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domenica 11 dicembre 2011

Perché N.O? Crescita/Decrescita * (01/3) di Vittorio De Pedys

01-VITTORIO DE PEDYS "Una possibilità : la decrescita
Le cronache 2011 di tutta Europa, ed in particolare in Italia, hanno posto l’accento, sulla crisi finanziaria che continua a devastare i redditi di intere popolazioni ed a falcidiare i risparmi degli attoniti cittadini. Uno stato di crisi “globale”: che senso puo’ avere allora dedicare uno studio al federalismo, epitome di visione locale delle situazioni ? La risposta giace non nel cosiddetto aspetto fiscale del federalismo, forse quello piu’ conosciuto e discusso, bensi’, come si vedra’ nello sviluppo del presente lavoro, in una visione totalmente diversa del problema della crescita, sostanzialmente irrisolvibile, ed in un’apertura verso le nuove possibilita’ che una economia a carattere piu’ locale offre. Se il globalismo internazionale e’ talmente centrale agli ingranaggi del problema da costituirne esso stesso il cuore, una possibilita’ da considerare con la massima serieta’ e’ che una risposta di segno opposto sia necessaria.

Sotto un punto di vista fondamentale, viene sottolineata da tutti gli “esperti” come il male principale che ci affligge sia di tipo economico, e cioè la mancanza di crescita del nostro Prodotto Interno Lordo (PIL) , che in effetti è in stagnazione da quasi due decenni. I paesi occidentali che negli ultimi lustri hanno talvolta marcato dei brevi periodi di crescita al 3%, hanno festeggiato come se si trattasse di grandi vittorie di politica economica. Nulla di più fuorviante. Gli indici delle Borse valori di tutto l’occidente, che dovrebbero riflettere gli andamenti reali dell’economia, si trovano oggi su livelli assoluti pressoché uguali rispetto a quelli di 15 anni fa; ciò sembra coerentemente indicare che i mercati finanziari registrano questa situazione di non-crescita. .......

*by POLARIS-8/2011


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http://nuovaoggettivita.blogspot.com/p/perche-no-crescitadecrescita-cura-di.html

sabato 26 novembre 2011

"Perchè N.O.? Crescita/Decrescita" a cura di Stefano Vaj e Sandro Giovannini (1)





*26/11/2011


01-STEFANO VAJ "Crescita o Decrescita?"


Prendo spunto da una conversazione privata con l'amico Giovannini per riproporre alcuni spunti che mi paiono particolarmente attuali in un momento cui alcune equivoche parole d'ordine come "sostenibilità", "decrescita", etc. vengono chiamate in rinforzo dalla propaganda di chi vede almeno a breve termine nell'affamare e mortificare i popoli europei ed accelerarne il declino modo migliorare per prolungare l'agonia di tutto un sistema il più a lungo possibile ("Abbiamo vissuto troppo a lungo al di sopra delle nostre possibilità", dixit con compiaciuto moralismo il catto-comunista a capo del cerimoniale nella zona amministrativa nota come Repubblica Italiana)............

01-SANDRO GIOVANNINI "Per ora intorno al dilemma 'crescita/decrescita' ”

Una riflessione come quella di Stefano Vaj, estremamente concentrata e fortemente direzionata, ci sollecita a domandarci quanto si sia realmente consapevoli dell’artificio che tutte le rivoluzioni e quindi alcune delle rivoluzioni ultime, nella fisica, nella biologia, nell’ancora sostanzialmente minoritaria interdisciplinarietà dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande, impongano al mondo delle humanities.....
 

mercoledì 12 gennaio 2011

Technoeconomy!

Il sito LinkedIn vuole debuttare in Borsa entro la fine di marzo
LUCA FORNOVO
A Wall Street torna a salire la febbre di Internet con Facebook e i social network rivali, pronti a quotarsi. E sulla Borsa di New York più di un operatore teme l’arrivo di una nuova bolla sul web, dopo quella del 2000. Forse è anche per questo che LinkedIn, il sito usato per creare relazioni nell’ambito del lavoro, ha deciso di accelerare i tempi e sbarcare a Wall Street già entro la fine di marzo. A novembre l’azienda, fondata nel 2003 da Reid Hoffman, ha scelto i suoi consulenti per la quotazione a New York: Morgan Stanley, Bank of America e Jp Morgan. Ma la consegna del modulo S-1, che avvia l’iter per lo sbarco in Borsa - alla Sec, la Consob americana, potrebbe impiegare alcuni mesi e quindi ritardare l’Ipo.

Un portavoce di LinkedIn si è limitato a dire che «la quotazione è una delle opzioni strategiche che stiamo valutando, il nostro principale obiettivo è creare valore nel lungo periodo per i nostri membri e azionisti». LinkedIn riesce a generare introiti grazie alla pubblicità e ai servizi premium a pagamento. La piattaforma di scambio per titoli di società non quotate a Wall Street, SharesPost attribuisce al sito un valore di 2,2 miliardi di dollari (1,3 miliardi di euro). LinkedIn, che può contare su oltre 85 milioni di membri, ha finora attirato 100 milioni di dollari grazie agli investimenti del fondo Sequoia Capital, e dei venture capital Greylock Partner e Bessemer. Il suo ultimo round di finanziamento (circa 23 milioni) risale all’ottobre 2008 e ha visto partecipare Goldman Sachs, Bessemer, Sap Ventures e la società McGraw-Hill.

 
C   http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201101articoli/62097girata.asp

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