mercoledì 26 luglio 2023

EUROPE - THE FINAL COUNTDOWN LIVE FERRARA 4K

Ferrara Summer Festival record


ESTRATTO...

I numeri che arrivano dal Ferrara Summer Festival, terminato venerdì (21 luglio) con l'esibizione di Madame, sembrano confermare quella del 2023 come l'edizione dei record, quanto a presenze di pubblico, personale coinvolto e nomi sul palco.

La scommessa, in tempi di pandemia, era del resto quella di risollevarsi dal lungo periodo di lockdown che ha relegato l'ambito degli eventi fra gli ultimi a riprendersi.

Nonostante le polemiche che hanno inframmezzato gli appuntamenti a calendario dell'ultimo mese e mezzo, il sindaco Alan Fabbri non esita a congratularsi con gli organizzatori:

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Roberto Guerra
 

Ferrara al Mart da un 'idea di V. Sgarbi

ESTRATTO....A l Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto ci sono due mostre 'ferraresi', in apertura da questa settimana. Nei giorni scorsi hanno infatti inaugurato 'Insomnia', che vede protagonista anche Leonor Fini, artista di origini argentine che esattamente 40 anni fa espose attraverso importante personale a palazzo dei Diamanti; e 'Il tempo sospeso', rassegna legata all'argentano Aurelio Bulzatti. Entrambe sono realizzate da un'idea di Vittorio Sgarbi, la prima è curata da Denis Isaia e Giulia Tulino, la seconda da Gabriele Lorenzoni.....................
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Roberto Guerra
 

Giulio Prisco, Meditazioni Futuriste

... Stefano Vaj  Facebook
  
Ultimamente ho postato più del solito in materia di spazio, in parte perché l'argomento è tornato in generale di moda, in parte perché ci sto pensando io. Ma i post in questione sono stati anche teaser inconsapevoli per lo "spaziale" pamphlet di Giulio Prisco che oggi esce anche in italiano, tradotto da Ada Cattaneo e dall'autore, e di cui sono davvero onorato di aver scritto la prefazione. Lettura obbligatoria, praticamente.


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Roberto Guerra
 

Ricette a costi quasi zero contro il cambiamento climatico....


ESTRATTO..... Non esiste una ricetta unica per tutto il Paese, ma servono piani ad hoc per ogni città. Spesso bastano misure semplici, che hanno benefici sul breve e lungo periodo. Il parere del geologo Antonello Fiore (presidente SIGEA) e dell'architetto e urbanista Andrea Filpa (Roma Tre)
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Roberto Guerra
 

Pensa Libero, La Barca Italiana senza la Giusta Rotta newsletter



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Roberto Guerra
 

Scrivo t,amo di Maria Marchese: Madonna, uomo e amplesso

Redazione

D'Annunzio sprimaccia i cuscini perché Lei possa lasciare l'impronta del proprio corpo, i tappeti addirittura l'aspettano per essere calpestati dal suo piede e l'aria poi… la Marchese la incensa e la incendia l'aria, stende lenzuola di seta e serve il vino in calici di cristallo — il vetro "…", ma il cristallo tinne —.

È architettura gotica, leggera, verticale, con figure complesse la poesia di Marchese, è ga – rēdan (dal gotico) ossia "aver cura" del dettaglio.

Poi finalmente arriva Lei —"Il viso della bruna donna e Madonna, alfine, gli appare.

Da tacchi a spillo – "Scrivo t, amo"

Ma chi è la donna della Marchese?

È Madonna, nobile e devota, geisha, Fiore di Kadupul che sboccia ogni notte per il proprio uomo, è fanciullina, ilare, Sherazade, è cura… ma è anche demone, lunatica, felina, sensuale, instabile, salace, misteriosa;

lei stessa chiede — Ange or demon?— prendendo per mano l'uomo e provocandolo.

La donna di Maria Marchese indaga in primis l'"amplexus" insito in sé; l'amplesso è una tra le parole di grazia più vertiginosa e dolce che esista nella nostra lingua, perché esclude la stupida mescolanza, il qualunquismo, e esplora l'universo diadico, nel caso di Maria Marchese spesso ossimorico. In quello spazio assistiamo a continue osmosi, a sistole e diastole, in cui la figura femminina si trasforma , repentinamente, o all'opposto, in maniera riflessiva, fugge — mai definitivamente — e torna —tum, tum, tum — così il cuore batte: lei è viva.

Lui risponde — Qu'est-ce que c'est important! Le paradis est ici. —.

