domenica 3 marzo 2024
martedì 15 febbraio 2011
Alberto Ferretti: Progetto Nazionale sosterrà il candidato Sindaco Paolo Fava a Cento
Preso atto che Paolo Fava possiede le indiscusse capacità ed i requisiti necessari per essere il miglior Sindaco possibile per Cento, Progetto Nazionale e il Circolo Fiamma Futura Cento ufficializzano il loro convinto e fattivo sostegno per le prossime consultazioni elettorali.
Il Coordinatore Regionale di
Progetto Nazionale
Alberto Ferretti
I Membri del Direttivo del
Circolo Fiamma Futura Cento
Marco Guaraldi
Fabio Guizzardi
--------------------------------------
Progetto Nazionale – Fiamma Futura
Coordinamento Regionale E-R
388.6818009
domenica 11 luglio 2010
CENTO Ritratti Italiani a cura di Vittorio Sgarbi
DA ESTENSE COM
Cento. Ritratti italiani, la mostra curata da Vittorio Sgarbi, inaugurerà questo pomeriggio alle ore 17.30 presso la Galleria d’Arte Moderna Aroldo Bonzagni di Cento, e sarà visitabile fino al 30 agosto.
Gli artisti contemporanei hanno lavorato molto, in questi anni, su uno dei temi portanti della storia dell’arte italiana: quello del ritratto e della figura umana.
Nella mostra “Ritratti italiani”, divisa tra le sale della Galleria d’Arte moderna e nel suggestivo spazio della ex Chiesa di San Lorenzo, oggi adibita ad Auditorium, sono riuniti i lavori di una trentina di artisti contemporanei italiani, o comunque abitanti in Italia, che, con intenti e modalità diverse, hanno lavorato su questo tema.
La mostra si situa all’interno della manifestazione centese “L’Estate del Guercino”, che vede la contemporanea presenza, in città, dell’importante mostra “Guercino – Bacon: I disegni” (alla Pinacoteca Il Guercino), dove i “disegni italiani” del grande pittore inglese vengono per la prima volta messi a confronto con i disegni del grande maestro rinascimentale, a cui Cento ha dato i natali, e a cui lo stesso Bacon aveva guardato con grande interesse.
Il confronto tra le due mostre offre così al visitatore l’occasione per riflettere sulle diverse declinazioni che un tema come quello della ricerca dell’identità – simboleggiata proprio attraverso il tema del ritratto – ha assunto nel corso dei secoli.
Ancora oggi, infatti, è l’uomo, e il volto dell’uomo, a tornare ad essere al centro del dibattito contemporaneo: quel volto oggetto delle ricerche artistiche già da decenni in tutto il mondo, anche nelle forme più estreme e disturbanti (dalla body art agli esperimenti di chirurgia artistica, dal cybercorpo ai volti ambigui e mutanti, e così via), appare ancora, a tutt’oggi, un “oggetto misterioso”, non identificato, involucro dell’identità sempre più incerta e frammentaria dell’umanità di oggi
SEGUE http://www.estense.com/ritratti-italiani-sgarbi-espone-a-cento-068489.html
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mercoledì 26 maggio 2010
Futurist Editions on line Male Lingue americane e-Book di Giovanni Tuzet
Giovanni Tuzet, centese, docente nella prestigiosa Università Bocconi di Milano, scrittore e critico neofuturistico, collaboratore di riviste ben note quali Argo, Pendragon, Poesia, Atelier, nonché ricercatore per il LLF, Laboratorio nazionale Letteratura Futurista per i futurologi transumanisti di Riccardo Campa, Stefano Vaj, Giulio Prisco e altri noti intellettuali postmoderni e postumani, ha edito Male Lingue (americane) per Futurist Editions on line, l’editing dei neofuturisti italiani, a cura di Graziano Cecchini e i futuristi ferraresi (Futurguerra e altri) con cui partecipò anche -sezione video al centenario futurista di Ferrara....
continua http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/05/giovanni-tuzet-esperanto-mitteleuropeo
*VEDI ANCHE DINANIMISTA WEBZINE
http://recensionedinanimista.myblog.it/archive/2010/05/17/recensione-dinanimista.html
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giovedì 13 maggio 2010
ZAIRO FERRANTE PORTA A CENTO IL DINANIMISMO CON AMORE E FOLLIA!!!
