sabato 3 gennaio 2015

Montesqui eu oggi: consiglio di download a... Matteo Renzi

Pierluigi Casalino

Leggere Montesquieu significa, prima di tutto, entrare in un universo affascinante, che si estende sempre oltre l'orizzonte dei suoi lettori. Questa sana curiosità consente di evitare che il nostro spirito si getti tutto da una parte, e abbandoni tutte le altre, come lo stesso pensatore scrive nella sua prefazione de L'Esprit des Lois, Incontriamo dunque un Autore che si propone come compito virtuoso quello di rendere il mondo più vasto e, al tempo stesso, più complesso: un Autore vivo ed inesauribile,perché resta ancora profondamente sconosciuto. Cos'è di più seducente di scoprire un filosofo così particolare e così moderno? Montesquieu non cessa di sorprendere per la sua attualità, per la sua  carica innovativa. Quando si cita Montesquieu, vengono in mente i suoi studi letterari, Les Lettres Persanes, in particolare. Tale testo si presenta assai ricco di questioni riferite ad un viaggio ambizioso, non riducibile ad una sola disciplina della conoscenza. Tuttavia emerge un parallelismo ed un suggestivo confronto tra i diversi saperi. Sull'esempio degli Enciclopedisti, il pensatore francese si dotò di vasta cultura, sulla scia delle ricerche scientifiche del suo tempo, attraverso la medicina (le teorie vitalistiche), gli studi sulla natura del clima, sulla fisica, sul diritto. Ogni fenomeno entra nel suo modo di interpretazione e nasce così la scoperta delle leggi del cosmo e dei fenomeni naturali ed umani. Dalle pagine di Montesquieu si apprende almeno una cosa e cioè che esiste il relativismo e che non si tratta di un termine indecifrabile ed incomprensibile. Tutto si inserisce, pertanto, in una rete di relazioni, fondate da leggi differenti. Di qui sorge la sua convinzione che esista una pluralità dei mondi, come sosteneva Fontenelle, anche se solo sul pianeta. Una lettura plurale degli esserei che la abitano, quella di Montesquieu, che vede più piani e più realtà. Prima di giudicare costumi ed istituzioni, secondo l'Autore de L'Esprit des Lois, occorre iniziare a studiarle e capirle. A tale scopo è necessario muovere dal presupposto che tutto ciò che esiste nel mondo è prodotto da una sua storia. Ogni nazione (e in questo anticipa Tocqueville) si colloca in un immenso movimento di cause e di effetti. Bisogna, quindi, spiegare le cose, prima di giudicarle. Concetto di straordinaria attualità nel quadro globale dei nostri giorni. Omogeneizzare rischia di smarrire le ragioni dell'esistente, anzi dei differenti mondi esistenti. Non diceva forse Montesquieu che è necessario che gli uomini guarsiscano dai loro pregiudizi?
18.12.2014




Ferrara non biodegradabile



Lorenzo Barbieri


Degrado criminale e spallucce dell'amministrazione: ecco il problema sicurezza

Una rissa pomeridiana in via Nazario Sauro… a piedi scalzi!
Persino il più sprovveduto dei lettori non può non aver notato l'ingigantirsi del problema sicurezza.
Spaccio continuo, risse, prostituzione e schiamazzi sono gli ingredienti di una notte qualsiasi nell'area della GAD: stazione, grattacielo e stadio (quest'ultima lievemente migliorata).
Basta aspettare un po', subito dopo cena, ed ecco arrivare macchine che, come in un drive-in, si fermano per pochi secondi, soldi – bustina trasparente, e via di gas: lo spaccio è servito.
Però non c'è solo questo.
I nigeriani (e non solo loro), occupano il territorio, lo gestiscono, lo controllano. Sorvegliano i passanti attraverso una fitta ed inestricabile rete di vedette in bicicletta, pedoni luogotenenti e punti di rifornimento che, anche al più ingenuo residente, sono immediatamente visibili dopo solo qualche minuto affacciato al balcone.
Va detto che fino a qualche mese fa, l'organizzazione era impreparata: al minimo passaggio della Polizia a sirene spiegate, partivano come in uno sprint a giro d'Italia e si disperdevano in mille rivoli; ora non più.
Sono ben organizzati e soprattutto sono scaltri.
Intanto hanno smesso di girare con la droga addosso. A richiesta (macchine che si avvicinano), fanno un segno, intuiscono e da un'altra parte arriva il fornitore. Nel malaugurato caso di un controllo, i più scappano e chi è "in regola", di norma un qualunque rifugiato politico o un richiedente asilo per motivi umanitari, rimane pacificamente seduto, ben consapevole che leggi e regolamenti tutelano lui a danno degli onesti cittadini (italiani e non, sia chiaro!) che si sorbiscono ogni sera le bevute e gli schiamazzi sino a notte inoltrata. Di più. Da qualche mese, data l'insostenibilità della situazione e il moltiplicarsi di comitati e gruppi di "residenti incacchiati", adottano un'altra strategia: cooptano la famiglia.
Ebbene si, al corriere in bicicletta si sono sostituite le carrozzine, alla bocca piena di ovuli e di cocaina i più sicuri, anche se maleodoranti, pannolini. Le famiglie occupano le panchine mentre tutto intorno, ad anello, una rete di sentinelle pattuglia l'area.
È un controllo sistematico, invincibile che li rende sicuri e forti della loro posizione.
Impotenti gli agenti che a notte inoltrata contribuisco, simpaticamente parlando, a scocciare si lamentano che hanno le mani legate, e come dargli torto.

Lotta impari dei residenti contro il degrado
Leggi ridicole, carte d'identità concesse a pioggia e armi inadeguate (mani, manganelli o pistola, ma vi pare?!) e un locale timore reverenziale per un noto caso di cronaca di diversi anni fa, non solo gli complicano il lavoro ma li costringono ad essere sbeffeggiati dall'abbronzato spacciatore di turno che, il più delle volte, gli ride in faccia.
LA SCONFITTA DELLO STATO.
Nella Gad lo Stato non c'è, e già era quasi assente quando un barbuto presidente di circoscrizione, nel marzo del 2011 "lanciava l'operazione sicurezza" (leggi) che succedeva di poco alle risibili dichiarazioni di un'assessore che "percepisce soggettivamente" (leggi) e che ha candidamente ammesso, parlando in nome della giunta immagino, di non avere un piano di programmazione urbana. Una vera vergogna.
"Una … pazzesca" direbbe Fantozzi, peccato che lunga sia la trafila di infelici e a volte del tutto infondate dichiarazioni da "tutto sotto controllo" abbia a contraltare il finimondo nei giardinetti, dalle bottigliate e alle vetrate sfondate.
Però gli emissari politici, sotto presunte vesti civiche, seguono attentamente le attività dei residenti che protestano, riferendo scodinzolanti al politico di turno, mentre dovrebbero intervenire con solerzia e inflessibilità contro quei criminali che appestano la città.
Ma dire questo è sconveniente, specie per quei soloni che fanno dello ius soli il cardine di una politica d'immigrazione ridicola e completamente fallimentare.
L'assioma lavorano, pagano le tasse quindi sono cittadini è rispedito al mittente dalla logica, dato che le tasse pagano i servizi di cui anche gli stranieri usufruiscono.
Rilancio la proposta di un galantuomo: chiunque entri nel nostro Paese (e di conseguenza in Europa) può ottenere una residenza permanente, trasferibile anche ai figli, ma pur sempre revocabile. Entra legalmente, carte in regola e fonte di reddito certa: rimane e può trasmetterla ai figli.
Commette anche un solo reato: è fuori, espulsione automatica, senza inoltrarci nelle bolge dei tribunali. Aprire le porte a tutti i disperati, li rende facili prede della criminalità e mentre certi soloni credono di "far del bene", condanno l'esistenza di altri esseri umani.
L'unica privazione di questo "certificato di residenza" è il diritto di voto, che non mi pare così terribile a meno che questi signori non intendano condizionare, e successivamente controllare, la vita politica del nostro Paese e dell'Europa, creando il loro partito, islamico o no.
Il tema della sicurezza entrerà di sicuro anche nella campagna elettorale amministrativa anche perché i clamorosi fallimenti di questa amministrazione sono sotto gli occhi di tutti. Dovunque ci si gira è una Waterloo: salute, cultura, sicurezza, economia …macerie ovunque.
Il vero problema è che, temo, gran parte dell'opposizione si venderà per le solite briciole che da lustri cadono dal rosso tavolo.


