venerdì 10 giugno 2016

Futurismo (and Space) Renaissance: intervista a Adiano Autino














Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose


a cura di Pierfranco Bruni e Roby Guerra


(Deleyva editore, Roma, Aprile 2016)


ll futurismo è ancora vivo? È possibile rintracciare una continuità tra il "futurismo storico" e le operazioni allestite da chi afferma di recuperarne l'eredità? "Futurismo Renaissance" è una ricognizione a 360° sul futurismo contemporaneo, tornato alla ribalta in tutto il mondo dopo la grande mostra retrospettiva allestita al Guggenheim Museum di New Work nel 2014.
Oggi, questo movimento artistico, culturale e filosofico viene rilanciando in dis-continuità concreta con il futurismo storico attraverso la nascita ed il lavoro di nuovi gruppi sinergici di artisti, scrittori, sociologi, nuovamente operativi.
Ritorno in generale delle avanguardie anche oltre al nuovo futurismo, con altrettanti nuovi gruppi artistici e futuribili in primo piano nella cultura italiana del nostro tempo.
I circa cinquanta autori coinvolti lo dimostrano! (ELENCO AUTORI LINK EDITORE)

*Tra i principali protagonisti, Adriano Autino e Elena Cecconi, con lo stesso Gennaro Russo (anche lui nell'ebook) promotori di una delle avanguardie umanistiche e futuristiche più rilevanti e con ramificazioni internazionali, tra Astronautica umanistica (Autino, filosofo ciberculturale e ciberspaziale, fondatore di Space Renaissance  e estetica spaziale doc. la Cecconi  art director del gruppo e musicista contemporanea di fama mondiale.

INTERVISTA A ADRIANO AUTINO


D – Ritorno delle avanguardie… Mito nei tempi liquidi o azione-reazione necessaria per nuove mappe culturali forti del nostro tempo?
R - Non mi ero chiesto sinora cosa potesse significare l'espressione "tempi liquidi". Ciascuno può attribuirla a proprie sensazioni individuali, e a volte condivise. Personalmente la riferirei alla straniazione che viene dalla persistenza ed inconsistenza di concetti nel contesto generale di pseudo-equivalenza, dove i concetti utili e progressivi finiscono col valere quanto quelli retrogradi e devolutivi. La persistenza dei concetti in assenza di sviluppo diventa moda fatua, buona per i messaggi pubblicitari, di cui prima o poi la gente si stufa e passa ad altro. Senza che i concetti utili siano stati in grado di generare una vera avanguardia. A questo stato di cose si uniscono il ribellismo futile e distruttivo, la rabbia rancorosa ed il giacobinismo degli eterni sconfitti, l'ideologia decrescitista, quella sì, dilagante. Ed i vari adoratori, a vario titolo, dell'armageddon prossimo venturo. Possono nascere, in questo contesto, delle vere avanguardie? Non solo possono, direi che è imperativo che nascano. L'avanguardia deve fare rapidamente propri i concetti essenziali: in primo luogo lo sviluppo industriale e culturale. Troppo a lungo è ormai durata la notte, il medioevo artistico e culturale. Rinasca l'arte, rinasca l'umanesimo. Rinasca la crescita, forte e costante, della civiltà, nell'unico ambiente ricco di risorse, energia, e gravido di nuove percezioni del reale, finalmente in tre dimensioni, fuori dal labirinto fisico e mentale del pozzo gravitazionale terrestre. Si annunci al mondo, e fiorisca ovunque, il rinascimento spaziale!
D – Un selfie 3.0… sul tuo "hipertext" La bellezza futurista della Macchina –in Futurismo Renaissance?
R - Il futurismo marinettiano nacque, nel secolo scorso, sull'onda e dall'incrocio di diverse rivoluzioni: la rivoluzione industriale, la rivoluzione socialista, le avanguardie artistiche e culturali che avevano caratterizzato la prima metà del XX secolo. Movimenti impetuosi e violenti, generati dal progresso esploso con enorme forza propulsiva, anche in forma di conflitti devastanti, una stagione violenta e feconda, e profondamente immatura. Come lava eruttata da un vulcano, le rivoluzioni del XX secolo hanno fecondato la civiltà industriale, sviluppando benessere, crescita sociale, tecnologia, sistemi di istruzione, tutti vettori sociali che hanno conferito alle persone, a livello di massa, tempo libero e strumenti cognitivi per fruire e generare cultura. Il futurismo oggi non si coniuga come rivoluzione, ma come rinascita o nuova nascita, della civiltà in crisi globale di crescita. La rivoluzione è violenta, il rinascimento è gioioso e pacifico. La rivoluzione si nutre di odio, la nascita si nutre d'amore. La rivoluzione è distruttiva, e genera successivi odii e rivalse. Il rinascimento è costruttivo, e genera da subito sviluppo, col suo solo esistere. Se di contrapposizione possiamo parlare, oggi non è tra destra e sinistra, tra conservazione e innovazione, tra autoritarismo e libertarismo, tra collettivismo e liberismo. La vera contrapposizione nella civiltà globalizzata è tra sviluppo e decrescita, tra chi vuole il rinascimento e chi vuole l'implosione della civiltà. Per potersi sviluppare davvero, il nuovo rinascimento ha bisogno di spazio e risorse che il nostro pianeta non può più fornire in quantità sufficiente per otto miliardi di persone ed oltre.
Il nuovo rinascimento sarà spaziale, o non sarà!

