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mercoledì 6 ottobre 2010

Ferrara Internazionale 2010 Il grande giornalista afghano Yaqub Ibrahimi

*ASINO ROSSO

Internazionale 2010 Il giornalista afghano


Tra le luci più cristalline del grande evento ferrarese Internazionale 2010, certamente resterà il sacrosanto riconoscimento del Premio Anna Politkovskaja al giornalista afgano Yaqub Ibrahimi..... Un grande uomo e giornalista  dell'informazione, che lavora tra l'altro appunto in Afghanistan, ambiente sconosciuto a certi radical chi pennaioli nazionali. Non a caso, il Governo Afghano, frutto anche di una pessima realpolitik occidentale, gli ha “democraticamente” negato il visto per ritirare personalemtne il prestigioso premio. Per la sua azione giornalista, senza alcuna ambiguità talebana, nello stesso tempo senza alcun sconto alle gravi contraddizoni dell'attuale governo postbellico afghano stesso. Il Premio è stato ritirato per suo conto dal fratello e Ibrahimi è stato costretto ad un breve intervento virtuale via Skype....

In ogni caso, IBRAHIMI, un modello straordinario per certa informazione nazionale paludata e ingessata, incapace di trascendere la sua regressione a casta generalizzata, autoreferente narcisistica, non soltanto collusa acriticamente con bandiere eteronome, ma proprio -mutazione in atto postideologica paradossale, potere nel potere appunto semiautistico. Gli esiti sono certa ben nota informazione italiana, dove la notizia non è ricercata e indagata, secondo l'ABC del giornalista, nato come dirompente e provocatorio intellettuale di massa e non come -appunto in certa casta giornalistica italiana- burotico perbenista della comunicazione paludata, spesso digitata... come mero simulacro... -Baudrillard docet.

 

sabato 31 luglio 2010

Per Mauro Gigli

da Estense Com

Occhiobello. “È un giorno di lutto, la tragica notizia della morte del primo maresciallo Mauro Gigli lascia nello sgomento tutti noi, concittadini dei familiari del militare”. Sono residenti a S. Maria Maddalena, in provincia di Rovigo, a due passi da Ferrara, subito dopo il ponte che attraversa il fiume Po, i familiari del militare italiano morto mercoledì in Afghanistan in un attentato ad Herat insieme al caporal maggiore capo Pier Davide De Cillis. Per questo il sindaco di Occhiobello Daniele Chiarioni ha voluto ricordare il sacrifico del primo maresciallo, che – come riferito dal ministro La Russa, si è sacrificato per salvare la vita dei suoi compagni di reparto.

“È sempre difficile – ha detto Chiarioni – accettare che il sacrificio di vite umane a presidio di territori in scacco al terrorismo, giustifichi gli impegni internazionali e la presenza di contingenti per la stabilità e la sicurezza dell’Afghanistan. Siamo vicini alla moglie e ai figli, alla madre Luciana, al padre Benito, ai fratelli Monica, Marco e Massimo rivolgendo loro le più sentite espressioni di cordoglio”.

Nato il 3 aprile 1969 a Sassari, il primo maresciallo Mauro Gigli era effettivo al 32° Reggimento Genio di Torino (Brigata Alpina Taurinense).

http://www.estense.com/da-occhiobello-il-cordoglio-per-mauro-gigli-073602.html

venerdì 11 giugno 2010

Bambino impiccato dai Talebani? Pacifisti del C....!

AFGHANISTAN:

I TALEBANI IMPICCANO BAMBINO DI 7 ANNI PERCHE' SPIA DEGLI AMERICANI!
 
da IL GIORNALE
 
In Afghanistan, presunti militanti talebani hanno portato a termine l’esecuzione di un bambino di soli 7 anni, nella parte meridionale del Paese. I talebani hanno accusato il ragazzino di essere una spia del governo di Kabul, alleato con gli Stati Uniti e le truppe dell’Alleanza atlantica. L’esecuzione è stata resa nota da fonti interne all’amministrazione locale. Il bambino sarebbe stato catturato dai miliziani nel distretto meridionale di Sangin, nella provincia di Helmand, ha fatto sapere Daoud Ahmadi, un portavoce del governo locale. «I miliziani hanno ucciso il ragazzino di sette anni nel villaggio di Heratiyan, con l’accusa di spionaggio in favore del governo afghano». Nonostante le numerose esecuzioni da parte dei talebani di cittadini sospettati di spionaggio, si tratterebbe della prima esecuzione pubblica di un bambino. Gran parte della zona in cui è avvenuta l’esecuzione è ancora completamente sotto il controllo degli uomini armati vicini ai talebani....
 
