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domenica 20 gennaio 2013

Barbara Cannetti nel Dizionario letteratura ferrarese contemporanea: intervista

 

D - Barbara: l’editoria oggi nell’era del web: reliquia o questione di meritocrazia?

 

R - Fino a quando ci saranno persone che amano i libri, l’editoria avrà un ruolo importantissimo non solo nella struttura economica dei vari Paesi ma anche nella diffusione della cultura a cui –ricordiamolo sempre- sono strettamente correlati sia il diritto di informazione che la stessa libertà di pensiero e di espressione. Nell’era delle nuove tecnologie, però, anche questo settore deve necessariamente aprirsi alle novità, senza tuttavia perdere contatto con il passato poiché la storia di una intera società, proprio come quella di tutte le attività ad essa legate, trovano la propria identità in questo connubio tra passato e futuro. Purtroppo è però vero che anche nella libera espressione e nella cultura esistono forme più o meno evidenti, più o meno latenti di meritocrazia ma essi andrebbero valutati caso per caso e con attenzione per evitare inutili e quanto mai sterili generalizzazioni.

http://www.eccolanotiziaquotidiana.it/parte-la-rubrica-di-30-puntate-settimanali-sul-dizionario-della-letteratura-ferrarese-contemporanea/

venerdì 2 dicembre 2011

La poetessa dinanimista Barbara Cannetti: Un 2011 pieno di successi letterari

 

Già autrice di "16000000 di colori" (Libertà net edizioni), già segnalata tempo fa dal network  storico del web Supereva,  tra le autrici dell'eBook Anima in Personal (Futurist Editions, Ferrara)  a cura del dinanimista scrittore Zairo Ferrante (salernitano d'origine ma da tempo a Ferrara), promotore di una giovane  avanguardia letteraria postomantica già segnalata da Il Giornale-Inserto mensile Style- movimento al quale la scrittrice aderisce,  Barbara Cannetti, ferrarese di Corlo, chiudo col botto il 2011 con una serie continua di affermazioni letterarie.

Eccole:

primo premio alla IX edizione del concorso di poesia “SOLE D’AUTUNNO”- Busto Arsizio (VA) con la poesia “Non buttavi mai via niente”

-primo premio al Premio letterario nazionale C’eraL’acca - fuori dal disagio II edizione con la poesia “La rosa dei venti”

-Premio speciale al XIVconcorso letterario Felice Daneo (San Damiano D’Asti (Al) con il racconto “La bottega delle parole perse”

- Terzo premio alla XIII edizione del premio di poesia Giacomo Natta – lettura in sala della poesia

Come fa il viale tra foglie d’autunno”

- Quarto ex aequo al I premio per la drammaturgia “Teatro e disabilità”

- Segnalazione alla IX edizione del FantasticHandicap 2011 con il racconto “Vita da archeologo” – cerimonia di premiazione il 3 dicembre 2011

- Menzione d’onore alla prima edizione straordinaria del premio internazionale Ara Pacis di Roma con la poesia “La canzone di un fiocco di neve” cerimonia di premiazione 3 dicembre 2011

 

3° Premio con Targa argento + pergamena a Barbara Cannetti (Corlo -FE) “Il cenone di Happy”

giovedì 24 novembre 2011

Barbara Cannetti: "Il gioco dell'oca" from Divinando

lunedì 21 novembre 2011

 

“Il gioco dell’oca” di Barbara Cannetti per WINE ON THE ROAD

 

Barbara Cannetti dedica al concorso letterario 2011 di Villa Petriolo “Wine on te road” il suo racconto “Il gioco dell’oca”. Buona lettura!

Barbara è nata a Ferrara. Dopo la maturità classica si è laureata in economia e commercio nell’ateneo di Bologna. Nel 2009 ha pubblicato “Sedici milioni di colori”, raccolta di prose liriche. Partecipa a concorsi letterari solo dal 2010, ma ha già ottenuto diversi primi premi e piazzamenti, sia in prosa che in poesia. Scrive articoli di carattere socio-culturale su riviste telematiche e siti internet (Superando, Lettere Matte, L’Asino Rosso, MenteLocale...).