Biografia ADRIANO AUTINO 
filosofo del rinascimento spaziale, imprenditore e softwarista, presidente di Space Renaissance International, membro del Board di Space Renaissance Italia. Autore di alcuni libri e molti articoli, sul tema filosofico di espansione civiltà nello spazio. Tra gli altri: "L'espansione della civiltà nello spazio è una questione morale" - Journal of Space Philosophy 2013; "Affrontare le sfide del 21° secolo con gli strumenti dell'Umanesimo Astronautico" - Journal of Space Philosophy 2012; "Tre tesi per il Rinascimento Spaziale", con Alberto Cavallo e Patrick Collins (Libro, lingua inglese 2011); "La Terra non é malata: é incinta!" (Libro, lingua italiana, 2008); "Fondare un nuovo rinascimento - verso la Space Renaissance Academy", 2008. Nel 2014 a Milano ha curato - e partecipato - con Gennaro Russo (e altri) Space Renaissance Italia, il primo congresso in Italia, patrocinato dal CNR e dall'ASI (Agenzia Spaziale Italiana), segnalato da Il Sole 24 Ore, Meteo Web e altre prestigiose testate. Nel 2016 si appresta a pubblicare "Un Mondo più grande è possibile! L'espansione della civiltà nello spazio è la questione morale della nostra epoca".
 





INFO STAMPA EBOOK

Intervista a Riccardo Campa
Intervista a Sandro Battisti
Fantascienza.com

http://www.fantascienza.com/21219/futurismo-renaissance-per-un-futurismo-del-ventunesimo-secolo
Futurismo Renaissance Pagina Facebook rassegna stampa non stop


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DELEYVA EDITORE
http://www.deleyvaeditore.com/prodotto/futurismo-renaissance-ebook/

Futurismo Renaissance Book Trailer

Futurismo Renaissance, intervista a Sylvia Forty, Space Woman

Futurismo Renaissance. Marinetti e le avanguardie virtuose

a cura di Pierfranco Bruni e Roby Guerra

(Deleyva editore, Roma, Aprile 2016)