CONT. http://www.ilgiornale.it/esteri/i_talebani_uccidono_bambino_7_anni_laccusa__spia_governo/10-06-2010/articolo-id=451891-page=0-comments=1
 
da UNIVERSITY IT
 
Era una spia del governo, per questo doveva morire”. È questa la motivazione che giustificherebbe l’uccisione di un bambino di sette anni, nel sud dell’ Afghanistan. L’esecuzione in piena regola è stata messa a punto dai taliban ed è avvenuta nella provincia dell’Helmand, roccaforte degli insorti. A raccontare la macabra punizione inflitta al bambino, di cui non si conoscono le generalità, è un portavoce del governatore locale, Daud Ahamadi. Secondo le informazioni fornite da quest’ultimo, il bambino sarebbe stato catturato, processato e immediatamente giustiziato. Al momento non è possibile avere ulteriori informazioni, né tanto meno verificare la veridicità delle affermazioni. Anche le fonti talebane tacciono.
Se la notizia fosse confermata, l’atto commesso ai danni di un minore striderebbe con il codice diffuso dal Mullah Omar alle sue truppe. Il leader del movimento – nel codice – incita i suoi fedeli a risparmiare i civili e conquistare “i cuori e le menti” dei contadini, non con atti violenti e sanguinosi.
Da fonti indirette si apprende che la famiglia avrebbe denunciato l’uccisione del loro figlio alla polizia locale. Il bambino ha subito la pena dell’impiccagione....
 
CONT. http://www.universy.it/home/eventi/afghanistan_talebani_giustiziano_bimbo_di_sette_anni_era_una_spia-5113.html
 
http://www.informazione.it/a/5356EFD9-61DB-4526-A4B7-01094EC6C1D1/I-talebani-uccidono-un-bimbo-di-7-anni-Spiava-per-il-governo
 
* Appena pochi giorni orsono, in seguito alla legittima difesa di Israele contro la Nave presunta di pacifisti destinata a Gaza, tutti i pacifisti in piazza per denunciare Israele criminale.  A parte pochi quotidiani, tutta la stampa ha preso per buona la propaganda nazionalcomunista filo palestinese delle anime pie di certo pacifismo unilaterale contemporaneo. Ora, una notizia del genere è riportata persino da Il Giornale in formula dubitativa e naturalmente nessun pacifista del cazzo è sceso in Piazza. Forse è tempo di analizzare non tanto come vincere la guerra contro il terrorismo islamico, quanto  ormai su certa necrofilia che si è infiltrata in Occidente. Un Mondo Libero  incapace non solo di risolvere la questione arabo-palestinese con la creazione -questa sì- sacrosanta di due liberi stati in Medio-Oriente (finora ne esiste-piaccia o meno- uno soltanto- Israele), ma - a quanto pare- debolissimo psicologicamente, quasi privo dell'istinto di sopravvivenza. E' tempo d'indagare non soltanto sui terroristi infiltrati in Europa soprattutto, ma sul potere economico di matrice araba presente nel Vecchio Continente, nelle multinazionali, nelle capitali, da Londra a Parigi a Berlino a Roma.... nell' Unione Europea. Perchè la debolezza occidentale forse rivela un'altra guerra in corso, psicologica, che i trogloditi antioccidentali, con la complicità di parecchia intellighenzia pseudoprogressista, stanno vincendo, non a Kabul o a Baghdad ma proprio in Europa.


