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venerdì 23 luglio 2010

Manifesto antibuonista

da IL GIORNALE

di MASSIMILIANO PARENTE

Tu non hai valori, mi sento recriminare spesso, e anche su Facebook, dopo il mio intervento sul Giornale contro la retorica del rispetto, mi hanno subissato di proteste in nome dei valori. Perché sì, un’altra persecuzione bella e buona e terribile è il discorso sui valori, e non riferito ai valori della borsa, ai valori monetari, al valore di un quadro, al valore di una casa, i quali almeno hanno una loro concretezza materiale, piuttosto il discorso sui valori in generale, fine a se stesso e alla presunta bontà di chi ci si appella. Viceversa, per paradosso, il valore dei soldi non è un valore bensì un disvalore, dove i soldi non fanno la felicità, sarà, però tutti a lamentarsi della crisi economica e in fila a comprarsi l’ultimo Iphone, senza il quale nemmeno io potrei vivere ma non è che mi metto a predicare il valore dell’Iphone, lo compro e basta.

Il discorso sui valori uccide ogni valore perché esprime sempre il suo contrario, è come quando ti parlano del valore dell’amicizia e ti viene da guardarti le spalle, e come l’amore tra gli innamorati, inversamente proporzionale al numero di «ti amo» esalati per sventare il pericolo di odiarsi. E non so quante medaglie al valore della noia dovranno dare agli italiani, non ai caduti dell’Ottocento ma ai telespettatori del centocinquantenario dell’Unità d’Italia: stanno spazzando via tutto il palinsesto Rai per sostituirlo con cosa? Con Minoli, per rincoglionirci con ore e ore di documentari sul Risorgimento, che non è mai stato un valore per nessuno? Tra l’altro con questa storia ridicola e piccina che ci ritroviamo con la testa cinta dall’elmo di Scipio, fatta tutta di giornate, le cinque giornate di Milano, le quattro giornate di Napoli, le dieci giornate di Brescia, dove altrove hanno sempre fatto le cose in grande senza tante storie, la colonizzazione dell’Africa, l’invasione della Polonia, lo Sbarco in Normandia, Hiroshima, Nagasaki.

SEGUE

http://www.ilgiornale.it/cultura/ricatti_morali__presunta_bonta_chi_predica_valori/20-07-2010/articolo-id=462112-page=0-comments=1

mercoledì 30 dicembre 2009

FERRARA 2010 ASPETTANDO I MARZIANI da Roberto Baldisserotto

VIMANA.jpgda ESTENSE COM

Se siete persone razionali non leggete questo pezzo.

Siamo a fine anno, qualcuno guarda l’oroscopo, qualcuno si fa leggere la mano, molti sperano nel domani (anche io) migliore.

Wolf Missing e Baba Vanga, ancora sconosciuti in occidente (ma ne sentirete parlare molto anche se son morti da anni) avevano il dono di predire effettivamente il futuro.

Wolf Missing (non sto a tediarvi con tutta la storia della sua vita vengo al dunque) prediva il futuro  negli anni 30′, viveva di spettacoli nei quali la gente poneva domande e lui rispondeva, in una turnee  tedesca (lui era polacco) la gente gli chiese come sarebbe andata la guerra… Wolf si concentrò…. e vide una cosa che non avrebbe voluto dir loro…  avrebbero perso la guerra, purtroppo allo spettacolo assistevano degli alti ufficiali delle SS.. riferirono a Hitler che ordinò di farlo fuori ma quando arrivarono al suo albergo Wolf era già scappato. Rifugiatosi in Russia  riprese gli spettacoli, c’era l’assedio di Stalingrado e in uno spettacolo chiesero come sarebbe andata a finire, predisse la capitolazione di Paulus, questa volta la notizia buona portò bene a Wolf  :). La cosa venne alle orecchie di Stalin che volle metterlo alla prova, gli chiese di entrare a casa sua eludendo le guardie e così fece (documentato bene negli archivi del KGB russo), l’incontro con Stalin lo rese famoso in Russia, ancora oggi vi sono monumenti in suo onore …perché predisse il giorno della vittoria sulla Germania… ma anche il periodo della morte di Stalin (questo non piacque molto a Stalin). Beria tutte le mattine portava a Stalin dei fogli da firmare con i nomi cognomi dei condannati a morte, mise anche il nome di Wolf, quando Stalin lo vide prese la matita rossa

e lo cancellò. Stalin morì durante una festa ebraica come aveva previsto Wolf. Wolf morì l’8 novembre 1974 alle 11 del mattino come aveva previsto anni prima....

continua http://www.estense.com/aspettando-i-marziani-010063.html

(Roberto Baldisserotto)

video http://www.youtube.com/watch?v=VYHeZCEFwhI

giovedì 10 dicembre 2009

2000 leghe sotto Ferrara... da Paolo Gairdini

acqua_sindaco500.jpg 

TERRE BASSE

A Ferrara si spendono tantissimi soldi per rendere navigabili i nostri corsi d’acqua, per adeguarli al transito di grandi battelli lunghi 100 metri e larghi 15. In precedenza si erano spese molte parole pro e contro l’iniziativa (i contro, ovviamente, sono quelli più aderenti alla realtà). La maggior parte della gente, giudiziosamente, non è stata ad ascoltare, perché la questione è altamente tecnica per conto suo, ma sopratutto è gestita dai politici di professione, quindi è automatico che la faccenda sia utile solo ai vincitori delle gare d’appalto, gli unici ad avere memoria, che ricordano di emettere le fatture quando è il momento. I politici, si sa, non hanno memoria. Per autodifesa. Se l’avessero sarebbero soverchiati da incubi. Forse solo l’elettroshock potrebbe far loro riesumare i dettagli delle catastrofiche decisioni prese in passato.

Comunque, si spendono montagne di soldi pubblici per il contenitore dell’acqua e suoi accessori quali i ponti e le sponde. Non si tocca l’acqua. La si lascia lurida esattamente come è adesso. O anche più lurida, dato che non c’è nulla che possa evitare che diventi peggiore. Eppure quell’acqua non serve solo a far galleggiare navi fluviali, serve ad irrigare le nostre campagne quando non piove. Una grande campagna è intersecata dai canali di irrigazione alimentati dal Volano, a sua volta alimentato dai canali Boicelli e Burana, rinomati per la purezza delle acque. Ci sono anni in cui la piovosità è scarsa o scarsissima. L’anno scorso la piovosità è stata circa la metà del normale. Quella metà non piovuta dal cielo è stata rimpiazzata con l’acqua dei canali variamente colorata nelle tonalità comprese fra le striature del verde scuro e il marron scuro, che proprio per le mancate precipitazioni era inquinata il doppio del solito. L’inquinamento delle nostre acque d’irrigazione, tanto per chiarire le idee, è al top in Europa. Contiene di tutto, milioni di sostanze aliene, veleni senza antidoti sia per l’ambiente che per gli umani. Sparsi sulle coltivazioni, comprese quelle “biologiche” che costano carissime, ma l’amministrazione comunale impone a forza nelle mense scolastiche perché fanno bene. In un anno siccitoso caratterizzato da una piovosità di solo un quarto del normale, l’inquinamento da acque irrigue diventa quattro volte il già incredibile solito!

