Casalino Pierluigi
.
fonte web
Teatro De Micheli
<<Inaspettata, Irrazionale, Divertente.>>
D.P.
Destrutturare un testo con lo scopo dichiarato di creare una messa in scena che se ne allontani radicalmente tramite l'utilizzo di continue deviazioni: un omaggio atipico all'autore, Stefano Benni, al testo e al continuum di – irose contumelie, invettive, spasmi amorosi, sproloqui, ammiccanti confidenze, vaneggiamenti sessuali, sussurri sognanti e impettite deliberazioni – che caratterizzano lo spartito di voci femminili del libro di origine. Un artificio scenico svelato sin dal principio composto principalmente da sovrapposizioni, slittamenti, squarci e intense prove attoriali, con il preciso intento di condurre lo spettatore all'interno di un gioco teatrale, serissimo, fra illusione scenica e realtà; fra teatro e metateatro.
L'autore italiano più irriverente di sempre, un testo scritto appositamente per il teatro, una messa in scena Pop, maleducata, ignorante, pestifera, irrazionale; sempre in bilico tra commedia grottesca e dramma contemporaneo. La sintesi di questi elementi rendono Le Beatrici uno spettacolo sui generis nel quale, ancora una volta, le donne sono le protagoniste assolute – anche quando sono uomini.
Regia, ideazione scene e luci
Davide Pedriali
<<Il mattino ha l'oro in bocca.>>
le BEATRICI - "Il CAST"
(quasi al completo...)
TCDM 7 OTTOBRE 2017 - ore 21.00
con
Edo Tagliavini Gianluca Guitti Lestat Bouteillehier Adriano Baccaglini
Milena Medici Cristiana Previati Rossella Lorenzo
Chiara Giardini - Anna Paparella - Giuliana Pento - Marika Venturelli
Fabiola Veronesi Letizia Rocca Bernadette Masarati Arianna Occhiali
e (in arrivo)
Sabrina Bordin e Giulia Giuggiolini
www.teatrodemicheli.it sabato 7 ottobre 2017 - ore 21:00 Donne non convenzionali . libera "destrutturazione" dall'omonimo libro di Stefano Benni spettacolo teatrale / genere: commedia nera |
Ben due articoli nel Catalogo d'Arte ALI, segnalano ampiamente e significativamente la pittrice e scrittrice (se si preferisce anche nel format pittorico.. Poetessa Visiva) Mary Blindflowers (italiana e residente a Londra):
Cesare Mattei e i fluidi elettrici (p.149-151); Tra Incanta Bess e letteratura carnevalesca (p. 103-107), in Vivere la Città IX Centenario del Comune di Bologna, a cura di Marco Fiori e Marzio Dall'Acqua, Annuario Ali 2017
Info e Link articoli
https://antichecuriosita.co.uk/2017/10/05/cesare-mattei-e-i-fluidi-elettrici/
https://antichecuriosita.co.uk/2017/10/06/tra-incanta-bess-e-letteratura-carnevalesca-parte-i/
antichecuriosita.co.uk Di Mary Blindflowers© La buona cultura e il valore della memoria Poesie fredde1 Scrivo poesie fredde Fritta che nie in cabu in cabu e' sa die2 antichimeriche a doppio sfondo e piccolo metafondo di gelomende Pagu melósa3, qualcosa di orrendorrende, che rende? molzende mézus immentigare, cabos de fune, trincendhe, limbi longa!4 niente a cui la … |
di R. Guerra
Nel lontano 1991, chi scrive pubblicò (Liberty House) un pampleth sperimentale: Il Futuro del Villaggio. Ferrara città d'arte del 2000. Scansione futuribile alla fine del secolo e già nell'alba del terzo millennio sulle dinamiche propulsive, local global diremmo oggi, esistenti e operative nella città già capitale del rinascimento e all'epoca (altri tempi) colma di segni d'arte, letterari, culturali e anche in certa misura politici (era del sindaco R. Soffritti e della scommessa delle grandi mostre e della città d'arte) che lasciavano presagire per gli anni duemila un possibile e concreto nuovo rinascimento anche elettronico.
