sabato 21 ottobre 2017
Il fallimento di Movida On è conclamato | estense.com Ferrara
Ius Soli, il gruppo M5S di Ferrara con il centrodestra | estense.com Ferrara
RICORDO DEL PRIMO SPUTNIK
Casalino Pierluigi
venerdì 20 ottobre 2017
L’ENIGMA DI PITAGORA E ALTRE STORIE di Filippo Radogna
fonte La Zona Morta magazine (a cura di Davide Longoni)
."....Antologia L'ENIGMA DI PITAGORA E ALTRE STORIE(192 pagine; 15 euro) di Filippo Radogna.
Il volume, pubblicato da Altrimedia Edizioni di Matera, si fregia della prefazione di Donato Altomare e della postfazione di Giovanni De Matteo ed è con grande piacere che lo suggeriamo a tutti gli appassionati del fantastico, dal momento che Filippo è una delle colonne portanti della Zona Morta, attivo ormai da anni e sempre in prima linea per interviste, articoli e dossier di grande spessore.
L'antologia contiene sedici racconti visionari. Ciò che narra l'autore sono mondi utopici sospesi tra passato e futuro, ipertecnologia, giallo e mistero. Le ambientazioni sono quelle degli scenari di Matera, la magnetica e millenaria Città dei Sassi, l'assolato altipiano murgico e le rive dello Jonio, l'azzurro mare che evoca l'antica mitologia...........CONTINUA
http://www.lazonamorta.it/lazonamorta2/?p=40559
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giovedì 19 ottobre 2017
Comitato pro Ius Soli ferrarese? Analfabeti scientifico-culturali | estense.com Ferrara
David Bowie e i delfini ne “Il Tormento del Talento” di Carlo Zannetti, eBook Asino Rosso
David Bowie e i delfini ne "Il Tormento del Talento" di Carlo Zannetti
nell'eBook racconti biografici sui grandi della Musica Pop
Recensione di Carlo Zannetti "Il Tormento del Talento. Racconti. Pop Stars tribute" (Asino Rosso libri – Network Street Lib, 2017). Racconti Pop per l'avanguardia Pop. Con stile squisitamente giornalistico culturale, il musicista (e scrittore) Carlo Zannetti distilla da par suo e con logica estetica cognitiva una sorta di microstoria della musica rock pop: Chuck Berry, Elvis Presley a Ella Fitzgerald, Aretha Franklin, Edith Piaf, Whtney Houston, Carole King, Cher, Madonna, Annie Lennox, Kate Bush, Tracy Chapman, Sinéad O' Connor Adele, i Beatles (John, Paul, George e Ringo), Johnny Cash, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Bob Marley, Ray Charles, Freddie Mercury, Brian May, Johnny Cash, Elton John, David Bowie, Sting, Peter Gabriel, Prince e George Michael, Donna Summer/Giorgio Moroder, con witz anche sulle italiane Patty Pravo e Mia Martini, le stesse icone francesi Sylvie Vartan e Dalida, protagonisti assoluti della musica modernissima. Bioracconti, velocemente saggistici e biografici, in una scansione intenzionalmente non cronologica storica, ma originalmente affettiva e pulsionale dell'autore. E pop nello specifico, ovvero, globalmente, l'ultima vera avanguardia del secolo XX, dopo lo stesso Andy Warhol.
Sarebbe facile scomodare ancora il solito Marshall McLuhan, lo stesso giovane Edgar Morin, Umberto Eco o altri innovatori anche in streaming all'epoca, come giustificazione intellettuale. La pop cultura ha iconizzato una epoca intera, paradossalmente ha inventato la "Forme" forte e piena e gioiosa dionisiaca ancora del nostro stesso tempo, una modernità ormai "classica" ancora spesso non codificata: un sorta di Scienza Pop, effetto diretto, appunto di certo modernismo artistico, specchio inconscio del divenire popolare e della penetrazione del progresso scientifico (e il suo nuovo immaginario) nella vita e i costumi quotidiani.
Dinamica di influenza culturale (direbbe lo stesso Bloom) in superficie più evidente per la prossimità iconica nelle biografie/racconti sui Beatles (la grande ondata beat liberatoria e futuribile degli anni '60, parallela non a caso alla nascente era spazile) e ancor di più nelle parole dedicate da Zannetti a Donna Summer e Giorgio Moroder (la musica elettronica disko) a Peter Gabriel (sperimentale sulla scia dello stesso B. Eno, Madonna (simbolo della scoetà elettronica già di massa) e in particolare Annie Lennox (l'electro degli Euryrithmics di 1984) a David Bowie, simbolo del futurismo musicale contemporaneo da cui un estratto che evidenzia un Bowie ecoanimalista poco noto:
"David Bowie , le sue trasformazioni, le sue melodie meravigliose , quelle magnifiche foto, un grande artista equilibrista costretto a camminare per tutta la vita sul filo del rasoio ."Io, io vorrei che tu sapessi nuotare , come i delfini nuotano" alcune parole della canzone "Heroes" che divenne nel 2009 la colonna sonora del film documentario premio Oscar, "The Cove",che metteva in luce la vergogna della macellazione annuale dei delfini a Taiji in Giappone.Bowie in quel frangente si rivelò anche essere un grande animalista, permettendo al regista di utilizzare la sua musica per una tariffa minima perché desiderava in quel modo contribuire personalmente agli sforzi per salvare i delfini.Allora pensiamolo così, David con i suoi delfini , finalmente libero di nuotare in un mare tutto vero"
Info
https://www.hoepli.it/ebook/il-tormento-del-talento-racconti/978882609589P.html
Vittorio Sgarbi: Ville e nuovi sacchi di Roma di Stato
fonte Il Giornale
Il sacco di Roma inizia da una villetta
Pignatone, Ielo, Gabrielli, Raggi, che vi siete riempiti la bocca di Mafia capitale dando valore alla grottesca sceneggiata del funerale dei Casamonica, dove siete oggi? Oggi, sotto l'insegna di «Roma capitale», si distrugge una villa degli anni Trenta, nel silenzio del sovrintendente Prosperetti e con il distacco del ministro Franceschini, del segretario generale Di Francesco, la distanza dei direttori Bon Valsassina e Galloni.
