Visualizzazione post con etichetta napolitano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta napolitano. Mostra tutti i post

domenica 9 dicembre 2012

Vittorio Sgarbi: al Quirinale un Leonardo falso oltre a Napolitano... *Video


-->

 

Da Napolitano agli esperti: tutti glorificano la «crosta»

Abbagliati dal (finto) Leonardo. La "Tavola Doria viene esposta in pompa magna al Quirinale e accompagnata da un sontuoso catalogo. Ma non c'entra nulla con Da Vinci. E i critici lo sanno
Quale possa essere la ragione per la quale persone colte e stimabili, anche se forse non compiutamente esperte di pittura del Rinascimento, si avventurino nella pomposa presentazione di un dipinto, non so se più insignificante o più imbarazzante, resta un vero e proprio mistero.

Il carico principale se lo è assunto un dotto archeologo, consigliere del Presidente della Repubblica per la conservazione del patrimonio artistico, Louis Godart; ma al coro di tripudio per «il rientro di un grande capolavoro» partecipano tanti altri, con note, affermazioni, gridolini di entusiasmo, affidati a un catalogo or ora sontuosamente e imprudentemente pubblicato.
Inizia lo stesso Giorgio Napolitano, padrone di casa, giacché «il grande capolavoro», la cosiddetta Tavola Doria, è ospitato con tutti gli onori nel Palazzo del Quirinale: «L'Italia è tornata in possesso di un capolavoro universalmente citato». In verità, non c'è un solo studioso di pittura italiana (se non nell'equivoca mitografia di Leonardo) che si sia occupato dell'opera, o che l'abbia citata con qualche interesse. Nell'unica mostra in cui fu esposta, a Milano nel 1939, la tavola è registrata come opera di un maestro toscano. Segue un testo, evidentemente inconsapevole, di Lorenzo Ornaghi, ministro per i Beni e le Attività Culturali: un pastone di banalità e di compiacimento. Non può mancare una nota celebrativa di Leonardo Gallitelli, Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, che fa riferimento «alla importante restituzione al patrimonio culturale italiano della Tavola Doria», mostrando d'ignorare quanti veri capolavori ci siamo lasciati sfuggire, nell'assoluta indifferenza, come io ho tante volte denunciato, perché non accompagnati dal falso nome di Leonardo che, in questa occasione, è il convitato di pietra, la ragione reale della patetica impresa.... C

IL Giornale

 

sabato 21 aprile 2012

NAPOLITANO: LA LETTERA DI SGARBI -






La lettera dell'ex sindaco di Salemi al Capo dello Stato
dopo lo scioglimento del Consiglio Conunale
Sgarbi a Napolitano: «Prospettata ricostruzione

falsa dei fatti. Uomini infedeli dello Stato

hanno chiamato mafia quello che si chiama politica»
«Ti diranno che hanno fatto indagini scrupolose. E ti mentiranno. Io ho fatto

e ho innalzato il nome di Salemi rivelandone la tradizione e la storia, anche

ai tuoi occhi. Questa è la sola antimafia che io posso concepire. Ora vedo

quell'esperienza umiliata, vilipesa, infangata. E leggo te firmare un decreto

che si basa su ricostruzioni prive di ogni riscontro, frutto di fantasiose

ricostruzioni di un maresciallo dei carabinieri che tutto vedeva e tutto

 sapeva da almeno 15 anni e non ha mai prospettato alcun profilo di

pericolosità nel politico locale che ha «politicamente» e legittimamente

 influenzato tutte le amministrazioni precedenti la mia»



l'Ufficio Stampa
+39 380 54 75 045, +39 347 96 89 937




----
Caselle da 1GB, trasmetti allegati fino a 3GB e in piu' IMAP, POP3 e SMTP autenticato? GRATIS solo con Email.it

Sponsor:
Vuoi fare un regalo davvero originale? Su MisterCupido.com puoi crearlo tu! Personalizza con le tue foto: quadri, tazze, puzzle, cuscini, peluche...
Clicca qui



venerdì 23 marzo 2012

Anche il ragazzo di Budapest Napolitano.. licenzia la lotta di classe!