Info Ulteriori



IL NIPOTE DI RAMEAU: L'ARTE NUOVA

Trattato di estetica di valore assoluto, ricco di spunti di straordinaria attualità, "Le neveude Rameau" (Il nipote di Rameu) di Denis Diderot è opera di grande apertura verso i percorsi dell'arte moderna. Puzzle segnato da figure diverse, incapace di rinviare ad un'immagine semplice dell'autore, "Le Neveu de Rameu" è un organismo segreto, un itinerario mobile, aereo e leggero, una composizione bizzarra e sublime, che conserva ancora l'attualità del suo approccio di interpretazione della fenomenologia del bello. Diderot riesce a pieno nel paradosso di recuperare, di trascrivere e di fissare con metodo lo spirito di uh maestro della parola, pervaso dal senso dell'effimero. E così ne riscopre e ne travisa lo stile, secondo l'inconsistenza di un mimetismo sterile. La "bomba" de "Le neveu de Rameu", per riprendere la celebre espressione di Goethe, è un autentico manifesto dell'arte nuova. Una fine lettura del teatro del mondo, dei suoi attori, dei suoi protagonisti, tra la luce e l'ombra del loro porsi sulla scena. Un messaggio imperituro per chi vive l'arte e la crea.
Casalino Pierluigi, 3.01.2015

Riccardo Campa "Storie di Fine Vita..." (La Carmelina ediz., Ferrara-Roma)

Storie di fine vita. Saggio sull'eutanasia

L'eutanasia vista nei suoi vari aspetti.

Innovazioni come la nutrizione parenterale o la respirazione artificiale rappresentano un indubbio progresso della biomedicina e offrono possibilità terapeutiche prima inimmaginabili. Tuttavia, questi presidi medici hanno anche generato "dilemmi bioetici" inediti. L'eutanasia è una pratica antica quanto l'uomo, ma le situazioni in cui oggi la questione viene sollevata non hanno precedenti. In passato, il malato che voleva farla finita poteva semplicemente rifiutarsi di assumere cibo o farmaci e la natura avrebbe fatto il proprio corso. Oggi, persone coscienti ma totalmente paralizzate, oppure prive di coscienza, sono tenute in vita dalle macchine, talvolta contro la loro volontà. In questo libro si ricostruiscono i casi più eclatanti di eutanasia o accanimento terapeutico, al fine di esplorarne i risvolti bioetici e sociologici.


*Riccardo Campa  sociologo della scienza a Univ. Jagellonica (Cracovia, Polonia) e leader Transumanista (AIT, Milano)

http://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_Campa_%28sociologo%29



Info ulteriori

http://www.inmondadori.it/Storie-fine-vita-Saggio-Riccardo-Campa/eai978889643780/

www.transumanisti.it



Riccardo Campa "Storie di Fine Vita..." (La Carmelina ediz., Ferrara-Roma)


Redazione

Storie di fine vita. Saggio sull'eutanasia

(La Carmelina, 2015)

L'eutanasia vista nei suoi vari aspetti.
Innovazioni come la nutrizione parenterale o la respirazione artificiale rappresentano un indubbio progresso della biomedicina e offrono possibilità terapeutiche prima inimmaginabili. Tuttavia, questi presidi medici hanno anche generato "dilemmi bioetici" inediti. L'eutanasia è una pratica antica quanto l'uomo, ma le situazioni in cui oggi la questione viene sollevata non hanno precedenti. In passato, il malato che voleva farla finita poteva semplicemente rifiutarsi di assumere cibo o farmaci e la natura avrebbe fatto il proprio corso. Oggi, persone coscienti ma totalmente paralizzate, oppure prive di coscienza, sono tenute in vita dalle macchine, talvolta contro la loro volontà. In questo libro si ricostruiscono i casi più eclatanti di eutanasia o accanimento terapeutico, al fine di esplorarne i risvolti bioetici e sociologici.

*Riccardo Campa  sociologo della scienza a Univ. Jagellonica (Cracovia, Polonia) e leader Transumanista (AIT, Milano)


Info ulteriori





Come siamo diventati Homo Sapiens

Roberto Guerra

AA.VV., Il Cammino dell'Uomo (Libri Le Scienze, a c. di M.  Cattaneo)


COME SIAMO DIVENTATI HOMO SAPIENS  Il sottotitolo già suona "agonistico" in certa epoca techno attuale certamente, eppure anche new age regressiva. Invece, proprio questo splendido (e commovente anche) aggiornamento sulle nostre origini, farebbe zittire anche Cartesio e il suo Dubbio diventato dogma in certo ambiente irrazionalistico.  Innanzitutto, ancora una volta emerge lo spirito scientifico come sfida e ricerca dalla complessità e dalla sorpresa e dal coraggio di ri-disegnare anche in pochissimi anni  le conoscenze precedenti.  Attualmente, la mappa paleontologa eccetera (ormai la ricerca dell'homo sapiens perduto coinvolge anche antropologi, archeologi, biologi, genetisti, neuropsicologi..ecc.) pare smentire il quadro prevalente ancora fino al 2000: tra il cosiddetto Homo Sapiens arcaico e quello moderno, differenze al limite relativamente secondarie: più produttivo – in base alle nuove ricerche – presupporre quasi fin da tempi ulteriormente retrodatati, circa 200000 anni fa  (e non i famosi 40-50000 della supposta rivoluzione post Paleolitico superiore) semmai una certa continuità e semmai il gioco della Variabilità costante e adattiva come lenta eppure vero seme di successive espansioni verso il fu Homo Sapiens Moderno.

