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lunedì 8 luglio 2013

Futuristi vs. Rai 2 by FTM Azione Futurista-Graziano Cecchini (10 firme)

Cecchini ebook Fontana Rossa di  Trevi 1.jpgFUTURISTI VS. RAI 2



Forse ha ragione Beppe Grillo quando vuol relegare i giornalisti un una specie di recinto fuori dal Parlamento o in generale rispetto ai mezzi di informazione almeno tradizionali.

Oggi in Rai2 TG ore 13 edizione ( 4rai2.jpg luglio scorso ndr.) , una perla da master a Urbino per futuri giornalisti, almeno quelli- noi crediamo sinceramente che ne esistano ancora- che vogliono fare informazione con scienza e co-scienza, informati e di talento quindi conoscitivo... NOI FUTURISTI DOMANDIAMO ALL'ORDINE DEI GIORNALISTI DI ROMA di cacciare zoccole elettroniche e eunuchi tipografici dalla stampa e dai Media italiani.

Dicevamo RaiDue TG: ebbene nell'ambito di un servizio anche simpatico, vale a dire un tizio misterioso che a Milano si è gettato dalla Madonnina del Duomo con un paracadute, poi è scappato in metro, invero una notevole azione aereofuturista, nel programma abbiamo ascoltato un paragone in ogni caso fuorviante con il Futurismo, Graziano Cecchini, l'azione futurista di fama mondiale de La Fontana Rossa di Trevi del 19 10 2007 ecc (New York Times docet), definito ancora una volta vandalo esattamente come 6 anni fa da politicanti poi autoestinti come Veltroni e certa tipologia, questi si di barbari ignoranti e trogloditi della politica e della pseeudocultura italiana.

NOI FUTURISTI DOMANDIAMO A RAI2 DI LICENZIARE IN TRONCO I CURATORI DI TALE DISINFORMAZIONE CULTURALE, CHE NEPPURE SANNO CONSULTARE WIKIPEDIA, dove ben figura il nome di Graziano Cecchini e nella Voce FUTURISMO, non giornalisti o vandali!!! Neppure leggere le News Google dove figura in prima pagina Graziano Cecchini in azione in Sardegna ancora pochi giorni fa per un convegno dedicato a Gramci e il Futurismo! Nella terra natale di Gramsci, non di Attila, neppure la versione Abatantuono!

Definire poi ancora vandalo Cecchini e il Futurismo... proprio oggi quando ai danni del popolo italiano è stato perpetrato un altro abominio e presa per il culo di Stato, l' annuncio della non eliminazione – come previsto da mesi se non anni- delle Province è incommentabile.

Un Giornalismo serio e non da ritardati sinaptici o leccalecca di Stato, avrebbe definito vandali -al contrario- proprio.... un governo Letta il cui unico fatto concreto è infatti questo: LA NON ELIMINAZIONE DELLE PROVINCE! Forse come lotta alla disoccupazione politicante!!!

Come diceva Marinetti, parafrasandolo: Linkarne 1 per terminarne 100! Questo senza se e senza ma noi FUTURISTI DEL XXI SECOLO domandiamo poeticamente sia ben chiaro al popolo e la gioventù italiana nell'era di Internet, al popolo del web!



FTM AZIONE FUTURISTA Roma, 8 luglio 2013

Graziano Cecchini, Roma

Roby Guerra, Ferrara

Sandro Giovannini, Roma

Stefano Vaj, Milano

Marcello Francolini, Salerno

Antonio Saccoccio, Roma

Luca Siniscalco, Milano

Paolo Melandri, Faenza

Maria Antonietta Pinna, Roma

Sylvia Forty, Ferrara

mercoledì 28 dicembre 2011

Graziano Cecchini: Futurismo doc contro il circo de Il Passatista di filippo rossi

GRAZIANO CECCHINI VS. FILIPPO ROSSI

 

LA LIBERTÀ NON È GRATIS: MA DI CERTO
NON COSTA 28 CENTESIMI DI EURO AL GIORNO
Graziano Cecchini

Che la Libertà non sia gratis è un concetto caro a tutti coloro che da sempre si sono battuti per conquistare la propria e assicurarla agli altri. Ma da qui a dire che la Libertà sia in vendita significa dare un prezzo a qualsiasi cosa, anche e soprattutto ai valori civili che a me personalmente continuano ad essere estremamente cari (e non per il prezzo…!).

Lo slogan che Filippo Rossi continua ad usare (e ad abusare) da mesi significa due cose: la prima, che lui è uno di quelli che mercifica anche gli ideali; la seconda, che come comunicatore non ha le idee chiare.

Essere stato chiamato Filippo non dà alcun diritto di appropriarsi del nome di quello che è stato il più grande movimento di Avanguardia del 900. Probabilmente, per lui i nomi, così come i principi, hanno scarso valore. Purtroppo per lui, però, molti ancora tengono sia al nome che a principi che a quel nome: Futurismo, appunto.

Chiamare la propria creatura editoriale Il Futurista è semplicemente una piccola e scontata operazione commerciale e di immagine. Nulla di più. Come ampiamente dimostrato dai contenuti espressi da quel foglio.

Non so se i motivi siano una scarsa conoscenza del Movimento a cui si riferisce o, più semplicemente, una mentalità opportunistica che, di fatto, nega automaticamente tutti i principi del Futurismo stesso.

Forse i motivi sono entrambi.

Tanto è vero che, in perfetto stile futurista, da qualche tempo il sottoscritto ironizza sul nome della rivista, ribattezzandola “il futuribile”.

Voleva essere una battuta ironica, ma anche un messaggio: basta sfruttare il nome, e solamente il nome, di chi ha impegnato la propria vita a combattere il vecchio sistema del quale Filippo Rossi si fa, oggi, mentore!

Io ho detto basta a tutto questo da tempo e, nella mia storia, credo che nessuno mi possa accusare di appecoronamento ai poteri economici e politici ai quali altri si stringono e venerano per interessi privati.

Ricordo a tutti gli interessati all’argomento che il Futurismo nasce nel 1909 e non l’altro ieri. Ricordo anche che 2 anni prima del celebratissimo centenario del Futurismo, il sottoscritto ne rilanciava il Manifesto e lo spirito con Azioni come “Fontana di Trevi” e “Trinità dei Monti”. Beccandosi pure, per il misfatto, 8 mesi di galera: sia pure con la condizionale.

Da quel momento in poi, il mio percorso artistico e personale è proseguito sulla linea di quello che i padri del Futurismo, cent’anni fa, scrivevano, creavano e facevano. Per merito o fortuna, quello stesso percorso mi ha dato la possibilità non solo di crescere ma anche di venire a contatto con molte realtà e persone che vivono ancora all’insegna del Futurismo e che non possono, nemmeno tappandosi il naso, sopportare lo sfregio compiuto dall’utilizzo di termini carichi di storia e significato.

