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domenica 8 maggio 2016

ANTEPRIMA DELLA POESIA DEL RINASCIMENTO AL MAGGIO DEI LIBRI DEL MIBACT Gli inediti della poetessa Rinascimentale Barocca Pedra Francisca (Antonia) de La Valle a Grottaglie (Ta) - di Pierfranco Bruni

 *Pierfranco Bruni...


EVENTO -  ANTEPRIMA DELLA POESIA DEL RINASCIMENTO AL MAGGIO DEI LIBRI DEL MIBACT A GROTTAGLIE

Gli inediti della poetessa Rinascimentale Barocca Pedra Francisca (Antonia) de La Valle a Grottaglie (Ta) -  in assoluta anteprima per il Maggio dei Libri - il 14 maggio 2016 nella ricerca istituzione di Pierfranco Bruni



"Una donna tra il Rinascimento e il Barocco: Pedra Francisca de La Valle. Di notte, nell'albeggiare delle stelle…". Una ricerca di Pierfranco Bruni, maturata negli ambiti  del Progetto Etnie/Letteratura del MIBACT curato dallo stesso  Bruni, che viene presentata - in assoluta anteprima - in occasione dell'unico appuntamento previsto a Grottaglie (Ta) per il Maggio dei Libri, campagna nazionale nata nel 2011 con l'obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura nella crescita personale, culturale e civile, sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Centro per il Libro e la Lettura.



Pierfranco Bruni ha posto all'attenzione il modello rinascimentale di una poesia che presenta diversi modelli linguistiche che vanno da Dante alla scuola provenzale. L'evento, organizzato dal Caffè Letterario La Luna e il Drago e dall'Associazione Utòpia, avrà luogo il 14 maggio 2016, ore 19.00  e seguito, presso la sede di Utòpia alla via San Francesco De Geronimo, civico 53, a Grottaglie (Ta), con ingresso libero.

Ospiti della serata Pierfranco Bruni, responsabile del Progetto Etnie del Mibact, Marilena Cavallo, responsabile del Dipartimento di Lettere del Liceo G. Moscati di Grottaglie, Ciro Petrarulo, presidente Associazione Utòpia, Anna Montella, responsabile Caffè Letterario La Luna e il Drago.

Le alunne del Liceo G. Moscati di Grottaglie declameranno alcune delle poesie presenti nelle schede. La serata verrà introdotta da un filmato dedicato a Pedra Francisca (Antonia) de La Valle e alle sue poesie in Cartella realizzato da Anna Montella.

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Pedra Francisca (Antonia) de La Valle è stata una poetessa nata a Siviglia nel 1555 o 1556. Non si hanno precise notizie sulla data di morte, ma i suoi ultimi  versi portano come data il 1629.

Dall'ultima sua poesia, datata, appunto, 30 ottobre del 1629, si evince una scrittura molto ferma il cui contenuto ha richiami di una tragica malinconia. Ci sono elementi che rimandano ai luoghi geografici della Magna Grecia e al mare Greco.

Le poesie recuperate, finora inedite, sono 21 e sono ora tutte pubblicate, in eleganti schede con introduzione di Pierfranco Bruni e progetto grafico di Anna Montella.
 "Il tempo, l'amore, il tentativo di interpretare il mistero - secondo Bruni - sono tre aspetti che si trovano spesso nei suoi testi. Aspetti significativi che si legano ad una costante che è il mare"




















martedì 12 agosto 2014

Non c’è più Robin Williams, l’attore nella tradizione tra letteratura e cinema… Il ciclo del viaggio è compiuto Mio capitano *di Pierfranco Bruni






Il ciclo del viaggio è compiuto Mio capitano
Non c'è più Robin Williams, l'attore nella tradizione tra letteratura e cinema…


di Pierfranco Bruni



Non c'è più Robin Williams… Prima di ricordarlo ricordandomelo ho taciuto per ore. Anche con me stesso. Ha legato il cinema alla letteratura e la letteratura all'estetica del sogno, morte, viaggio metafisico abitando proprio quella metafisica cara alla mia cultura: da Eliade a Guenon a Zambrano alla magica – alchimia, all'ironia, alla commedia, al teatro, al piccolo ormai grande schermo… Mai affidandosi alla leggerezza inutile, banale, superflua nella vita dei nostri scavi di esistenza…
Da Dante al Santo Graal, dal mito greco al mito del mondo dei faraoni e la rosa dell'attimo è un simbolo barocco che vive la vita del barocco in quel viaggio che compie il segno di verrà la morte e sempre avrà gli occhi della vita… I tuoi occhi…