Racconto “Il gioco dell’oca” di Barbara Cannetti


Gino varcò il cancello della certosa di Ferrara facendosi strada tra una strana mistura di sole, umidità e caldo afoso che inzuppava ogni cosa e liberava nell’aria un fiato di nebbia.
“Tempo ideale per entrare in un cimitero”, si disse tenendo una mano nascosta nella giacca e l’altra sfoderata in un bel paio di corna, a contrastar le visioni apocalittiche che la sua mente mandava in onda. S’arrestò di fronte ad un cumulo di terra smossa di fresco ed attaccò a parlare.
-Ciao Gigi, scusa il ritardo, ma come ben sai odio ospedali e funerali. Eppure, sapendoti qui solo, inondato da piagnistei, non ho resistito. Mi sono detto che ad un tipo passionale come te a cui piaceva tuffarsi in un bel bicchiere di rosso ed inebriarsi del suo aroma, non può far certo piacere ritrovarsi fradicio di nebbia e lacrime... E così, eccomi qui, pronto a rimediare. Ho portato una bottiglia per far baldoria, come ai vecchi tempi ma ho dovuto nasconderla sotto la giacca come un ubriacone perché all’entrata ho incontrato una vecchietta, una di quelle brave donne che maneggiano solo acqua santa, o come l’avresti definita tu “‘na bruta vecia” che mi ha guardato in malo modo. Le ho fatto uno dei nostri sorrisi da goliardi, ma il tempo passa per tutti ed io, anche se rispetto a te posso considerarmi in ottima forma, non ho più la faccia aperta e gioviale di un ventenne. Ma probabilmente non avrebbe funzionato lo stesso perché, sempre più spesso, la gente giudica male i ragazzi. Molti li considerano degli scavezzacollo, altri li dipingono come dei maleducati, degli sgarbati, degli scansafatiche. Io, invece, leggo sui loro volti solo quella voglia di divertirsi che spesso si mescola ad una sorta di spaesamento, la stessa che apparteneva anche a noi, alla loro età. Tutto questo, ovviamente, non solo non dona, ma finisce addirittura per conferire ora un’aria strafottente, ora un’espressione piuttosto tonta. Noi però avevamo la fortuna di sapere qual era il nostro posto nella vita perché tutto allora era più semplice, chiaro di oggi. Dopo una festa, ci bastava togliere il mantello e la feluca , passare una mano tra i capelli per sistemarli, gettare un po’ d’acqua fresca sul viso per tornare ad indossare l’immagine dei bravi ragazzi. Ma quante ne abbiamo combinate! Ricordi quando decidemmo di fare il giro delle cantine del Veneto? Preparammo un questionario e tu, dopo aver inforcato quegli occhiali dalle lenti spesse come fondi di bottiglia che ti conferivano un’aria da gran intellettuale, ci presentasti ai gestori delle varie cantine come un gruppo di studiosi impegnati in un importante progetto di valorizzazione della qualità dei vini locali. Ogni volta ti presentavi dicendo che, tra tutte le aziende del luogo, era stata prescelta proprio quella, perché dalle analisi effettuate era risultata la migliore. Poi affermavi che scopo dello studio era far conoscere e rendere famosa la cantina. Eri così convincente che i contadini oltre a rilasciarci interviste, ci offrivano degustazioni e bottiglie ricordo. A volte i souvenir erano talmente abbondanti da permetterci di brindare alla salute dei nostri benefattori per tutta la settimana, in attesa di poter compiere un altro tour alla scoperta di una nuova unica, inimitabile cantina. Tra tutti, il più sfacciato era il Bepi che, consapevole del proprio fascino, ammaliava le signore condendo il tutto con improbabili storie sui processi di vinificazione nell’antichità. L’unico che non si unì mai al gruppo in quella originale attività di marketing territoriale il cui unico fine era portare acqua, anzi vino al nostro mulino, fu Livio. Si arrabbiò tanto per uno scherzo del Bepi che ruppe il nostro patto d’amicizia senza rendersi conto che in tal modo, invece di sdrammatizzarla, finiva con l’accentuare l’effetto della burla. L’ho rivisto un mese fa in giro per la città e ti assicuro che è sempre lo stesso sbruffone di un tempo, ancora più convinto che i soldi possano comprare ogni cosa e che la qualità di un vino sia sempre strettamente correlata al prezzo, nonché al lusso dell’ambiente in cui lo si degusta. Io invece non scorderò mai il giorno in cui egli elogiò con aria da consumato sommelier un bianco vinello di scarsa qualità e per giunta annacquato che il Bepi, complice un cameriere, gli fece travasare e servire in una bottiglia la cui etichetta menzionava un rosso, sanguigno Re Fosco!...
 
