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domenica 26 settembre 2010

Transvision 2010 Stefano Vaj

*da CONTROCULTURA SUPEREVA INTERVIEW

*Stefano Vaj: tra i leaders della nuova futurologia italiana e europea, internazionale.

 D- Il futurismo alla luce del postmoderno e del postumano

(Stefano Vaj) Il futurismo naturalmente si invera e realizza nel superamento dell’umanismo e, attraverso la conquista tecnica del mondo e della nostra stessa natura, della condizione umana medesima. Ma in fondo, come dico nell’articolo di introduzione al numero speciale di Divenire sul futurismo, l’importanza decisiva del futurismo consiste nel fatto di rappresentare proprio la saldatura tra il pensiero postumanista che da Nietzsche e Darwin in poi si sforzava ormai da una cinquantina d’anni di pensare un mondo ormai totalmente esplorato, in cui Dio è morto e l’uomo è chiamato a diventare qualcosa di diverso da sé per “ereditare la terra”, da un lato; e la presa d’atto, dall’altro, dei portati della tecnica moderna, che rappresenta il mistero stesso di tale trasformazione, la sfida centrale di tale autosuperamento, il pericolo e l’opportunità più grande nascosta dietro la singolarità storica che ci incalza, singolarità che solo un’entropica fine del divenire storico-culturale – del resto da più parti auspicata nelle vesti del ritorno ad un’Età dell’Oro, come tale alla fin fine colorata di aspetti pre-umani – potrebbe davvero scongiurare.....

 H+ webzine - Recensioni 

Mutare o perire. La sfida del transumanesimo - 23/02/2010

Prefazione di Stefano Vaj

Mutare o perire. La sfida del transumanesimo (Sestante Edizioni, Milano 2010) è un libro che non ha paura di richiamarci all’esortazione nietzschana a “divenire ciò che siamo”, e che si colloca in quello spazio prometeico, futurista ed apertamente postumanista della cultura europea che vede oggi in Riccardo Campa uno dei più impegnati ed autorevoli esponenti.

Campa è infatti un autore pienamente integrato nel movimento transumanista, ed anzi particolarmente rappresentativo dello stesso, ma in cui appunto si esprime in modo più chiaro la consapevolezza della connessione, a vari livelli, tra il superamento dell’umano (“postuman-ismo”) e quel superamento heideggeriano dell’umanismo (“post-umanismo”) che appare oggi al tempo stesso il presupposto e la inevitabile conseguenza della metamorfosi che la tecnoscienza ci spalanca – può spalancarci, se sapremo guardare al nostro destino negli occhi. Giacché tale difesa dell’ “antropocentrismo”, nel senso in cui Roberto Marchesini utilizza questo termine, l’umanismo cioè ed inteso come orizzonte ultimo ed obbligato della nostra avventura, rappresenta l’esatto contrario dell’Umanesimo che ricollegandosi, agli albori dell’era moderna, alle più antiche radici all’epoca conosciute incarnò il primo vagito di riscossa dall’alienazione monoteista e dualista; e costituisce invece il collante generale, il comune denominatore di chi tra “mutare” e “perire” (perire se non altro come “esseri storici”) non ha oggi esitazioni a scegliere il secondo termine. Ma rappresenta pure una scoria ed un riflesso condizionato capace di risorgere anche dove meno te lo aspetti, laddove ad esempio l’entusiasmo più o meno naïf per la tecnoscienza rischia di colorarsi, specie oltreoceano, di determinismo, universalismo, provvidenzialismo (magari nella forma di qualche Mano Invisibile di natura economica…), quando non di tinte apertamente escatologiche – del resto facilmente suscettibili di rovesciarsi in millenarismo, vedi la recente insistenza di alcuni autori sui cosiddetti “rischi esistenziali” – che è facile decostruire come l’ennesima secolarizzazione del mito giudeocristiano...

s- AIT sito

domenica 20 giugno 2010

Transumanisti Stefano Vaj in Divenire 4

DIVENIRE-N_-4.jpgSutti.jpgDIVENIRE IV AA.VV.  a cura di Riccardo Campa (Sestante edizioni, 2010)

 

 

Il tema dominante del quarto volume di Divenire è la rottura con l’umanesimo, religioso ma non solo, che caratterizza la nostra era tecnologica. La questione è affrontata da varie angolature, nella maggior parte degli articoli, e in molti casi viene individuato nell’Umanesimo prerinascimentale e rinascimentale –per il suo stretto legame con il paganesimo greco-romano – un punto di svolta nel percorso che ci consente oggi di riflettere su un possibile futuro postumano.
Il numero si distingue anche per le firme prestigiose che contribuiscono a questa nuova esplorazione dei legami tra la tecnica e il postumano.