Fu proprio Robin Williams a farmi rileggere e rileggere e poi rileggere quella "Divina Commedia" di Dante Alighieri che ho sempre ammesso di non amare.
Fu lui a  permettermi di entrare in una reinterpretazione di William Shakespeare e di insistere per una rappresentazione teatrale sul mito di Orfeo ed Euridice, che in tempi istituzionali imposi e fu un trionfo…
Fu lui a condurmi, già in età matura, a scavare tra la morte e il sogno… Con un film che avevo scommesso di non vedere e poi non ho più scommesso su nulla perché l'ho rivisto dieci volte… Dieci volte per capire il Dante Alighieri che mi sforzo di renderlo senza ipocrisie… Ma ipocrita resta, il Dante…

Chi, alla fine, mi convinse nel 1998 di vedere quel film aveva perfettamente ragione… In una Roma di una sera d'estate…
Ha la magia e l'alchimia del sogno, ma anche gli archetipi della morte, la volontà di morire dopo aver perso le vite dei figli e dopo essersi perso nell'Inferno del Dante da me odiato e così giunge il sogno che si fa teatro di un'esistenza…

Quel film si chiama: "Al di là dei sogni", ovvero "What Dreams May Come", diretto da Vincent Ward e tratto dal romanzo omonimo di Richard Matheson edito nel 1978. In questo romanzo, infatti, c'è tanto Dante e molto Shakespeare, quello de "Amleto", tanto che il titolo è chiaramente ripreso dalla recita di una vita del monologo straordinario, nella prima scena, che apre il teatro moderno.
Lì, ho dovuto dare ragione alla persona che per settimane mi aveva assillato per accompagnarla a vedere questo Williams.

Da quella sera è stato un ricercare le citazioni, le frasi, i dialoghi e gli altri film del Robin che ho apprezzato, stimato e amato tra un incastro perfetto tra cinema, attore, ribalta, scena e retroscena e letteratura.

Già conoscevo parecchio della sua produzione ma quel film mi immalinconiva… E non voli neppure, appena uscito vederlo per la mia Rubrica  sul quotidiano sul quale scrivevo.
E non mi sono fermato a quella sera e quindi non mi sono fermato a rivedere soltanto quel film. Sono anche andato alla ricerca di tutto ciò che avevo perso sino a quella data e delle recensioni scritte, da me, sui film precedenti.

Ho rivisto più volte il famoso "L'attimo fuggente" del  1989, che a suo tempo avevo recensito per il "Secolo d'Italia", quando scrivevo per la pagina Cinema e Letteratura.
Quell'attimo fuggente che  è il saper cogliere lo splendore di una rosa proprio mentre sta cedendo agli attimi che penetrano il sogno di mezza estate.
Ancora Shakespeare, ma soprattutto Orazio.

Sempre e ovunque "Carpe diem…".
Ma tu mio caro  Robin sei andato oltre…
Ho riletto quella recensione. Non cambierei nulla. Una cultura che si fa tradizione e la tradizione che è educazione con lo straordinario canto – recita di "O Capitano Oh mio Capitano", che ho recitato, in silenzio, in solitudine, io lui (il mio capitano) e mia madre, a mio padre prima di salutarlo per l'ultimo suo viaggio.

Un saluto: "Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,/La nostra nave ha resistito ogni tempesta: abbiamo conseguito il premio desiderato", che da Walt Whitman ci porta a Cesare Pavese e da Pavese a Franco Califano di "Ok papà".
Così arrivai a "Risvegli" del 1990 con Robert De Niro. Un altro film che si deve alla letteratura e alle memorie di Oliver Sacks dell'omonimo libro. E poi al Santo Graal de "La leggenda del re pescatore" del 1991 nel ciclo alto del mondo arturiano. Film che ho recensito ancora per il giornale e per giornali sui quali scrivevo.

Ricordo la bellezza della leggenda, perché ogni linguaggio è una leggenda e mai una leggerezza. Sì, mai una leggerezza, soltanto i mediocri scrittori o gli scrittori che resistono sino a quando resistono i libri deviati pensano che la letteratura e la vita siano un attraversamento di leggerezze…
Soltanto la mediocrità è leggerezza.
Il resto è grandiosità, immensità, profondità, estetica del senso e degli orizzonti…
Gli scrittori alla Calvino non hanno capito nulla della letteratura…

Ancora le grandi tradizioni che campeggiano tra la parola e il cinema.
E così giungo a "Jumanji" del 1995. Una splendida storia e interpretazione, la cui sceneggiatura è tratta ancora da un romano, omonimo il titolo, di Chris Van Allsburg del 1981.
E poi avanti avanti negli anni e ancora avanti sino a  "Una notte al museo" del 2006 -2007.
E ancora avanti con "Una notte al museo. La fuga" del 2009, ovvero "Una notte al museo 2".
E ancora "Una notte al museo 3 – Il segreto del faraone" che è del 2014.
Un film che uscirà negli Stati Unita d'America nel dicembre del 2014, mentre in Italia vedrà la luce nel 2015, mese febbraio.