In "Scrivo t,amo", l'amplesso uomo/ donna stravolge i sensi, frantuma l'egemonia di vista e udito, scuote il tatto profondo e sottile dal torpore, l'olfatto - sensi antichi che col capo affondato fra una testa e una spalla tornano pulsare -, ammaglia tutti gli elementi - luci, suoni, cure, occorrenze, coincidenze… - in atmosfere che escludono ogni appuntamento col dovere che non sei tu e in cui sei polverizzato: l'amplesso è ri-trovarsi e raggiungere l'interezza.

In tutto ciò, il gaudio passa attraverso la perlustrazione e la gustazione delle carni e dello spirito, dove il mistero della perfetta affinità di due corpi lacera i veli, i segreti, i tabù.

Un bacio li prostrava più d'un amplesso.

G. D'annunzio

L'incontro tra labbra è quindi la sintesi, il senso sesto, il luogo in cui lui non esiste senza lei e viceversa, il ri-conoscersi, nel bacio esiste questa memoria sinestetica fatta di odorosi e saporiti consensi ma anche l'oro che impreziosisce "amare e grigie crepe".

La Marchese dipinge un immaginario reale in cui il voyerismo, la pioggia dorata —un esempio sfrontato, nell'arte, è rappresentato da " La Pisseuse " di P. Picasso — la sodomia, il rapporto orale… perdono ogni pragmatismo, spiritualizzati dalla sua poesia elegante e ricercata.

Lungi dall'essere un "all you can eat", conferma e garanzia di ciò è la prefazione dello Chef stellato milanese Tano Simonato

  • Cibo e Sesso.

"Una cosa, a cui ho sempre fatto caso è guardare la donna, che sta pranzando o cenando, con me, per la prima volta. L'eleganza, la movenza, l'essere suadente, nell'atto di portare il cibo alla bocca, sono già, di per sé, gesti erotici.

Il pasto è un preludio d'amore: il cibo rilassa, il vino disinibisce, si 'gusta' l'altro.

Se associamo l'atto del nutrirsi di cibo all'amore, ci nutriremo, anche, d'amore e di afrodisiaco.

"Qualcuno ti aspetta per mangiare insieme.

Sta tutto lì il segreto"

Sono poesie eleganti, quelle di Maria Marchese, che si insinua, quale poetessa dalla cifra scrittoria raffinata, con voluttuosa leggiadria, nella mente del lettore.

E perché no… anche con i suoi tacchi a spillo. — la raccolta di Maria Marchese è una lettura per gourmand.

Era ferma volontà della scrittrice annichilire il concetto di fine e di resa, perciò ha deciso di inserire, nel centro, la poesia "Annuire pallido e assorto", scritta a 4 mani con l'artista sinestetico e intellettuale Angelo Orazio Pregoni , mentre le poesie vanno crescendo e decrescendo numericamente per condurre il lettore a due inizi. Sono infatti due le copertine interne e due i prefatori di eccellenza: lo chef stellato milanese Tano Simonato, di cui abbiamo riportato un estratto della prefazione, e lo storico e critico d'arte Valeriano Venneri. Tra le 58 poesie, 6 sono state tradotte in lingua straniera da docenti, artisti e critici d'arte: Arjan Kallco, autore, poeta e docente dell'Università di Korca, Khira Jalil, autrice, poetessa, artista e critica d'arte marocchina, Maribel De Alba Fernández, artista spagnola.

La copertina, minimale e elegante, riporta la foto che ritrae la poetessa, con indosso una delle opere in seta dell'artista di Assisi Nino (Nino Palazzo).

Vi invitiamo quindi a leggerle con piacere.



domenica 23 luglio 2023

Space Renaissance e l'ecologia cosmica



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TRADUZIONE......- SPACE RENAISSANCE---------
Da: Adriano V. Autino, SRI, Fondatore <adriano.autino@gmail.com>
 
Notiziario SRI 17 luglio 2023
di A. V. Autino

Il Parlamento europeo ha approvato (a strettissima maggioranza) una legge che prevede la cessione del 20% dei terreni agricoli a favore del ripristino di un ambiente "naturale". Sull'onda del panico causato dalla crisi climatica e dal soffocante inquinamento da plastica, il Parlamento dell'Unione Europea ha deciso di penalizzare gli agricoltori - gli stessi che oggi sono assediati, trovando intere coltivazioni distrutte da cinghiali rampanti e animali reintrodotti in aree dove da tempo erano diventati insostenibili per le economie locali.