INFO STAMPA
MeteoWeb... Fantascienza com, Pagina Facebook
http://www.fantascienza.com/21219/futurismo-renaissance-per-un-futurismo-del-ventunesimo-secolo
Futurismo Renaissance Pagina Facebook rassegna stampa non stop

ll futurismo è ancora vivo? È possibile rintracciare una continuità tra il "futurismo storico" e le operazioni allestite da chi afferma di recuperarne l'eredità? "Futurismo Renaissance" è una ricognizione a 360° sul futurismo contemporaneo, tornato alla ribalta in tutto il mondo dopo la grande mostra retrospettiva allestita al Guggenheim Museum di New Work nel 2014.
Oggi, questo movimento artistico, culturale e filosofico viene rilanciando in dis-continuità concreta con il futurismo storico attraverso la nascita ed il lavoro di nuovi gruppi sinergici di artisti, scrittori, sociologi, nuovamente operativi.
Ritorno in generale delle avanguardie anche oltre al nuovo futurismo, con altrettanti nuovi gruppi artistici e futuribili in primo piano nella cultura italiana del nostro tempo.
I circa cinquanta autori coinvolti lo dimostrano! (ELENCO AUTORI LINK EDITORE)

Nello specifico da segnalare la poetessa cosmica e spaziale di Ferrara, Sylvia Forty:



INTERVISTA

D – Ritorno delle avanguardie… Mito nei tempi liquidi o azione-reazione necessaria per nuove mappe culturali forte del nostro tempo?

R – Le avanguardie sono sempre fondamentali per cambiare il mondo. L'uomo è un animale desiderante e ragiona verso il futuro. Quando il desiderio e l'avvenire si arrestano, il mondo e le società regrediscono, si sterilizzano in astrazioni cerebrali, nulla cambia, come esattamente registra il nostro tempo, nonostante l'era spaziale e la scienza contemporanea.


D – Un selfie 3.0… sul
tuo testo –in   Futurismo Renaissance?

R – Io scrivo poesie nuovamente liriche ma ispirate dallo Spazio come nuovo immaginario, per un nuovo piacere esistenzialista, nonostante tutto e la crisi sociale prevalente. Ho parlato del mio percorso soggettivo, tra – come modelli – almeno Simone de Beauvoir e Sylvia Plath, sono anche nipote d'arte, un nonno (Arturo Forti) grande commediografo in dialetto a suo tempo, quando la cultura popolare era anche corrosiva.... di cui per la cronaca custodisco diversi inediti. Tra esse una chicca, un canovaccio sulla mitica Spal della Serie A...

Biografia Sylvia Forty è nata a Ferrara . Ha pubblicato la raccolta poetica "Biancaneve a New York" (Este Edition); alcuni testi in "A.A.VV., La prima donna sulla luna"(La Carmelina), "AA.VV., Schegge di Utopia" (La Carmelina), "AA.VV., Per una Nuova Oggettiività. Libro Manifesto" a c. di S. Giovanni, G. Lami, G. Sessa ed altri (Heliopolis, 2011) e nella edizione/versione eBook "Urfuturismo" 2014 (La Carmelina); e in "AA.VV. The Italian Rose 2000" (La Carmelina, 2015). Ha scritto di gossip su alcune riviste e curato con altri alcune rassegne letterarie e artistiche a Ferrara ("Succhi ed Essenze", "Tiffany Art Club", The Scientist"). E' nipote del celebre commediografo in vernacolo ferrarese Arturo Forti. E' stata segnalata, recensita e intervistata su Controcultura/SuperEva, il Resto del Carlino, La Notiziah24 e altri quotidiani o magazine nazionali.