E’ di pochi giorni fa che l’ARPA ha deciso di chiudere il proprio centro di monitoraggio delle acque. Giusto! A che cosa serviva prima? A tenersi in allenamento?

Pongo una domanda agli eventuali lettori arrivati fin qui: cosa gliene frega di tutto questo agli onesti politici dai “volti nuovi” (onesti, sì, non hanno mai parlato di cervelli) propensi alla cementificazione delle pinete ai Lidi, e a quelli che riescono a mostrarsi competenti e capaci di decisioni avvedute per il bilancio comunale perché fanno risparmiare più di 150.00 euro (invece di più di 175.000)?

Le parole in corsivo sono l’unanime espressione del gruppo consigliare PD. Si fanno cappellacci con zucche del genere?

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

Video http://video.google.it/videoplay?docid=-4661112086712216316&ei=zJwhS-61Cpn42wK1zoy2Aw&hl=it#

sabato 5 dicembre 2009

PD ISTRUZIONI X LA CASTA FERRARA da Paolo Giardini

consiglio comunale.jpg ASINO.jpg

ISTRUZIONI PER L’USO

Su “CronacaComune”, il giornale on-line comunale più famoso nel mondo, dalle originali modalità di scelta degli articoli pubblicati, è apparsa come una stella cometa un commento a firma “del Gruppo Consigliare PD”, titolato “Come vota il PD in consiglio”.

Il titolo spiega l’importanza del documento: è una guida, offre la chiave di lettura del voto PD. Gli inesperti, che come me non frequentano quell’aula dove si decide il destino della città, immaginano che il voto del PD consista nell’alzata simultanea di una ventina di mani al via dato dal presidente del consiglio (pure lui del PD, quindi in pole position per votare col gruppo).

Non è così ci spiega, compatto come quando vota, il Gruppo Consigliare PD, illuminandoci sui reconditi che stanno alla base dell’alzata di due dozzine di mani. E per primissima cosa ribadisce (sì, ribadisce: vuol dire che ci aveva già informati, segno che siamo molto disattenti) quando si stanzia “un sensibile aumento di stipendio a una dipendente comunale che assume mansioni in grado di surrogare efficacemente la contestuale eliminazione di due figure professionali ben più costose (facendo così risparmiare più di 150.000 euro) è la decisione avveduta di un Sindaco competente e capace, a tutto vantaggio del bilancio comunale.”

Ci viene così insegnato che generalmente il voto del PD è determinato dai sensibili aumenti alle dipendenti comunali. E’ una questione di galanteria, sicuramente sarà retaggio di tradizioni antiche, e in più comporta delle belle botte di risparmio. Ogni volta che votano, quei signori compiono un’azione doppiamente meritoria, gratificando le graziose dipendenti e alleggerendo le spese perché eliminano due figure professionali. Con un centinaio di votazioni l’organico comunale passerà da 1500 a 1300 dipendenti. Non ultimo, il sindaco ne esce confermato nella sua autostima, che ne ha tanto bisogno. Bisognerebbe che il PD votasse più spesso.

Il manuale, con modestia, non dice nulla sull’implicito aiuto psicologico dei dipendenti maschi con propensioni transessuali a decidere il salto di qualità con un viaggio a Casablanca, e passa attivamente al secondo punto spiegando come le mozioni di PDL e IDV siano generalmente valutate dal PD: “certamente inutile, prevaricante le prerogative istituzionali del Sindaco e, per certi versi, persino offensiva” l’esempio di una mozione PDL e “votata con gli usuali criteri di merito” un’altra di IDV, alleata PD, cioè con l’astensione. A prima vista sembra che PDL e IDV non siano molto ben considerate dal PD. Forse farebbero bene a non presentare più mozioni.

Infine il manuale “Come vota il PD in Consiglio” passa alle mozioni presentate da PpF, spiegando che è sempre “inaccettabile il tentativo di imporre alla maggioranza una serie di significativi impegni di bilancio senza alcuna preliminare discussione nei tempi, nelle sedi e nei modi previsti dalle consuetudini democratiche prima ancora che dai regolamenti”.

In altre parole, le proposte su impegni di bilancio seri non si discutono in aula consigliare, non si rimandano ad altra data per pensarci su, perché le uniche sedi in cui si discutono sono quelle consuetudinarie. Il PpF è nato l’anno scorso, non rientra nelle consuetudini, cosa presenta mozioni inutili a fare? Ma Tavolazzi non ha niente di meglio da fare che venire in Consiglio Comunale?

Il manuale non dà indicazioni su IaF. Forse è un diplomatico invito a proseguire sulla retta via: il suo Capo Gruppo, Barbieri, ha appena dato le dimissioni.

Questo agile manualetto dovrebbe essere stampato in carta plastificata per corredare i seggi e i posti del pubblico nella sala del consiglio. Almeno fino alla prossima legislatura.

PAOLO GIARDINI

www.progettoperferrara.org

Video http://www.youtube.com/watch?v=yhLBTJj1ikg

giovedì 26 novembre 2009

Compagni Contrordine! di Paolo Giardini

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COMPAGNI, CONTRORDINE!


Sul sito www.anpi.it, la scheda biografica dedicata a Pasquale Colagrande riassume la triste vicenda del magistrato, vittima del plotone d’esecuzione nella tragica notte del ‘43 per i suoi dichiarati sentimenti antifascisti.

Qualche dettaglio lascia supporre che la pagina ANPI sia la fonte ispiratrice dei novelli Presidente e Vicepresidente della Provincia alle prese con la redazione dei discorsi per le celebrazioni della ricorrenza annuale dell’eccidio del muretto. Talmente ispiratrice da essere riferita pressoché parola per parola in un messaggio alla stampa del Vicepresidente Fiorillo, ma anche per il diligente raffronto eseguito con le scritte sul muretto del Castello (giustamente: per non sbagliare lapidi durante la cerimonia). La lettura ha dato i suoi frutti, consentendo di scoprire un grave errore scolpito nel marmo: da più di mezzo secolo viene indicato l’avvocato Pasquale Colagrande, non il Procuratore del Re Pasquale Colagrande della storia! Un ignomignoso oltraggio alla memoria!

