sabato 13 gennaio 2018
Roby Guerra studia la 'futurologia' della vita quotidiana | estense.com Ferrara
domenica 24 dicembre 2017
Futurauguri Natale 2017 e 2018 transfuturista: Free eBook
Manuale di Futurologia Esatta. Da Marinetti ai transumanisti
a cura di Roby Guerra
domenica 7 agosto 2016
Esobiologia/Ufologia: gli extraterrestri sono tra noi?
domenica 19 aprile 2015
Futurismo: Roby Guerra, dalla poesia alla scienza
Da qualche tempo, Roby Guerra, futurista ferrarese firma recensioni scientifiche per il sito magazine Meteo Web.Eu, tra i principali nel web per la divulgazione scientifica e per le previsioni meteoroiogiche, prossimo alla comunità dei geologi italiani. Nello specifico, Guerra cura generalmente recensioni sui New Media e certa Fantascienza d'anticipazione e ha recensito la recente collana Frontiere della Scienza, ovvero diversi volumi editi da Le Scienze/La Repubblica, dedicati alla conoscenza scientifica contemporanea, i suoi sviluppi più aggiornatii. Collana curata da M. Cattaneo e ogni volume con interventi saggi dei principali ricercatori scientifici contemporanei, scienziati e anche giornalisti scientifici esperti in divulgazione. " I problemi dell'energia", " I problemi del tempo", "Fisica estrema", La Medicina del Futuro" , alcuni dei titoli recensiti da Guerra (circa una decina). Nato come poeta, Roby Guerra, via via si è specializzato in futurismo e dinamiche futuribili, membro attivo del movimento neofuturista transumanista e futurologico italiano (AIT, Network+, Netfuturismo- di A. Saccoccio con cui ha appena co-curato Marinetti 70... ecc.), culminate ora con certa significativa divulgazione scientifica di ampiezza nazionale.
Info:
http://www.meteoweb.eu/2015/04/intelligenza-artificiale-i-supertoys-che-durano-tutta-lestate/431722/
http://www.meteoweb.eu/2015/04/david-buckingham-cultura-digitale-da-zero-a-100-anni/428649/
http://www.meteoweb.eu/2015/03/medicina-futuro-staminali-terapia-genica-nanotecnologie/412903/
http://www.meteoweb.eu/2015/01/problema-riflessioni-quarta-dimensione/378244/
sabato 7 giugno 2014
Microsoft annuncia il Tablet evento 3.0
Come i precedenti dispositivi della gamma Surface, anche questo ha uno 'stand' che permette di trasformarlo rapidamente in un laptop, con tastiera più sottile e un cavalletto estraibile - che può essere piegato fino ad aderire alla scocca - utile per la digitazione con il 'touch'.
Sistema operativo Windows 8.1 e versione "dedicata" di Photoshop, grazie ad una partnership con Adobe, ottimizzata per l'interazione con il touchscreen. Surface Pro 3 è dotato anche di un pennino tutto nuovo, costruito in alluminio e con 256 livelli di sensibilità di pressione: sembrerà di utilizzare una stilografica "È il tablet che può rimpiazzare il vostro computer portatile": così l'azienda di Redmond ha presentato il nuovo tablet che sarà disponibile in Italia in agosto, a un prezzo ancora non comunicato. Negli Usa il prezzo parte da 799 dollari fino ad un massimo di 1949 dollari per la versione più potente e con più memoria.
http://tecnologia.it.msn.com/test/ecco-il-tablet-che-sostituir%C3%A0-il-notebook
lunedì 2 giugno 2014
IIF Futuri 2 a c. di Roberto Paura
Italian Institute for the Future
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Homo Sapiens techno verso....
Chi sono gli umani?
«Quelli sopravvissuti?»
Non solo loro, anche gli altri. Quelli scomparsi, quelli estinti.
«I sopravvissuti siamo noi. Homo sapiens. Ma non siamo sempre stati soli. C'erano altre specie, come accade anche a altri animali. Home erectus, Homo rudolfensis, Homo soloensis, Homo denisova, Homo ergaster e I Neanderthal, più massicci e muscolosi di noi, si adattavano bene al clima dell'Eurasia occidentale dell'era glaciale. Nelle regioni più orientali c'era l'Erectus, che sopravvisse lì per due milioni di anni, il che fa di lui la specie umana durata di più al mondo. Tutti questi sono umani. Appartenevano al genere umano»....... C IL GIORNALE
giovedì 1 agosto 2013
NUOVA STORIOGRAFIA-H-plus: la filosofia del Transumanesimo *VIDEO
- AA. VV., Il Transumanismo. Cronaca di una rivoluzione annunciata, 2008, Lampi di Stampa.
- Pietro Barcellona, L'epoca del postumano, 2007, Città Aperta.
- Niels Boeing, L'invasione delle nanotecnologie, 2006, Orme Editori.
