sabato 5 ottobre 2013

Ferrara città della conoscenza con Unife boom: Nappi Sindaco con la svolta Matte o Renzi?

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/01/25/news/google_sbarca_all_universit_nasce_il_progetto_itaca-m-11631468/

http://www.corrierecomunicazioni.it/it-world/14049_l-universita-sapienza-sulla-nuvola-di-google.htm

*VIDEO

 
I numeri sorridono all’Università di Ferrara. Sono ancora provvisorie, ma le cifre degli immatricolati, aggiornate al 23 settembre, raccontano di un aumento rispetto a un anno prima in numerosi corsi di laurea. Molti corsi a numero chiuso (Architettura, Farmacia, Medicina), a fine settembre 2012 avevano già visto occupati dalle matricole buona parte dei posti disponibili, mentre quest’anno le operazioni sono a rilento. Comunque, andranno tutti occupati i 131 posti a disposizione degli aspiranti architetti (se li sono contesi in 488). Stesso discorso per Medicina, per cui il 9 settembre hanno concorso in 1.155 per 218 posti anche se ancora poche le immatricolazioni, per Chimica (77 candidati per 69 posti), Chimica e tecnologie farmaceutiche (222 aspiranti, 96 posti), Farmacia (386 domande e 146 posti) e Scienze biologiche (310 domande e 175 posti). Per questi corsi, nella tabella sono stati dunque riportati i posti disponibili. Più avanzata la situazione nei corsi di laurea nelle Professioni sanitarie, le prime a tenere il test, il 4 settembre. A Dietistica il 23 settembre si erano immatricolati 23 studenti, a Fisioterapia 21, a Igiene dentale 7, a Infermieristica 103, a Logopedia 12, a Ortottica 13 così come a Ostetricia, 4 sia a Tecniche della riabilitazione psichiatrica sia a Tecniche di laboratorio biomedico, 19 a Tecniche di radiologia medica. Ai corsi di laurea ad accesso libero si nota il maggior aumento di matricole. Lettere e lingue cresce del 120% (da 57 a 82 matricole), quello di Scienze filosofiche raddoppia le matricole, da 45 a 97 (+116%). Notevole pure Ingegneria meccanica, con 80 immatricolati il 23 settembre contro i 45 di un anno prima, l’80% in più, mentre Ingegneria civile e ambientale passa da 56 a 85: +50%; così per Design del prodotto industriale, da 24 a 37. Quaranta per cento in più a Fisica (10 anziché 7), trenta per cento in più a Scienze comunicazione (da 62 a 81); in aumento anche Economia, da 239 a 298 matricole (+25%), Informatica da 35 a 42 (+20%) e Giurisprudenza da 112 a 124 (+11%). Stabilissimi a quota 29 i corsi in Scienze geologiche e in Operatore dei servizi giuridici, mentre calano Matematica (quasi dimezzata, da 18 a 10 matricole), Scienze e tecnologie per i beni culturali (-30%, da 14 a 10) e leggermente Ingegneria elettronica e informatica (da 61 a 57). «Sono numeri assolutamente provvisori – premette subito il rettore Pasquale Nappi –, però stanno andando bene, e questo ci lusinga... C
http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/10/05/news/l-assalto-delle-matricole-all-universita-1.7866693

Ex Sinistra e Ecocomunismo...

Quarant'anni fa l'Italia si svegliò dal sogno del benessere e dal sonno del consumismo e piombò nella depressione cupa della crisi economica. Era il 1973, e l'Italia, con l'Occidente intero, entrò nell'autunno dell'Austerity. Fu chiamata così in lingua internazionale, preludio alla globalizzazione, la risposta etica ed economica alla crisi che ci fece perdere l'euforia sprecona degli anni Sessanta.
Risuonarono parole cancellate dall'opulenza del boom economico e dalla liberazione sessantottina: sacrificio, risparmi, austerità. L'origine dell'austerity fu la crisi del Medio Oriente e l'impennata del petrolio. Fu l'ultima crisi economica legata a un bene reale come l'oro nero: poi, le crisi diventarono soprattutto finanziarie. Fu in quel tempo che la riserva aurea smise di essere il parametro per le finanze di un Paese. Finì l'età dell'oro. Gli effetti sociali dell'austerity furono traumatici ma non tutti malefici. Entrammo nell'epoca del risparmio energetico, la benzina triplicò i prezzi nel giro di pochi mesi, i limiti di velocità frenarono la corsa, calò l'oscurità per le strade di notte per non sprecare l'elettricità, ci fu un limite di tempo e di temperatura anche per i termosifoni. L'oscurantismo colpì soprattutto l'aspetto ludico: i locali pubblici chiudevano prima, concerti e veglioni non potevano inoltrarsi nella notte, le sale del cinema anticiparono gli ultimi spettacoli, persino la tv chiudeva prima delle ventitrè... E poi le domeniche a piedi o in bicicletta, la prima vera crisi dell'auto e dei consumi, i primi elogi della lentezza e del km0...
Fu curioso e paradossale l'effetto che produsse da noi la crisi petrolifera: anziché attivare l'investimento sulle fonti energetiche alternative al petrolio, a cominciare dal nucleare, produsse una forte sensibilità ecologista che di fatto paralizzò la ricerca e le centrali. Poi arrivò la mazzata di Cernobyl a dare l'estrema unzione al piano energetico del nostro Paese. Restammo come don Chisciotte, con i mulini a vento, fuori dalla realtà. E dipendenti dall'estero.
Il terreno dell'austerity era stato culturalmente preparato da alcuni sensori. Da noi per esempio ci furono le denunce di un gruppo di scienziati, il club di Roma guidato da Aurelio Peccei, che l'anno prima alla crisi energetica pubblicò I limiti dello sviluppo, un libro che riprendeva, forse senza saperlo, certo senza citarlo, un discorso di quarant'anni prima del Duce contro l'utopia dello sviluppo e dei consumi illimitati. Risale a quegli anni anche il libro apocalittico di successo del futurologo Roberto Vacca, Medioevo prossimo venturo. Il mito dell'austerity precorse l'odierna «decrescita felice» o «l'abbondanza frugale».
La cultura hippie, i figli dei fiori e le comunità alternative prima del '68 furono le avanguardie di questo movimento antimoderno. Sul versante tradizionalista riprendeva fiato la cultura antimoderna di Julius Evola, Renè Guénon, Marcel de Corte e molti autori pubblicati dalla Rusconi diretta da Alfredo Cattabiani.
Tramontava sull'onda nera del petrolio, il modello consumista ma anche il modello industrialista dei regimi d'ispirazione marxista e leninista. La convinzione cioè che il comunismo fosse «socialismo più elettrificazione»,.... C

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/dallausterit-decrescita-ecco-i-miti-tristi-sinistra-952436.html  by MARCELLO VENEZIANI

