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giovedì 24 febbraio 2011

ladystinta E gli olandesi ci sfottono!

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Come dare torto agli arancioni? Li invitiamo al prossimo Buskers Festival e poi spunta fuori Brandani - elegante come un panzer - a far presente che quelli fumano. Eh, sì, ma roba buona, eh?


In Olanda le droghe leggere sono consentite, e questo lo sa pure mia nonna – che al massimo si fa un suffumigio al mentolo – , quindi questi tipacci devono essere sempre parecchio su di giri.
Ovvio sia così, a Ferrara è consentito l’uso smodato di pampepato e quindi abbiamo tutti il colesterolo alto. Lo dice la logica!


Ma partiamo dall’inizio, perché nelle barzellette si ride solo alla fine.


Verosimilmente – spiega il consigliere in un’interpellanza rivolta al sindaco – si preannuncia a Ferrara l’arrivo anche di un’utenza dedita al consumo di droghe e alcool; in ragione di ciò, resta concreto il rischio di possibili danneggiamenti a privati, ma soprattutto al patrimonio pubblico nelle aree che ospiteranno il Festival”.

Così mi racconta un noto quotidiano online, l’utenza olandese – come se questi arrivassero in tram! - è solita bere e spipacchiare erba campestre. Naturalmente uno che spipazza poi butta giù un goccetto, il primo chiama il secondo e viceversa. Io ad esempio mi faccio una grappa dopo cena – sì, lo ammetto, sono un utente pericoloso – e dopo mi accendo una paglia. Che dentro ci sia l’origano è praticamente certo, ah, utenza dannata!


Che succede quando mi sono fatta il grappino e ho schiacciato il mozzicone nel posacenere?
Vado in giro a fare danni: sbeffeggio Savonarola – razza d’antipatico! -, faccio le boccacce a chi siede nell’acquario a vetri di Giori – ho sempre desiderato farlo! - o mi corico in Rotonda Foschini per ululare alla luna (beh, no, questo l’ho già fatto).


E’ difficile immaginare – prosegue Brandani – come si possano perseguire penalmente e civilmente, in sede di richieste di risarcimenti, gruppi di balordi non facilmente identificabili, tossicodipendenti o giovani intolleranti alle regole, quand’anche facilitati nei loro comportamenti degenerativi da quel clima di euforia e di bonaria tolleranza che spesso si è respirato al Buskers Festival”. La necessità di tutelare e preservare le cose e il patrimonio pubblico da possibili atti di vandalismo di persone in preda a droghe o alcol, per Brandani, richiederà la predisposizione di un piano di ordine pubblico con le autorità competenti “per garantire il pacifico svolgimento della manifestazione”.


Io li capisco i timori di Brandani, vado ai Buskers tutti gli anni e indosso sempre il giubbotto antiproiettile! Questi gruppi di balordi, senza documenti, incappucciati e drogati marci!

Oh, mio Dio, mamma li turchi! Gentaccia che proprio non merita d’essere accolta in città, perché la musica – si sa – mica è nata per unire i popoli. Macché, la musica serve a fare casino - la cosiddetta “sbaldunara” -, poi la gente si lascia andare e chissà cosa succede. Nessuno ricorda più le norme del vivere civile, e guai a darsi all’euforia: metteteci le guardie a controllare e che nessuno osi divertirsi!


Gli olandesi, dal canto loro, se la ridono.


L’ambasciatore olandese Alphonsus Stoelinga – a cui va la mia ammirazione per aver prestato attenzione a una simile sciocchezza - invia da Roma una lettera alla Nuova Ferrara, assicurando che non c’è nulla da temere.
L’ambasciatore dei Paesi Bassi ricorda che la responsabilità di ognuno, olandese o meno che sia, per i propri atti rimane ferma in ogni caso e dubita con fare – in tutti i sensi – diplomatico, che “i malvagi olandesi, imbottiti di droghe varie, sarebbero talmente ‘intolleranti alle regole’ da necessitare una copertura assicurativa per i monumenti della vostra città”. Così riporta il noto giornale online, facendoci sentire tutti un po’ più fessi di prima.


Bene, mi dico, sono pronta alla nuova edizione del Buskers Festival. Non vedo l’ora... ma speriamo che qualche politico – che non ha nemmeno la scusa del grappino – smetta di fare danni!





D’istinti saluti ladystinta

venerdì 18 febbraio 2011

ladystinta Dal letame nascono i fior

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Forse De Andrè cantava “Via del Campo” o magari si riferiva al palco di Sanremo: il letame in tv ha i lustrini, all’Ariston mancavano le Olgettine, ma si sa che a Sanremo le belle donne ci vanno per merito. Rimane quindi un mistero la presenza di Belen e la Canalis.

Magari possiamo farcelo spiegare da qualcuno che è rosa ma non in quota rosa: Merito dei curriculum da bombe supersexy, diceva sul web La Gazzetta dello Sport, e verrebbe da richiamare in piazza le signore di “Se non ora, quando?”.


Lo confesso: non guardo Sanremo.


