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domenica 13 luglio 2014

Ferrara-Italy, intervista a Pier Luigi Guerrini, parole di Homo Eligens

INFO



D. Guerrini, a volte ritornano; non i politici ma per fortuna i poeti. Due parole sull'antologia Homo Eligens?
R. L'allusione alla politica la raccolgo, per un attimo, per ribadire la mia convinzione che ce n'è bisogno, tanto bisogno anche oggi, in questa quotidianità fatta di continui esempi negativi (quasi una "classe"). Nella mia esperienza di vita, il fatto politico, dell'impegno senza ricerca di tornaconti personali è stato molto importante. Ora, la politica sembra "cambiare verso" ma il linguaggio poetico non c'è. Cinismo e po/etica non possono coabitare, agire assieme. "Homo Eligens" è un progetto che si è concretizzato attraverso una piccola catena di rapporti tra poeti. Antonio Spagnuolo mi aveva pubblicato una poesia nel suo blog "Poetrydream" e Ivan Pozzoni, che ho scoperto in seguito essere un vulcanico produttore/promotore di iniziative e pubblicazioni di notevole qualità, mi ha contattato per chiedermi la disponibilità a condividere l'esperienza. Sono sicuro che, a breve, seguiranno altre collaborazioni con Ivan. Dovremmo vederci a Milano a un reading di poesia e ne parleremo sicuramente. Premesso che dalla vendita non ne ho alcun guadagno, ne consiglio l'acquisto e la lettura perché ci sono numerosi esempi di poesia non costruita "a tavolino".
D- Guerrini, la poesia oggi, ancora propulsiva la parola sperimentale?
Sì. Io credo che ci sia molto bisogno di sperimentare nella/con la parola. Una parola fatta di suoni larghi, sintetici, di spazi/silenzi, di corse al rallentatore, di istantanee da rischiare anche se dovessero uscire "sfuocate". Una sperimentazione non accademica. A differenza del discorso comune, della comunicazione sempre più veloce che passa "in superficie" e, spesso, senza lasciare tracce significative, solchi, "il testo della poesia, come scriveva Emilio Tadini in "La distanza" (Einaudi, 1998), procede a velocità molto inferiore, perché a ogni parola sia consentito di distanziarsi dalle altre – proprio per avere il tempo di irraggiare tutto il senso, tutta l'energia, tutta la forza di attrazione che essa è in grado di produrre". Una poesia, invece, che si presenta sempre più spesso sotto forma (e sostanza!) di chiacchiera dove "le parole non misurano niente, fanno giri inutili, mancano deliberatamente ogni bersaglio" (Tadini). Ultima cosa. Credo anche che ci debba essere spazio per una presenza "sul pezzo" (come si diceva un po' di tempo fa) che dica anch'essa la sua su quello che ci cade addosso, sul quotidiano fatto di paure, crisi economica che ci blocca dentro e ci spinge, ci butta nell'isolamento, nella separazione.
D- Guerrini, negli anni '80 "La Piazza" la segnalò tra i nuovi poeti più rilevanti, con gli stessi Pazzi e Montanari ecc.... Lei pubblicò anche in un lavoro collettivo a cura di Antonio Spagnolo ecc.. Un ricordo retrospettivo di quella stagione?
R. Il lavoro collettivo di cui parli era "Trame della parola" (Ed. Tracce, 1985), in cui c'erano anche interventi di Adriano Spatola, Domenico Cara, Flavio Ermini, Roberto Pazzi, ecc. Eravamo negli anni '80 ed io ero nel mezzo di scelte lavorative, affettive, di studio che hanno definito positivamente la mia vita. "Poeticamente", anzi "Po/etica/mente" come recitava il piccolo manifesto d'intenti (ne conservo copia) scritto da me ed Alberto Poggi (nucleo originario di quella rivista), prese la luce e fu letteralmente snaturata da chi si prese l'onere degli adempimenti di registrazione della testata. Un onere importante, necessario, ma non sufficientemente sostenuto da coinvolgimenti co-decisionali sulla direzione di marcia che venne, poi, presa. Ma tanta acqua è passata sotto i ponti e il…Po scorre più o meno sornione. Con Alberto Poggi, avevo condiviso anche il progetto/rivista "Marzapane" che si fermò dopo alcuni incontri che, purtroppo, scimmiottavano le estenuanti riunioni dei collettivi della sinistra extraparlamentare. Anni di progetti, incontri continui con al centro il discorso carta stampata, rivista, comunicazione. Oltre al settimanale "La Piazza", attorno alla coop. Charlie Chaplin nacque "Luci della città" col suo leader carismatico Stefano Tassinari. Quando scomparvero dalla distribuzione, quel vuoto non fu più colmato e il web, dietro l'angolo, era tutt'altra cosa…Oggi siamo arrivati alla poesia del "mi piace/non mi piace". A Ferrara, ci sono alcune esperienze di riflessione e produzione letteraria che presentano aspetti positivi. Un esempio? Il Gruppo del Tasso. Molte attività, alcune individualità molto interessanti (Matteo Bianchi, Matteo Pazzi). Ho pubblicato alcune cose con loro (poesie, un racconto breve, dei disegni) su "Hermes", quando usciva in cartaceo. Come tutte le esperienze di provincia, tende alla chiusura autoreferenziale, fidandosi "forse" un po' troppo delle selezioni "a priori" di qualche "poeta vate" di riferimento. Ma questa mia affermazione, più che una critica è una presa d'atto di una scelta che ha una sua logica. Io non sono d'accordo ma me ne faccio volentieri una ragione. Chi non si adegua a questa logica (perché è intimamente "anarchico" nell'approccio o "solamente" perché desidera essere libero di fare esperienze o collaborazioni non vincolate/filtrate) è fuori, "ignorato". E non è nemmeno una questione generazionale. Faccio alcuni esempi. Gianni Goberti, autore di diverse raccolte tra cui la splendida (e quasi introvabile) "Logica del caos", Forum/Quinta generazione, 1979; Maria Luisa Poltronieri, autrice dell'incantevole "E verrà la neve", Este Edition, 2000; Gian Paolo Benini, ingegnere-poeta, autore di alcuni ottimi ebook "editi" online con la ISNC, come ad es. "Giardini dell'ambasciata" e "Approssimazioni". Potrei fare altri nomi di poesia di qualità "ignorata" ma penso che questi esempi siano sufficienti.
D- Imminente una sua nuova raccolta letteraria personale?
A fine maggio scorso, per le edizioni ISNC acronimo di "I Sogni Nel Cassetto", è uscito il mio ebook "In prosa per la foto". Una silloge di poesie, racconti brevi e disegni con contributi critici di Antonio Spagnuolo e Gian Paolo Benini. E' un progetto che avevo in animo da tempo di realizzare. Uscirà presto anche la prima edizione cartacea. A fine agosto dovrebbe vedere la luce un altro progetto multimediale (ebook, cartaceo, CD e video su youtube) a cui partecipo in qualità di co-autore: un'antologia di 13 poeti italiani pubblicata dalla Casa Editrice Pagine di Roma.