- Riccardo Campa, Mutare o perire. La sfida del transumanesimo, 2010, Il Sestante.
- Riccardo Campa (a cura di), Divenire I. Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano, 2008, Il Sestante.
- Riccardo Campa (a cura di), Divenire II. Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano, 2009, Il Sestante.
- Riccardo Campa (a cura di), Divenire III, FUTURISMO. Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano, 2009, Il Sestante.
- Antonella Canonico, Gabriele Rossi, Semi-Immortalità. Il prolungamento indefinito della vita, Lampi Di Stampa, 2007.
- Emanuela Ciuffoli, Manipolazioni corporee tra chirurgia e digitale, Meltemi Editore, 2007.
- Francis Fukuyama, L'uomo oltre l'uomo. Le conseguenze della rivoluzione biotecnologica, 2002, Mondadori.
- Joel Garreau, Radical evolution, Sperling & Kupfer, 2007.
- Jürgen Habermas, Il futuro della natura umana. I rischi di una genetica liberale, Einaudi, 2002.
- Ray Kurzweil, La singolarità è vicina, Apogeo, 2008.
- Jeremy Rifkin, Il secolo biotech. Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era, Baldini Castoldi, 2003.
- Aldo Schiavone, Storia e destino, Einaudi, 2007.
- Gregory Stock, Riprogettare gli esseri umani. L'impatto dell'ingegneria genetica sul destino biologico della nostra specie, Orme Editori, 2005.
- Giuseppe Vatinno, Il Transumanesimo. Una nuova filosofia per l'Uomo del XXI secolo, Armando Editore, 2010.
- Roberto Guerra, Futurismo per la nuova umanità. Dopo Marinetti: arte,società, tecnologia, Armando Editore, 2011.
http://storiografia.me/2013/04/24/h-plus-la-filosofia-del-transumanesimo/
giovedì 14 marzo 2013
Internet vs la Finanza degli ominidi...* + Video
fonte
www.eccolanotiziaquotidiana.it
Tra gli effetti del web inconcepibili al vecchio ominide dei secoli scorsi, classificato (erroneamente) Homo Sapiens (non a caso molti dimenticano la definizione esatta, Homo Sapiens Sapiens...) o dai postcomunisti ideologici ancora Homo Consumens (ma meglio consumens che ...soviet) sfugge probabilmente a politologi, futurologi non scientifici, presunti esperti, la dinamica più rivoluzionaria e trasformatrice.
Internet azzera, rottama, vaporizza la cosiddetta Economia o Finanza o quel vecchio calesse salvadanio che ci si ostina a chiamare ancora Banche o Borsa Mondiale! Non solo questioni terminologiche, ma un linguaggio intero, l'area sinaptica dell'economia o della Finanza intera è oggi superata, estinta. Internet è un ictus che ha colpito irreversibilmente questa sezione dell'encefalo planetario. Non a caso il mondo è in coma vigile, paralizzato, anche i neurochirurghi semi-infermi, l'ictus digitale è un virus, contagioso, epidemico!
Ogni volta o quasi, con una iperbole, quando esperti, politici, economisti disquisiscono di temi cosiddetti finanziari, economici e del futuro, sempre con certo linguaggio economico, finanziario, statistico ecc, poco importa se anche universitario o da Premio Nobel, quel che dicono equivale a parlare di astrologia, di oroscopi, di volo degli uccelli...
Qualcuno lo assioma...anche ma poi subito scatta la regresssione linguistica, pre-internet e irrazionale, i Caldei o gli Aruspici lo facevano persino meglio! In principio da decenni ormai, con il Web alla luce del Sole, è l'INFORMAZIONE e la sua energia nucleare è la Velocità quasi della Luce, istantanea, simultanea.
Come uno Tsunami, l'Informazione è un fenomeno ormai Naturale, una memetica senziente, quasi, un vortice, un terremoto dove al massimo l'azione umana può interferire per salvarsi la pelle, magari con nuove norme antisismiche – nella metafora- sinaptiche, ovvero cominciare a ragionarci su, senza rimuovere letteralmente il Nuovo Fenomeno Naturale.
L'economia come astrologia reale o parapsicologia socio-economico-finanziaria è persino documentata in cronaca live nelle notizie in merito dei giornali e delle televisioni: nessuna differenza con il Mago Otelma!
L'economia è morta, andrebbe abolita tutta la sua enciclopedia linguistica: Einstein senza l'Informazione Accademia delle Scienze sarebbe oggi sconosciuto. Qualsiasi multinazionale senza Informazione non esiste, i suoi prodotti, dal detersivo e le noccioline alla bomba atomica anche se occupano l'intera Area 51, senza Informazione non esistono, sarebbero un cimitero a cielo aperto, lo saprebbero solo operai e qualche rondine o piccione viaggiatore...