Tra la visione alta anche istituzionale e le recenti e in divenire esperienze vuoi letterarie sperimentali (ricordiamo soltanto certa poetica sperimentale o verbo visiva, post la rivista psicanalitica lacaniana Poeticamente e diversi esponenti di spicco proprio ferraresi nella fu Poesia Totale di suggestione spatoliana) vuoi finanche di rilievo internazionale con Ferrara capitale video, non ultimo rassegne giovani d'arte di spicco sempre istituzionali e forti fermenti anche nell'arte contemporanea, si viveva nell'aria davvero futuri possibili propulsivi.
Nel trend anche nazionale di quegli anni, optammo per una cifra di parola e scrittura squisitamente postmoderna e non lineare: lavoro critico di non facile lettura e anche criptica (con il senno di poi), essenzialmente quasi apologetica leggera (ma giustificata dai fatti): simultaneamente si evidenziava anche certo baco, certa matrice stessa solo local ferrarese ancora attardata, inclusa la percezione - nonostante la luminosità prevalente - della fine di certa ideologia, eurocomunista ancora sottostante lo scenario generale, pur – ripetiamo – fondamentalmente creativo. Temevamo il rischio, sempre focalizzando certa storia di Ferrara, di nodi e X all'epoca silenti ma destinati- vuoi certo medioevo e provincialismo a condizionare il pur radioso avvenire potenziale.
Concludevamo indicando un paradossale aut aut, sollecitati dal "debole" all'epoca futuribile culturale italiano con riferimento ai vari Piero Angela e Roberto Vacca: Rinascimento o Medioevo prossimo futuro per Ferrara al passo o meno con la nuova era elettronica e scientifica?
Da quelle pulsioni anche tipiche del mitico Anno 2000 a oggi, sullo sfondo le lezioni lungimiranti e profetiche dei vari McLuhan e Alvin Toffler, appena poco più di un ventennio, ma sembra un secolo intero in certo senso cronotemporale: il mondo è incredibilmente più complesso, anche le cosiddette periferie e villaggi di lusso come Ferrara.
Il duemila e il futuro sono venuti alla luce, ma l'ombra del nuovo purtroppo medioevo è altrettanto in primo piano, come da cronache quotidiane, dalle capitali europee alle città e ai villaggi elettrici stessi italiani, tra crisi economiche impreviste (almeno in apparenza), alla crisi stessa dell'utopia europea e al fenomeno epocale cosiddetto migrantico e multietnico.
Ferrara campione scientifico del duemila possibile, per la sua storia rinascimentale e certo novecento auroralmente neorinascimentale, resta un ologramma o archetipo del contemporaneo, specchio molto preciso delle implosioni relative del nostro tempo, su scala italiana ed europea.
Nonostante proprio nel 2016 le celebrazioni mondiali persino dell'Ariosto, la città d'arte vagheggiata in realtà non è mai decollata: le eccellenze permangono o altre sono fiorite, ma come un viaggio lunare su una navicella rattoppata: il senno stesso, metaforicamente- di memoria sempre poetica ariostesca è ancora in orbita nella stratosfera: i futuri oggi dell'ex isola felice Ferrara sono incerti,
Ecco quindi, ora un lavoro aggiornamento complementare a quello originario dei lontani anni'90, e un lavoro d'equipe a più livelli: da un lato un excursus mirato sulla creatività contemporanea global local ferrarese, dall'altro come focus strutturale la domanda topica: Ferrara città d'arte, mito o realtà nel duemila già inoltrato? Il futuro di Ferrara? Attraverso la formula diretta dell'intervista a protagonisti attuali della cultura ferrarese, tra scrittori, artisti, anche qualche giornalista, docenti universitari, politici come special guest.
Tutti, chi più chi meno, di rilevanza anche nazionale per lo spessore e la stoffa personal.
Esiti? Ai destinatari lettori (o meglio ciberlettori in quanto trattasi di un eBook o libro digitale) la libera digitazione e decifrazione.
