sabato 22 dicembre 2012
Paolo Melandri -Fare Poesia dopo Schiller
HItckock e il mistero del capolavoro "Gli Uccelli"
Futurismo 2012 : Intervista a Stefano Vaj e a Steve Jobs
Il Digitale rappresenta lo spirito dei tempi contemporanei?
Certo, e “dove il pericolo è più grande, là nasce ciò che salva” (Hölderlin). Il digitale rappresenta una grandissima potenzialità di massificazione e rimbecillimento e controllo sociale così anche come la vera chance di emancipazione e creatività che ci viene oggi offerta. Inoltre, ad esso strettamente connessa è ogni prospettiva di trasformazione postumana, e non solo per quello che riguarda la nostra possibile trasformazione in cyborgs (o almeno in fyborgs, “functional cyborgs”), ma anche per tutto ciò che concerne la rivoluzione biologica: il DNA stesso è intrinsecamente digitale, e solo attraverso elaboratori digitali siamo in grado di mapparlo o trasformarlo.
Cos’è il Transumanismo? Cosa ti ha avvicinato a tale movimento ? Perché può essere definito il futurismo contemporaneo?
Il transumanismo è al tempo stesso un punto di vista molto semplice, ed una galassia semiorganizzata di associazioni, autori, fondazioni, iniziative presenti soprattutto in Internet. Come tale, effettivamente costituisce uno dei due poli attorno cui ruota il cambio di paradigma che va sotto il nome di "rivoluzione biopolitica", l'altro essendo ovviamente quello che i transumanisti definiscono un po' spregiativamente "neoluddita" - anche se i rispettivi schieramenti sono tuttora in via di formazione, e restano in parte oscurati dalla importanza spesso predominante ancora attribuita ad appartenenze di altro tipo.
Ora, non solo credo risulti chiaro a chiunque conosca le mie idee che io mi situo decisamente nel campo transumanista, ma negli ultimi anni ho anche partecipato attivamente alla vita del transumanismo "organizzato", assumendo in particolare il ruolo di consigliere nazionale dell'Associazione Italiana Transumanisti, partecipando attivamente a forum internazionali e conferenze sull'argomento, etc.
D'altronde, il transumanismo in senso ampio, ridotto al suo “meme” centrale (per usare il concetto avanzato da Richard Dawkins in Il gene egoista con riguardo alle unità culturali fondamentali), significa semplicemente: è lecito e desiderabile utilizzare mezzi tecnoscientifici per impadronirsi del proprio destino e superare la condizione umana. In questo senso, il transumanismo rappresenta oggi al tempo stesso qualcosa di più e qualcosa di meno rispetto alle mie idee personali in materia biopolitica. Qualcosa di più, in quanto è composto da un arco di posizioni e provenienze molto variegato, che per quanto su un percorso di progressiva convergenza includono tuttora quelli che a mio avviso sono residui delle vecchie concezioni di matrice monoteista, benché per lo più in una forma radicalmente secolarizzata. Qualcosa di meno, in quanto appunto la mia visione delle sfide e delle trasformazioni radicali che incombono si inserisce in una opzione filosofica precisa, che per gran parte degli autori o delle correnti transumaniste è acquisita, anche nella migliore delle ipotesi, solo implicitamente.
Chiaramente, la mia opinione è che la versione "fondamentalista", futurista, socialista e postumanista che io propongo rappresenta in ultima analisi lo sbocco obbligato di qualsiasi transumanismo coerente. E, viceversa, che il rifiuto della decadenza, della fine della storia, dell'entropia culturale ed antropologica, in una parola della civilizzazione, che oggi vuole farsi eterna, dell'"ultimo uomo" di Nietzsche, della "tarda cultura" di Gehlen o dell'“oblio dell'essere” di Heidegger, non può che essere coniugato al futuro se non in un "nuovo inizio" di matrice transumanista. La tecnica moderna, con le sue capacità futuriste di introdurre mutazioni nel nostro ambiente e in noi stessi, è un Moloch che è stato risvegliato da duemila anni di repressione monoteista sull'inconscio europeo e di desacralizzazione del mondo, ma è anche qualcosa che è destinato a condurci o ad esiti probabilmente catrastrofici, o ad una rottura tanto radicale con il nostro passato recente quanto lo è stata la rivoluzione neolitica rispetto ai modi di vita precedenti.
Perché l’intellettuale italiano guarda il fantastico e la fantascienza con la puzza sotto al naso?
Per la verità, qualche volta fantastico e fantascienza... puzzano davvero. C'è un libro di Daniel Dinello, Technofobia!, secondo cui il messaggio fondamentale della fantascienza letteraria e cinematografica è esattamente l'antifuturismo, l’umanismo e la diffidenza per la tecnologia. Questo vale d'altronde per il “rassicurante” e “buonista” messaggio superficiale e ufficiale della maggior parte delle opere del genere (ma non di classici come Poul Anderson o Robert A. Heinlein, non di correnti contemporanee come il Connettivismo, non secondo me dello stesso cyber-punk).
In realtà, però, se si gratta appena appena la superficie del messaggio umanista della maggiorv parte della fantascienza, quasi tutti coloro che vanno a vedere Blade Runner tengono per i replicanti, e non perché vorrebbero estendere ad essi i “diritti dell'uomo”, ma perché si identificano nella figura tragica e postumana di Roy Batty, che muore lottando per superare le sue limitazioni e che, al contrario dell'umanità “naturale” che vive la sua vita brulicante, squallida ed insensata sulla terra, ha “visto cose che voi umani...”.
Ecco, credo sia questo aspetto eroico e faustiano, condiviso anche da molte opere in cui il protagonista brandisce una spada o una bacchetta magica anziché un laser, che può creare fastidio ad un intellettuale medio con sogni mediocri, e che crede il suo mestiere sia celebrare in modo pomposo e complicato rassegnazione e mediocrità.