 

La scienza e la natura di Luciano Pellicani

La crisi dell'umanismo di Gianni Vattimo

Soggettività e ontopoiesi, di Roberto Marchesini
Oltre la specie, di Aldo Schiavone

L’aroma del passato più prossimo. Note su tecnologia, comunicazione, politica, di Mario Pireddu 

Dipendenze transumane, di Salvatore Rampone  

Le radici pagane della rivoluzione biopolitica, di Riccardo Campa In apertura della sezione Genealogia, appare un lungo saggio di Riccardo Campa intitolato “Le radici pagane della rivoluzione biopolitica”, dove la tensione verso il postumano che lo straordinario sviluppo delle tecnologie nell’era contemporanea convoglia viene geneticamente ricondotta ai valori del paganesimo greco-romano. Si tratta di uno studio complementare a quello che viene indicato come un capolavoro della sociologia storica: Le radici pagane dell’Europa di Luciano Pellicani.

Il sovrumano nel transumano, di Max More
Transumanismo ed ermetismo, di Remi Sussan
Karl Marx, il futurologo, di Roberto Guerra
Una rovina perpetua, di Emanuele Pilia
L’evoluzione della Net-Sfera, di Ugo Spezza 
 

La tentazione a-storica. Come il cinema narra la mitologia luddita, di Francesco Boco
Il transumanismo d’azione. Recensione di “Mutare o perire”, di Stefano Vaj  chiude il volume la sezione Libreria, dove trova posto una recensione di Stefano Vaj del nuovo libro di Riccardo Campa: Mutare o perire. La sfida del transumanesimo. Nell’articolo, significativamente intitolato “Il transumanismo d’azione”, Vaj mette in luce in particolare lo spirito volontaristico che permea l’opera, ove non si dà mai per scontato l’avvento di un futuro postumano, ma lo si inquadra come possibile evento storico vincolato all’impegno delle generazioni presenti.

*STEFANO VAJ noto professionista milanese, è dal 2001 docente di diritto delle nuove tecnologie all'università di Padova. Pubblicista dal 1980, ha regolarmente collaborato sino ad oggi a quotidiani e periodici disparati, dalla Gazzetta Ticinese a Rinascita alla Padania, da Nouvelle Ecole a The Ring a l'Uomo libero, con vari saggi ed articoli in materia di movimento delle idee, metapolitica e divulgazione scientifica, che si affiancano ad un'altrettanto intensa attività di conferenziere e traduttore. Già segretario del circolo culturale futurista Quarto Tempo e responsabile per l'Italia del Sécretariat Etudes et Recherches del GRECE, è autore tra l'altro di: Biopolitica. Il nuovo paradigma (SEB, Milano 2005), Indagine sui diritti dell'uomo. Genealogia di una morale (LEdE, Roma 1985), La tecnica, l'uomo e il futuro (l'Uomo libero, Milano 1984), L'uomo e l'ambiente (l'Uomo libero, Milano 1982), Legalità e legittimità nell'ordinamento giuridico italiano (ContrOpinione, Milano 1980).

http://www.biopolitica.it/

http://guide.supereva.it/controcultura/interventi/2010/03/stefano-vaj-la-biopolitica-postmoderna

 

http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=product_i...
http://www.sestanteedizioni.com/new/index.php?pagename=in...
http://www.divenire.org

http://www.transumanisti.it
http://transumanisti.wordpress.com/2010/05/13/divenire-4/...

martedì 16 febbraio 2010

Transumanisti Stefano Vaj Recensione di Mutare o Perire di Riccardo Campa

Mutare-o-perire.jpgDA FONDO MAGAZINE - MINO RENZAGLIA

TRANSUMANESIMO: MUTARE E PERIRE - RICCARDO CAMPA (SESTANTE EDIZIONE)  RECENSIONE DI STEFANO VAJ

Mutare o perire. La sfida del transumanesimo (Sestante Edizioni, Milano 2010) è un libro che non ha paura di richiamarci all’esortazione nietzschana a “divenire ciò che siamo”, e che si colloca in quello spazio prometeico, futurista ed apertamente postumanista della cultura europea che vede oggi in Riccardo Campa uno dei più impegnati ed autorevoli esponenti.

Campa è infatti un autore pienamente integrato nel movimento transumanista, ed anzi particolarmente rappresentativo dello stesso, ma in cui appunto si esprime in modo più chiaro la consapevolezza della connessione, a vari livelli, tra il superamento dell’umano (“postuman-ismo”) e quel superamento heideggeriano dell’umanismo (“post-umanismo”) che appare oggi al tempo stesso il presupposto e la inevitabile conseguenza della metamorfosi che la tecnoscienza ci spalanca – può spalancarci, se sapremo guardare al nostro destino negli occhi. Giacché tale difesa dell’ “antropocentrismo”, nel senso in cui Roberto Marchesini utilizza questo termine, l’umanismo cioè ed inteso come orizzonte ultimo ed obbligato della nostra avventura, rappresenta l’esatto contrario dell’Umanesimo che ricollegandosi, agli albori dell’era moderna, alle più antiche radici all’epoca conosciute incarnò il primo vagito di riscossa dall’alienazione monoteista e dualista; e costituisce invece il collante generale, il comune denominatore di chi tra “mutare” e “perire” (perire se non altro come “esseri storici”) non ha oggi esitazioni a scegliere il secondo termine...