Insomma c'è sempre un segreto nella vita degli uomini.
Anche in chi nasce recitando, in chi fa della vita dannunziamente un rapporto tra letteratura e cinema. E oltre. Ma Robin è al di là dei sogni in quell'attimo fuggente che riesce ad ascoltare O Capitano e che noi, in silenzio, accompagniamo il suo silenzio con:
"Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto
".

Resto molto legato a Robin Williams e a quella persona che mi ha permesso di leggerlo – vederlo – immaginarlo oltre il mio mestiere di critico letterario e cinematografico di un tempo di passaggio che ormai è stato…
La sua morte mi isola, mi rende isola e nella solitudine non posso che rileggere i versi che ho letto a mio padre in quella notte dove soltanto io e mia madre siamo rimasti a vegliare il capitano nostro… "La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto…".



venerdì 25 luglio 2014

Si celebra Berlinguer? Ma Enrico Berlinguer fu comunista quando i russi occupavano Praga? di Pierfranco Bruni


 

Si celebra Berlinguer? Ma Enrico Berlinguer fu comunista

quando i russi occupavano Praga?



di Pierfranco Bruni

Quanta retorica si consuma nel riesumare una memoria e un immaginario. Ci sono politici il cui ricordo li rende Giganti. Ci sono politici la cui memoria a ritrovarla li rende dimenticati.
Apriamola questa vertenza.
Si sta creando un mito di Enrico Berlinguer. Ma il mito di Berlinguer, comunque, resta tra gli ex comunisti, ovvero tra i già comunisti e tra coloro che oggi si dicono non più comunisti ma mai anticomunisti.
Il nodo gordiano è proprio qui.
A parte Renzi, e i suoi renziani, che non credo abbia (abbiano) una formazione politica e tanto meno cultural-politica, tutti coloro che si reputano e si dicono non più comunisti dentro il Pd, a parte i democristiani di sinistra che c'erano nelle stagioni di oro e di bronzo di Fanfani e Moro e ci sono ancora, già PCI, in tempi poi non troppo lontani, non hanno fatto non fanno e non faranno mai una esplicita enunciazione di anticomunismo.
Perché?
Semplicemente perché non lo sono e non lo saranno mai in quanto sono nella storia storicizzata del comunismo.
Enrico Berlinguer è stato comunista?
O neppure lui deve essere considerato un non comunista quando il comunismo era la Breccia trionfante dell'Internazionalismo sovietico?
Decidetevi. Rivoluzionate pure, cari compagni, la storia. Il buonismo di Walter non ha alcun significato ed è privo di una scientificità storica e di una storiografia documentata.
Berlinguer è stato comunista? Si o no?
Il comunismo è da condannare o resta ancora la bella rivoluzione della bandiera rossa che trionferà?
Berlinguer, per fare un solo esempio, che posizione ha assunto durante i giorni dell'agonia di Moro nel 1978?
Fu un c
omunista dal volto umano come si diceva tra le intelligenze francesi di quel tempo? Una barbarie dal volto umano, quel comunismo che aveva invaso la Cecoslovacchia…
Chi ha vissuto ricorda e chi dice di ricordare soltanto è probabile che non abbia vissuto o che abbia dimenticato il vissuto.
Io non trovo questo gigantismo di pensiero nell'idea del "compromesso storico" berlingueriano affiancato ad Aldo Moro.
Aldo Moro resta Aldo Moro con la sua storia proveniente da una scuola non post fascista, ma dentro il fascismo.
Berlinguer resta un comunista. Mi si dirà un Eurocomunista. Già! Dimenticavo.
Purtroppo se nel post fascismo si ha la dignità e il coraggio di dirsi antifascisti, e sarebbe ora di riscrivere la storia in tutti i sensi, nel post comunismo non c'è nessuno disposto a dirsi anticomunista. E sono fattori diversi considerarsi non più comunisti rispetto a considerarsi anticomunisti. Non vi pare?
Ma Enrico Berlinguer fu comunista quando la Unione Sovietica occupava le piazze dell'Est?