Che rapporto esiste tra Post Moderno e Transumanismo? Il rifiuto dell’idea di morte e decadenza come motore del cambiamento della Storia e dell’Evoluzione li accomuna?
Tanto postmodernismo è esercizio accademico compiaciuto e sterile, e del peggiore (vedi la famosa burla di Sokal); e altre volte finisce per rinchiudersi in una political correctness e un moralismo ancora peggiore di quella modernisti. Ma molta cultura postmoderna si abbevera in fondo alle stesse fonti esistenzialiste, volontariste, superomiste del transumanismo, e soprattutto decostruisce magistralmente la pretesa reazionaria della cultura occidentale dominante di rappresentare una sorta di formulazione ultima di valori pretesamente universali ed eterni, un portato necessario ed insuperabile di un percorso storico provvidenziale.
Rispetto a questo, sì, almeno nella mia versione di transumanismo il rifiuto della stagnazione e della decadenza, e la coscienza del fatto che ciascun momento storico è il luogo di un possibile nuovo inizio, è davvero il motore della storia e della evoluzione. E ad esempio Jean-François Lyotard o Donna Haraway, per non citare che due “classici” della corrente, hanno ben chiaro che non stiamo parlando solo di evoluzione culturale.
Così, io faccio di tutto per favorire, anche come coanimatore con Riccardo Campa della collana Divenire. Rassegna di Studi Interdisciplinari sulla Tecnica e il Postumano, il confronto e l'incontro tra i post-umanisti con questo genere di background postmoderno e i postuman-isti di matrice più strettamente transumanista e/o futurista.....
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Iniziamo subito dalla questione Adobe e Flash Player per la quale Steve Jobs ha affermato:
“Abbiamo sempre cercato l’innovazione nella tecnologia, portando avanti soltanto quelle che reputiamo utili e che sicuramente avranno un futuro. La tecnologia si evolve continuamente e se riusciamo a scegliere saggiamente su cosa investire, alla lunga si risparmia tantissimo lavoro. Abbiamo sempre fatto tutto questo e continueremo a farlo. Per primi ci siamo sbarazzati del Floppy con il primo iMac, abbiamo poi eliminato porte seriali e parallele. Per primi abbiamo introdotto l’USB sul primo iMac, sbarazzandoci anche delle unità ottiche sui Macbook Air. Spesso siamo costretti a scegliere, e cerchiamo di fare sempre le scelte che reputiamo più giuste. Il Flash adesso ha fatto il suo tempo mentre è l’HTML5 il futuro. Abbiamo chiesto ad Adobe di mostrarci qualcosa di nuovo e di migliore ma non l’hanno mai fatto”.
C INTERVISTA COMPLETA
Vittorio Feltri: Finalmente LIBERI da Rigor Montis
Le liete notizie, quanto le cattive, non vengono mai sole. La prima è che Alessandro Sallusti ha ottenuto la grazia dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, quindi riconquista subito la libertà che una sentenza stravagante gli aveva ingiustamente tolto; la seconda è che Mario Monti ha annunciato formalmente le dimissioni e, mentre scriviamo, si accinge a salire al Colle per rassegnarle nelle mani del presidente della Repubblica.
Si chiude così una brutta esperienza tecnica durata oltre un anno e se ne apre una probabilmente peggiore. Il Professore ha strappato un egregio risultato, bisogna riconoscerlo: è diventato simpatico ad Angela Merkel e ai grigi personaggi della Ue, avendo ubbidito loro in tutto e per tutto. Per il resto, gli indicatori economici dimostrano che la sua gestione è stata fallimentare: il Pil è diminuito, i consumi pure, la produzione idem; in compenso, sono aumentate le tasse e - miracolo - il gettito complessivo è calato. L'unica eccellente riforma del governo è stata quella delle pensioni (con vent'anni di ritardo), firmata dal ministro Elsa Fornero che, non a caso, viene attaccata o schernita ogni giorno. Roba da matti: le persone serie fanno ridere gli sciocchi.
Quando nelle pubbliche discussioni (televisive, specialmente) si fa notare che i numeri sono impietosi col bocconiano e documentano il suo disastro, c'è sempre qualcuno pronto a contestare: afferma che senza Monti le cose sarebbero precipitate. Peccato che non esista controprova. Al premier va concessa un'attenuante generica: gli è toccato lavorare con una maggioranza pasticciata e pasticciona, e con partiti capaci di tutto e buoni a nulla: non sono nemmeno riusciti in 13 mesi a cambiare la legge elettorale, il famigerato Porcellum che, dunque, è in vigore e provocherà altre porcate, a cominciare dalle prossime elezioni politiche...C
Matteo Renzi Uomo Politico del 2012 in Italia...
Nonostante i sondaggi vedano SuperMario al primo posto, è il sindaco di Firenze la vera sorpresa...
di Massimo Melani
Matteo Renzi
Per me è Matteo Renzi il politico dell’anno.
Mentre un sondaggio, che mi sa tanto di pilotato, della Ipsos, comunicato -martedì nel corso della puntata settimanale di Ballarò- ha sentenziato Mario Monti quale uomo politico dell’anno.
Sarà!!!
“Il premier tecnico che ha salvato l’Italia dalla tempesta finanziaria, mettendo al riparo gran parte dell’area euro…” dicono gli analisti riportando quanto riferito dal pubblico intervistato.
Sono dell’avviso che questa ricerca sia stata fatta proponendo agli italiani tre candidati:
“Fra, Mario Monti, Monti Mario e l’attuale premier, chi votate?”
Solo così avrebbe potuto vincere in una Nazione con cervelli funzionanti almeno al 21%.