Ebbene oggi appunto l'Informazione è Gaia, il pianeta Terra intero dopo Internet: lo spread ad esempio a livelli globali equivale a parlare quasi dell'ascendente individuale! Non c'entra nulla se non come autoprofezia che poi si autorealizza come funziona la magia dal neolitico..
Quel che è decisiva è non solo la Mutltinazionale come Informazione in sé, ma la Meta-Informazione, ovvero la Terra Gaia digitale globale che condiziona geneticamente la multinazionale stessa, velocità diverse, assimilandola, plasmandola, tatuandola..
Prima di Internet, le cosiddette Borse alternavano veglia e sonno, i fusi orari erano l'unico o quasi sogno rem che disturbava, interferiva preBrokers pre-turbo capitalisti, finanzieri ecc, alla moviola quasi umana come velocità...
Con Internet, spazio e tempo sono la stessa cosa e relativi come direbbe Einstein, le cosiddette Borse sono live non stop, tutte le unità umane settoriali semplici link o avatar del flusso, del vortice, del terremoto digitale produttivo (informazionale!) a moto perpetuo, il sogno rem e la veglia fusi indistintamente come una Chimera borg, i fusi orari stessi un rave continuo: vince chi è più veloce metaforicamente, nel salvarsi la pelle, captando quasi in multitasking neuronale, l'onda caotica e certe sue direzioni produttive e monetarie (informazionali) del cosiddetto Business o Mercato Mondiale, lanciando un clic, un nanoposter, un tweet cinguettio (al di là persino dei prodotti cosiddetti, surclassati – basta vedere un filmato di Wall Street, dalle sigle commerciali e industriali, mere password d'accesso..... il PIL + o - si dice (dimenticano sempre x e :, figurarsi zerouno, unità postmonetaria misconosciuta nella società liquida, anche il denaro, liquefatto, immateriale!), il prodotto specifico non esiste più, superfluo, solo Informazione!
Quel che funziona ancora è perché qualcuno inconsapevolmente c'azzecca come Colombo ci azzeccò con l'eclisse con gli Indiani d'America o come in fondo ha funzionato il mondo fino alla rivoluzione scientifica, industriale e poi elettronica e oggi Internet. ( E ovvio per altre infinite casualità creativamente, ma come poeti visionari, mai scienza con co-scienza, innestate nella Matrice e nella sua folle corsa ipersonica quotidiana..).
La Matrice, Internet in certo senso (o persino già senziente, post singolarità tecnologica... e qua scenari da fantascienza simultaneamente ossimori, contraddittori, inquietanti e ammalianti, alla Orwell/Asimov) ha generato la cosiddetta crisi contemporanea...
Le vecchie soluzioni sono ridicole (al di là di svolte non complesse, fondamentali ma secondarie- etico sociali- ma dicono sia demagogia!- se non si sperimentano soluzioni radicali tecnoscientifiche- scienza con co-scienza e anche robusta immaginazione futuribile), basate sul Mito della Finanza e dell'Economia (e delle Multinazionali e delle Banche..) e dei suo esperti capaci consapevolmente di legiferare e creare le leggi umane della Finanza stessa mondiale ancora con i vecchi arnesi astrologici (enciclopedia del linguaggio specialistico e tecnico in primis) dell'umanità pre-internet.
Qua non la sede, né abbiamo la competenza conoscitiva per le ricette necessarie ( se non tra le righe alcuni input lanciati), ma ci si rifletta su:
in pillole: l'homo sapiens sapiens, dall'ultima glaciazione, ha circa 10000 anni... la Macchina (anch'essa una macchina, una vecchia informazione) BANCA ha 5/6 secoli. INTERNET, supermacchina senziente quasi della nuova umanità digitale, sta semplicemente rottamando la paleomacchina Banca (e tutta la sua genealogia dal tardo medievo al XX secolo) alla base del vetusto mondo industriale...chiamato capitalismo o capitalismo di stato (il socialismo).
All'orizzonte qualcosa del genere: dall'alchimia alla chimica, dall'astrologia all' astronomia, dall' economia alla futurologia scientifica (o come la si vorrà chiamare), dal latino... all'inglese, dalla finanza e le banche e le multinazionali e la partitocrazia, a un mondo nuovo postindustriale... a nuovi Strumenti oggi inediti (probabilmente immateriali- prima o poi dislocati nel nascente web 3.0 più evoluto), in sostituzione di banche, multinazionali e partiti... per "nutrire" la Terra e gli Umani (Ch'era poi l'obiettivo comunque del Sistema Finanzocratico, sempre fallimentare se non per alcuni o molti in scala gerarchica in Occidente...).
In principio non il Verbo (ovvero i numeri della cabbala o dell'Istat o di Wall Street o delle agenzie di Rating che lanciano profezie che poi si autorealizzano rovinando e affamando popoli interi, ma non i Faraoni/Sacerdoti di turno...) ma l'INFORMAZIONE (forse già viva, veloce come la luce, la Matrice!).