Pensare di "ripristinare la natura" in un territorio superurbanizzato e superindustrializzato è come voler rimettere il dentifricio nel tubetto una volta uscito. Questo penalizzerebbe inevitabilmente diversi settori.
Particolarmente ingiusto è colpire per primo proprio il settore che ci fornisce il cibo! Con i prezzi già in salita (a causa delle circostanze post-pandemia e dell'attuale guerra in Ucraina), è facile prevedere ulteriori impennate dei prezzi dei vegetali. Chi sovvenzionerà il "ripristino della natura"? Le classi meno abbienti troveranno chiaramente inaccessibile anche il cibo tradizionale a base di patatine fritte. Del resto, Serge Latouche ci aveva già avvertito di questo nel suo delirante libretto sulla cosiddetta "decrescita felice" (2008): "La decrescita causerà certamente alcuni problemi sociali, ma questo è un problema dei governi, non ci riguarda".
In realtà, l'unico modo per permettere all'ambiente del pianeta Terra di "prendere fiato" (e rinfrescarsi dopo il super-sfruttamento umano) è iniziare a espandere le nostre attività industriali nello spazio cislunare. Ma questo è un processo che non potrà essere attivato in pochi anni. Per spostare l'industria pesante dal pianeta Terra sarà necessario (1) iniziare subito (non ci riusciremo se l'umanità crescerà fino a 9 o 10 miliardi di abitanti in un mondo ostinatamente chiuso); (2) dare una priorità molto più alta alle tecnologie necessarie - che attualmente sono interamente affidate a pochi imprenditori volenterosi, coraggiosi e visionari, che sono davvero degni di grande elogio e sostegno internazionale. Purtroppo, questi pionieri sono generalmente ridicolizzati proprio da coloro che stanno facendo precipitare la civiltà nei burroni della decrescita (senza possibilità di ritorno). Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, mentre spostiamo le industrie nello spazio, dovremo prenderci cura delle aree eventualmente liberate sulla superficie terrestre. Non sarà sufficiente "lasciare che la natura si ripristini da sola". Le aree industriali dismesse non si trasformeranno improvvisamente e automaticamente in splendide foreste selvagge. Se lasciati a se stessi, tali territori si deteriorerebbero più facilmente, con ambienti ancora peggiori di prima. Molte aree industriali dismesse potrebbero essere riutilizzate con profitto per la coltivazione.....Il pianeta Terra diventerà gradualmente un bellissimo giardino naturalistico e le comunità terrestri trarranno sempre più sostentamento da attività industriali più leggere, dal commercio, dalla distribuzione e dalla manutenzione dei prodotti, dagli ambienti naturali e dalle riserve faunistiche, dalla riduzione dell'inquinamento ambientale e dal turismo.

Non è forse questo il sogno di ogni sincero ambientalista? Naturalmente mi rivolgo alla parte "umanista" del movimento ambientalista, che considera lo sviluppo della civiltà un diritto umano.  Sono lieto di riprodurre, di seguito, l'abstract ricevuto da colei che ritengo essere una paladina di tale corrente, Emeline Paat-Dahlstrom[3], uno dei relatori del 18° SDG Panel, che si terrà a New York il 15 settembre 2023, in concomitanza con l'Assemblea Generale dell'ONU.

"Spazio per tutti - Catalizzare ecosistemi e industrie spaziali per il resto del mondo
Lo spazio non offre solo una frontiera per l'esplorazione e la scoperta, ma anche una fonte di soluzioni e opportunità per le sfide e le esigenze più pressanti dell'umanità, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare e la sostenibilità energetica. Grazie alle tecnologie esponenziali, l'accesso allo spazio è diventato più economico e accessibile, consentendo a startup e innovatori di competere con le agenzie spaziali e le grandi aziende aerospaziali. Tuttavia, c'è ancora un divario tecnologico tra le nazioni che si occupano di spazio e il resto del mondo----

 https://spacerenaissance.it/

 

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Roberto Guerra
 

La sublime Jane Birkin....