Non che Renzi sia il salvatore della Patria, me ne guardo bene dall’esprimerlo, ma almeno costui ha saputo tenere testa sino alla sconfitta nelle primarie, all’archeologico e scontato PD, sapendo rinnovare l’interesse di una grossa fetta dell’elettorato di sinistra, ma anche di destra, con quel suo modus tutto americaneggiante, fatto di comunicazione e poco altro....C
Ferrara Poesia-Raoul Rimessi "60 poesie 60" (Tla ediz.) recensione di Emilio Diedo
Ormai da qualche anno sull’ottuagenaria strada della vita (83 anni), il ferrarese Raoul Rimessi, poeta, narratore e saggista, si ripresenta ai suoi lettori con rinnovata verve offrendo loro un’ulteriore silloge poetica. Raccolta imperniata sulle sessanta poesie, indicative del titolo in questione, 60 poesie 60, né una in più né una in meno. Pubblicazione varata, nel senso di ufficialmente presentata, lo scorso 3 dicembre alla biblioteca comunale Ariostea, relatori, insieme al poeta, Gianna Vancini (conduttrice) ed il prefatore Piergiorgio Rossi.
Il contesto del libro è preceduto, proprio nella primissima pagina, da un’azzeccatissima citazione. Un autorevole, tanto metaforico quanto icasticamente preludente esergo di Maurice Maeterlinck. Un’indovinata quartina!
Le sessanta poesie sono suddivise in sei Gruppi, disomogenei per quantità e talora per argomentazione, intonati piuttosto, a detta dello stesso autore, a ‘ben lontani tempi e sentimenti’ (cfr. p. 3). Cosa non difficile da capire nello scorrere i componimenti dei vari Gruppi, in forza delle contingenti tematiche ma soprattutto della duplice, contrapposta sfaccettatura del contenuto amoroso. Di fatto nel primo Gruppo indicano una mera propensione romantica all’acqua e sapone abbinata ad uno stile spesso emulo della poesia tenzonata di stampo stilnovista (cfr. ad esempio le attigue “Rapimento” e “Pure voi sognate?”, pp. 17-18; nonché “Primo amore”, p. 25). Quando il penultimo, quinto Gruppo, quello che potrebbe ingenuamente apparire il medesimo tema amoroso invece denota una straripante maturazione, improntata ad un più libertino moto di concreta, carnale passione (cfr. “Cantici spinti”, p. 56; “Mantide”, p. 58; “Sesso estivo”, p. 63; “L’addio di prammatica”, p. 66).
Direi inoltre, a proposito dell’afflato amoroso, che proprio a partire dal secondo Gruppo, e sino alla fine, con quasi costante impeto, emerge una nuova, maggiormente ispirata movenza che, questa volta, si potrebbe definire genuinamente romantica. Ossia emergono aspetti davvero identificativi dello storico Romanticismo, incastonati nelle più liriche e pertinenti strofe d’un sofferto, patito esistere, inteso in primis nella conflittuale tensione vita-morte, per cui l’amore assurge a casuale atto sensuale-sessuale e non più ad atto esclusivamente causale e sdolcinato.
Ripercorrendo l’Introduzione dell’autore, a pag. 7, si è facilitati nell’individuare le eclettiche matrici che ispirano questa poesia: ‘il crepuscolarismo di Gozzano e l’ermetismo blando di Ungaretti e del più tosto Montale’ (vedasi in particolare “Così, il poeta! Ricordando Ungaretti”, p. 52). In proposito il prefatore osserva, a pag. 9, come l’ispiratrice ‘musa intimista, introspettiva consacrata alla crepuscolarità di Raoul Rimessi [costituisca] un ossimoro […] di luminosa crepuscolarità’ e fa riferimento alla poesia “Ascolti di quiete”, p. 35. Piergiorgio Rossi prosegue evidenziando, a suo modo di vedere, una duplice, complementare forza poietica nel poeta Rimessi: vis, in quanto forza dinamica; e robur, quale forza statica (p. 10). Inoltre si riconfermerebbe, sempre secondo Rossi, ‘un antidannunzianesimo di fondo [nel senso d’] un rifiuto dell’ampollosità, dell’altisonanza, dell’esuberanza, dell’eccedenza superomistica’. Rinnegando in sostanza nel poeta ferrarese il ruolo di Vate (ibidem).
Raoul Rimessi ricorda anche, non solo nella dedica ma altresì emulandone a tratti i correlativi stili, Pavese (“Amore e morte”, p. 53); Fenoglio (“La bibbia e lo sten”, p. 54). E, forse inconsapevolmente o forse con la precisa consapevolezza di farlo, emerge l’impronta-stilema pure del Pascoli. Proprio in una composizione-bozzetto (“Il poeta”, p. 30) che schematizza l’autoidentità poetica di Rimessi, nell’acchitante primo verso, metaforizzando la sua essenza di poeta ‘ragazzino’. Dove il ‘ragazzino’ potrebbe appunto essere traslato nel modus della più nota formula pascoliana di ‘fanciullino’.
Non sfugge al nostro poeta nemmeno la contemporanea, e direi perfino epocale, tendenza cosmica: si leggano “Universo”, a pag. 33, e l’ancor più rappresentativa “Pensiero”, a pag. 67 (Su ali cosmiche vola / lo spirito dell’avventura / e della innovazione / […] Da basi terrene e stadi planetari / si giocano partite ultra pericolose).
Infine mi sento di proclamare una giocosa, ludica voglia di ricerca in seno alla poesia di R. Rimessi. Ricerca che, alla faccia della sua veneranda età, quando non debba trattare scabrosi o tenebrosi temi esperienziali, denota un suo farsi giocoso bambino creativo, che vuole costruirsi preziosi, essenziali giocattoli con le parole (cfr. soprattutto le poesie alle pp. 45, 49, 50, 52, 53, 65). Giocherellando persino col sonetto: scansando le rime o quanto meno rarefacendole e, quanto a metrica, rendendo i versi i più vari possibili, fuori misura dalla loro classicità. La silloge pullula d’esempi in tal senso: cfr. pp. 12, 18, 33, 36, 43, 46, 47, 56, 60, 61, 66, 68, 69.