Così la Presidente Zappaterra nel suo discorso ha lamentato l’irrispettosa inesattezza, dichiarando la volontà di porvi rimedio facendo correggere la lapide sbagliata. Lo stesso desiderio espresso con più accorati accenti dall’inconsolabile Fiorillo, nella sua citata comunicazione alla stampa.

In futuro, prima di indulgere all’indignata commozione istituzionale, le due Alte Cariche farebbero bene a fare, o far fare, accertamenti storiografici: non è detto che una sola fonte sia esaustiva.


A dieci giorni dalla commemorazione, è uscita l’edizione del periodico locale dell’ANPI contenente un articolo su Colagrande, a firma di Paola Mambriani del Comitato "Ferrara per la Costituzione". Riferisce che, prima di entrare nella magistratura, Colagrande divenne avvocato.

Che non sia il caso di sospendere l’incarico al marmista? A riscalpellarle, le lapidi si rovinano.

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=KNmxC7U01oM

lunedì 23 novembre 2009

Comune di Ferrara adimensionale? da Paolo Giardini

 VIMANA.jpg

COSTA POCO

C’è un fenomeno di costume forse più insidioso della pubblica assuefazione al grande fratello: l’adimensionalità. Salvo il contare i soldi nel portafogli, si sta perdendo la nozione del come si fa a valutare le cose. Comincio a capire come il sindaco e la maggioranza riescano a considerare la valutazione delle reti comunali a prezzi da chincaglieria senza rotolarsi dal ridere: i giornali offrono alcune prove indiziarie del fenomeno. Oggi, per esempio (20/11/09), leggiamo il commento sull’illuminazione lunare del Listone espresso nientepopodimenoche dall’Assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modenesi, il quale afferma che era una “soluzione che costava poco e che fin dall’inizio era stata considerata temporanea”. Il bravo giovane, o è figlio di Bill Gates o ha opinioni alquanto disastrate sul “costare poco”, dato che i lampioncini kitsch sono in ogni caso stati comprati per niente. Inoltre è stata comprata la mano d’opera per installarli e per realizzare le loro linee di alimentazione, prima inesistenti (vedere foto del listone prima della cura). La spesa comprende pure i proiettori e relativi impianti attaccati alla parete dell’ex Palazzo della Ragione, oltre ai due pali alti più di 15 metri posti a ridosso del muro del medesimo palazzo, con i grappoli di proiettori in testa e relative opere impiantistiche. Tutto da buttare e sostituire con un vero impianto dimensionato da progettisti illuminotecnici e non dal parere di qualche politico travestito da marangone. Il sindaco dovrebbe insegnare al suo preclaro Assessore che nel caso in questione c’era un solo modo di “costare poco”: pagare le manutenzioni del vecchio impianto.

Un’altra bella prova di adimensionalità è fornita dal giornale odierno nella lettera firmata “Hera Ferrara”, pubblicata con debito risalto, avente il titolo “Teleriscaldamento – Costa meno del gas metano”. Tremila battute di una dotta analisi… senza l’ombra di un prezzo, di una percentuale, di una unità di misura. Niente numeri! Eccettuati quelli relativi agli anni solari 2007-2009 (in effetti è difficile fare a meno di scrivere 2007 citando l’anno 2007). Risulta particolarmente simpatica la frase d’apertura di Hera Ferrara che chiede al giornale di poter “formulare alcune spiegazioni”. C’è da chiedersi come si sarebbero espressi se non “formulavano” ma semplicemente illustravano. Con la faccine emoticon? Auspichiamo vivamente che quell’ufficio scrivente sia promosso alla redazione anche delle bollette Hera.

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=yDP2NN1M1L0

domenica 15 novembre 2009

La Kultura litica di Ferrara da Paolo Giardini

TAGLIANI BERUSCHI.jpg 

Kultura litica

Dato il livello di kultura dominante ai vertici dell’amministrazione provinciale, la probabilità di sostituire le lapidi sul muretto del castello con pareti marmoree è relativamente alta, arginata solo dal deterrente della spesa del marmista, perché un sadico giornalista ha scelto di pubblicare la seguente frase, tratta dal discorso commemorativo della strage del novembre 43 della presidente Zappaterra: «Riconosceremo giustamente a Pasquale Colagrande il suo titolo di Magistrato del Re, e non di avvocato, alto compito che ha vissuto con profondo senso di giustizia».

Nella consapevolezza che la signora ha replicato con uno scritto ad un Comitato di protesta contro le edificazioni nelle pinete ai Lidi, senza mai citare i boschi ma chiamandoli “luoghi occupati da alberi”, la pubblicazione della frase in sé potrebbe essere la causa scatenante di una partogenesi dell’allargamento di significato dei titoli, accumunando titoli di studio, titoli professionali, titoli nobiliari, titoli di appartenenza e sottotitoli.

Poiché anche il vicepresidente Fiorillo si è espresso negli stessi termini della Zappaterra (addirittura afferma che gli “sta a cuore” la faccenda, in una lettera inviata ai media sulla vicenda Colagrande che ricopia la pagina a lui dedicata sul sito ANPI dimenticando di citare la fonte), corriamo il rischio reale di veder sostituire non “avv.” con “dott.” ma con “Magistrato del Re”, che comporterà per senso di giustizia l’aggiunta di Ingegnere Capo del Comune di Ferrara per Girolamo Savonuzzi, di Ragionere - Senatore del Regno - Industriale Saccarifero – Frondista pre 25 Luglio per Emilio Arlotti, e via seguitando per gli altri otto ammazzati dai repubblichini per un totale di qualche metro quadro di lapidi. In tal caso, consiglieri alla signora Zappaterra di far sì che le due vecchie lapidi non vengano distrutte e conservate per ricordare la rozzezza lapidea del passato. A Ferrara esiste un luogo adatto a conservarle, il Lapidario. Dove potranno rimanervi in attesa di tempi migliori.

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=qC7YbEcBRsA

Ferrara perde i Treni del futuro...

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SOSTE A FERRARA

Se un adulto, istruito e di madrelingua italiana, dicesse: “Ho verificato la tal questione..”, l’impiego del verbo “verificare”, indicativo di accertamenti mediante prove o controlli, predisporrebbe l’interlocutore all’attesa di un risultato preciso. Perciò sarebbe deludente un seguito che esordisse con un “Pare che ..” tratto dal dominio dell’incertezza. La fluidità del linguaggio orale, con continue correzioni di rotta, può non essere rispettosa di tante regole, quello che conta è la comprensibilità del messaggio trasmesso. Ciò non è altrettanto vero nella scrittura che abbisogna di formalismi consolidati, priva com’è di mimiche facciali e pacche sulle spalle.