CONTINUA DIVINANDO

giovedì 3 marzo 2011

Roberto Guerra intervista Barbara Cannetti

 


 
Barbara Cannetti: la bravissima e coraggiosa poetessa ferrarese.
*Nonostante gravissimi problemi, ipovedente,  capace di scivere alcune delle pagine letterarie più autentiche e lirico moderne a Ferrara città d'arte e scrittori, ufficialmente sensibile alla cosiddetta diversità e alla cultura. Infatti... segnalata a Estense com che ha rilanciato meritoriamente il suo primo libro 16 milioni di colori (Libertà edizioni, eBook e poi cartaceo in volume). Poi, però, dopo altra segnalazione, dell'intervista in questione, mai quest'ultima stranamente rilanciata. Zero assoluto dai paladini buonisti di extracomunitari eccetera dei falsi compagni de La Nuova Ferrara... E persino da Carlos Dana, leader giovane del PDL Ferrara e presidente di associazioni d'area sulla Diversità ..... ..
 
***sul tema in generale si veda uno degli articoli della Cannetti stessa, non solo poetessa, ma anche lucida autrice di numerosi articoli sociali, regolarmente pubblicati da magazine on line.
 
*http://viadellebelledonne.wordpress.com/2009/08/10/quando-anche-la-cultura-discrimina-di-barbara-cannetti/
 
*from Ferrara Supereva.it (24-10-2010)
 