Lo confesso proprio in vista dei festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia: io di Sanremo me ne sbatto. So che sto sbagliando, visto che col mio canone pago pure Benigni, ospite omaggiatissimo ieri sera all’Ariston e tanto italiano da far sembrare leghista Mameli.


Mi dicono che si è limitato all’esegesi dell’Inno, su facebook ho letto status di gente orgasmica, sembrava che qualcuno quell’Inno non l’avesse mai sentito né cantato, non ci avesse mai riflettuto sopra: eppure con la Nazionale questa canzoncina va alla grande, possibile lo si sia sempre scambiato per una ola sportiva? Beh, se ci voleva Benigni a salvare la nazione, Dio abbia in gloria il comico... che era lì per il nostro bene e quindi quest’atto caritatevole lo poteva fare gratis.

Certo, capisco, nessuno lavora senza compenso, è giusto: ma se quei 250 mila euro, ingaggio che non chiese agli amici di “Vieni via con me” – perché tra amici certe cose non si fanno - sono soldi veri e non del Monopoli, qualche spicciolo è mio. Se è così, posso dire – pagando – che Benigni non lo sopporto, è un fatto di pelle. Lui è nella categoria dei “buoni”, come Santoro e Saviano, ma io coi “buoni” ho sempre avuto un pessimo rapporto: forse è per questo che non sono mai entrata nei boyscout!


Confesso - ci sto prendendo gusto, mi metto a nudo... tanto va di moda - anche di pagare il canone, magari non dovrei dirlo e non dovrei nemmeno pagarlo, ma visto che i bollettini postali provano questa mia tendenza al masochismo: permettetemi di dire che di Benigni farei a meno. Non al Festival, per carità, intendo dire che ne farei a meno in assoluto. Credo sia colpa di quell’intervista che rilasciò a Biagi, era il 2001: un’ottima prova di strumentalizzazione televisiva a fini politici. Da quel momento Benigni e Biagi sono spariti dalla mia vita, caduti pure loro nel calderone dei “buoni”.


Vi dicevo che non guardo Sanremo – sarò snob, cosa volete che vi dica? - e quindi mi sono persa anche la canzoncina di Luca e Paolo. A chi l’hanno dedicata? A Berlusconi. Mi pare ovvio, per fare satira in Italia bisogna puntare su di lui: è una cosa che paga sempre, meglio andare sul sicuro.

Mi piace questo spirito pionieristico dei nostri comici!


Ecco allora il testo di “Ti sputtanerò!”, l’ho scovato su Il Sole 24 Ore, loro l’hanno beccato sull’Ansa: insomma, non ditemi che sfoglio solo quotidiani di destra: io non sono un comico, quindi posso permettermi un panorama più ampio.


«Ti sputtanerò, al Giornale andrò con in mano foto dove tu sei con un trans, poi consegnerò le intercettazioni e alle prossime elezioni sputtanato sei». «Ti sputtanerò con certi filmini che darò alla Boccassini dove ci sei tu e le mostrerò donne sopra i cubi e ci metto pure Ruby e ti fotterò».
«E se Emilio (Fede) non si vede ce lo aggiungo con Photo Shop ho già sentito Lele che dichiara cosa? tutto». «Ti sputtanerò sarà un po’ il mio tarlo con la casa a Montecarlo dei parenti tuoi mogli e buoi tutti tuoi». «Ti sto sputtanando in questura porto anche la Santanchè le ragazze stanno dalla parte mia e so che mi sostengono e se l'affitto in via Olgettina è intestato a me». «Tuo cognato già lo sai che la casa al principato appartiene a lui». «Ti sputtanerò farò l'inventario con Noemi e la D'Addario dei festini tuoi».
«Ti sputtanerò dirò a D'Agostino che tua suocera e Bocchino c'han gli inciuci (RPT: INCIUCI) in Rai». «E se tu intercetti la Nicol Minetti c'è Ghedini che intercetta te». «Ti sto sputtanando da Santoro ora chiamo». «Ti sputtanerò non mi butti giù si ma il sei aprile in aula ci vai solo tu».

Bella, non trovate? Garbata.


In rete c’è ovviamente il video e facebook già la canta, pare sia destinata a vincere... non è in gara ma si potrebbe trovare l’escamotage. In Italia si trova sempre.

I nostri piccoli grandi comici hanno poi corretto la mira con un “apprezzato” intervento che bacchettava i “buoni”, gag in cui lo spirito di Berlusconi aleggiava come un fantasma: non è piaciuto alla sinistra – e ti pareva! - ma è piaciuto alla destra. Qualcuno asserisce che è la prima volta che ci va di mezzo anche Fini. Beh, visto come stanno andando le cose per lui, Luca e Paolo avrebbero potuto graziarlo: sparare ai cadaveri non è uno sport serio!



D’istinti saluti




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giovedì 17 febbraio 2011

ladystinta L’Innominato e le anatre di plastica

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E finalmente arriva la satira che bacchetta la sinistra! Ah, sì?