Arte e Meccanica Quantistica

di Gian Paolo Prandstraller
La forma, nelle funzioni visive, è una delimitazione dello spazio che ne separa una parte rispetto all’infinità del medesimo. Il più importante tentativo di identificare per tipi le forme visive è costituito dalla geometria, intesa dapprima come misurazione delle terre e poi, con Euclide (vissuto attorno al 300 a.c.) come identificazione di forme tipiche (quadrato, triangolo, cubo, sfera, ecc.) alle quali le singole delimitazioni dello spazio possono essere ricondotte.
La geometria ha avuto una grande influenza sulle arti visive. In certe culture, come quella egizia e bizantina, la geometria ha giocato un ruolo essenziale, è stata cioè una matrice di forme tipiche accettate dai creatori di arte. Ma un’altra corrente si è per così dire rifiutata di delimitare lo spazio entro icone standardizzate, e ha posto in primo piano le strutture naturalistiche degli oggetti, in particolare la figura umana e il paesaggio.
L’arte greca, grosso modo, dall’VIII secolo a.c. in poi e di seguito l’arte ellenistica (dopo la morte di Alessandro Magno) hanno imboccato questa seconda strada dando luogo alle sculture di Prassitele, Lisippo e Fidia, alla statuaria
greco-romana, alla pratica visiva del mosaico, ecc.; e d’altra parte alla pittura intesa come “imitazione” della natura sia pure condizionata dall’intenzione interpretativa degli artisti.
La forma è stata, per questo cospicuo filone, l’espressione del vero; che si è articolata secondo molteplici tecniche e finalità, esternando volta a volta tendenze mistiche, simboliche, veristiche, celebrative, esornative e così via. Il XX secolo ha assestato un colpo mortale alla forma com’era stata concepita dalle arti in precedenza.
Si può parlare di una vera e propria ribellione contro la forma, avvenuta nel ’900. Picasso la attacca violentemente, umiliandone la naturalità comunemente accettata. Con Picasso inizia di fatto una guerra sistematica alla forma, e questo attacco viene giustamente inteso dal senso comune come una rivoluzione.
Si succedono forzature, riduzioni, semplificazioni, compressioni, alterazioni artificiose della forma naturale. Tali interventi, in gran parte successivi a Picasso, arrivano ad essere l’emblema di taluni movimenti artistici: per esempio, la forma come dinamismo e velocità nel futurismo, la forma costretta entro modelli rigidi nel cubismo; la forma contratta o esasperata nell’espressionismo; la forma ridotta a pura superficie e linea retta nell’astrattismo; la forma semplificata nel primitivismo al modo delle culture ingenue e primitive; la forma ridotta a moduli iconografici standardizzati ripetuti
sistematicamente; ecc.
La rivolta contro la forma arriva, mezzo secolo dopo, alla distruzione completa della stessa. Pollock compie un atto radicale di delegittimazione della forma: non a caso è considerato il fondatore del cosiddetto “informale”. Pollock sostituisce la linea periferica che dà luogo alla delimitazione dello spazio con la pura casualità del colore lasciato cadere dal pennello o da qualche recipiente sulla tela.
Ciò che ne risulta non è più forma, ma casualità visiva; in concreto una serie di macchie di colore che si formano a caso sulla superficie. Pollock inventa la pittura informale perché sostituisce l’immagine proveniente dal caso a quella dotata di senso.
Conseguentemente elimina il fattore abilità (nel creare forme visibili) sostituendolo con l’accidentalità del gesto dell’esecutore. Dopo di lui ogni pittura formale diventa contestabile; chi segua la sua linea può considerare solo le conseguenze d’un agire irrazionale, al quale sono collegati esiti non prevedibili perché estranei ad ogni progettualità. Ma Pollock va considerato una figura emblematica anche per un’altra ragione.... C
http://nuvola.corriere.it/2013/10/03/la-meccanica-quantistica-puo-aprire-nuove-strade-allarte/

La Boldrini anti-italiana? Verso il golpe extracomunitario


 
Effetto della Tragedia di Lampedusa a quanto pare sarà una accelerazione del già sbandierato programma anti-italiano del governo Letta/PD, italiano o euroarabico?
Via il reato di clandestinità, cittadinanza indiscriminata a tutti quanti...
Al di là delle lacrime di coccodrillo dei Politicanti e dell'Europa, o Eurabia?, che bacchetta soltanto l'Italia, sempre fregandosene del suo Ruolo in materia di Immigrazione non stop (anzi schiavizzando l'Italia con vincoli neocolonialisti), i fatti saranno quelli amplificati alla luce del Sole dall'ex Velina extrofilofobica dell'Onu. La SOLUZIONE FINALE, sulla pelle degli italiani...  nota di M. Cremonini Como/Neuchâtel
*CON LO STESSO NAPOLITANO DALL'UNGHERIA SEMPRE CONTRO IL POPOLO ITALIANO, ORA LA VECCHIA UNIONE SOVIETICA SOSTITUITA CON L'UNIONE EUROPEA...EURABICA!
 
La legge Bossi-Fini, che regola le politiche migratorie e occupazionali per gli stranieri, continua a fare discutere. Dopo i dubbi sulla normativa espressi dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal ministro per lIntegrazione Cécile Kyenge e da quello degli Esteri Emma Bonino, anche Laura Boldrini ha detto che occorre fare chiarezza: "Bisogna rivalutare e superare il reato di clandestinità - dice il Presidente della Camera da Lampedusa - nell'ottica di una riconsiderazione di tutta la legislazione sull'immigrazione". E ancora: "Se molti marinai e pescatori preferiscono non vedere, è perché c'è molta confusione. L'unico reato qui, eventualmente, è l'omissione di soccorso".
Umberto Bossi, firmatario del provvedimento nel 2002 insieme a Gianfranco Fini, allora leader di Alleanza Nazionale, naturalmente spera che la norma non venga rivista: E' l'unica barriera che c'è all'invasione dei clandestini
http://notizie.it.msn.com/topnews/boldrini-occorre-superare-reato-clandestinit%C3%A0
http://finanza.it.msn.com/radiocor/berlusconi-napolitano-grave-e-assurdo-evocare-colpo-di-stato-rco
 
 

I Radicali denunciano il Comune PD Ferrara?

Vergogna, vergogna, vergogna!”. L’esclamazione ricorre tra le parole pronunciate dal presidente dei Radicali Mario Zamorani durante la conferenza stampa convocata per comunicare i risultati della raccolta firme per i referendum, ma anche per attaccare Partito democratico e Sinistra e libertà e addirittura per annunciare una denuncia in Procura contro il Comune.

I dodici quesiti, si ricorderà, erano divisi in sei sulla giustizia e altri sei sui temi più svariati: dall’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti al divorzio breve, dalla legge Fini-Giovanardi sulle droghe alla Bossi-Fini sull’immigrazione. Proprio quest’ultima è all’ordine del giorno dopo la tragedia di Lampedusa: i promotori avrebbero voluto abrogare il reato di immigrazione clandestina. “Ieri – comincia ad attaccare Zamorani – sia Renzi sia Vendola hanno detto che bisogna abolirlo. Vergogna a loro e a tutti il Pd: abbiamo offerto a tutti questa possibilità, ma Renzi ha rifiutato di firmare il referendum, mentre Vendola ha sì firmato, ma non ha raccolto firme dopo essersi impegnato a farlo”. Ce n’è anche per il nostro assessore al Bilancio Luigi Marattin, “che quando è passato davanti al banchetto ha detto che si sarebbe informato e invece non s’è più visto. Sarà stato troppo impegnato a far riunioni per sostenere Franceschini che sostiene Renzi”. E sulla droga? “Il 97% degli elettori di sinistra vorrebbe abolire la Fini-Giovanardi, ma grazie ai loro leader resterà in vigore”. L’unico ringraziamento va a Papa Francesco “che ha scelto proprio Lampedusa per la sua prima uscita”.

Veniamo alle cifre: a livello nazionale solo i sei quesiti sulla giustizia hanno raggiunto le 500mila firme necessarie per essere portati davanti alla Corte costituzionale; gli altri sei sono rimasti ben sotto la soglia. A Ferrara sono state raccolte in totale poco più di 15mila firme: i quesiti di maggior successo sono stati quelli sulla responsabilità civile dei magistrati e sulla separazione delle loro carriere (oltre 1.300 ciascuno), di minor successo invece proprio quello sul reato di immigrazione clandestina, che ha comunque superato quota 1.100. “Si vede che gli elettori di sinistra hanno pecorescamente seguito i loro vertici – commenta a proposito di quest’ultimo Zamorani –, mentre sulla giustizia ha onestamente collaborato il Popolo della libertà, che alla fine ci ha persino portato più firme sugli altri sei rispetto a Sel”.

Oltre ai partiti di centrosinistra, secondo i Radicali l’altro colpevole del mezzo flop è il Comune, contro cui è già scritta una denuncia per Attentati contro i diritti politici del cittadino, puniti con reclusione da uno a cinque anni. Nelle oltre dieci pagine preparate dall’avvocato Pasquale Longobucco si racconta tra l’altro dello sfratto che il banchetto radicale sotto il Volto del Cavallo subì durante i Buskers (http://www.estense.com/?p=323971). “Il permesso rilasciato in maggio e valido tutti i giorni fino a settembre – ricostruisce l’avvocato – è stato sospeso il 23 agosto, mentre noi aspettavamo la settimana dei Buskers come l’oro, visto che nel ’99 raccogliemmo 1.500 firme per altri referendum. E già prima di quella data il Ministero dell’Interno aveva diffuso una circolare in cui chiedeva di favorire la raccolta di firme, pubblicando informazioni sulle home page dei siti dei Comuni e fornendo il maggior numero possibile di certificatori. Hanno fatto esattamente l’opposto, ostacolando scientemente la raccolta”.

http://www.estense.com/?p=332960

Ex Sinistra e Ecocomunismo...