CONTINUA http://www.mirorenzaglia.org/?p=11979

WWW.TRANSUMANISTI.IT

WWW.DIVENIRE.ORG

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=Yd9cf_vLviI

giovedì 11 febbraio 2010

I Futuristi sovietici

futuristi in Russia.jpgda Corriere Veneto
 
Tra tutto quello che si è detto e scritto in occasione del Centenario appena trascorso, della nascita del Futurismo (nasce a Parigi nel 1909 con il Manifesto firmato da F.T. Marinetti su Le Figaro) sembra non si sia mai fatto cenno alla partecipazione del Movimento alla Biennale di Venezia. Ebbene, per ben tre volte il Futurismo fu presente, in veste ufficiale, ai giardini della Biennale e in maniera decisamente insolita: non fu il Padiglione Italia ad accogliere e esporre le opere bensì il Padiglione russo o meglio dell’URSS. Questo accadde nel 1926 e poi ancora nel 1936, mentre solo nel 1942 alla sede espositiva venne dato il nome di Padiglione del Futurismo Italiano. Nel catalogo della Biennale del 26 si legge: «Padiglione dell’U.R.S.S. gentilmente concesso alla mostra del Futurismo italiano. Commissario ordinatore F. T. Marinetti» e fu un’edizione con ben diciannove artisti futuristi presenti. ...
 
continua http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cultura_e_tempolibero/2010/25-gennaio-2010/i-futuristi-sovietici-1602342001979.shtml

VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=Mrz2pLjWLdg


Annoiato? Prova i giochi di Messenger!

martedì 12 gennaio 2010

Il libro nero del Passatismo Angelo Lippo

NEANDERTHAL E HOMO SAPIENS.jpgDA LITERARY ON LINE

di Angelo Lippo

Siamo sinceri, non passa santo giorno che il Signore ha creato (intanto chiediamo scusa a Dio per averlo tirato in ballo), che non si apre una mostra, un festival, un reading poetico, una serata culinaria o di musica, non arrivino in libreria una catasta di libri che parlano di rapporti con la fotografia, il teatro, la pittura, la letteratura, la politica, insomma sembra di trovarci dinanzi ad un nuovo Diluvio Universale. Il fatto è che non c’è nessun Noè che dia ospitalità, perché l’assalto è continuo, caparbio, tenace, e sembra obbedisca ad un imperativo categorico: “non mollare”.

        Queste celebrazioni per il Futurismo, più precisamente i “Futurismi”, considerati gli affluenti che sono nati da tutta una serie di festeggiamenti a diversi livelli, in misura predominante quelli “locali”, sarebbe più esatto chiamarli “localistici” e “provincialotti”, sono in teoria più che giuste, come ha scritto domenica 19 aprile sul Corriere della Sera Gillo Dorfles, il quale dopo aver detto che “finalmente si è riconosciuta l’importanza di questa corrente come la più geniale del primo Novecento”, ha altresì aggiunto che “Dall’altro lato, per contro, non ci si è resi conto di quanto trombonismo, enfasi goffa, retorica da strapazzo, risultava in tante affermazioni perentorie, esaltazioni eroi-comiche, sia nel settore visivo che in quello letterario del movimento”.

http://www.literary.it/dati/literary/lippo/futurismo_celebrazioni.html

video http://www.youtube.com/watch?v=z7jdfd6b71Y

mercoledì 23 dicembre 2009

Nuovi Poeti: Marco Pironi

 millumino-dimmenso.jpg

*dalla prefazione di Federico Balsamini

“... Lo stile letterario, seppure vario e sperimentale, s'ispira a quello ermetico, breve e intenso, che vuole arrivare all'anima del lettore, nonostante il velo metaforico...”



50 poesie (Il Mio Libro.It edizioni), come la bandiera americana e le sue 50...stelle. Questo il bel titolo della raccolta poetica d'esordio per Marco Pironi, studente di psicologia a Padova, già vincitore per ben due edizioni del concorso di poesia della prestigiosa Società Dante Alighieri di Ferrara.



Ferrarese, il giovane Pironi, nonostante o per la creatività precoce rimbaudiana, si muove già in orizzonti poetici consapevoli e relativamente definiti: tra echi di Ungaretti, per la forma spesso rapida, Campana per certo surrealismo interiore, certo romanticismo francese  scapigliatura italiana per la -appunto- adolescenza maturità, ardito già nel connettere l'autoriflessione poetica con il divenire de L'Altro, società o umani che siamo.