Già durante la presentazione de Il Futurista, fatta a Roma pochi mesi fa, nel mio intervento chiesi chiaramente con che spirito avessero deciso il nome del giornale. Specificai pure che, se “futurista” era per loro solamente un aggettivo, stavano utilizzando in maniera impropria ed illegittima un termine che non gli apparteneva. Ma che se, invece, Filippo Rossi era intenzionato a sposare totalmente la filosofia futurista e quindi era pronto a combattere il potere, a rischiare e a metterci la propria faccia, a battersi per far sentire quelle voci e quelle ragioni che non siedono sulle poltrone del potere, allora, e solo allora, sarei stato felice di essergli compagno di strada.

Come si può capire da questa lettera aperta, Rossi e la sua creatura si sono dimostrati così lontani dai principi del Futurismo da meritarsi non solo l’epiteto de “Il Futuribile”, ma anche del giornale che non c’è.

Ahimè, dal giorno della presentazione anche altre cose sono successe.

Cose che hanno continuato ad incrinare irrimediabilmente la potenziale fiducia e il potenziale rispetto che potevo nutrire nei confronti dei “futuribili”.

L’ultima è stata la fuga di Filippo Rossi di fronte ad un onesto e civile contraddittorio su Facebook. Cosa impensabile non solo ad un futurista ma semplicemente ad un Uomo.

Argomento del dibattito: il Presidente Napolitano.

Sì, sembra incredibile, tanto livore per un post su FB!

Il sottoscritto, in risposta ad un’ennesima accorata elegia del direttore de “Il Futuribile” nei confronti dell’operato del Presidente della Repubblica ha postato sulla sua bacheca un articolo in cui Napolitano condivideva e giustificava la sanguinosa repressione fatta dall’Unione Sovietica in Ungheria, nel 1956.

Il succo del mio post era questo:

L’ordine del PCI: Denigrare la rivoluzione d’Ungheria. Repressa dall’URSS la rivolta del 1956, la stampa di sinistra e l’intellighenzjia del partito si produssero in un’opera di disinformazione e calunnia contro Imre Nagy, gli intellettuali magiari e le poche voci dissenzienti a Botteghe Oscure.

Io credo molto nel valore della memoria e quello che ho fatto è stato solo rammentare le parole e le azioni di coloro che ancora oggi hanno il potere di parlare ed agire anche per conto nostro. Portando solo un unico esempio!

Sarà quindi uno dei miei innumerevoli difetti ma io ritengo che sia importante ricordare, ma mai avrei pensato che un semplice ricordo potesse suscitare le reazioni che ci sono state!

Tanto da far scappare addirittura un direttore: fino al punto di escludermi fra i suoi amici di FB, “bloccandomi” (chi sa di FB sa cosa vuol dire “bloccare” un amico)! Come se fosse lui quello che nel 1956 argomentava la legittimità della repressione in Ungheria, come se fosse lui uno di quelli che operava la disinformazione su quegli accadimenti…

Insomma, Filippo Rossi non ha saputo rispondere, ma ha saputo “bloccare”.

E basta.

Come il bambino che si tappa le orecchie e scuote la testa per non ascoltare la mamma che gli dice di smettere di giocare e di andare a fare il bagnetto…

Ma allora il Futurista che razza di giornale è? E che razza di giornalista è il suo direttore? Ma non volevano cambiare il modo di fare informazione?

 

Se si vuole cambiare veramente, non si possono mantenere schemi dialettici formali da vecchia democrazia cristiana o da vecchio PCI! Innovare significa dare una svolta al comportamento quotidiano, anche nel lessico e finanche nel simbolico. Come possono essere accettabili elogi a Monti, Napolitano o Passera se non si parla anche del loro percorso e del loro passato?

E, soprattutto, è vergognoso evitare in questo modo un contraddittorio e contemporaneamente fregiarsi di un nome che del contraddittorio e del confronto ha fatto una filosofia di Vita!

 

da IL FONDO MAGAZINE di Miro Renzaglia

http://www.mirorenzaglia.org/2011/12/graziano-cecchini-vs-filippo-rossi/

 

Graziano Cecchini

 

 

giovedì 8 dicembre 2011

Roma 14 12 Graziano Cecchini mostra PER GRAZIANO RICEVUTA - CECCHINI E LA MA-DONNA

PER GRAZIAno RICEVUTA - CECCHINI E LA MA-DONNAmercoledì 14 dicembre 2011 alle ore 18.00 fino a mercoledì 22 febbraio 2012 alle ore 23.30
  • Dove
    IL MARGUTTA RISTORARTE - ROMA
  • Descrizione
    Mostra/Performance di Graziano Cecchini
    a cura di Francesca Barbi Marinetti

    Inaugurazione: Mercoledì 14 Dicembre 2011 – ore 18.00
    dal 15 Dicembre 2011 al 22 Febbraio 2012
    ...

    Condannato a 8 mesi per reato di Futurismo. Ma Graziano Cecchini non si “arresta”. Invoca la Ma-Donna alla quale dedica la personale “Per Graziano ricevuta – Cecchini e la Ma-Donna” che inaugura a Roma presso gli spazi espositivi de Il Margutta RistorArte di Tina e Claudio Vannini, in Via Margutta 118.
    «Un’occasione – spiega la curatrice – per ribadire come l’avanguardia Futurista sia stata un movimento culturale di Arte/Vita, di Idea/Azione, a riscontro di come negli ultimi tempi sia stata associata a correnti politiche che poco hanno a che fare con il suo iter storico, rischiando ancora una volta di svilire il riconoscimento della sua portata innovativa politicamente trasversale. L’accento deve invece cadere sul pensiero creativo e la sua realizzazione. Per i futuristi è l’azione artistica che assume forza mediatica nuova, anticipando all’inizio del Novecento lo slogan, lanciato poi negli anni Sessanta da McLuhan, “il medium è il messaggio”».
    Le installazioni di Cecchini “Idea e Azione” aprono il percorso espositivo delle sue venticinque Ma-Donne – tra cui la Ma-Donna della Stampa, quella Vegetariana, quella Fashion e l’immancabile Ma-Donna Futurista. Realizzate su carta o legno in tecnica mista, le Ma-Donne sono tutte oranti attorno all’installazione che Cecchini intitola “Madonna di Grazia e Giustizia”, imprigionata in una gabbia d’oro, con il compito di punire l’atto vandalico e blasfemo del black block che distrusse pubblicamente la scultura della Vergine di via Labicana durante la manifestazione degli indignati di ottobre scorso a Roma.
    «C’è un bisogno di ricucitura. – prosegue la curatrice – La ricomposizione della Madonna “spaccata” si connette simbolicamente all'esigenza condivisa da molti artisti di voler suturare il taglio di Fontana offrendo all'arte una diversa e rinnovata forza d'espressione, nonché la capacità di rappresentare un indispensabile bacino di idee e ispirazione su cui costruire e nutrire la realtà in cui viviamo. Ciò ha anche a che fare con i mezzi e i linguaggi nuovi, nonché l’apertura a ventaglio di dimensioni creative inesplorate o da implementare».
    I temi toccati dalle opere in mostra intrecciano il sacro con il civile. L’artista/performer risponde all’oltraggio. Con gli stessi mezzi crea una nube di rossi fumogeni che avvolgono e circoscrivono l’art gallery in cui sono custodite le sue Ma-Donne. Partecipa alla performance la giovanissima Ludovica Cirillo, coinvolta da Cecchini per un’interazione creativa via web su Skype direttamente da Londra.
    Negli spazi de Il Margutta RistorArte la Cirillo espone, tra l’altro, l’installazione artistica di un albero capovolto in plexiglass, facendosi portavoce delle nuove generazioni di invertire i poli per restaurare il significato profondo della Natività. L’effetto sorpresa non manca.
    Il cocktail di apertura è ispirato alle gradazioni di Rosso, con cui Cecchini ha imbevuto la Fontana di Trevi.

