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giovedì 19 giugno 2014

Wu Ming? Avanguardia ma ancora paramaoisti?




....su Il Giornale Marco Cubeddu ha recensito il nuovo romanzo dei Wu Ming, L'armata dei sonnambuli. I Wu Ming però, venuti a conoscenza in anticipo su Twitter della recensione in uscita, senza averla ancora letta, sentenziavano con il loro account: «incagabile», dando vita a un botta e risposta su Twitter fra l'autore dell'articolo e il collettivo di scrittori («Proprio non ci frega se il nostro libro ti ha fatto schifo o ne sei entusiasta»). Quello che colpisce è la stroncatura preventiva a una stroncatura immaginaria. Del libro dei Wu Ming, infatti, Cubeddu parlava bene. Ma per il collettivo Il Giornale non è un interlocutore politicamente sostenibile. Pubblicare con Einaudi, di Berlusconi, naturalmente sì (ma fingendosi duri e puri, presentando il libro nei centri sociali). Chissà quale onta, cui certo non sono abituati, vedersi recensire con sguardo imparziale su un giornale non allineato. Elogiati in quanto scrittori pop? Come spiegarlo ai propri lettori con kefiah e sampietrini?
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/spilloe-i-faziosi-wu-ming-stroncarono-non-stroncatura-1027978.html

lunedì 9 febbraio 2009

SUL POSTMODERNO DEBOLE

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DA WU MING....  AL FUTURO

Uno dei commenti  relativi quella riflessione sul nulla che è New Italian Epic afferma come questa abbia evidenziato  la nuova riscossa civile e dimensione politica del romanzo italiano.

Tale dichiarazione è tanto pretestuosa, quanto inconsistente, visto che scambia il recupero del peggio vecchiume della nostra narrativa, dal neorealismo trito e ritrito al romanzo storico polveroso già nell'Ottocento, con la possibilità che si possa costruire una dimensione obiettiva e neutrale di denuncia dei fatti.

Cosa, nel caso di Wu Ming e sodali, difficile a dirsi: di fatto le loro presunte denunce sono "organiche" al sistema di potere mediatico ed editoriale in cui più o meno consapevolmente sono inquadrati.

Non si protesta per cambiare il Mondo o l'Uomo, ma per lisciare il pelo al proprio editore ed al proprio pubblico.

Questo non è conseguenza della malafede dello scrittore, ma è una condizione intrinseca nel Post Moderno. Se si crede nella fine della Storia, nella possibilità di un radicale progetto di cambiamento culturale, allora è utile e comodo rifugiarsi nel proprio piccolo mondo, condiviso con i propri compagni di merende.

Per andar oltre, è sempre più necessario il recupero dell'Avanguardia, nelle sue diverse forme

ALESSIO BRUGNOLI

www.domist.net

http://arte-e-artisti.splinder.com/post/19784775/Contro+il+passatismo+nel+Roman