EMILIO DIEDO *BY LITERARY MAGAZINE PADOVA
Ferrara avantgarde con Grisù Factory *by Estense com
Sono stati annunciati i primi sei inquilini di Grisù. Gli spazi dell’ex caserma dei pompieri di Ferrara, in via Poledrelli, hanno fatto così un ulteriore piccolo passo in direzione della factory creativa che si apprestano a diventare. Il progetto è stato avviato ad agosto ed ha un traguardo ambizioso: riqualificare il vecchia stabile – proprietà della Provincia – e trasformarlo in un incubatore di imprese creative, una comunità dove architetti, designer, documentaristi ma non solo potranno lavorare fianco a fianco, creando sinergie e progettualità comuni, senza spendere un euro d’affitto. Fino ad oggi sono stati 43 i progetti sottoposti al vaglio di Grisù, l’associazione che ha ideato l’iniziativa e che si occupa del suo coordinamento, e ora sono stati presentati i primi sei ingressi. Entrano nella rosa sei aziende impegnate nelle nuove tecnologie.
“Abbiamo selezionato per ora solo i progetti che hanno raccolto l’approvazione unanime del consiglio associativo – ha spiegato Fabrizio Casetti, presidente di Grisù -, attribuendo la nostra preferenza non solo all’originalità della proposta, ma considerando anche la posizione sul mercato e l’investimento economico di chi l’ha formalizzata”. Quest’ultima specificazione è importante: chi entra nello spazio Grisù infatti non dovrà sostenere nessun canone di locazione ma dovrà impegnarsi per la sistemazione degli ambienti, per la loro messa in sicurezza e ristrutturazione.
“Per cominciare abbiamo scelto realtà imprenditoriali già avviate, o comunque capaci di sostenere questa prima fase, sicuramente impegnativa – ha precisato Casetti -. A gennaio però continueremo le valutazioni e selezioneremo ulteriori aziende”. Chi volesse candidarsi è ancora in tempo...C
ESTENSE COM by L. Vignotto
Ferrara24Ore- Mesola a Fibre Ottiche nel 2013
Ferrara – Grazie ad un accordo fra Provincia, Lepida e Delta Web anche nel Comune di Mesola entro il 2013 verrà portata la fibra ottica a banda larga.
L’investimento complessivo sarà di 300.000 euro, ripartiti a metà fra Delta Web, l’azienda pubblica che associa tutti i Comuni del Basso Ferrarese, e Lepida, società anch’essa pubblica fondata dalla Regione Emilia-Romagna per l’infrastrutturazione telematica e partecipata da 412 enti tra Comuni, Province, aziende sanitarie e Consorzi di bonifica, e Provincia di Ferrara.
“Esistono ancora sette Comuni del territorio provinciale privi della connessione con la banda larga – ha ricordato l’assessore provinciale alla Telematica Patrizia Bianchini – e questo accordo riesce a ridurre il digital divide, cominciando dal territorio mesolano”. ...C
venerdì 21 dicembre 2012
Renato Barilli e i neofuturisti-pop a Parma
Brevi, Cella, Lodola, Luraschi, Plumcake: sono i cinque nuovi futuristi della mostra inaugurata alla Galleria Centro Steccata di via Garibaldi sotto l'egida di Renato Barilli, che ha presentato il gruppo e la monografia di Dario Brevi. Barilli ha spiegato che il gruppo del Nuovo Futurismo si è costituito a partire dal 1983, ad opera del critico e gallerista milanese, Luciano Inga-Pin, scomparso nel 2009, con le prime mostre nella sua Galleria del Diagramma. Il nucleo definitivo era costituito da undici artisti, tutti nati attorno al 1950 e attivi in Lombardia e Veneto.
In seguito Gianni Cella si è diviso dai due colleghi - insieme componevano i Plumcake - lasciando loro la denominazione originaria e presentandosi col suo cognome. Il titolo adottato per questi artisti non è affatto generico, se si tien conto delle due anime del movimento storico, una incentrata su Umberto Boccioni, e volta alla conquista dell’ambiente, un’altra rappresentata da Giacomo Balla, subito sostenuto dal più giovane Fortunato Depero.
I due, insieme, proclamarono il manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo nel 1915, dove l’accento va portato sull’intento del ricostruire il tessuto urbano anticipando il Bauhaus di Walter Gropius. Ma diversamente dall’iniziativa tedesca, i due nostri artisti guardavano ad un brillante e profetico tentativo di unire ragione ed emozione. Da qui la straordinaria attualità del loro insegnamento ed il significato di un Nuovo Futurismo. Questi i concetti basilari che Barilli ha approfondito.
Fra gli aspetti da ricordare, la Casa d'Arte Futurista Depero, fondata nel 1957 dall’artista nella città d’origine, Rovereto, ed unico esempio di museo futurista realizzato in Italia da un futurista. Ma cosa significa per gli artisti essere oggi Nuovi Futuristi? «Significa essere coerenti col proprio linguaggio e la propria ricerca figurativa» dice Cella. «Utilizzare materiali contemporanei e creare un prodotto artistico che si inserisca in un ambiente», conferma Luraschi. «E’ una sigla che ci serve per radunare il nostro lavoro - aggiunge Brevi - ciò che ci unisce è il legame con l’arte ...C
21 12 '12- il regalo dei Maya a tutti gli Italiani: Rigor Montis unica vittima!
Monti si dimette stasera
Questa sera il premier Monti ...al Colle da Napolitano per rassegnare le dimissioni, dopo il Consiglio dei ministri che è stato programmato per le 19.
http://rugiadapoint.it/articoli/2112124592/monti-si-dimette-stasera
Monti oggi al Colle per le dimissioni
ROMA
Al termine del Consiglio dei ministri convocato stasera alle 19.00 il premier Mario Monti è intenzionato a salire al Colle per rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. È quanto riferiscono fonti di governo che precisano tuttavia come questo iter possa subire variazioni nella tempistica. Uno dei punti all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, riferiscono fonti di governo, è così riassunto: «Comunicazioni del Presidente».