Certo, era ora che Luca e Paolo, sul palco dell’Ariston, se la prendessero con le icone della sinistra! Ah, ecco, ma siamo sicuri? Perché io stamattina, cercando notizie sul Festival – non lo guardo, perdonatemi, posso immolarmi solo per le cause serie – ho dovuto cercare il video della performance per capire a cosa accidenti si riferissero i giornali.

Me lo sono guardato in rete, questo capolavoro di comicità, e l’ho trovato degno di una riuscita commedia al circolo parrocchiale.


Se il pelato si è trasformato in Saviano – con le dovute pause tra una messa cantata e l’altra, con i suoi sermoni scioccanti per qualunque alieno viva in Italia – e quello che chiama il presidente della Rai è diventato Santoro – che si chiede da 15 anni se lo manderanno ancora in onda -, i due comici, addomesticati e un tantino patetici, spiegano che la satira non si fa sui buoni.


In effetti, ad ogni sberleffo riconducibile a Berlusconi ci si butta poi sul “buono e sinistrorso” che vagamente si accosta a quella descrizione... Fini che ha perso la testa per una ragazza giovane – e tiene casa a Montecarlo per farci stare comodi tutti i parenti che lei si porta in dote – , quello coi capelli disegnati che si crede tutto e non conta niente diviene magicamente Morandi (certo, certo...) fino a toccare l’altro, con la casa a Roma, padrone di tv e giornali... il Papa.


Ma certe battute gli vengono così o sono stati invitati ad allargare il giro della satira e non sapevano a quale santo votarsi? I giornali, beati e contenti, mi fanno sapere che è la prima volta che si fa satira su Fini. E me la chiamate satira? Sono questi gli affondi ai buoni? Accidenti, davvero un coraggio da leoni, roba che su quel palco bisogna andarci col giubbotto antiproiettile!


Per me Santoro rimane quel tale che sbraita in tv e vuole vendermi qualcosa, qualunque cosa... un po’ come Vanna Marchi. Saviano è l’intoccabile per eccellenza, tanto che persino i Casalesi non se lo filano più: la noia uccide quanto il kalashnikov. Fini è l’immobiliarista dal parentado folto: gli succhiano più sangue dei vampiri, deve essere per questo che ha quella brutta cera, e Montezemolo – per cui Luca e Paolo sprecano un “scende o non scende in politica?” è quello votato al rosso, ma gli consiglierei di fermarsi alla Ferrari, sarebbe più credibile. Del Papa non vi dico, attendo il prossimo, questo è solo di passaggio. Troppo cattiva? E chi se ne frega, mica mi paga la Rai!


Adoro la satira, ma mi piace feroce, che cada a destra, sinistra o centro. Quella sciacquata e imbavagliata non rientra nella categoria, pararsi il didietro sotto l’ala rassicurante della battuta su Berlusconi è roba di poco conto. Posso passarci sopra, lo farò di certo, libertà per tutti: e io torno a non guardare il Festival.


Non vedrò quindi in diretta i voli pindarici di Benigni – l’esegesi sull’Inno di Mameli me la risparmio per il mattino dopo, terminare la serata con Benigni è come mangiare la peperonata a cena – ma forse ve ne parlerò. Dico forse, perché Benigni becca 250 euro per mezz’ora di Festival - Morandi sostiene che ne meriterebbe il quadruplo – mentre io, povera bifolca del web, gli articoli li scrivo gratis.


E’ la mia fortuna: posso essere politicamente scorretta.


D’istinti saluti


ladystinta

martedì 15 febbraio 2011

ladystinta: tutti in piazza per la libertà dei bloggers!

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E ora tutti in piazza per la libertà dei bloggers!


La notizia ha fatto spalancare occhi e bocca a molti bloggers, la gente comune, invece – la gente normale, quella che sul pc controlla le notizie dell’Ansa – non ci ha visto niente di strano.

Scrivere un post in cui si dichiara di voler far fuori il Premier è diffamazione aggravata, minacce e istigazione a delinquere. Insomma, qualcosa di più decisionista rispetto a quel blog che dopo il www prevedeva “Mastella ti odio”. Lo ricordate? Pareva dovessero chiuderlo ma vedo che il blogger si è stancato da solo: l’ultimo post risale a venerdì scorso, dice di voler emigrare su facebook. Negli anni, come protesta civile, aveva aperto pure il controblog in cui affermava – già nel link – di non odiarlo più... ma l’ultimo post è del 2007, segno che l’innamoramento è stato passeggero.


Ovviamente chi su savonaeponente.com esprimeva questo desiderio recondito – ma mica poi tanto! - di levare dalla guazza Berlusconi non è il primo della serie. Su facebook non si contano i siti che inneggiano al taglione – non voglio sapere da quale parte inizieranno a sforbiciare! -, ma mi corre l’obbligo di ricordarvi anche il concorso letterario “La notte in cui morì Silvio Berlusconi” (è già scaduto, non affannatevi!). Gli organizzatori del concorso ce lo presentavano così: Dato per scontato che il nostro Presidente del Consiglio vivrà i programmati 120 anni e che l’intenzione di questo libro non vuole impedire né ha intenzione di opporsi alla realizzazione di tale programma – anche se a dir la verità ultimamente il Nostro ci è sembrato meno giocoso del solito: un fastidioso prurito dovuto al trapianto dei capelli? La preoccupazione insorta dopo l’intercettazione da parte dei servizi segreti di difesa di una telefonata in cui D’Alema prevede la rinascita e il rilancio di un forte movimento comunista internazionale?