Tutti se ne sono lavate le mani, tutti. La Raggi, esaltata dai petali di rosa, si nasconde dietro le carte. Collusi. Ecco, davanti agli occhi del mondo, la trattativa Stato-mafia: l'indifferenza delle istituzioni e la violenza degli speculatori. L'assessorato all'Urbanistica di Roma finge di non vedere. In Sicilia si chiama omertà. Caro Pignatone, lei ricorda lo scandalo del sindaco Ciancimino a Palermo: la distruzione della villa Deliella di Ernesto Basile per poter continuare, indisturbato, il sacco della città. Avete costruito un processo di mafia per quattro corrotti romani e, mentre la mafia mette a ferro e fuoco Roma, state con le mani in mano. Cosa deve essere di più la mafia se non distruzione della memoria, violenza contro la storia, per costruire spazi anonimi per anime morte? Assistiamo impotenti alla vittoria del male. Ascoltiamo proclami contro la mafia, per la tutela della bellezza. Ma «Mafia capitale» comincia ora, e la Raggi è un Ciancimino inconsapevole con ministeri, magistratura, e ogni altro potere indifferenti e omertosi. Via libera al sacco di Roma.
www.ilgiornale.it Pignatone, Ielo, Gabrielli, Raggi, che vi siete riempiti la bocca di Mafia capitale dando valore alla grottesca sceneggiata del funerale dei Casamonica, dove siete oggi? Oggi, sotto l'insegna di «Roma capitale», si distrugge una villa degli anni Trenta, nel silenzio del sovrintendente Prosperetti e con il distacco del ministro Franceschini, del segretario generale Di Francesco, la distanza dei direttori Bon Valsassina e Galloni. Tutti se ne sono lavate le mani, tutti. La Raggi, esaltata dai petali di rosa, si nasconde dietro le carte. Collusi. |
mercoledì 18 ottobre 2017
Paolo Giardini. Calotta e tagliola | estense.com Ferrara
17 10 2017-1917 Rivoluzione d'Ottobre 100?
di R. Guerra
Ieri 17-10 (almeno noi ci ricordiamo cosi fino a pochi anni fa..) era la data almeno simbolica del centenario della rivoluzione d'ottobre del compagno Lenin che ha condizionato nel bene e nel male il Novecento intero e tutt'oggi sul piano psicosociale e intellettuale, nonostante la fine del comunismo storico e di quell'utopia. Abbiamo aspettato a scrivere su questa non banale ricorrenza in quanto proprio ieri siamo rimasti assai perplessi. Non abbiamo notato incredibilmente particolare attenzione sulla memoria dell'evento nei media italiani, tanto meno in Google News, almeno nelle principali segnalazioni. Immaginiamo qualcosa nei residui giornali tardocomunisti tipo Il Manifesto, forse qualcosina sui principali media italiani, ma questo centenario della rivoluzione d'ottobre sembra scomparso dalla storia!
Visti i tempi e magari certe teorie relativamente fantastoriche ci è venuto in mente Matrix. Possibile che la matrice sia già in corso e quindi tutto si spiega? Scherzi (relativamente a parte) la rivoluzione d'ottobre fu l'anno zero di una grande utopia modernista: il divenire storico ha dimostrato impietosamente il fallimento dell'utopia marxista e poi leninista e del cosiddetto Uomo Nuovo socialista, il grande sogno proletario. Ma come Gesù Cristo c'entra poco con l'Inquisizione e la storia reale della Chiesa di Roma, tutt'oggi anche una diversamente Fake News, tale banale criterio storico vale anche per Marx e molti protagonisti dell'utopia comunista (parzialmente anche lo stesso Lenin che guidò in primis la rivoluzione ma scomparse appena pochi anni dopo, 1924, dando via libera alla degenerazione irriversibile di Giuseppe Stalin, come noto).
Questa banale riflessione storica vale anche e di più in certo senso per le avanguardie russe cubofuturiste, suprematiste, costruttiviste artistiche (Majakowski, Tatlin, Malevic, Esenin e tanti altri) che rivoluzionarono l'arte e in questo caso, pur macchina anche politica consapevole e dichiarata, in genere senza alcuna degenerazione.
E anche per certo progresso scientifico e culturale, indubbio, dalla celebre astornautica russa , ma anche a discipline nuove culturali come la linguistica e la cibernetica e la stessa semiotica, Sluckin e Lotman ad esempio a parte lo Sputnik, Ciolkowsky e certo almeno sotterraneo Cosmismo russo...