INTERVISTE A:
Carlo Andreoli (Alo), Lorenzo Barbieri, Pier Francesco Betteloni, Bruno Corticelli, Marcello Darbo, Federico Felloni, Zairo Ferrante, Claudio Fochi, Sylvia Forty, Raimondo Galante, Maurizio Ganzaroli, Sergio Gessi, Sergio GnudI, Davide Grandi, Luca Grigoli, Pier Luigi Guerrini, Pasquale Nappi, Maria Letizia Paiato, Rita Pasqualini, Alfredo Pini, Claudio Pisapia, Francesco Rendine, Riccardo Roversi, Alberto Squarcia, Tiziano Tagliani, Vitaliano Teti, Bruno V. Turra, Vittorio Zanella, Carlo Zannetti, Marco Zavagli
info
Ferrara Italia
http://www.ferraraitalia.it/interviste-sul-futuro-di-ferrara-ebook-137243.html
https://www.amazon.com/dp/B075QZGRX1
Meteo Web
http://www.meteoweb.eu/2017/09/futuro-del-villaggio-elettronico-ferrara-modello-2-0/974288/
fonte Sentieri Selvaggi
abstract
Se si dovesse azzardare una secca definizione di cosa ha rappresentato Blade Runner per la storia del cinema e per la cultura di massa degli ultimi decenni, beh, forse sarebbero proprio queste le parole giuste per inizare a ragionare. Il film di Ridley Scott è stato (ed è tuttora) uno sconfinato deserto ipotetico di segni, narrazioni, emozioni, generi, teorie e umori che ha marchiato ogni riflessione sul cinema dall'alba del postmoderno anni '80 sino alla smaterializzazione esperienzale dei nuovi ambienti mediali (il "replicante" Netflix in testa). Insomma dal 1982 a oggi le varie versioni di Blade Runner – almeno cinque, caso più unico che raro – hanno segnato molti salti di paradigma nella nostra percezione dell'immagine: dal film come traccia-di-reale da associare indiscutibilmente al suo doppio immaginario (Rick Deckard è un uomo, Roy Batty un replicante) nella versione del 1982; al dubbio ontologico che inizia a innervare il cinema (anche Deckard è per caso replicante?) nella director's cut degli anni '90; sino al necessario dislocamento di queste questioni su un terreno meramente estetico (che cosa resta di umano in quest'immagine ormai digitalizzata ed evidentementre replicante?) nella Final Cut del 2007.
E oggi? Come replicare questi ragionamenti a rivoluzione informatica già avvenuta?
http://www.sentieriselvaggi.it/blade-runner-2049-di-denis-villeneuve/
www.sentieriselvaggi.it Villeneuve ci regala un unicorno ben innestato nei nostri ricordi, un film che si ha già voglia di rivedere, perché sa intelligentemente attualizzare lo sconfinato ... |
|
fonte Il Giornale
Gentile ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ma qualcuno, tra i suoi validi assistenti, le ha fornito i dati relativi agli incassi cinematografici dei film italiani? Quelli che lei, per decreto, avallato dal Consiglio dei ministri, ha deciso di rendere obbligatori per legge, costringendo le tv (non a caso, contrarie) a programmarli in prima serata, infischiandosene del gusto del pubblico? Forse, l'aiuterà un breve ripasso dei numeri di un mercato che, fino a prova contraria, in una democrazia, ha ancora il suo peso.
Come lei (probabilmente) saprà, la stagione del grande schermo 2016/2017, chiusa lo scorso 31 luglio, ha registrato il punto più basso del gradimento, tra chi paga il biglietto, del cinema di casa nostra. Non era mai infatti successo che, tra i primi dieci incassi della stagione, non vi fosse nemmeno una pellicola italiana, filmografia, ormai, relegata nella serie cadetta delle preferenze. Solo L'ora legale e Mister Felicità sono riusciti a superare il tetto dei 10 milioni al botteghino, unici due nostri rappresentanti nei magnifici venti.
Non serve essere ragionieri per calcolare nel 10% (dodici mesi prima eravamo al 25%) la nostra presenza tra i più visti. La quota di mercato? Calata, anzi crollata dal 30% al 18,55%. Biglietti venduti? Peggio che andar di notte, con un dato praticamente dimezzato, scendendo da 31,3 a 17,6 milioni di tagliandi staccati. Crede sia cambiato qualcosa nei primi mesi della nuova stagione? Purtroppo, ci duole informarla che, al momento, siamo ancora fuori (dati dall'1/8 al 2/10) dai primi dieci incassi.