RobyGuerra
sabato 9 febbraio 2013
Stefano Vaj e il trans-futurismo * by Transvision 2010-Milano
La missione del transumanismo
Al contrario delle aspettative di molti, positive o negative, escatologiche o millenaristiche, vi è ragione di ritenere che il ritmo dei processi di cambiamento stia in realtà rallentando a paragone di ciò che avevamo vissuto nel secolo che va approssimativamente dal 1870 al 1970. Persino alcuni dei risultati più spettacolari successi dei nostri giorni ricadono ampiamente nel perimetro di trend e paradigmi preesistenti. e rischiano di apparire come le proverbiale gesta di nani sulle spalle di giganti. La decadenza culturale e dei sistemi educativi, il pregiudizio ideologico, il proibizionismo ed un quadro normativo sfavorevole, l’inerzia di modelli socio-economici sempre più globalizzati, tutti giocano un ruolo in questo scenario. Le tentazioni da parte dei transumanisti di “prendere in mano” ciò che dipende largamente da progetti che richiedono il coinvolgimento di intere società o civiltà, o dal genio individuale, sono nella maggior parte dei casi figlie dell’illusione. Ma ancora più futile è ridursi a fare le cheerleaders di sviluppi tecnoscientifici che si ritiene debbano prodursi automagicamente, in ogni caso; o essere principalmente preoccupati del fatto di “guidare” cose che non vedranno mai la luce se non viene generata a tale fine una sufficiente mobilitazione che conduca ad un profondo mutamento delle politiche in essere e del sistema di valori dominante.
La missione del transumanismo è quella di organizzare esplicitamente la promozione, l’attività di lobbying e l’attivismo metapolitico volti a sostenere la causa dell’innovazione e di una trasformazione postumana, e prima ancora postumanista.
Stefano Vaj is a prominent attorney and writer in Italy, and serves as the national secretary of the larger of the two transhumanist groups in Italy, the Italian Transhumanist Association or AIT. |
http://transvision2010.wordpress.com/2010/10/20/transvision-2010-presentation-by-stefano-vaj/
martedì 27 novembre 2012
Milano- 2012- una fine del mondo? convegno a cura della Rivista Antares
Antarès - prospettive antimoderne
Scuola Romana di Filosofia Politica
Università degli Studi di Milano - Cattedra di Storia della Filosofia I
2012: una fine del mondo?
29 novembre 2012, h. 15.00 – 18.30
Università degli Studi di Milano
Aula 517, Via Festa del Perdono 7
I sessione: Forme e figure dell'apocalittica nella storia
Prolusione: Giulio Magli (Politecnico, Milano): I Maya e il 2013
Presiede: Davide Bigalli (Università di Milano)
Relazioni:
Andrea Piras (Università di Bologna): Fine del mondo e mondo alla rovescia: scenari escatologici e timori apocalittici nello zoroastrismo
Daniele Foraboschi (Università di Milano): Un'escatologia nel pensiero greco-romano?
Stefano Allovio (Università di Milano): Sospensione e rigenerazione del mondo in alcuni contesti dell'Africa sub-sahariana
Giuliano Boccali (Università di Milano): India: infinità del tempo, fra apocalissi e rinascite
Massimo Campanini (Università di Trento): Attendendo la fine del mondo: l'Anticristo nell'Islam
Giuseppe Laras (Fondazione Maimonide, Milano): Apocalittica e messianesimo ebraico
30 novembre 2012, h. 9.30 – 12.30
Università degli Studi di Milano
Aula 1, Via Sant'Antonio 5
II sessione: Figure dell'escatologia
Presiede: Riccardo Scarpa (Università di Roma "La Sapienza")
Relazioni:
Roberto Valle (Università di Roma "La Sapienza"): Anticristo e katechon nel pensiero politico e religioso russo da Dostoevskij all' "età d'argento"
Vincenzo Russo (Università di Milano): Simulacri della fine: catastrofi, disastri e altre apocalissi
Davide Balzano (Università di Milano): Rileggere Ernesto De Martino: le apocalissi culturali
Antonina Strano (Università di Milano): L'escatologia atea di Ernst Bloch
Carlo Pagetti (Università di Milano): "The poppy in the cloud": motivi apocalittici nella letteratura americana
Conclusioni: Giulio Maria Chiodi (Università dell'Insubria)
venerdì 10 agosto 2012
Non date per morta l'America: parola del futurologo Kurzweil
Non date per morta l'America | |
di FRANCESCO GUERRERA | |