anni-80-muro-di-berlino.jpg

Riforma lavoro e articolo 18 Napolitano assicura: no a valanga di licenziamenti

Il Colle: "La riforma del lavoro era da fare". Scontro sull'articolo 18. Bersani: modifiche o chiudiamo il Parlamento. Ferrero: "Organizzeremo la rivolta"

"Era un riforma da fare, non ci sarà una valanga di licenziamenti facili e in Parlamento si arrivà a un risultato valido". Non ha dubbi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano sulla riforma del mercato del lavoro, che oggi il Consiglio dei ministri approverà con la formula "salvo intese" (cioè quando un testo non è ancora definitivo).

Per il capo dello Stato "il problema più drammatico sono le crisi aziendali, le aziende che chiudono, i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro non attraverso l’articolo 18 ma per il crollo di determinate attività produttive" e per questo "bisogna puntare soprattutto a nuovi investimenti, nuovi sviluppi e nuove iniziative in cui possano trovare sbocco soprattutto i giovani".... C O N T I N U A

IL GIORNALE

 

mercoledì 28 dicembre 2011

Il PCI, la rivoluzione d'Ungheria e Napolitano nel 1956: Storia non gossip! *video

 
Budapest 1956
*segnalato da Graziano Cecchini

.....di fronte ai coraggiosi interventi di Di Vittorio
e di Antonio Giolitti - gli unici che durante l'assise plenaria parlarono apertamente di «rivoluzione» ungherese, giungendo a definire non legittimo, non democratico e non socialista il governo contro il quale era insorto il popolo di Budapest il 23 ottobre - si scatenò immediatamente il fuoco di fila dell'ortodossia, che Togliatti affidò ai cosiddetti "giovani" rinnovatori del partito.
Prima fra tutte la «sparatoria» - come la definì il poeta e giornalista del «l'Unità», Fidia Gambetti - operata dal trentunenne delegato di Caserta, Giorgio Napolitano. Dopo aver attestato tutta la sua soddisfazione per l'impostazione data da Togliatti ai problemi del movimento operaio internazionale, Napolitano polemizzò aspramente con Giolitti argomentando che in Ungheria «non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni»; l'azione sovietica,Salerno: visita del presidente Giorgio Napolitano. - Blog Salerno | http://www.blogsalerno.it/blog/2... «evitando che nel cuore dell'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per arrestare l'aggressione imperialista in Medio Oriente, oltre che ha impedire che l'Ungheria cadesse nel caos e nella controrivoluzione, ha contribuito in maniera decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo».

continua:
http://www.storiain.net/arret/num123/artic1.asp

lunedì 7 novembre 2011

Dopo Berlusconi? Matteo Renzi o il Diluvio

 


 Dopo Berlusconi? Matteo Renzi o il Diluvio

---in Spagna, Grecia... e Genova.... e Ferrara... e Bologna...., “ALTERNATIVE” di Centro-Sinistra!


Una Carlucci qualsiasi, certamente immacolata, non trova di meglio che cambiare squadra, dal PDL a sic.. UDC e già la Casta neodemocristiana canta le campane a morto per il Premier. La solita Press paleocapitalista all'italiana, Corsera, Repubblica, lasciando perdere i ciclostili elettronici della nuova estrema sinistra paraterroristica (L'Unità, Il Fatto Quotidiano). Figurarsi... Casini, Fini (o Rutelli) pronti a tornare al Governo, senza -pretendono- il voto elettorale! La sindrome anti Berlusconi, oggi tocca vertici psicopolitici. L'era del Premier è finita, ma solo una miopia patologica peggio della pur ben nota invidia di classe di memoria comunista (peggio quando tale dinamica è priva di qualsivoglia container ideologico..) può- speculando come i peggior usurai sulla Crisi- soltanto vagheggiare un governo tecnico di transizione, con siffatta peggior feccia di politicanti o ballerine da rottamare se non peggio. Casini, Fini, gente che senza Berlusconi sarebbero confinati a Montecarlo il secondo (per sfuggire a qualche sano Manga l'ex Badoglio già di Almirante) e a San Luca di Bologna, il primo per manifesta mitomania... E Rutelli persino in qualche night non ufficiale di Arcore per il trasformismo persino genetico, dai Radicali alla Nuova DC!!! Ma c'è di peggio: per quanto l'Italia sia in crisi (ma anche per colpa di una Europa da riformattare e nessuno lo ammette definitivamente), le alternative proposte, ovvero un patto quasi incestuoso tra PD modello Kattokomunista Bersani, Franceschini, (Prodi...), estrema sinistra, Vendola, Di Pietro, postfascisti (Fini) e postdc (Casini) e post non si sa pù che cosa (Rutelli), con lo sponsor della peggior stampa europea veterocapitalista, borghese e comunista radical chic, sono semplicemente allucinanti.