*da Il RESTO DEL CARLINO FERRARA
**di Riccardo Roversi
Il giovane poeta Zairo Ferrante originario di Aquara (Sa) ma Ferrarese naturalizzato sarà presente, il giorno 15 maggio 2010 alle ore 18 presso la galleria d'arte moderna "Aroldo Bonzagni", alla rassegna di poesia contemporanea e di lettura “seminare parole” patrocinata dal Comune di Cento, Assessorato alla Cultura, Biblioteca Civica Patrimonio Studi ed in collaborazione con Artecento.
La rassegna, organizzata in occasione della Giornata Mondiale Del Libro, ha avuto inizio il 24 aprile e si concluderà 22 maggio, molti sono stati gli scrittori invitati: dai noti Luigi Cevolani e Giovanni Tuzet fino ad arrivare ai giovani e talentuosi Zairo Ferrante ed Alessandro Moretti che proprio il 15 maggio presenteranno, rispettivamente, “D'amore, di sogni e di altre follie”(Este Edition) e “Gli occhi della mente” (Ed. Libroitalianoworld).
Un rassegna intensa, intelligente e ricca di sorprese che conferma l'ottimo lavoro di tutta la giunta Centese e che si va ad unire alle tante iniziative artistiche culturali già organizzate nella città del Guercino!!!
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/
per leggere il programma: http://www.comune.cento.fe.it/binary/comune_cento/agenda/SEMINARE_PAROLE1.1271404246.pdf
lunedì 10 maggio 2010
Mille Miglia Go-kart ferraresi?
da ESTENSE COM 7 MAGGIO
...Per la prima volta in settant’anni la storica corsa di auto d’epoca non attraverserà né Ferrara né Ravenna. Ma le due città, con il sostegno di Modena e probabilmente di Verona, hanno ufficializzato la loro risposta: la Ferrara-Ravenna che si svolgerà sabato 15 maggio sotto il titolo “La storia non si cancella”.
“Trenta equipaggi – annuncia il vicesindaco ravennate Giannantonio Mingozzi – alla guida di auto storiche perfettamente in regola con i criteri di selezione della Mille Miglia, partiranno da piazza Castello a Ferrara alle 15 e saranno in piazza del Popolo a Ravenna verso le 16.30. Successivamente si recheranno a Marina di Ravenna dove, in piazza Dora Markus, dalle 19 ci sarà una grande festa a ricordo dello storico tracciato. Non vogliamo perdere la speranza che il prossimo anno la Mille Miglia torni nelle nostre città e per questo abbiamo promosso la nostra iniziativa una settimana dopo la Mille Miglia, ma intendiamo affermare la sensibilità e l’amore verso le nostre tradizioni motoristiche, che gli organizzatori della corsa hanno voluto cancellare eliminando due città che fanno parte della storia”.
Ci saranno alcune delle più prestigiose auto storiche: Maserati, Ferrari, Fiat Torpedo Blu e la Lancia Aurelia B24 del film “Il sorpasso”. Alla guida tanti appassionati tra i quali lo stesso vicesindaco Mingozzi, il presidente della storica Officina Ferrarese Riccardo Zavatti, e tra i ravennati alcuni protagonisti di precedenti edizioni della Mille Miglia, come Pietro Morini, Paolo Golnelli, Flavio Mingozzi, Antonio Dradi e tanti altri....
CONT. http://www.estense.com/gia-30-equipaggi-per-la-mille-miglia-alternativa-049856.html
*(AsinoRosso- come ben indicato dal commento 1- vedi link articolo- maldestro, beffardo e ridicolo anche tentativo da parte delle istituzioni ferraresi di edulcorare la perdita delle Miglia a Ferrara.... onore ai piloti ma Tagliani probabilmente non sa neppure distinguere tra bolidi storici e una gara di Go kart!)
venerdì 7 maggio 2010
Il rombo delle Mille Miglia a Cento
da Ferrara SuperEva di R.Guerra
6 maggio 2010: serata speciale a Cento (Ferrara): per la prima volta le Mille Miglia la mitica corsa emblema del Novecento e della modernità italiana, ha fatto tappa nella città del Guercino, dopo la consueta partenza in quel di Brescia.