ESTRATTO... Il pezzo che ha reso famosa in tutto il mondo Birkin – i suoi gemiti di piacere ben noti continuano a risuonare anche mezzo secolo dopo – non era destinata a lei. Gainsbourg l'aveva scritta per Brigitte Bardot e con lei aveva registrato una versione che in seguito ha bollato come «troppo sexy», per poi stringere una partnership, in studio e a letto, con la giovane star inglese. I vocalizzi di Birkin, simili a flauti, hanno spinto Je t'aime oltre il limite dell'assurdo fino a raggiungere il campo del sublime. In occasione della prima session di ascolto, in una enoteca parigina, è stato subito chiaro che la canzone era speciale: «I coltelli e le forchette di tutti erano in aria, sospesi», ha raccontato Birkin nella biografia di Simmons su Gainsbourg. «Nessuno mangiava più. Serge ha detto: "Credo che abbiamo per le mani una hit"». Aveva ragione, anche se il mood spudoratamente erotico della canzone l'ha fatta bandire in gran parte del mondo, nonostante i milioni di copie vendute.
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-- https://music.fanpage.it/e-morta-jane-birkin-lattrice-e-cantante-76enne-trovata-senza-vita-nella-sua-casa-di-parigi/?_ga=2.199722151.844423030.1689537193-197468140.1689537191

*ASINO ROSSO 1.... Purtroppo è scomparsa la già leggendaria, in vita, celebre cantante (e attrice) ferrarese che con un solo brano perturbante, femminile erotico ha segnato certo immaginario moderno e negli anni' 60 del secolo scorso.  Una interpretazione speciale a dir poco iperfemminile neppure paragonabile, come bellezza della donna... alle mediocri, quasi tutte, star oggi  di pessima moda, non credibili e sopravvalutate...



Roberto Guerra
 

Ferrara: Alfredo Pini - intervista su Orler TV



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Da: GALLERIA LACERBA <lacerba@lacerba.com>

Intervista ad Alfredo Pini

*giovedì 20 luglio alle ore 20 su  Orler TV canale 144 del digitale terrestre e 867 di Sky, nella trasmissione Cesare's corner. 

Replica sabato 22, giovedì 27 e sabato 29 luglio stessi canali stesso orario.

www.alfredopini.com

 



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Roberto Guerra
 

ANGELO GIUBILEO: Gli equilibri nel XXI secolo



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Da: Angelo Giubileo <angelogiubileo6@gmail.com>

Il nostro mondo è dominato dall'incertezza, in un senso molto più profondo di quanto comunemente si pensi. Tutto è incerto, al punto che Prajapati-Ka, il signore di tutte le cose del mondo ario-orientale, dubita anche della sua stessa esistenza. Esattamente come, nel mondo niceno-occidentale, la filosofia attesta che la natura di tutte le cose è incerta. L'universo è dunque incerto, e pertanto incerta è la condizione umana. A cui la filosofa Hannah Arendt ha dedicato un illuminante saggio, Vita activa. La condizione umana, pubblicato per la prima volta negli Stati Uniti nell'anno 1958, saggio che introduce il nuovo secolo e discute anche degli eventi attualmente in corso.
Il fondamento-primo o causa-prima dell'incertezza fa dire a Bertolt Brecht che "la guerra è come l'amore, trova sempre un modo per farsi strada". E, come evidenziato dallo storico John Keegan: "la guerra (è) naturale e culturale al tempo stesso – insita nella natura dell'uomo, cioè non dipendente dall'educazione ricevuta – e preceda la creazione della politica, dello Stato e dell'esercito"; per poi lo storico stesso concludere che: "Dal cannibalismo al conflitto tra nazioni, lo scontro è parte della condizione umana" (La grande storia della guerra. Dalla preistoria ai giorni nostri, Mondadori 1994).
Il trentennio del secolo in corso, aperto da un'emergenza sanitaria su scala mondiale, insiste ora sulla strada di una guerra russo-ucraina, che tuttavia coinvolge gli interessi di un mondo ormai globalizzato, in cerca di un nuovo equilibrio. Tra amore e timore. Un equilibrio, frutto evidentemente ancora immaturo di nuovi imperialismi (USA, Europa e Cina), non solo in competizione tra sé ma altresì incapaci di escludere vecchi e nuovi attori (Brasile, Russia, India, Gran Bretagna, Turchia, Stati arabi, africani, ecc.) dalla volontà (di potenza) di partecipare anch'essi al Grande Gioco.
Attraverso gli scenari odierni, l'ONU è finito sotto accusa da parte di tutti i players internazionali, perfino da parte del Pontefice di Roma; come se tutti non tenessero nel giusto e dovuto conto che - come efficacemente sottolineato da Timothy Garton Ash: "il <noi> morale di tutta l'umanità è più importante che mai, ma di certo non è la stessa cosa del <noi> operativo".
Per un mondo sempre più abitato (attualmente noi umani abbiamo superato la soglia degli 8 miliardi di abitanti), e quindi risorse pro-capite sempre più scarse, ogni nuovo equilibrio non richiede un equilibrio globale, ma un equilibrio multilaterale.