Cosa pensare allora del sindaco che scrive sul giornale on line del Comune: «… ho verificato l’intenzione di Trenitalia di ridurre drasticamente sulla città di Ferrara (….) le fermate dei treni da Ferrara per Roma e ritorno. Pare che nel nuovo orario siano previste solo…»?

Il tono deciso, da salto nel cerchio di fuoco, stride col modesto risultato di un “pare che”. E’così deplorevole affermare semplicemente d’aver chiesto informazioni?

Si obietterà che un’approssimazione lessicale non è un delitto. Vero. Purché non sia sistematica, altrimenti è imprecisione da incultura. Esaminando il messaggio del sindaco, nel periodo incominciato col “Pare”, troviamo un conflitto semantico in: « ..con una immotivata riduzione delle fermate rispetto ai dieci attualmente in esercizio». Non per la distrazione di “ai dieci” invece che “alle dieci”, ma per la scelta dell’aggettivo“immotivato” che vuol dire ingiustificato, arbitrario, non suffragato da motivi plausibili. Perché immotivato? Quando cessa la fermata dei treni in una stazione ferroviaria, è la fine ad un accanimento terapeutico costituito da un periodo di malinconiche soste a vuoto. Incurante del vile dettaglio, il sindaco afferma che la decisione di ridurre le fermate «non è ovviamente da me condivisa». Quand’è così, possiamo respirare. Infatti, segue l’appello al sostegno dei parlamentari ferraresi nella richiesta di mantenere le fermate attuali, chiedendo di aggiungere suppliche alla sua supplica proprio da parte degli unici ferraresi che viaggiano gratis su quei treni per Roma. In cambio di che? Della presentazione di un dettagliato programma di sviluppo turistico che amplificherà gli arrivi a Ferrara? Della creazione di un Polo Turistico Integrato Ferrara – Domini Estensi (che come è noto arrivavano in Garfagnana)?

Prima di chiedere la carità sarebbe auspicabile fare esami di coscienza, così forse si arriverà ad attribuire l’aggettivo “immotivato” a chi lo merita davvero. Se nella Ferrara piena di debiti, sempre più somigliante per assonanza con Perhera, non fermano i treni veloci, non fa più tappa la Mille Miglia, si insediano nel petrolchimico solo aziende velleitarie oppure da investimenti impattanti ad alta resa e poca attività (centrali termiche), neppure l’Ermitage vi organizza mostre, si vendono strategiche reti municipali a prezzi da rottami, bisogna affidarsi ai bolognesi per i trasporti urbani, bruciamo quantità industriali di rifiuti senza guadagnarci un soldo, e con questi brillanti risultati il saltatore nel cerchio infuocato decide di erogare 800.000 euro come premio di produzione annuale ad una trentina scarsa di dirigenti comunali, qualche motivo ci sarà pure!

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=LWlgbAc3bbM

 

sabato 14 novembre 2009

Ferrara Eterna Città del Silenzio? di Mauro Malaguti

FERRARA CASTELLO ESTENSE.jpgFerrara è certamente una tra le più belle città d’Italia, tra le capitali europee del Rinascimento, dotata di un patrimonio architettonico e culturale unico. Geograficamente collocata nel cuore della Pianura padana ha però rinunciato, sin dal dopoguerra, al suo naturale ruolo di crocevia commerciale tra Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. A ‘qualcuno’, o ai più, evidentemente, sta bene così, tanto da chiamarla anche “Città del silenzio”. E come i piatti tipici della locale gastronomia sono caratterizzati spesso dal contrasto dei gusti (dolce - salato) così la storia dei ferraresi si è caratterizza per forti contrasti politici, inseriti in un conservatorismo di fondo della società che ha sempre frenato ogni veloce cambiamento. Fu la città dei primi grandi scioperi bracciantili, dove poi si fondarono i primi fasci d’Italia ed ebbe un ruolo fondamentale nel corso di tutto il Ventennio. Nel dopoguerra diventò una delle cittadelle roccaforti del Pci, poi sempre in mano a giunte di sinistra grazie anche al più recente connubio ex Dc – ex Pci. Cenerentola dell’Emilia-Romagna, è una delle province in regione con il più alto numero di sportelli bancari, una elevata percentuale di anziani, un progressivo calo delle nascite e si distingue oggi per la forte disoccupazione, cassa integrazione e la sua popolazione di lavoratori pendolari. La vocazione turistica è perennemente frustrata da un turismo più di arrivi che di presenze, città del Tasso e dell’Ariosto, le sue antiche odi di un illustre passato sono oramai relegate ai ristretti confini di piccola città di provincia. Chi giunge a Ferrara da turista se ne innamora, chi ci nasce sogna di lasciarla per trovare opportunità di realizzazione personale altrove. Persino le nebbie, maledette dai viandanti, che un tempo l’avvolgevano quasi a smaterializzarla e proteggerla in una rarefatta dimensione da sogno, ora sembrano averla abbandonata per sempre, lasciandola alla realtà di tutti i giorni, quella sotto gli occhi di tutti tranne che degli elettori: un Palazzo degli Specchi che ha ben riflesso nel tempo il suo degrado; un nuovo Polo ospedaliero lungodegente da anni; un faraonico progetto di Idrovia con strade provinciali che ‘fanno acqua’ da tutte le parti; un nuovo boulevard che ci ha portato il traffico delle grandi metropoli; un Ermitage Italia che si riduce ad una attività di ricerca perdendo le mostre in programma (Caravaggio 2010 – Islam 2011); tagli ai Cda per risparmiare e megaconsulenze per rottamare; vendite azionarie per ripianare conti tanto in ‘Bilancio’ da restare sempre fermi a pesanti passivi, mentre a spostarsi altrove sono i servizi (ultimo il laboratorio analisi acque di Pontelagoscuro). Fatti puntualmente riportati dalle cronache politiche dei quotidiani locali ma che, evidentemente, restano proprio come “Urla nel silenzio”.
Mauro Malaguti
video

lunedì 9 novembre 2009

Ferrara omaggia Anna Politkovskaja

Anna Politiwskaia.jpgDA ESTENSE COM

Anna Politkovskaja, una via per la libertà di informazione

"Con questo gesto desideriamo, partendo dalla nostra dimensione di città italiana e rivolgendo lo sguardo al mondo, dare un segno chiaro della nostra attenzione per un mestiere, quello del giornalista, che merita rispetto. E' importante garantire ai cittadini un'informazione libera e difendere la democrazia e i diritti costituzionali". Così il sindaco Tiziano Tagliani si è rivolto sabato 7 novembre, ai numerosi partecipanti alla cerimonia di intitolazione della nuova bretella stradale tra Ferrara a Copparo ad Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata nel 2006. La proposta di intitolazione è pervenuta alla Commissione Toponomastica dall'associazione di promozione sociale Grilli Estensi di Ferrara.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=56887&format=html