Del resto, senza andare troppo in là nel tempo, Le basterà guardare il box office dell'ultimo fine settimana, che mandava nelle sale alcuni dei titoli più importanti passati per Venezia. Ebbene, Una famiglia, con Micaela Ramazzotti (mica l'ultima arrivata) sa quanto ha totalizzato in quattro giorni? Solo 41.100 euro (con 66 schermi a disposizione). Il contagio, con Salemme e la Foglietta? Un poco meglio, ovvero 76.555 euro, ma lontani dal decimo posto del weekend (Cattivissimo Me 3, già in giro da sei settimane, che ha incassato ancora 297.433 euro). Pensi che l'unico a non naufragare completamente è stato il gradevole Chi m'ha visto (sì, è vero, sembra un titolo profetico), sesto con 490.307 euro, forte delle comparsate televisive e radiofoniche e dei 286 schermi di programmazione. Insomma, gentile ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, a proposito del suo autarchico voler imporre per legge, a chi torna a casa già stanco dal lavoro, film che, dati alla mano, in pochi vogliono vedere, ma di cosa stiamo parlando?
www.ilgiornale.it Maurizio AcerbiG entile ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ma qualcuno, tra i suoi validi assistenti, le ha fornito i dati relativi agli incassi cinematografici dei film italiani? Quelli che lei, per decreto, avallato dal Consiglio dei ministri, ha deciso di rendere obbligatori per legge, costringendo le tv (non a caso, contrarie) a programmarli in prima serata, infischiandosene del gusto del pubblico? Forse, l'aiuterà un breve ripasso dei numeri di un mercato che, fino a prova contraria, in una democrazia, ha ancora il suo peso. |
di B. Guerrazzi I commenti sono già eloquenti: e come già scritto, quando un organismo è malato, i libri e biblioteche servono solo come rinforzo psicologico, ma deve intervenire il chirurgo o le terapie della Medicina occidentale. Dopo si può ripartire con biblioteche anche interetniche, nel senso che ogni quartiere in città evolute dovrebbe avere una piccola biblioteca. A priori della terapia medica, nei fatti sarebbe come la Medicina alternativa o l'omeopatia. Il progetto come impostato o si pretende è deja vu, profuma della solita retorica vecchia pedagogica istituzionale ed ideologica della fu sinistra, espanderebbe il già presente minculpop local ad personam per le solite spesso pseudoculturali e fin troppe associazioni ferraresi, diversamente on lus..... E poi Internet arriva anche alla GAD, infiniti libri anche per gli smartphone dei migranti, dalla GAD agli extraterrestri di Andromeda. In ogni caso ci sarebbero i libri di Oriana Fallaci o Adonis o Magdi Allam? Fuffa della vecchia sinistra....
Info
http://www.estense.com/?p=644326
www.estense.com Foto d'archivio Riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento di Francesco Monini, direttore della rivista "Madrugada", relativo all'idea-provocazione sulla realizzazione di una biblioteca in Zona Gad lanciata recentemente su Estense.com di Francesco Monini E' proprio vero: una bella idea cammina con le sue gambe. Qualche settimana fa, Paolo Marcolini, presidente di Arci Ferrara, commentava l'imminente arrivo di un drappello di militari in GAD: "Al posto di 12 militari, mandateci 12 bibliotecari". Passano pochi giorni e la CGIL di Ferrara rilancia. Natale Vitali, segretario di Cgil Funzione Pubblica, rilascia un'intervista dicendo più o meno: prendiamo sul serio quella provocazione, trasformiamola in progetto concreto, promuovendo "un confronto largo e partecipato". Dunque, una biblioteca in GAD. Ma a far cosa? Non ci sta come i cavoli a merenda? Che c'entrano i libri con un quartiere dolente, impoverito, abbandonato, impaurito? Qualcosa provavo già a dirla all'inizio |
|