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giovedì 9 giugno 2016

Cassius Clay The Champion of the Eternity by Blasting News




04/06/2016
  notizia
 

Ferrara nello Spazio con Astro-Samatha, il Prof. Zamboni e Unife che vede il futuro

*Bellissimo articolo di qualche giorno fa della testata ferrarese che ha splendidamente "trasmesso" l'evento speciale con ospite l'italiana del futuro... Samantha Cristoferetti, il Prof. Zamboni, raro ricercatore estense del nostro tempo, e altri - ottimamente supportato dall'Università ferrarese, sempre eccellenza italiana e anche ora spaziale e in questo caso dai vertici politici della città d'arte estense, finalmente anche di scienza... R.G:

FONTE ESTENSE COM
3  6 2016
Accolta come una star, lei che ha viaggiato tra le stelle. Parte la standing ovation quando venerdì pomeriggio Samantha Cristoforetti entra nella sala plenaria di Ferrara Fiere, stracolma di persone curiose di ascoltare i racconti spaziali della prima astronauta italiana, ospite d'eccezione della giornata "Il cielo sopra Ferrara. La Ricerca e la Sicurezza".
Nonostante i duecento giorni passati nello spazio (record della più lunga permanenza femminile in orbita, ndr), Astrosamantha tiene i piedi per terra. Sa di essere un modello per i giovani (tantissimi quelli presenti in sala) ma non lo dà a vedere: quello che mostra al pubblico è la sua cordiale simpatia, intelligenza e infinita professionalità.
La giovane astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea, capitano pilota dell'Aeronautica Militare, presenta alla città estense la sua straordinaria esperienza che l'ha vista protagonista di Futura, la seconda missione di lunga durata dell'Agenzia Spaziale Italiana, e dell'esperimento Drain Brain ideato dal professor Paolo Zamboni, direttore del Centro Malattie Vascolari di Unife. Presenti anche il rettore Giorgio Zauli, il sindaco Tiziano Tagliani e il direttore di missione Salvatore Pignataro.
Il motto dell'equipaggio è stato "Don't panic". Ma lei il panico non l'ha mai provato. Neanche al momento del lancio del razzo che, nel novembre 2014, l'ha catapultata nello spazio. "Mi aspettavo di avere paura ma invece è stato un momento di grande gioia e felicità" racconta Cristoforetti al folto pubblico che segue con interesse tutte le tappe del suo lungo viaggio.
"La cosa che mi è mancata di più è stata la doccia – scherza – mentre in questo anno di nuovo sulla terra mi manca l'assenza di peso e la possibilità di fluttuare". Ha un solo rimpianto, quello di non aver potuto fare una passeggiata spaziale perché la sua sottotuta su misura per uscire dalla stazione è esplosa insieme al razzo Antares. E così si è trovata a gestire la parte di vestizione dei suoi due colleghi, "un ruolo stressante perché bisogna stare 5-6 ore in camera di compensazione".
La parola chiave della missione è stata quindi "lavoro di squadra" e Samantha ricorda con piacere "l'atmosfera serena e positiva tra i membri dell'equipaggio", specie nei momenti di tempo libero quando – tra esperimenti scientifici, operazioni di manutenzione e sport per contenere l'atrofia muscolare – hanno potuto "festeggiare lassù i compleanni e il Natale". Il racconto è pieno di aneddoti personali che fanno sorridere, come il taglio di capelli o l'assaggio del primo caffè espresso spaziale.
I ricordi scorrono veloci insieme a una serie di fotografie che fanno sognare. Specialmente le immagini delle aurore e del nostro mondo, scattate dalla famosa cupola "dove si vede la terra in uno sguardo". Spettacoli eccezionali (dall'agenzia spaziale si possono vedere 16 tramonti e albe in un giorno) che ha lasciato a malincuore.
"Al ritorno è iniziata una nuova avventura, riadattarsi alla vita terrestre" dichiara Cristoforetti che spera di tornare presto nello spazio. Mentre sogna la sua casa celeste, nella sua casa terrena sta studiando cinese e le tecnologie per tornare sulla luna. Ma quando vedremo un uomo su Marte? chiede un ragazzo tra il pubblico. "O una donna" corregge lei, tra gli applausi, ipotizzando un possibile 2030.
Alla fine c'è il tempo di rispondere alle domande dei presenti, soprattutto dei bambini con cui la stessa Samantha ha chiesto di fare una foto ricordo della giornata. "Sognavo di diventare astronauta fin da bambina, sono stata fortunata perché ho avuto l'occasione giusta al momento giusto" racconta ai piccoli sognatori che ora potranno sognare in grande.