L’intenzione del premier di dimettersi immediatamente dopo il voto della legge di stabilità era stata annunciata anche nel comunicato diffuso lo scorso 8 dicembre, al termine dell’incontro con Giorgio Napolitano al Quirinale: subito dopo l’approvazione del provvedimento, si leggeva nella nota diffusa dal Colle, «il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica».
New Realism, old sinistra?
«Questo non deve essere un dibattito sul nuovo realismo». E invece è stato un dibattito sul nuovo realismo. Le avvisaglie c'erano, l'incontro odorava di regolamento di conti già dal titolo: Filosofie da prima pagina.
Il nuovo realismo e altre fascinazioni. Oltretutto c'era anche la smoking gun, un numero della rivista ParadoXa, uscito quest'estate, interamente dedicato al New Realism. Polemica assicurata, vista l'impietosa diagnosi in copertina, copyright Shakespeare: Molto rumore per nulla.
Nella giornata di studi ospitata lunedì scorso dal quartier generale della Fondazione Nova Spes a Roma in piazza Adriana, ufficialmente si doveva discutere delle liaison tra filosofia e stampa. A parlarne sono stati, ovviamente, tutti filosofi-giornalisti: il giornalista e conduttore Edoardo Camurri, il direttore della rivista Reset Giancarlo Bosetti, Armando Massarenti, responsabile del domenicale del Sole24Ore, e poi Felice Cimatti, docente e conduttore della trasmissione di Radio 3 Fahrenheit, Corrado Ocone, penna del Corriere della Sera e Marcello Veneziani, editorialista di questo quotidiano.
Ma il convitato di pietra è stato senza dubbio Maurizio Ferraris, animatore insieme a Mario De Caro del cosiddetto «Nuovo Realismo». Per la verità ormai vecchissimo, visto che la «svolta» del professore torinese risale agli anni Novanta. Una ventata d'aria fresca negli asfittici armadi del pensiero, questa la buona novella annunciata dal Manifesto del New Realism (in inglese perché global), che come biglietto da visita si richiama al venerando manifesto marx-engelsiano, e dunque «Uno spettro s'aggira per l'Europa». ... C
http://www.ilgiornale.it/news/cultura/nuovo-realismo-troppo-forte-col-pensiero-debole-866739.html
Este Edition... ANT: il Banco Alimentare della Cultura a Ferrara
In occasione delle festività natalizie e anche in gennaio, l’Associazione Nazionale Tumori (ANT) e le case editrici Este Edition e La Carmelina hanno avviato, presso i locali del Mercato Coperto di via Boccacanale di Santo Stefano, un benefico mercatino della solidarietà:
Cantuccio ANT Ferrara e Banco Alimentare della Cultura.
È allestita, fra le molte iniziative, anche una mostra permanente con moltissimi libri nuovi consultabili e acquisibili mediante libera offerta da 3 a 10 euro; una novità è rappresentata dal “Cofanetto Componibile”, che i lettori possono riempire a piacimento, con titoli a scelta.
Ferrara in Default: anche il dg di Cona senza tredicesima (!!!)
Rinaldi e il premio: “Io non prendo la tredicesima”
Il dg del Sant'Anna spiega di aver solo dato seguito a una delibera regionale, "ma da gennaio ci ragioneremo su"
“È chiaro che in un periodo come questo ci sia un’attenzione particolare verso i compensi di chi svolge una funzione pubblica, ma non vorrei che passasse come messaggio la “autoassegnazione” dei premi di fine anno, come hanno scritto alcuni giornali”. Arriva la prima spiegazione del direttore generale dell’azienda ospedaliera Sant’Anna sulla questione dei bonus annuali ai dirigenti dell’ospedale. E ogni riferimento ai quotidiani è puramente casuale. Al termine della presentazione del nuovo direttore del reparto di neonatologia, Rinaldi si è fermato per rispondere alle nostre domande sull’argomento per spiegare che “la decisione di concedere dei premi per il raggiungimento di determinati obiettivi strategici spetta alla Regione, e non è una decisione in capo ai singoli ospedali”.
Il direttore del Sant’Anna si scrolla quindi di dosso le responsabilità del proprio regalo di fine anno, sostenendo di essersi semplicemente limitato a rispettare una decisione della giunta regionale, “che all’inizio di ogni anno stabilisce gli obiettivi e i criteri da rispettare, per poi valutare l’operato ed eventualmente dare il via libera alle aziende per premiare i dirigenti. Si può avere fino al 20% del proprio stipendio annuale, a seconda della qualità dell’operato, e nel nostro caso la giunta ha stabilito di assegnarci il 18%”. Ma che senso hanno questi premi, quando il (lauto) stipendio dei dirigenti dovrebbe comprendere già di per se il raggiungimento di un certo standard qualitativo? Rinaldi compara la propria paga a quella di altri manager pubblici e privati, sostenendo che “il mio contratto prevede 145 mila euro all’anno: per carità, non si tratta di una cifra da poco, ma io gestisco un budget da 280 milioni di euro, e dovreste provare a vedere cosa percepiscono gli amministratori di aziende e imprese dello stesso livello. Inoltre nel nostro contratto non è presente la tredicesima, ma solo le 12 mensilità più l’eventuale raggiungimento degli obiettivi, che dipende da come abbiamo operato”.
Il clamore provocato dal premio di 22 mila euro a Rinaldi e dagli altri che, come sostiene lo stesso amministratore “scendono a cascata sul resto della dirigenza”, stanno però spingendo tutti i vertici dell’ospedale a una riflessione. “Non si deve pensare che il perseguimento degli obiettivi ci spinga a trascurare il resto del lavoro, e questo è testimoniato anche da tutto il lavoro fatto per la sperimentazione Zamboni, che la Regione non aveva assolutamente incluso all’inizio dell’anno tra i parametri strategici. Ma posso capire la reazione dell’opinione pubblica, e dal primo gennaio cominceremo seriamente a ragionare su questo tema”....