(intervista a Pier Luigi Guerrini a cura di Roberto Guerra)

mercoledì 9 luglio 2014

Ferrara, il ritorno del poeta d'avanguardia Pier Luigi Guerrini

Nota di Asino Rosso: a suo tempo, anni 80 protagonista della poetica sperimentale ferrarese di rilievo nazionale, dopo un lungo silenzio, ritorna alla ribalta Pier Luigi Guerrini. In un volume collettivo, sempre poco localistico, prestigioso e in ottima compagnia.  Per la cronaca, Guerrini del giro anni fa di un certo Antonio Spagnuolo, presente anche in altro florilegio letterario, edito da Tracce di Pescara; a Ferrara del giro originario della rivista lacaniana e futuribile Poeticamente, ecc.

NUOVA FERRARA

Si chiama "Homo Eligens" ed è un libro a cura di Ivan Pozzoni (deComporre Edizioni - 110 pagine, 15 euro), un agile volumetto che raccoglie le liriche di 28 poeti - in prevalenza donne -, con la presenza anche del ferrarese Pier Luigi Guerrini.Diversi i testi di notevole pregio contenutistico come ad esempio "Finale di spartito" del nostro concittadino, che si conclude con i versi "... un pensiero mi rincorre, mi rilancia scadenze inutili, esami da superare e mi risveglio con il cuore in subbuglio. Che strano tempo. Questo tempo di inutili speranze", oppure "Le corde del vento" di Francesca Cannavò, che si apre con la musica di queste parole "Magicano le stelle del mare, appese alle corde del vento, nelle notti d'estate, al sapore dei grilli festanti e falene ubriache...". (mar.go)