Ci si scorda tutti.. che i paesi europei in default o semidefault, Spagna e Grecia, sono governati da lungimiranti ALTEERNATIVE di Sinistra! (cosiddetta, ovvio). La Spagna di Zapatero, era il modello dell'Ulivo di Prodi che si vuol praticamente clonare! La Grecia, idem, mica ci sono i Colonnelli. E Genova, al centro dell'alluvione vergognosa è Centro-Sinistra!

E il più grande scandalo del PD del Nord, Lombardia, è Penati-docet- ex segretario (non il fattorino) di Bersani... E Cona Hospital a Ferrara, il più grande scandalo della sanità italiana contemporanea è Centro-Sinistra, per non dire oltre, capitale del kattokomunismo!!!

Queste le alternative a Berlusconi? Per giunta senza andare alle urne? Roba da matti neppure degni della Legge 180 di Basaglia!!! Tempo 3-6 mesi con certa gente (aggiungendo Pisapippa che sta svendendo Milano all'Islam o De Magistris che sembra a Napoli null'altro che una macchietta di De Filippo) e l'Italia farà la fine di Grecia e Spagna!!!

Vedremo se Napolitano, nella sua decisione personale probabile storica più importante dopo...il 1956 sull' Ungheria... opterà per il copione... Soviet o quello Berlinguer...comunista/democratico (autentico!). Semmai, dando per scontata la fine della maggioranza del Premier, eventualmente, come quest'ultimo democraticamente ha già comunicato, si vada alle urne in Primavera, 2012 prossimo. Ma con l'unica alternativa a sinistra, Matteo Renzi, fischiato dai compagni di Bersani che non sbagliano (IRONICO!) ma certamente non capiscono un cazzo, VINCEREBBE ALFANO con siffatta mala-opposizione! Oppure, golpe rosso e default sul serio! 

 

Spagna, Zapatero taglia gli stipendi - LASTAMPA.it | http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/eco...

domenica 11 settembre 2011

11 Settembre X Messaggi di Napolitano e Berlusconi x la Democrazia e l'Occidente

Care amiche e cari amici,

 

nel decennale dell’11 settembre 2001 ho ritenuto di inviare una lettera al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per rinnovargli i sentimenti della nostra vicinanza, i nostri sentimenti di amicizia, solidarietà e di riconoscenza nei confronti del popolo degli Stati Uniti.

 

Siamo sempre grati agli Stati Uniti per avere sconfitto il nazismo e il fascismo, per averci aiutato a vincere la povertà e a raggiungere la prosperità dopo la Seconda Guerra Mondiale grazie alla generosità del Piano Marshall.

 

Tra noi italiani e gli americani c’è un comune sentire che da oltre mezzo secolo, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla lotta contro il terrorismo, ci vede schierati insieme in difesa della libertà e in difesa della democrazia.