Ferrara: l'eretico Architetto Viola e il Turismo indicibile...
..Ogni giorno il suo quotidiano on line (Ferrara 24Ore ndr) ospita, sempre più frequentemente, le innumerevoli e immancabili lamentele di "commercianti" che finalmente iniziano a pagare ,con un calo di fatturato, la scomparsa dei Turisti ,specialmente Stranieri ( ognuno dei quali,come recitano le statistiche delle/nelle Città d'Arte, spende al giorno più di 10 ecursionisti ).
Purtroppo dai rarissimi comunicati (= veline) che arrivano degli Stati Maggiori del Turismo, appare sempre più chiaro che la" nave" del Turismo Regionale,Provinciale e Comunale è sempre più, "in gran tempesta ,nave senza nocchiero." Verrebbe voglia di mettersi ad urlare come il Comandante De Falco della Capitaneria di Livorno a Capitan Schettino : "Salga a bordo ca..o!".
http://www.youtube.com/watch?v=EAXOfl7hoBA
Se ci fosse qualcuno. Purtoppo attorno questa nave del Turismo ormai andata a sbattere contro gli scogli dell'indifferenza,del menefreghismo,e della incompetenza, non c'è da tempo più nessuno. in grado di manovrarla nel mare del III Millennio Non c'è l'Assessore Regionale al Turismo che ha confessato candidamente che le Presenze nelle Città d'Arte della Emilia Romagna sono calate ( solo ) del 40% ma tanto era stata colpa del terremoto (anche a Parma?).
Non c'è più l'Assessore Provinciale al Turismo ,che sta salendo sulla scialuppa di una irrealizzabile collaborazione Pubblico -Privato di un fantomatico Club di Prodotto Slow, che dovrebbe portare ,nel giro di qualche anno, torme di ciclo-turisti sloveni e cinesi, sulle piste ciclabili (ancora da costruire) del Delta del PO e a pernottare nei 10-12 agriturismi della zona coinvolti, fino ad oggi.
Ma sopratutto da mesi, non c'è più sul Ponte di Comando... C
http://www.ferrara24ore.it/0010700-chi-c-al-timone-dell-apt-regionale
*Arch. Lanfranco Viola
giovedì 20 dicembre 2012
Diabolicus Eden, saggio dell’opera Ad Lucem di Alessandro Cortese
Il 2012 dei Maya c’è già stato, mille anni fa: la civiltà mesoamerica scomparve a causa dei cambiamenti climatici *Meteo Web
La ‘maledizione’ dei Maya e’ legata a doppio filo ai cambiamenti climatici. Un team internazionale di archeologi e ricercatori ha compilato un’indagine ad alta risoluzione sui dati climatici nell’arco di 2000 anni, che mostra come la civilta’ e i sistemi politici dei Maya si siano sviluppati e disintegrati in risposta ai cambiamenti climatici. In un articolo su ‘Science’ i ricercatori hanno ricostruito i dati sulle precipitazioni nel corso dei secoli, grazie a campioni raccolti da stalagmiti nella Grotta di Yok Balum, nel sud del Belize. I risultati sono stati confrontati con le storie e le vicende politiche scolpite sui monumenti di pietra nelle citta’ Maya di tutta la regione. Ebbene, una “quantita’ insolitamente elevata di precipitazioni ha favorito un aumento della produzione alimentare e un’esplosione della popolazione tra il 450 e il 660 dC“, spiega Douglas Kennett, antropologo della Penn State University.
“Cio’ ha portato alla proliferazione di citta’ come Tikal, Copan e Caracol“. Ma questo periodo e’ stato seguito da una generale tendenza alla siccita’ durato ben quattro secoli, che ha innescato un calo della produttivita’ agricola contribuendo a innescare la frammentazione sociale e il collasso politico dei grandi centriMaya. La siccita’ piu’ grave (tra il 1020 e 1100 dC) si verifica dopo il crollo generalizzato dei grandi centri Maya e “puo’ essere associata con il diffuso calo della popolazione nella regione“. “Nel corso dei secoli” successivi “le citta’ hanno subito un calo nel numero di abitanti e i re Maya hanno perso il loro potere e la loro influenza – dice Kennett – Dunque il collegamento tra un lungo XVI secolo di siccita’, cattivi raccolti, morte, carestia e migrazioni” e il declino della civilta’ Maya ”e’ supportato dalle tracce rilevate nelle stalagmiti della grotta“. “Il cambiamento climatico improvviso e’ solo una parte della storia“, ammette lo studioso. Ma evidentemente ha giocato un ruolo importante per la nascita di tensioni e problematiche che hanno insidiato la solidita’ delle istituzioni politiche di questa civilta’.
”Attraverso i cambiamenti della composizione chimica e i tassi di crescita e’ possibile ricostruire l’evoluzione climatica di una determinata regione nel dettaglio” ha spiegato Gianni Zanchetta dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). ”Sono informazioni importanti perche’ ci fanno capire in che modo possono aver influenzato la crescita o il collasso di civilta’ avanzate come quella dei Maya, le situazioni critiche che hanno vissuto sono una lezione importante anche per il futuro”. Tra gli strumenti utilizzati dai ricercatori c’e’ anche un ‘indice di guerra’ basato sulla ripetizione di determinate parole chiave riscontrate nelle iscrizioni Maya che i sovrani facevano realizzare per registrare il corso degli eventi. La frequenza delle incisioni che riportano eventi ostili aumento’ significativamente tra il 660 e il 900, insieme al peggioramento della situazione climatica. Il clima secco e l’esaurimento delle risorse, spiegano i ricercatori, porto’ progressivamente alla destabilizzazione politica e alla guerra. Oggi il cambiamento climatico e’ gia’ in atto e il clima e’ un fattore importante che regola lo sviluppo delle societa’ umane e l’ambiente in cui vivono. ”Una corrente di studio statunitense sostiene che la stessa ‘primavera araba’ potrebbe essere stata innescata da fattori climatici” conclude Zanchetta. ”L’aumento del costo del grano potrebbe, ad esempio, aver avuto delle ripercussioni concrete nello scaturire tensioni politiche e sociali in quell’area del mondo”.