Quarant'anni fa l'Italia si svegliò dal sogno del benessere e dal sonno del consumismo e piombò nella depressione cupa della crisi economica. Era il 1973, e l'Italia, con l'Occidente intero, entrò nell'autunno dell'Austerity. Fu chiamata così in lingua internazionale, preludio alla globalizzazione, la risposta etica ed economica alla crisi che ci fece perdere l'euforia sprecona degli anni Sessanta.
Risuonarono parole cancellate dall'opulenza del boom economico e dalla liberazione sessantottina: sacrificio, risparmi, austerità. L'origine dell'austerity fu la crisi del Medio Oriente e l'impennata del petrolio. Fu l'ultima crisi economica legata a un bene reale come l'oro nero: poi, le crisi diventarono soprattutto finanziarie. Fu in quel tempo che la riserva aurea smise di essere il parametro per le finanze di un Paese. Finì l'età dell'oro. Gli effetti sociali dell'austerity furono traumatici ma non tutti malefici. Entrammo nell'epoca del risparmio energetico, la benzina triplicò i prezzi nel giro di pochi mesi, i limiti di velocità frenarono la corsa, calò l'oscurità per le strade di notte per non sprecare l'elettricità, ci fu un limite di tempo e di temperatura anche per i termosifoni. L'oscurantismo colpì soprattutto l'aspetto ludico: i locali pubblici chiudevano prima, concerti e veglioni non potevano inoltrarsi nella notte, le sale del cinema anticiparono gli ultimi spettacoli, persino la tv chiudeva prima delle ventitrè... E poi le domeniche a piedi o in bicicletta, la prima vera crisi dell'auto e dei consumi, i primi elogi della lentezza e del km0...
Fu curioso e paradossale l'effetto che produsse da noi la crisi petrolifera: anziché attivare l'investimento sulle fonti energetiche alternative al petrolio, a cominciare dal nucleare, produsse una forte sensibilità ecologista che di fatto paralizzò la ricerca e le centrali. Poi arrivò la mazzata di Cernobyl a dare l'estrema unzione al piano energetico del nostro Paese. Restammo come don Chisciotte, con i mulini a vento, fuori dalla realtà. E dipendenti dall'estero.
Il terreno dell'austerity era stato culturalmente preparato da alcuni sensori. Da noi per esempio ci furono le denunce di un gruppo di scienziati, il club di Roma guidato da Aurelio Peccei, che l'anno prima alla crisi energetica pubblicò I limiti dello sviluppo, un libro che riprendeva, forse senza saperlo, certo senza citarlo, un discorso di quarant'anni prima del Duce contro l'utopia dello sviluppo e dei consumi illimitati. Risale a quegli anni anche il libro apocalittico di successo del futurologo Roberto Vacca, Medioevo prossimo venturo. Il mito dell'austerity precorse l'odierna «decrescita felice» o «l'abbondanza frugale».
La cultura hippie, i figli dei fiori e le comunità alternative prima del '68 furono le avanguardie di questo movimento antimoderno. Sul versante tradizionalista riprendeva fiato la cultura antimoderna di Julius Evola, Renè Guénon, Marcel de Corte e molti autori pubblicati dalla Rusconi diretta da Alfredo Cattabiani.
Tramontava sull'onda nera del petrolio, il modello consumista ma anche il modello industrialista dei regimi d'ispirazione marxista e leninista. La convinzione cioè che il comunismo fosse «socialismo più elettrificazione»,.... C

http://www.ilgiornale.it/news/cultura/dallausterit-decrescita-ecco-i-miti-tristi-sinistra-952436.html  by MARCELLO VENEZIANI

venerdì 4 ottobre 2013

Matteo Renzi, eNews, verso la nuova Leopolda

Matteo Renzi TitoloNazionale

1. Difficile scrivere quando hai negli occhi le immagini di quello che è accaduto a Lampedusa. Ne parliamo solo quando ci sono stragi o se ci va Papa Francesco. La mia amica Cristiana Alicata ha pubblicato questo pensiero che trovate qui. Riempiamo di lacrime le nostre coscienze. Ma diciamo la verità, poi è comodo far finta di niente. A chi oggi mi ha detto: Vai a Lampedusa, rispondo dicendo che lì oggi servono le bare - come ha spiegato il sindaco Giusi Nicolini - non le lacrime del giorno dopo. La vera sfida non è solo piangere oggi per Lampedusa, la vera sfida è non dimenticarsene domani. E allora siamo seri. Bene ha fatto il governo a proclamare il lutto nazionale. Si cancelli la Legge Bossi-Fini sull'immigrazione clandestina. Si assicurino alle patrie galere gli scafisti di morte. Si spieghi ai tecnocrati di Bruxelles che Lampedusa è Europa. Lampedusa è solo casualmente la costa dove si infrange una lunghissimo viaggio. Lampedusa è anche Firenze, è l'Italia, è l'Europa. E l'Europa non può essere solo il rigido formalismo degli accordi economici, ma deve coordinare anche una politica unitaria di accoglienza. Altrimenti abbasseremo lo spread, forse. Ma sotto lo spread resterà anche la nostra dignità.

2. Il Governo ha superato la crisi che un'allucinante decisione dei parlamentari e dei ministri del PDL aveva aperto. Oggi leggiamo di commentatori e politici che considerano storiche le ore appena vissute perché segnano la sconfitta interna di Berlusconi. Esiste - ha spiegato il premier Letta - una maggioranza politica che è politicamente più solida della maggioranza numerica. Nel mio piccolo ho dissipato ogni dubbio andando a incontrare il Presidente del Consiglio prima del voto di fiducia, esplicitando in modo chiaro che prima di qualsiasi ambizione personale - vera o presunta che sia - viene l'interesse dell'Italia. Posso dunque chiedere con ancora maggiore convinzione al Governo di fare quello che gli italiani si aspettano: voltare pagina, finalmente. Un incisivo progetto di riforma del Paese che ci consenta di tornare a crescere. Lo dobbiamo a tutti i nostri concittadini, in particolar modo a quel 40,1% di ragazze e ragazzi che cercano lavoro senza trovarlo, percentuale mai così alta nel dopoguerra. E a quei disoccupati che hanno toccato il 12,2%, cifra record da più di trent'anni, quasi il doppio di sei anni fa. Queste storie, queste persone, le loro famiglie chiedono che la politica faccia concretamente la sua parte. Venuto meno il ruolo determinante di Berlusconi, il Governo oggi ha una possibilità in più. Noi facciamo il tifo e diamo una mano perché la sfrutti, per l'Italia e per gli italiani.

3. Il Partito Democratico celebrerà le primarie, l'8 dicembre. Saranno primarie libere e aperte, per tutti. Non ci sarà obbligo di preregistrazione, non sarà necessario portare le analisi del sangue, non ci saranno i vincoli che peraltro non ci sono mai stati in tutta la storia delle primarie, tranne lo scorso anno. Bene! Possiamo farcela. Chi vuole iscriversi al PD potrà invece partecipare anche alla fase congressuale precedente (convenzione nazionale, congressi comunali e provinciali) e ovviamente porte aperte. Per chi vuole maggiori informazioni, vi prego di scrivermi a matteo@matteorenzi.it o di aspettare la prossima enews. Le primarie dell'8 dicembre e il congresso prima saranno occasioni importanti per il PD e per l'Italia. Per capire come vogliamo cambiare l'Italia. Per questo oltre al vostro voto, ho bisogno delle vostre idee, del vostro coraggio, delle vostre proposte. Vi prego dunque di farvi sentire, anche per aiutare me e gli amici che sosterranno la candidatura a trovare le proposte più adatte: conto molto sull'aiuto del popolo delle enews, ormai ci conosciamo. Qual è, secondo voi, la priorità oggi per l'Italia? Cosa vi aspettate dal PD? Quale singola proposta vi sembra più urgente per rimettere in moto la speranza nella politica, dopo tutti i teatrini squallidi di questo periodo? Scrivete, vi leggo: matteo@matteorenzi.it


Firenze

Grazie per i vostri commenti sulla città, mi sono stati preziosi.

I. Vi chiedo di partecipare - se volete - alla discussione sul futuro di Firenze che è aperta sul sito del Comune a proposito dei 100 luoghi che stanno cambiando la città. Un'operazione di partecipazione democratica che prosegue da quattro anni. Ci si accede da questo link 100luoghi.comune.fi.it. Grazie per la vostra collaborazione: libertà è partecipazione.