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martedì 13 aprile 2010

Le ombre di Emergency e Gino Strada

OBAMA.jpgda Il Giornale

Come medico, Gino Strada - il fondatore di Emergency - è coraggioso. Come diplomatico, una frana. Gli afghani arrestano tre dei suoi, li sospettano di complicità con i talebani e di attentare al governatore filoccidentale, Mangal. E Strada che ti fa? Insulta chi li tiene prigionieri. Di Mangal dice: «È il cretino di turno che non conta assolutamente nulla». Quanto al governo del primo ministro Karzai, sdottora: sono briganti colpevoli di avere, non già arrestato, bensì «rapito» i cooperanti «nella peggiore tradizione terroristica». Vi sembra il modo più intelligente per rasserenare gli animi e chiarire i fatti? Ovviamente, no. Gino fa solo il bullo che, nella fattispecie, rima con grullo.
Strada è fatto così. Ogni volta che interviene in Afghanistan combina pastrocchi. Nel 2007 si intrufolò nella trattativa sul giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo sequestrato dai talebani. Fu l'allora ministro degli Esteri, Max D'Alema, di cui Strada era consulente alla Farnesina, a dargli via libera. Per la prima volta, uno Stato occidentale affidava una simile missione a un privato, esautorando la diplomazia. L'esito fu catastrofico. Mastrogiacomo ebbe salva la vita ma furono sgozzati il suo autista e l'interprete afghano. In più, il governo Karzai fu costretto a liberare cinque tagliagole talebani. Ne uscimmo con le ossa rotte, additati al ludibrio mondiale per avere ideato l'operazione. Gli alleati osservarono indignati che, mentre i loro soldati morivano per spedire in galera i terroristi, l'Italia li faceva uscire per liberare un cronista. Karzai fece la figura del pirla. Da allora considera Emergency e il suo fondatore come un'appendice talebana. Non ha tutti i torti, se si considerano le personali convinzioni del sessantaduenne chirurgo milanese.
Antioccidentale e terzomondista, Strada è un incallito odiatore degli Usa e di Israele. Un cenno al suo credo geopolitico ci aiuterà a capire. Dice: «Tra Bush e Hitler le analogie sono evidenti». Oppure: «Osama Bin Laden e Bush sono più o meno lo stesso. Tra i due non si saprebbe chi scegliere. Sono entrambi terroristi»....

cont. http://www.ilgiornale.it/interni/strada_pacifista_sempre_guerra_contro_loccidente/13-04-2010/articolo-id=436996-page=0-comments=1

giovedì 31 dicembre 2009

2010 La Guerra giusta da Fai Notizia/Giorno

OBAMA.jpgDA FAI NOTIZIA SITO RADICALE /GIORNO

Un saggio, questo di Panebianco, di grande interesse, ben riassunto dall'occhiello che recita: " L'Europa ha molte ottime ragioni per appoggiare gli Stati Uniti nella lotta contro i talebani in Afghanistan, eppure quasi tutti i suoi governi (con l'eccezione dell'Italia) esitano a rafforzare il proprio impegno. Per miopia, disinteresse e timore dell'impopolarità ".

 "Suscitando scandalo e costernazione fra i pacifisti, Barak Obama, nel suo discorso di accettazione del Nobel per la pace, ha rispolverato, riferendosi all’Afghanistan, l’idea della guerra giusta. In un certo senso, il più ovvio e superficiale, non poteva fare altro. Come altrimenti si possono giustificare le guerre che si stanno combattendo? In un altro senso, più profondo, l’evocazione della dottrina della guerra giusta mette in gioco molto di più. Rinvia a una serie stringente di condizioni che devono essere presenti perché l’uso della forza risulti necessario, e «giusta» possa essere definita la causa che si serve facendone uso. Come si conviene in un discorso di spessore, Obama ha fatto riferimento, sia pure rapidamente, a quelle condizioni.