21 12 2012: la falsa profezia, anche i discendenti Maya attuali sghignazzano!
Apocalisse, la falsa profezia dei Maya
Calcoli sbagliati e allarmismi astronomici infondati. Parola degli scienziati. E dei discendenti dell'antica popolazione.
di Barbara Ciolli
...............I DISCENDENTI MAYA. Eppure, per smitizzare i presagi più catastrofici basterebbe osservare con quanta serenità i veri sacerdoti della comunità Maya (circa 800 mila persone) aspettano l'apocalisse. Nessun allarmismo sul disastro universale. Solo la fine di uno dei tanti cicli di 400 anni, rassicurano serafici dal Parco Chapultepec, non lontano da Città del Messico, durante uno dei riti propiziatori per l'avvento della nuova era Baktun.
.....«Il popolo precolombiano aveva una visione ciclica del cosmo e del tempo. Il suo 13esimo Baktun era come il nostro anno 1.000. Concluse certe ere, i cicli riprendevano», hanno assicurato gli scienziati del Maya exploration center, fatte le loro estrapolazioni.
Insomma, tutto dice che c'è da stare tranquilli. In fondo, ha ironizzato l'astronomo americano Anthony Aveni, «per noi è come riavviare il contachilometri».
..........art.completo
http://www.lettera43.it/cultura/apocalisse-la-falsa-profezia-dei-maya_4367576943.htm
*** METEO WEB
2012 Fine o Inizio ? di Raimondo Galante
Il 2012 e la rivoluzione della coscienza Alla luce di queste considerazioni, ciò che realmente accadrà, e che forse sta accadendo, sono prima di tutto dei grandissimi cambiamenti a livello planetario: mutamenti climatici,il riscaldamento globale del pianeta; il cambiamento d’inclinazione dell’asse terrestre, il mutamento della frequenza terrestre(la risonanza Schumann) che prefigura l’inversione dei poli magnetici oltre che ad un’anomala attività solare che negli ultimi mesi è aumentata moltissimo e si intensifica ogni giorno di più. Tutto questo , se non alla fine del mondo, ci sta portando verso un mondo nuovo con problematiche e prospettive molto differenti da quelle del mondo conosciuto dalle generazioni che ci hanno preceduto. E’ un mondo molto difficile che é anche attraversato da fortissime tensioni politiche, sociali economiche senza precedenti. Tutto questo, presenta sorprendenti analogie col periodo descritto, non solo dalle profezie Maya, anche se in modi formalmente e linguisticamente un po’ differenti ma sostanzialmente coincidenti nell’Apocalisse della Bibbia e nei Veda Indiani. Tutto sembra coincidere, e ci fa prefigurare il sopraggiungere di un momento di eccezionale gravità ed importanza nella storia dell’umanità in cui diventa necessario un salto di qualità. Certamente tale momento può essere equiparato al processo,che viene descritto nella Teoria del Superuomo nietzschiano, in cui si delineano i tratti fondamentali della futura umanità che verrà. A tal proposito, dopo aver compreso l’attualità e l’efficacia della comparazione tra le teorie sul 2012 e la filosofia nietzschiana; è utile ricordare quali sono le tappe del processo che porterà all’avvento del Superuomo. Neanche a farlo apposta, anche in questo caso si può parlare di fasi di un ciclo in cui ad ogni fase corrisponde un passo avanti nell’elevazione della coscienza. In questo processo lo spirito umano si trasforma sino ad elevarsi al livello del Superuomo. Il primo livello è quello del cammello, il secondo è quello del leone, il terzo livello è quello del fanciullo. Dopo aver superato questi 3 livelli si arriva finalmente allo stadio del Superuomo. Il primo livello , il cammello prevede la presa di coscienza ed il recupero della memoria primigenia dell’essere umano. In questa fase si va ad analizzare la storia umana nella sua complessità fino a discernere ed arrivare a comprendere chi siamo veramente . Il secondo livello, il leone, comporta dopo l’acquisizione di tutte le informazioni necessarie e la loro elaborazione, il risveglio della coscienza autentica, che deve essere forte e impetuoso come un leone che ruggisce e spazza via con risolutezza e forza tutti i limiti all’azione. Il terzo livello è il fanciullo quello che annuncia l’avvento del Superuomo con spontaneità, freschezza ed infantile entusiasmo(per i bambini nulla sembra impossibile) : una vera e propria esplosione di energia e di vitalità. Ancora una volta Nietzsche si dimostra uno straordinario profeta che, a distanza di più di un secolo, ha anticipato la nostra epoca e gli eventi legati alla profezia del 2012. Infatti,pensando al “fanciullo nietzschiano” non possiamo fare a meno di fare riferimento al fenomeno dei “bambini Indaco” , bambini, che a partire dagli anni 80 del secolo scorso, e oggi con sempre maggiore frequenza, nascono dotati di straordinarie qualità personali, intellettuali, fisiche, e talvolta veri e propri poteri paranormali .