II. Se non sapete cosa fare di meglio qui c'è il video dell'intervento in consiglio comunale come bilancio a proposito dei mondiali di ciclismo. Graditi, come sempre, i commenti: sindaco@comune.fi.it

III. Un Teatro è il luogo della magia, la casa della speranza. Chiusa l'ETI, volevano chiudere la Pergola, magari per occuparla e farla diventare un bene comune come altrove. Con tutto il rispetto che si deve a chi ha fatto altre scelte io dico che oggi il Teatro della Pergola è un bene comune, che produce cultura, dunque bellezza. Oggi abbiamo inaugurato la libreria, la nuova pavimentazione della sala, altri spazi. Seguiranno lavori per circa quattro milioni di euro. Perché questa amministrazione sulla cultura investe. E il bene comune è quando un teatro è per tutti, non solo per qualcuno.

IV. C'è un asilo nido in più a Firenze. È al Palazzo di Giustizia, il primo in una struttura giudiziaria. Ne siamo fieri. (qui la notizia). Mi prendono in giro per questa fissazione degli asili nido. Ma il futuro passa di qui.

V. Ci sono 52 alloggi popolari in più a Firenze. In via del Pesciolino, periferia nord della città. I prossimi a Pontignale. In attesa che il Governo sblocchi i grandi contenitori dismessi, a partire dalla caserma dei Lupi di Toscana che da sola risolverebbe larga parte dell'emergenza abitativa della nostra città. Perché, perché, perché dobbiamo avere spazi pubblici vuoti e abbandonati con la fame di case che c'è in questo periodo? Continuiamo a chiederlo, ma nel frattempo facciamo cose concrete.

Pensierino della sera. Prima il PDL al Senato, poi i leghisti e il Movimento 5 Stelle hanno attaccato duramente, alla Camera dei Deputati, Firenze e il suo sindaco perché nel decreto cultura voluto dal ministro Bray ci sono dei provvedimenti per la nostra città. In particolar modo hanno suscitato scandalo gli 8 milioni di euro per completare il progetto Grandi Uffizi (ne mancano ancora 30, peraltro) e l'intervento su tredici fondazioni lirico-sinfoniche, tra cui il Maggio Musicale. Ora, è possibile trovare qualcuno - anche tra i destinatari della newsletter - che avendo votato Grillo o Berlusconi o Lega spieghi ai propri rappresentanti in Parlamento che stiamo parlando degli Uffizi, non di casa Renzi? Considerare il finanziamento del più visitato museo italiano una marchetta al sindaco di Firenze dimostra un'incredibile, allucinante, meschina mediocrità. Pago il biglietto io di tasca mia ai parlamentari di quei partiti che hanno fatto polemica su questo stanziamento: facciamo loro vedere gli Uffizi dove probabilmente non sono mai stati. E chissà che la bellezza non li colpisca al cuore. E, magari, li faccia persino rinsavire. Come? Chiedo troppo, dite?

Un sorriso,
Matteo

P.S. Segnatevi la data in agenda. Dal 25 al 27 ottobre è di nuovo Leopolda... Ne parliamo la settimana prossima. 

Riccardo Campa e la filosofia futurista


Spenti ormai da tempo i riflettori sul centenario futurista, ridimensionati più recentemente vari tentativi più o meno goffi o genuini di diretto aggancio politico ad un’eredità marinettiana poco conosciuta ed ancora meno fatta davvero propria nei suoi reali contenuti e nel suo spirito prometeico, il momento è propizio per ripensare quest’ultima non nella chiave del folclore, della storicizzazione o della strumentalizzazione, ma dell’ispirazione profonda che questa tuttora può offrire come radicale alternativa al nuovo secolo, quello in cui la propaganda irenica ed autocelebratoria del sistema occidentale ed umanista si scontrano con la realtà di una decadenza brutale e dell’infinita moltiplicazione delle crisi. E’ con soddisfazione perciò che abbiamo oggi l’occasione di stringere finalmente tra le mani il Trattato di filosofia futurista (Avanguardia 21 Edizioni, 2012) di Riccardo Campa, un agile volumetto (malgrado il titolo forse ironicamente pomposo si tratta di un paio di centinaia di pagine) che c’è voluto un secolo e ancora qualche anno per  scrivere, malgrado i documenti, le informazioni e le chiavi per intenderli siano rimasti accessibili a chiunque per tutto questo periodo.
L’autore infatti è bensì un “filosofo” lui stesso, di notoria tendenza transumanista, ed in particolare di quel tipo di transumanismo che – come nel mio caso, in quello di Roberto Guerra o di Antonio Saccoccio – non fa mistero di ritenersi un’estensione diretta del futurismo storico. Ma, al contrario del quinto volume della collana Divenire. Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano parimenti curato da Campa per la Sestante, non è qui questione di esporre teorie, analisi critiche, aggiornamenti o declinazioni personali di una proposta futurista per l’avvenire. Si tratta invece di una ricostruzione agile, penetrante, ma di rigore perfettamente accademico, di ciò che il futurismo storico è effettivamente stato, e più precisamente non della sua cronaca o delle sue opere o dei suoi esponenti o della sua evoluzione nel tempo, ma della filosofia che ha, in gran parte implicitamente, espresso.
In gran parte implicitamente, certo, come non può che essere per un movimento che, oltre a nascere come intuizione poetica ed artistica, si ispira  dichiaratamente ad una visione del mondo anti-intellettualistica e “anti-filosofica”, nel senso che la parola “filosofia” è venuta gradualmente ad assumere nei duemila anni di ciò che Heidegger chiama la “metafisica europea”.
Ma proprio per questo il libro di Campa, come provocazione nella provocazione, sceglie di utilizzare gli strumenti, le categorie, i metodi consueti della disciplina accettando la sfida di classificare e ricostruire una dopo l’altra una compiuta dottrina futurista in campo ontologico, etico, estetico, politico, epistemologico, storico, antropologico, sociale, che viene a disegnare un sistema non meno articolato e coerente di quelli che i manuali di liceo ci propongono, spesso con più di una forzatura e molte semplificazioni, per le correnti e i capiscuola tradizionali della filosofia come campo di studio. E un sistema di sorprendente profondità, radicalità e attualità, capace di spezzare allora per l’oggi la cappa del luogo comune in cui si agita lo stanco dibattito su “questioni fondamentali” che paiono non saper ricevere più altre risposte che quelle del secolo precedente al futurismo stesso...C
http://www.mirorenzaglia.org/2013/03/riccardo-campa-trattato-di-filosofia-futurista/
 
STEFANO VAJ
 

La moda etno-art futuribile

Regine d’etno-art vestite McQueenRegine d’etno-art vestite McQueen

Futurismo geometrico, citazioni a Piet Mondrian e Pablo Picasso e un gusto d’Africa per le regine cyborg immaginate da Sarah Burton.

di Giampietro Baudo (Parigi)

 

L’arte futuribile degli anni 20 e un certo profumo d’Africa. Piet Mondrian e Pablo Picasso nel loro periodo geometrico e un’attitude etnico-grafica di colori e collage geometrici rubati a qualche cultura primitiva. Il crash estetico di Sarah Burton per Alexander McQueen si muove leggero su una passerella di sabbia colorata, ordinatamente chiamata a comporre un collage di quadri bianco-rosso-nero, come la scatola di un maquillage raffinato. Issate su scarpe scultura, dalle geometriche ali di madreperla e dagli innesti di plastica, si muovo regine d’Africa. Con il volto naturale e i capelli protetti da un’elmetto-cloche in metallo anticato. Sono divinità cyborg-primitive, che affollano una giungla digitale. Sono amazzoni guerriere, vestite di grafismi tattoo e geometrici, intagliati nel rosso di gonne a ruota e leggings. Sono sacerdotesse virginali nei loro baby-boll dagli elementi op. Sono imperatrici sontuose ammantate di gonnelle dai piumaggi colorate. Sono sciamane severe nelle loro tuniche dai reticoli scolpiti. Sfoggiano corsetti intagliati di perline, mosaici geometrici di pelle esotica, plissé istoriati di colore, gonnelle dalle frangiature sottili e abiti decorati da tappeti di microperline. Su tutto le grafiche, in un remixing culturale di antico e moderno, tra Africa e Vecchia Europa. Perché l’arte futurisma dell’inizio del secolo scorso si sposta con le geometrie astratte, e dall’intensità violenta, della tradizione Masai e Ndebele.....C

http://www.mffashion.com/it/archivio/2013/10/03/regine-d-etno-art-vestite-mcqueen

Destra x Milano- Lampedusa: la strage degli innocenti... Pregare, aiutare, riflettere, agire!