Non ultimo, nel divenire storico a suo tempo contemporaneo e poi successivo fino al duemila quasi, il socialismo cosiddetto scientifico e poi metapolitico e insomma sempre utopico di tanti altri esegeti e intellettuali e artisti progressisti, resta memoria rivoluzionaria, sempre registro di sistema in sé per qualsivoglia ipotesi di neoprogressismo 2.0, ovviamente svincolato per sempre da qualsivoglia nostalgia del comunismo storico.
Come abbiamo anche scritto in alcuni saggi (Divenire 4 Superare l'Umanimo, Autori Vari, a cura di R. Campa e l'AIT; Gramsci 2017, Armando editore, 2014, ecc.) certa analisi psicosociale, diversamente antropologica, tecnologica o cibernetica ante litteram di Marx e i suoi migliori in certo modo diretto o laterale "seguaci") l'utopia socialista resta tutt'oggi propulsiva in quanto anche incompiuta per qualsiasi ipotesi di società (si intenda bene e letteralmente) società postcapitalista evoluta e progressista appunto dell'età informatica e tecnoscientifica attuale in definizione.
Ritornando al punto di partenza mediatico che ha rimosso, riassumendo, il centenario della rivoluzione d'ottobre, anziché Matrix, viene da pensare a cause comunque sorprendenti (si veda anche link laterale di Repubblica del giugno scorso): a parte il fatto anche della data più o meno storica reale (novembre! e non ottobre, secondo il calendario giuliano in vigore all'epoca in Russia, 26-27 ottobre), per vie anche criptiche la rivoluzione d'ottobre è diventata politicamente scorretta in quanto certo zeitgeist del tempo , in nome poi di certo Umanesimo d'accatto sostenibile o paradossale ecoluddista tacito - ché poi certo misconosciuto Totalitarismo attuale finanziocratico.., odia il progresso e il futuro? Il nostro tempo è già defuturizzato ai confini persino della realtà?
Dante nella scuola e nel mondo tra Occidente e mondo Arabo per capire la storia contemporanea attraverso la letteratura di Pierfranco Bruni
Dante nella scuola e nel mondo tra Occidente e mondo Arabo per capire la storia contemporanea attraverso la letteratura
di Pierfranco Bruni
In un tempo di scontri tra mondo Arabo e Occidente rileggere Dante significa percorrere le identità e le appartenenze due culture. Quella prettamente Occidentale che trova in Dante un punto di riferimento e quella del mondo Arabo e mediterraneo che è vitale in quel Medioevo che trova Dante confrontarsi con la storia dei Musulmani. È anche su questa "Idea" che bisogna scavare per vivere il tempo degli Occidenti e degli Orienti nei quali ci troviamo a vivere. Rientra in un tale pensiero proporre Dante attraverso la lettura di alcuni autori del Novecento. Il lavoro che abbiamo svolto in un percorso di studio in Cartella apre prospettive interpretative nuove.
Dante Alighieri tra Medioevo e il contemporaneo. Un Dante dentro la Commedia, ma anche oltre. quell'oltre che è un viaggio nella sua modernità non smarrendo la tradizione. Ogni età ha la sua "Commedia". Ovvero la lettura di un Dante che ha le cifre di un'esistenza dentro gli archetipi e i parametri che si vivono in una griglia simbolica.
Bisogna sempre più rivolgersi al mondo della scuola e aprire una "finestra" sul ruolo e la trasformazione della lingua proprio attraverso il concetto di lingua "volgare" e il destino del personaggi che vive nella figura di Beatrice.
Nel Dante di Cosimo Fornaro nella sua "Costellazione Dante" (un testo che risale al 1989) c'è lo scavo nella "costellazione" tra i dubbi e le maschere.
Ci sono maschere pirandelliane e ci sono maschere che portano alla virtù giapponese. Ma la maschera è la traduzione della danza nel gioco triste degli accampamenti achei e nel silenzioso camminamento religioso delle chiese.
Dante è l'Occidente, nel quale riesce a catturare Omero e Virgilio e le stelle della cristianità in un viaggio ancestrale nella cultura islamica di un Mediterraneo diffuso. Ma resta, fino in fondo, Occidente. La lettura di Renè Guenon, nel suo esoterico Dante, è affascinante perché va oltre la "lectura" e inserisce in una "costellazione" la visione sia della storia che del tempo nel cerchio di una magia che è sacra ma non religiosamente appesa alla cristianità.
C'è un Dante che nel suo pellegrinaggio attraversa la cristianità? Didone e Ulisse (Virgilio e Omero) non sono nel mistero cristiano. Sono il mito che si fa mistero. La prova di questa visione è nella dimensione di una contemporaneità grazie alla quale è possibile leggere quella "Commedia" che nasce tra le sponde di una "vita nova" in cui Beatrice è immaginario mariano e non maddeleniano.
Sembra azzardato un tale percorso ma l'esoterismo, di cui parla Guenon e la Zambrano oltre che è riscontrabile nella "luce" di Eliade e Zolla è vitale nel concetto di un "iniziato ai misteri". Iniziato ai misteri non è Agostino ma Omero sì perché non conosce ancora l'inquieta certezza del cristianesimo. Il dubbio pascaliano è nella profezia di Virgilio. Ma Dante resta Occidente.
Cosimo Fornaro nella sua "Costellazione Dante" aveva proposta una lettura dentro un Occidente che ha come frontiera comunicante, divisoria e includente sia il concetto di storia sia quello di tempo sia quello di mistero. Il sufismo è una chiave di lettura altra della "Divina Commedia" ma questo discorso implica una complicità di meticciato tra Dante e khayyam. Tra i poeti "della nostalgia" dantesca c'è il Pascoli della "Minerva" in un illuminato bisogno di uno strato escatologico che ha un rinvio alle fonti musulmane.