Ferrara e il Principio di Reciprocità sconosciuto!

FONTE ESTENSE COM

Non contro l'accoglienza ma contro chi è irriconoscente

Andando a ritroso di circa una decina di anni, possiamo senza alcun tema di smentita dire che la coesistenza tra Cittadini italiani e Immigrati giunti in Italia come Profughi di Guerra o meno, non rappresentava assolutamente un problema, sia per il Paese in generale che a maggior ragione per la Zona GAD, sorge quindi spontaneo domandarsi cosa sia cambiato in un così breve (se paragonato ai tempi della Storia) lasso di tempo da rendere così critica tale situazione.
Come possiamo constatare giornalmente, il sempre crescente numero di sbarchi e il problema dell'accoglienza, da essi creato, stanno dilagando sempre più come un'inarrestabile macchia d'olio in tutto il Paese; tutto ciò avviene come sappiamo o meglio, come dovremmo sapere, a causa della Francescana generosità che ebbe Giorgio Napolitano prima e che tuttora dimostra anche il nuovo capo dello Stato Sergio Mattarella, aggravata dalla sempre crescente sconsideratezza della sinistra e dal caritatevole, seppur giustificato (vista la sua posizione), populismo del Papa, nonché nell'ambito più ristretto della nostra Città dalle indubbie colpe e deficit della nostra Amministrazione Comunale che per contrastare i delinquenti propone feste e teatrini, ronde spazzine, inutili Centri di Mediazione e folkloristiche manifestazioni prive di una reale utilità per la Zona e per i Cittadini, che a lungo andare servono solamente a mettere in luce le nostre debolezze nei confronti del problema.
Noi in qualità di Comitato Cittadino e di esseri umani, non siamo certamente contrari ad accogliere quelle povere anime costrette a fuggire dai propri Paesi dilaniati dalla Guerra, Paesi dove il solo uscire dalla porta di casa può significare perdere la propria vita o quella dei propri figli senza un motivo se non quello di una stupida diatriba politico religiosa, che avrebbe senso risolvere col dialogo anziché con le armi, i quali una volta giunti nel nostro Paese danno ogni fibra di loro stessi per trovare un onesto lavoro e ripagare la benevolenza ricevuta rispettando le regole e che, ahimè, stando alle ultime stime rappresentano non più del 15% di coloro che approdano ai nostri lidi. Noi ci mettiamo contro a coloro che giunti in un Paese straniero, ripagano la benevolenza e il rispetto ricevuto con furti, rapine, spaccio, prostituzione e violenze in genere che non siamo più in grado di arginare, lasciando per altro alla deriva molti nostri connazionali che avrebbero bisogno e diritto al nostro aiuto, essendo oramai mancanti anche delle risorse primarie, queste sono le persone che, a nostro personale avviso, dovrebbero essere allontanate dal nostro Paese e tenute a distanza, in quanto sono coloro che, sfruttando le deficitarie capacità di gestione e governo dei nostri Politicanti, creano lo scompiglio, il malcontento, il caos e i noti fatti di cronaca cittadina che ultimamente popolano i nostri Quotidiani, tanto per citarne uno i due Poliziotti finiti in ospedale per sedare l'ultima rissa avvenuta in zona GAD.
Per questo per concludere la mia riflessione voglio porgere a tutti e non solo ai Cittadini della Zona GAD una sola domanda: "Sarà sufficiente e avrà senso, per portare ordine nella Zona GAD e in generale nella Nostra Città, una semplice Ordinanza volta a bloccare la vendita e il consumo di alcolici sul suolo pubblico dopo le ore 21:00 e fino alle ore 06:00 in Zona GAD e dalle 00:00 alle 06:00 nel Centro Città?" Prima di rispondere però vorrei che teneste presente due fattori a mio avviso fondamentali: 1) La durata dell'Ordinanza copre il periodo dalla notte del 29 giugno 2016 fino al 30 Settembre 2016 (a quanto pare d'inverno non si beve). 2) Nella Zona del Centro l'Ordinanza prevede Deroghe in caso di eventi e manifestazioni pubbliche (guarda un po' nel suddetto periodo si svolgono in centro " Ferrara sotto le Stelle" e il "Buskers Festival").
Ora, al termine di questa lunga e forse troppo articolata riflessione, io, i miei collaboratori e sostenitori porgiamo a tutti un ringraziamento per il tempo dedicatoci nel leggere queste righe, sperando, nel bene e nel male, di avervi fatto pensare qualche minuto in più a ciò che sta accadendo alla Zona GAD e a Ferrara tutta.
Graziano Cardi
Presidente Comitato Cittadino "Via Cesare Battisti"