La città si chiama Aurora ma da una settimana è il simbolo di un'America al tramonto. La follia omicida di James Holmes, lo studente che ha ucciso 12 innocenti e ne ha feriti altri 58 alla prima di «Batman» in Colorado, ha sconvolto una nazione e accentuato la sua crisi di identità. I proiettili sparati dal 24enne con i capelli rossi e gli occhi da pazzo sono echeggiati nei televisori, case ed uffici di un paese che fa fatica a trovarsi ormai da anni. Non più superpotenza economica, senza un nemico chiaro con cui confrontarsi, e con il fiato della Cina sul collo, l'America è attanagliata dai dubbi. L'atto barbarico di Holmes è un'altra batosta alla fragile psiche nazionale, la «prova» che nell'America di oggi nessuno è sicuro, nemmeno in un cinema di provincia del Colorado. Non se è possibile comprare 6000 pallottole per fucili e pistole su internet come fossero buoni del Tesoro. L' esortazione del presidente Obama - l'America deve far fronte al massacro di Aurora come «una grande famiglia» - è sintomatica del momento. Il carismatico «padre» del Paese, l'uomo più potente del mondo, non ha risposte, solo parole. Con l'economia sull'orlo della recessione, il mondo della finanza alle corde e una quasi-guerra di classe tra i ricchi di Wall Street e i sempre più poveri che vogliono «occupare» il capitalismo, sembra naturale concludere che siamo ormai alla fine dell'impero americano. L'intelligencija fa la sua parte, riflettendo e fomentando l'idea che i giorni migliori del paese sono nello specchietto retrovisore. Da ideologi di destra come Pat Buchanan - il consigliere di Nixon e Reagan che ha scritto un libro intitolato «Il suicidio di una superpotenza» - alla sinistra liberal di Thomas Friedman, il columnist del New York Times la cui ultima opera si intitola «That Used to Be Us» (Un tempo questi eravamo noi), il mormorio dei benpensanti è un coro di laudatores temporis acti. Il parossismo, quasi parodico, di questa mentalità è esemplificato in un monologo nella nuova serie televisiva di Aaron Sorkin - il creatore della «West Wing» - ambientata in uno studio televisivo. Parlando ad un gruppo di studenti, il protagonista, un vecchio anchorman incarnato da Jeff Daniels, urla: «Quando dite che l'America è il migliore paese del mondo, non ho la più pallida idea di che cazzo parliate. Il parco di Yosemite?». Ma siamo proprio sicuri che l'America sia in declino terminale? Aurora è un capitolo tragico e la congiuntura economica e finanziaria non è certo favorevole, ma pazzia e recessione non portano automaticamente alla decadenza di un paese come gli Stati Uniti. I molti critici dell'America di oggi fanno un errore abbastanza basilare e ben noto a chi studia economia - confondendo fattori ciclici e fattori strutturali. Mi spiego. Non c'è dubbio che gli Stati Uniti siano in un momento di profonda crisi, economica e sociale. Ed è senz'altro possibile che l'economia Usa ricada nella recessione prima di essersi completamente ripresa dall' ultima contrazione. I numeri sono deprimenti: dai dati sulla fiducia dei consumatori, al tasso di disoccupazione, al moribondo mercato immobiliare. Persino il terziario, il settore dei servizi che ha tenuto l'economia a galla e dato posti di lavoro a milioni di persone per decenni, ha l'acqua alla gola. Basta guardare a Wall Street - che pochi anni fa era una fonte di orgoglio nazionale ed un'aspirazione per tanti giovani ed ora è diventata un sacco da pugile per politici, giornalisti e ragazzi del movimento «Occupy». Attenzione, però, a sottovalutare gli Usa. Chi li dà per morti deve prima considerare il contesto storico. Non è la prima volta che gli Stati Uniti hanno paura di essersi svegliati dal Sogno Americano. La Grande Depressione degli Anni 30, la crisi di fiducia scatenata dalla guerra in Vietnam e il senso d'impotenza rivelato dagli attacchi dell'11 settembre sono tre esempi di momenti critici nel passato di un paese ancora abbastanza giovane. L'America è riuscita a superarli grazie alla flessibilità di un sistema politico - il federalismo - e di un'economia che, a differenza della rigidissima Europa, sono capaci di adattarsi ai tempi che corrono. E' possibile che la storia si ripeta in questo nuovo, difficilissimo, frangente. Un attento osservatore può già notare il cambiamento camelontico dell'economia americana, da gigante manifatturiero a mostro dei servizi, soprattutto finanziari, ed ora, campione di nuove tecnologie. Non solo Facebook - una società che non esisteva nemmeno dieci anni fa ed Apple (e Google e Microsoft e Twitter etc etc). Ma anche esperimenti come Singularity, un'«università» non a scopo di lucro fondata da scienziati della Nasa, che è specializzata nello studio e nell'insegnamento di nuove tecnologie a gente in carriera.... C O figure come Ray Kurzweil, l'inventore del software che permise ai computer di «ascoltare» voci umane e di tradurle sullo schermo. Ad una conferenza piena di manager d'impresa il mese scorso, ho sentito Kurzweil giurare di essere capace di «riprodurre» il cervello umano in un computer - una scoperta che, per esempio, potrebbe aiutare a debellare l'Alzheimer ed il morbo di Parkinson.... C LA STAMPA http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10387 |
