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venerdì 27 gennaio 2012

Intervista a Elena Leone, vincitrice Premio Ebook Ferrara 2011/Romanzi, con Strade d'Esilio (Este Edition, 2011)

Lo scenario è la città di Samarcanda, le strade sono quelle percorse in un’esistenza che sa di dolore e sacrificio, l’esilio è quello del cuore, delle speranze deluse, dei sogni mancati, delle occasioni perdute. Uno scrittore sul viale del tramonto, una giovane donna figlia della strada. Due destini che si incrociano solo un istante, giusto il tempo di tornare a sperare ancora un’ultima volta.

Elena Leone 

Nata a Ferrara nel 1976, dopo la Maturità Classica, ha conseguito la Laurea in Conservazione dei Beni Culturali ad indirizzo archeologico e, successivamente, la Laurea in Culture e Tradizioni del Medio Evo e del Rinascimento, Filologia Moderna. Viaggiatrice e archeologa, ha scavato in Italia, Medio Oriente e Uzbekistan (Samarkand).

 

La parola come archeologia del cuore

 

 D- Alla ricerca dell'Anima perduta... forse il senso (uno tra diversi) del tuo lavoro Strade d'Esilio?

R- Niente si perde veramente in una città come Samarcanda dove tutto torna all’origine, anche un’anima vuota che, viaggiando, cerca di riempirsi con vite che non le appartengono. L’esilio è solo una nuova occasione per confondersi tra storie tagike russe e turkmene che profumano di spezie e polvere.

 

D- La parola come archeologia esistenziale?

R- Un rimedio al silenzio, alle storie che non hanno bisogno di essere raccontate perché auto evidenti. L’esistenza umana è un lungo racconto scritto con inchiostro bianco su fogli bianchi. L’uomo, archeologo di sé stesso, è un concetto interessante, un reperto nascosto alla luce del sole. L’esistenza è un reperto che sarebbe impossibile ritrovare integro, ma le schegge come un nucleo di selce, sarebbero sparse in ogni dove. Un campo sconfinato ove cercare…

 

D Oriente e Occidente, sintesi culturale possibile?

R- Una sintesi tra Oriente e Occidente , io credo, che sarebbe riduttiva. Penso che siamo davanti ad una tale complessità storica, culturale e sociale che una sintesi tra le due comporterebbe una perdita da una o dall’altra parte. Separati dalla storia e da una stratificazione di tradizioni e di civiltà Oriente e Occidente restano due giganti che non vogliono salire l’uno sulle spalle dell’altro. Colossi che orbitano l’uno intorno all’altro senza avere che qualche contatto. La conoscenza dei due è una sintesi possibile e credibile, oggi.


D- Futuri progetti letterari?

R- Tanti. Mi lascio portare dalla penna. La seguo. Dove mi porta, mi porta. Scrivere è una finestra che spalanco lontano dalla quotidianità frenetica, un piccolo angolo riservato, dove ogni cosa prende le più svariate direzioni. Mi piace la magia della penna sul foglio. Nei miei progetti attuali ci sono un racconto per bambini e una serie di racconti sull’Oman, una splendida terra che ho imparato a conoscere durante la mia esperienza archeologica in quei luoghi.

 

RobyGuerra

 

http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2011/11/24/news/la-letteratura-si-puo-scoprire-all-ora-del-te-1.1695690

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=616

 

 

martedì 13 settembre 2011

Nicoletta Nuzzo alla IV edizione del Festival Internazionale della Letteratura al femminile, dal 22 al 25 settembre, Narni – Intervista

 La silloge è
divisa in sette percorsi tematici: Madre, Mare, D’amore, Tempo, Recherche, Cambio, Preghiera; con prefazione della filosofa Patrizia
Caporossi.

“parlavo con voi/ ma non ero lì / stavo su una crepa / come dentro un pensiero / mi tenevo aggrappata / c’era da lottare/ per
la salvezza.” – “Ombra”

L’autrice si è resa disponibile per illustrarci qualcosa della storia del Festival, della cittadina di Narni (con
un succulento aneddoto letterario), dell’utilizzo del termine di “Poete” e della sua raccolta “Portami negli occhi”. Buona lettura!


