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mercoledì 25 gennaio 2012

Ultimatum alla Terra remake by G. Balestra (from Spigoli&Culture magazine)

ultimatumterraDi fatto, la rivisitazione di The day the Earth stood still (Robert Wise, 1951), ha ricollocato il racconto in un contesto ben diverso da quello della guerra fredda, ma ugualmente devastante: la distruzione della terra da parte dell'uomo. L'extraterrestre Klaatu (Keanu Reeves), non ha lo scopo di salvare l'uomo, bensì il pianeta che in assenza di una specie così caotica e nefasta, potrebbe continuare a vivere e produrre un altro genere vivente intelligente ed un'altra società.

Se quanto detto è l'essenza del film, il suo svolgimento appare allo spettatore piuttosto lineare e semplice. Naturalmente si resta colpiti dagli effetti speciali, ma questi distraggono dal tessuto narrativo. Ci spingono a porre in secondo piano le incongruenze della storia. Annullano la sua logicità mantenendo la nostra attenzione sul superficiale, senza lasciarla attecchire e penetrare nel contesto del narrato. Possibile che solo l'amore materno della bella dottoressa (Jennifer Connelly), possa indurre Klaatu a salvare il genere umano concedendogli una seconda possibilità? E quale? La sopravvivenza sino all'autodistruzione? Certo, potremmo supporre che la distruzione operata dallo sciame -biblico- composto da una sorta di cavallette aliene potrebbe aver provocato un po' di paura, uno stimolo a cambiare; benché ci si possa lecitamente domandare: che cosa? Il messaggio dallo spazio non filtra per l'incapacità di comunicare del potere e quando colto nelle sue linee essenziali rimane confinato tra i vertici politici degli Stati Uniti... C

giovedì 5 agosto 2010

Neopsichedelia

da Spigoli&Culture

di Andrea Castellari

La psichedelia non è morta: si è evoluta. Il rock psichedelico, per alcuni appannaggio di anni ‘60 e ‘70, viene attualizzato in questi anni da svariati gruppi, spesso formatisi nella lisergica California (ecco, questo è un luogo comune che proprio non riesco a sfatare: sembra che tutti i matti fuori di testa persi in sogni musicali visionari e ipnotici vengano dalla costa occidentale statunitense).

 

Proprio dalla California vengono i Wooden Shjips, che hanno da poco dato alle stampe il “Vol.2” (Sick Thirst/Self, 2010) di una raccolta di singoli, tracce dal vivo e rarità del loro repertorio.

 

Anche se sembra la solita operazione commerciale, con una band come questa non è così: semplicemente, l’ennesimo manifesto di un modo di vivere e fare musica assolutamente fuori controllo, privo di senso formale (e tantomeno commerciale) e anche per questo molto affascinante….

segue

http://www.spigolature.net/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1629:rock-novita-di-luglio-2010&catid=283:ascoltando&Itemid=70

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