Maria Zambrano, mutuando questa lettura, insiste sulle "fonti musulmane dell'escatologia della 'Divina Commedia'" ma colloca tutta la formazione di Dante in un esilio abitato tra i confini di Occidente ed Oriente. Una comunanza che ci porta ad una lettura di un Dante fratello maggiore di Juan de la Cruz. Il gioco non è teologico ma marcatamente poetico ed è un incastro tra luce e tenebre.È normale che leggere Dante, anche all'interno della scuola italiana, significa rileggere il Dante sia di Boccaccio che di Machiavelli. Due testi che restano re centrali tra poetica e politica.
La figura di Santa Lucia è una prospettiva quasi alchemica ma in Omero c'è alchimia: non si spiegherebbe diversamente la figura di Calipso come c'è alchimia nel Virgilio che lascia tra le fiamme Didone, le stesse fiamme che si lascia alle spalle Enea.Ma Dante propone una morale ed è quella morale teologica e non poetica perché la poesia non ha bisogno né di una etica né di una morale ma di una grazia o di una trasformazione del mito in un mistero nel quale la luce e la pesantezza, come diceva Simone Weil, sono le due forze regnanti nell'universo. Ma la Weil si inoltra nella grazia senza usare metafore.
Dante ha bisogno delle Grazie perché ha bisogno di "utilizzare" i processi per capire la storia dentro il tempo. Perché tutto questo? Perché Dante è Occidente.Ecco, allora l'ermetico – alchemico – esoterico di Guenon al quale, non volendo, fa riferimento anche il Pascoli della poesia "L'Immortalità" o il Cardarelli che mutua Dante da Leopardi. C'è sempre una discesa agli Inferi che però condurrà (Zambrano) verso l'aurora. Ciò è nel Dante del "Convivio" ma soprattutto nella presenza di Beatrice, Donna – Maria e non Donna – Eva.
Tutto ha una sua impalcatura antropologica: la colpa, il peccato, la superbia, l'umiltà. Condanne o non condanne? Sono processi in una cultura. La letteratura dell'Occidente ha ben incarnato le tre vie occidentali di Dante: la grecità, la latinità, la cristianità. Ma in una lettura mediterranea, tra Zambrano e Guenon, Dante diventa universo. Così in Pascoli, nel testo di Tobino e nello studio di Formaro.
Mary Blindflowers nel Catalogo Ali peri l XI centenario di Bologna: il secondo articolo "Tra Incanta Bess e letteratura carnevalesca "
info blog web
http://asinorossoferrara.blogspot.com
Questo il secondo articolo a firma Mary Blindflowers nel Catalogo ALI
Tra Incanta Bess e letteratura carnevalesca (p. 103-107), in Vivere la Città IX Centenario del Comune di Bologna, a cura di Marco Fiori e Marzio Dall'Acqua, Annuario Ali 2017
La buona cultura e il
valore della memoria
Poesie fredde1
Scrivo poesie fredde
Fritta che nie in cabu in cabu e' sa die2
antichimeriche a doppio sfondo
e piccolo metafondo di gelomende
Pagu melósa3,
qualcosa di orrendorrende, che rende?
molzende mézus immentigare, cabos de fune,
trincendhe,
limbi longa!4
niente a cui la parola si sovrapponga,
cappi lenti mai imitativi,
imperfetti, non diagnosticati
da critici allineati semprevivi
Macchìnes!5
mai certificati da alienodotti dottorati,
Ivvilida!6
versi semplicemente dimenticati
in cui non ci si annida…
Immentigados!
E tando bae a tribagliare!7
Lavorare,
ma la voce di tanto in tanto può sbagliare?
Cos'è l'identità… concetto oltremodo sfuggente e aleatorio in una società globalizzata e globalizzante disabituata al lento, agli infraspazi atemporali che consentano la rappresentazione del Sé collettivo ed individuale caratteristico. Identità, come dice la parola stessa, "identifica", memorizza folklore e colori, tradizioni popolari, letterarie-artistico-culturali comuni ad un popolo. L'identità non si confonde con l'esclusivismo, con l'egoismo concentrazionario di chi vorrebbe associarla arbitrariamente all'esclusione razzista dell'altro, del diverso, del differente per linguaggio, cultura, atteggiamento spirituale, espressione creativa, etc. L'identità è un'alchimia che va preservata perché riesce magicamente a identificare accogliendo e distinguendo, salvandoci dall'appiattimento per professare l'uguaglianza nella diversità.
"Siamo tutti uguali" è un'espressione cedevole, populista e incompleta, frutto di una vistosa quanto galoppante tendenza all'unificazione dei popoli friabili in una pentola d'oblio. Indossiamo vestiti fatti in serie, ci nutriamo di tecnologia in parte utile in parte alienante, consumiamo cibi industriali di dubbio gusto, siamo uguali, certo, come polli da batteria, numeri da business, compratori compulsivi di felicità in pillole. Cosa ci distingue veramente gli uni dagli altri? L'identità, quella stessa identità che ci permette di apprezzare la diversità nella tolleranza e soprattutto di ricordare.
Un popolo senza memoria vive nel nulla.
