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martedì 7 settembre 2010

Newton settembre n. 7 2010

NEWTON SETTEMBRE N.7

A misura d'uomo

Pagina 5

 

Sull’ultimo numero del magazine Science, un team di astronomi dello Smithsonian Institute ha dichiarato che la Luna si sta restringendo (in inglese suona benissimo: the Moon is Shrinking, sembra una canzone di Sinatra). Niente di sconvolgente, il diametro del satellite sembra abbia perso un paio di centinaia di metri in quarant’anni, e il gruppo di studiosi se ne è accorto grazie a piccoli cambiamenti della superficie rivelati analizzando alcune fotografie. Detta così, sembra una scoperta di poco conto, continueremo a guardarla nello stesso modo, la Luna. Cambierà solo, e di poco, un dato fisico tra i molti che già conosciamo con esattezza. Un piccolo aggiustamento sul diametro, tutto qui.
Però, aggiornando quel numero, delimiteremo le sue dimensioni, e di conseguenza la definiremo con più precisione. E questo diventa importante, anzi, fondamentale. Perché quando definiamo qualcosa, implicitamente la conosciamo. Per questo l’arte della misurazione è stata, nel corso dei secoli, un’ossessione per l’essere umano. Misurare per comprendere. E avvicinarsi, millimetro dopo millimento, secondo dopo secondo, alla perfezione. Sviluppando il tema di copertina ci siamo trovati davanti a questa idea, tanto affascinante quanto vertiginosa. Arriveremo a conoscere sempre meglio l’Universo, ma non colmeremo mai l’impercettibile distanza che ci separa dalla precisione assoluta.


Esiste, tuttavia, una misurazione molto chiara, senza dubbio la più importante tra le molte che scopriamo quotidianamente. È la quantità di diossido di carbonio presente nell’atmosfera terrestre. Su quello, non ci si sbaglia. Il numero è 390,09, e conta le particelle di CO2 per milione presenti nell’aria che respiriamo (il dato si riferisce a luglio, adesso qualcosina l’avremo guadagnata). La crescita è lenta ma inesorabile, e l’obiettivo è portare quel numero sotto i 350, limite che abbiamo superato nella seconda metà degli anni 80.


 Così il pianeta avrà un futuro. Il 10/10/10, data che non ci si può davvero dimenticare, in tutto il mondo si svolgeranno iniziative e meeting con lo scopo non solo di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto di cominciare ad affrontare il problema concretamente. Per saperne di più e partecipare attivamente, chiunque può organizzare un suo evento - ci saremo anche noi di Newton - basta collegarsi al sito 350.org e registrarsi.


Nel frattempo, abbiamo misurato l’impatto del giornale sull’ambiente, comprendendo tutte le fasi della lavorazione, dalla stampa del numero alle macchinette del caffè in redazione. Ci impegneremo per fare in modo che, l’anno prossimo, ripubblicando quella tabella (la trovate a pagina 11) si possa leggere un numero più basso di quel 1.286.254. È un impegno che ci prendiamo, e che presto vi chiederemo di sottoscrivere con noi.
 

martedì 31 agosto 2010

Super Homo Sapiens da La Repubblica

da Transumanisti it
 

Super Homo Sapiens

*from La Repubblica

Luca e Francesco Cavalli-Sforza

SARÀ bionico il nostro futuro? Dopo l' habilis, l' erectus, il sapiens avremo l' Homo electronicus? Ci sarà un post-umano, dopo il post-moderno? Le macchine diventeranno parte dell' uomo, oppure dovremmo chiederci addirittura quanta parte di noi sarà sintetica: chip, batterie, circuiti collegati ai neuroni, organi cresciuti in laboratorio, arti metallici più versatili e potenti delle membra umane? Sono domande che affiorano alle frontiere della ricerca neurologica, dell' informatica applicata e delle nanotecnologie. Vi è chi parla di tecnoscienza, riferendosi a tecnologie ad altissimo contenuto scientifico, come quelle che ci permettono di pilotare una sonda all' interno dei nostri vasi sanguigni per installarvi un microcomputer o di viaggiare verso altri pianeti in una capsula spaziale. Vi è poi chi teme che queste tecnologie si impadroniranno dell' organismo umano, nel senso che non ne potremo più fare a meno, un po' come siamo divenuti dipendenti dal cellulare, parola che fino a vent' anni fa designava solo il furgone che trasporta i carcerati. In effetti, a vedere l' uso che alcuni fanno del portatile da mattina a sera, si direbbero pronti a ricevere l' impianto del ricevitore nell' orecchio e del microfono sotto i denti. In qualche ambiente extrascientifico, "tecnoscienza" è un termine spregiativo, indica un' attività pericolosa.

 

I n Italia, questo atteggiamento è forse eredità di Benedetto Croce, che aveva relegatoi concetti scientifici al rango di "pseudoconcetti" ed ebbe grandissima influenza sugli intellettuali. Non vi è dubbio che scienza e tecnologia siano sempre più intimamente interfacciate. Nessuna tecnologia avanzata può oggi fare a meno della scienza, né le scienze della tecnologia. Il contenuto delle due attivitàè molto simile ma sarebbe un errore ignorare la sottile e precisa linea di demarcazione che le distingue. La tecnologia sviluppa strumenti nuovi sulla base di nuove conoscenze scientifiche e migliora quelli di cui la scienza già si serve. Si tratta di scienza applicata: nuovi strumenti nascono con l' obiettivo di rispondere a esigenze pratiche, per risolvere problemi determinati. La scienza invece cerca conoscenze nuove, indipendentemente dalle possibili applicazioni, a volte anzi ignorandole: la vera motivazione è la curiosità, il desiderio di capire come funziona il mondo. La tecnologia può arricchire l' inventore, la scienza pressoché mai. La dimostrazione più evidente di questa differenza è che, di fatto, o si fa della tecnologia o si fa della scienza: è raro che una sola persona si dedichi ad entrambe. Vi sono limiti alla conoscenza?....

 

segue

http://www.transumanisti.it/3_articolo.asp?id=84