domenica 27 novembre 2011

"CECCHINI, l'arte di provocare", di Simone Santucci -from Abfly

"CECCHINI, l'arte di provocare", di Simone Santucci - Abfly

 
 
CECCHINI, l'ARTE di PROVOCARE.

Le sue performances, spesso provocatorie, hanno fatto parlare, nel bene o nel male, tutti i media e gli addetti al settore. Nel 2007, ad esempio, suscitò lo stupore del mondo facendo diventare rossa l’acqua della Fontana di Trevi a Roma con un colorante a base di anilina, innocuo per l’opera. Un’ azione da cui Graziano Cecchini, che abbiamo incontrato nel suo “buen retiro” nella campagna pisana, ha ricavato il nome del suo profilo Facebook, “Rossotrevi”.

CECCHINI, LEI È NATO A ROMA NEL 1953. COM’È TRASCORSA LA SUA GIOVENTÙ?
Erano gli anni ’70, anni bui, quando lasciai la capitale per vedere il mondo. Ho girovagato in Inghilterra e Francia, ma anche in paesi poco conosciuti allora, come Iran, Dubai, Emirati Arabi. Quell’esperienza mi ha permesso di conoscere culture diverse, di conviverci e mi consente oggi di non sentirmi a disagio, e non avere paura di chi da noi è migrante o immigrato. Perché fin da allora ho capito che siamo tutti parte di una stessa equazione la cui soluzione è la convivenza civile”.
CHE RAPPORTO HA CON VITTORIO SGARBI, CHE L’HA NOMINATA “ASSESSORE AL NULLA” DEL CO- MUNE DI SALEMI?
Un rapporto onesto e sincero, di amicizia a distanza. Vittorio è stato il primo a riconoscere in me l’artista. Non per questo non critico alcune sue scelte. Quando un giorno, eravamo a Peccioli, parlò a me e ad altri della sua idea per la Biennale di Venezia e gli dissi: “Vittorio, se la segui tu sarà un progetto grandioso”. Purtroppo credo che l’abbia fatta seguire a qualcun altro e così l’elefante ha partorito un topolino.
UNA PARTE DELLA CRITICA SI SCHIERA CONTRO LE SUE PERFORMANCES ARTISTICHE. COSA RISPONDE?
Che ci sono mentalità passatiste da accademici che andrebbero distrutte. Non ho nulla contro le Accademie, ma è ridicolo pensare che un professore insegni arte “per graduatoria”, mentre una volta i grandi artisti ottenevano una cattedra per meriti riconosciuti. E servirebbe, nella critica ed in alcuni giornalisti, una maggior apertura mentale, evitando di paragonare, ad esempio, una mia performance con le azioni di chi si scaglia contro le opere d’arte per danneggiarle.

venerdì 18 novembre 2011

Per un Futurismo Post-Atomico: censimento dei poeti futuristi contemporanei

futurismo, poesia futurista, roby guerra, azione futurista

 

*da Roby Guerra- Nuovi Futuristi Nuovi Umanisti

 

http://www.este-edition.com/prodotti.php?idProd=603

 

 

vedi recensione Argo on line:

 

http://www.argonline.it/index.php?option=com_content&view=article&id=462:roby-guerra-nuovi-futuristi-nuovi-umanisti-collaudo-di-graziano-cecchini-este-edition-collana-liber-ebook-2011&catid=6:crash-test-libri-riviste-cd-vhs-dvd&Itemid=31

 

 

1980 FUTURISMO POSTATOMICO

 

(Da un neo periferico della Via Lattea americana)

Noi vendiamo l'elaborazione di un Numero Reale della Nuova Matematica di Boole nel passatista pallottoliere della Grande Madre Metafisica di De Chirico.

Fin dall'infanzia pitagorica il nostro Numero Reale è sistematicamente costretto dalla Multinazionale Internazionale degli Adulti estinti a celebrare il culto di Tanatos, la Religione del Dio d'America e quello sovietico.

Noi siamo educati al Mito del Lavoro nell'era della Fabbrica Elettronica, a premere il Bottone Atomico dell'Inno alla Sotto-Missione Mondiale.

Con la presunzione della Conoscenza, il nostro Computer Umano remixa l'avanguardia critica dell'arte mondiale, unificando i frammenti critici dell'avanguardia artistica storica e pop consumistica.

Noi Bambini Robot siamo in stato di Guerra Totale d'infanzia per distruggere il primitivismo e la malattia mentale che caratterizzano la nostra cultura occidentale nel suo aspetto alienante e negativo.

Noi computiamo il Nuovo Uomo Planetario Figlio della Rivoluzione Scientifica e Cibernetica, attraverso il godimento della vita, il trionfo di Eros in tutte le espressioni umane: dalla Religione al Mito all'Arte alla SCIENZA.

I nostri Genitori Umani hanno distrutto tutti i valori e i valori che fingono d'accettare sono solo sovrastrutture per preparare il mondo all'olocausto nucleare o ecologico.

Nulla è meno cristiano dei Leader delle Grandi Im-Potenze, in perenne tournée necessaria per vendere le stigmate delle future radiazioni.

Nulla è meno marxista dei nostri comunisti incolti che non hanno mai letto Marx, novelli idioti tecnologici.

La Rivoluzione Cibernetica distrugge il Mito del Lavoro, libera l'Uomo dal ricatto della sopravvivenza e lo costringe ad essere libero, attraverso la sua opera d'arte attiva policulturale.

Se qualche cervello pensante esiste ancora nei diversi Politburi: accetti il nostro confronto dialettico giustamente violento, perché bisturi delle illusioni, com'è la reale dialettica contrapposta alla sua volgarizzazione attuale, diventata un affresco pubblicitario della malattia mentale condivisa dell'Uomo Massa.