A.M.:
Dal 22 al 25 settembre sarai occupata, a Narni, in un Festival davvero interessante, voi raccontarci qualcosa?

Nicoletta Nuzzo: Narni è
un antichissimo (Nequinum 600 a.C.) centro umbro, i suoi paesaggi hanno ispirato artisti e racconti di epiche gesta. Qui tra i resti delle
mura medievali, il castello e la natura che avvolge come in una fiaba le vestigia romane, fu Clive Staples Lewis a trovarvi il luogo adatto
per ambientare i sette libri del suo fortunato ciclo fantasy "Le Cronache di Narnia". Tra mito e realtà non vi poteva essere luogo più
adatto per il IV Festival Internazionale della Letteratura-Saggistica-Filosofia-Arte al Femminile e per le Alchimie ed i linguaggi delle
donne che vi partecipano in un viaggio ricco d’anima. Il Festival è ideato e diretto dalla filosofa Esther Basile, presidente dell’
Associazione Eleonora Pimentel Lopez de Leon di Napoli, in collaborazione con l’Istituto italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, il
Comune di Narni e con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. È sempre più ricco di novità e di appuntamenti vari con
interessanti tavole rotonde, dibattiti, performance teatrali e tè e caffè letterari. È davvero un evento unico nel panorama nazionale
perché così possono essere finalmente visibili le donne che “pensano, agiscono, si raccontano, scrivono…” Saranno presenti scrittrici,
filosofe, poete, donne delle Istituzioni…( Marisa Rodano, Clara Sereni, Dacia Maraini, Adele Cambria, sen. Vittoria Franco, Luciana
Castellina, Barbara Alberti…)

A.M.: In questa IV edizione di un festival artistico tutto al femminile presenterai la tua nuova
pubblicazione: una silloge poetica. Puoi dirci qualcosa?

Nicoletta Nuzzo: Qui al Festival (domenica 25 alle ore 10.30) sarà presentato il
mio libro di poesie “Portami negli occhi”(Rupe Mutevole 2011). La prefazione del libro è della filosofa Patrizia Caporossi che mi ha
sostenuto in questo cammino poetico forte/fragile. Le poesie sono ripartite secondo alcuni temi/archetipi/stanze: Madre, Mare, D’amore,
Tempo, Recherche, Cambio, Preghiera.
Il movimento delle poesie nell’
ambito di ogni “tema” è quello dell’alternanza tra vuoto e pieno, di fusione e separazione, di lotta di opposti, di danza per ricordare e
per dimenticare come nella poesia “Rinascere” (gli opposti mi sfiorano/e per non perdermi/ogni giorno ha il suo rito:/una danza per
dimenticare/e per ricordare)…è il movimento dell’onda come nella poesia del titolo del libro (Portami negli occhi/e tienimi vicina/e
tienimi lontana/come/dentro un’onda).


A.M.: Da “Un gatto senza vanità” a “Portami negli occhi”. Perché il passaggio alla poesia?