1. Barbara- il tuo ultimo libro
16 milioni di colori:
Sedici milioni di colori è una raccolta di prose liriche ed è la mia prima e per ora unica pubblicazione. La sua uscita è avvenuta nel 2009; la soddisfazione personale per questo bel risultato è resa ancora maggiore dal fatto che l’editore non ha chiesto alcun tipo di contributo, ma ha semplicemente creduto nel mio lavoro. Eppure, là dove ci sono luci che splendono, si creano inevitabilmente anche delle ombre; in questo caso specifico esse sono rappresentate dalle difficoltà incontrate per far conoscere e distribuire il volume. La piccola e media imprenditoria è quella che più spesso dà voce agli autori esordienti, ma in molti casi non ha forza distributiva né fondi sufficienti per far conoscere i propri autori con la conseguenza che uno scrittore sconosciuto rischia di rimanere tale anche dopo una o più pubblicazioni.
2. Barbara: l’editoria oggi nell’era del web: reliquia o questione di
meritocrazia?
Fino a quando ci saranno persone che amano i libri, l’editoria avrà un ruolo importantissimo non solo nella struttura economica dei vari Paesi ma anche nella diffusione della cultura a cui –ricordiamolo sempre- sono strettamente correlati sia il diritto di informazione che la stessa libertà di pensiero e di espressione.Nell’era delle nuove tecnologie, però, anche questo settore deve necessariamente aprirsi alle novità, senza tuttavia perdere contatto con il passato poiché la storia di una intera società, proprio come quella di tutte le attività ad essa legate, trovano la propria identità in questo connubio tra passato e futuro. Purtroppo è però vero che anche nella libera espressione e nella cultura esistono forme più o meno evidenti, più o meno latenti di meritocrazia ma essi andrebbero valutati caso per caso e con attenzione per evitare inutili e quanto mai sterili generalizzazioni.
3. Barbara: la diversità oggi; buonismo,
scienza o …?
Parlare di diversità è sempre molto complicato. Ogni individuo è di per sé una persona con caratteristiche sue peculiari e come tale è diverso da tutti gli altri individui. Eppure sempre più spesso si parla di diversità non come risorsa ma in senso strettamente negativo salvo poi affermare che la omogeneizzazione dei gusti, delle attività produttive, e degli stessi stili di vita è di per sé negativa. La stessa dicotomia si può –a mio avviso- ritrovare ogni volta che si declina il termine diversità nelle sue varie accezioni: i disabili, i senza fissa dimora, i malati rari, gli extracomunitari e così via… Le organizzazioni no profit ed il volontariato hanno fatto tanto in questo senso, ma tanto -a mio avviso- deve ancora essere fatto. Credo infatti che la maggior parte dei problemi nascano dall’approccio mentale agli altri, a chi ci sta attorno, a chi non rientra nei cosiddetti ‘canoni predefiniti’. Non a caso si afferma che per riconoscere l’individualità e le potenzialità di ciascun essere vivente è necessario cambiare atteggiamento mentale, aprirsi agli altri perché è a questo livello che nasce il rispetto, l’etica, la dignità del singolo. In teoria può sembrare facile, ma nella pratica proprio l’individualità insita in ciascuno di noi spesso apre ben altri scenari.
4. Barbara: Ferrara,
scrittori e mass media ferraresi e associazioni a favore della diversità- luci e ombre?
In linea di principio credo che tutte le associazioni culturali, così come le organizzazioni no profit ed il volontariato in generale dovrebbero rilanciare la cultura, la memoria, le tradizioni del territorio e tentare di risolverne i problemi. Personalmente, a causa delle mie difficoltà di salute, non ho avuto occasioni di contatto con realtà di questo tipo. La mia sensazione è che troppo spesso chi non può essere fisicamente presente ad una attività culturale, chi non può essere attivo nella società venga più facilmente tagliato fuori da tutto anche quando ci sarebbero le possibilità per una sua inclusione. Ne sono un esempio i concorsi letterari che accanto ad altre finalità come -ad esempio- il marketing territoriale, dovrebbero sempre e comunque privilegiare l’aspetto culturale ossia la diffusione di vari generi letterari ma che, in molti casi, non permettono la partecipazione a coloro che non possono fisicamente essere presenti alla cerimonia di premiazione. In una epoca in cui sono possibili le videoconferenze da un continente all’altro, il vero problema resta ancora una volta di tipo culturale… Come se -quel che riguarda pochi- non fosse degno di essere preso in considerazione. Si torna così al discorso di prima: la diversità è sinonimo di marginalità o di opportunità? Per quanto riguarda i mass media il discorso è ancora più vasto e complicato. In questo periodo, in internet si discute molto del fatto che i giornalisti sempre più spesso tendano ad ignorare problemi che ci riguardano da vicino. La stampa locale non è probabilmente esente da questa, così come da altre tipologie di critica. Offrire le stesse opportunità a tutti è ovviamente fondamentale in una società civile, ma anche questo non sempre avviene. In alcune zone del nostro territorio, per fare un esempio pratico, non passa ancora l’adsl… il risultato è che più cittadini si trovano tagliati fuori da un servizio ormai considerato a tutti gli effetti fondamentale, tanto che si parla di alfabetizzazione informatica.
..................C
 
articolo completo
http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2010/12/intervista-alla-poetessa-barbara-cannetti

sabato 4 dicembre 2010

Barbara Cannetti- Fiera del Libro all'EUR -Roma

Si tratta di una realtà in continuo sviluppo che, a sua volta, è fonte di significativi cambiamenti. Dal 2008 al 2009, infatti, questa tipologia imprenditoriale all’interno del settore è numericamente aumentata del 6%, arrivando così ad assicurarsi una quota di mercato pari al 35,6% del canale libreria. Queste cifre relative all’anno 2009, sono significative anche dal punto di vista qualitativo: dimostrano infatti che, in un periodo difficile per tutte le attività economico imprenditoriali, ritagliarsi una clientela di nicchia o moltiplicare gli sforzi per differenziare le proprie attività può ancora risultare una tattica vincente. In un mondo che -in tutti i campi- cerca di appiattire ed uniformare l’offerta per potersi avvalere delle economie di scala, questa sfida si rivela controcorrente, ma comunque di grande valore poiché contribuisce a rendere effettiva la libertà di stampa e di pensiero.