venerdì 1 giugno 2012
Intervista a Danilo Campanella: il computer come Ideogramma 3.0
D. Campanella: il Computer come un superideogramma?
Se per ideogramma intendiamo un “significante” corrispondente a un significato, viene da se che esso permette la comunicazione, anche scritta, tra popoli di lingue differenti. Il computer non fa altro che “amplificare” questo concetto, diventando, come lei ha detto, un superideogramma.
D. Campanella: connessioni con certa ricerca junghiana, M.L. Von Franz (Tracce del Futuro) su certa altra cibernetica di matrice storico-scientifica cinese ad esempio?
Le connessioni si trovano sempre. Una volta U. Eco riuscì a trovarne una collegando due termini molto distanti tra loro (Platone e salsiccia). Tuttavia in questo caso è verosimile un collegamento con il nostro tema e il lavoro di ricerca dell’allieva di Jung, che scrisse molto sul significato del simbolo e del segno. In un suo saggio in particolare, “Tracce dal futuro, divinazione e tempo”, riscontriamo che “potrebbe” esistere un ordine naturale prefissato nell’universo. Ne deriva che il destino avrebbe una valenza “teologica”, e il futuro sarebbe conoscibile attraverso lo studio dei simboli che ci sono attorno a noi (anticamente era la divinazione) ed è certo che il legame tra matematica e teologia nella cultura cinese era molto forte. Con questo non voglio dire che gli antichi cinesi ritenessero l'universo creato, come neanche i buddisti, e i confuciani parlano ben poco di Dio, ma la tesi piu' diffusa e' che l'universo e' sempre esistito, come anche l'anima individuale. Ergo la divinita' non e' un ente, separato dal mondo, ma uno status al quale tutto il mondo tende, insieme alle stesse anime individuali. In occidente si avvicina molto a questa visione orientale la teosofia o l'antroposofia.
D- Campanella: matematica quantitativa e "qualitativa", una sintesi possibile?
Per i Cinesi era possibile, ma anche per Pitagora. La cosiddetta matematica “quantitativa”, è quella a noi familiare. Nell’antica scuola pitagorica troviamo la presenza di un altro versante della matematica, quello mitico-simbolico, o qualitativo, che per essi era molto più importante, in quanto punto di riferimento per esprimere la loro Teoria del mondo, attraverso un versante "qualitativo" che non si occupa della “quantità”, ma si rivolge invece alle energie cosmiche ed al loro Principio. Inoltre applicando l’Esortazione alla filosofia di Giamblico (sorreggere le cose pensate grazie a immagini simboliche “segnavia” o di sostegno, è possibile avvicinarsi alla meta, alla contemplazione delle idee eterne, alla cosa pensata e al suo più intimo significato.Galileo diceva che il mondo è fatto di simboli, e la matematica è il linguaggio di Dio: « La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto. »(Galileo Galilei, Il Saggiatore, Cap. VI).Per dirla enfaticamente, i simboli sono intorno a noi, e per comprendere il reale vanno codificati. Gli antichi Cinesi nell’”invenzione” dell’I Ching volevano comprendere i mutamenti e oltrepassare quel sottile confine che vige tra materiale e immateriale, tra visibile e invisibile, oltre quel muro immaginario, esistente solo nella mente di noi occidentali, che separa la scienza e la fede. Noi scienziati “crediamo” in ciò che vediamo, e su questo si basa il nostro metodo. Ma io mi domando: vedere non è appunto credere?
(Roby Guerra)
venerdì 4 maggio 2012
Intervista a Riccardo Campa, futurologo e tecnomusicista- di C. Scaglioni (Italiani nel Mondo)
Mantovano, 45 anni, vive "in un luogo sospeso tra Cracovia, Mantova e il Ciberspazio", vivace, sempre attivo, divide il suo impegno tra l'insegnamento di Sociologia all'Università Jagellonica di Cracovia, l’Associazione Italiana Transumanisti che presiede e la musica dance elettronica di cui è autore ed esecutore apprezzato in tutto il mondo.
2) Come mai sei andato a vivere e lavorare all'estero?