Cento, per fortuna, con lungimiranza e intelligenza, ha raccolto il..vuoto lasciato dal capoluogo Ferrara, che ha rinunciato.. alla sua tappa storica, consolidata da sempre, ma per l’edizione 2010 considerata non fondamentale dalle istituzioni della città estense…
Tutta Cento ha accolto festosamente le 375 vetture originali in gara, con le vetrine dei negozi allestite a tema e l’anteprima di una sfilata delle Ferrari di oggi e ieri, rosse mozzafiato: tra i piloti illustri, oltre ai campioni del mondo Hakkinen e Coulthard, l’attrice Anna Kanakis, lo sportivo Cristian Ghedina, e persino un Pink Floyd storico, il batterista Nick Mason”
Così Flavio Tuzet, il sindaco della Città del Guercino ha annunciato l’evento:
cont. http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/05/mille-miglia-a-cento
giovedì 14 gennaio 2010
Marinella Galletti Eva e Adamo a Ferrara
DA CONTROCULTURA SUPEREVA di R.Guerra
Marinella Galletti, già protagonista emergente di certa avanguardia visiva bolognese ed emiliana (mostre e installazioni), a suo tempo segnalata dagli stessi Lola Bonora e Franco Patruno, recentemente ha amplificato certe sue originarie modulazioni più strettamente letterarie, culminate ora nel volume Eva e Adamo Percezione dell’esperienza d’amore, Edizioni Nuove Carte, opera cartacea eppure sorta di parole e colori multimediali stampati con peculiare sorpresa e originalità espressiva.
E già significative e autorevoli note critiche: “Ho letto con molto interesse questa sua originale composizione.” Claudio Magris 31 gennaio 2009
“Il libro Eva e Adamo… ho letto (e guardato) con molto piacere e molto apprezzato… “ Giuseppe Panella Retroguardia, 14/12/2008
“Bello il tuo lavoro, bene interpretato dall’amico Lentini (un gradito dono la citazione dal mio libro). Ti auguro un grande successo.”
Flavio Ermini Dicembre 2008
OGGI 14 gennaio 2010 ore 16,30 è in programma a Ferrara, Biblioteca Comunale Bassani, la presentazione del volume (promossa anche da St.Art47 di Nedda Bonini): LIVE SET performance con Testi, voce poetica e opere visive dell’autrice supportata dal Commento sonoro Musica per saxofono e contrabbasso del duo ZANOTTI-ALBERGHINI (Sax , Alessio Alberghini; Contrabbasso, Tiziano Zanotti), più il bonus a cura di Francesca Govoni “Conversazione poetica”… “un libro d’ arte e di narrativa poetica prende vita sull’incanto di una performance verbo visivo musicale”.
articolo completo
http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/01/marinella-galletti-live-poetry-eva-e-adamo
giovedì 16 aprile 2009
FUTURISMO 100 SECONDO TUZET
CENTANNI DI FUTURISMO
(dalla rivista letteraria POESIA- Crocetti Editore)
Il 20 febbraio del 1909 usciva sul “Figaro” di Parigi il Manifesto del Futurismo. Si apriva un’era completamente nuova, di slancio, di rottura e sperimentazione, di libertà spregiudicata e violenta. Si apriva l’era delle Avanguardie. Il clima era stato preparato dalle agitazioni e dai movimenti del secondo Ottocento, soprattutto in Francia: il maledettismo, il simbolismo, il decadentismo, la nascita del verso libero. L’insofferenza verso le forme tradizionali, percepite sempre più come ostacoli e catene, era nell’aria. E il nuovo avanzava nelle scienze, nelle comunicazioni, nei trasporti, nelle costruzioni.