Inoltre: relativamente ma probabile, i suoi immediati progenitori, Homo Abilis, Homo Erectus, l'Homo di Heidelberg, già erano meno primitivi di quanto si supponeva, certamente pre-capaci di parola, di tecnologie della pietra efficaci e semi-raffinate, di barlumi di attività estetica, persino statura eretta e pensiero e affettività (almeno gli indizi sono tanti);  e soprattutto Neanderthal, già verso 100/200 mila anni anni fa circa! Il nostro gemello di specie perduto e estinto appena 30/40000 anni fa, a proposito convisse eccome con l'Homo Sapiens, anche incroci genetici come dimostra la scienza oggi dopo la rivoluzione del genoma (e tracce nel nostro DNA!).  Genomica destinata in futuro a dissipare lo scenario tutt'oggi assai caotico sull'albero genealogico, forse oggi più un Ramo relativamente spoglio che un cespuglio come si pensava.  Non è comunque un mistero l'estinzione di Neanderthal durante una glaciazione  estrema letale: Non annientato dall'Homo Sapiens, ma per la migliore variabilità adattiva del secondo, questioni di "dieta",  per la longevità superiore (Neanderthal erano anziani e morivano a 30 anni circa!) e per la maggiore variabilità conoscitiva e densità di popolazione, grazie alla – all'epoca- rivoluzione degli Anziani, prima sconosciuti o quasi  nella "sconcertante" bassissima aspettativa di vita di cui prima.  Dalle scoperte e gli scavi e le ricerche più recenti, inoltre,  altre specie homo convissero sembra con la nostra, un supposto Uomo di Denisova  (Siberia) misteriosissimo ancora e  lo Hobbit  minuscolo .. Homo Florensiensis (fino a 20000 anni fa! In una nicchia isolata in Indonesia) . Poi: forse non più l'Africa Orientale  culla dell'umanità, ma il Sud Africa (scoperte mai viste anche in termini quantitativi e di fossili complessi non solo meri frammenti ecc, nel sito di Malapa, da cui un originario .. (tesi molto discussa comunque)  nuovo Australapiteco detto Sedipa . Pare anche  e sempre per la solita glaciazione di quei tempi letteralmente antidiluviani, che l'uomo moderno e quindi contemporaneo derivi da appena poche centinaia di antenati sopravvissuti sulle coste dell'Africa meridionale miracolosamente ricche di militi e  tuberi ecc.  ultraresistenti, mentre nel resto del Continente  una sorta di apocalisse. Si è calcolato, da 10000 circa a poche centinaia la riduzione demografica globale di quei primissimi esseri umani!  Insomma era più facile la sopravvivenza di Laika  nel primo viaggio spaziale di un mammifero.  Riassumendo, pur, sia ben chiaro, in scenari interpretativi sempre relativi e in progress, del supposto Homo Sapiens Moderno (evoluzione sociale e memetica a parte, ovviamente) resta semmai una ovvia velocità esponenziale d'evoluzione culturale, anche dovuta all'aumento poi demografico che ha favorito una sorta di libera associazione collettiva (e feedback costanti e quindi potenzianti) da cui salti creativi in ogni campo, tecnologico, artistico ecc.   Molto dubbia almeno già da 200 mila anni fa  certa evoluzione mutazione genetica o neuropsicologica… Nelle analisi e nei contributi anche una particolare comparazione, tuttavia, su certa attualissima accelerazione esponenziale della complessità conoscitiva  e della libera associazione collettiva con il Web e Internet, da cui, spesso altrove tra cibernetici e esperti di computer science, prospettive neppure tacite – al contrario – di un'epoca realmente mutante o destinata in tal senso (tra azione diretta degli umani stessi,  macchine pensanti e Intelligenza Varie) o la famosa singolarità tecnologica prevista dal futurologo Kurzweil.

In ogni caso, magari si scoprirà anche  che quel famoso quid culla dell'umanità è certa costante anche se ancora invisibile minimutazione insita nella combinatoria del nostro DNA,  la dialettica straordinaria tra i vari ricercatori,  la nostra storia come homo sapiens comunque verosimile (nonostante anche praticamente o quasi soltanto frammenti di fossili capaci di abbattere le frontiere del tempo) educa a relativizzare certa presunta "miseria" nichilistica" della nostra specie, certe stesse crisi contingenti contemporanee.  Fin da Lucy  eravamo  geniali nella sopravvivenza. Il Sopra-Vivere secondo logica "cosmica"  non è una utopia. E la scienza ancora una volta indica la Stella Polare  e viceversa. Gli autori e ricercatori:  (M. Cattaneo), K. Wong,  K. Harmon, J. J. Shea, G. Manzi, F. Di Vincenzo, C. W. Marean, H. Pringle, R. Caspari, J. Zilhao, A. Meldolesi.


INFO ulteriori

http://www.lescienze.it/edicola/2014/04/02/news/il_cammino_delluomo_come_siamo_diventati_homo_sapiens-2079227/

http://www.meteoweb.eu/2015/01/cammino-delluomo-come-diventati-homo-sapiens/372707/



Come siamo diventati Homo Sapiens

Roberto Guerra

AA.VV., Il Cammino dell'Uomo (Libri Le Scienze, a c. di M.  Cattaneo)

