La mia recensione al volume di Aa.Vv. " Avanguardie dell' origine" ( Polemos editrice) pubblicata da barbadillo.it
sabato 26 aprile 2025
sabato 29 maggio 2010
Lucio Fontana postfuturista
Il XX secolo è stato dominato dal culto delle avanguardie.Alcune,seppero guardare con molto coraggio al futuro,rischiando sulla loro pelle.Dadaismo,futurismo,cubismo,surrealismo hanno il diritto di fregiarsi di questo nome,il grande astrattismo di Kandinskiy e di Klee è stato un'altra grande forma di avanguardia.Persino il grande Lucio Fontana fece un'esplicita dedica a " Marinetti".Difatti dalle suggestioni riportate nel manifesto Blanco del 1946 Lucio Fontana ha sottolineato ripetutamente l'importanza innovativa del Futurismo,riferendosi specificamente a Boccioni, allora la maggiore figura carismatica riconosciuta del movimento e poi manifestando la propria ammirazione per Balla. Non da ora Fontana risulta l'artista italiano d'avanguardia la cui opera è maggiormente rappresentata in musei europei, nord-sud americani,quanto giapponesi.Dunque, riconosciuto come uno dei maggiori e più originali artisti del nostro tempo,simbolo stesso dell'autentica proiezione futuribile dell'avanguardia. Vi è qualcuno che osa affermare che Lucio Fontana era un cretino?Egli, il grande genio dell'arte aveva intuito che il Futurismo era un qualcosa di speciale ma sicuramente difficile e non alla portata di chichessia,compresi i cosidetti "pennivendoli" che ignorano la storia e non intendono neppure studiarla per conoscerla meglio.Occorrerebbe ritrovare la strada della ragionevolezza,e non sarà facile. Un tempo l'arte era privilegio esclusivo degli artisti considerati un pò anarchici,irriverenti e affamati. Ora l'arte la fanno anche i borghesi, i proletari,i buoni, i cattivi,gli artisti e anche quelli che artisti non sono,i bambini , i vegliardi. E' diventato un caso un pò troppo superficiale.
Sarebbe indispensabile che l'arte diventasse di nuovo un'impresa ardua e difficile,riservata a pochi,per iniziati, per chi sa veramente dipingere o scolpire e , soprattutto per chi ha qualcosa di nuovo da dire.
LAURA ROSSI
lunedì 9 febbraio 2009
SUL POSTMODERNO DEBOLE
DA WU MING.... AL FUTURO
Uno dei commenti relativi quella riflessione sul nulla che è New Italian Epic afferma come questa abbia evidenziato la nuova riscossa civile e dimensione politica del romanzo italiano.
Tale dichiarazione è tanto pretestuosa, quanto inconsistente, visto che scambia il recupero del peggio vecchiume della nostra narrativa, dal neorealismo trito e ritrito al romanzo storico polveroso già nell'Ottocento, con la possibilità che si possa costruire una dimensione obiettiva e neutrale di denuncia dei fatti.
Cosa, nel caso di Wu Ming e sodali, difficile a dirsi: di fatto le loro presunte denunce sono "organiche" al sistema di potere mediatico ed editoriale in cui più o meno consapevolmente sono inquadrati.
Non si protesta per cambiare il Mondo o l'Uomo, ma per lisciare il pelo al proprio editore ed al proprio pubblico.
Questo non è conseguenza della malafede dello scrittore, ma è una condizione intrinseca nel Post Moderno. Se si crede nella fine della Storia, nella possibilità di un radicale progetto di cambiamento culturale, allora è utile e comodo rifugiarsi nel proprio piccolo mondo, condiviso con i propri compagni di merende.
Per andar oltre, è sempre più necessario il recupero dell'Avanguardia, nelle sue diverse forme
ALESSIO BRUGNOLI
http://arte-e-artisti.splinder.com/post/19784775/Contro+il+passatismo+nel+Roman