In fiera saranno presenti oltre 400 editori ed il programma, in appena cinque giorni, prevede ben 300 eventi. Uno spazio molto importante è dedicato alle nuove tecnologie ed all’e book più in generale Il 1 dicembre l’Aie (Associazione italiana editori) ha infatti reso noto che il 6% dei libri pubblicati quest’anno dalla piccola e media editoria sono in formato elettronico. Eppure, poiché il presente è fatto di passato oltre che di futuro, accanto al digitale, quest’anno si è voluto dedicare uno spazio quotidiano anche alla storia dell’editoria italiana. Sono infatti previste proiezioni di filmati di repertorio relativi a personaggi ed editori del passato.

martedì 14 settembre 2010

Malattie Rare? Scienza e conoscenza, non buonismo o politichese di Barbara Cannetti

Eppure, il clima di tensione che si è determinato a luglio con la definizione della Manovra Finanziaria non sembra promettere la giusta attenzione su tali aspetti e sulle Malattie Rare in generale, a  partire dalla tanto attesa revisione del Registro Nazionale.

Un malato raro, una volta concluso l’iter diagnostico, si trova a dover affrontare una serie di scelte di tipo economico-gestionale che inevitabilmente vanno a ripercuotersi sulla sua situazione socio-sanitaria; si tratta di decisioni delicate da cui dipendono le condizioni di vita del paziente stesso, oltre che del suo nucleo familiare. È questo un aspetto dell’attività terapeutica strettamente correlato a diversi elementi, tra i quali spiccano i livelli minimi assistenziali, ossia i servizi garantiti ed erogati su tutto il territorio italiano, a partire da una valutazione dei bisogni sanitari della popolazione stessa. I servizi erogati sul territorio, pertanto, non possono prescindere dalle scelte finanziarie effettuate a livello nazionale.

S- SUPERANDO

domenica 8 agosto 2010

Tra libri ed eBook di Barbara Cannetti

 

Il libro è vicino ad una svolta?

Di Barbara Cannetti

 

La diffusione delle nuove tecnologie, ha reso sempre più facile l’accesso al WEB e, quindi, alla libera informazione. Tutto ciò ha inoltre determinato la nascita e poi la crescita del mercato dei libri in formato audio e digitale (i cosiddetti e-book).

Si sono così aperte nuove possibilità ed opportunità di lettura, non solo per chi ha problemi di vista ma anche per i normodotati.

E se in Italia il libro digitale stenta a diffondersi, ben diversa appare la situazione negli Stati Uniti.

Il cinque agosto 2010 sia “Il corriere della sera” che “La repubblica” annunciano che “Barnes & Noble” -ossia la più grande rete libraria d’America, la stessa che in passato ha spazzato via dal mercato americano molti negozi di tipo tradizionale- è stata messa in vendita. A partire dal primo punto vendita aperto a New York nel 1971, questa società si è largamente diffusa arrivando a contare ben 720 stores che si affiancano a 600 negozi di tipo tradizionale. Ora, però, sono arrivati i problemi, sorti –almeno in parte- proprio a causa della diffusione del libro digitale, dato che gli e book riducono gli spazi e quindi i margini di guadagno legati all’editoria tradizionale

Ronald Burkle, il detentore del 20% di Barnes & Noble, ha tentato una scalata alla società. Il suo scopo, come si legge sui quotidiani,è quello di ottenere la maggioranza assoluta per poi vendere o chiudere molti punti vendita e concentrarsi sul digitale. Questa operazione ha determinato grossi problemi anche di tipo legale tuttora aperti. Il socio di maggioranza, però, a sorpresa ha comunicato la messa in vendita della società. Alcuni ritengono che si tratti solo di un gioco per avviare una vera e propria ristrutturazione.

Comunque stiano veramente le cose, quel che conta è che il libro digitale continua a far parlare di sé, portando sempre più scompiglio negli equilibri preordinati del settore.Su di esso ed in particolare sul suo ruolo, molto si è ormai discusso anche in Italia. Umberto Eco, ad esempio, tempo fa ha affermato che, pur amando le opere in formato cartaceo, è favorevole alla diffusione dei libri anche in altri formati purchè questo serva ad incrementare la lettura.