E tra le righe, gli interstizi, i witz, l'archetipo del Puer junghiano e lapsus, forse calcolati, delle parole - e tale cifra lo differenzia da altra poesia nuova e giovane-  la poesia come psicologia, come ben narrava lo stesso Freud meno clinico e più letterato.

INFANTE di Marco Pironi

Che ignorante non è

svelare non può

i segreti

dell'immortale immaturità

che Dio creò.

Roby Guerra


http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=324978

video http://www.youtube.com/watch?v=bQOaNWs-cCw

 

sabato 7 novembre 2009

ZAIRO FERRANTE recensione di Emilio Diedo

damore_di_sogni_e_di_a.jpgda LITERARY MAGAZINE ON LINE

L’autore della suddetta silloge poetica (D'Amore, Di Sogni e altre Follie-Este Edition-Ferrara), Zairo Ferrante, è un debuttante appena ventiseienne, di Salerno ma residente a Ferrara, in attesa di conseguirvi la laurea in Medicina e Chirurgia.

Può essere pacificamente definita poesia sui generis, questa prima binomiale esperienza del nostro estense-salernitano scrittore. Binomiale, in quanto ai versi è abbinata una sorta di didascalico, assiduo accompagnamento (non c’è componimento che non sia preceduto da tale supporto), rigorosamente in prosa.

In primis risalta un originale aplomb all’insegna d’un estemporaneo modello letterario, talora non dissimile all’apàllage, valutato nel contesto poetico. Estemporanea originalità che si connota già a partire dalla spiazzante nonché disarmante auto-Prefazione/Presentazione, verificabile nella strutturazione del linguaggio. Ma l’intento, dichiaratamente predefinito fin dall’incipit, è il confezionamento d’una raccolta organica, continua, che mira ad una ben bersagliata finalità, intravedibile in un continuum niente affatto banale.

Più nello specifico, di che tipo di poesia si tratterebbe?

Intimisticamente parlando, sono «poesie che ritengo – è il medesimo poeta a svelarlo al suo ipotetico lettore – una specie di scaccia-incubi o acchiappasogni […] le mie follie [che] racchiudo su carta e ve le dono con gioia!!!», cfr. p. 7...

continua http://www.literary.it/dati/literary/diedo/damore_di_sogni_e_di_a.html

http://www.youtube.com/watch?v=zx-Xgx36U34

venerdì 23 ottobre 2009

FEDERICO BENEDETTI PERFORMANCE

BENEDETTI.jpg“Euridice” il  bel romanzo di Federico Benedetti (edizioni Cicorivolta), ferrarese e musicista, da tempo a Padova è stato presentato alcuni giorni fa al Bar Tiffany di Ferrara. Benedetti è stato spallegggiato dall'attore Fabrizio Bonora, letture dal testo, mixato dalla musica live dello scrittore stesso-

Così , recentemente Estense Com ha  presentato “Euridice” :" è un romanzo d'amore; racconta infatti l'amore tra due adolescenti, vissuto come un mezzo per evadere dalla realtà circostante, dall'atmosfera della provincia, dalla propria famiglia e anche da se stessi; ma è anche un romanzo storico: nonostante la mancanza di riferimenti cronologici o geografici precisi, l'azione si svolge infatti nell'Italia degli anni Settanta, in seno prima alla contestazione, poi al terrorismo. “Euridice” è altresì un romanzo iniziatico: dai quindici ai diciannove anni, i protagonisti vivono il cruciale passaggio dall'adolescenza alla vita adulta, nell'illusione che tutto sia possibile, anche lo spreco."

La performance, più che una normale presentazione del volume, realizzata nell'estivo del Tiffany, davanti ad un buon ed attento pubblico, nonostante la giornata grigio piovosa, ha amplificato ulteriormente la puntuale anticipazione del quotidiano on line. Anzi, davvero un rapido, disincantato, brillante ed autorevole live set quasi, stile di fare parola e scrittura e comunicazione non molto frequente a Ferrara.

Tra il Benedetti musicista, free jazz quasi con il sassofono e le parole, interstizi, estratti del volume ben animati e parlati.. da Bonora, Euridice nella metafora ha parlato liberando il fare anima modernissima dai lacci delle pagine. Operazione apparentemente autobiografica o soltanto: piuttosto, controcorrente rispetto a molte evocazioni simili contemporanee, la Storia sociale e personale riformattate in chiave soggettuale e-ma oggettivante. Tra erotismo come cifra letteraria alla Lacan o alla postReich, quasi e ironia contemporanea su certe mitologie anche del post 68. Le parole come potente volontà e voluttà di Bellezza, la storia e il sociale attraversate come futuro anteriore mai nostalgico, ma appunto input verso l'avvenire e il desiderio del divenire. Un bel romanzo originale e impetuoso e un collaudo d'avanguardia.

http://www.myspace.com/federicobenedetti

http://www.deastore.com/libro/euridice-federico-benedetti-cicorivolta/9788895106502.html

video http://www.youtube.com/watch?v=-On6smfxm9s

mercoledì 21 ottobre 2009

PER UNA CULTURA SCIENTIFICA da Piero Angela

GALILEO 2.jpg«Una cosa che mi stupisce sempre è che un’iniziativa così bella e così pulita come il CICAP non attragga più persone» ha detto ieri Piero Angela al Convegno organizzato nell'ottobre 2008 dal CICAP a Padova e che ha registrato il tutto esaurito.

