecento.


La mostra verrà inaugurata venerdì 19 febbraio alle 18,00 negli spazi espositivi del Castello svevo normanno di Salemi e vedrà la presenza del figlio dell’artista, Pierluigi Pirandello, nipote del premio Nobel Luigi Pirandello.


I giornalisti delle testate nazionali interessati a partecipare all’inaugurazione possono contattare Francesca Ruisi dell’Ufficio Stampa per definire i dettagli della loro presenza a Salemi (viaggio e pernottamento)


l’Ufficio per la Comunicazione

(Responsabile: Nino Ippolito

Stagista: Francesca Ruisi 333-4977641)

www.cittadisalemi.it

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=gsKLZcnser4

 


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