Un discorso ancora diverso, invece, si può fare sui testi che hanno carattere scientifico.

Francesco M. Cataluccio, domenica 11 luglio 2010, ha scritto a tal proposito un articolo su “Il Sole 24 Ore” in cui afferma che in America ed in particolare nella biblioteca del dipartimento di fisica della Stanfort University, da mesi è in atto una rivoluzione tecnologica.

L’intento è quello di creare una vera e propria biblioteca digitale all’interno della quale i libri in formato cartaceo diventeranno l’eccezione e non più la regola.

Gli utenti potranno utilizzare i terminali per consultare ben 28 database online, contenenti la lista dei volumi digitali, oltre che a 12000 riviste scientifiche. La direttrice della biblioteca -Stella Ota- ha affermato che in tal modo verrà risolto il problema della carenza e della gestione degli spazi, visto e considerato che, ogni anno, vengono acquisiti circa 100.000 nuovi libri (più o meno 273 testi al giorno).

E questa sembra essere la strada a cui si stanno avviando un po’ tutte le biblioteche universitarie, tanto che c’è chi prevede la scomparsa delle biblioteche scientifiche tradizionali entro una decina di anni.

Se ciò accadrà, probabilmente ci saranno anche degli aspetti negativi. Le copie cartacee dei manuali e dei testi scientifici diventeranno infatti sempre più rare e quindi costose, con conseguenti ripercussioni sulla editoria di settore.

Ed è proprio questo che, più di ogni altra cosa- preme agli amanti dei libri in generale: evitare la crescita dei prezzi o – a parità di costi- la riduzione della qualità dei prodotti.

mercoledì 20 gennaio 2010

Dinanimismo La poesia dal Post 2012 (1) di Zairo Ferrante

FERRANTE COVER EBOOK.jpg

DINANIMISMO: LA POESIA DIRETTAMENTE

DAL FUTURO POST-2012


Confessione


di   Zairo Ferrante (Parte Prima)

Dopo l'ufficializzazione neofuturista, dopo l'inaspettato consenso riscosso dal DinAnimismo e  tenendo conto sia della situazione politica mondiale che si sta delineando all'orizzonte sia delle recenti storie o credenze sul 2012, J.Titor e la possibile fine del mondo; ho deciso di raccontare, a tutti coloro che vogliono sapere, una storia.

Ecco che vi chiedo solo di ascoltare:

Tutto ebbe inizio il 13 settembre 2001, a quel tempo vivevo ancora ad Aquara (paese in provincia di Salerno) e frequentavo assiduamente la piccola biblioteca comunale, che oltre ad avere un discreto numero di libri rappresentava anche un luogo di ritrovo per la mia generazione.

Di solito ci ritrovavamo lì per parlare o giocare ai classici giochi da tavolo che ognuno di noi aveva donato alla comunità!

Ebbene, proprio quella sera ero rimasto solo e non sapendo come ammazzare il tristo tempo di fine  estate mi recai verso lo stabile comunale fumando la mia solita sigaretta “di compagnia”.

Rimasi stranito nel trovare la porta della biblioteca spalancata.

Poi pensando che qualche mio solitario compagno avesse avuto la mia stessa idea vi entrai senza più pensarci!

Ma presto mi dovetti ricredere, come al solito i miei pensieri erano andati nella direzione sbagliata, qualcuno stava trafugando dei libri dagli scaffali e nonostante quel qualcuno mi avesse ben notato,  continuò a gettare velocemente i libri in un grosso sacco di canapa non curandosi della mia presenza.

Poi si voltò, sorrise e mi disse: “Piacere Mariern”.

Capite il mio stupore nel vedere un uomo sconosciuto che con immensa disinvoltura mi rubava i libri da sotto al naso e come se non bastasse con altrettanta disinvoltura si presentava anche!

Infatti restai per un attimo senza parlare, poi velocemente mi avvicinai e con un piede lo scaraventai a terra (La mia azione venne anche facilitata dal suo perdere l'equilibrio visto che, per prendere i libri dal ripiano più basso, stava flesso sulle gambe) e lui dopo essersi adagiato e ben sistemato sul pavimento alzò lo sguardo e sorridendo mi disse: “un minuto, chiudo il sacco e ti spiego tutto, non è come sembra!”.