E’ un dato oggettivo, infatti, che a fronte delle tante iniziative intraprese dal Comitato (l’indagine, la sperimentazione e la verifica su misteri e fatti insoliti, la pubblicazione di riviste e libri, l’organizzazione di conferenze e convegni, la presenza su Internet, gli interventi sui media, la consulenza a giornalisti e a tutti coloro che ci interpellano...) il numero di persone che si impegna, anche solo sottoscrivendo un abbonamento alla rivista Scienza & Paranormale, non sia sensibilmente cresciuto negli anni....

martedì 22 settembre 2009

FEDERICO BENEDETTI ALL'ARIOSTEA

EURIDICE DI FEDERICO BENEDETTI.jpgDA ESTENSE COM

Euridice’, il romanzo di Federico Benedetti, all’Ariostea

Si intitola “Euridice” il romanzo di Federico Benedetti che oggi alle 17,30 sarà presentato nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. All’incontro interverranno, assieme all’autore, anche Claudio Cazzola e l'attore Fabrizio Bonora, che proporrà letture dal testo, con un accompagnamento musicale.

“Euridice” è un romanzo d'amore; racconta infatti l'amore tra due adolescenti, vissuto come un mezzo per evadere dalla realtà circostante, dall'atmosfera della provincia, dalla propria famiglia e anche da se stessi; ma è anche un romanzo storico: nonostante la mancanza di riferimenti cronologici o geografici precisi, l'azione si svolge infatti nell'Italia degli anni Settanta, in seno prima alla contestazione, poi al terrorismo. “Euridice” è altresì un romanzo iniziatico: dai quindici ai diciannove anni, i protagonisti vivono il cruciale passaggio dall'adolescenza alla vita adulta, nell'illusione che tutto sia possibile, anche lo spreco.

http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=55070&format=html

http://www.youtube.com/watch?v=Fn4g1cxJI84

giovedì 16 aprile 2009

2013 LA RIVOLUZIONE TRANSUMANISTA

TRANSUMANISTI.jpgTRANSUMANISMO CRONACA DI UNA RIVOLUZIONE ANNUNCIATA AA.VV

 A CURA DI RICCARDO CAMPA A.I.T ASSOCIAZIONE TRANSUMANISTI ITALIANI

SEZIONE ITALIA WORLD TRANSHUMANIST ASSOCIATION

(EDIZIONI LAMPI DI STAMPA)

Dove captare, non nel 2100, non nel 2109 (siamo stanchi noi futuristi democratici e scientifici di aspettare un altro centenario futurista o bicentenario di... Darwin), non nel 3000... una mappa, una New Machine politique... per trasformare e vivere il Sogno futurista, oggi transumanista possibile nel Reale?

Ai giorni nostri, era di Internet, e proprio grazie alla Rete, democrazia incontrollabile dell'informazione, memoria semivivente dinamica della specie umana, è ormai spazio, tempo, ciberspazio.... di scendere in campo, di costruire una Macchina elettronica- per così dire- politica, sottolineo democratica e scientifica, nei postulati dell'etica e l'estetica dell'Immaginazione scientifiche, e avviarla, innestarla, irradiarla nella giungla della sfera politico-sociale stessa

E' ormai dovere intellettuale, estinte le ideologie criminose del Novecento, alla luce dell'interfaccia Uomo-Società-Scienza di concretizzare le intuizioni visionarie degli Illuministi.. dei Socialisti utopici, dei Positivisti e Darwin stessi, dei futuristi storici, di certo umanesimo scientifico contemporaneo, sempre più necessario ormai nella cosiddetta sfera politica,da Julian Huxley a Sigmund Freud a Albert Einstein, a Norbert Wiener fino ai giorni nostri (magari tra i bordi concettuali ed espistemici di Jacques Monod, Kark Popper, Alvin Toffler, Paul K. Feyarabend, lo stesso Tehilard de Chardin, tra Scienza e Poesia) .

La Futurologia (dagli stessi Wiener e Toffler allo stesso Marshall McLuhan, oggi magari a Derrick de Kerckhove e Nicholas Negroponte al movimento futurista e futurologico contemporaneo cosiddetto transumanista fondato a Yale da Nick Bostrom e altri) è quasi “geneticamente “ destinata ad un 'evoluzione concreta del genere.

