A leggere il libro che Valter Vecellio ha dedicato a Marco Pannella (“Marco Pannella. Biografia di un irregolare”, pp. 283, Rubbettino, 2010, €18,00) ci si trova immersi in ottant’anni di storia culturale e politica attraversati disinvoltamente con il massimo di fantasia e lucidità, con quel tanto di follia che solo a pochi è concesso coltivare e amministrare con saggezza. E si può comprendere molto bene perché il leader radicale, in perenne, pascaliana, sfida con il rischio e il paradosso, costituisca, a partire dall’esordio, giovanissimo, tra le file liberali, un enigma e un emblema in un paese in cui predominano mercimonio, doppiezza, corruzione. Non a caso, Leonardo Sciascia, che in un memorabile articolo del 1987 ebbe a scrivere che l’Italia non è, come retoricamente si suole ripetere, la culla del diritto bensì, ahinoi, la sua bara, insisteva sulla necessità di rompere quel patto tra stupidità e violenza che manifestamente si riscontra nell...