La salvaguardia della propria lingua originaria, dunque, lungi dall'essere un'operazione di chiusura intellettuale, si prefigura come atto d'amore, una mnemo-tecnica creativa che non esclude curiosità nei confronti di altre culture, ma soprattutto non assume atteggiamenti di snobismo intellettuale.
A questo proposito riporto le testuali parole di un articolo che ho letto di recente e di cui cito la parte iniziale:
Provate a chiedere a un avvocato, a un medico, a un ingegnere o
anche a un pubblicitario di dirvi quali siano i poeti italiani di età
compresa tra i settanta e i quarant'anni che apprezzano di più. È
abbastanza facile che molti tra gli intervistati non saprebbero che
cosa dire, quali nomi fare. Potrete obiettare che si tratta di un test
del tutto empirico, a cui sono ammesse numerose eccezioni. D'ac-
cordo, è così. Ma è probabile che, ripetendo l'esperimento, si avreb-
be alla fine l'impressione che i poeti italiani contemporanei, anche
quelli con un percorso più solido, fuori dall'ambito stretto di chi
scrive poesia, di chi la legge e la studia per passione o per lavoro,
siano poco conosciuti, anche tra persone di buona cultura8.
Lo scrivente annovera tra le persone colte che potrebbero interessarsi di poesia, avvocati, pubblicitari, medici, ingegneri e affini, escludendo tutte le altre categorie sociali, dando per scontato che la cultura sia una prerogativa borghese. Un errore grossolano.
Cosa significa infatti avere una buona cultura?
Grazia Deledda, la famosa scrittrice sarda Premio Nobel per la letteratura, non era né un medico né un avvocato, lo stesso si può dire di Gavino Ledda che in Padre padrone, un libro destinato a restare nella storia della letteratura italiana, racconta la sua vita da pastore-bambino, non da ingegnere:
«Saprò fare di lui un ottimo pastore, capace di produrre latte, for-
maggio e carne. Lui non deve studiare. Ora deve pensare a crescere.
Quando sarà grande la quinta elementare la farà come fanno molti
prima di arruolarsi. Lo studio è roba da ricchi: quello è per i leoni,
e noi non siamo che agnelli»…
Io me ne stavo lì, paralizzato, davanti alla lavagna, come se quel di-
scorso mi avesse inchiodato i piedi alla predella…
Ripassammo subito davanti alla scuola. Tanti pensieri mi turbinava-
no nella mente in quel momento. Ma io non ero più un alunno. Ero
un pastore. E il somaro, nel suo trotto, lasciava indietro la scuola
con i compagni che mi ero impresso nella mente. Io, rivoltato indie-
tro guardavo la scuola dalla groppa del somaro il cui passo me la
faceva vedere tremolante, quasi fosse ancora scossa dal terremoto del
discorso…9
E che direbbero gli apologeti della cultura classista di un certo signore di nome Marino Piazza, noto soprattutto in provincia di Bologna e di Modena, che amava definirsi poeta contadino?
Che penserebbero degli incanta bess e delle loro zirudelle, in dialetto bolognese zirudèla, versi ottonari con rima baciata?
In G. Ungarelli è scritto che la zirudèla era un:
Componimento particolare del dialetto bolognese, che un tempo si
faceva esclusivamente per rallegrare le cerimonie nuziali presso le
famiglie dei campagnoli; e, per quanto ne riferisce la tradizione,
veniva recitato o cantato dai narcisi, che si accompagnavano colla
ghironda, antico strumento musicale ancora in uso nel secolo de-
corso. Epperò dai diminutivi ghirondella o girondella è venuto il
nome di un componimento che, come la ghironda, rigira sopra sé
stesso, ripetendo alla fine di ogni strofa la prima parola10
Le zirudelle inizialmente venivano tramandate oralmente anche da autori analfabeti ma dotati di grande ingegno. Soltanto nel XVIII secolo tali componimenti iniziarono ad essere fissati sulla carta.
A questo punto mi chiedo che penserebbero i radical chic di quel Giulio Cesare Croce, (San Giovanni in Persiceto, 12 marzo 1550 – Bologna,1º gennaio 1609), che faceva il cantastorie autodidatta e raccontava le sue storie per mercati, corti, fiere e case patrizie, avendo l'ardire di morire in povertà?
Egli non entrò mai nei circuiti culturali dei letterati della sua epoca perché il suo genio e le sue motivazioni nascevano "dal basso" e non si sottomise ad un padrone o mecenate che dettasse le regole del suo carnevale.
Croce produsse più di 600 opere nel suo stile carnevalesco e sagace, alternando in modo geniale la lingua italiana a diversi dialetti, tra i quali il dialetto bolognese e il dialetto bergamasco, esaltando nelle Astutie di Bertoldo, l'ingegno contadino, rovescio della superficiale bellezza dei narcisi:
Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo
come un pallone, […] l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto
storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, […] con tre
overo quattro gosci sotto la gola […]
Insomma costui era tutto il roverso di Narciso…
Mentr'egli visse e fu Bertoldo detto,
Fu grato al Re; morì con aspri duoli
Per non poter mangiar rape e fagiuoli.
Identità è dunque soprattutto non dimenticare, coltivare la memoria, capire, evitare i facili trabocchetti della retorica classista omologante delle coscienze e delle menti.