COME SIAMO DIVENTATI HOMO SAPIENS  Il sottotitolo già suona "agonistico" in certa epoca techno attuale certamente, eppure anche new age regressiva. Invece, proprio questo splendido (e commovente anche) aggiornamento sulle nostre origini, farebbe zittire anche Cartesio e il suo Dubbio diventato dogma in certo ambiente irrazionalistico.  Innanzitutto, ancora una volta emerge lo spirito scientifico come sfida e ricerca dalla complessità e dalla sorpresa e dal coraggio di ri-disegnare anche in pochissimi anni  le conoscenze precedenti.  Attualmente, la mappa paleontologa eccetera (ormai la ricerca dell'homo sapiens perduto coinvolge anche antropologi, archeologi, biologi, genetisti, neuropsicologi..ecc.) pare smentire il quadro prevalente ancora fino al 2000: tra il cosiddetto Homo Sapiens arcaico e quello moderno, differenze al limite relativamente secondarie: più produttivo – in base alle nuove ricerche – presupporre quasi fin da tempi ulteriormente retrodatati, circa 200000 anni fa  (e non i famosi 40-50000 della supposta rivoluzione post Paleolitico superiore) semmai una certa continuità e semmai il gioco della Variabilità costante e adattiva come lenta eppure vero seme di successive espansioni verso il fu Homo Sapiens Moderno.
Inoltre: relativamente ma probabile, i suoi immediati progenitori, Homo Abilis, Homo Erectus, l'Homo di Heidelberg, già erano meno primitivi di quanto si supponeva, certamente pre-capaci di parola, di tecnologie della pietra efficaci e semi-raffinate, di barlumi di attività estetica, persino statura eretta e pensiero e affettività (almeno gli indizi sono tanti);  e soprattutto Neanderthal, già verso 100/200 mila anni anni fa circa! Il nostro gemello di specie perduto e estinto appena 30/40000 anni fa, a proposito convisse eccome con l'Homo Sapiens, anche incroci genetici come dimostra la scienza oggi dopo la rivoluzione del genoma (e tracce nel nostro DNA!).  Genomica destinata in futuro a dissipare lo scenario tutt'oggi assai caotico sull'albero genealogico, forse oggi più un Ramo relativamente spoglio che un cespuglio come si pensava.  Non è comunque un mistero l'estinzione di Neanderthal durante una glaciazione  estrema letale: Non annientato dall'Homo Sapiens, ma per la migliore variabilità adattiva del secondo, questioni di "dieta",  per la longevità superiore (Neanderthal erano anziani e morivano a 30 anni circa!) e per la maggiore variabilità conoscitiva e densità di popolazione, grazie alla – all'epoca- rivoluzione degli Anziani, prima sconosciuti o quasi  nella "sconcertante" bassissima aspettativa di vita di cui prima.  Dalle scoperte e gli scavi e le ricerche più recenti, inoltre,  altre specie homo convissero sembra con la nostra, un supposto Uomo di Denisova  (Siberia) misteriosissimo ancora e  lo Hobbit  minuscolo .. Homo Florensiensis (fino a 20000 anni fa! In una nicchia isolata in Indonesia) . Poi: forse non più l'Africa Orientale  culla dell'umanità, ma il Sud Africa (scoperte mai viste anche in termini quantitativi e di fossili complessi non solo meri frammenti ecc, nel sito di Malapa, da cui un originario .. (tesi molto discussa comunque)  nuovo Australapiteco detto Sedipa . Pare anche  e sempre per la solita glaciazione di quei tempi letteralmente antidiluviani, che l'uomo moderno e quindi contemporaneo derivi da appena poche centinaia di antenati sopravvissuti sulle coste dell'Africa meridionale miracolosamente ricche di militi e  tuberi ecc.  ultraresistenti, mentre nel resto del Continente  una sorta di apocalisse. Si è calcolato, da 10000 circa a poche centinaia la riduzione demografica globale di quei primissimi esseri umani!  Insomma era più facile la sopravvivenza di Laika  nel primo viaggio spaziale di un mammifero.  Riassumendo, pur, sia ben chiaro, in scenari interpretativi sempre relativi e in progress, del supposto Homo Sapiens Moderno (evoluzione sociale e memetica a parte, ovviamente) resta semmai una ovvia velocità esponenziale d'evoluzione culturale, anche dovuta all'aumento poi demografico che ha favorito una sorta di libera associazione collettiva (e feedback costanti e quindi potenzianti) da cui salti creativi in ogni campo, tecnologico, artistico ecc.   Molto dubbia almeno già da 200 mila anni fa  certa evoluzione mutazione genetica o neuropsicologica… Nelle analisi e nei contributi anche una particolare comparazione, tuttavia, su certa attualissima accelerazione esponenziale della complessità conoscitiva  e della libera associazione collettiva con il Web e Internet, da cui, spesso altrove tra cibernetici e esperti di computer science, prospettive neppure tacite – al contrario – di un'epoca realmente mutante o destinata in tal senso (tra azione diretta degli umani stessi,  macchine pensanti e Intelligenza Varie) o la famosa singolarità tecnologica prevista dal futurologo Kurzweil.
In ogni caso, magari si scoprirà anche  che quel famoso quid culla dell'umanità è certa costante anche se ancora invisibile minimutazione insita nella combinatoria del nostro DNA,  la dialettica straordinaria tra i vari ricercatori,  la nostra storia come homo sapiens comunque verosimile (nonostante anche praticamente o quasi soltanto frammenti di fossili capaci di abbattere le frontiere del tempo) educa a relativizzare certa presunta "miseria" nichilistica" della nostra specie, certe stesse crisi contingenti contemporanee.  Fin da Lucy  eravamo  geniali nella sopravvivenza. Il Sopra-Vivere secondo logica "cosmica"  non è una utopia. E la scienza ancora una volta indica la Stella Polare  e viceversa. Gli autori e ricercatori:  (M. Cattaneo), K. Wong,  K. Harmon, J. J. Shea, G. Manzi, F. Di Vincenzo, C. W. Marean, H. Pringle, R. Caspari, J. Zilhao, A. Meldolesi.

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AVERROES'S DISCUSSION OF TYRANNY AND OF IDEAL CONSTITUTION

Averroes' s discussion of tyranny seems to assume not Plato's scheme of the transition of democracy to tyranny, but rather Aristotle's view of tyranny as the perversion of monarchy. Averroes (Ibn Rushd) seems to have been ignorant of Plato's distinction of two forms of monarchy:royalty and tyranny Averroses' s distinction of "service" between rulers and masters slaves, the king guides and leads free citizens. Also, there is and interesting instance of applying Platonic argument to the Islamic State, past and present, in Averroes's view. It appears that the Ideal Constitution is identified with the rule of the four Khulafa rashidun and that with Muawiya the perversion of his ideal rule set in this quite in keeping with the traditional Muslim interpretation. As far as Averroes (Ibn Rushd) is concerned, it shows clearly that and Platonic observation fully valid as general principles applicble to Islamic civilization. The analogy is not simply an illustration and an approximation but the outcome of the recognition of the Greek political thinking as relevant to Islamic thought and practice. It refers no doubt that the Almohad State of the Maghreb. From otrher contemporary references we know that Averroes (Ibn Rushd) looked upon the foundersa of the Almohade (and even of the Almoravid) dynasty as very near to the Ideal State (both of Islam, built on the Shar'ia, and Plato). This holds good for initiatior of the Almohad movement, Ibn Tumart, and first Almohad ruler Abd alk Mumin but just as the early stages of Islam the four Khulafa rashidun were replaced by Mua'wiya, so was Abd al Mumin followed by "timocrtic" son and grandson. Averroes (Ibn Rushd) could safely go further in his critique of the State of his patrons Abu Ya qubb Yusuf and Yusuf sufb Yaqu bal Mansur.
Casalino Pierluigi, 3.01.2014
















DOMANI A FIRENZE BRUNI PARLA DI BERTO CHE LEGGE LO SGUARDO DI BEATRICE

Redazione

A FIRENZE DOMANI 4 GENNAIO UN GIUSEPPE BERTO CHE STUDIA IL VOLTO DI BEATRICE NELLA RELAZIONE DI PIERFRANCO BRUNI

Lo scrittore Giuseppe Berto che racconta di città e di viaggi, di lingue e rapporti con i dialetti, di veneziani amori e di depressioni, di luoghi antichi e del suo rapporto con la cristianità sarà al centro di una discussione, domani, a Firenze con un incontro che vedrà protagonista Pierfranco Bruni, Presidente del Comitato Celebrazioni Berto Regione Calabria e Responsabile Progetto "Etnie" del Mibact.

La lingua e il linguaggio in Berto sono due caratteristiche fondamentali che pongono all'attenzione  quel superamento del realismo che ha marcato gli anni Cinquanta.
Berto protagonista  in una dialettica sulla rottura di schemi sperimentali. Su questo argomentare  si  imposta la relazione di Pierfranco Bruni che pone come riferimento il dialogo del raccontare  e del vivere. Bruni all'allarga la sua visione interpretativa e crea una comparazione tra i volti e gli occhi dei personaggi dei romanzi di Berto filtrandoli con lo sguardo di Beatrice. La figura femminile centrale nella letteratura italiana. Bruni, servendosi della lezione di Maria Zambrano pone al centro le donne dei romanzi di Berto e lo sguardo di Beatrice.