Altrimenti e comunque, la selezione artificiale della storia, scritta dai neuroni della verità, farà piazza pulita dei falsi compagni, tumori della rivoluzione umanistica di Marx.

Nel Regno Umano della Macchina non c'è spazio per gli Automi!

 

2000! Noi trasformiamo il Sessantotto perdente in un Computer vincente!”

 

 

2012- PER UN FUTURISMO POST-ATOMICO

 

E' tempo di un nuova sonda neofuturista democratico/rivoluzionaria, INDIGNATA e mirata dal punto di visto politico-sociale! Destinata all'Italia in quasi default, per colpa di Classi Dirigenti che generazione dopo generazione, anziché evolversi, al passo con certa utopia che viene da lontano, nel software giusto, tecnoscientifico e umanistico sociale non metafisico, affondano ogni generazione e ogni futuro. Come poeti futuristi invitiamo tutti gli scrittori italiani a mobilitarci con la forza della Parola – in tutte le sue forme e medium, parola scritta o digitale, naturalmente d'avanguardia: a mobilitarci e moltiplicarci di numero per scendere in campo nell'agorà oggi tecnopolitico nazionale, come liberi intellettuali, sempre dis-organici e dis-integrati, per lanciare una nuova finalmente atomica SuperParola in libertà VIRUS per e dal futuro nella sempre passatistissima e presentistica paleoborghese gerontocratica cultura italiana.

 


ADERISCI! bobby.war@alice.it  o "Commento" a questo post

 

(e invia una poesia, scritta.., visiva, sonora, video, per un eBook alternativo PDF e Word poi editato in Futurist Editions on line, editing web a cura di chi scrive, Graziano Cecchini, Maurizio Ganzaroli, Zairo Ferrante, tra le attività del LLF, Laboratorio Letteratura Futurista (x AIT)*

 

 

Roby Guerra futurista

venerdì 11 novembre 2011

LA FONTANA ROSSA 2011 di GRAZIANO CECCHINI OGGI 12 NOVEMBRE ORE 19

“L’umanità cammina verso
l’individualismo anarchico...” (1) ftm. Avanti Futuristi del XXIesimo secolo smodati estremi ma sempre FUTURISTI!

 
PROVE ELECTRO DI TRASMISSIONE VERSO 
 
LA FONTANA ROSSA 2012  TECHNO ACTION FUTURISTE  *BY  GRAZIANO CECCHINI ROSSO TREVI    12 12 2011 SATURDAY-SABATO-ROMA- FONTANA DI TREVI
 
FTM AZIONE FUTURISTA ROMA-FERRARA   FUTURISMO CARBONARO  ART INLAME COINVOLTI IN ARTE  FUTURISMO ROSSO TREVI
 
AUTUNNO CALDO ROSSOTREVI
 
20 OTTOBRE  LA REPUBBLICA  PIAZZA DI SPAGNA ROMA- LA BALLERINA A INFRAROSSO-TREVI DANCE!
http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/10/20/foto/cecchini_e_la_ballerina_in_piazza_di_spagna-23539988/1/  GALLERY
 
1 11  AA. VV.  LIBRO MANIFESTO NUOVA OGGETTIVITA' (*90 autori - tra essi Graziano Cecchini)
http://nuovaoggettivita.blogspot
 
3 novembre CORRIERE DELLA SERA- GRAZIANO CECCHINI E FUTURISMO CARBONARO-AZIONE FUTURISTA. CORTEI FUNEBRI CONTRO LA VIOLENZA DELLA POLITICA E NEI CORTEICecchini con i vigili (Jpeg)

 

INTERVISTA A GRAZIANO CECCHINI E LE SUE AZIONI FUTURISTE - NOUVELLE OUBLIETTE MAGAZINE- MONDO LIBERO ON LINE
http://www.mondoliberonline.it/intervista-graziano-cecchini-azioni-futuriste/12982/
 
 
.....8  NOVEMBRE  COSTUME E SOCIETA'
pochi minuti fa il Tg2 Costume & Societa' ha mostrato delle immagini sulle scalinate più spettacolari del mondo ed hanno mostrato le 500.000 palline della tua azione strepitosa futurista. IL VENTO E' CAMBIATO. sono riuscito a scattare alcune foto CIAO
http://www.tg2.rai.it/dl/tg2/RUBRICHE/PublishingBlock-ca75d386-ac8b-479f-bb73-7dfd4cd43d8d.html  FILMATO
 
(1) 11  11  11  MANIFESTO DEL FUTURISMO SCOMODO- R. CAMPA-GRAZIANO CECCHINI ANTONIO SACCOCCIO  STEFANO VAJ  ROBY GUERRA
http://www.transumanisti.it/9_articolo.asp?id=23&nomeCat=Documenti
 
1 11 11 11  (Roby Guerra) NUOVI FUTURISTI NUOVI UMANISTI- collaudo di GRAZIANO CECCHINI
 
ARGO MAGAZINE  http://www.argonline.it/   BOOK TRAILER EUROPA (VIDEO)    http://www.booktrailer.eu/trailer/index/id/323
                                                                  ESTENSE COM  http://www.estense.com/?p=179017 
 

12  NOVEMBRE  2011   ORE 19

 

*VIDEO anteprima

INTERVISTA A GRAZIANO CECCHINI  

(FONDO MAGAZINE)

http://www.youtube.com/watch?v=vhOcLuElBJE

 

"Alemanno Aledanno peggio di Veltroni!" G.C.

 

THE RED TREVI IN ACTION FONTANA ROSSA 2007-2011 

RAGGI LASER SUL PIANETA ROMA-ITALIA)

 

 


coinvolti in arte arte inflame STIAMO ARRIVANDO

 

 

 

 


ANTEPRIMA VIDEO PROMO

 

 

 

 

RED IL PERSONAGGIO

 

+ PERICOLOSO

 

CHE ABBIATE MAI CONOSCIUTO

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 

Manifesto del Futurismo Smodato

  

Noi siamo smodatofuturisti nella concezione dell’arte! L’arte è la suprema manifestazione della creatività umana e postumana. L’arte rappresenta il completamento spirituale e cognitivo della scienza, giacché laddove la scienza indaga la realtà attraverso il “metodo osservativo-sperimentale” e condivide i risultati attraverso la comunicazione razionale, l’arte indaga la realtà attraverso la “libera intuizione” e condivide i risultati attraverso la comunicazione estetica.

 

Non perderemo tempo a discutere se esiste un canone universale di bellezza. Noi siamo relativisti e partiamo dal presupposto che non esistono l’artista e il pubblico. Esistono i pubblici-artisti, al plurale. Esistono tribù estetiche, con diverse sensibilità. A noi non interessa stabilire quello che è bello per tutti, ma quello che è autenticamente futurista. Torniamo sempre allo stesso punto: vogliamo distinguere il falso dall’originale. Il falso è a modo, l’originale è smodato.