Quel che vi proponiamo è di sbizzarrirvi immaginando un racconto avente per oggetto “La notte in cui morì Silvio Berlusconi”. Come morirà, se morirà e non sarà stato nel frattempo clonato? Che ne sarà del muro padano da lui inaugurato poco prima della morte? E voi come reagireste alla notizia del trapasso violento o serenamente teletrasmesso in diretta? E il popolo italiano? Ci aspettiamo da voi queste ed altre amenità sfuggite alla cronaca, in racconti che non superino le 10 cartelle (1800 battute per cartella spazi inclusi) […]. Era prevista un’antologia dei migliori racconti, chissà quali erano i criteri di scelta...
Naturalmente qui non siamo ai livelli di chi, su facebook, chiedeva venissero riorganizzate appositamente le Brigate Rosse, tanto poi si è visto che basta una statuetta del duomo di Milano per fare danni... Già nel 2005 Beppe Grillo consigliava di creare blog contro i politici: il computer li sommergerà. Evidentemente le buone abitudini si acquisiscono subito – meglio del Metodo Montessori! - e negli anni i bloggers si sono scatenati nella ricerca del politico da marcare stretto.
Ho notato, e immagino l’abbiate fatto anche voi, che i più accaniti si scagliano contro la destra. E’ una questione di numeri, non di valore, se avete un blog smaccatamente destrorso: fatemelo sapere. Nel frattempo, però, vorrei segnalarvi quello che consulto io: il blog dell’incazzatissimo Girolamo Melis, che vale senza dubbio la pena citare. http://girolamo.melis.it/

Vi starete chiedendo se io sia una che legge solo i siti di destra – Il Giornale, Libero e colleghi – e vi stupirò dicendovi che li leggo tutti, non mi faccio mai mancare le versioni web di Repubblica e compagnia bella. Lo faccio per mediare e – lo confesso – per trovare argomenti interessanti di cui raccontarvi. Eppure uno sguardo a Girolamo Melis bisogna darlo, perché forse anche il buon Girolamo prima o poi avrà dei problemi di censura. Dite che non sbeffeggia Berlusconi? E’ vero, però tocca Fini, e non per fargli il solletico.

Dovesse succedere che qualcuno decida di chiudere la bocca a Melis e a tutti i bloggers che collaborano con lui, spero di vedere online la stessa indignazione. Sarebbe meraviglioso sapere che ci si batte davvero per la libertà d’opinione, qualunque essa sia.

 

D’istinti saluti ladystinta

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lunedì 14 febbraio 2011

ladystinta Ci salveranno le vecchie cartoline

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Ben poche cose sono intimamente ferraresi quanto il listone, o per meglio dire al listòn.
Quando accompagni a spasso gli amici che vengono da fuori, ti senti chiedere “cos’è?” e rispondi semplicemente “al listòn”. Magari non sai perché sta lì e da quando, eppure - se chiudi gli occhi e ti immagini piazza Trento Trieste - quell’ingombrante rialzo di 120 metri per 12 ti appare qualcosa di assolutamente tuo.


Due passi sul listone la domenica pomeriggio, il “Salone del regalo” durante le Feste, le bancarelle del mercatino dell’antiquariato il primo week-end di ogni mese.

Al listòn - l’improvvisato gradino su cui sedere per ascoltare i Buskers - è lì dal 1846. I nostri bisnonni l’hanno visto prima di noi, ma ora i nostri nipoti dovranno accontentarsi di un rettangolo vuoto a segnalare “era qui ma non c’è più”.


E perché? Secondo l’Amministrazione Comunale bisogna razionalizzare la piazza. Ah, bene... e per farci cosa? Per rendere più attraente il mercato del venerdì?

Mi corre l’obbligo di segnalarne l’orrenda presenza a tutti i turisti che vogliono mettere piede in città: non fatelo di venerdì mattina, non potrete fotografare la nostra meravigliosa piazza. Già, bellissima, col suo listone.
Se era nato per permettere ai pedoni un approdo sicuro e - nei secoli - è diventato molto altro, allora quello strano marciapiede in mezzo alla piazza è un’impronta storica. E le impronte non si cancellano, si abbelliscono e si lasciano dove stanno per raccontare cos’era Ferrara con la Littorina. Ferrara coi negozi sul listone quando il Palazzo della Ragione prese fuoco: non è storia anche questa?


Invece no, a Ferrara si levano di mezzo le vecchie cose che non servono più, le case liberty per far posto ai nuovi palazzoni e, magari, prima o poi ci si accorgerà che Piazza Ariostea non è abbastanza fruibile con quel catino in mezzo! Assisteremo ad interventi con pale e badili per riempire quel buco, come fanno i bambini sulla battigia? Ah, dite che vi sembra un’idiozia? E levare il listone vi pare una faccenda intelligente?