Era un uomo sui trent'anni, di statura media, capelli neri e molto scuro di carnagione, la prima cosa che notai furono i suoi baffi neri molto simili a quelli del cantante dei Queen, poi subito dopo a distogliere la mia attenzione da i suoi baffi e dal suo giaccone simil-militare furono i suoi occhi lucidi, carichi di lacrime che riflettevano il giallo della sclera quasi coprendo il nocciola dell'iride.

Mi persi letteralmente nel suo sguardo, tanto che lui ebbe tutto il tempo per rialzarsi, per chiudere il sacco e per avvicinarsi a me e mettendo la sua mano sotto il mio braccio mi disse: “Mariern il mio nome è Mariern soldato 271812, vengo dall'anno 2036 insieme al soldato Jo' Titor, il mio compito è quello di riportare nel futuro la testimonianze della civiltà dei nostri padri andata perduta in seguito al primo conflitto post-nucleare iniziato il 14 aprile 2012 e terminato il 21 aprile dello stesso anno.”  

Credetemi a quel punto davvero non sapevo più  cosa dire, mi sembrava di vivere in un sogno ed allora con voce bassa, quasi più della sua, gli dissi: “puoi spiegarti meglio” e lui,sorridendo, a me: “Certo, tutto è iniziato nel 2009 quando in seguito al riarmo della Russia  volto ad ostacolare lo scudo Americano tutto il mondo è impazzito, tutti gli stati compreso quelli fino ad allora neutrali hanno iniziato una folle corsa al riarmo, in tre anni l'intero pianeta è diventato una polveriera pronta ad esplodere e la catastrofe è scoppiata proprio il 14 aprile del 2012 quando è stata usata l'arma più distruttiva che l'uomo avesse mai potuto creare, le sue onde elettromagnetiche hanno in un attimo azzerato millenni di sviluppo,  riducendo l'intera umanità alla stregua dei suoi primitivi antenati. Il 21 aprile dello stesso anno i capi del mondo dopo un congresso tenutosi nell'ormai inesistente New York, rendendosi conto della grave situazione a cui si era giunti, dichiararono la fine della guerra  ed inaugurarono il cosiddetto “millennio della pace”.

Però  ormai tutto era stato perso, l'unico conforto della civiltà  era il ricordo dei sopravvissuti ecco che dopo 24 anni di ricostruzioni io e Jo' siamo stati mandati qui per riportare le testimonianze dello sviluppo della civiltà dei nostri padri. A me sono toccati i libri, a lui i vecchi pc.

Non avevo capito nulla, ma le sue parole mi avevano quasi ipnotizzato ed il mio stato “catatonico” fu interrotto solo dal suo sussurrarmi all'orecchio: “E' tutto più chiaro adesso? Ad ogni modo spero  di rincontrarti per spiegarti meglio, scusami ma devo”.

Avvertii un forte colpo al viso ed ebbi la sensazione di una luce al neon che si spegnesse, mi risvegliai dopo cinque minuti con il volto pieno di sangue ed il mio naso ulteriormente rotto.  Avevo un grande mal di testa e nella mia mente esisteva una parola nuova sussurrata dalla voce di quello sconosciuto quasi come se l'avesse ripetuta più volte mentre ero a terra senza conoscenza, la parola era “DinAnimismo” e dopo qualche ora ad essa seguì la nuova idea di un movimento Poetico che riscoprisse ed esaltasse la poesia quale sostegno per l'uomo nuovo del futuro prossimo...

...Il resto probabilmente ve lo racconterò più avanti!!! 


ZF 

http://zairoferrante.scrittore.myblog.it

video http://www.youtube.com/watch?v=6MgmFszes20 2012 ....