Bastava poco ad accendere la miccia e appiccare l’incendio. Il genio di Marinetti fu di farlo in maniera spettacolare, cogliendo le vibrazioni di quegli anni e concentrandole in un manifesto esplosivo. Altra idea vincente fu quella di alleare le arti: il Manifesto, pur venendo da un letterato, si rivolgeva a tutte le forze della produzione artistica, tutte chiamate alle armi contro un nemico comune: il passatismo. Così negli anni si susseguirono i più vari manifesti, della pittura, dell’architettura, della musica futurista e altri ancora, in un sodalizio fra poeti e artisti diversi votati a una comune battaglia per il rinnovamento della cultura e della bellezza.
Contro il passatismo e la conservazione ottusa il Futurismo esortava alla velocità, alla simultaneità, alla temerità1. Non erano chiacchiere da salotto. Sono rimaste nella cronaca le azioni futuriste, fra le prime quella triestina sfociata in tumulti antiaustriaci e quella veneziana in cui venne lanciato dal campanile di S. Marco, in forma di volantini, il proclama Contro Venezia passatista. Così come sono rimaste celebri, nel bene e nel male, le serate futuriste che puntualmente finivano in gazzarre e cazzotti fra futuristi e passatisti, con annessi arresti, notti in galera e immancabili proclami vittoriosi di Marinetti.
Ma l’annus mirabilis delle lettere futuriste è il 1912. Esce l’antologia I poeti futuristi2 ed esce il Manifesto tecnico della letteratura futurista, dove Marinetti, elaborando le idee del primo manifesto, mette a punto l’arsenale futurista teorizzando la distruzione della sintassi, l’immaginazione senza fili, le parole in libertà.
I frutti non tardarono a venire, soprattutto al di fuori dei futuristi di stretta osservanza. In Francia, Apollinaire decide di abolire la punteggiatura e scrive nel 1912 la caleidoscopica Zone, un pellegrinaggio notturno e sofferente per i ponti e le viscere della metropoli (Parigi), mentre Cendrars compone il suo viaggio ancor più doloroso e allucinato, Les Pâques à New York. Due poesie molto simili, ancora in rima ma libere da forme chiuse ed entrambe esemplificative di uno dei grandi temi del Futurismo e delle altre avanguardie che verranno: la metropoli.
In Italia, oltre a Marinetti, ci sono Lucini, Buzzi, Govoni, Palazzeschi, Soffici, Folgore e tanti altri meno noti. Per alcuni di questi il rapporto con Marinetti e il Futurismo non fu pacifico. C’erano istanze e componenti diverse. La componente dell’anarchismo rivoluzionario (Lucini), una strana miscela di istanze libertarie e nazionaliste (in Marinetti stesso), un’eredità crepuscolare (Govoni), il clownismo e lo sberleffo (Palazzeschi), altro ancora. Ci furono rotture, incomprensioni, allontanamenti. Insomma differenze, ma in un quadro di comune slancio e rinnovamento.
La rivoluzione fu anche tipografica: in opere come Zang Tumb Tumb (1914) Marinetti sperimenta la pagina come una tela tipografica su cui disporre i caratteri in varie forme e grandezze, mentre Apollinaire e Govoni compongono degli stupefacenti calligrammi. Poi, sempre in Italia, c’è Ungaretti. La sua rivoluzione poetica non si comprende senza il Futurismo. L’esperienza cruciale della guerra3 agisce in lui come elemento che scatena una reazione le cui componenti sono tutte futuriste.
Altre avanguardie nacquero presto, in aperta dialettica con il Futurismo ma riprendendone l’atteggiamento di sfida e polemica accesissima contro le istituzioni letterarie e non solo; il Futurismo russo che condivideva gli assunti teorico-estetici di quello italiano ma perseguiva orientamenti politici opposti; Dada in area franco-tedesca con propaggini italiane (Evola) e in generale continuità con le espressioni più anarchiche e giocose del Futurismo (Palazzeschi); poi l’Espressionismo e il Surrealismo rispettivamente in Germania e in Francia. In Inghilterra l’Imagismo e il Vorticismo, anch’essi in polemica e dialettica con la nostra avanguardia. Majakovskij, Ball, Tzara, Breton e Pound sono figure che, in un modo o nell’altro, si rapportano a Marinetti, distanziandosi dalle sue tesi ma emulandone il gesto, dicendo cosa si deve assolutamente fare in poesia nella nuova epoca che si è spalancata (dopo il 20 febbraio 1909).