video http://www.youtube.com/watch?v=bh4D3PrfW8g

domenica 8 novembre 2009

Ferrara Fase termo-onirica in Comune



BOMBA ATOMICA.jpgFASE TERMO-ONIRICA

Da tempo il consigliere Portaluppi, arrampicatore a mani nude di pareti di ghiaccio (Ice free climbing), non si esibiva nella sua specialità. Temevamo per la sua salute: oltre al rischio di cadute, le prese ipertermiche provocano edemi e attenuazione dei riflessi. Ma erano timori infondati: fedele al suo cliché, si stava preparando ad un nuovo esercizio sportivo, questa volta sul versante dell’ipotermia. Non più pareti di ghiaccio, ma salite su roventi ciminiere! Oggetto dell’ultimo exploit è l’indagine sulle centrali termiche del teleriscaldamento, per verificare se è proprio vero quello che dice Tavolazzi al riguardo (che il teleriscaldamento è una bufala), studiando il comunicato di Tavolazzi in cerca d’errori. Trovandoli!! Una gran soddisfazione che ripaga dalle profonde bruciature sulle palme: Tavolazzi ha commesso grossolani errori! Da esporre quindi al pubblico ludibrio, in un trionfante comunicato alla stampa dal titolo Teleriscaldamento: 'così stanno realmente le cose' con queste severe parole: “Intanto 52,33 moltiplicato per 4850 darebbe comunque come risultato 253,8 e non 274: l'ingegnere sbaglia le moltiplicazioni.” Quel “darebbe” è poco consono alle certezze matematiche, quindi è d’uopo rassicurare l’esitante Portaluppi: 52,33 per 4.850 dà, come risultato arrotondato, sempre il numero 253,8.
La requisitoria prosegue spiegando che i dati riferiti da Tavolazzi non corrispondono al funzionamento delle caldaie, come le ore di funzionamento indicate, terminando con: “non possiamo non rilevare come ancora una volta PpF tenti di mascherare le proprie discutibilissime opinioni dietro un fragile paravento d’affermazioni sprezzanti contornate da dati non pertinenti, per giunta stravolti maldestramente con calcoli illogici e sbagliati.”
Nonostante la fatica il Portaluppi non raggiunge mai la vetta. Anche stavolta scambia fischi per fiaschi e non comprende che il messaggio di Tavolazzi riguarda il rendimento ridicolo in sé del teleriscaldamento di Hera, e i dati usati (pur sempre tratti da fonti Hera) sono propedeutici al concetto di scarso rendimento e corrispondente alto inquinamento. Cercando errori nei dati non si è soffermato sul passaggio di Tavolazzi che parla di “…emissioni specifiche per KWh, per valutare la salubrità del “sistema” teleriscaldamento occorre compararlo con le caldaie singole a gas, di ultima generazione, a bassa temperatura dell’acqua, che il nuovo teleriscaldamento è destinato a sostituire.” E’ una frase un po’ ermetica per gente akkulturata alla Portaluppi: dà per scontato che si sappia che le nuove caldaie a condensazione, oltre a taluni accorgimenti, hanno rese irraggiungibili dalle normali caldaie di Hera, utilizzando il Potere Calorifico Superiore del gas e non quello inferiore. Dà per scontato che nessun adulto ritenga che un tubo pieno d’acqua calda, continuamente pompata per 200 km in tubi sotto terra, costi poco o nulla a mantenerla. Dà per scontato l’automatica associazione basso rendimento / alto inquinamento / alte spese pubbliche e private. Non è finalizzata alla comprensione del consigliere Portaluppi, sempre a rischio di perdere l’uso delle mani per congelamento o cottura, è rivolta ai capifamiglia ferraresi che dal palazzo municipale non hanno mai sentito certe campane.

Paolo Giardini

www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=WZ_X43zcXcU



sabato 7 novembre 2009

Pesca a Castellamare da Onorevole Giuseppe Lo Giudice

  TONNO.jpg

Palermo, venerdì 6 novembre 2009

ARS ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA

Pesca nel Golfo di Castellammare

Rischio dismissione per le imbarcazioni

Saranno rivisti i limiti di fondale

Incontro a Palermo tra una delegazione di pescatori,

l’on. Lo Giudice e l’assessore Bufardeci


PALERMO – Le imbarcazioni che effettuano la pesca a strascico nel Golfo di Castellammare - in totale 11 imbarcazioni con equipaggi il cui reddito riguarda circa 60 famiglie - potranno presto operare anche su fondali di 100 metri rispetto al vincolo dei 400-500 imposto dall’attuale linea batimetrica, e cioè il limite lungo il quale possono operare.


La nuova prospettiva è stata concordata giovedì mattina a Palermo nel corso di un incontro tecnico promosso dal Vice Presidente della Commissione Sanità all’Ars, l’onorevole Giuseppe Lo Giudice, una delegazione di pescatori che operano nel Golfo di Castellammare, l’assessore regionale alla Cooperazione e Pesca Titti Bufardeci e il Direttore del Dipartimento Gianmaria Sparma.


«Nel Golfo di Castellammare, su fondali di 400-500 metri – ha spiegato nel corso dell’incontro Enzo Gianquinto, portavoce dei pescatori – ormai non si pesca più nulla. Se ai pescatori non viene consentito di operare su fondali di 100 metri, potranno semplicemente dismettere le imbarcazioni»


Per consentire questa possibilità occorre spostare la linea batimetrica di confine che attualmente vincola l’operatività dei pescherecci.

Nel corso dell’incontro si è verificato che è possibile farlo pur rispettando i vincoli normativi comunitari in materia di pesca.


L’assessore regionale alla Pesca Bufardeci ha quindi assunto l’impegno, espletati i rilievi di natura tecnica e non appena i pescatori forniranno all’assessorato le precise indicazioni per segnare la nuova linea batimetrica, a modificare gli attuali vincoli.