Il fanciullo nietzschiano e la nuova umanità dei Bambini Indaco Sono dunque i “Bambini Indaco” l’avanguardia della nuova umanità, quello che Nietzsche chiama l’avvento del Superuomo? Sembra che sia proprio così. Infatti, ci sono notizie molto recenti che parlano di bambini dotati di straordinarie capacità innate che nascono in tutto il mondo dalla Cina agli Stati uniti all’Europa con sempre maggiore frequenza . Sono bambini con una grande autostima anarchici, ribelli ed anticonformisti,dotati di un’intelligenza superiore capaci di fare cose realmente straordinarie. Alcuni di questi bambini possono muovere oggetti con la telecinesi, alcuni possono far passare oggetti solidi all’interno, alcuni sono in grado di controllare con la forza del pensiero il funzionamento di oggetti meccanici facendoli funzionare rapidamente o lentamente, alcuni hanno la vista a raggi x e possono vedere dentro al corpo delle persone, alcuni hanno capacità telepatiche e medianiche , altri hanno notevoli doti di chiaroveggenza e sono capaci di prevedere il futuro. Comunque, e così finalmente si chiarisce definitivamente che Nietzsche non è affatto il filosofo cantore del nazionalsocialismo hitleriano, né il fanciullo nietzschiano né i bambini Indaco sono esseri perfetti e preordinati e appartenenti ad una sola etnia, ma certamente fanno riferimento ad un concetto universale di umanità . Dunque, i bambini indaco, sono individui che appartengono a tutte le razze e nascono in ogni parte del globo, che spesso hanno seri problemi ad inserirsi nella società. Questo perché sovente sono inizialmente considerati esseri prodigiosi, ma in molti casi per le loro caratteristiche personali e caratteriali, finiscono poi per essere trattati alla stregua di esseri subnormali e disabili psico-fisici, misconosciuti ed incompresi nelle loro capacità e discriminati per le caratteristiche delle loro persone. Dunque, anche alla luce di tali riflessioni, appare palese che il Superuomo non sia affatto quello che voleva far credere la sorella di Nietzsche. Pertanto, ormai è un dato certo, che Lei dopo la morte del fratello aveva strumentalizzato alcuni scritti postumi modificandoli ad uso e consumo dell’ideologia hitleriana, che va detto con forza ed estrema chiarezza, avrebbe messo suo fratello Friedrich, che morì gravemente malato di mente, direttamente nei campi di sterminio come gli altri disabili psichici, gli omosessuali,gli ebrei, gli zingari, e gli oppositori politici. Infatti, probabilmente,come già detto da più parti, in chiave squisitamente esopolica, il nazismo è stato probabilmente ispirato da razze aliene di nordici e/o rettiloidi( da qui il provato interesse di Hitler per gli UFO e il collegamento tra le gerarchie naziste e la società segreta esoterica Thule). Si sa che i nazisti, furono spersonalizzati, fortemente inquadrati ed irrigimentati militarmente, e spesso disumanamente risoluti fino alla crudeltà e alla ferocia estrema. Dunque, si possono ravvisare notevoli analogie comportamentali tra i nazisti e certi alieni negativi( come l’Homo Saurus descritto dal Prof Sebastiano Di Gennaro presidente dell’USAC), che per avere successo nei loro esperimenti scientifici e nei loro scopi esistenziali, non esitano a rapire,torturare, mutilare ed a uccidere gli esseri umani e gli animali. Tali esseri probabilmente sono guidati in modo totalitario da un’unica mente centrale collettiva; proprio come Hitler era l’unico assoluto Führer del Reich millenario e della cosiddetta razza ariana . Nulla a che vedere quindi con i veri esseri umani superiori, di cui i bambini Indaco multirazziali ed fortemente indipendenti nei loro pensieri ed azioni, che anticipano i grandi cambiamenti del 2012, sembrano essere l’avanguardia.
Conclusioni Siamo giunti al termine di questa lunga digressione sui significati attribuibili al fenomeno 2012, colto sotto molteplici aspetti, e sulla relazione che si può stabilire tra tale fenomeno ed alcuni capisaldi della filosofia nietzschiana. Alla fine di questo percorso interpretativo possiamo comprendere come il 2012, aldilà di tutte le estremizzazioni ed esasperazioni del caso, si configura sicuramente come un momento di straordinaria importanza nella storia umana, perché nell’ottica di un autentico superamento dei nostri limiti intellettuali, spirituali e materiali, ci pone di fronte alla necessità di una crescita del nostro livello di conoscenza e consapevolezza di noi stessi: un vero e proprio balzo quantico della coscienza umana, che ci porti verso una dimensione esistenziale qualitativamente più elevata.
Marcello Veneziani su Benigni...
La Costituzione non è il Vangelo né la Divina Commedia.
Per carità, capisco l'intento pedagogico e m'inchino al successo mediatico della Costituzione narrata dal comico di Stato e mistico delle istituzioni, il Beato Benigni.
L'avesse raccontata un costituzionalista, non avrebbe avuto neanche l'otto per mille di quegli ascolti. È giusto ridare fiducia agli italiani, indicare riferimenti positivi, motivare la politica, suscitare dignità di cittadinanza. Però lasciatemi scartare la caramella costituzionale di Benigni. Per prima cosa c'è troppo glucosio, troppa retorica stucchevole. C'era un che di forzato e manieristico in quell'euforia da finto-invasato. Esagerati i suoi elogi a pure ovvietà di buon senso o intenzioni magnifiche quanto irrealizzabili. Nel suo fervore mistico, Benigni l'ha paragonata ai Dieci Comandamenti ma per dire che la nostra Carta è superiore perché - ha notato il comicostituzionalista - le Tavole dettate dal Signore esprimono solo divieti, mentre la nostra Carta è positiva, invoglia a desiderare.
Superato lo choc iperglicemico, mi addentro nello slancio erotico verso la Costituzione, decantata addirittura come la più bella del mondo. A proposito d'amor patrio noto una lacuna della nostra Costituzione: di amor patrio non ne accenna affatto. La patria è citata solo all'art. 52 per la difesa dei confini (poi difesi con le basi Usa): pochino per fondare un patriottismo della Costituzione. Del resto molti Costituenti, con tutto il rispetto, erano patrioti di patrie altrui; per un terzo di loro la patria era l'Unione Sovietica...C
http://www.ilgiornale.it/news/interni/caro-benigni-questa-costituzione-non-vangelo-866820.html
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....Certo, queste righe politicamente scorrette: ma da tempo, quasi sempre spesso, giornali e media ferraresi sempre peggio , secondo...
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DA Belin che Gossip my blog Lola Ponce: per un bacio ho un livido sul lato B, è questa la notizia top di oggi letta in rete e peraltro impo...