La dottrina della guerra giusta venne forgiata dal pensiero cristiano medievale. Non serviva solo a prendere le distanze dal pacifismo incondizionato delle comunità cristiane delle origini. Da sant’Agostino a san Tommaso d’Aquino, fino a Francisco de Vitoria, lo scopo era soprattutto quello di limitare la guerra, di circoscriverla ai soli casi in cui non sussistessero altri strumenti per risolvere le controversie. I teologi cristiani individuarono allora una serie di condizioni la cui presenza consentiva di definire giusta una guerra. Occorreva che ci fosse una giusta causa. Essenzialmente, per il pensiero cristiano, una guerra era giusta solo se ricorrevano tre circostanze: doveva trattarsi di una guerra difensiva oppure di una guerra dichiarata allo scopo di riparare un torto e annullarne gli effetti o, infine, di una guerra punitiva, volta a sanzionare colui da cui si era ricevuto un danno. Quale che fosse il caso, inoltre, l’azione bellica doveva essere «proporzionata» (rispetto all’entità del danno o del torto). Originariamente opera di teologi, figlia del giusnaturalismo cristiano, la dottrina della guerra giusta venne ripresa da Ugo Grozio, convenzionalmente indicato, insieme a de Vitoria, come uno dei padri del moderno diritto internazionale. Grozio ne fece un elemento costitutivo di una concezione giusnaturalista dei rapporti fra gli Stati, in seguito adottata e perfezionata da numerosi epigoni. Nell’Ottocento, a causa del declino del giusnaturalismo e del trionfo del positivismo giuridico, la dottrina della guerra giusta venne abbandonata....

continua  http://www.fainotizia.it/2009/12/28/la-guerra-giusta

video http://www.youtube.com/watch?v=5iaguBKPbGc

martedì 3 novembre 2009

Karzai e i Talebani

SEGNALI_DI_FUMO.jpgDA Yahoo notizie

 Kabul, 3 nov - Il presidente afgano Hamid Karzai ha offerto un ramoscello d'ulivo ai talebani che ha definito ''fratelli''. Dopo essere stato ufficialmente confermato alla presidenza per altri 5 anni dalla Commissione elettorale del Paese, Karzai ha invitato i talebani ''a tornare a casa per riabbracciare la propria terra''.

''Invitiamo i nostri fratelli talebani a tornare a casa e abbracciare le loro terre'', ha detto il leader di Kabul durante una conferenza stampa all'indomani della nomina formale che lo ha proclamato vincitore delle elezioni presidenziali dopo il ritiro dell'ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah e l'annullamento del ballottaggio.

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/200911articoli/49021girata.asp

video  http://www.youtube.com/watch?v=PEAm3iUkzqQ

sabato 17 ottobre 2009

ACCUSE DEL TIMES AL'ITALIA X L'AFGHANISTAN

AREA 51.jpgAfghanistan/ Accuse del Times, Prodi smentisce e governo denuncia

* DA APCOM

Per il quotidiano Gb, 007 italiani pagavano le milizie talebane
Roma, 15 ott. (Apcom) - "E' la prima volta che sento accuse simili, e posso dire che non hanno alcun fondamento". L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, interpellato dai giornalisti del Times, ha commentato con una battuta secca la denuncia del quotidiano inglese, secondo cui i servizi segreti italiani avrebbero pagato le milizie talebane in Afghanistan per mantenere calma la regione di Sarobi, 65 chilometri a est di Kabul. "Non ne so assolutamente nulla" ha dichiarato Prodi, citato dall'edizione online del Times, a proposito delle vicende che si sarebbero svolte nel periodo in cui al governo c'era ancora il centrosinistra, e cioè prima del 2008, quando nella zona di Sarobi subentrarono i francesi. Stando al giornale di Londra, le forze d'Oltralpe non vennero mai informate dei pagamenti e di conseguenza sottovalutarono la situazione nella regione e non presero le dovute precauzioni subendo numerosi attacchi fra cui un agguato in cui lo scorso anno persero la vita dieci paracadutisti. Le 'mazzette' degli 007 italiani avrebbero insomma contribuito alla morte dei soldati francesi. Accuse pesanti, a cui palazzo Chigi ha risposto sin dal primo mattino: "Il governo Berlusconi - ha fatto sapere in una nota - non ha mai autorizzato né consentito alcuna forma di pagamento di somme di denaro in favore di membri dell'insorgenza di matrice talebana in Aghanistan, né ha cognizione di simili iniziative attuate dal precedente governo". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa è andato oltre, definendo "spazzatura" le informazioni diffuse dal Times e annunciando querela. "Ho dato incarico, dopo aver parlato con vertici militari, al mio capo di gabinetto di procedere ad affidare ai legali il compito di denunciare il 'Times' - ha riferito il ministro - Vedremo chi ha la potestà, se il ministro o il governo". Lo Stato maggiore delle forze armate francesi ha descritto l'articolo del Times come "privo di fondamento", e la Nato - attraverso il portavoce dell'Isaf, generale Eric Tremblay - ha suggerito che è più frequente che sia il governo di Kabul a stringere "accordi locali" di questo tipo. Ma la notizia, e la smentita di Berlusconi, hanno già fatto il giro del mondo e l'Idv in Italia e i socialisti francesi chiedono chiarimenti ai rispettivi governi.