"L'intreccio tra il raccontare e il narrare la vita, sostiene Pierfranco Bruni, in Berto è un attraversare la lingua come un quotidiano confronto con il dato esistenziale. La letteratura bisogna considerarla, soprattutto in alcuni suoi romanzi, con una chiave di lettura che deve avere necessariamente degli elementi antropologici. In Berto la figura di Beatrice e di Dante non è trascurabile, leggerlo con attenzione significa anche catturare questi elementi".

Bruni, che da anni lavora sulle lingue e sulle etnie nella cultura letteraria,  propone una interpretazione metaforica dell'opera di Berto. D'altronde il suo libro: "Giuseppe Berto. La necessità di raccontare" traccia delle linee ben definite sulla letteratura oltre i confini del realismo.

DOMANI A FIRENZE BRUNI PARLA DI BERTO CHE LEGGE LO SGUARDO DI BEATRICE

Redazione

A FIRENZE DOMANI 4 GENNAIO UN GIUSEPPE BERTO CHE STUDIA IL VOLTO DI BEATRICE NELLA RELAZIONE DI PIERFRANCO BRUNI

Lo scrittore Giuseppe Berto che racconta di città e di viaggi, di lingue e rapporti con i dialetti, di veneziani amori e di depressioni, di luoghi antichi e del suo rapporto con la cristianità sarà al centro di una discussione, domani, a Firenze con un incontro che vedrà protagonista Pierfranco Bruni, Presidente del Comitato Celebrazioni Berto Regione Calabria e Responsabile Progetto "Etnie" del Mibact.

La lingua e il linguaggio in Berto sono due caratteristiche fondamentali che pongono all'attenzione  quel superamento del realismo che ha marcato gli anni Cinquanta.
Berto protagonista  in una dialettica sulla rottura di schemi sperimentali. Su questo argomentare  si  imposta la relazione di Pierfranco Bruni che pone come riferimento il dialogo del raccontare  e del vivere. Bruni all'allarga la sua visione interpretativa e crea una comparazione tra i volti e gli occhi dei personaggi dei romanzi di Berto filtrandoli con lo sguardo di Beatrice. La figura femminile centrale nella letteratura italiana. Bruni, servendosi della lezione di Maria Zambrano pone al centro le donne dei romanzi di Berto e lo sguardo di Beatrice.

"L'intreccio tra il raccontare e il narrare la vita, sostiene Pierfranco Bruni, in Berto è un attraversare la lingua come un quotidiano confronto con il dato esistenziale. La letteratura bisogna considerarla, soprattutto in alcuni suoi romanzi, con una chiave di lettura che deve avere necessariamente degli elementi antropologici. In Berto la figura di Beatrice e di Dante non è trascurabile, leggerlo con attenzione significa anche catturare questi elementi".

Bruni, che da anni lavora sulle lingue e sulle etnie nella cultura letteraria,  propone una interpretazione metaforica dell'opera di Berto. D'altronde il suo libro: "Giuseppe Berto. La necessità di raccontare" traccia delle linee ben definite sulla letteratura oltre i confini del realismo.

venerdì 2 gennaio 2015

Ferrara caduta libera secondo Il Sole 24 Ore e Italia Oggi e... Vittorio Sgarbi

Marco Cremonini



Splendida presentazione di Vittorio Sgarbi a fine anno (30 12) alla libreria IBS di Ferrara per la sua ennesima meraviglia: ovvero  Gli anni delle meraviglie, edito da Bompiani seconda ristampa. Un incanto mediatico culturale come bene evidenziato dalla stessa stampa ferrarese. Ma ovviamente Sgarbi mai mandarino,  anche a Ferrara che mal lo sopporta, ma si sa certa ferraresità... E finalmente, ma mica la prima volta, anzi Sgarbi da tempo sulla scia di De Pisis  (Ferrara, palude mefitica) e altri insospettabili,  Bassani, Antonioni....   un mega aforisma, un futurisma persino degno di Karl Kraus, che fu "poeta" perturbante  con la sua Scintilla  DIE FACKEL, persino nella Grande Vienna mitteleuropea... : " Ferrara città meravigliosa ma GOVERNATA DA DEFICENTI"!   Parola in libertà simultaneamente la lapidaria e lapide per la giunta cattocomunista!  E dichiarazione bellica persino popperiana, negli ultimi giorni, sia Il Sole 24 Ore che Italia Oggi hanno ben statischizzato la caduta libera di Ferrara città d'arte, crollata in un appena 1 anno per qualità della vita  di decine e decine di posizioni!  Tropo hard, Sgarbi?  Noi futuristi lo diciamo da anni, e non solo noi! E ovviamente è sempre Odi et Amo, non tutti in deficit ....anche i Politik (gli elettori allora? e non solo....) ma il Trend è quello. Purtroppo le autocritiche si sa..  da Budapest in poi, quando le fanno, gli psicocattocomunisti  passano 20 anni!  E 20 anni fa quasi non esisteva neppure Internet!

Info ulteriori 



Lorenzo Barbieri su Italo Balbo Trasvolatore

Lorenzo Barbieri


 AA.VV. La Grande Guerra Futurista... Italo Balbo Trasvolatore (La Carmelina, 2014)

photo Alberto Guarnieri(*) Mari e Cieli di Balbo Ed. Il Girasole, 2014

(Estratto..La Grande Guerra Futurista.....) 

Italo Balbo squadrista, solo un demone del regime cosiddetto?  - Sulla generalizzazione, per formazione ed animo, non mi si troverà mai d’accordo. Italo Balbo, così come il fascismo più in generale, immergendoci nella profonda ermeneutica che la distanza temporale ci offre e al riparo dai numerosi falsi storici creati dalle parti, lo possiamo, con assoluta serenità, affermare: non era un demone.
Possiamo certamente discutere della contrapposizione tra il Caffè Mozzi e l’Hotel Byron, sul
percorso di formazione dell’ossatura del regime ma il ruolo di   Balbo, tra le luci e le ombre, va
considerato all’interno del complesso universo del fascio littorio.
E questo non perché Balbo cercò di conservare l’adesione al partito repubblicano, né per via del suo voto contrario al Gran Consiglio del Fascismo il 15 febbraio 1923.
Il regime cosiddetto non era forse nato dalle premesse culturali ed artistiche del futurismo
marinettiano? Non era forse ispirato dalla letteratura decadentista dannunziana? Non era forse il canale di sfogo dell’arditismo (naturale conseguenza del conflitto bellico mondiale) e di un
emergente sindacalismo rivoluzionario di natura sorelliana?
Non era, in ultima analisi, il “tubo vuoto” di cui parlava Pirandello? Io penso di sì, io credo di sì.
Una precisazione sulla demonizzazione di Balbo però è dovuta. Il frutto, anzi il fardello dei regi
decreti del 1944 ancora oggi pesa sulla biografia storica e sulla memoria collettiva dell’aviatore
estense, la cui unica colpa è di essersi librato in volo sui cieli di Derna il 28 giugno 1940.
Noi, oggi, uomini del XXI secolo, possiamo e dobbiamo poter vedere le cose per ciò che sono,
evitando le unitili acredini ideologiche.