 

Nel campo dell’arte è innanzitutto importante non confondere il modaiolo provocatore con l’innovatore futurista. L’odierna ricerca dell’originalità fine a se stessa, senza sentimenti e senza messaggio, è ormai patetica e ha ben poco di futurista. Non è futurista chi segue bovinamente i trend, le mode del momento. «Oh, il figurativo non è più di moda, ora va l’astratto. Tutti di qua! L’arte come mimesi è superata, basta con il realismo, immergiamoci nel surreale… Tutti di là! No, aspetta, aspetta! È la performance la strada da seguire, basta con l’olio e le tele! Ecc.». Questo appecorarsi per seguire il gregge, per compiacere i pastori critici d’arte sarebbe arte? No. È solo viltà. E la viltà non ha nulla di futurista.

 

È vero che l’artista è futurista quando innova, quando rompe gli schemi. Ma questo oggi non basta più. Da quando è diventata una moda lo stesso rompere lo schema, al solo fine di rompere lo schema, da quando l’arte è ridotta a una ricerca dell’assurdo e dell’incomprensibile, per potersi dire futurista si deve concepire un’opera non solo innovativa ma anche esteticamente futurista. Se dobbiamo sintetizzare l’estetica futurista in una frase, possiamo rifarci tranquillamente al manifesto del 1909: «Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo».

 

Questo continuo spacciare tendenze del momento per “arte ufficiale” ha luogo perché permane un’assurda distinzione tra arte e vita. L’arte è stata chiusa in una torre d’avorio e “l’artista” (colui che ha ottenuto lo status di “artista”) viene elevato su un piedistallo, dal quale può riversare sul mondo qualsiasi porcheria. La soluzione è dunque il superamento dell’arte come categoria chiusa, in quanto blocca le intuizioni dell’individuo all’interno di un settore e ne mercifica gli obiettivi. Le facoltà artistico-creative appartengono a tutti. L’arte modaiola che abbiamo denunciato persiste perché esiste la categoria artificiale dell’arte, che tanti rincorrono. È dato trovare molti grandi creativi in settori non-artistici, mentre osserviamo giornalmente “grandi artisti” con creatività pari a zero. E quest’ultima affermazione dovrebbe bastare ad evitare un malinteso. Quando – seguendo Gramsci e Marinetti – diciamo che tutti siamo filosofi, scienziati, artisti, vogliamo dire che tutti lo siamo in qualche misura. Non stiamo pensando ad alcun livellamento egualitaristico, ove scompare del tutto la qualità dell’individuo. Vi sono individui dotati di maggiore creatività, talento, passione, capacità, perseveranza rispetto ad altri. Purtroppo, i migliori non fanno necessariamente parte dell’industria dell’arte, o perché appartengono ad una tribù estetica marginalizzata dai “custodi dell’arte ufficiale” o perché esprimono la propria creatività in settori diversi.

 

Stiamo dunque attenti a non prendere abbagli. Oggi irrompe sul palcoscenico della storia l’arte digitale. Le macchine permettono a un numero infinitamente superiore di persone di esprimere la propria sensibilità artistico-creativa e di metterla in circolo, senza subire i diktat e i ricatti dell’industria dell’arte. I futuristi sono naturalmente aperti e predisposti alla novità, alla musica elettronica, alle arti digitali visive. Plaudono alla fusione creativa tra uomo e macchina. Ma anche qui serve un distinguo. Chi si butta nell’arte digitale solo perché è di moda, solo perché è l’ultima tendenza, non è necessariamente “futurista”. È in realtà un “presentista”, se non addirittura un “passatista” mascherato. Questi signori gli schemi non li rompono, li consolidano!

 

Faremo solo un paio di esempi. I musicisti techno-electro-industrial che compongono musiche ultra-tecnologiche, digitali, esteticamente prometeiche, ma cantano un testo contro la tecnologia sono semanticamente stonati e certamente non futuristi! Altrettanto possiamo dire degli artisti del filone fantascientifico di orientamento apocalittico, distopico, luddista, che lamentano lo sviluppo incontrollato della cattiva tecnologia e magari pubblicano i propri racconti, romanzi, film, fumetti, videogiochi in Internet, in formato e-book o multimediale. È evidente la schizofrenia o la semplice adesione modaiola al trend estetico, senza condivisione dei valori. Subiscono magari la fascinazione della tecnica, ma sono incapaci di completare il cammino, di accettarla fino in fondo. Oppure, sapendo che il loro pubblico ha un orientamento luddista, creano opportunisticamente un ossimoro estetico.

 

Le avanguardie anticipano il senso comune, non lo seguono. Le avanguardie sfidano il senso comune, non lo temono. Le avanguardie sono smodate, non a modo. La nuova frontiera dell’arte – frontiera che coinvolge “tutti gli esseri senzienti” e non solo gli “artisti ufficiali” – è fare della propria vita, del proprio corpo, della propria psiche, della propria comunità, della propria specie un’opera d’arte. Modificare, scolpire, creare se stessi grazie alle nuove tecniche della genetica, della chirurgia, della robotica, dell’informatica è oggi l’autentica arte d’avanguardia, l’arte smodatofuturista. La nuova frontiera dell’arte supera perciò tre dicotomie storiche: 1) quella tra artisti e fruitori dell’opera d’arte; 2) quella tra discipline artistico-creative e discipline tecnico-scientifiche; 3) quella tra mondo esterno da creare-rappresentare e mondo interno di cui prendere semplicemente atto.

 

Noi non prendiamo atto dell’umanità, del suo fenotipo e del suo genotipo. Noi la plasmiamo, la cambiamo, la superiamo attingendo alle nostre conoscenze tecnico-scientifiche e seguendo le intuizioni estetico-artistiche della nostra volontà creatrice. Sedicenti futuristi, avete il coraggio di seguirci su questa strada?

   

Noi siamo smodatofuturisti nella concezione della morale! Marinetti propose l’abolizione del matrimonio, l’amore libero e il figlio di Stato. Si disse che distruggeva la famiglia, la morale, la tradizione. In effetti il libero amore è una posizione estrema, ma a ben vedere non è una proposta nuova. Prima di Marinetti aveva avanzato questa proposta Platone, nella Repubblica, e poi Karl Marx, nel Manifesto del partito comunista. I futuristi non negano “la morale”, negano “una certa morale” e ancor di più la sua degenerazione: il “moralismo ipocrita”. I futuristi negano il moralismo ipocrita dei libertini che negano il proprio libertinismo, delle meretrici che si presentano pubblicamente come Maria Goretti, delle signore della bella società che credono vi sia una qualche differenza fra cercare il buon partito e vendersi in un bordello, dei preti che dietro la propria rigida sessuofobia pubblica nascondono i comportamenti privati più censurabili. I futuristi difendono la morale della trasparenza, della libertà, del coraggio, dell’orgoglio, della sincerità, di coloro che ambiscono nietzscheanamente a diventare ciò che sono.