Altri tempi, si dirà. Certamente. (Fra l’altro, chiedetevi che grande quotidiano darebbe oggi la prima pagina a un manifesto poetico). Certamente un’altra epoca. Come diversa era la percezione della violenza, più di casa allora che nel nostro mondo, comunque non fine a se stessa ma mezzo da utilizzare nella lotta per gli ideali estetici e politici. C’era l’idea della rivoluzione a tenere svegli. Ma anche il tema della trasfigurazione, il superamento dei limiti umani. Già nel Manifesto tecnico Marinetti invocava “l’uomo meccanico dalle parti cambiabili”. “L’uomo moltiplicato che noi sogniamo, non conoscerà la tragedia della vecchiaia!” (da Guerra sola igiene del mondo, del 1915). Infine il tema ritorna nell’ultima poesia composta poco prima della morte, il Quarto d’ora di Poesia della X Mas, del 1944: “Vibra a lunghe corde tese che i proiettili strimpellano la voluttuosa prima linea di combattimento ed è una tuonante catedrale coricata a implorare Gesù con schianti di petti lacerati // Saremo siamo le inginocchiate mitragliatrici a canne palpitanti di preghiere // Bacio ribaciare le armi chiodate di mille mille mille cuori tutti traforati dal veemente oblio eterno.”
Altri tempi e altre teste. Ma l’eredità di Marinetti e del Futurismo è immensa. Oltre ai movimenti menzionati, tutto il corso del Novecento è costellato di gruppi e neo-avanguardie che riprendono lo slancio futurista contro il culto del passato e la sua ottusa conservazione. Per venire a noi, il funambolismo di un Sanguineti e lo stile onnivoro di un Zanzotto derivano da diverse componenti futuriste, pur se li divide dal Futurismo un gran numero di cose (l’ideologia e il messaggio sulla guerra in particolare). Per non parlare del linguaggio dei media e della moda. Stilisticamente, il Futurismo si è imposto.
Quale bilancio? L’inventiva e il fiuto di Marinetti erano straordinari. Le sue vere opere sono i Manifesti e gli scritti normativi, dove il linguaggio è più duro ed asciutto, ma brillante di invenzioni. Però non si possono tacere le ragioni dell’esaurimento delle avanguardie di inizio secolo e delle neo-avanguardie: l’impossibile rescissione del rapporto con il passato, i limiti dell’arte intenzionale e concettuale, la necessità dell’equilibrio di forma e contenuto. I risultati migliori del futurismo sono stati in chi ne ha appresa la lezione senza identificarsi in esso. Ungaretti o Zanzotto, per fare due massimi esempi. Sono peraltro da riscoprire alcuni autori che, come Govoni e Folgore, non si sono limitati a descrivere il nuovo mondo e i suoi artifici, spesso rappresentati tramite immagini naturali (i tram come “rondini gialle”, Soffici), ma hanno anche cercato una rappresentazione futurista e innovativa del mondo naturale (il bosco come una “città d’alberi”, Folgore).
C’è poi un’obiezione di natura logica, come ho scritto altrove. Contrariamente a quanto dice il Manifesto tecnico del 1912, è proprio la mancanza di articolazioni ad impedire il dinamismo. Già l’acuto Livsic, futurista russo, lo intuì e lo obbiettò al fondatore del Futurismo: fra il testo scritto di Zang Tumb Tumb e la sua declamazione dalla voce dell’autore correva un abisso. Perché tanta differenza fra le parole in libertà sulla carta e le parole organizzate nella recitazione? Perché tanta differenza fra le parole scritte e declamate? Due punti, punti esclamativi, parentesi, strutture e scansioni di ogni tipo, di forma e contenuto, danno il ritmo. Un testo è dinamico in virtù delle sue articolazioni. Dove ad esse si sostituiscono parole in assoluta libertà, il risultato è un brulicare monotono e facile. Se questo è vero, è necessario recuperare l’idea di una logica del verso e del comporre. Contro l’idea che la poesia sia il regno dell’evasione, delle parole in libertà, del flusso di coscienza, del blabla, dobbiamo opporre un’idea di poesia logica.