 

Assemblea Regionale Siciliana

Gruppo parlamentare dell’Udc

On. Giuseppe Lo Giudice

http://www.ibs.it/code/9788876811678/consolo-vincenzo/pesca-del-tonno.html

http://www.youtube.com/watch?v=Y14w9SXV-zA

 

giovedì 5 novembre 2009

Lettera ai Signori della Casta Poetica di ZAIRO FERRANTE

camp.jpgLETTERA AI SIGNORI DELLA CASTA POETICA

Oggi voglio dedicare un “dolce”  pensiero ai signori della Poesia, a coloro che si erigono a giudici supremi della letteratura e che con immensa competenza dicono: <<la tua opera è debole, il verso è impalpabile, la metrica è inesistente etc. etc.>>... e subito dopo... <<gestisco la rubrica “Tal dei tali” pubblichiamo le opere dei nostri abbonati. Cosa ne diresti? Con soli 30 euro ti abboni per un anno>>. Ed ecco, che come per magia, l'opera da inesistente diviene un capolavoro.

Vorrei dedicare un “sincero” pensiero a chi oggi è critico e giudice nel concorso “Tizio” e domani è vincitore del concorso “Caio”.

Complimenti vivissimi!!!

Peccato che il giudizio insindacabile è  stato emesso dal vincitore del prestigiosissimo premio “Tizio”.

Vorrei manifestare la mia solidarietà  a chi si “sbatte”, con in mano un manoscritto, ad imbucare lettere di presentazioni che contengono sogni, passioni ed amori; credendo fermamente nella bontà del sistema.

Però  purtroppo non posseggo versi per osannare tutto questo e quindi lo faccio tramite una canzone di Francesco Guccini dal titolo “l'Avvelenata”.

Con la speranza che chi sogna lo continui a fare e che chi distrugge questi sogni si possa ravvedere: 

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni  
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;  
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,  
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...  
 
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,  
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:  
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,  
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...  
 
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,  
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;  
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:  
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...  
 
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,  
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...  
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:  
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...  
 
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,  
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!  
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,  
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!  
 
Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?  
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.  
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:  
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!  
 
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,  
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...  
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,  
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!  
 
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,  
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso  
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:  
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!
 

Zairo Ferrante 

http://zairoferrantescrittore.myblog.it/ 

http://e-bookdinanimismo.myblog.it/  

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=N9cfx-ATVOU
 

domenica 1 novembre 2009

Tagliani baratta FERRARA?

 consiglio comunale.jpg

BARATTO RIDICOLO

Qualcosa che fin dalle origini è sempre appartenuto alla comunità locale, d’ora in avanti apparterrà ad una società privata, perché così hanno deciso in vacatio legis* alcuni incompetenti naturali che il fato cinico e baro ha posto nella maggioranza consigliare del Comune di Ferrara. Impossibile riconoscere loro le attenuanti generiche: essendo tutti nati in anni successivi alla guerra, è inverosimile che da piccoli siano stati traumatizzati dai bombardamenti. A prescindere comunque dalle cause prime, è avvenuto l’incredibile: i seduti sull’orlo del proprio abisso mentale hanno barattato le reti comunali del gas con un pacchetto azionario di Hera S.p.A. non spendibile, e il cui controvalore attuale in moneta sonante non copre neppure l’importo d’acquisto dei contatori terminali di consegna gas agli utenti. Si è molto parlato di vendita e svendita. No, è solo baratto svantaggioso per una delle parti. Passeremo alla storia per la rinomanza del buyer di Hera, che ha concluso l’affare del secolo senza muovere un soldo! Un colpo da Grande Maestro, equiparabile al passaggio di proprietà della Gioconda, spostandola dal Louvre al Palazzo dei Diamanti in cambio di azioni di Ferrara Arte per il controvalore della cornice. Bisognerà cancellare dalle citazioni i dilettanteschi il Gatto e la Volpe.

Non ci resta che rimirare i cocci: il più malinconico riguarda il venir meno di una supertutela goduta nominalmente dalla comunità, che solo l'Autorità locale garante di ciò che è direttamente in possesso può conferire. Adesso non c'è più, non essendo prevista la contrapposizione al monopolista Hera di un soverchiante strapotere di comminare forti sanzioni pecuniarie dissuasive alle carenze di prestazioni per qualsiasi causa.

Un altro coccio è la beffa patrimoniale di un bassissimo valore presunto delle reti accolto come se fosse il massimo valore, proveniente da rivelazione divina, trascurando arbitrariamente che nel libero mercato i valori presunti non contano mai, salvo nelle requisizioni. Più che una transazione, constatiamo una stolta imposizione.

Rimangono infine i frantumi di un concetto demolito: la proprietà indivisa delle dotazioni comunali nate per il bene collettivo e che come tali hanno fruito e fruiscono di agevolazioni senza prezzo, come l'occupazione del sottosuolo in via privilegiata. Le condotte sotterranee nelle vie dell’antica città non sono ordinate come le tubazioni aree di uno stabilimento chimico progettate ad hoc, sono sovrapposizioni di servizi diversi effettuati in tempi diversi nell’arco di secoli, nella regola del chi primo arriva meglio alloggia. Una regola conflittuale con la continuità di servizio delle strade, pesantemente penalizzato ad ogni più piccolo guasto. Ma se in casa nostra non possiamo che sopportare le conseguenze di guasti dei “nostri” impianti vecchi e malfatti, non è altrettanto verosimile che un fornitore prezzolato privato, che monetizza a caro prezzo ogni sua mossa, debba imporci la gratuità di quelli che diventano i “suoi” disservizi. La tassa d’occupazione di suolo pubblico nei lavori è tutt’altra cosa dai risarcimenti ai disagi. La politica che dimentica questo non è politica, è malavita.

Paolo Giardini – Progetto per Ferrara

  * intesa non come “non vigenza di norme” ma come necessità di ovviare alle gravi carenze legislative che non comprendono una sentita sensibilità civica

 www.progettoperferrara.org

video http://www.youtube.com/watch?v=7xjdloT0IDI

 

giovedì 29 ottobre 2009

Halloween: a Ferrara i vampiri succhiano acqua e gas!