ART GUIDE STUDIO: Visita guidata a palazzo Bonacossi + concerto

 

Visita guidata a palazzo Bonacossi + concerto

Guided tour at palazzo Bonacossi + concert

Sabato 11 Giugno, h.15,30 via Cisterna del Follo

Avete già esplorato palazzo Bonacossi? Uno scrigno prezioso,

che conserva i tesori delle collezioni di arte antica di Ferrara:

quadri, affreschi, marmi, bronzetti e mobili, sopravvissuti alle più incredibili vicende.

Venite con noi e scopriremo insieme le tante storie legate ad ognuno di questi meravigliosi oggetti!


Saturday 11th of June, 3,30 pm, via Cisterna del Follo

Let's explore together the beauty of the ancient art collections of Ferrara:

beyond every single art-piece there's an intriguing story to tell! 

quota 10,00€, tkt. free (min. 10 pax)

info&booking 338 6986649

prenotazione obbligatoria: info@artguidestudio.com


Art Guide Studio di Dott.sa Lucia Laura Garani - Corso Giovecca 185, 44121 Ferrara, Italy - Cell: (+39) 338 6986649 - Email: info@artguidestudio.com


La contemporaneità dei beni culturali. Il museo come cultura dei saperi nell’esperienza del progetto Magno Greco di Taranto di Pierfranco Bruni

 Pierfranco Bruni

La contemporaneità dei beni culturali.

Il museo come cultura dei saperi nell'esperienza del progetto Magno Greco di Taranto


 

I musei sono anche beni immateriali. Nella concezione moderna del bene culturale  non tutto ciò che è materia può essere considerato patrimonio necessario per comprendere l'identità di una Nazione e per essere considerato, nel campo del patrimonio culturale, come riferimento necessario che va a completare la visione del bene materiale.

Si tratta di una esperienza già discussa decenni fa, ma che oggi diventa il dato cruciale per comprendere il dialogo tra oggetto testimoniale, testimonianza di un reperto e forma immateriale in una filosofia del pensare e non solo del mostrare.

Il lavoro che sta portando avanti il MarTa (il Museo nazionale archeologico di Taranto) diretto dall'ottima Eva Degli'Innocenti è una espressione di volontà di un legame tra scientificità – pedagogia e conoscenza – fruibilità.


I musei sono stati considerati, per epoche, contenitori di oggetti, per usare un vocabolario popolare – lingua volgare, e successivamente, rispetto alle diverse chiavi di lettura, spazi dove poter mostrare pezzi di storia, percorsi di civiltà, dimensioni di identità.

Certo questo modello insiste ancora. Non è stato demolito. Ma la ristrutturazione di una lettura della storia all'interno dei musei passa ormai attraverso fasi che sono visualizzanti nella manifestazione della valorizzazione, che parte dalla conoscenza, ma diventa modello comparativo con una pedagogia dell'apprendimento.