 

Se l’uomo è troppo debole per fare un discorso di verità, oggi lo costringono a questo le nuove tecnologie. I telefoni cellulari, Internet, i social forum, stanno mostrando quella che è la vera realtà sociale. I tradimenti, o i desideri di tradimento, superano nella realtà dei fatti la fedeltà e l’amore eterno. Le persone che vendono il proprio corpo per fare carriera sono ben più di quelle che lo ammettono candidamente. I divorzi crescono percentualmente anno dopo anno e ai divorziati non resta che maledire il giorno in cui hanno firmato quel contratto capestro – un contratto economico con clausole assurde occultate dietro la parola amore. Persone insoddisfatte della propria struttura biologica traggono vantaggio dallo spazio di libertà morfologica aperto dalle biotecnologie.

 

Le tecnologie rendono possibile questa situazione, oppure mettono questa situazione già esistente in tutta la sua crudezza davanti ai nostri occhi. La nostra è una società che si ostina a richiamarsi a valori e strutture famigliari post-neolitiche, come la famiglia monogamica, quando ha attraversato almeno altre due rivoluzioni, quella industriale e quella informatica, e si appresta ad attraversare la terza, quella biotecnologica. Certo, da un punto di vista post-neolitico la società di oggi appare perlomeno smodata. Ma noi ci chiediamo se ha ancora senso questa rigida distinzione di ruoli, questo obbligo di adeguarsi alla struttura, questa pruriginosa attitudine a vietare quello che poi tutti vogliono vedere dal buco della serratura? Andiamo! Liberiamoci dai residui di medioevo che ancora circolano nelle nostre società ipertecnologiche del XXI secolo e accettiamoci per ciò che siamo. Marinetti perorava l’amore libero. Noi andiamo persino oltre e peroriamo l’amore smodato! Sedicenti futuristi, avete il coraggio di seguirci su questa strada?

   

Noi siamo smodatofuturisti nella concezione della politica! Vi scongiuriamo! Non chiedeteci se siamo di destra o di sinistra, soprattutto se avete in mente questa destra e questa sinistra. Non abbiamo nulla da spartire né con questa destra reazionaria, clericale, passatista, tradizionalista, né con questa sinistra moderata, politicamente corretta, succube dei poteri forti, fintamente dalla parte del popolo. Noi voliamo in alto, e perciò guardiamo il mondo dall’alto della nostra visione aeropittorica. Ragioniamo a ere geologiche, non a legislature. Dalla nostra prospettiva abissale vediamo la politica svolgersi su tutta l’era quaternaria. E, da questo punto di vista inconsueto, il quadro ci appare differente.

 

La storia della politica ci appare come la storia di tre uomini che si ritrovano improvvisamente gettati su una barca a vela in navigazione. Il primo passa il tempo ad imprecare contro la sorte che li ha fatti ritrovare a bordo, e insiste sull’opportunità di buttarsi a nuoto per cercare una riva inesistente. Questi è il luddista, il tradizionalista, il primitivista, il passatista, di matrice ecologista o religiosa. Può stare a destra come a sinistra, ma in ogni caso guarda indietro.

 

Il secondo uomo invece sulla barca ci sta tutto sommato bene, ma non vuole arrovellarsi troppo. Propone perciò di instaurare una regola per cui sia vietato interferire con la navigazione… verso il nulla. Passa il tempo a proporre regole di convivenza ed è principalmente interessato ad accaparrarsi le razioni disponibili e la cuccetta migliore, o al massimo trovare un modo per condividerle equamente in modo da mantenere la pace a bordo. Questi è il borghese o, alternativamente, il proletario la cui massima ambizione è imborghesirsi. Ha freudianamente rimosso la propria condizione di naufrago dell’esistenza. A volte sta a destra, a volte a sinistra, ma tende inesorabilmente a gravitare verso il centro – verso la melassa insipida, il nulla ideologico, il privilegio, la raccomandazione, l’appalto.

 

Ciò che conta invece per il terzo uomo è la possibilità di usare la barca per andare dove vuole, imparare a governarla e decidere la rotta da seguire. Questi è il vero futurista, il futurista smodato. Questo spirito volontarista, prometeico, faustiano, consapevole, decisionista, disinteressato, eroico, tragico è appartenuto a uomini di diversi schieramenti politici. Che si siano schierati a destra o a sinistra poco importa. Ciò che unisce questi uomini è che hanno la schiena dritta e guardano sempre avanti!

 

Ma sentiamo già il fiato sul collo, il richiamo alla realtà, la domanda impertinente dei presentisti: «Dei problemi della gente vogliamo parlare?». Ne parleremmo più volentieri se vedessimo la gente sollevarsi dal proprio torpore e ribellarsi! Di fronte ad una situazione di crisi radicale, vorremmo vedere una reazione radicale. Non ci scalda il cuore né l’idea del governicchio che si regge sulla compravendita dei trasformisti, né l’ipotesi del governo tecnico, ennesimo comitato d’affari delle banche e delle multinazionali, pronto ad affamare il popolo per salvare il sistema. Vorremmo liberare il Parlamento da questi zombi e dai loro estenuanti e inconcludenti tatticismi. E smettiamo anche di chiamarla “casta”! Casta è una parola troppo importante, troppo nobile, troppo aristocratica, per indicare dei questuanti interessati solo a mangiare alla mensa dei poveri di Montecitorio. La corruzione? L’interesse privato? La raccomandazione? I ribaltoni? I trasformismi? Il sesso come veicolo per la carriera? Le mafie, i servizi, le logge, le minacce e i ricatti incardinati sui Misteri d’Italia? Umano, troppo umano... Anzi, meglio dire: ominide, troppo ominide. Suvvia! È giunto il momento di realizzare quella festosa rivoluzione che attendiamo da tempo. Svuotiamo le Camere dai politici a modo e riempiamole di androidi, cyborg, robot, mutanti, o magari anche di donne e uomini, purché smodati. Con i tempi che corrono, persino l’ultima categoria non è poi da disprezzare.

 

Poiché noi abbiamo la tendenza a levitare, vorremmo vedere intorno a noi cuori sollevati e teste sollevate. Perciò lottiamo innanzitutto contro il parassitismo e il fatalismo, due malattie che si possono annidare in tutte le classi sociali, quella alta dei banchieri, dei politici, dei faccendieri, e quella bassa dei loro servi, degli apatici, dei questuanti. Noi siamo con chi lavora, chi inventa, chi costruisce, chi lotta, chi cerca di determinare volontariamente il proprio destino, elevando così non soltanto se stesso, ma tutta la sua comunità. Sedicenti futuristi, avete il coraggio di seguirci su questa strada?