Mi diranno che sono nostalgica, ancorata al passato, poco adattabile. Rispondo affermando che non rasento l’età della pensione e a Ferrara non ci sono nemmeno nata. E’ la città che ho scelto di sentire mia, con la sua storia e le sue pecche, coi ferraresi che si lamentano dei piccoli fastidi e chiudono gli occhi davanti agli ospedali nel deserto.
Nata altrove e con anni di centro storico sulle spalle, perché ho vissuto a pochi passi dal listòn e quella piazza era il mio cortile: gli amici, gli appuntamenti, i due passi per sgranchirmi le gambe. Sul listone, signori miei, piazza e salotto cittadino, amore scelto non per caso da me che vengo da fuori, eppure – poco per volta – mi sono sentita ferrarese.


Non vi sta bene che la critica venga da una forestiera, da quella che non ha visto la luce all’Arcispedale S. Anna? Beh, ve ne farete una ragione, perché in tanti anni ho imparato che Ferrara è anche settaria e se non sei ferrarese te lo fa notare. Ma, incredibilmente, sono poi proprio i ferraresi – che amano la loro città in maniera viscerale – a farti partecipe di questo profondo sentimento, non appena comprendono che di Ferrara ti sei innamorata a prima vista. Lo fanno i cittadini, molto più di quanto non faccia l’Amministrazione Comunale.

Cosa devo pensare allora? E’ sempre la solita storia?


Soldi, soldi, soldi... soldi per interventi di cui l’utilità mi sfugge.

Piazza Trento Trieste va sistemata, vanno levati gli avvallamenti: ci volete fare un campo da golf?
Qualche ferrarese in bigona vi ha detto che si circola male sulle due ruote? Si sono lamentati per i cubetti di porfido che vengono via come i denti che hanno preso un destro? Oppure l’idea è quella di fare spazio... a cosa? Perché questo mi sfugge: non capisco che bisogno ci sia di allargare e allungare quando le manifestazioni, che richiedono ampi panorami, già si tengono al parco urbano. Me lo fate sapere o devo solo immaginarlo?


Se lo immagino penso al peggio, perché la piazza sbrisulona ancora la porto stampata nella memoria, e come me molti ferraresi stufi marci di certi interventi razionali... alla carlona!


Non fatemi anche questo brutto scherzo, non levatemi il listone, cuore pulsante di Ferrara – con tutti i suoi pro e i cuoi contro - che è lì da prima che arrivasse questa Amministrazione e le altre che l’hanno preceduta.


E’ lì e spero durerà a lungo, molto più dei vostri didietro su quelle poltrone.

 

d'istinti saluti

ladystinta

sabato 12 febbraio 2011

ladystinta: Saluti da Arcore!

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Come vi immaginate Arcore?

Ve lo chiedo perché è difficile pensare ad Arcore come ad una quieta cartolina - “saluti da” - e magari nello scatto non compare nemmeno Villa San Martino! Difatti ho avuto una certa difficoltà nel reperire l’immagine che accompagna questo post, perché cliccando “Arcore” su Google, si trova di tutto. Veramente di tutto, credetemi, io – fossi arcorese – mi preoccuperei.


Ecco perché ho pensato di rubare una lettera – rubare in senso buono, non iniziate ad intercettarmi le telefonate! - a Severgnini.

Ero indecisa se soffiargli questa testimonianza o il famoso spolverino in cui sembra campare fin dall’infanzia, poi ho preferito un copia-incolla del testo: di questi tempi una donna con lo spolverino attrae la morbosa curiosità dei Media. “Ma sotto, sarà nuda?!” e io, perdonatemi, non ho alcuna intenzione di prendere un colpo d’aria per accontentare i guardoni di certi quotidiani scandalistici!


Dicevamo della lettera, la scrive un signore – e qui signore sta per gentleman – che abita proprio a due passi da Berlusconi. La lettera è firmata, ringrazio quindi Piero Romagnoli per questo spaccato gioviale e lontano dai soliti varietà.


http://www.corriere.it/italians/11_Febbraio_08/Vivere-ad-Arcore-vicino-alla-villa-di-LUI_5689e856-32ea-11e0-804f-00144f486ba6.shtml