Futurologia: Scienza controversa da sempre, eppure, non solo una metodologia per le scienze sociali certamente non meno infallibile dei vecchi arnesi del Novecento (sociologia, economia, politica...). Nei fatti, già dal secondo novecento stesso ... nelle stanze dei bottoni di New York, Moska, Berlino, Parigi, Londra, Tokyo... (poco a Roma!Nonostante anche il celebre futuristico Club di Roma a suo tempo di Aurelio Peccei) attraverso sinergie dirette con equipe o ricercatori futuribili, li chiamino pure come vogliono. Mentre, oggi, dal duemila, la Scienza e la Tecnologia non sono più soltanto estensioni, amplificazioni della Vita sociale, economica e quotidiana, ma lo Stomaco... degli umani. I microchips sono il sistema umanitario,  oggi,  dell'organismo sociale umano!

Come meravigliarsi che i Sogni, filtrati dalla burocrazia e dalla burotica e da Uomini-Scimmia (tranne poche eccezioni) balbettanti al Potere ovunque, risultino incompiuti, persino sempre più evanescenti, quando appunto sono “interpretati” e “eseguiti” in tutti i link concretissimi della Vita Reale (dall'Economia al caffè del mattino) non dall'Uomo Scientifico e futurist, ma ancora da discendenti di Caldei e Aruspici...? Esistono, invece, oggi, più che mai tutte le risorse intellettuali, tecnologiche ed ecologiche (sottolineo) per il salto darwiniano e futurologico, transumano e postumano, inrinviabile per costruire davvero la Civiltà.

Nessuna utopia priva di scienza e tecnologia e realismo... all'orizzonte! Il cosiddetto Male non sarà mai eliminato completamente, né ignoranza, criminalità e sfruttamento dell'Uomo sull'Uomo. Gli umani saranno però liberi di scegliere il futuro individuale senza nascere con qualsivoglia handicap culturale e neonatale... Le risorse tecnoscientifiche sono già sufficenti per liberare gli umani non dal Lavoro ma dal Lavoro come schiavitù, come ricatto eterno della sopravvivenza in nome della... Croce... della Piramide....della Moschee.... delle Tavole.... del Partito.... dell' Economia... dello... Stomaco. Decenni di futurologia nel senso più ampio (tra scienza e arte del Novecento stessi) sono l'hardware già più attendibile di qualsivoglia filosofia residua già estinta politico-ideologica socioeconomica priva di parole e fatti e immaginazione e... Libertà scientifiche, del... secolo scorso e millennio stessi.

L'hardware per costruire il software, anzi i softwares, nuovi sistemi operativi futurpolitici, accettando pertanto la prassi e i codici della politica democratica moderna, anzi modernizzarla, dinamicizzarla, utilizzando davvero con scienza, co-scienza e immaginazione le nuove tecnologie straordinarie anche proprio per la Macchina Politica, riducendo al minimum maximum... le unità umane cosiddette uomini politici (per molti ruoli bastano giù notebook e I-Phone...).

Ecco il senso profondo, la logica e l'immaginazione del Senso, anche di tutta la futurologia italiana: dai pionieri pre-transumanisti cosiddetti, tra arte e scienza, tra futurismo artistico e futurologia contemporanea, dagli stessi Silvio Ceccato, Roberto Vacca, l'equipe stessa di Piero Angela a livello mediatico (primi nomi a memoria) ai futurologi dell'era di Internet, i transumanisti nelle loro diverse voci plurali.

Ecco l'Immaginazione e la Logica del senso in primo piano, senza tanti fronzoli cerebrali, ad esempio nel volume programmatico Transumanismo: una Rivoluzione Annunciata (Lampi di Stampa) a cura dell'A.I.T di Riccardo Campa ed equipe, anche a nome di tutti i futurologi e i futuristi contemporanei italiani nello specifico nazionale e territoriale. Un florilegio delle cronache futuriste e transumaniste postinternet: un delizioso copia e incolla a più voci, transumanisti e dissenzienti neopassatisti (anche elevati ed llustri- tipo Fukuyama o Veneziani) già prova popperiana, tale ospitalità... dello Stile postpolitico della prossima rivoluzione Futurist in Italia, democrazia e scienza on line e live, con programmi, parole e sogni in lingua umana, non esoterica come i movimenti politici del Novecento..

Un microgrande book, già in sé, un libro dopo Internet, necessario per la comunicazione di massa (al quadrato) e l'informazione futurpolitica. Trasparentissima l'opzione radicale, futuribile e libertaria, estesa anche agli scenari nascenti del postumano e dell'Altro cyborg (e forse alieno). Contro certo oscurantismo anche eco-new age contemporaneo, non solo neotradizionale o veterocomunista, persino contro il nascente razzismo “umano” attardato e reazionario antiscientifico e neooscurantista verso gli scenari possibili di Intelligenze diverse da quella Umana.