 

Distinguo

 

Prima di concludere, vogliamo sgombrare il campo da un possibile equivoco. Non intendiamo ergerci a custodi dell’ortodossia ideologica. Non reclamiamo l’esclusiva sull’uso del termine “futurista”. Nulla è più lontano dal nostro spirito libertario dell’idea che servano autorizzazioni per definirsi in un modo piuttosto che in un altro. Anzi, ci riempie di gioia vedere intorno a noi persone che fanno fieramente uso di questo termine, dopo che per anni siamo stati visti come folli quando indossavamo idealmente le giacche gialle del futurismo. Che cento fiori fioriscano! Gli esempi positivi vengono dall’arte popolare, che con la sua leggerezza riesce ad essere più onesta di qualunque politica. Un grande artista, guru del rock italiano, ha sorpreso tutti componendo e cantando il “Manifesto futurista della nuova umanità”. Una canzone-poesia in cui gli elementi del sentire futurista sono ben rappresentati: l’emancipazione dalla tutela morale e religiosa, il rifiuto di una rappresentazione rassicurante e immaginaria della realtà come prezzo da pagare per dare sfogo alle emozioni più smodate, e quella vita che arriva impetuosa ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova – arriva impetuosa come il treno che compie scorribande nel videoclip, simbolo della rivoluzione industriale già cantato da Carducci, simbolo della prepotenza tecnica dell’uomo che sfida faustianamente le proprie limitazioni, correndo rischi, sfidando i pericoli. Con leggerezza e ironia, cantano “Il futurista” anche due icone della pop-art commerciale, tra scale mobili e paraboliche, grandi numeri e parolibere, e un accenno implicito al transumanesimo: «matematica la mia etica io modifico la genetica».

 

La tecnica, la tecnica… Una sfida alle stelle che però rischia di naufragare in gretto consumismo. Come ha sagacemente mostrato un grande cineasta nel film “La dinamicità”, c’è da rimanere esterrefatti nel vedere la tecnologia ridotta ad ovvietà del quotidiano. In questa trasfigurazione, come sottolinea il regista, c’è tutta la parabola della società e del design italiano, da una fiammeggiante avanguardia rivoluzionaria a un sostanziale conformismo di massa.

 

Ergo

 

Se questa parabola si verifica è anche a causa dello stupro semantico cui è quotidianamente soggetta la lingua italiana. Si capovolgono scientemente i significati delle parole: si cambia tutto, affinché tutto rimanga uguale. È soltanto a questa usurpazione gattopardesca che vogliamo porre fine, non alla libera appropriazione del nome “futurismo”. Stupratori! Se avrete il coraggio di seguirci sulla strada del futurismo autentico, eccessivo, smodato, vi accoglieremo a braccia aperte, come sinceri compagni di lotta. Se invece vorrete restare arroccati nel vostro misero e patetico moderatismo, fateci almeno la cortesia di non dirvi più futuristi. Ci risparmierete così la fatica di definirci “smodatofuturisti” per distinguerci da voi. In fondo, a noi basta essere quello che siamo sempre stati: futuristi!

     

Ad futurum!

   

Riccardo Campa (estensore)

 

Graziano Cecchini (azionatore)

 

Roberto Guerra (eccitatore)

 

Antonio Saccoccio (agitatore)

 

Stefano Vaj (fomentatore)

     

Post scriptum

   

Nota ad uso degli imbecilli. Avete letto attentamente questo manifesto ed ora siete indignati, spaventati, inorriditi. Vi apprestate quindi ad assumere “un atteggiamento di seria preoccupazione” per lanciare un allarme, gridare al lupo, segnalare il pericolo alle persone perbene, sul vostro insignificante blog, giornale o televisione. Ebbene, se questo vi frulla per la mente, perdonateci l’impietosa diagnosi, ma appartenete certamente alla categoria degli imbecilli. Il vostro deficit intellettivo non vi ha permesso di cogliere il carattere semiserio, papiniano, prezzoliniano dello scritto. D’altronde, non si può pretendere che un imbecille capisca dove finisce l’analisi e dove inizia il sarcasmo o l’ironia. Eppure, in questo caso, il compito non era affatto difficile, considerando che siamo partiti dalla critica dei poteri forti per arrivare all’elogio… dei Righeira! Riflettete, se potete, prima di infestare il ciberspazio di ulteriore spazzatura. Il male che vi affligge non è esterno, è dentro di voi. Potete però eliminarlo con un upgrade del cervello, installando un microprocessore e un’espansione di memoria nella corteccia cerebrale. Credeteci: il futurismo smodato può esservi più utile di quanto riusciate a immaginare. Ad ogni buon conto, per voi preghiamo.

 

 

 

lunedì 17 ottobre 2011

Firenze-Atto Finale in Casa Pd: Leopolda contro Marcella

FUTURISMO ROTTAMATORE_0001.jpg

ULTIMATUM AL REGIME PALEOCOMUNISTA DI FERRARA MEDIA INCLUSI


ROTTAMAZIONI PROSSIME VENTURE


Franceschin: per kattokomunismo konklamato

Sateriax: per parassitismo padano

Taglianacci: per ingenuità d'intendere e governare

Marattinenko: perchè fa l'Indignados a Roma e non a Ferrara

Zappaserra: per Veline alla Gutenberg... censurate dalla libera stampa ferrarese

MaiVisto: per minculpop leggi il flop mediatico nazionale de L'Internazionale e spreco delle risorse culturali ferraresi...

LA VECCHIA FERRARA x Re(De)pressione culturale e Istigazione all'Horrorismo Verde


Forse futuri avvisi di garanzia all'orizzonte per l'affaire Kona per mezza giunta PD Ferrara... Non si spiegano altrimenti alcuni episodi sintomatici di questi giorni: sui quali domina l'omertà della stessa cosiddetta libera stampa ferrarese.... O forse, più pragmaticamente, lo tsunami annunciato da Firenze dei rottamatori futuribili di Matteo Renzi, sponsorizzato finalmente anche da parte della meglio cultura e arte di tecnosinistra doc....: ovvero come noto i vari Benigni, Jovanotti, Baricco, Stefano Benni , e - ci si permetta questa civetteria (l'abbiam lanciato nel 2 corso!) i futuristi ferraresi con il ben noto Manifesto pro Renzi, apprezzato – abbiamo saputo - da quest'ultimo, come noto.. manifesto quasi maciullato a Ferrara con la compiacenza di certa stampa ferrarese distratta....(i maligni-esagerando!- sparlano di commenti pilotati... se non scritti da qualche hacker o peones pd intrufolatosi nella stessa redazione ignavia!!!!).

