Luca Facebook Eretici in Italia, OGGI? Rampini, Del Nebbio, Cruciani ecc.
...Sono perfetti come sovranisti evoluti....Visto col Green che è successo in Spagna?
Luca Facebook Eretici in Italia, OGGI? Rampini, Del Nebbio, Cruciani ecc.
...Sono perfetti come sovranisti evoluti....Visto col Green che è successo in Spagna?
https://www.ibs.it/via-crux-contro-politicamente-corretto-libro-giuseppe-cruciani/e/9788830904002
«L’egoismo è il motore del mondo. Senza l’egoismo per la propria famiglia, senza l’egoismo per i propri interessi economici, senza l’egoismo che ogni giorno pratichiamo, non ci sarebbero sviluppo e progresso. Diffidate dei buoni samaritani che dicono di agire per il bene comune. Sono spesso degli impostori.»
Partendo da questo assunto, Giuseppe Cruciani,
da sempre voce di rottura fuori dal coro, conduce la sua battaglia
contro il politically correct imperante che, a suo dire, sta avvelenando
la società di oggi. Un vero e proprio manifesto libertario che affronta
temi di grande attualità: la «cultura della cancellazione» e
l’inclusione, le parole proibite, la dittatura LGBT, il nuovo
femminismo, l’immigrazione, l’ambientalismo estremo, la prostituzione.
Perché il politicamente corretto rappresenta il nemico assoluto della
libertà di espressione, una gabbia all’interno della quale rischia di
morire la creatività, ma soprattutto l’individualità. E l’ossessione di
non ferire nessuno finisce col renderci tutti uguali e falsi inquinando
l’autenticità e la spontaneità dei rapporti umani. Da qui la sua lotta
in nome del diritto inviolabile di ciascuno di dire ciò che pensa senza
che qualcun altro stabilisca quello che si deve dire, come si deve dire e
quello che non si può dire. Con il solo obiettivo di essere ascoltato, e
senza la minima intenzione di fare il guru o il predicatore. Solo per
opporsi a chi, esercitando il controllo sulle parole, vuole controllare
anche le nostre vite. Perché le parole sono libertà. E cercare di
reprimerle, provare a modificarle, punire chi non si adegua, è una forma
di tirannia. Una forma di totalitarismo insidiosa poiché velata e
mascherata di buone intenzioni.
Opera, saggio, eretica e fuori dal Coro, dell'intellettuale italiano, persino contro il politicamente corretto di gran moda, ultimi anni, di derivazione americana, nonn caso specchio della vera psicologia americana noto per Radio Zanzara... Asino Rosso...Libro per palati forti e molto salutare nell'Italia, certa Italia di sinistra intellettuale,mentale,sociale ...
https://torinocronaca.it/news/tempo-libero/443433/cartier-bresson-e-l-italia-un-amore-lungo-una-vita-sbarca-a-camera.html
https://asinorossoferrara.blogspot.com/2025/01/giuseppe-cruciani-via-crux-contro-il.html
Cruciani, perché Via Crux?
«Perché è una sorta di
predicazione. Mi sacrifico, mi metto in croce, senza essere blasfemo,
per parlare a nome di quelle persone che per paura non dicono ciò che
pensano».
Una prima vittoria contro il politicamente corretto è stata quella di Trump alle elezioni americane...
«Sì,
certo. Posso non essere d’accordo con alcune cose che dice Trump ma di
sicuro lui ha portato il free speech. Anche se il politicamente corretto
è difficile da scardinare, si insinua dappertutto».
Che cosa ne pensa dei “vip” che si sono tolti dalla piattaforma X di Elon Musk?
«È
una stupidaggine colossale. Ognuno è libero di fare quello che vuole.
Ma se temi il pericolo dell’ autoritarismo, che peraltro non esiste, lo
combatti, non ti sottrai alla discussione. Comunque chi si è tolto è
perché lì non faceva business, la loro è stata una decisione indolore».
La accusano un po’ di tutto, di essere razzista, omofobo. Anche se ha detto di aver avuto in passato un’attrazione maschile...
«È
stato un episodio di molti anni fa, ne parlo anche nel mio libro “Via
Crux”. Io andavo spesso alle feste di Luxuria al Muccassassina e una
volta c’era un tipo alla Freddie Mercury che mi incuriosiva, ma non è
successo niente. Comunque le accuse, le prendo con grande tranquillità.
Ce n’è una, però, che mi infastidisce molto».
Qual è?
«Quando
mi dicono che parlo così perché ho degli interessi dietro. Io non ho
nessun committente, è tutta farina del mio sacco, non sono il
menestrello della destra, di cui, tra l’altro, non condivido alcune
cose, ad esempio io sono per la liberalizzazione delle droghe».
A bocce ferme, anzi disintegrate, ci si potrebbe chiedere se i cosiddetti «comunisti eretici» abbiano «sbagliato in grande», sprecando la loro intelligenza nella critica costruttiva di qualcosa che non aveva troppe chance di successo storico, o se invece abbiano «sbagliato in piccolo», svolazzando come falene intorno a un totalitarismo che, alla prova dei fatti, si dimostrava ogni volta molto più intelligente e bruciante di loro nel fare politica attiva, fin tanto che la faccenda poteva durare (magari rinvigorita periodicamente a suon di legnate e gulag).
È destino di molti intellettuali engagé finire in una simile ambiguità, ma quelli comunisti ci sono cascati come nessun altro (indice di una maggior «credibilità umanistica» del comunismo o del fatto che alla fine i «nazi» della premiata ditta Carl Schmitt&C. erano più accorti?). A ogni modo, la loro storia commovente, spesso tragica, è ripercorsa in un possente volume in uscita oggi nelle librerie: L’età del comunismo sovietico. Europa 1900-1945 (Jaca Book, pagg. 674, euro 40, a cura di Pier Paolo Poggio). È il primo di una serie di cinque volumi intitolata «L’altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico»: ...
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