Per concludere il bilancio manca un punto. Sul piano dell’espressione, il Futurismo si è imposto. Non sul piano della cultura. Nella nostra società italiana ancora così legata al passato, alle tradizioni, alle reliquie, alle pietre e pietruzze di ogni genere, a forme di conservazione e immobilismo, se non di feudalesimo, non credo faccia male ripassare la lezione futurista. Al contrario.
Giovanni Tuzet
Il manifesto del 1909 e altri scritti principali sono raccolti in F.T. Marinetti, Teoria e invenzione futurista, a cura di L. De Maria, Milano, Mondadori, 1968.
I poeti futuristi, con un proclama di F.T. Marinetti e uno studio sul Verso libero di P. Buzzi, Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1912.
Vedi i testi raccolti in A. Cortellessa (a cura di), Le notti chiare erano tutte un’alba. Antologia dei poeti italiani nella Prima guerra mondiale, Milano, Bruno Mondadori, 1998. Anche Cendrars, fra gli altri, scrive un’opera bellica di taglio futurista e patriottico, La guerre au Luxembourg (1916).
Vedi ad es. H. Ball, La fuga dal tempo (1927), a cura di P. Taino, Udine, Campanotto, 2006, p. 65; E. Pound, Opere scelte, a cura di M. de Rachewiltz, Milano, Mondadori, 1970, p. 1196.
G. Tuzet, Sia la poesia logica!, in A regola d’arte, Ferrara, Este Edition 2007.
(***Giovanni Tuzet)
Nato a Ferrara nel 1972, insegna Filosofia del diritto presso l’Università Bocconi di Milano. Oltre a numerosi articoli e scritti di filosofia e letteratura, ha pubblicato tre raccolte di poesia; promotore del cosiddetto futurismo logico è anche incluso in un paio di E-Book, biografia e antimanifesto editi da Futurismo Editions On line)
http://www.poesia.it/Archivio/2009/somm_04_09.htm
http://www.atelierpoesia.splinder.com/tag/novit%C3%A0+editoriali
venerdì 3 aprile 2009
LA DESTRA FERRARA CENTO MEETING
Sabato 4 aprile alle ore 18:30 presso la Sala Polivalente La Pandurera di
Cento in Via XXV aprile, si terrà il primo incontro aperto al pubblico dei
simpatizzanti e degli iscritti della Destra di Cento.
Nel momento in cui le forze politiche di centro-destra si sciolgono nel PDL,
chi cancellando la priopria identità e chi invece rafforzando la propria
vocazione centrista con l'adesione ai valori del Partito Popolare Europeo,
La Destra, l'unica forza politica che rappresenta a pieno titolo i valori e
le istanze della destra italiana, presenterà i membri del direttivo centese
incaricati di coordinare il partito sul territorio comunale e nelle
frazioni.
Introdurrà Maurizio Salvati e a seguire interverranno il Segretario
Proviciale Alberto Ferretti candidato a sindaco di Ferrara, il segretario
provinciale di Gioventù Italiana (l'organizzazione giovanile de La destra)
Francesco Folda e il consigliere proviciale Stefano Gargioni. Largo spazio
sarà dedicato al dibattito con i partecipanti per domande, risposte e per
conoscersi.
L'ingresso è gratuito e tutti sono invitati a partecipare
Federazione Provinciale la DESTRA Ferrara
Tel.388-6919003
e-mail: info@ladestraferrara.org
web: www.ladestraferrara.org
http://www.youtube.com/watch?v=JeYqIa8RSJs FILMATO
venerdì 13 marzo 2009
CENTO CENTENARIO DI GUARESCHI
Tutto il mondo di Guareschi” in mostra (da Estense Com quotidiano on line)
Cento. In occasione del centenario della nascita di Giovannino Guareschi, il Comune di Cento, in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Mascellaro, presenta la mostra antologica itinerante “Tutto il mondo di Guareschi”, allestita in Auditorium San Lorenzo dal 14 al 29 marzo 2009 e realizzata dal Club dei Ventitré per diffondere e mantenere viva la memoria del creatore del Mondo Piccolo.