Intanto c’era da parte mia un desiderio di avventura, di cambiamento, di sfida con me stesso. Dunque una motivazione psicologica, prima ancora che economica o professionale. Sedici anni fa, quando ho deciso di emigrare, avevo un lavoro ben pagato a Mantova e l’ho lasciato. È chiaro che il problema non era solo avere un lavoro, ma avere il lavoro che piace. A un certo punto ho capito che, per il noto problema dell’enorme debito pubblico italiano e delle dinamiche neoliberiste internazionali, la pensione sarebbe stata un miraggio. Quindi era essenziale trovare un lavoro che mi gratificasse sul piano personale, uno di quei lavori che vorresti fare fino all’ultimo respiro. Fare il docente universitario non è il lavoro che ti spinge a guardare l’orologio ogni quarto d’ora, in attesa della campanella. Più che un lavoro è una missione. È quel tipo di lavoro che svolgi a tempo pieno, perché anche quando leggi il giornale, guardi la televisione, osservi la gente nelle strade e nei negozi stai lavorando. Leggi libri e prendi appunti sempre, sul treno e sull’aereo, in vacanza, in spiaggia, il sabato e la domenica. Per cui, quando mi si chiede “quante ore lavori”, la domanda per me non ha senso. Lavoro sempre e mai. L’insegnamento si riduce a poche ore la settimana, ma incontrare giovani studenti e condividere con loro il risultato delle mie ricerche e delle mie riflessioni è un piacere, più che un compito. Naturalmente, questo è vero per me, perché amo la ricerca e l’insegnamento. Conosco persone per cui è un incubo dover leggere, dover scrivere, dover insegnare. Semplicemente hanno sbagliato mestiere. Oggi è più che mai importante trovare il lavoro che piace. Anche perché iniziare a pensare alla pensione quando si hanno 25 o 30 anni è davvero deprimente. La pensione è l’anticamera della vecchiaia. Non può essere questo l’orizzonte dei nostri sogni. L’orizzonte deve essere la vita.
3) Come valuti ad oggi questa tua esperienza?
Sono in Polonia ormai da sedici anni. Se sono ancora qui dopo tanto tempo, significa che i pro sono maggiori dei contro. I salari sono più bassi rispetto all’Italia, ma in compenso il costo della vita è più basso. È in proporzione. C’è anche da dire che fare il sociologo non è come fare il droghiere. Si può aprire un negozio di alimentari in qualunque via, di qualunque città, di qualunque paese. In ogni luogo c’è bisogno di generi alimentari e dunque la scelta del luogo può essere antecedente e prioritaria su quella della professione. Questo non è vero per la mia professione. Il sociologo lavora là dove trova l’occasione di inserirsi, tramite concorso, in un ambiente accademico. Io ho avuto la fortuna di trovare l’occasione in una città molto bella, Cracovia, e in una università che ha un certo prestigio. È una delle più antiche del mondo ed è la prima nel ranking degli atenei polacchi.
4) Com'e' essere un italiano all'estero, mantieni legami stretti con l'Italia?..... CONTINUA
giovedì 26 aprile 2012
Giuseppe Vatinno: progetti nano hi-tech per ambiente ed energia * Tecnology Review-Italy
Progetti a nanotecnologie avanzate per l'energia e l'ambiente
Giuseppe Vatinno (Segreteria Tecnica del Ministro dell'Ambiente con delega all'energia e all'efficienza energetica e Commissario alle politiche di ricerca della nostra associazione) fa il punto sui progetti italiani nel campo delle nanotecnologie su Tecnology Review Italia.
Technology Review - Italia
Giuseppe Vatinno
Imparando a gestire le piccole cose, possiamo mettere ordine nel caos della nostra vita (detto taoista)
INTRODUZIONE
Il ruolo delle nanotecnologie è sempre più rilevante nella nostra società. Già adesso alcune applicazioni sono funzionanti nella vita quotidiana, ma non ne siamo consapevoli perché mimetizzate in oggetti di comune utilizzo. Il futuro invece cambierà radicalmente il nostro stile di vita nei campi della energia e dell'ambiente, della medicina, dell’edilizia, dei trasporti, delle telecomunicazioni. Una sfida complessa che l'Italia deve affrontare al meglio, ma in cui può ottenere grandi risultati scientifici e tecnologici oltre che occupazione altamente qualificata. Il tasso di crescita annuo calcolato dal 2008 è addirittura del 25% per l’occupazione e del 35% per gli investimenti mondiali. Per fare questo però è necessario un grande lavoro di coordinamento dei progetti e delle risorse disponibili in una virtuosa ottica di interazione tra pubblico e privato.
LE NANOTECNOLOGIE E IL PRINCIPIO DI PROAZIONE
Le nanotecnologie (n.t.) rappresentano indubbiamente una opportunità importante. Come ogni "nuova" tecnologia però hanno già destato preoccupazione per il loro impatto (principalmente in relazione alla possibile liberazione di nanoparticelle) o per i possibili abusi del loro utilizzo (terrorismo, esperimenti fuori controllo) ribadendo la doppia visione, eutopica e distopica tipica del giudizio della società sulle tecnoscienze.