 

Questa alleanza è divenuta ancora più forte dopo la grande tragedia dell’11 settembre, che provocò migliaia di vittime civili e anche militari a New York, a Washington e sull’aereo fatto cadere in Pennsylvania. Vittime innocenti, che provenivano da 90 diversi Paesi. Di colpo, il mondo si trovò immerso in un incubo, dove una minoranza fondamentalista antidemocratica e settaria voleva imporsi con la violenza e il terrore al mondo libero. Fu l’inizio della lotta del male contro il bene. L’Italia, con il nostro governo di allora, non esitò a schierarsi con gli Stati Uniti, non esitò a intervenire con propri contingenti militari in quei Paesi dove il terrorismo aveva le sue roccheforti. In Iraq prima, in Afghanistan poi, e di recente in Libia, siamo sempre intervenuti con lo scopo precipuo di tutelare le popolazioni locali dal terrore e preparare la transizione alla democrazia e quindi alla piena libertà.

 

La nostra linea contro il terrorismo è sempre stata di assoluta coerenza. Nessuna ideologia politica, economica o religiosa può giustificare gli atti di terrore. Non può farlo neppure il mito più insidioso, che tenta di fornire al terrorismo l’alibi della lotta contro la povertà e l’oppressione. Infatti i signori del terrore appartengono per lo più alle classi agiate, alle élite, non mai agli strati più poveri della popolazione. Era così per il ricco sceicco Bin Laden, e vale oggi per i suoi tristi eredi, che per dare seguito alla loro follia non esitano a trasformare dei poveri diseredati in pericolosi kamikaze.

 

L’esperienza ha dimostrato che i popoli mussulmani più poveri non vedono affatto nel terrorismo una via di riscatto. L’Islam non predica la violenza. Anzi, i governanti moderati dei Paesi arabi e islamici sono i migliori alleati dell’Occidente nella lotta contro la barbarie terrorista. Lo abbiamo visto bene e lo vediamo in Afghanistan, dove alla caduta del regime talebano, oppressivo e oscurantista, la popolazione è scesa in piazza per esultare. Un popolo, quello afgano, che nella sua stragrande maggioranza vede tuttora con favore la presenza dei nostri militari, che sa impegnati nella costruzione per un loro futuro migliore, al fianco dei contingenti degli Stati Uniti e di numerosi altri Paesi.

 

Dopo dieci anni, la guerra al terrorismo non è ancora conclusa, ma ha raggiunto risultati che sono certamente positivi.

 

Non è una guerra finita perché il terrorismo, dopo avere colpito gli Stati Uniti nel 2001, in seguito ha ferito molte altre grandi città nel mondo, tra cui due grandi capitali europee come Madrid e Londra. Non è finita, perché purtroppo le vittime si contano anche tra i nostri militari, che ogni giorno sanno di rischiare la vita per la nostra sicurezza e per la democrazia di quei popoli. I nostri militari che si comportano davvero da eroi. A loro va la nostra più profonda gratitudine.

 

La guerra al terrorismo, ne siamo assolutamente certi, finirà con la vittoria del bene sul male. In risposta agli attacchi del terrore contro l’Occidente, tutti, tutti i Paesi democratici, a partire dall’Italia, hanno rafforzato i loro sistemi di sicurezza, hanno introdotto leggi severe ed efficaci per la prevenzione del terrore. I controlli più stringenti negli aeroporti e nei luoghi pubblici possono a volte non piacere. Ma sono indispensabili. Ci consola il fatto che numerosi terroristi siano già stati catturati e che il capo di Al Qaeda non sia più in campo.

 

Oggi possiamo davvero dire che Al Qaeda rappresenta il passato, mentre i pacifici protagonisti della primavera araba sono il futuro.

 

Care amiche e cari amici,

 

vi ringrazio davvero per l’impegno con il quale state portando avanti le nostre battaglie di verità e di libertà in un momento di così grande difficoltà per tutte le economie nel mondo.

 

Insieme al terrorismo, la crisi economica mondiale è stata il dato preminente, saliente di questo decennio. Il nostro governo ha dimostrato con i fatti di sapere fare fronte con successo ad entrambi.