Quando proprio soltanto il Reale Interfaccia di Noi Umani con altre Intelligenze non umane – sarebbe sarà la prima volta nella Storia- è l'anello mancante tra la Preistoria e la Civiltà! Sarà per la prima volta... l'esperienza concreta dell'Altro, mancanza con-genita della specie umana, il primo specchio autentico che da sempre, proprio per l'impossibilità di interfaccia concreti con un Altro intelligente ma bio-diverso, può spiegare scienticamente e psicologicamente la schizofrenia altrettanto originaria di noi umani, sospesi tra la scimmia e l'homo sapiens, tra la bestia e la santità, costretti biologicamente sempre a vivere- per forza di cosa- l'eterno ritorno dell'eterna ricerca del proprio sé (lo si chiami come si vuole) e dell'Altro,  dell'Utopia in chiave sociale, sempre fondamentalmente nell'Immaginario, per -appunto- l'impossibilità di esperienze concrete con Intelligenze geneticamente diverse da Noi.

Ironia della Storia, anche: tutta la storia per concretizzare l'uguaglianza genetica giuridica nei crani degli umani, ma... il peccato originale però fondamentale per poi sopravvivere ( e quasi mai sopra-vivere) all'altezza delle conquiste democratiche e moderne è proprio la nostra schiavitù dalla nostra comune uguaglianza biologica e genetica!

Perciò, sempre, nella storia l'Horror Novi delle resistenze degli umani incapaci e ostili, per scelta individuale o costrizione sociale, (mai biologica!) verso il Progresso dell'Umanità, verso appunto Idee e Azioni Nuove: non solo il contenuto, il software delle Nuove Idee, ma proprio l'hardware, sistemi operativi non più funzionali al sopra-vivere degli umani.

Riassumendo: Transumanismo a cura di Riccardo Campa e i transumanistii, futurologi italiani del nostro tempo (lo stesso Campa, Stefano Vaj e molti altri) è il primo superpost rivoluzionario per programmare nei prossimi anni Pensiero+Azione, una nuova Macchina Politica inedita, dirompente, democratica, scientifica, energia scientifica e artistica d'avanguardia e potenzialmente persuasiva per gli scenari italiani prossimi venturi. 

ROBERTO GUERRA (A.I.T.  transumanisti italiani- presidente Riccardo Campa)

www.transumanisti.it

http://thefuturist.splinder.com/

http://www.youtube.com/watch?v=NCIV17NFswk  FILMATO

venerdì 20 marzo 2009

STEFANO VAJ A "THE FUTURE AND YOU"

 TRANSHUMAN.jpgStefano Vaj intervistato sul transumanismo da "The Future and You"

Stephen Cobb, il curatore del noto podcast americano "The Future and You", ha realizzato una lunga intervista audio in inglese a Stefano Vaj, segretario nazionale dell'AIT, sul transumanismo in generale e sulla sua situazione in Italia, che è stata trasmessa negli episodi del 25 Febbraio e del 4 Marzo 2009, accessibili rispettivamente qui***  e qui.

 

Stefano Vaj (Author, futurist and transhumanism activist) is today's featured guest. (This is the first half of his interview.)

Topics include: Why transhumanism is taken seriously by the Italian public and the Italian press (as opposed to the American public and American press which often view transhumanism as a delusional fantasy). Why Europeans do not share the American view that Intellectuals are outside the loop in their ivory towers and are therefore unimportant. The influence of the Catholic Church in public and political life in Italy, and as the main opponent to transhumanism. How politicians in Europe use fear of transhumanist ideas as a tool to get more votes. What Stefano does as a transhumanism activist, and what listeners can do in their own lives and in their own ways if they wish to help this cause too. He also talks about the new Singularity University, and the new transhumanist periodical, H+ Magazine.

Hosted by Stephen Euin Cobb, this is the February 25, 2009 episode of The Future And You. [Running time: 44 minutes]

Stefano Vaj is author of the book Biopolitics of the New Paradigm which covers the biotechnological areas of transhumanism. He is also: a public speaker fluent in several languages; on the Board of Directors of the Italian Transhumanist Association; an Italian lawyer with offices in Milan, Italy and Brussels, Belgium; an Architect of the Order of Cosmic Engineers; and an active contributor to the Hplus2, Extropy and World Transhumanist Association discussion boards. (Though fluent in several languages, his own blog and his books are written in Italian and not yet available in English.)

News in this episode: [1] Google's new Latitude lets you see the location of your friends on Google maps using the GPS in their phone, and lets you immediately contact them with IM, SMS or a phone call. [2] Google has made one million public domain books freely available for reading on iPhones.