 


 

Piangiamo e preghiamo per le centinaia di disperati migranti (uomini, donne e bambini) morti nelle acque delMediterraneo, gettati in mare da infami schiavisti senza scrupoli. Ringraziamo le nostre Forze Armate e dell’Ordine, i Volontari (in prima filaquelli dell’Ordine di Malta), i marinai e i pescatori, tutto il popolo di Lampedusa, per come stanno affrontando questa tragica emergenzaumanitaria.
La colpa di questa immigrazione epocale è del mondialismo, ovvero: dello sfruttamento economico dell’Africa da partedelle multinazionali e dell’alta finanza, del sostegno a regimi dittatoriali incapaci e corrotti, del crescente estremismo e terrorismoislamico, delle primavere arabe (in Libia come in Siria) e degli interventi “democratici” militari USA che hanno solo aggravato lasituazione di instabilità politica e sociale, e, infine, della completa assenza di questa Europa dei banchieri e dei burocrati che pensa solo atutelare i “poteri forti”.
Ma il vero problema storico è stata la decolonizzazione forzata dell’Africa, conl’Europa che ha abbandonato quei popoli a se stessi. Nazioni arabe ed africane, frettolosamente, disegnate da “squadra e compasso”(in senso sia geografico che massonico) dove non si è minimamente tenuto conto delle stratificate e millenarie differenze etniche, religiose etribali e della atavica, quanto oggettiva ed evidente, incapacità di questi popoli di organizzarsi, governarsi e sfruttare la loro terra che,è giusto ribadirlo, è ricchissima di risorse naturali e materie prime.
Per essere ancor più chiari (anche se“politicamente scorretti”): l’Italia e l’Europa non sono terre di immigrazione ma Civiltà di colonizzatori. I popoliafricani stavano sicuramente meglio (se volente meno peggio) sotto i regimi coloniali europei. Non dovrebbero essere, quindi, gli immigrati disperatiad “invadere” la nostra patria ma dovremmo essere noi ad andare (tornare) da loro, portando non solo aiuti umanitari e materiali (soldiche finiscono quasi sempre per arricchire pochi ras locali), ma cultura, istruzione e lavoro, ordine e disciplina, per renderli realmente consapevolie finalmente autonomi ma ci vorranno decenni.
Intanto, è giusto, doveroso e sacrosanto piangere, pregare e salvare chi sta annegando nel“Mare Nostrum” ma: non facciamoci fregare da chi, approfittando di questa emergenza, strumentalizzandola politicamente, vuole minare,ancor di più la nostra sicurezza e la nostra identità di popolo e di nazione, spalancando le porte all’immigrazione extra-europeae regalando la nostra cittadinanza a degli “sconosciuti” che non appartengono alla nostra storia, alla nostra cultura ed alla nostraciviltà bianca, latino-germanica e cristiana.

Noi amiamo il nostro prossimo ma anche la giustizia e la verità!

Comitato DESTRA PER MILANO per l’Europa dei Popoli

http://destrapermilano.blogspot.it/
https://www.facebook.com/DestraPerMilano

 
 
 

Nel ferrarese nuove scoperte sull'età de l bronzo

Pilastri di Bondeno.

C’era una volta un “tesoro” nascosto sotto una scuola. Inizia così una storia che parla di Pilastri di Bondeno e di un sito archeologico su puntare i riflettori: un modo per riaccendere la memoria collettiva e presentare una nuova indagine storico-archeologica.

Sabato 5 ottobre, a partire dalle 9.30, verranno spalancate le porte della “Terramara” di Pilastri presso la Palestra Comunale, in via Guido Reni 30, per presentare uno scavo che inizierà tra pochi giorni grazie al sostegno finanziario ed organizzativo del Comune di Bondeno e sotto la direzione scientifica e il coordinamento didattico della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna. L’iniziativa vede l’adesione di numerosi altri soggetti tra i quali le tante associazioni di volontariato operanti sul territorio e i Gruppi Archeologici di Bondeno e di Ferrara. Di fondamentale importanza è anche il dialogo con la scuola primaria di Pilastri, la cui riedificazione dopo il sisma ha consentito di mettere in luce lo scorso anno un lembo di quelle antiche vestigia che gli alunni stessi chiamano “tesoro”.

Dopo il saluto del sindaco Alan Fabbri e delle altre autorità, gli alunni della scuola introdurranno il progetto “Memoria e terremoto” e a seguire Valentino Nizzo, archeologo della Soprintendenza, illustrerà il sito della Terramara e la campagna di scavo che sta per iniziare, evidenziandone obiettivi e prospettive. L’incontro terminerà con l’intervento di Cristiana Zanasi, coordinatrice del Parco archeologico e del Museo all’aperto della terramara di Montale nel modenese, che parlerà della straordinaria esperienza di valorizzazione del parco di Montale. All’evento parteciperanno anche i partners organizzativi del progetto (Gab e Gaf) e, in qualche modo, anche i nostri lontanissimi antenati in carne e ossa: l’età del Bronzo tornerà infatti a rivivere grazie a una performance rievocativa di “Living History”, proposta dalla “Moroeventi”.

Allo scavo, che inizierà il 7 ottobre per concludersi dopo un mese circa, parteciperanno anche alcuni studenti del dipartimento di Studi umanistici dell’Università di Ferrara cui è stata data un’ulteriore occasione per fare esperienza diretta di scavo, laboratorio, redazione della documentazione e restauro di prima urgenza sui materiali rinvenuti....C

 

Riccardo Campa e la filosofia futurista


Spenti ormai da tempo i riflettori sul centenario futurista, ridimensionati più recentemente vari tentativi più o meno goffi o genuini di diretto aggancio politico ad un'eredità marinettiana poco conosciuta ed ancora meno fatta davvero propria nei suoi reali contenuti e nel suo spirito prometeico, il momento è propizio per ripensare quest'ultima non nella chiave del folclore, della storicizzazione o della strumentalizzazione, ma dell'ispirazione profonda che questa tuttora può offrire come radicale alternativa al nuovo secolo, quello in cui la propaganda irenica ed autocelebratoria del sistema occidentale ed umanista si scontrano con la realtà di una decadenza brutale e dell'infinita moltiplicazione delle crisi. E' con soddisfazione perciò che abbiamo oggi l'occasione di stringere finalmente tra le mani il Trattato di filosofia futurista (Avanguardia 21 Edizioni, 2012) di Riccardo Campa, un agile volumetto (malgrado il titolo forse ironicamente pomposo si tratta di un paio di centinaia di pagine) che c'è voluto un secolo e ancora qualche anno per  scrivere, malgrado i documenti, le informazioni e le chiavi per intenderli siano rimasti accessibili a chiunque per tutto questo periodo.
L'autore infatti è bensì un "filosofo" lui stesso, di notoria tendenza transumanista, ed in particolare di quel tipo di transumanismo che – come nel mio caso, in quello di Roberto Guerra o di Antonio Saccoccio – non fa mistero di ritenersi un'estensione diretta del futurismo storico. Ma, al contrario del quinto volume della collana Divenire. Rassegna di studi interdisciplinari sulla tecnica e il postumano parimenti curato da Campa per la Sestante, non è qui questione di esporre teorie, analisi critiche, aggiornamenti o declinazioni personali di una proposta futurista per l'avvenire. Si tratta invece di una ricostruzione agile, penetrante, ma di rigore perfettamente accademico, di ciò che il futurismo storico è effettivamente stato, e più precisamente non della sua cronaca o delle sue opere o dei suoi esponenti o della sua evoluzione nel tempo, ma della filosofia che ha, in gran parte implicitamente, espresso.
In gran parte implicitamente, certo, come non può che essere per un movimento che, oltre a nascere come intuizione poetica ed artistica, si ispira  dichiaratamente ad una visione del mondo anti-intellettualistica e "anti-filosofica", nel senso che la parola "filosofia" è venuta gradualmente ad assumere nei duemila anni di ciò che Heidegger chiama la "metafisica europea".
Ma proprio per questo il libro di Campa, come provocazione nella provocazione, sceglie di utilizzare gli strumenti, le categorie, i metodi consueti della disciplina accettando la sfida di classificare e ricostruire una dopo l'altra una compiuta dottrina futurista in campo ontologico, etico, estetico, politico, epistemologico, storico, antropologico, sociale, che viene a disegnare un sistema non meno articolato e coerente di quelli che i manuali di liceo ci propongono, spesso con più di una forzatura e molte semplificazioni, per le correnti e i capiscuola tradizionali della filosofia come campo di studio. E un sistema di sorprendente profondità, radicalità e attualità, capace di spezzare allora per l'oggi la cappa del luogo comune in cui si agita lo stanco dibattito su "questioni fondamentali" che paiono non saper ricevere più altre risposte che quelle del secolo precedente al futurismo stesso...C
http://www.mirorenzaglia.org/2013/03/riccardo-campa-trattato-di-filosofia-futurista/
 