Car"o Beppe, ti scrivo queste due righe a valle dell'agitato pomeriggio arcorese di contestazione del popolo viola al nostro premier. Vivere ad Arcore, ridente paesino ai piedi delle prime collinette brianzole, un tempo noto per le gloriose moto Gilera ed oggi al centro di un'indesiderata popolarità per via di un ingombrante concittadino, comporta vantaggi e svantaggi non comuni. Fra i primi, ovviamente, la sicurezza: con tutte le pattuglie di carabinieri che girano continuamente per le vie, si può davvero star tranquilli. Tra gli svantaggi, invece, come dimostra il pomeriggio di ieri, il fatto che chiunque abbia qualcosa da dire al Premier arriva da noi a rompere le scatole. "Abbiamo un cane bipartisan!" ha commentato ieri mio figlio di ritorno dalla passeggiata col labrador "nel senso che ha ricevuto la grattatina sulla testa sia dai manifestanti che dai poliziotti!", io però cominciavo ad agitarmi sapendolo fuori, anche se è alto uno e novanta, pesa 110 chili e gioca come pilone a rugby (non uno a cui metter facilmente le mani addosso, insomma). E quelli viola sono solo gli ultimi della serie, prima c'erano i COBAS del latte, i comitati di questo e di quello...insomma tutti quelli che hanno spirito polemico e non una casa abbastanza accogliente da restarci tranquilli alla domenica pomeriggio. Bisogna prenderla con filosofia, come fa mia moglie quando parla dei festini: Pensa, Piero! a due passi da casa nostra succedeva tutto sto casino, e noi non ci siamo accorti di niente!". Così come con filosofia dovranno prendersela anche le decine di simpatici, gentili, disponibili carabinieri che ci guardano passare a spasso col labrador davanti alla villa di LUI. Uno di loro una volta ci chiese gentilmente se potevamo camminare un po' più in là, perché stavano transennando l'area. Fu l'inconfondibile accento anconetano del milite ad accomunarci in una grande risata e rimpatriata. Ecco, a loro sì, ai carabinieri dobbiamo davvero dire grazie!"

Vorrei quindi fare un appello - perdonatemi se uso impropriamente questo sito – per una buona causa: carissimi abitanti di Arcore, ripescate dai cassetti le vecchie cartoline del vostro paese. Passatele allo scanner e mettetele online, riappropriatevi di casa vostra!

Sarà poco ma è già qualcosa, ringraziando il signor Romagnoli e tutti quelli che – con santa pazienza – subiscono la notorietà di un compaesano scomodo.

D’istinti saluti ladystinta

 

venerdì 11 febbraio 2011

ladystinta: Scordate Ruby, la vera stronza è Barbie!

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Me lo fa presente Maurizio Acerbi su “Il Giornale”

http://www.ilgiornale.it/interni/i_50_anni_ken_vita_allombra_barbie/10-02-2011/articolo-id=504959-page=0-comments=1

e io non posso che confermarlo. Mai si era visto un maschio oggetto tanto oggetto, e oggetto di scherno. Nessuno ne conosce il cognome, in società si presenta come “il Ken di Barbie”, quasi lei l’avesse partorito!


Quei cialtroni della Mattel gli hanno fatto fare di tutto, sempre lavori sottopagati, mentre lei se ne va in giro con la cabrio “rosa Barbie”, tra una sfilata, un lunch e un brunch.

Se c’è una bambola schifosamente sottoposta al lifting, sguaiatamente drogata di moda e firme, quella è proprio lei. Al povero Ken tocca sopportare, eunuco di gomma – già, si sono pure scordati di dotarlo dei gioielli – perennemente in bilico tra l’esserle fidanzato, amico e confidente... mentre lei sgrana gli occhioni in giro in attesa di un bambolotto più appetibile.


Questa bambola sempre in forma – tranne quando è uscito il modello col pancione, ma poi il pilates ha rimediato ai danni – è l’esempio più chiaro di sessismo amazzone. Lo dice pure il prezzo, perché lei può essere “da collezione”, ma lui rimane il solito sfigato. Gli hanno fatto i muscoli ma non è dotato, a volte moro e a volte biondo - ma sembra sempre pettinato al laser -, gli danno un mestiere e poi glielo levano: il precariato alla Mattel lo vivono così, sulle spalle di Ken.


Me lo ricordo bene, questo poveraccio, perché da bambina ne avevo un paio della sua specie. Ovviamente era stata Barbie a chiedermi compagnia, non che sapessi esattamente cosa potevano combinare la notte, chiusi nella scatola dei giochi, a due passi dai Lego. Eppure due salti li dovevano pur fare, perché al mattino avevano quel sorriso beota, sempre quello. Le cose sono due: o le bambole hanno una vita sessuale degna del miglior Bunga Bunga, oppure hanno semplicemente uno sguardo ebete. State attenti perché la prima impressione non sempre è quella giusta, e la cosa è applicabile sia alle bambole che agli umani e umanoidi.


Ebbene, Ken compie cinquant’anni, se li porta bene, direte voi. Certo che sì perché lui non invecchia, non può, deve tenere il passo con Barbie. Mettetevi nei suoi panni, ha accanto la bambola più famosa del mondo, quante ore passerà davanti allo specchio per essere certo di non farla sfigurare in società? E’ il guaio di vivere accanto ad una bellona – mi pregio, nel mio piccolo, di non aver mai creato simili problemi – e di dover dare sempre l’impressione di salute e buonumore.


Ecco, voi alzatevi la mattina – scazzati perché la sveglia alle sei non piace a nessuno – e fate un bel sorriso al mondo. Non vi sentite un idiota? Bene, questa deve essere la sensazione di Ken, ce l’ha ogni giorno, da cinquant’anni. Io al posto suo mi tirerei un colpo!

Invece no, Ken non può farlo, perché sciuperebbe l’esistenza perfetta di Barbie: lei non può avere un fidanzato suicida, lo capite, no?

Perciò Ken è costretto ad essere bello, sorridente e palestrato per non far sfigurare la compagna: insomma, una vita da incubo!