Chi ha memoria difficilmente tende ad escludere, a snobbare, ama la propria cultura e si apre a quella degli altri, senza atteggiamenti di superiorità, perché sa che ogni tradizione nasce, cresce e si sviluppa secondo un percorso culturale differente e prezioso che occorre capire e indagare con umiltà prima di giudicare superficialmente con la lente del pregiudizio di classe.
https://antichecuriosita.co.uk/2017/10/06/tra-incanta-bess-e-letteratura-carnevalesca-parte-i/ antichecuriosita.co.uk Di Mary Blindflowers© La buona cultura e il valore della memoria Poesie fredde1 Scrivo poesie fredde Fritta che nie in cabu in cabu e' sa die2 antichimeriche a ... |
Ferrara, Tiemme ebook a cura di R. Roversi: libri religiosamente scorretti
iNFO WEB BLOG
Nuove chicche per le edizioni libri digitali eBook di/da Ferrara, Tiemme a cura del critico e scrittore e giornalista Riccardo Roversi, specializzata in classici e classici moderni, di ampiezza e rilevanza nazionale. Un paio di libri elettronici da inquisizione, con una iperbole, spendidi esempi del futuro anteriore eretico:
ovvero
..........
https://www.amazon.it/Prepuzio-Cristo-Narrazione-critico-storica-preziosissima-ebook/dp/B075HQ3GNX/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1506338135&sr=1-1&keywords=il+prepuzio+di+cristo
E l'ancor più diversamente iconoclastico
........
Di Gesù Cristo - persona reale, essere umano - la storia non ci ha conservato nessun documento, nessuna prova, nessuna dimostrazione. Egli non ha scritto nulla. Anche Socrate non scrisse nulla, insegnando solo oralmente. Ma fra Cristo e Socrate vi sono tre differenze capitali: la prima è che Socrate non disse nulla che non fosse razionale o umano, mentre Cristo insegnò molto di miracoloso; la seconda è che Socrate passò alla storia come persona naturale, laddove Cristo fu ed è conosciuto come soprannaturale; la terza è che Socrate ebbe per discepoli persone storiche garanti della sua esistenza - quali Senofonte, Aristippo, Euclide, Fedone, Platone… - mentre dei discepoli di Cristo nessuno è conosciuto se non attraverso i documenti sospetti della fede, come il loro Maestro.
https://www.amazon.it/dp/B075TXB9QN/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1506074686&sr=1-1&keywords=ges%C3%B9+cristo+non+%C3%A8+mai+esistito
INFO
https://tiemme-edizioni.stores.streetlib.com/it/
tiemme-edizioni.stores.streetlib.com {{ _layout.defaultDescription }} |
Cassonetti a calotta, bar e ristoranti fanno appello alla Lega | estense.com Ferrara
Nota di B. Guerrazzi Il principio di realtà commerciale, ristoranti, pub eccetera, smaschera e impatta sulla follia Hera cassonetti Smeraldo come un piccolo asteroide! Sistema totalmente da rivedere non solo per pub e ristoranti. Ma finora il copione è sempre quello "negazionista" tipico PD local sul degrado ferrarese e migrantico ad esempio in generale... Di più, senza cambiamenti di rotta, il PD local colluso con Hera... rischia in primavera magari con anche l'inverno che non favorisce certo uscite al freddo per un pattumologo persino complicato...una Ferrara-Napoli diversamente gemellaggio.... ben noto in tema di rifiutologia....
martedì 17 ottobre 2017
IL PENSIERO POLITICO DELL'ISLAM TRA PRINCIPI E CONTRADDIZIONI
Casalino Pierluigi
Il secondo Rinascimento di Ariosto si svela a Ferrara | estense.com Ferrara
Nota di R. Guerra Negli anni circa '80 una meteora ammaliante attraversò dalla porta principale e in primo piano la cultura italiana a partire da Milano. Parliamo del noto, all'epoca, Armando Verdiglione, seguace del grande Jacques Lacan e suo in certo senso messaggero nel climax intellettuale dell'epoca in Italia. Poi ci furono gravi problemi per l'impresa culturale di Verdiglione e simpatizzanti. Del suo discorso una tantum appaiono ancora segnalazioni sui media, ma Verdiglione e le sue "teorie" sul cosiddetto Secondo Rinascimento, all'epoca, piaccia o meno, molto interessanti e certamente d'anticipazione futuribile, si sono perse in certe oblio: Questioni extraculturali, denunce e condanne anche - se non andiamo errati - per supposti plagi di cosiddetti pazienti hanno bannato o quasi la psicanalisi postlacaniana di Verdiglione. Chi è informato sa comunque che il discorso editoriale inaugurato sempre da Verdiglione a suo tempo, la casa editrice Spirali e in misura minore le dinamiche divulgative e conferenziali (sempre nell'età d'oro note come veri e propri eventi, ricordiamo personalmente sue conferenze a Bologna stracolme e in un paio di occasioni anche a Ferrara, ma in tutta Italia) in effetti testimonia tutt'oggi una certa continuità. Ad esempio Spirali pubblicò e pubblica ancora spesso autori noti anche a livello internazionale, ad esempio il noto psicanalista T. Szasz e un certo Jacques Attali, consigliere persino in certo modo del premier attuale francese Macron, solo due nomi in una schiera di Intellighenzia internazionale notevole. Sul piano "clinico" culturale e strettamente tecnico, pur in un discorso sempre complesso e spesso anche diversamente criptico, la non scuola di Verdiglione ha poi sviluppato la cosiddetta e discussa (per certa sua forse ulteriore cripticità seppure ancora interessante) Cifrematica, amplificando certo focus originario: ovvero gira e rigira la fondazione culturale di una sorta di psicanalisi culturale dell'era informatica con - e questo da sempre - un ritorno epistemico e conoscitivo fin dal grande Rinascimento italiano. Ricordiamo tra i numerosi e sempre complessi libri di Verdiglione un saggio tutt'oggi molto intrigante su Leonardo da Vinci. Insomma, il focus stesso su Ludovico Ariosto, oggetto della conferenza in questione, è perfettamente coerente con il registro di sistema della psicanalisi verdiglioniana postlacaniana originaria. Anzi, controverso o meno, bisogna pur dirlo, storicamente il discorso del secondo rinascimento, come già accennato, è stato assai anticipatorio sulle stesse ciberculture contemporanee. Molte riflessioni attuali in generale furono anticipate da Verdiglione.