Costituita di vari pannelli, ognuno dei quali affronta un momento specifico, la mostra ripercorre tutta la vita di Guareschi, dalla nascita a Fontanelle di Roccabianca il 1° maggio 1908 fino alla morte avvenuta a Cervia nel 1968. Tra le altre cose sono illustrate ampiamente la redazione del periodico “Candido”; il periodo bellico con l’internamento nei lager in Germania, la ricostruzione del dopoguerra, con la nascita del “Bertoldo”, la campagna referendaria del 1946 e quella per le elezioni politiche nazionali del 18 aprile 1948, la genesi del Mondo Piccolo, con i personaggi di Don Camillo e Peppone e la successiva trasposizione cinematografica, la carcerazione in seguito al dissidio con De Gasperi e il periodo successivo, fino alla morte.
A completamento della mostra itinerante viene proposto l’incontro- convegno ”L’Avventura umana e letteraria di Giovannino”, lunedì 23 marzo, alle ore 20.45, presso la Sala Zarri di Palazzo del Governatore. Il Dott. Alessandro Ferioli, biografo di Guareschi e tra i più autorevoli conoscitori dell’autore, affronterà la sua figura umana e il periodo storico e sociale nel quale nacquero i personaggi di Don Camillo e Peppone. Il prof. Alessandro Ferioli, insegnate e storico dell’interamento, si soffermerà sul momento della prigionia nei lager tedeschi, quando Guareschi rifiutò di collaborare con i nazifascismi e come internato militare italiano fu protagonista di quella che oggi è definita la “resistenza senz’armi”.
Orari di apertura Auditorium San Lorenzo:
Mercoledì e venerdì, 17.00-19.00;
Sabato: 15.00-19.00;
Domenica: 10.00-12.00 / 15.00-19.00.
Ingresso Libero
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovannino_Guareschi
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=48623&format=html
mercoledì 18 febbraio 2009
DAVIDE VERRI FOR PRESIDENT
Davide Verri, pizze in faccia ai vecchi schemi
Cento. C’era una sala gremita, martedì sera, per la ‘pizzata’ con cui Davide Verri, candidato alla Presidenza della Provincia di Ferrara, ha dato il via a ‘La Terrazza’ di Cento alla sua campagna elettorale. Non casuale il debutto, partito volutamente da un luogo diverso dal capoluogo ferrarese, per «dare voce a territori ricchi di potenziale le cui istanze, per amministrare, debbono essere tenute in giusta considerazione».
Una serata informale, «per far conoscere le tante competenze di un Ente spesso avvertito lontano dalla gente e che si occupa invece di temi importanti, dalla viabilità alla formazione professionale passando per l’ambiente», all’insegna di quella che Verri ha definito «operazione verità. Credo in un partito che dia voce a tutti – ha detto - , che stimoli e sia esempio di partecipazione, che non allontani le persone ma sappia trasmettere entusiasmo, l’entusiasmo che chi governa ha l’obbligo di sollecitare. In politica è arrivato il momento di rompere gli argini, di combattere i vecchi schemi in cui a decidere sono in pochi facendo grandi promesse. La verità è che si possono promettere soltanto impegno e volontà, perché non ci sono soluzioni magiche, a portata di mano. Tanto più perché tanti sono i temi sul tavolo, a partire dalla sanità, che dopo Cona vedrà la ristrutturazione dell’intera rete degli ospedali del ferrarese. Bisogna riportare la politica alla politica, tornare a parlare di cose concrete, raccogliere le energie migliori in una società che i migliori non li premia ma li teme perché non allineati. La gente queste cose le capisce. Alle persone si possono chiedere sacrifici soltanto nella misura in cui si dà loro la possibilità di condividere un percorso».
Tra i tanti partecipanti che hanno preso la parola, anche il capogruppo di An in Provincia, Fausto Balboni, presente insieme al collega de La Desta, Stefano Gargioni, che dopo aver sottolineato l’esperienza amministrativa di Verri, ha dichiarato: «Verri, con ‘Per Noi’, è l’unica persona che sappia interpretare le esigenze di una nuova politica, che sappia ridare fiducia. Anche e soprattutto – ha chiuso – perché ha dimostrato che si può governare senza inchinarsi».
