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Suggestioni della modernità. La stagione visionaria del simbolismo in mostra a Rovigo.

  "Il trionfo delle tenebre" di Sascha Schneider è una delle opere protagoniste di una mostra fortunatissima che, apertasi il 7 marzo, proseguirà fino al 14 giugno, a Rovigo, nel ricordo della stagione del simbolismo. "Il demone della modernità, pittori visionari all'alba del secolo breve": questo è il titolo di un evento straordinario allestito a Palazzo Roverella, sede non nuova per avvenimenti del genere, la cui cifra semantica va oltre lo stesso messaggio dell'arte che celebra, recuperando i tortuosi meandri di una cabala che ha perduto la chiave mistica originaria per approdare all'oscurità feconda  dell'inconscio. Il regno dell'invisibile la fa da padrone in una sequenza di lavori che restano un momento di rilevante patrimonio creativo. Un mix di reminiscenze mitiche, intrise di un lirismo onirico dalle diverse caratterizzazioni fantastiche, si apre ai nostri occhi con tutta la forza di una riflessione inventiva quasi irripetibile. Ques...

Sanremo e la sua lunga fiction

Immagini e parole, pensieri e spartiti, bolidi rombanti, biciclette sfreccianti in un mare di sensazioni e di emozioni immerse a loro volta in un'originalissima teoria di business e di spettacolo. Questa è la sequenza dell'evento Sanremo, che vive la sua lunga vicenda in un rincorrersi di fiction e di autofiction. Al ritmo dei suoi protagonisti e delle sue comparse che di volta in volta recitano a soggetto, coinvolgendo l'anima italica in questo angolo di Riviera ligure. Profondissimi respiri brevi ed ansie di vita che ritornano puntuali ogni anno, se pur già annunciati mesi prima dalla gran cassa della pubblicità dei media, che non rinunciano ad appropriarsi (e farla ormai propria) di idee nate tanti anni fa, quando l'unica crisi di cui si parlava era quella, lasciata alle spalle, della guerra, con la sua traccia di sangue e rovine, oltre che di miseria. Oggi, nel mezzo di un "afterrmath" non meno devastante, se non altro perché non fa intravedere squarci ...

Memorie di Libia

 Di lui mi parlava sempre mio nonno e il ricordo non era di quelli che sbiadiscono facilmente. Era un gentiluomo d'altri tempi, affabile e curioso, uno spirito universale ed eclettico. Si chiamava Davide ed era di religione ebraica, ma il cognome non lo ricordo e forse non lo ricordava neppure nonno Lorenzo. Erano diventati amici, i due, nel corso degli ultimi viaggi da marittimo che il nonno fece negli anni Trenta. Davide era un funzionario del Lloyd triestino di stanza a Tripoli, in Libia. Aveva mantenuto il suo ufficio anche dopo lo scoppio della guerra del 1939 e aveva assistito con rammarico alla visita del gerarca nazista Goering in Libia nella primavera di quell'anno, proveniente da Sanremo con il suo yacht personale. Dotato di grande cultura e di sensibilità non comune aveva commentato con sconcerto e tristezza quell'evento nell'ultimo incontro con mio nonno, durante una sosta della nave, su cui era imbarcato, nel porto libico. Soffiavano già sinistri i venti...

Occidente e Futuro

Casalino Pierluigi, Spesso ci si è chiesto e ci si chiede oggi ancora di più (in presenze di rinnovate minacce) se l"Occidente sia in grado di impedire lo sviluppo di un sistema schiavistico-burocratico o peggio di un sistema totalitario di diverso e più accentuato asservimento, di questa o quell"altra natura. La storia della Russia pre-bolscevica (e forse, ma con riserva, anche quella post-sovietica) mostra che paesi di tipo orientale che sono indipendenti  e in stretto contatto con l"Occidente possono vigorosamente avviarsi verso la realizzazione di una società democratica e policentrica. Tuttavia la condizione dell"Occidente non è più in grado di promuovere tale processo liberante, anche a causa delle innumerevoli compromissioni con società di tipo dispotico, fondate sulla tradizione asiatica o orientale. Salvo alcune eccezioni, come l"India (almeno nelle apparenze), il Giappone (ed altri minori), paesi orientali , ma moderni e democratici n...

Sanremo e il sogno d'amore

Per un curioso scherzo del destino, proprio durante le giornate del Festival di Sanremo, è uscito anche nelle sale italiane un film denuncia della violenza estremistica, quel "Timbuktu" di un fortunato regista mauritano, che svela con una pellicola di grande realismo il vero volto di chi uccide nel nome della religione. E non è un caso che il film si sposi paradossalmente con il messaggio dell'evento sanremese appena concluso. Un messaggio d'amore. Perché la gente, in realtà, ha bisogno d'amore, di tanto amore, di Grande Amore. Un motivo che colpisce con il suo testo ancor più della sua melodia, quello dei tre tenorini de IL VOLO, che ha trionfato appunto sul palco dell'Ariston, e che si scontra, per quanto riferito al sentimento di Cupido, con le gesta dei fondamentalisti che il registra ci mostra strumentalizzare anche l'amore tra un uomo e una donna. L'episodio dell'imam che oppone al concetto di guerra santa dei fanatici quello di lotta inte...

SE IL FUTURO HA UN FUTURO di Pierlugi Casalino

SE IL FUTURO HA UN FUTURO Il Futurismo ha lasciato una traccia. Non solo nello slancio verso un avvenire senza confini e senza limiti intellettuali e creativi. Ma anche rinnovando una riflessione su un futuro non devastante, ma in grado dare forma, suono e dinamismo all’anima del progresso. Il futuro ha, dunque, un futuro? La domanda ha del paradossale, ma nasconde una grande verità. E’ una domanda da futuristi o da nuovi futuristi, non da futuristi pentiti, ma più consapevoli. Da sempre il futuro si fonda sul passato. Il passato costruisce il futuro. Una mappa creata da intuizioni, previsioni, progetti, disegni e racconti. Spesso si tratta di occasioni mancate. Ma più frequenti sono i tentativi riusciti di formulare un’ipotesi realizzabile. In altri termini il futuro esiste nel modo in cui lo si racconta. Il futuro è aurorale, non ha un “prima ”, né un “poi”. Esiste quindi un rapporto tra il futuro e il suo immaginarlo. Come si investiga su una questione così apparentemente astratta,...

FUTURISMO URAGANO di Pierluigi Casalino

L’URAGANO FUTURISTA Fu un autentico uragano, che travolse ogni settore della società dell’epoca. Tutto passò al filtro della ventata futurista, avviata con la pubblicazione, nel 1909, su “Il Figaro” di Parigi del Manifesto di Marinetti. Si trattava di un documento poliedrico e trasgressivo, che inneggiava a un nuovo modo di vivere e di creare, di vedere il mondo e di cambiarlo. I primi programmi futuristi videro la luce nell’abitazione del fondatore, in via Senato, 2, a Milano. L’evento finì per lasciare un segno profondo tra le correnti artistiche e di pensiero dei primi decenni del Novecento e rappresentò certamente uno dei fenomeni culturali più importanti del XX secolo. Da un’atmosfera di idee ancora confuse e caotiche si sprigionò una fiammata, che ancora oggi resiste alle mode, “Il Futurismo”. Si trattava della rappresentazione e dell’imitazione delle movenze e dello spirito della corsa sfrenata della macchina, attraverso parole, voci e manifestazioni taglienti come lame. Un tra...