È proprio in quest'ottica che vogliamo introdurre il cosiddetto “Principio di Proazione” (introdotto dal filosofo Max T. O' Connor) che rappresenta, in un certo senso, un pungolo ad "agire" ed ad "osare" in campo tecnologico; tuttavia, tale principio, non deve essere disgiunto dal complementare "Principio di Precauzione". Questi due Principi, utilizzati saggiamente insieme, portano al concetto di "sviluppo tecnologico sostenibile". Occorre comunque fare attenzione al fatto che già per le n.t. si sono mostrati fenomeni di tipo Nimby (Not in my Back Yard) soprattutto nel campo delle nanoparticelle....
CONTINUA
sabato 26 novembre 2011
"Perchè N.O.? Crescita/Decrescita" a cura di Stefano Vaj e Sandro Giovannini (1)
*26/11/2011
01-STEFANO VAJ "Crescita o Decrescita?"
Prendo spunto da una conversazione privata con l'amico Giovannini per riproporre alcuni spunti che mi paiono particolarmente attuali in un momento cui alcune equivoche parole d'ordine come "sostenibilità", "decrescita", etc. vengono chiamate in rinforzo dalla propaganda di chi vede almeno a breve termine nell'affamare e mortificare i popoli europei ed accelerarne il declino modo migliorare per prolungare l'agonia di tutto un sistema il più a lungo possibile ("Abbiamo vissuto troppo a lungo al di sopra delle nostre possibilità", dixit con compiaciuto moralismo il catto-comunista a capo del cerimoniale nella zona amministrativa nota come Repubblica Italiana)............
Una riflessione come quella di Stefano Vaj, estremamente concentrata e fortemente direzionata, ci sollecita a domandarci quanto si sia realmente consapevoli dell’artificio che tutte le rivoluzioni e quindi alcune delle rivoluzioni ultime, nella fisica, nella biologia, nell’ancora sostanzialmente minoritaria interdisciplinarietà dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, impongano al mondo delle humanities.....
http://nuovaoggettivita.blogspot.com/p/perche-no-crescitadecrescita-cura-di.html
domenica 30 ottobre 2011
Un saluto al neopagano del 2000, James Hillman
E' scomparso James Hillman, l'uomo web 2.0, svizzero-americano, paradossale ma probabile, da software prossimo venturi, nello stesso tempo atemporali (o dal futuro anteriore) della cultura... contemporanea. E' stato con Marie Louis Von Franz e in Italia Auriagemma, Carotenuto e Trevi il principale seguace di un certo Carl Gustav Jung. Jung che tutt'oggi lascia un Corpus di parole e idee e analisi di inaudita complessità, germi ancora muti destinati, come certe microaree silenti del codice genetico, a nuove parole ancora, oggi, sconosciute o quasi. Hillman in particolare, attraverso certo particolare attivismo come scrittore e conferenziere, molto sagace e puntuale con i Media, ha ulteriormente amplificato l'Uomo eclettico, multidimensionale, neorinascimentale se si vuole, capace di trasformare lo spirito o l'anima dell'uomo moderno, reificati, statici o ormai non ascoltati dai contemporanei, nuovamente in superemozioni vive, pulsanti. Fare Anima con (e nonostante ) le Macchine dissero Jung, Von Franz, Neumann eccetera. Fare Anima nonostante (e con) i computers, lascia il testamento spirituale ed esistenziale di James Hilman che soprattutto con opere quali Il Mito dell'Analisi, Re-Visione della Psicologia, Il Codice dell'Anima e Puer Aeternus (ma quasi tutto...) ha rivoluzionato, demedicalizzato la psicologia contemporanea, non senza prese di posizioni anche molto polemiche sull'imborghesimento buonista o banalmente sociologico di quest'ultima. Riformattando la psicologia nuovamente nella sua dimensione cosiddetta umana, peraltro ben oltre la retorica dell'umanesimo stesso o anche ideologico dei vari Laing e Cooper (lo stesso pur immenso-per l'Italia- Franco Basaglia). E reinventandola nello specifico, accentuando una delle straordinarie rotte e intuizioni di Jung stesso: l'archetipo o meglio la danza degli archetipi, quali significanti o memi originari della condizione umana e del divenire della storia, che attraversano come virus neutri, biofili o necrofili a seconda del-- sistema operativo soggettivo o sociale, quest'ultime. Provocazione “intellettuale”, ben lungi dall'essere tutt'oggi assimilata dalla cultura e dai mass media contemporanei... Una danza, infine, per Hillman, soprattutto, storicamente, quasi relativamente dionisiaca e “neopagana” aperta e in progress, con “radici”, riformulabili sia dalla ineguagliata critica bisturi di un certo... Zarathustra all'umanesimo monoteistico occidentale (ma senza nessuna deriva new age para-orientale o altra teosofia... metafisica), sia da certo rinascimento squisitamente italiano, tra Marsilio Ficino, Vico, Petrarca e Leonardo...