Ma andiamo per dis-ordine quasi in tempo reale: una clamorosa news, strutturale persino: la CGL stessa mobilitata per scarsa chiarezza sul... Trasloco dei lavoratori sanitari... a 20 giorni dalla superpompata inaugurazione... davvero tempestivo e ridicolo... Ma è in contro-luce la logica del Senso... forse anche qua avvisi di garanzia all'orizzonte e qualcuno comincia a pararsi il culo....

Oppure, su un noto quotidiano on line, recentemente tre chicche: sull'affaire derivati, un articolo ufficiale dal titolo però …. sembrava dettato direttamente da Tagliani e company: “Autogol sui Derivati di Tavolazzi” quando, invece, persino uno dei tanti studenti delle movide ferraresi, palloncino al top, potrebbe dimostrare che Tavolazzi ha fatto un goal in rovesciata... 

Sempre su un noto quotidiano ferrarese, prima appare un favoloso nanopamphlet di un noto opinionista ferrarese contro le porcate di Kona e dell'Idrovia eccetera e poi sparisce con il teletrasporto!!! Pare che una certa Marcella abbia evocato Di Pietro!!!! Poi, i futuristi (non finiani!!!!) , imperterriti, a Ferrara, nonostante anni di censure vergognose, nonostante siano gli unici ad aver portato nel 2009 un evento ferrarese a costo zero al top della Televisione Italiana, mentre il tanto acclamato Internazionale è stato un flop sui grandi media nazionali, stampa inclusa (basta verificare nel web), sbalorditi hanno visto sempre su una nota testata locale un loro intervento molto provocatorio contro la casta PD e i soliti Affaire... Kona, Idrovia eccetera letteralmente oggetto di una sorta di revisionismo alla Pravda.. potata la parte finale pro Matteo Renzi decisiva... mandato così- l'intervento- sembrava Travaglio quando scriveva sul Borghese del MSI... e per giunta... guarda guarda nelle Lettere (sebbene inviato come comunicato stampa!): peccato che alcuni dei futuristi ferraresi abbiano appena pubblicato in un volume con altri 90 scrittori e filosofi italiani dell'area della capitale soprattutto, diversi di casa a La Sapienza e così' via... Ma in fondo queste son cose d'arte, irrilevanti (semmai se continuerà l'andazzo, e questo vale per tutta la stampa ferrarese mandarina, anche quella pseudoliberale..., ci penseranno direttori nazionali e l'ODG):

La chicca-gemma è di questi giorni live: persino il mandarino storico del PD, il pur ottimo scrittore Marani, capace persino di difendere a suo tempo lo scandalo Ronconi, si è rotto stupendamente il cazzo!

Un mega articolo contro i Tutor briganti dell'associazione a Dilinger Made in Pd Ferrara! E subito eccola qua la solita tal Marcella pronta e tempestiva a scomunicare l'intellettuale, in perfetto copione soviet dissidenti---

Che dire, se altri si stan gà defilando demandando ad altri firme cruciali per il futuro sanitario e … dentegiudiziario (come noto tutti i primitivi ce l'hanno ancora,,,), pur in primo piano per show alla Dottor House imborghesito e venduto al Sistema, l'effetto Leopolda, ovvero l'Avatar di Firenze.... della rottamazione d'Ottobre annunciata da Renzi...., ha già fatto ruggire, ma è un rantolo, la Marcella Kapo laica in questione......

Scontro di Avatar, invero, impari tra Leopolda di Firenze e Marcella di Ferrara, nanoradiografia per via neutrinica o quantica tra due superatomi universi alternativi della materia PD! Con previsione più facile di una tabellina!!! Siccome Leopolda pare nei sondaggi la più gradita e gnocca degli italiani … meglio che Marcella, come già la consigliò pare un fan di Sgarbi, a suo tempo, quando ella stessa osò polemizzare anche con il più grande critico (e Dandy) ferrarese contemporaneo e ben noto, cerchi rifugio politico- magari con un bel carrello perpetuamente colmo, dalle parti del Castello iper.realista della città estense......

 Stazione di Ferrrara? Stazione di Firenze! FORZA LEOPOLDA!!!

Matteo Renzi 6.jpg

AZIONE FUTURISTA FERRARA-FIRENZE

domenica 25 settembre 2011

Graziano Cecchini e Art Inflame: Casting per nuovi volti Proiect a Roma-anteprima

 


 

Casting per nuovi volti. Graziano Cecchini, Art Inflame aspettano tutti coloro che hanno voglia di metterci la faccia, il 5 e il 6 ottobre dalle ore 10.00 alle ore 17.30 in via di Pietra, 70 (Metro A) dietro a Piazza Colonna.

http://roma.bakeca.it/hostess-modelli-pr/casting-per-performance-artistica-mdeu28617622

Graziano Cecchini, un casting, un progetto d’Arte e comunicazione.

Cosa succederà davvero il 5 e il 6 ottobre nel centro di Roma?

Accadrà che i ragazzi e le ragazze che si presenteranno potranno esprimere se stessi e dimostrare di avere una faccia, un’espressione, una immagine che si distingue da tutti gli altri. Il casting non premierà la bellezza, premierà l’intensità, premierà l’unicità.

Art Inflame ed io cerchiamo volti nuovi, giovani e meno giovani, che possano dare davvero qualcosa di più al progetto di Comunicazione d’Arte che ne seguirà…

Graziano Cecchini di nuovo in azione a Roma | Grab Magazine | http://www.grabmagazine.it/grab/?p=390...
Visualizza immagine in BingComunicazione d’Arte? Cosa nasconde questa definizione?

Più che nascondere svela…. Svela una via vecchia di centinaia e centinaia di anni: l’Arte quale ambasciatrice di nuovi messaggi. Per un artista come me, abituato a scegliere con meticolosa precisione i messaggi da divulgare, ogni mezzo espressivo diventa ispirazione. Ma oggi tutto è appiattito su una sterile e noiosa ripetizione di standard estetici.

Quindi si tratta di un nuovo modo di fare comunicazione? O di un nuovo modo di fare arte?

Entrambe, anche se forse la novità investirà in primo luogo la comunicazione…. Grazie all’Arte, ovviamente. Ma credo nella reciprocità della azione-reazione. Una volta che, attraverso l’espressione artistica si riuscirà a modificare l’immagine espressiva e veicolare in tal modo il messaggio presso più tipologie di target, sono sicuro che l’effetto ottenuto stimolerà nuove estetiche. Non si può mai sapere fin dove l’Arte ci potrà portare. E’ nell’arte che io ed Art Inflame crediamo, nell’arte e nella forza dei volti nuovi e veri.

 

Non c’è via più sicura per evadere dal mondo che l’arte, ma non c’è legame più sicuro con esso che l’arte. (Johann Wolfgang Goethe).