Info ulteriori 
http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2014/12/18/NZ_30_11.html
 http://www.huffingtonpost.it/2014/07/28/italo-balbo-trasvolata-atlantica-mostra-mari-e-cieli-di-balbo_n_5625884.html



 


In cerca di altre Terre

Roby Guerra


AA.VV., In cerca di altre Terre. C’è vita altrove nell’universo?(libri Le Scienze, 2014)


 Dai Canali di Marte, il pianeta Rosso, ai possibili oceani sotto il ghiaccio di Europa e Titano, lune satelliti di Giove e Saturno: il sogno della vita extraterrestre (aree 5, ufologi a parte, improbabili) appassiona eccome anche gli scienziati, non solo i profani. Oggi si sa, su Marte di Canali artificiali e intelligenti neppure un ruscello fossile (forse qualche traccia di vita ultralementare in passato, Curiosity e Mars Express prima ci hanno e stanno lavorando..), mentre invece i satelliti di cui prima potrebbero riservare tra pochi anni sorprese positive (a livello di vita elementare, come in certe nicchie nelle profondità dell’Antartide o in estremi camini sotterranei oceanici vulcanici). Uteriormente, negli ultimi due decenni, dopo il Grande Silenzio pluridecennale del SETI project di Drake, lo stesso Sagan, sono stati scoperti circa 2000 esopianeti, fuori dal sistema solare: già molte previsioni sono saltate, obbligano i ricercatori a variabili assai piu complesse. La vita aliena , forse intelligente, potrebbe sussistere nelle cosiddette Super Terre o Terre gemelle, pur simili per dimensioni allo stesso Gigante gassoso a noi prossimo, ovvero Giove, paradossalmente molte vicine ai rispettivi Soli, da noi distanti anni luce invalicabili e disarmanti. Hubble e altri telescopi spaziali sono appena delle lenti d’ingrandimento, urgono nuovi occhi hi tech ancora parzialemnte impossibili; tuttavia le scoperte avvengono, grazie a sguardi quasi controintuitivi, sorta di minimalissime ombre lillipuziane osservando la luce degli astri, i cosiddetti transiti rivelatori ecc. . Piu o meno con tecniche simili (molto succintamente parlando) gli scienziati mappano plausibili condizioni ambientali, clima, colori e vegetazione ecc., degli esopianeti. Anche le stelle binarie, un tempo ritenute impossibili per ospitare sistemi planetari e forme di vita, al contrario non vanno più escluse. Insomma, per la comunità scientifica e esobiologi vari, la vita aliena certamente esiste, forse 10000 civilta tecnologiche e intelligenti, da qualche parte nell’infinito siderale esistono, figurarsi la vita iper-elementare. E se non nella nostra umana bolla evolutiva, certamente milioni se non miliardi di anni fa e così via. Nel coro generale, tuttavia, alcuni ricercatori, come Howard Smith, si segnalano, riprendendo anche certo scetticismo dello stesso Marconi: e se invece fossimo davvero Soli nell’universo? O, amplificando il discorso: la velocità della luce e gli anni luce letteralmente astronomici sono frontiere dello spazio e del tempo, se esistono- quante civiltà evolute coincidono cronlogicamente con la nostra, più o meno, per Contact realistici e non solo virtuali? Altri riceratori sono ancora più radicali: magari esiste la vita aliena, ma certa costante cosmologica delle leggi della fisica ( e del linguaggio fisico-matematico, dato per scontato come possibile “vocabolario” delle civiltà tecnologicamente avanzate) é errata: Altrove, la vita sussiste in base a Leggi imprevedibili e sconosciute da risultarci incomprensibili, anche magari con un “marziano” letteralmente sotto il naso qua sulla Terra. Lasciando perdere poi, se esistono i multiversi, le infinite possibilità aliene previste da certa Fisica contemporanea. Va da sè: appena 5 – 6 secoli fa le frontiere del mondo conosciuto… era sulla Terra, lo stretto di Gibilterra! Al di là della fantascienza, la semplice logica suggerisce che quel che pare oggi quasi impossibile, al contrario.. sarebbe stupefacente non fosse confermato al di là delle nostra immaginazione piu’ scettica.Astronavi prossime alla velocità della luce ecc. non sembrano solo fantascienza, al di là dei limiti tecnologici correnti. Pure la questione mica secondaria della coincidenza epocale, magari con la Macchina del Tempo futura o qualche teletrasporto da anni 3000 poi scoperto anzitempo… sarà risolvibile. Siamo sicuri che ad esempio Leonardo Da Vinci (pare abbia anche disegnato i tornadi o cicloni secoli fa) non sia stato appunto un viaggiatore del Tempo? Inverosimile, naturalmente… O no?I ricercatori autori esobiologi e affini: D. D. Sasselov, D. Valencia, M. D. Lermonick, L. Billings, K. Heng, N. Y. Kiang, W. F. Welsh, L. R. Doyle, T. Folger, P. Davies, S. K. Atreya, R. T. Pappalardo, J. W- Head, R. Greeley, H. A. Smith.
INFO
http://www.lescienze.it/edicola/2014/08/04/news/in_cerca_di_altre_terre-2235077/

 http://www.meteoweb.eu/2014/11/in-cerca-terre-ce-vita-altrove-nelluniverso/355840/





16^ edizione del “PREMIO CITTA' DI PORTO SANT'ELPIDIO(FM)”

Fernando Calvà


Manifestazione: 16^ edizione del “PREMIO CITTA' DI PORTO SANT'ELPIDIO(FM)”
Rassegna Internazionale d’Arte;
Luogo: presso le sale espositive della storica VILLA BARUCHELLO, prestigiosa Villa Comunale di Porto Sant’Elpidio (FM); http://www.ilparcopiubello.it/index.php/park/dettaglio/242;
Periodo: dal 07 al 24 febbraio 2015;
Scadenza iscrizioni e consegna opere: Domenica 01° febbraio 2015;
Informazioni:
· Sul rinnovato sito:
www.latavolozzamarche.com, sez. CONCORSI 2015;
· Telefonando al n. 0734/991438 – cell. 348.8872630;
· Inviando una e-mail a
info@latavolozzamarche.com;

Disponibili spazi espositivi per mostre minipersonali e personali. Per informazioni e periodo contattare il Centro (0734/991438 – cell. 348.8872630 ).