Parole confermate anche dall’ex sindaco di Cento e attuale consigliere di opposizione, Annalisa Bregoli. Prossimo appuntamento, venerdì 20 febbraio, al ‘Cantinon’ di Comacchio
sabato 20 dicembre 2008
SILVIA DONINI ALLA ROCCA DI CENTO
IL TEMPO QUIETO DI SILVIA DONINI
Si inaugura sabato 20 dicembre alle ore 18,00 presso la Rocca medievale di Cento (prov. di Ferrara) la personale di Silvia Donini, “TEMPO QUIETO”. A cura del Comune di Cento - Assessorato alla Cultura; di Roberto Roda in collaboarzione con il Centro Etnografico. Fino all'8 marzo 2009 (orari- sabato domenica e festivi dalle 10 alle 12 30 e dalle 15 alle 18.30)
Ferrarese con alle spalle un curriculum di rilievo, artista raffinata, Silvia Donini è stata per alcuni anni lontana dall’attività espositiva. Una maternità, vissuta con gioia ma, anche, con consapevole impegno, ha limitato la produzione artistica, ma non la riflessione e la progettuale voglia di fare.
La maternità è nella vita di una donna un momento di straordinaria importanza e di conseguenza non stupisce che abbia poi a riflettersi con vigore sull’agire di donne che sono dotate di sensibilità e creatività artistica.
Il periodo sabbatico di lontananza dai pennelli, ma di vicinanza alle esigenze della figlioletta, è stato per Silvia il tempo per riordinare le idee, per “guardarsi dentro” ed ora eccola di nuovo in parete con un progetto forte, una serie di efficaci dipinti in cui a farla da padroni sono i cartoon, quelli che Silvia aveva conosciuto e amato da bambina e che ha poi ritrovato e riscoperto da adulta insieme alla sua bambina.
Paperino, Paperina, Paperone, il principe della Bella Addormentata, Campanellino e altri eroi dell’animazione disneyana fanno irruzione nella quotidianità dell’autrice, si appropriano dei suoi oggetti domestici in un gioco visivo fortemente intimistico.
I dipinti di Silvia riflettono metaforicamente sul senso di essere adulti e sulle difficoltà e ansie di porci in rapporto con i quesiti che l’infanzia ci pone.
La pittura di Silvia è volutamente “leggera”, non rifinita, quasi incompleta, apparentemente incerta. L’allusione ai disegni infantili è evidente, ma qui l’incertezza è fittizia, adoperata scientemente per ingannare l’osservatore: a ben guardare possiede il gusto divertente del tromp l’oeil. In realtà l’artista ferrarese adopera una tecnica pittorica in grado di fare da antidoto ad ogni possibile pop-ismo e ci riesce efficacemente. Infatti, quando fumetti e cartoon approdano sulla tela, sempre si materializza forte, oggi, il rischio che le intenzioni dell’artista vengano fraintese, a volte devastate dalla diffusione popolare dello stereotipo “Pop Art” . È capitato persino al grande Dino Buzzati, diventato per la critica e per molti “conoscitori d’arte” un emulo nostrano della corrente di Warhol, sebbene l’artista bellunese i suoi quadri-fumetto avesse iniziato a dipingerli, e con ben differente logica, diversi anni prima di Lichtenstein e compagni.
Se il tempo della Pop-Art è stato quello del divertimento e della frivolezza, il tempo di Silvia Donini è, invece, quello pacato,“quieto” dell’affetto familiare, dei momenti passati davanti al video registratore, con la mente forse non totalmente spensierata ma concentrata a mediare e meditare sul divertimento offerto all’affetto infantile, eppur chiedendosi se quello che stava vedendo e affettuosamente provando meritasse di essere comunicato anche agli altri. Non con le parole, ma coi pennelli, forse perché genitori si diventa ma artisti, se si vuol retta ad un aforisma abusato, si nasce.
(ROBERTO RODA)
http://www.artstudio.it/titolo/art_2812.htm
http://www.comune.cento.fe.it/sportellicomunali/cultura/pagina182.html