http://www.spirali.it/
lunedì 16 ottobre 2017
Morghen: 'Abbandono rifiuti è effetto della pronosupinazione ad Hera' | estense.com Ferrara
*Nota di B. Guerrazzi Guarda guarda, persino Cantone e l'Anac deliberano sull'Hera malaffare con la libera stampa.... ferrarese assolutamente omertosa e supina al PD! Ancora una volta emerge a Ferrara la collusione psicologica della mediocre informazione local, rea dell'ennesimo degrado della città estense, altro che battaglie di Civiltà per lo Ius Soli!
Comitato Ius Soli ferrarese? Analfabetismo scientifico culturale
Se un tizio caio sempronio qualunque si piazza davanti al duomo ad esempio di Ferrara e si lancia in un diversamente comizio proclamando di potere salvare il mondo, risolvere in un nanosecondo i problemi storici del terzo quarto mondo, arriva l'ambulanza con il teletrasporto e la diagnosi sarebbe Delirio di Onnipotenza.
Ci spiace, suonerà politicamente e ferraresemente scorretto, ma la nascita anche a Ferrara di un Comitato Ius Soli e Ius Cultura, con autorevoli anche vertici istituzionali local primi firmatari (ci manca solo il vescovo Perego che almeno avrebbe gettato coerentemente la maschera già in sé trasparente come noto...) oltre a troppi di certa solita intellighenzia local radical chic e postcomunisti (!) è semplicemente Parallela.. all'avventato ipotetico profeta nostrano del noto pulpito ritualizzato però nella Londra britannica (persino Marx pare fu protagonista...).
Perché, lasciando perdere eventuali malafede di certo ben noto business sui migranti, le argomentazioni dei Ius Solis..., sono solo sintomi della più grande Fake News del nostro tempo, completamente dissociata dal mondo reale, leggi priorità in una Italia in semidefault reale simile quasi alla Grecia, nonostante le bufale del PD e delle Statistiche Numerologie. Quella del terzomondismo e della vera natura del migrantismo: la bufala anche recentissima della Nave dei Bambini sbarcata a Palermo, con ventenni spacciati per minorenni..., la dice lunga ulteriormente.
Neppure un argomento evoluto per risolvere davvero (e ovviamente a medio lungo termine) del Comitato (già la denominazione di memoria soviet...) lo iato storico del Terzo Mondo.... Ovvero, denuncia del fallimento dell'Unione Europea e dell'Onu sul cosiddetto tema epocale... ovvero denuncia della follia dell'Unione Europea stessa nella sua politica storica persino osannata anti OGM che lateralmente ma in modi devastanti impedisce piani internazionali in tal senso per risolvere concretamente almeno in prima istanza la fame nel mondo, esorcizzata sempre con miti ecosostenibili e di decrescita infelice e demonizzazioni del consumismo. E sia ben chiaro, anche centrando questi bersagli critici, tali denunce resterebbero meramente astratte, visto il Potere periferico di Sindaci o di certa Intellighenzia che non contano un cazzo nello scacchiere internazionale, ma almeno indicherebbero ben altre rotte.
Invece si ascoltano solo dei Pappagalli che nonostante le sempre più confermate collusioni dirette tra migrantismo e mafia internazionale e terrorismo, e il degrado esponenziale e l''islamizzazione anche in Italia di interi quartieri nella grandi città e anche in micro in molte aree periferiche dell'Impero. delirano di integrazione grazie allo Ius Soli al passo con il disegno meramente futurelettorale della fu sinistra che ha sostituito la razza italiana e la classe dei lavoratori come sua forza appunto elettorale con gli eredi di Menelik o Radici. E sia ben chiaro, pochissimi veri profughi o disperati reali, quelli non arrivano in Italia per gli Smartphone e con fisici quasi palestrati o manco hanno pochi euro o dollari per viaggiare pericolosamente in barconi!
Deboli anche certi esempi in certo senso più pre italiani per giustificare anzitempo lo Ius Soli: trattasi di un cavallo di troia per spalancare ulteriormente l'invasione extracomunitaria. Molto semplicemente chi nasce in Italia da genitori stranieri, in questo periodo storico, solo alla maggiore età dovrebbe , se lo desidera, diventare italiano, rinunciando alla sua nazionalità endogena: nulla impedisce, nel frattempo, come poi già avviene, uguaglianza di diritti (e doveri) per le condizioni esistenziali, tranne praticamente il diritto di votare che non a caso si acquisisce a 18 anni, anche gli italiani normali! Andrebbe anche abolita la doppia nazionalità, dovrebbe valere anche per gli italiani all'estero che magari li fanno votare anche se da 30 anni fuori Italia!