http://www.apcom.net/newspolitica/20091015_194001_1e48b69_73326.html

 VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=mbyZjU5gHVQ

lunedì 21 settembre 2009

KABUL TALEBANI VERSO LA SCONFITTA

FOLGORE.jpgDA IL GIORNALE

...I TALEBANI NON STANNO VINCENDO

Il Vietnam è sempre lì ad insegnarlo. In un conflitto se mancano la volontà di vincere e il sostegno dell’opinione pubblica si rischia di tornare a casa sconfitti anche senza aver perso una sola battaglia. Nell’Afghanistan d’oggi, nell’Italia che piange il sacrificio di sei ragazzi serpeggia qua e là la stessa sindrome da inevitabile sconfitta. Quella sindrome rischia di farci accettare l’assioma dei talebani vittoriosi. Un assioma infondato e scollegato da quanto avviene sul terreno. Le recenti elezioni presidenziali lo dimostrano, con l’efficacia di una cartina di tornasole. Poche settimane prima del voto gli insorti minacciano di morte chiunque andrà alle urne, assicurano di esser pronti a bloccare le strade, annunciano la distruzione dei seggi. È solo un bluff. Alla resa dei conti l’offensiva talebana si limita a un lancio di missili contro il quartiere delle ambasciate di Kabul e a un paio di sanguinosi attentati suicidi simili a quello subito giovedì dai nostri paracadutisti....

Continua http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=383797

video http://www.youtube.com/watch?v=8dVVaWne3iU

venerdì 18 settembre 2009

PER I 6 PARA' ITALIANI

OBAMA.jpgOrganizzato da Azione Giovani di Ferrara

*DA ESTENSE COM

Sit in in piazza per i sei parà

Venerdi' pomeriggio alle ore 17 in Piazza Trento e Trieste a Ferrara, davanti alla Statua dei Caduti di tutte le Guerre, Azione Giovani- Giovane Italia di Ferrara organizza un momento di commemorazione per ricordare il dolore e unirsi al cordoglio delle famiglie dei sei paracadutisti della Brigata "Folgore" morti nell’attentato in Afghanistan.

http://news.google.it/news/search?aq=0&pz=1&ned=it&hl=it&q=folgore+afghanistan&oq=folgore

video http://www.youtube.com/watch?v=4JUL-l6ov10

giovedì 17 settembre 2009

6 NUOVI EROI ITALIANI

FOLGORE.jpgDA IL GIORNALE
 
Kabul - Sei militari italiani morti sull'asfalto di Kabul. Quattro feriti in condizioni non gravi. Quindici civili afgani che hanno perso la vita, 60 i feriti. All'altezza di Massoud Circle, sulla strada per l'aeroporto. Un'esplosione potente e un'alta colonna di fumo nero nel quartiere diplomatico. Un kamikaze alla guida di un'autobomba, una Toyota bianca carica di 150 chili di esplosivo, si è infilato nella colonna di automezzi blindati e si è fatto saltare in aria tra il primo e il secondo Lince.

Stando a un portavoce dell’Isaf, la forza internazionale di assistenza per la sicurezza guidata dalla Nato, la deflagrazione è avvenuta lungo la strada che conduce all’aeroporto internazionale, la stessa attaccata lo scorso 8 settembre da un kamikaze talebano che uccise tre civili. Colpiti i due mezzi Lince italiani che erano di scorta a un mezzo diretto allo scalo di Kabul.--

continua

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=383469

http://www.youtube.com/watch?v=8JT6onnNiBY