Nicoletta Nuzzo: Con la poesia per me ritorna il corpo …nei precedenti due libri in prosa (“Cronache di un gatto perfezionista”, Manni 2007
e “Un gatto senza vanità”, Rupe Mutevole 2010), il mio corpo aveva parlato tramite il corpo libero e senza colpa di un gatto di nome Ugo,
un gatto come forza spirituale, simbolica e vivente connessa con l’universale, la libertà mentale e l’interiorità femminile. Poi quando nel
mio percorso di identità e di scrittura è riemerso il materno, non solo con la storia di mia madre ma anche con la genealogia di madri
simboliche, con la relazione con altre donne amiche, quando si è delineato un immaginario simbolico femminile allora è ritornata la fiducia
ed è riaffiorata l’emozione nella poesia. La poesia diventa spesso per me l’unico corpo possibile a causa di un disagio che nasce da un
immaginario simbolico maschile che spesso ho vissuto come “intrusivo”
La poesia è qualcosa di talmente vivo che il corpo non vi si può
sottrarre: basta pensare al respiro che è proprio il nostro, che rimane impresso con le pause e la punteggiatura nei versi e che si libera
di nuovo ogni volta che li si legge. Quindi per me molte sono le tracce corporee presenti rispetto alla prosa. Posso dire che nella poesia
“capisco con il corpo”.
Dal punto di vista stilistico devo dire che, come nel mio libro precedente “Un gatto senza vanità” avevo nominato
le donne da cui avevo tratto forza e conoscenza (Maria Zambrano, Etty Hillesum , Simone Weil, Luisa Muraro…) così nei titoli di alcune mie
poesie ho nominato le donne sorelle, amiche, poete che hanno reso possibile la mia presa di parola.


A.M.: Se potessi portare a Narni il
fantasma di una scrittrice del passato chi sceglieresti?

Nicoletta Nuzzo: A Narni porterei la filosofa spagnola Maria Zambrano perché è
la filosofa dell’interezza che, a differenza di una tradizione filosofica che separava logos e corpo, unisce il sapere al cuore, il logos
al corpo e considera il corpo (con cui le donne “erano” state identificate in segno di schiavitù) come fonte di creatività e trascendenza
che le collega ad un sentire originario….e considera la poesia la dimensione che può ridarci unità…ma anche a questo ha pensato l’
instancabile Esther Basile organizzando al Festival una Tavola rotonda proprio su Maria Zambrano (venerdì 23 ore 18.00)…e allora io cosa
posso volere di più?


A.M.: “Poete” e non “poetesse”. Sai il perché di questa scelta?

Nicoletta Nuzzo: Secondo Alma Sabatini studiosa
del linguaggio, (“Il sessismo nella lingua italiana”, 1987), ad esempio, "...l'uso di un termine anziché di un altro comporta una
modificazione nel pensiero e nell'atteggiamento di chi lo pronuncia e quindi di chi lo ascolta. La parola è una materializzazione,
un'azione vera e propria...." Ultimamente, si sta diffondendo l'uso di "poeta" come invariabile perché si tende a considerare
dispregiativi tutti i femminili in -essa. ..“ poeta (da grammatica italiana) è un termine epiceno (neutro) quindi è l'articolo che va
accordato, non ha bisogno di suffisso derivativo (Bianca Madeccia)”.

Per il programma completo del IV Festival della Letteratura al
femminile:
http://oubliettemagazine.com/2011/09/08/iv-festival-internazionale-della-letteratura-saggistica-filosofia-arte-al-femminile-dal-22-al-25-settembre-narnitr/

Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/
http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni


 http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993

Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni


 

lunedì 21 febbraio 2011

Pierluigi Casalino: L'ANIMA DEL FESTIVAL DI SANREMO

 


                                               Spente le luci dell’Ariston, un fantasma s’aggira sul palco deserto dell’Ariston, nella sala vuota, dove per cinque serate si è svolto lo spettacolo della 61^Edizione del Festival di Sanremo, nella città, ora assonnata e distratta, che ha ospitato l’evento e tutte le sue manifestazioni: quello del Festival stesso. La settimana del Festival ha coinciso con i Grammy Awards in Usa e con l’uscita a sorpresa del “new hit” dei Radiohead. D’altra parte il Festival si è offerto una chance di supplementare notorietà con un pezzo di “The Koln Concert” di Keith Jarret. La fiammata degli Awards ha certo incenerito sul piano internazionale l’italica rappresentazione canora, così come ha surclassato la pur lodevole performance dei Radiohead. Musica e fantasia sono state tuttavia le chiavi del successo della festa sanremese, proposta in Eurovisione, coronato infine dalla poesia di Vecchioni, che ha segnato il ritorno della canzone d’autore: la prova vivente che non bisogna mai fidarsi delle anticipazioni di Sanremo. Sanremo, infatti, non ha mai un’anima sola e la stessa anticipazione è un modo per nascondere quell’anima segreta che sa regalare con il solito inedito capolavoro di passione e di fantasia, che suggella le giornate del suo febbraio musicale. Quest’anno il primo ascolto del Festival ha illuso o forse deluso. Sanremo non si è presentata come un “concept album”, né ha espresso certe pesantezze del passato. E se una svolta c’è stata, semmai è stata quella delle gaffes sulle anticipazioni, che ci ha insegnato a non fidarci mai del primo ascolto o delle fughe di notizie della stampa. Anche questa è stata, comunque, un’occasione per elevare l’audience. A vederlo in azione nella splendida scenografia dell’Ariston anche Gianni Morandi, con la sua interpretazione garbata e un po’ timida, ha meritato un plauso degno di replica. Forse è stata proprio questa l’anima sorprendente del Festival.