La mistificazione poi infine dell'Integrazione (quando anche i sondaggi dimostrano che certe comunità stesse la rifiutano senza evolversi dalle loro tradizioni antidemocratiche e antioccidentali per quasi DNA) è solare anche se misconosciuta sul piano conoscitivo: poche righe di antropologia culturale non alla Parmenide ma storico evolutiva darwinistica sociale, di etologia comparata, di psicanalisi, di sociologia o "cibernetica sociale" o "futurologia scientifica" non a una dimensione e da automi reificati e omologanti, dimostrano la semplice complessità di tale processo, di integrazione tra semplici popoli anche se simili sul piano storico culturale, figurarsi quando, come avviene, tra popoli di disuguaglianza storico culturale anche secolare e valoriale. In ogni caso solo piccoli gruppi di stranieri non generano contaminazioni incontrollabili e potenzialmente epidemiche proprio come delle malattie ai danni delle culture oggettivamente superiori globalmente nei registri di sistema e nei software destinate a degradarsi se il loro numero è quantitativamente squilibrato.
Chi ripete la litania che il migrantismo fa parte della storia dell'umanità si dimentica che tali processi e dinamiche storiche hanno avuto sempre ritmiche temporali e vincoli nei tempi moderni neppure paragonabili al cosiddetto fenomeno attuale: da migliaia e migliaia di anni dai nostri antenati africani a comunque appunto vincoli non certo da alberghi almeno a 3 stelle per gli italiani all'estero del primo novecento!
Soltanto immaginare di generare integrazioni con tali bachi rivela solo optional psicosociali come criteri che nella storia della scienza equivale a regredire alla psicologia dei cani di Pavlov o dei ratti e dei piccioni che giocano a ping pong di Skinner, ovvero al superato (e per inciso anche tremendamente vulgato in certo andazzo) old Comportamentismo o Behaviorismo!
Più nello specifico: rifiutare in nome di mere astrazioni pseudoumanitarie, di vincolare i confini nazionali, significa la fine del contratto sociale di un popolo, la fine di uno stato di diritto, equivale alla regressione archetipica comunista: mica il comunismo è nato con Lenin o il 1917, era la condizione naturale dell'umanità ancestrale quando le persone era indifferenziate, semplici unità umane vincolate alle leggi totem e tabù delle tribù! E ci sono voluti a quei tempi centinaia e centinaia di migliaia di anni per ..ad esempio scoprire il fuoco e cominciare la famosa evoluzione sociale che oggi i paladini del pensiero unico praticamente negano, ripartendo dalla Tabula Rasa tardo comportamentistica! Negare quando necessario il diritto al confine geopolitico di un popolo ricorda fin troppo infine il mito comunista contro la proprietà privata e il diritto alla Privacy e lo Spazio degli individui liberi! Si parla di Hardware metaforicamente, di significanti, non di egoismi piccolo borghesi, l'essenza della libertà, della differenziazione dalle simbiosi pre umane o dei popoli veri arcaici..
Insomma il Comitato Ius Soli ferrarese neppure impara dal divenire dei fatti: prima fissati sulla Teoria della Percezione o Gestalt volgarizzata, ora regrediti, riassumendo alla Psicologia più elementare ma sempre gradita al Potere dei riflessi condizionati senza alcuna attenzione e consapevolezza della Logica evoluta Cognitiva.....
L'Inter doma un forte Milan (3-2) e il Napoli è a un passo
di R. Guerra
Gran derby, Inter macchina (nero) azzurra cielo! dopo anni di oscurantismo che conferma Spalletti fuoriclasse allenatore aggiunto e la piena maturità di bomber Icardi autore di una tripletta con il solito Perisic fantastico rifinitore. Tre punti potenziati da un avversario il Milan mai domo, classifica chiaramente bugiarda per i cugini di Montella, sconfitto solo al 90° per un rigore diversamente VAR, nel senso che non solo quest'ultima va rettificata (neppure invocata dall'arbitro) ma anche a priori i criteri dei rigori, anche in questo caso discutibile. Nel senso che il contatto indubbio in area ai danni del Milan, ma se fossero punibili solo episodi pieni e non oggettivamente lievi, molte polemiche, con criteri egualitari, sarebbero sopite sul nascere. In questo senso il Milan oggi ha ragione come invece aveva torto con i due rigori a suo tempo a suo vantaggio decisivo, il 2-0 contro la Spal... Resta il fatto di un derby vittorioso per l'Inter meritatamente: la squadra trasformata da Spalletti in appena pochissimi mesi supera oggi ogni previsione: squadra straordinariamente pragmatica e robusta mentre il Milan che pure per ben due volte aveva recuperato specularmente appare fragile, difesa incerta, questo i limite dei rossoneri. Il 2-2 stesso è stato una sfortunata autorete del fortissimo Handanovic che pure aveva parato ma da uno strano rimpallo penalizzato e quasi sciupata la vittoria. Riassumendo la classifica vede l'Inter prima inseguitrice del Napoli da Oscar del Calcio di Sarri. E destino, prossimo incontro al San Paolo proprio tra Napoli e Inter. Un colpaccio di questa Inter, ora possibile, sarebbe una svolta già per il campionato, con la stessa Juventus dopo anni a 3 punti dalla Pazza Inter che quest'anno con Spalletti sembra finalmente guarita. Spalletti spegne già gli entusiasmi con un equilibrio anche dialettico e rispetto per gli avversari non frequente. Ma chiaro che è anche pre tattica... Sarà nuovamente Grande Inter?