 

L'Islam e la donna. Considerazioni non marginali

Un grande filosofo musulmano, il berbero-andaluso Ibn Rushd (l'Averroè dei latini, così ammirato da Dante) ebbe della donna, nel contesto del pensiero islamico, una concezione straordinariamente moderna (leggi sull'Asino Rosso: Casalino Pierluigi, La posizione della donna in Ibn Rushd (Averroè). Analoghe considerazioni furono formulate da studiosi ed esegeti della legge islamica, ma restano ancora ombre sul generale atteggiamento dell'Islam nel suo complesso verso i musulmani di sesso femminile, nonostante certe inequivocabili premesse delle origini che escluderebbero ogni azione di forza o di violenza da parte degli uomini sulle donne. Tralasciando le moderne legislazioni dei paesi arabi e musulmani e del confronto serrato che le donne dell'Islam hanno in corso con l'altro sesso, è opportuno risalire brevemente ad alcune proposizioni del primo Islam, in particolare ad affermazioni del Profeta stesso dell'Islam. "Il Profeta- si è scritto - non percosse mai di propria mano né una delle sue mogli, né uno schiavo, né alcun altro". E' chiaro che un simile atteggiamento non era qualcosa di banale, e già delineava la differenza tra Maometto e i suoi discepoli a proposito della violenza contro le donne.  Maometto fu sempre contrario all'uso della violenza nei confronti dell'altro sesso e molti non capivano perché egli si fermasse si tale posizione e lo accusavano di tollerare il fatto che le donne seminassero il caos. Al ché Maometto rispose loro:"Bene picchiatele, ma solo i peggiori fra di voi ricorreranno a simili metodi". Ci sono dei versetti del Corano e punti fondamentali della tradizione che, lungi ancora dall'essere interpretati alla luce della critica storica e dell'ermeneutica religiosa, concedendo al pregiudizio, non di rado di derivazione non scritturale, prestano il fianco, nelle mani di certe correnti fondamentaliste (ostili peraltro allo stesso affermarsi della democrazia moderna). Anzi i politici arabi o musulmani moderni, infiammati talora da una rivisitazione improponibile del Corano, aldilà persino dello stesso messaggio coranico, non riescono ad assimilare l'idea di eguaglianza, di democrazia, di tolleranza e di rispetto. Acute intelligenze arabe denunciano, e tra esse quelle femminili, che vivono con drammatica ansia l'attuale stagione di cambiamenti nel mondo arabo-islamico, denunciano quanti proclamino di volere rispettare la volontà divina con mezzi e condotte assolutamente intollerabili e incompatibili con la predicazione di Maometto. Per concludere su questo aspetto del grande e travagliato dibattito che agita l'Islam contemporaneo, giova ricordare quanto Maometto fosse, dal canto suo, assillato dai discepoli dei due sessi e dalle loro rispettive rivendicazioni, turbato da rivelazioni divine che ostacolavano il suo progetto, influenzato da Omar, rappresentante dalla tradizione, delle reazioni ancestrali e dell'abitudine, sapeva di aver bisogno di rafforzare la sua influenza nel modo più sicuro e dunque meno contestato, incanalando le energie dei fedeli, attraverso vittorie militari (e ciò nel solco della visione vetero-testamentaria) al fine di ritrovare il suo posto centrale nella comunità islamica e tenere ferme le mani sull'unità dottrinale e politica. Circostanza che in seguito, dopo la sua morte, non sarò più rispettata.
Casalino Pierluigi, 2.01.2015

La rivista FUTURI n. 4 a cura dell'Italian Institute for the Future (IIF)

Redazione

Uscito! il quarto numero della  rivista FUTURI è finalmente disponibile! La cover story, "10 domande sul nostro futuro (non troppo) remoto", raccoglie dieci imperdibili contributi degli ospiti del Congresso Nazionale di Futurologia dello scorso novembre. I temi spaziano dalle applicazioni dei futures studies (Carolina Facioni) all’estensione della vita (Bruno Lenzi), dalla fine del lavoro (Vincenzo Moretti) alla resilienza delle città ai cambiamenti climatici (Piero Pelizzaro), dalle megalopoli del futuro (Emmanuele Pilia) all’anticipazione sociale (Roberto Poli), dagli indicatori per le previsioni di lungo termine (Fabiola Riccardini) all’accesso dell’Italia al near space (Gennaro Russo), terminando con una disamina sugli aspetti scientifici, etici e sociali del transumanesimo (Giancarlo Stile e Giuseppe Vatinno).

Ne emerge un quadro che, come scrive nell’editoriale in apertura il direttore Roberto Paura, dimostra quanto sia ormai matura la “scienza del futuro” e quanto sia importante, anche in Italia, introdurre le nuove metodologie di anticipazione offerte dai futures studies.

Tra gli altri articoli del numero, gli Osservatori di ricerca dell’IIF trattano della nuova guerra fredda tra USA e Cina, del ruolo del metano nel riscaldamento globale, del contributo allo sviluppo economico dei poli tecnologici e parchi scientifici, di economia collaborativa, sistemi di backup della civiltà tecnologica, aumento della popolazione, sfide della nuova politica estera europea.

Il quarto numero di FUTURI (64 pagine) è disponibile sia in cartaceo (€ 4,90) che in ebook (€ 2,99), sul nostro sito www.instituteforthefuture.it. Ricordiamo, come sempre, che i soci ordinari possono richiedere la loro copia con lo sconto del 10% inviando una mail a segreteria@futureinstitute.it. Inoltre, fino al 6 gennaio è ancora valida la promozione natalizia che consente ai nuovi soci sostenitori di ricevere in omaggio tutti i quattro numeri del 2014 in cartaceo di FUTURI!
Copyright © 2015 Italian Institute for the Future
www.instituteforthefuture.it
 

Plotino e l'ansia di futuro

Le Enneadi contengono tutti gli scritti di Plotino, pensatore suggestivo e per certi versi enigmatico. Scorrono davanti a noi, ancora dopo tanti secoli, 154 trattati, composti tra il 254 e il 269 d.C. dall'Autore e sistemati dal discepolo Porfirio in sei gruppi di nove trattati, da cui il nome Enneadi (dal greco ennea, che appunto significa nove). Molte pagine delle Enneadi si collocano allo stesso livello delle più belle pagine di Platone e di Aristotele, e la storia dei loro influssi non è seconda a quella delle opere degli altri due grandi filosofi greci, di cui, in larga  misura riprende e trasmette il pensiero. Quando i Greci si interrogavano sul senso dell'uomo nel suo più alto significato e valore, rispondevano in maniera concorde che esso consisteva eminentemente nel "contemplare". La ricerca della verità e il saperla guardare dall'interno, traendo tutte le conseguenze che ne derivano, è la cifra emblematica del grande pensiero greco. In Plotino la "contemplazione" assurge a forza creatrice di tutta quanta la realtà. E proprio in questo consiste il messaggio sconvolgente e rivoluzionario di Plotino all'uomo contemporaneo e all'uomo di ogni tempo. L'uomo di oggi crede che la prassi è solo l'arma scomposta della contemplazione che svanisce. Il vero e costruttivo "fare" suppone sempre strutturalmente un contemplare, che lo sorregge e lo motiva. Nella prassi l'uomo svuota si di sé; nella contemplazione, al contrario, si riempie di Assoluto. Inoltre, l'uomo di oggi non conosce le ansie del "permanere nell'essere" e del "ritornare": egli cerca di respingere in vari modi autorità e tradizioni culturali in cui trovare un approdo, né accetta sostegni metafisici in cui trovare o ritrovare la quiete dello spirito. Il suo paradigma emblematico è la velocità del correre, il fuggire da sé, l'andare oltre, e il rifiuto di tornare e fermarsi. Ma per l'uomo di oggi, che con Becht dice:" Non lasciatevi sedurre:non esiste ritorno", Plotino costituisce come l'anamnesi metafisica del contrario:"Non lasciatevi sedurre: il ritorno è il destino irreversibile dell'uomo". Un concetto che pervade, tramite il lascito neo-platonico di Plotino, anche il pensiero della grande stagione del misticismo iranico e poi di quello iranico-islamico, in cui giganteggia Ibn Sina^ (Avicenna), dal quale si abbevera lo stesso Dante. I nuovi e più recenti studi sulla storia della scienza hanno messo in luce il fatto che le Enneadi e il Neoplatonismo hanno avuto un ruolo determinante nell'affermarsi e nel diffondersi della rivoluzione scientifica e, in particolare di quella copernicana. La grande rinascita che il Neo-platonismo, infatti, ha avuto nell'età umanistico-rinascimentale ha contribuito alla dissoluzione di concezioni aristoteliche che facevano supporto al paradigma tolemaico, aprendo così la via al successo di quello eliocentrico alternativo. Il ritorno del destino dell'uomo si concretizza, secondo Plotino, in tale visione epocale di capovolgimento dell'andare storico dell'uomo: il senso autentico dell'uomo è guardare di nuovo verso le proprie origini, condizione essenziale e fondamento del suo futuro. E veramente l'alternativa vincente dell'uomo è il suo futuro, dimensione apparentemente lontana e sfuggente, ma che ripropone il perché dell'uomo, la cui soluzione è e sarà sempre nel domani. Plotino ci lascia, dunque, questo insegnamento irrinunciabile, quello di invitarci a guardare al futuro dove solo si può compiere il nostro destino, un destino "da eterno ritorno".
Casalino Pierluigi, 2.01.2014 