 Direct download: TFAY_2009_2_25.mp3

www.transumanisti.it

http://thefuturist.splinder.com

http://www.youtube.com/watch?v=NCIV17NFswk filmato RAI TRANSUMANISTI

http://www.telestense.it/leggi_archivio.php?Id=8153 filmato Telestense 20 2 2009 FUTURISMO100 LIVE FERRARA

giovedì 19 febbraio 2009

STEFANO VAJ E LA BIOPOLITICA

BLADE RUNNER 3.jpgScianca intervista Vaj sulla biopolitica e sul transumanismo

Letteratura-Tradizione n. 43, dicembre 2008

Simona Cazzaniga

Nella interessante collana di confronti a due voci curata da Carlo Gambescia, il Settimo Sigillo di Roma pubblica in volumetto una lunga intervista di Adriano Scianca a Stefano Vaj, segretario nazionale dell'Associazione Italiana Transumanisti e autore di Indagine sui diritti dell'uomo. Genealogia di una morale (LEdE, Roma 1985) di L'uomo la tecnica e il futuro (l'Uomo libero) ed appunto di Biopolitica. Il nuovo paradigma (SEB, Milano 2005), che ho avuto occasione di recensire su La Padania del 30 settembre 2006, e di cui esiste oggi anche una versione digitale ed ipertestuale accessibile all'indirizzo www.biopolitica.it.

La forma dialogica fa sì che in poco più di sessanta pagine il libro riesca sia a tirare conclusioni che nel precedente saggio restavano parzialmente implicite a favore di una introduzione alla materia ed allo “stato dell'arte”, soprattutto scientifico, della rivoluzione biologica in atto, sia a definire meglio gli schieramenti ed i riferimenti culturali fondamentali che vedono contrapposti partigiani ed oppositori dell'autodeterminazione politica, culturale, ambientale e genetica delle comunità umane, così come, su linee non troppo diverse, partigiani ed oppositori della libertà di pensiero e di ricerca.

Data la formazione evidentemente filosofica e giornalistica di Scianca, gli scambi diventano perciò molto godibili ed interessanti soprattutto per chi è particolarmente interessato ai riflessi che le questioni bioetiche, ecologiche, antropologiche proiettano a livello ideologico, mitico, letterario, di immaginario collettivo, di cronaca contemporanea, di correnti intellettuali.

Certo, molto resta purtroppo fuori da questa chiaccherata ad alto livello. Questioni come il nucleare, gli OGM e l'indipendenza alimentare, l'animalismo, l'aborto, il “riscaldamento globale”, il picco petrolifero non sono toccate, o lo sono solo indirettamente. D'altro canto, la biopolitica si fa pretesto ed opportunità anche per disegnare un possibile “ricentraggio” generale in termini di visione del mondo da parte di tutti coloro che continuano a rifiutare l'idea di una fine della storia in un mondo omologato e cristallizzato, e scelgono oggi come ieri diversità, identità e divenire come proprio destino.

La chiave di questo ricentraggio è chiaramente posta sotto un'egida nietzschana, futurista e transumanista, per cui non sorprende che il termine stesso di biopolitica (che infatti dà nelle ultime riflessioni di Vaj molto più spazio, al di là delle biotecnologie strettamente intese, a cose come nanotecnologia, Internet, intelligenza artificiale, integrazione uomo-macchina) finisca per alludere più in generale alla natura cruciale di una rinnovata riflessione sul rapporto fondamentale tra l'uomo e la tecnica, in vista in particolare di un possibile avvenire postumano, incubo per molti, sogno per alcuni. Gehlen e Heidegger, piuttosto che Habermas e Foucault e Sloterdijk, vengono perciò in conto almeno quanto Darwin, Mendel, o Crick e Watson, e la tecnologia pirica che ha condotto alla rivoluzione industriale quanto la domesticazione del vivente. La biopolitica in fondo diventa perciò semplicemente il campo in cui è davvero possibile discutere di un futuro degno del passato di cui scegliamo di essere eredi, della tradizione prometeica e faustiana di cui ci vogliamo continuatori.

Conclude infatti Vaj: “Così, la trasformazione transumana che della biopolitica rappresenta l'aspetto centrale è innanzitutto il quadro di una metamorfosi possibile che traccia una linea ideale tra il mito europeo ancestrale che ci consegna ad esempio l'omonima opera di Ovidio da un lato, e dall'altro il Superuomo di Nietzsche, l'Uomo Moltiplicato di Marinetti, il Terzo Uomo di Gehlen, il Replicante di Ridley Scott, il Cyborg della fantascienza e della cultura transumanista, il Postumano di Marchesini. 'Natura che imita l'arte', è il caso di dirlo; anzi, arte che si fa natura, su una scala sinora neppure sognata”.

Stefano Vaj, Dove va la biopolitica?, a cura di Adriano Scianca, Settimo Sigillo-Le Interviste, Roma 2008, pagg. 72, EUR 8,00.

Simona Cazzaniga

Da: Letteratura-Tradizione n. 43, dicembre 2008

http://www.transumanisti.it/3_articolo.asp?id=69

www.transumanisti.it