La moda etno-art futuribile

Regine d'etno-art vestite McQueenRegine d'etno-art vestite McQueen

Futurismo geometrico, citazioni a Piet Mondrian e Pablo Picasso e un gusto d'Africa per le regine cyborg immaginate da Sarah Burton.
di Giampietro Baudo (Parigi)

L'arte futuribile degli anni 20 e un certo profumo d'Africa. Piet Mondrian e Pablo Picasso nel loro periodo geometrico e un'attitude etnico-grafica di colori e collage geometrici rubati a qualche cultura primitiva. Il crash estetico di Sarah Burton per Alexander McQueen si muove leggero su una passerella di sabbia colorata, ordinatamente chiamata a comporre un collage di quadri bianco-rosso-nero, come la scatola di un maquillage raffinato. Issate su scarpe scultura, dalle geometriche ali di madreperla e dagli innesti di plastica, si muovo regine d'Africa. Con il volto naturale e i capelli protetti da un'elmetto-cloche in metallo anticato. Sono divinità cyborg-primitive, che affollano una giungla digitale. Sono amazzoni guerriere, vestite di grafismi tattoo e geometrici, intagliati nel rosso di gonne a ruota e leggings. Sono sacerdotesse virginali nei loro baby-boll dagli elementi op. Sono imperatrici sontuose ammantate di gonnelle dai piumaggi colorate. Sono sciamane severe nelle loro tuniche dai reticoli scolpiti. Sfoggiano corsetti intagliati di perline, mosaici geometrici di pelle esotica, plissé istoriati di colore, gonnelle dalle frangiature sottili e abiti decorati da tappeti di microperline. Su tutto le grafiche, in un remixing culturale di antico e moderno, tra Africa e Vecchia Europa. Perché l'arte futurisma dell'inizio del secolo scorso si sposta con le geometrie astratte, e dall'intensità violenta, della tradizione Masai e Ndebele.....C
 

giovedì 3 ottobre 2013

Parlamento alla Orwell...Boldrini e Kyenge istigazione al reato d'immigrazione clandestina?

 

 
*STRATEGIA DELLA TENSIONE-IMMIGRAZIONE? O TRAGEDIA ANNUNCIATA?
 
Lampedusa: Lega choc, "Boldrini-Kyenge" hanno i morti sulla coscienza
 
....."La responsabilita' morale della strage che sta avvenendo nelle acque di Lampedusa e' tutta della coppia Boldrini-Kyenge", dichiara Gianluca Pini, vicepresidente del Carroccio a Montecitorio. "Continuando a diffondere senza filtri messaggi di accoglienza si otterra' la sola conseguenza di mietere piu' vittime di una guerra. Tanto la Boldrini quanto la Kyenge hanno sulla coscienza tutti i clandestini morti in questi ultimi mesi", ha aggiunto. .
 
http://www.agi.it/cronaca/notizie/201310031248-cro-rt10156-lampedusa_il_grido_del_papa_vergogna_e_la_lega_specula
 
*nota di Marco Cremonini, Como/Neuchâtel  ... Lega delirante o questione più complessa?  I messaggi umanitari senza senza se e senza ma del duo Boldrini-Kienge, davvero innocui nei suoi effetti sociali  o circo del coccodrillo di una classe politica indegna ormai del XXI secolo?  E' ammissibile, nell'attuale crisi italiana e epocale, soltanto dopo oltre 10 anni esigere una Europa più attenta e concreta per la particolare geopolitica italiana, unica nell'UE, a parte Spagna e Grecia che tuttavia hanno politiche da un pezzo opposte quasi al buonismo ingenuo almeno preteso per l'Italia e condiviso da sempre dal PD?
Certamente una tragedia annunciata, quando lo stesso Napolitano implora quasi di controllare tassativamente  le coste, ma quali, quelle italiane o quelle di partenza?
Sconcertante poi questa tragedia coincidenza, all'indomani della cloaca parlamentare messa in scena ieri per salvare il Governo simulacro Letta-Alfano...
Molti morti certo, ma quasi silenzio invece sui massacri -e questi intenzionali- in certa arabian zone Death per i Cristiani...  Molti bambini, certo, ma contemporaneamente ne son deceduti  altrettanto se non di più in certe aree storiche dell'Africa...
Con le frontiere aperte, ecc., contro la mai applicata legge Bossi...  la soluzione sarebbe probabilmente un altrettanto simulacro...

Ferrara biotech

 

 

Biotecnologie e frontiere della medicina

 

 

Si è concluso lo scorso 19 9...  il 57° Congresso Nazionale della Società Italiana di Biochimica e Biologia Molecolare,

presso il Polo Chimico Bio Medico di Ferrara.

L’incontro, a cui hanno partecipato numerosi ricercatori italiani e stranieri, è stato presieduto

 dal prof Francesco Bernardi, Pro Rettore dell’Università di Ferrara,

che ci ha raccontato i particolari del meeting nel VIDEO. 

 

***VIDEO 2

 

 

 

Alessandro Passerini equipe...al Talent Prize '13

I Will Follow        VOTA!!!!   vedi link

Il progetto Piccole Opere Umane si genera dalla riflessione sul tema del sacro, che non richiama ad alcun credo religioso, ma apre riflessioni e propone possibili sguardi e letture del corpo nel suo muoversi e nel rapporto con l'ambiente. Il progetto mira alla realizzazione di un luogo performativo in cui il pubblico possa sentirsi parte del tutto e dove siano concepiti come opere d'arte gli stessi esseri umani, da osservare, cogliere e sentire.

In contrapposizione all'atteggiamento sensazionalista, che caratterizza spesso le proposte artistiche contemporanee, ci si domanda se sia ancora possibile fermarsi ad osservare un corpo nella sua attività o inattività, coglierne la bellezza.
Dove sta la bellezza.... C

L'Internazionale Festival a Ferrara

di Federica Pezzoli  by ESTENSE COM

Dopo la presentazione capitolina, ora Internazionale si presenta a Ferrara. E lo fa annunciando la settima edizione del Festival, che combacia con i vent’anni del settimanale.

“Una coincidenza che abbiamo cercato di sottolineare in diversi modi”, ha spiegato Chiara Nielsen, vicedirettore di Internazionale e direttore del Festival.

Prima di tutto aumentando i giorni della manifestazione con l’anteprima di giovedì 3 al Cinema Boldini, che vedrà la presentazione di La jaula de oro di Diego Quemada-Díez (ore 18.30) e di La mia classe di Daniele Gaglianone (ore 21.30): “entrambi esempi di quel cinema d’autore spesso penalizzato dalla distribuzione e a cui noi invece vogliamo dare risalto”. Un altro strumento di “autocelebrazione”, ha scherzato Nielsen, saranno gli incontri “In redazione” o “How to”, durante i quali i redattori di Internazionale spiegheranno al pubblico come si forma la rivista, sia nella forma sia nei contenuti: ad esempio “Europa. Come tenersi informati senza parlare venti lingue” (il 4 ottobre alle 15 in Piazza Municipale) o “Informazione. Come raccontare l’attualità sulla carta nell’era di Internet” (il  5 ottobre alle 14 al Museo del Risorgimento). Infine “ quella che vorremmo fosse una celebrazione collettiva” con i dj set di sabato 5 dalle 23 in piazza Castello e piazza Municipale, la musica d’autore al Chiostro di San Paolo e le installazioni “Un mondo di luci”: le proiezioni del fotografo francese Clément Briend che nelle serate del 4 e del 5, a partire dalle 21, illumineranno le facciate del centro storico di Ferrara con pagine storiche del settimanale.

Tema portante di quest’anno saranno i diritti, declinato in più modi possibili: dai diritti delle donne, sempre più calpestati in ogni parte del mondo, ai diritti rivendicati attraverso la mobilitazione on-line, dal diritto di espressione a quello di essere informati, imprescindibile in un festival di giornalismo e di giornalisti, fino ad arrivare ai diritti civili. Il tutto senza dimenticare la crisi economica e le transizioni che stanno vivendo paesi come la Birmania, il Venezuela e la Siria.