 ZOMBIES.jpg

HORROR (VACUI)

Gli amanti dell’horror non presenti il 26/10 alla seduta consigliare del Comune di Ferrara si son persi uno spettacolo dal vivo gratuito. Era però gratuito solo per spettatori non residenti nel Comune di Ferrara. Invece gli spettatori figli di famiglie ferraresi da più generazioni hanno pagato carissimo lo spettacolo surreale elargito da sindaco e consiglieri in fregola politica. Ignoranti come belve sui prezzi merceologici, biecamente insensibili al loro ruolo di amministratori, cioè di semplici depositari e non padroni di ciò che è comunale, erano decisi a fare i bellimbusti con la procace signora Hera Multiutility. Così hanno inaugurato una politica bordel-line, donando galantemente a Madame Hera le reti comunali del gas al prezzo simbolico di 14,5 milioni di euro. La cifra è inferiore al costo d’acquisto dei contatori fiscali installati ad ogni utente, stimabili in 100.000 unità, che farebbero 145 euro al pezzo (un prezzo da Made in China, versione scatola di montaggio, con viti e rotelline nel sacchetto). Se uno spettatore di quel Consiglio Comunale fosse stato il rappresentante della sua famiglia, avrebbe colto al rallentatore lo scippo che gli sottraeva la sua quota di rete gas. Si tratta di una rete geografica, complessa e ramificata, consustanziale storicamente e di fatto col territorio, per cui se un punto di misura fiscale finale vale X, il valore della quota di rete che lo alimenta vale fra 100X e 1.000X. E’ appunto quel valore fra 100 e 1.000 volte maggiore del prezzo di svendita che gli è stato sfilato dalla cassaforte di famiglia che si chiama Comune di Ferrara per donarlo ad una società per azioni che, in quanto tale, è priva di qualsiasi possibilità di valenza civica. Anzi, è per sua natura l’esatto contrario.

E’ senz’altro vero che moltissimi “proprietari” ferraresi sono propensi a considerare inesistente ciò che non è a portata di vista. E riuscendo a vedere al massimo un contatore e qualche metro di tubo sul muro hanno visto tutto e il mondo delle reti gas finisce lì, qualsiasi valore gli sia attribuito. Quindi raggiungono inaspettate vette metafisiche credendo a un tutto che è un niente. Anche a ciò che dicono quelli della loro stessa pasta seduti in fila nei banchi della maggioranza consigliare. E’ un democraticamente rispettabile fenomeno naturale. Come il cane che rincorre la sua coda.

Paolo Giardini

www,progettoperferrara.org

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=64lZYuZj908

venerdì 23 ottobre 2009

WILL COYONE di Paolo Giardini

 WILL COYOTE.jpg

ICE FREE CLIMBING

Bisogna ammettere che con il consigliere comunale Portaluppi, personaggio notevole, il PD può essere invidiato dagli alleati. Sospetto che IDV farebbe carte false per averne solo la controfigura. I lettori di giornali on line non si fanno sfuggire le novità portaluppiane nell’incessante tentativo, alla Will Coyote, di opporsi all’Opposizione, segnatamente a quella di Progetto per Ferrara. Un’attività equivalente all’arrampicare a mani nude sul Grand Canyon in versione ghiacciata. Purtroppo il Portaluppi come Will è inadatto in quanto di costituzione piddì e non beep beep. Non potrebbe, ad esempio, trarre alcun giovamento dividendo il numero immaginario (*)14.500.000 (il valore in euro accolto dal sindaco per la svendita della rete del gas) per 100.000 (il numero ipotizzabile di contatori-utenti del gas a Ferrara). Se lo facesse, il risultato (145 euro) non gli direbbe nulla di più di 145 euro. Invece, a chi fa Opposizione Reale quella cifra indica il 60% del valore presunto di ogni punto gas distribuito, che non basta neppure all’acquisto del 60% del suo contatore del gas, figuriamoci la rimanente quota del 60% di rete! E’ la sua kultura sulle Cose Reali che lo spinge ad indignarsi per le critiche di Tavolazzi alla stima gradita da Hera di 14,5 milioni di euro. Indignazioni comunque sempre comiche e imperdibili. Accusa Tavolazzi perfino di ritenersi il migliore in Consiglio Comunale! Fuochino, Will: oltre ad essere primi per meriti propri si può primeggiare anche per gravi demeriti altrui.

L’ultima performance del Portaluppi riguarda la campagna di PpF volta ad ottenere in Consiglio la libera autorizzazione delle riprese video, perché gli risulta che solo il figlio di Tavolazzi si sia presentato con la videocamera una volta concessa tale libertà! Quindi, furbescamente arguisce: “visto che concedere riprese video al pubblico presente in aula consiliare non aggiungeva granché alle registrazioni audio integrali di tutte le sedute” (non gli sfugge nulla: in effetti, si aggiungono solo immagini in movimento, potremmo risparmiare sul Musa sostituendo le telecamere coi microfoni), “così ora tutti possono apprezzare come il vero scopo fosse soltanto ottenere riprese video da usare a scopi propagandistici”. Che vergogna! Non la propaganda (che quella è ammessa), che non ci sia stato un tripudio di videocamere stimolato dalla libertà di ripresa!

La saliva del cane di Pavlov dimostra scientificamente che se mancano le videocamere Portaluppi ha ragione. Non spiega però la notorietà della videocamera del figlio di Tavolazzi. Viene taciuto, infatti, che per videoriprendere bisogna assoggettarsi ad una formalità, registrandosi all’inizio seduta e firmando apposito modulo da consegnare al presidente, il quale poi annuncerà stentoreo all’assemblea il nome dell’aspirante cameraman. A me è preclusa questa operazione, perché certa modulistica della mutua stimola il mio spirito libertario a firmare con nomi a caso. Se dovessi firmarlo adesso, per esempio, scriverei d’impulso Pietro il Venerabile – Abate di Cluny, che mi sembra il più adatto alla dizione di Colaiacovo e alla presenza dell’epigono di Will Coyote.

Paolo Giardini


(*) Immaginario perché avrebbe senso se introdotto in un numero complesso tipo (290+14,5 i).

Per dare significato alle bufale di Tagliani bisogna moltiplicarle per “i” (radice quadrata di -1).

WWW.PROGETTOPERFERRARA.ORG

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=QStwt4u9hqc

giovedì 8 ottobre 2009

PPF IL BRONCIO RIVOLUZIONARIO DI TAVOLAZZI da Paolo Giardini

 TAVOLAZZI.jpg

Nell’indimenticabile “Il signore di buona famiglia” di Novello, una tavola mostra le differenze famigliari di due alunni, il primo e l’ultimo della classe, quando portano a casa la notizia d’aver preso 6 nel compito in classe. In una vignetta, due poveri genitori si entusiasmano alla sufficienza finalmente raggiunta dal figlio, nell’altra, un distinto e inorridito genitore guarda severamente il rampollo umiliato, non all’altezza del suo rango. Per associazione d’idee mi è tornata in mente la comparazione di Novello leggendo sul Carlino di oggi (7 ottobre) una pagina tutta dedicata al caso Melchiorri. C’è un articolo principale e due secondari. La grandezza dei titoli e sottotitoli (credo che tipograficamente si chiami corpo) evidenzia l’importanza dei contenuti, utilissima a quella gran fetta di lettori che guarda il giornale al bar mentre prende il caffè o alla ricerca dei necrologi. Soffermandoci sull’importanza dei titoli, si nota al centro pagina che il contratto di Melchiorri è blindato e difeso dal presidente ATC (chiaro no?) poi, a seguire, Brandani promette battaglia ricorrendo alla Corte dei Conti, a pari merito con una sgridata Idv a Tavolazzi. In ultima posizione PD e Comune sobriamente prendono le distanze dalla vicenda Melchiorri.