 

Con la manovra approvata nei giorni scorsi, abbiamo posto le premesse perché l’Italia raggiunga il pareggio di bilancio entro il 2013, pensate, vale a dire che lo raggiungerà per la prima volta nella storia a partire dal 1876, quando lo raggiunse per ad opera del governo di Marco Minghetti. E’ un dato che ci fa capire come l’Italia abbia vissuto per troppo tempo al di sopra delle proprie risorse, soprattutto per colpa dell’enorme debito accumulato negli anni del consociativismo catto-comunista, che dal 1980 al 1992 ha moltiplicato per molte volte il debito dello Stato. La manovra ci è stata chiesta dall’Europa, dalla BCE, ci è stata imposta in tempi molto stretti dai mercati. Penso che abbiamo lavorato bene per rendere la manovra più equa possibile, sia pure con il necessario rigore. Il ritocco dell’Iva di un punto dal venti al ventuno non colpisce i beni di prima necessità. Soltanto ai contribuenti più facoltosi, dai trecentomila euro in su, è stato chiesto un onere del tre per cento in più sino a quando non avremo raggiunto il pareggio di bilancio. Ma questa è l’unica eccezione al principio che ho sempre rispettato di non mettere le mani nelle tasche degli italiani. I costi della politica saranno ridotti con varie misure, su tutte ricordo l’abolizione delle province. Il pareggio di bilancio diventerà un obbligo stringente posto dalla Costituzione. In questo modo abbiamo tutelato i risparmi delle famiglie e abbiamo esentato dai sacrifici le fasce sociali più deboli. Soprattutto, credo di poterlo davvero dire, abbiamo salvato i nostri conti, in definitiva, abbiamo salvato i risparmi dei cittadini italiani, abbiamo salvato l’Italia.

 

Dovete spiegarlo a tutti, ai nostri sostenitori, ai vostri amici, ai vostri colleghi di lavoro. Forse non basterà quello che abbiamo fatto e quello che voi farete a riequilibrare le infinite falsità che vengono scritte in questi giorni, anche su di me come persona, ma io credo che sarà di certo sarà una missione positiva, una missione di verità.

 

Vi ringrazio per il vostro impegno e vi abbraccio tutti, davvero con il cuore, ancora grazie.

SILVIO BERLUSCONI

mercoledì 18 agosto 2010

Napolitano e il ritorno del rimosso di Budapest.....

*da IL GIORNALE
 
Nell’intervista all’Unità, Napolitano fa capire di essere contro le elezioni anticipate. Nessuno gliele ha chieste - anche se il Cav ci pensa - ma mette le mani avanti. Non ci vedo, per ora, dell’antiberlusconismo preconcetto. È piuttosto il riflesso di un uomo della prima Repubblica per il quale il Parlamento è sovrano e gli elettori molto meno. Lo stesso che spinse Scalfaro - corroborato nel suo caso da dosi cavalline di odio per il Cav - al ribaltone del 1995. Non credo che Napolitano arriverà a tanto. Dopo anni di bipolarismo, è patrimonio comune che la scelta del capo del governo sia affare dell’elettore, non del trasformismo parlamentare.

La cautela di Giorgio è il frutto di innato timore, al limite della pavidità, per le decisioni secche. Anche nel 2007 quando Prodi, col suo governo alle corde, andò al Colle per dimettersi, Napolitano lo rinviò alle Camere e lo costrinse a vivacchiare tra i marosi. Poi, prese atto della sciocchezza e indisse le elezioni. Farà la manfrina pure col Cav ma finirà per arrendersi.
È stato detto che Giorgio è strutturato su tre livelli. Se pensa, lo fa con coraggio. Se parla, è a mezza bocca. Se deve agire, si blocca.

Da comunista, dopo la sbornia giovanile che gli fece applaudire l’occupazione sovietica dell’Ungheria,
 
SEGUE
 
http://www.ilgiornale.it/interni/il_partigiano_giorgio_difende_tutti_tranne_cav/14-08-2010/articolo-id=466988-page=1-comments=1

*Napolitano nel 1956 sulla Rivoluzione ungherese ...


http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/comunismo_nel_mondo/est_europa/ungheria_1956/articolo.php?id=732

ungheria.jpg