Tanti gli appuntamenti dedicati alle violenze contro le donne e a quelle donne che contro queste violazioni si sono ribellate, a partire dal Premio giornalistico Anna Politkovskaja,  conferito quest’anno alla giornalista radiofonica congolese Chouchou Namegabe che “per prima e praticamente da sola”, ha sottolineato Chiara Nielsen, si è occupata dello stupro come arma di guerra nella Repubblica Democratica del Congo e per questo è stata più volte minacciata di morte. E poi “La guerra contro le donne”, moderato da Riccardo Iacona, con Urvashi Butalia, indiana, Mona Eltahawy, egiziana, Rebecca Solnit, statunitense, e la stessa Chouchou Namegabe, per offrire una visione di quella che è oramai un’emergenza globale (4 ottobre, ore 16 al Teatro Comunale). Mentre, tra gli incontri serali, un reading tutto al femminile: Serena Dandini, le attrici Lella Costa, Orsetta De Rossi, Giorgia Cardacie, Rita Pelusio, insieme a Daria Bignardi, Urvashi Butalia, Mona Eltahawy, Chouchou Namegabe, Maye Primera, Igiaba Scego, Rebecca Solnit, Junko Terao, interpretano e leggono brani del libro della stessa Dandini Ferite a Morte (5 ottobre, ore 21.30 nel Cortile del Castello).

Per quanto riguarda la mobilitazione on-line, oltre agli incontri sul deficit di rappresentanza in Italia (a cui parteciperà anche il presidente del Senato Piero Grasso) e in Europa, da segnalare “Se l’impegno fa clic. Vizi e virtù dell’attivismo on-line” con rappresentanti di Greenpeace International e Change.org (domenica 6 ottobre, ore 11, cinema Apollo). Mentre alle nuove sfide e alle nuove censure per l’informazione nell’era di Internet è dedicato “Il prossimo scoop. La libertà di stampa dopo Wikileaks e il Datagate”, con Stephen Engelberg, Natalie Nougayrède (prima donna a dirigere Le Monde, il più importante quotidiano francese)e Giovanni De Mauro, che chiuderà il Festival domenica 6 alle 16.30 al Teatro Comunale.....C

http://www.estense.com/?p=332623

Biblioteca Gramsciana, Ales-Sardegna: ARTISTA IN (fr)AZIONE: Massimo Spiga

 
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 Labiblioteca Gramsciana in collaborazione con il bar Murroni e Nur s.n.c. a Zeppara (frazione di Ales) organizza un appuntamento artistico legato a quello che tra il 2012 e il 2013 si è svolto sempre presso il Bar murroni a Zeppara : IL QUADRO GRAMSCI IN F(R)AZIONE. Questo appuntamento si chiama "Artista IN (fr)AZIONE" ogni due mesi un artista esporrà 4 opere della sua produzione iniziando ad allestire alle 19,00 per poi al termine iniziare a lavorare su un'opera che abbia come argomento Antonio Gramsci, il tutto si concluderà alle 20,30 con la conclusione e l'allestimento di quest'ultima. Il primo artista in (fr)AZIONE Venerdì 11 Ottobre sarà Massimo Spiga. Le 4 opere in mostra avranno come oggetto LA VIOLENZA SULLE DONNE.
MASSIMO SPIGA.
Art director, grafico e illustratore. Ha lavorato per la ITF, la più grande industria profumiera italiana, gestendo diversi brand della moda, Dsquared2, Roberto Cavalli, Gai Mattiolo, Ferrè, Blumarine, ecc. Ha coofondato l'agenzia pubblicitaria Estro.com srl nel 2001 e l'agenzia pubblicitaria Estro Comunicazione nel 1992. Ha vinto qualche premio Mediastar: 1º premio Packagingstars nel 2001; Special Star nel 2001 per il graphic design, per l'illustrazione e per lo structural design; Special Star nel 2002 per il packaging; Special Star nel 2003 nel 2004 e nel 2005 per l'art direction. Ha vinto il primo premio per il marchio Ersat nel 1991 e il secondo premio del concorso nazionale per il marchio del Parco dell'Asinara nel 2002.Studi: diploma dell'Istituto Europeo di Design di Cagliari nel 1989, diploma dell'Istituto statale d'Arte di Oristano nel 1984. Ha vinto un premio al Concorso Biennale dell’Artigianato di Sassari nel 1986.Prima ancora, quando era bambino qualcuno gli diceva "da grande farai il pittore".
MOSTRE
- 2013, settembre - Il filo dell'identità: orbace Nivola e libertà - Masongiu, Marrubiu - 2013, agosto - Labyrinthus - Hotel il Duomo Oristano - 2013, aprile - Una cella per Gramsci - Villanova Truschedu. - 2013, aprile - Gramsci in fumo - Ales. - 2013, febbraio - Alla lavagna artisti - Villaverde. - 2012, settembre - In rilievo. Legno, inchiostro e carta. 20 incisioni xilografiche - Ales.  - 2012, settembre - Decrescita e condivisione. Laboratorio di terra cruda. - Masongiu, Marrubiu- 2012, aprile - Pinocchio Ospita Gramsci - Acquerelli e Quaderno degli schizzi Gramsciani. - Ales.- 2010, dicembre - Alla lavagna artisti - Villaverde. 
 
informazioni: bibliotecagrasciana@libero.it




















































































































































































































































































































































Intel e Arduino verso la scheda electro... Galileo

 
 
Intel strizza l'occhio ad Arduino, la scheda elettronica per la creazione di prototipi la cui programmazione avviene tramite software open source.
 
Lo scopo di questa partnership, come annunciato dal CEO Brian Krzanich, è la scheda Intel Galileo, primo tra i prodotti compatibili con Arduino e basato di Giuditta Mosca -

Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/nEYRM
 

Biblioteca Gramsciana, Ales-Sardegna: ARTISTA IN (fr)AZIONE: Massimo Spiga




La biblioteca Gramsciana in collaborazione con il bar Murroni e Nur s.n.c. a Zeppara (frazione di Ales) organizza un appuntamento artistico legato a quello che tra il 2012 e il 2013 si è svolto sempre presso il Bar murroni a Zeppara : IL QUADRO GRAMSCI IN F(R)AZIONE. Questo appuntamento si chiama "Artista IN (fr)AZIONE" ogni due mesi un artista esporrà 4 opere della sua produzione iniziando ad allestire alle 19,00 per poi al termine iniziare a lavorare su un'opera che abbia come argomento Antonio Gramsci, il tutto si concluderà alle 20,30 con la conclusione e l'allestimento di quest'ultima. Il primo artista in (fr)AZIONE Venerdì 11 Ottobre sarà Massimo Spiga. Le 4 opere in mostra avranno come oggetto LA VIOLENZA SULLE DONNE.
MASSIMO SPIGA.
Art director, grafico e illustratore. Ha lavorato per la ITF, la più grande industria profumiera italiana, gestendo diversi brand della moda, Dsquared2, Roberto Cavalli, Gai Mattiolo, Ferrè, Blumarine, ecc. Ha coofondato l'agenzia pubblicitaria Estro.com srl nel 2001 e l'agenzia pubblicitaria Estro Comunicazione nel 1992. Ha vinto qualche premio Mediastar: 1º premio Packagingstars nel 2001; Special Star nel 2001 per il graphic design, per l'illustrazione e per lo structural design; Special Star nel 2002 per il packaging; Special Star nel 2003 nel 2004 e nel 2005 per l'art direction. Ha vinto il primo premio per il marchio Ersat nel 1991 e il secondo premio del concorso nazionale per il marchio del Parco dell'Asinara nel 2002.Studi: diploma dell'Istituto Europeo di Design di Cagliari nel 1989, diploma dell'Istituto statale d'Arte di Oristano nel 1984. Ha vinto un premio al Concorso Biennale dell'Artigianato di Sassari nel 1986.Prima ancora, quando era bambino qualcuno gli diceva "da grande farai il pittore".
MOSTRE
- 2013, settembre - Il filo dell'identità: orbace Nivola e libertà - Masongiu, Marrubiu - 2013, agosto - Labyrinthus - Hotel il Duomo Oristano - 2013, aprile - Una cella per Gramsci - Villanova Truschedu. - 2013, aprile - Gramsci in fumo - Ales. - 2013, febbraio - Alla lavagna artisti - Villaverde. - 2012, settembre - In rilievo. Legno, inchiostro e carta. 20 incisioni xilografiche - Ales.  - 2012, settembre - Decrescita e condivisione. Laboratorio di terra cruda. - Masongiu, Marrubiu- 2012, aprile - Pinocchio Ospita Gramsci - Acquerelli e Quaderno degli schizzi Gramsciani. - Ales.- 2010, dicembre - Alla lavagna artisti - Villaverde. 

informazioni: bibliotecagrasciana@libero.it
 

mercoledì 2 ottobre 2013

Chicago alla ricerca del trasvolatore perduto (a Ferrara...)