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Roberto Guerra
 

PIERLUIGI CASALINO: Pierre Pascal, slavista e geopolitico



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Da: Pierluigi Casalino <pierluigicasalino49@gmail.com>
 
Pierre Pascal, il decano degli slavisti francesi, scomparso nel 1983, prima di vedere il crollo dell'URSS, terminò di pubblicare il suo "Diario di Russia, 1922-1926", terzo volume delle memorie all'età di novantadue anni. "Un bolscevico cristiano" si definiva e si era convertito al cattolicesimo, pur provenendo da una famiglia non credente. Fu uno degli ultimi testimoni oculari della Rivoluzione d'Ottobre e degli avvenimenti susseguitisi in Russia negli Anni Venti del XX secolo. Figlio di un professore della Terza Repubblica, Pascal, che aveva imparato il russo al liceo, nel 1911 si recò in Russia per studiare negli archivi l'epistolario di Joseph deMaistre, intellettuale savoiardo reazionario, trasferitosi alla Corte dello zar alla fine del XVIII secolo. Scoppiata la prima guerra mondiale, Pascal raggiunse la missione francese presso il Quartier Generale Russo e ricevette una decorazione dallo Zar Nicola II. Convinto che il colpo di Stato d'ottobre fosse la continuazione della rivoluzione di febbraio, Pascal scrisse che diventò bolscevico solo perché i bolscevichi rimuovevano gli ostacoli borghesi davanti alla rivoluzione popolare. Ma non era e non fu mai un marxista. Si definiva piuttosto un bolscevico cristiano come i poeti Blok, Belyj o Esenin. Nelle sue memorie rievoca le esperienze fatte dall'autore nella Russia sovietica, un Paese che lasciò solo nel 1933. Nel 1920, a Mosca, il tenente Pascal era segretario del gruppo comunista anglo-francese, sciolto poi l'anno seguente e, pur mantenendo la sua fede cattolica, mandava in Francia degli articoli che esaltavano la rivoluzione sovietica. Fino alla morte di Lenin, Pascal collaborò al periodo del Comintern Corrispondenze, giudicando il marxismo necessario, ma nello stesso tempo insufficiente soprattutto a causa della sua striminzita filosofia e della sua indifferenza verso l'individuo, la morale, le condizioni soggettive, non mancando di dare giudizi negativi anche sullo stesso Lenin, pervaso da cinismo. Accusò le autorità sovietiche di aver saccheggiato sistematicamente, sin dal 1918, le campagne per nutrire le città, in ossequio ad una politica ispirata all'odio marxista verso i cittadini e tesa a favorire esercito, polizia e alti burocrati. Accanto alle note tragiche in questo suo itinerario si incontra episodi curiosi, quali, per esempio, nel 1922, la scoperta dell'Italia. Come traduttore venne incluso nella delegazione inviata alla Conferenza di Genova e, insieme a Cicerin, commissario del popolo agli Esteri, ebbe fitti incontri diplomatici, con i leaders delle varie repubbliche sovietiche e con molti specialisti. Si rese conto che i sovietici in tempi carestiosi non possedevano abiti per presentarsi in Occidente e la questione non era solo legata allo stile e alla stoffa, ma investiva ben altri e superiori termini di presentazione. Se Cicerin si vestì con un abito confezionato a Berlino, il diplomatico sovietico ereditava le forme della tradizionale diplomazia zarista. Quello stesso anno, degli anarchici e dei comunisti italiani, per sfuggire al Fascismo, si recarono in Russia e si unirono a Pascal in una villa abbandonata a Yalta, che divenne una comune agricola. Tuttavia le illusioni bucoliche e ideali finirono presto e Pascal come tanti altri occidentali che avevano creduto nell'esperimento sovietico abbandonarono le precedenti convinzioni. Fenomeni preoccupanti soprattutto dopo gli eventi di Kronstadt, la rinascita dell'antisemitismo e l'indifferenza del popolo per la lotta al vertice del partito e la repressione della dissidenza, fecero mutare a Pascal le originarie manifestazioni di fiducia verso il potere sovietico. Guardò con simpatia alla dissidenza e accompagnò tali sentimenti fino alla morte, nella speranza vana che la pelle della Russia assumesse connotati occidentali, quei connotati che lo stesso marxismo aveva nel DNA perché nato in Europa. L'eredità culturale e politica di Pascal resta oggi di estrema attualità.
Casalino Pierluigi 



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Roberto Guerra