 

venerdì 8 gennaio 2010

Dinanimismo e Individualità di Barbara Cannetti

DINANIMISMO.jpgDA EBOOK DINANIMISMO

Considerazioni sul Dinanimismo

dalla poetessa Barbara Cannetti

....La poesia - da sempre - ha un ruolo importantissimo nell’analisi dei sentimenti umani e nell’indagine interiore, perchè è in grado di assumere in sé una valenza multipla. È una pluralità espressiva che si somma alle classiche categorie di opposti, in apparenza più rigide ma che in realtà si declinano - a loro volta - in infinite dicotomie o, per usare una immagine di Ferrante stesso, “un ponte” tra dentro e fuori, tra luce e buio, tra soggetto ed oggetto, tra singolo e gruppo…

La necessità di costruire un ponte tra rive opposte, si ritrova in ogni azione umana, perché se l’uomo è anche anima, nessuno può restare isolato, tagliato fuori dalla propria sfera soggettiva. Da qui nasce l’importanza del dialogo che ciascun individuo sa intavolare con se stesso ed con il proprio cuore.

Quella di esprimere i propri sentimenti è una necessità che il mondo moderno sembra aver dimenticato. Se ci si guarda attorno con attenzione, però, è una pratica molto più sviluppata di quanto si creda. Ha solo cambiato forma e luogo poiché si realizza sempre più spesso attraverso siti internet e blog personali.

Queste moderne forme di diario, più o meno delineate - rappresentano degli importanti tentativi di esprimere sentimenti e valori. Se un tempo il diario e la poesia erano prevalentemente questioni private, ora - in epoca di reality show e di globalizzazione - coloro che sentono la necessità di parlare di sentimenti, lo fanno in modo diverso, utilizzando anche le nuove tecnologie che, in teoria, ne rendono più semplice la diffusione.

Ha perciò ragione, a mio avviso, Ferrante quando afferma che non è assolutamente vero che la poesia non è un discorso per pochi eletti, elite di cultura superiore. Il problema maggiore, sta piuttosto in quella mancanza di ascolto che oggi sembra diventare sempre più forte e diffusa...

.....scrive Ferrante, “l'importante è che sia Anima, l'importante è che si ascolti quest'Anima” per comprendersi e comprendere e per essere veramente consapevoli del presente, del passato e del futuro più prossimo.

****continua articolo completo

http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2010/01/07/dinanimismo-ed-individualita-di-barbara-cannetti.html

video http://www.youtube.com/watch?v=BPmlWRrBq-Q  Marcos Ana

Anche chi non condivide le idee di questo giovane scrittore, credo non possa non essere d’accordo con lui sulla necessità di rispettare e di lottare per la libertà delle proprie idee e dei propri valori, oltre che dei sentimenti.

Desidero chiudere queste considerazioni in pieno spirito dinanimista, ossia riprendendo una lirica di Marcos Ana.......

martedì 12 maggio 2009

LA POETESSA BARBARA CANNETTI 16000000 DI COLORI

BARBARA CANNETTI.jpgFoto di copertina:Alba d’autunno con rami spogli di Liquidambra del mio giardino.

BARBARA CANNETTI  SEDICI MILIONI DI COLORI

La mia vita è tutta qui

Trasformo la mia mente in un campo minato di magica follia
e non importa se resto così, ferma a guardare
un domani che forse non ci sarà…
la mia vita è tutta qui
ma è percorsa da un’elettrizzante energia
e non importa se scorre su filo spinato
su cui il cuore può restare mortalmente impigliato.
Tranelli e contraddizioni possono diventare soffici nuvole
o vaporosi guanciali
se li osservi da nuove angolazioni,
quelle di un’amicizia o di un rinnovato amore,
quelle che tempo non hanno
perché sempre in me saranno… 
Non importa il luogo in cui sono finita…
quel che davvero importa
è prendere coscienza di ogni momento.

SEDICI MILIONI DI COLORI è per ora disponibile in formato eBook
è il numero 29 del catalogo di libertaedizioni (il libro in formato cartaceo uscirà in giugno).

È acquistabile direttamente dal sito della casa editrice tramite pay pal (post pay, carte di credito,…)

Per altre modalità di pagamento (servizi postali e bonifico) o per prenotazioni libri cartacei chiedere a:

info@libertaedizioni.net

o telefonare a Responsabile LibertàEdizioni: 392 - 97 26 621

nota:il libro e book è fruibile anche per ipovedenti e ciechi.

http://libertaedizioni.net/cannetti   

http://www.youtube.com/watch?v=oez7Zv913eg     FILMATO