 

Nel ricordo del padre Carlo, il “fratello d’Italia” Alberto Ferretti posta su Facebook la proposta della «intitolazione dell’aeroporto di Ferrara o, in alternativa, della via Aeroporto, al trasvolatore maresciallo dell’aria Italo Balbo». Un documentario dell’Aeronautica sul trasvolo atlantico, ricorda Ferretti, ha trionfato al Festival del film storico e militare di Varsavia.
http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/09/29/news/intitoliamo-l-aeroporto-a-italo-balbo-1.7835432
 
 

 

 

 

 

 

by ALBERTO FERRETTI 

 

 

 

da LA NUOVA FERRARA....(Gruppo Repubblica)
Ringrazio il giornalista Pradarelli per la sua attenzione alla mia bacheca facebook, ma, "nostalgia" nostalgia canaglia, Ferrara è una città morta e sepolta da 70 anni di monoregime rigorosame...nte rosso, oltre ad altre svariate sfumature ma sempre in tinta, e dovrebbe poter cogliere l'opportunità di dare lustro ad un suo grande concittadino, Italo Balbo per l'appunto, che tra gli altri riconoscimenti internazionali ha avuto anche la prestigiosa copertina del TIME (che viene attribuita solo ai più grandi personaggi esistenti), ha intitolate Strade e Piazze in tante città italiane e straniere, tra le altre Piazzale Italo Balbo all'Aeroporto di Roma Ciampino, e la prestigiosa Balbo Avenue, una delle più importanti e centrali strade di Chicago USA.
Ferrara, ed i ferraresi, dovrebbero capire che dare riconoscimento ai suoi illustri concittadini significa dare lustro alla città stessa, sia in termini di visibilità mediatica che turistica. La storia poi è l’unica delegata ad attribuire la valenza di un personaggio del passato e non la politica, altrimenti ad ogni cambio di regime dovrebbero essere re-intitolate tutte le strade e le piazze d'Italia.
E comunque, è importante aggiungere, per meglio comprendere il motivo della mia proposta, che il Primo Premio vinto dal lungometraggio dell'Aeronautica Italiana, al Festival Internazionale dell'Aeronautica in Polonia, celebratosi qualche giorno fa, è relativo alla "Più grande impresa aeronautica di tutti i tempi", e non ad un premietto di consolazione o alla carriera attribuito a qualche comico sinistroide, come vanno tanto di moda nell'italietta provincialoide odierna ed ancora obnubilata dalle ideologie del passato.
E siccome ci sono, allora voglio anche rilanciare la mia proposta: perché oltre ad intitolare l'aeroporto di Ferrara a Balbo non apriamo anche un museo al “Trasvolatore Altantico, Maresciallo dell’Aria Italo Balbo”? Magari nella sua vecchia abitazione di Quartesana (ora ex scuola abbandonata e pericolante), oppure nel palazzo dell’Aeronautica (ex sede del Ministero dell’Aviazione) sito in Viale Cavour? O qualcuno si vergogna anche di quello? Perché se così fosse dovremmo demolire metà città, dal Palazzo delle Poste (che in questi giorni stanno restaurando), all’Acquedotto, al Museo delle Scienze Naturali, al Conservatorio Frescobaldi, alla Scuola Alda Costa, al Palazzo ex “Statale 16”(ex Casa del Fascio), a Foro Boario, al Ponte dell’Impero (re-intitolato “Ponte della pace” dalla pavida amministrazione nostrana), tanto per fare qualche esempio monumentale… perché poi saremmo costretti, se così dovessimo procedere, a demolire interi quartieri residenziali e popolari, nonché le aree industriali edificate in quel ventennio, appunto metà Ferrara…
Quindi, nostalgia, nostalgia canaglia, si… ma da parte di chi? Mia o dei “Gendarmi della memoria” come li chiama Pansa…
 
 
 

Google salva gli umanisti

Anche se "globalizzazione" è la parola d'ordine del mondo moderno, c'è chi ogni giorno studia e lotta per difendere le proprie diversità culturali. Secondo un recente studio, sarebbero circa 3000 le lingue in via di estinzone, di cui quasi la metà ancora parlate in alcune zone della Terra. Google ha quindi deciso di intervenire, mettendo a disposizione di studiosi e volontari degli strumenti tecnici che permetteranno alle generazioni future di conoscere dialetti e linguaggi non più parlati.
Google
"Documentare, presentare ed analizzare le oltre 3000 lingue sull'orlo dell'estinzione è un passo importante per conservare e difendere la diversità culturale, onorare la conoscenza dei nostri nonni e dare potere ai giovani", ha spiegato Google. "La tecnologia può sostenere questi sforzi, aiutando gli utenti a registrare tracce audio/video in alta qualità degli anziani (spesso gli ultimi conoscitori dei dialetti), portando tutti nei social media per facilitare l'apprendimento delle lingue", ha aggiunto.
Il gruppo Internet ha dichiarato che intende trasferire la gestione del sito "in pochi mesi" ad un laboratorio universitario, l'Istituto per la Tecnologia e le Informazioni linguistiche dell'Università dell'Est Michigan, e il Consiglio culturale dei popoli. Il progetto ha beneficiato di finanziamenti elargiti da Google.org, il braccio filantropico di Mountain View, ed ha invitato altre organizzazione ad unirsi agli sforzi per inseguire ed ottenere un obiettivo comune.
http://notebookitalia.it/google-salva-3000-lingue-15040

SAVE THE DATE! The Scientist 2013, dall'11 al 13 ottobre a Ferrara

VII edizione di "The Scientist", festival internazionale di videoarte, dall'11 al 13 ottobre 2013 a Ferrara.

Venerdì 11 ottobre (9.30 - 13.30) intensa giornata di studi dedicata al tema “Il video in aula. Incroci tra videoarte e film di finzione”, presso lo IUSS di Ferrara, via Scienze 41/b. Ospiti d'eccezione Giacomo Porfiri di Alterazioni Video e Massimo Carozzi di ZimmerFrei, con accademici, critici ed esperti d'arte. Il workshop sarà moderato da Ada Patrizia Fiorillo, docente dell'Università di Ferrara.

Sabato 12 ottobre dalle 17.30 alla Porta degli Angeli (via Rampari di Belfiore 1) la proiezione dei video dell'Accademia di Brera, seguiti dall'importante sezione “Interferenze di videoarte”, uno speciale evento dedicato alla promozione dei giovani talenti italiani under35, facente parte del progetto “Dentro le mura”, promosso dal Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri - e da ANCI, Associazione nazionale Comuni italiani. Protagonisti della serata saranno “Intervallo siciliano” e “Per troppo amore”, le irrispettose e parodistiche opere realizzate dal collettivo Alterazioni Video. A seguire incontro con Giacomo Porfiri e aperitivo per tutti i presenti.

Domenica 13 ottobre ore 17.30, sempre alla Porta degli Angeli, si procederà con le collettive internazionali: "Poetry of Yearning", curata da Wilfried Agricola de Cologne, e la raccolta delle video-opere degli studenti dell'Accademia di Siviglia scelte da Dionisio Gonzàles. Successivamente, grazie alla collaborazione con il Magmart Festival di Napoli curato da Enrico Tomaselli, si avrà l’opportunità di vedere i particolari filmati del progetto internazionale “100x100=900”Per chiudere la tradizionale sezione internazionale del festival, “Video Digital Art”.

 Le opere di tutte le sezioni di "The Scientist" 2013 verranno riproposte in loop nei due weekend successivi (17.30 – 19.30) con finissage il 27 ottobre, in cui si assisterà al live media dei Frank Sinutre con Giovanni Tutti.

 

The Scientist Team 
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"The SCIENTIST - 7° edition"
International Videoart Festival
 
 
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