E’ divertente notare che ad occupare la seconda posizione di grandezza di titoli e sottotitoli c’è: “E l’Idv striglia Tavolazzi: «Morbido.. »”.

Non posso non fare i miei complimenti a Tavolazzi. O meglio, alla figura di Tavolazzi in sé, spauracchio del potere e suoi vassalli mai visto prima a Ferrara. Gli basta il solo soffermarsi un attimo a pensarci su per fare notizia. E complimenti anche all’articolista Lolli del Carlino, maestro di suggestioni subliminali: chi altri avrebbe potuto sintetizzare in mezza riga, mettendolo apparentemente in bella vista, che il compito di Scalabrino Sasso in Consiglio Comunale è fare il broncio a Tavolazzi?

Paolo Giardini

www.progettoperferrar.org

http://www.youtube.com/watch?v=hqZNZ9qrgrE video

martedì 29 settembre 2009

MASSIMO CACCIARI OLTRE LA SINISTRA

MAISTO 4.jpgDA ADNKRONOS

Roma, 25 set. (Adnkronos) -

"Il problema del centro sinistra nel nostro paese soprattutto negli ultimi anni, e' sempre stato un problema di comunicazione: usa un linguaggio decrepito, comunica male. Dalla sua parte politica Berlusconi ha capito le necessarie trasformazioni della comunicazione politica. Al momento io non ho appoggiato ne' Franceschini ne' Bersani perche' non mi sembra che corrispondono a questa esigenza di trasformazione dei modi della comunicazione della politica ne' al progetto di una Costituente''. Lo afferma Massimo Cacciari, ospite de L'Intervista di Alain Elkann in onda su LA7.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/PD-CACCIARI-NON-HO-APPOGGIATO-NE-BERSANI-NE-FRANCESCHINI_3812242352.html

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=IA20dcEYqI8

lunedì 28 settembre 2009

ARS ETICA E SICUREZZA ALIMENTARE da Onorevole Giuseppe Lo Giudice

 

ONOREVOLE LO GIUDICE.jpg

Palermo, mercoledì 23 settembre 2009


La nota di chiarimento in risposta ad una interrogazione

del Vice Presidente della Commissione Sanità, on. Giuseppe Lo Giudice

Sicurezza alimentare: si applica solo la normativa comunitaria

L’assessore regionale alla Sanità fa chiarezza

sulla prassi adottata fino ad oggi degli uffici


PALERMO - Lo scorso marzo l’onorevole Giuseppe Lo Giudice, Vice Presidente della Commissione Sanità all’Assemblea Regionale Siciliana con una interrogazione urgente a risposta scritta al Presidente della Regione Raffaele Lombardo e all’assessore alla Sanità Massimo Russo aveva chiesto «perché l’’assessorato regionale alla Sanità non applica in pieno la regolamentazione comunitaria in materia di sicurezza alimentare, in vigore dal mese di aprile del 2004 e in applicazione piena dal 1° gennaio 2006, che ha sostituito tutte le preesistenti disposizioni nazionali e regionali in materia di produzione, trasformazione, commercio e somministrazione degli alimenti e delle bevande»


«La mancata applicazione della norma comunitaria - spiega l’onorevole Lo Giudice – impedisce agli operatori del settore della ristorazione collettiva ed assistenziale la possibilità di operare in regime di D.I.A (dichiarazione di inizio attività) precludendo agli stessi la facoltà di stabilire, sulla base delle analisi del rischio come espressamente previsto dalla regolamentazione comunitaria, il numero e la tipologia dei pasti confezionabili»


Lo Giudice chiedeva di intervenire sull'operato degli uffici del soppresso Ispettorato regionale sanitario «che a tutt'oggi, dimostrando peraltro un atteggiamento distante se non ostruzionistico rispetto alle esigenze di chi fa impresa nel rispetto delle leggi vigenti, mantengono l'igiene degli alimenti ancorata a principi meccanicamente burocratici e per nulla rispondenti alle esigenze dei produttori e dei consumatori, non dando piena attuazione a quanto previsto dal Regolamento n° 852 del 29 aprile 2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, ed impedendo di fatto agli operatori in possesso di impianti moderni e funzionali di potersi espandere».


Adesso arriva la nota di Russo: «Nella organizzazione della nostra sanità pubblica – scrive l’assessore alla Sanità all’onorevole Lo Giudice – si è assistito, sino a tutto il 2008, alla presenza di una trattazione dicotomica (medico-veterinaria) dei temi della sicurezza alimentare in relazione alla esistenza all’interno dell’Assessorato alla Sanità di due autonome strutture dipartimentali. Ciò ha comportato in maniera innegabile numerosi e vistosi ritardi verso l’allineamento alle nuove disposizioni comunitarie»


Russo chiarisce adesso inequivocabilmente che «il richiamo e l’applicazione (da parte degli uffici) di un decreto assessoriale del 1996, oggi automaticamente soppresso, appare effettivamente superato e gli uffici dell’assessorato hanno già avviato un’attività ricognitiva volta a completare il pieno ed effettivo recepimento delle disposizioni comunitarie»


L’interrogazione di Lo Giudice prendeva spunto dalla segnalazione di un’azienda per la produzione di alimenti che opera a Trapani, che da mesi chiede l’autorizzazione ad aumentare la propria capacità produttiva e non ottiene ancora nessuna risposta. I proprietari potrebbero aumentare la capacità produttiva dell’azienda ed assumere altro personale, ma la burocrazia regionale li ha di fatto bloccati.

In questa situazione si trovano altre aziende siciliane.



Assemblea Regionale Siciliana

Gruppo parlamentare dell’Udc

On. Giuseppe Lo Giudice

http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/64186/scontro-trapani-turano-giudice.htm

Video http://www.tg2.rai.it/rubriche.asp?id_p=1272&id_r_cerca=12&page=5

domenica 20 settembre 2009

CIAO MARCELLA...

ROSSETTI.jpgGabrieleD'Annunzio
Alcyone

LA PIOGGIA NEL PINETO


Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

*per Marcella G.   Ciao...

http://www.la-poesia.it/italiani/fine-1900/dannunzio/alcyone_16_la-pioggia-nel-pineto.htm

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=h7LwlBPZpMw

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