Mi pare che siamo in un'ottica in cui la metodologia di una educazione permanente delle culture deve diventare dato primario, e proprio per questo il legame – rapporto con il mondo della scuola diventa fondamentale. È chiaro che puntando sui musei come strumenti primari di comunicazione delle culture si è voluto proporre una interpretazione dialogica tra l'immateriale e il materiale e il territorio.

Perché un museo esprime anche una lettura immateriale? Perché diventa sede di dibattito, di ricerca, di confronto tra la specificità delle arti e delle attività (da quella archeologica a quella storico – artistica) e le articolazioni del pensiero nella contemporaneità delle culture autoctone e, appunto, comparative all'interno dei processi dialettici che le società sviluppano. Un museo, in altri termini, pur esso archeologico, o di altra "fattura", deve avere la capacità di saper leggere oltre l proprio comparto e le proprie competenze.

L'archeologia soprattutto oggi è anche etno – archeologia. L'archeologia oggi è soprattutto una archeologia dei saperi incrociati che vivono in un determinato territorio in una geo-cultura ampia. L'archeologia oggi è saper mettere a confronto la modernità, ciò che nasce nella modernità dalla tradizione, il senso di vivere nel contemporaneo e riconoscere in quel concetto di memoria le radici profonde di una consapevolezza che va oltre la misura del tempo – spazio.

Proprio in questa "indiscrezione" l'archeologia è una filosofia dei saperi e viene alla luce la caratterizzazione del pensiero forte, e non unico, di Michel Foucault quando insisteva sulla vera e propria "archeologia del sapere", perché in ogni manifestazione materiale c'è una psicologia - sociologia di un incontro tra uomo, civiltà, territorio. L'esperienza del Museo di Taranto è importante.


Un reperto archeologico si legge antropologicamente, ma l'antropologia è saper fare i conti con tutta una struttura che è quella del tempo (vivente) come inevitabile passaggio ciclico nella storia e nella tradizione. Per questo parliamo di memoria. Parlare di memoria significa, tra l'altro, mettere insieme una filosofia della storia con una estetica della promozione.

Soltanto in una politica culturale di aperture tra il concetto di "mostrare il materiale" e di parlare il linguaggio che diventa l'immateriale, interpretandolo nelle varie sfaccettature, è possibile che uno spazio definito possa diventare indefinito, ma non certamente indefinibile.

Questo ha sempre più un senso in una società aperta e in un tempo – spazio dove il museo è possibile abitarlo anche senza camminandoci dentro. Abitarlo a - priori per abitarlo successivamente nell'anima. È una dimensione metafisica del bene culturale e, quindi, unisce il dato scientifico a quello pedagogico. Un'esperienza importante che porterà i beni culturali ad essere idea e materia di una civiltà che è espressione di identità. Un'ottima via per dare un orizzonte di senso alla cultura come risorsa di un bene.

La visione del MarTa nella lettura della direttrice Eva Degl'Innocenti va proprio nella direzione di un bene culturale che sa confrontarsi con la memoria e con i processi culturali nella contemporaneità. Una bella avventura destinata ad ottimi risultati.

 

















EffettoArte- Triennale di Verona, con V. Sgarbi

 

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Con passione e impegno abbiamo allestito mostre in tutto il mondo. Adesso vi aspettiamo al Palaexpo di Verona
con Vittorio Sgarbi, Paolo Levi, Luca Beatrice, Angelo Crespi.

1ª Triennale dell'Arte Contemporanea - Verona, 9/12 Giugno 2016

 Tutti gli artisti partecipanti e la pianta espositiva dell'allestimento

Sono un nuovo Blocco di testo, pronto per il tuo contenuto



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mercoledì 8 giugno 2016

"Ferrara e il cinema, con V. Teti e A. Raimondi, by Blasting News




06/06/2016
  notizia