giovedì 1 gennaio 2015

La macchina anima e veicolo dell'umanità futura in Marinetti.

Pierluigi Casalino


L'arte del futuro è il nome nuovo della scienza. 

La macchina anima e veicolo dell'umanità futura in Marinetti. 

Quando F.T.Marinetti si spense, il 2 dicembre 1944, l'Italia e il mondo attraversavano l'ultima tragica fase della guerra. La notizia, tuttavia, fece il giro del mondo, aldilà delle diverse sponde e nonostante il clima bellico. Il New York Times gli dedicò un appassionato articolo, ricordandolo come uno dei grandi protagonisti della cultura, e non solo della cultura, del Novecento. Un messaggio che lungi dall'esaurirsi con la morte del Vate del Futurismo, si rilanciava proprio da quella data apparentemente mesta. Il lascito di passione per il futuro, di straordinaria vitalità e di immensa voglia di futuro che Marinetti aveva donato agli uomini del suo tempo e quelli di domani costituiva e costituisce un patrimonio ricchissimo di avventura e di ricerca del nuovo. Uno dei temi che Marinetti affrontò con indubbia intuizione profetica fu quello della macchina e soprattutto di quell'espressione del movimento assolutamente rivoluzionaria che è nota come robot. Il robot e le sue manifestazioni anche pratiche, che con le imprese spaziali troveranno definitiva consacrazione, rivivono ai nostri giorni una inattesa nuova primavera. Il robot ha in Marinetti la stessa cifra rivoluzionaria dell'avanguardia, una dimensione estetica che nella visione marinettiana non si accontenta della scoperta scientifica, ma ne esalta la potenzialità aldilà dei confini stessi della scienza. Un elemento centrale in Marinetti, che vede nella scienza un momento subliminale dell'arte, un valore iperbolico ancora prevalentemente ignoto alle coscienze. Non è un caso che per il Fondatore del Futurismo  la scienza e la tecnica moderna siano costrette alla fin fine a sottomettersi ad una forza sovranazionale creativa ed energetica (o per dirla oggi transnazionale, se non cosmica) e fondersi con essa. Una vis che non fa il verso al razionalismo illuminista, ma che in gran parte recupera l'antico concetto lucreziano del De Rerum Natura. Certo Marinetti non imita Lucrezio nella pienezza, ma ne riprende la vocazione prometeica che nel pensiero modernista antico era radicalmente presente. Non c'è dunque in Marinetti una cieca fede nella ragione e nel progresso, quasi come fossero religioni politiche dell'ultima ora, ma un inno irrazionalista su cui fondare quel regno della libertà nel solco dinamico dell'arte.
28.12.2014

Elena Leone e La Famiglia Foggy (Este Edition)

 Riccardo Roversi


 Elena Leone The Foggy Family. La saga dei Fannanna - 
 Este Edition 2014





Prendete tutto quello che per voi è assurdo, stravagante, pura fantasia e mettetelo dentro una casa surreale, in una terra indefinibile, in un tempo senza tempo; agitate bene con tanta ironia, un pizzico di magia e qualche goccia di imprevisto: ecco che otterrete The Foggy Family! La Famiglia Foggy è una famiglia diversamente normale, o normalmente assurda, che non mancherà di sorprendervi, di farvi sorridere, di conquistarvi, perché per essere una “famiglia” non serve essere perfetti…

* Nata a Ferrara dove vive e lavora, viaggiatrice e archeologa, ha scavato in Italia, Medio Oriente, e Uzbekistan (Samarkand). Con Este Edition ha già pubblicato Strade d’esilio, realizzato in formato e-book nel 2011.

Tra fiaba, fantasy e surrealismo esordio cartaceo della giovane scrittrice dopo il fortunato libro digitale opera prima del 2011... Premio eBook Ferrara

Ulteriori Info

Intervista a Elena Leone (2012  Scienza e Futuro)

 

Leonardo Veronesi, video regalo natalizio e per un 2015 creativo a Ferrara

Redazione

Dal terzo album Anarchia della Ragione nuovo video - SEGRETI - per Leonardo Veronesi e con ospiti celebri: Ovvero Roberto “Bob” Dalloco, attore illustre  del Lodovico e di numerose pellicole girate a Ferrara. Scritto e diretto da Leonardo Veronesi, Regia e riprese  di Nicola Scarpante e il clip girato presso il Blu Fashion Group Studio e Il Café degli Artisti di Ferrara.
Non ultimo, anzi bellissima sorpresa focus del Video, Babbo Natale (interpretato proprio da "Bob" Dalloco), le feste di queste 2014 non  propriamente brillante in generale e per un 2015 con un forte cambiamento di rotta. Veronesi, attivissimo e dinamico, talento anche mediatico creativo  non solo come muscista (ed è un pregio fondamentale nel 2014!)  si conferma astro nascente della nuova musica pop  ferrarese e nazionale, talento capace di mixare in chiave propulsiva testo, sound e voce e atmosfere stratosfere di partcolare finezza e attenzione psicosociale.
Colpisce già questa cifra artistica complessa eppure di  potente comunciazione, distante dai prevedibili copioni rock, pur in dinamiche sonore, come accennato pop  ma relativamente inedite e accattivanti.
Piace il suono, piacciono la voce e  i temi, piacciono giustamente i liberi pensieri sonori dell'ancor giovane musicista.
E Ferrara conferma la sua ambivalenza: città d'arte in crisi eppure certa sua  tradizione moderna ha già in Veronesi un nuovo artista di spicco. Già Anarchia della Ragione, naturalmente, belllissimo link titolo!


Felice Anno Nuovo 3.0

Tonino Casula

Video augurale, con musica di Roberto Zanata

 Info Ulteriori
Tonino Causla sito

Sardegna Cultura

(*2010) Controcultura SuperEva Intervista a Tonino Casula