Cosa possiamo fare per lui? Potremmo scrivere alla Mattel per chiedere un Ken davvero cinquantenne, con un po’ di pancetta e i capelli più radi. Senza quel sorriso da paresi, magari con una smorfia disincantata di chi ha vissuto davvero, un po’ di sano cinismo, qualche vizio – e fategli almeno accendere una sigaretta a ‘sto poveraccio! - e la sana ambizione d’essere soltanto Ken, e non più “il Ken di Barbie”.

A quella stronza non piacerebbe, andrebbe in giro a lamentarsene, ma lei è soltanto una bambolina.

 

E’ per questo che ho sempre fatto il tifo per Ken, nella speranza di vederlo crescere e invecchiare.

A lei non piacerà, a me piacerebbe, perché quando ho scelto il mio “bambolotto per la vita”, non mi sono fermata al sorriso idiota.



D’istinti saluti


ladystinta

giovedì 10 febbraio 2011

ladystinta I’m your boogie man a Ferrara

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K.C. and The Sunshine Band prima, Pino Daniele dopo, nei parcheggi di Ferrara... ora.
O meglio, sembrano pensarla così i commenti che appaiono su di una nota testata web del territorio.
“Non chiamateli parcheggiatori abusivi” si legge nel titolo dell’articolo, e difatti non li chiameremo in questa maniera. Vogliono sia chiaro e lo cantano – forse meglio di Pino Daniele - Fulvio Bernabei, comandante della guardia di finanza di Ferrara, e Laura Trentini, comandante degli agenti della Municipale.
Il polverone l’aveva alzato il senatore Balboni, ma gli è stato specificato che “Non chiedono soldi – dice Bernabei – in base a un tariffario del servizio che svolgono, ma qualche spicciolo, analogamente ai questuanti”. Quindi, dovesse capitarvi di lasciare a questi bravi ragazzi un piccolo obolo e vi venisse detto “dai amico, sono pochi”, non avete la legge dalla vostra: non esiste un tariffario. Se loro insistono per averne altri, può essere che voi siate stati tirchi, rimediate subito!

Ovviamente potete rifiutarvi di dare alcunché – è un vostro diritto – ma leggendo i commenti online par di capire che la carrozzeria dell’auto sia a rischio e che la passeggiata in centro sia poi tormentata dal pensiero di specchietti divelti e dispettucci vari.

I parcheggi presi in considerazione sono “Centro storico”, “San Guglielmo”, “Baluardi”, “Boldini” e “Piazza Sacrati” ma il comandante delle fiamme gialle ci suggerisce che occorre distinguere il semplice disturbo da danni alle auto, inseguimenti e percosse. Prosegue dicendo: “Abbiamo constatato che l’approccio dei cittadini varia a seconda della sensibilità di ognuno: c’è chi trova tali presenze scomode, chi invece simpatiche. Perciò – ha dichiarato Bernabei – se da una parte non sottovalutiamo le criticità evidenziate, riteniamo vadano ricondotte al proprio ambito”. Scorrendo velocemente i commenti a questa notizia, scopro che sono davvero pochi i ferraresi che trovano simpatiche queste presenze ai parcheggi. Ferraresi xenofobi, quindi?

Onde evitare di buttarmi nella bolgia del commento e controcommento – perdonatemi, sono una snob – chiedo asilo qui, e vi racconto la mia.

Solitamente parcheggio – in compagnia – a “San Guglielmo”, il sabato e la domenica mattina.
Lì mi attendono ragazzi di colore impegnati in due diverse attività: uno gira tra le auto e ci indica uno spazio libero, l’altro – più spesso in compagnia di “colleghi” - ci attende alle macchinette mangiasoldi.

Sabato scorso ho lasciato volentieri la mancia al primo e lasciato a bocca asciutta il secondo. Gli ho invece consigliato di dare il cambio al suo amico, dato che lo vedevo piuttosto indaffarato tra i veicoli invece di stazionare – come un totem – all’angolo del pedaggio. Il primo ragazzo è scoppiato a ridere, il secondo ha blaterato qualcosa. Non mi sono preoccupata troppo, la mia compagnia aveva le spalle larghe e io sono una vera stronza, ringraziando mio fratello che mi ha insegnato il sistema solare a cinque anni – usando mele e arance – e in seguito a difendermi: avevo dieci anni, lui ne aveva il doppio, avere un fratello maggiore ha diversi lati positivi!

Ovviamente non sono una che tira un destro al primo scocciatore che passa, ma diciamo che – a mano posata sul didietro – non avrei alcun problema ad attaccare briga. Beh, vi dirò, non mi è mai successo. Mai accaduto in alcun parcheggio di Ferrara, nemmeno in “Kennedy” di sera. Mai, e dico mai, che i quei ragazzi siano andati oltre all’insistere per avere due soldi. Ovviamente potete obbiettare che sono cozza e la natura mi ha dotata di questo strategico sistema di difesa, potete dirlo e io non smentirò.