Casalino Pierluigi, 20.02.2011. 

http://guide.supereva.it/ferrara/interventi/2011/02/pierluigi-casalino-luomo-futurista-e-il-sogno-del-futuro

venerdì 18 febbraio 2011

Zairo Ferrante: Il Prof. Vecchioni dà le zioni di "dinanimism o" al festival di Sa nremo 2011

kenya002_s.jpgQui, tra i link del dinanimismo, si lotta per una nuova Poetica, si combatte per la poesia della gente. Si cerca d'esortare i Poeti, affinchè "costruiscano" versi per l'Uomo, parole che lo costringano a riflettere e che lo sospingano verso il cambiamento. Sono convinto che le cose possono cambiare anche, se non soprattutto, con la forza della "Voce".

 

La voce di un popolo che è ancora in grado di farsi delle domande. Forse sono un illuso, ma poco importa, perchè sono sicuro di non essere il solo. Ecco che in tale contesto mi sembra doveroso sottolineare la grande Poesia che il Prof. Roberto Vecchioni ha presentato al festival di Sanremo 2011. Una canzone coraggiosa, parole che costringono a riflettere e che donano  speranza per il futuro. Una vera opera umanistica. Una grande dichiarazione d'amore verso l'Uomo e il suo pensiero. 

 

Probabilmente Vecchioni non lo sa ancora (e forse non lo saprà mai) ma, dopo questo capolavoro, nel mio cuore Lui è già dinanimista.

 

Perchè il suo è anche il mio sogno, quello di "difendere questa umanità restasse un solo Uomo".

Perchè la sua è anche la mia speranza, "Che questa maledetta notte dovrà pur finire, perché la riempiremo noi da qui di musica e di parole".

E tutto questo, miei cari Amici, cortesemente, "chiamatelo ancora Amore".

Zairo Ferrante

*****

*Testo Roberto Vecchioni Chiamami ancora amore
 
continua  EBOOK DINANIMISMO di ZAIRO FERRANTE
http://e-bookdinanimismo.myblog.it/archive/2011/02/16/chiamami-ancora-amore-vero-dinanimismo-nell-ultima-poesia-d.html 

martedì 20 luglio 2010

La scuola secondo Roberto Vecchioni

da ESTENSE COM

“Quale futuro e quale cultura potrà offrire questa scuola?”. Su questa domanda, così delicata in un momento difficile per l’istruzione pubblica, si  è concentrato il dibattito organizzato alla Festa Pd della Rivana, ieri sera 19 7.

Per approfondire il tema hanno partecipato la sen. Maria Teresa Bertuzzi, l’assessore regionale dell’Emilia Romagna Patrizio Bianchi -con deleghe a scuola, lavoro e università-, Roberto Felloni, insegnante di scuola secondaria di primo grado, e un ospite d’eccezione: Roberto Vecchioni, insegnante e scrittore oltre che cantautore.

roberto_vecchioni.jpg

Cristina Corazzari, responsabile scuola della segreteria provinciale del Pd di Ferrara, coordinerà l’iniziativa

SEGUE

http://www.estense.com/prof-vecchioni-parla-di-scuola-070652.html