Per quanto riguarda la faccenda dei parcheggi, mi metto dalla parte dei cattivi, io la mancia la lascio sempre. La lascio più volentieri a chi mi indica un posto libero, ma la lascio comunque anche a chi – mentre pago alle macchinette – mi chiede di lasciargli il resto. Faccio male? Probabilmente sì, forse sto alimentando un racket internazionale, forse questi soldi andranno a rimpinguare il salvadanaio di al-Qaeda... ma se i vigili, la finanza e compagnia bella mi dicono che questi ragazzi non delinquono, allora ho ragione io, proprio come hanno ragione i questuanti che stazionano lì.
Se mi mettono una mano sul didietro, però, mi si consiglia di pigiare il pulsante rosso del pronto intervento, lo si trova sulle mangiasoldi e sta lì per la mia sicurezza. Se mi azzardassi a cacciare un diretto al mio amoreggiante boogie man, probabilmente finirei dalla parte del torto. Perché io sarò pure in “quota rosa” e il ministro delle pari opportunità mi penserà dalla mattina alla sera, ma non sono poi tanto certa d’avere, dalle istituzioni, la stessa comprensione offerta a questi ragazzi.
Insomma, se ai parcheggi vi capita qualcosa di brutto, segnalatelo a chi di dovere. Prima però attendete che succeda, fino a quel momento i ragazzi dei parcheggi vi stanno soltanto scocciando – più o meno come i telefonisti dei call center – e i vostri commenti a quell’articolo stanno scocciando chi, a Ferrara, non la pensa come voi.



D’istinti saluti


ladystinta

martedì 8 febbraio 2011

ladystinta la compagnia del 13

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Il 13 dovrebbe portare bene o male? E’ un dubbio che ho da tempo, quel che so è che il prossimo 13 febbraio porterà gente in piazza, ma io non ci sarò.


“Se non ora, quando?” è lo slogan delle trombe angeliche contro i tromboni che trombano, perché la piazza sarà piena di brave donne, tutte sante, troppo vecchie e troppo brutte per darla via o troppo vecchie e amareggiate per lasciare che le giovani e belle la prestino per piacere o la vendano per profitto.


Tutte puttane queste giovani donzelle? Allegrotte e sfacciate che su Facebook non si allineano al “cambio d’avatar”! Cambia la tua faccia, mettici quella di una donna che ha fatto tanto, di una che mai sarebbe andata ai festini di Arcore, una donna che ha lasciato il segno...

Scusate, perché non posso tenere la mia?


Mai che mi sia arrivato un invito ad Arcore, non sono più appetibile, lo confesso. Se avessi ricevuto un cordiale “si presenti sola o in compagnia” avrei anche potuto scegliere di non andarci. O no?

Proprio come scelgo di non scendere in piazza, con chi, poi? Con la Rosi Bindi? Beh, diciamocelo, la natura l’ha predisposta all’essere virtuosa, altro non può fare. Angela Finocchiaro? Avrebbe l’ironia per riderci sopra, ma nel video della manifestazione si atteggia a saggio della tribù. Silvia Avallone? Licia Colò? Belle donne col cervello, beate loro! E allora perché sputare sulle ballerine di quinta fila a cui la fortuna ha concesso solo il sorriso e le gambe lunghe? Insomma, con chi mi metto in coda? Con qualche femminista che rimpiange i gonnelloni e scorda d’essersi battuta per l’amore libero?

No, macché, il bello sarebbe andare a braccetto con Tiziano Scarpa. “La mia parte femminile è molto incazzata” ha fatto sapere alla platea, sapesse quant’è incazzata la mia d’essere portata in piazza, difesa come fossi un panda! E Michele Placido? Lui è offeso in quanto compagno di una donna giovane, così ha specificato. Come a dire che se la moglie fosse stata una vecchia ciabatta, avrebbe lasciato correre. Magari dovrei andare a spasso con Gad Lerner, che si indigna per l’orrendo mercimonio che le televisioni berlusconiane hanno reso concepibile - e sopportabile - all’intero paese. Scusate, ma non era lui quel Gad di cui narrava le gesta erotiche Carmen Llera Moravia? Quella Carmen che – bella, intelligente, furba e venticinquenne – divenne l’amante di un Moravia datato? Ah, già ma stiamo parlando di intellettuali, quelli scopano di testa, non sono mica le signorine che vanno ad Arcore!


Ruby da che parte la mettiamo? E’ vittima o è solo furba? Come Carmen Llera Moravia, ma meno intellettuale, e quindi la piazziamo nel girone delle vacche da asporto! Donne buone contro donne cattive, “mia figlia non è in vendita!” e poi le mamme spingono a forza le giovincelle sulla passerella di Miss Italia.


Ve la ricordate Sandra Milo? E Craxi? Non le abbiamo già viste ‘ste vaccate di stato? Direi di sì, e allora perché aspettare il 13, scendiamoci subito in piazza. Mettiamo alla berlina tutte queste donnacce. Io però sto a casa, perché l’unica cosa che ho in comune con quelle che si indignano è mia e me la gestisco io. Non era anche questo il femminismo? Non saprei, non me lo ricordo più, e forse non sono l’unica smemorata.


D’istinti saluti

ladystinta