Visualizzazione post con etichetta eros. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta eros. Mostra tutti i post
domenica 18 giugno 2017
domenica 28 maggio 2017
Tra Corrado Alvaro e Cristina Campo fu amore? Di PIERFRANCO BRUNI
Tra Corrado Alvaro e Cristina Campo fu amore?
Di PIERFRANCO BRUNI
Il raccontare è vano e le parole restano come vento tra le rughe delle foglie, ma è la morte che unisce pur separando. È la morte che lega pur in una lontananza forse solo apparente…
Eppure Cristina ha abbracciato l'ultimo respiro di Corrado… Corrado ha raccolto nel suo ultimo istante il respiro di Cristina,…
Non parlarmi con le parole.
Parlami con il silenzio!
Se il silenzio non dovesse bastare
inventa un rumore di mare tra le tue dita!
Sono altrove ma vivo tra i fantasmi che danzano tra i miei pensieri. Da quando sono ritornato a Roma vivo di solitudini e mi fanno compagnia gli spazi di voci che giungono dalla scalinata.
Sono altrove ma vivo tra i fantasmi che danzano tra i miei pensieri. Da quando sono ritornato a Roma vivo di solitudini e mi fanno compagnia gli spazi di voci che giungono dalla scalinata.
Trinità dei Monti. Piazza di Spagna. Non mi affaccio più.
Ascolto quando è possibile ascoltare. Mi ripeto frasi già scritte.
Se la favola della vita mi interessa più della vita stessa sono convinto, forse, che l'immaginario ricostruisce la fantasia della finzione rendendo l'una e l'altra realtà dell'anima.
Mi hai chiesto cosa è la realtà dell'anima...
Ascolto quando è possibile ascoltare. Mi ripeto frasi già scritte.
Se la favola della vita mi interessa più della vita stessa sono convinto, forse, che l'immaginario ricostruisce la fantasia della finzione rendendo l'una e l'altra realtà dell'anima.
Mi hai chiesto cosa è la realtà dell'anima...
Ti rispondo ascoltando ogni giorni la dissolvenza dei ricordi. Perché si partecipa alla vita soltanto cercando di restare nella fedeltà della memoria pur consapevoli della loro dissolvenza.
Ho vissuto senza mai perdere il vissuto della mia terra, di mia madre, di mio padre che alzava la mano ogni qualvolta partivo e sono arrivato tardi al suo ultimo viaggio.
A rincorrere la notte tra le stanze in silenzio mi sembra di ricucire ricordi di epoche. Sono sempre al loro solito posto gli oggetti. Qualcosa manca. Forse più di qualcosa. È il vento delle assenze che trascina lo sguardo tra gli spazi e le rose che scendono lunga la scalinata del nostro tempo a penetrare memorie tra le mie dita che afferrano solitudini antiche. Ho di pensieri l'aurora colma e terra battuta tra i miei occhi che osservano vele passare nel vento sui volti. Ho tralasciato gli oblii per custodire una vita. Siete qui ed ogni eco ha la vostra voce. Indissolubile sino a quando io non avrò smesso di abitarvi.
Mia Cristina,
hai poggiato la tua mano sul mio viso ed hai accarezzato le mie labbra nel gioco delle mie assenze.
Le mie assenze sono diventate oblio tra i ritorni e le fughe.
Ho avvertito nella tua presenza la lacerazione del dolore. Posso dirti che morire non è il triste epilogo di una avventura chiamata esistenza.
Non so se sono io ad aver lasciato questo cammino o se è il cammino che mi ha abbandonato.
Tu sei stata con me fino a chiudermi gli occhi. Poi mi hai raccontato. Il tuo racconto silenzioso mi ha parlato con gli echi di mia madre in un sogno sempre inevitabile.
Troppo tardi ti ho conosciuta. Ma il destino che mi ha dato la possibilità di incontrarti è stato, comunque, grandioso. Come sono grandiosi i tuoi sguardi quando cercano i miei occhi che vorrei tenere sempre chiusi per la stanchezza.
Cristina cara,
il tuo essere stata paziente e tigre mi ha permesso di vivere e di morire in un mondo sommerso dove ogni verità è oltre la realtà perché diventa memoria.
Sei stata il sorriso ultimo delle mie memorie del mondo sommerso.
In questo viaggio nel regno di Leuco' ritrovo la mia infanzia il mio paese le mie città d'Oriente e il mio linguaggio ha vocabolari di miti.
Non sono assente. Ho tra le rughe delle mani lo scavo della mia terra e il mistero si trasforma sempre in magia.
Con te ho ritrovato gli archetipi del mio passato perché il tuo parlarmi piano ha la voce malinconica delle donne che ho conosciuto nel tempo dei miei mediterranei.
Tu vivi i silenzi che solo io ora posso catturare.
Hai un sorriso appena accennato ed io mi perdo nel sogno che sarà.
Sei destino e sei foresta. Sei come un chiaro e un bosco: la tua amica Maria ha rigato di metafisica tutta la vita. Il tuo sapere è la saggezza cristiana dei pre conciliari.
Ti lascio con un saluto, mia dolce Cristina, che ha il respiro delle nostalgie. Ecco. Leggi queste mie parole che lascio annotate sul taccuino tra le carte sulla scrivania dello studio. Leggi soltanto. Non trarre alcuna conclusione e custodiscili come l'ultimo segreto.
Il vento ha spinto le tartane oltre le coste bianche. Gli orizzonti sono infiniti come le infanzie nella cifra degli Orienti. Si ascoltano nel vissuto delle memorie. Tempo passato come cartoline in bianco e nero nella voce delle madri che vanno via per troppo amore in una sommersa memoria. Racconta la breve età nel mistero dell'accaduto. Alla finestra sul mare i gabbiani di notte sono nuvole sparse tra le terre navigate. Ci sono le isole che tagliano il mito e ogni viaggio è come se fosse l'ultimo. Poi si riparte e il ritorno non è mai un porto per sempre. Danzo con te sotto la luna dai tre volti il canto di Nessuno. Le tartane nelle onde di altura hanno echi nel mistero del tramonto. I suoni delle sirene dialogano con la malia di Itaca che porto nel cuore come segreto d'alba.
Non dimenticare che la letteratura non è impastare scrittura e immagini. È vissuto. Chi ha vissuto si testimonia. Con il dolore.
Salutami anche Maria. La vostra amicizia mi ha avvicinato alla Aurora che ora attraverso.
Scrivere con le ferite significa ricucire la storia alla memoria e la memoria ai sogni che non si perdono.
Tu, nelle ore in cui il fuoco diventa fatuo, mi hai regalato la luna mai tramontata. La luna è la luce che filtra gli arcobaleni che leggi nelle mie distanze. Si vive di distanze e di distacchi. Tutto ancora può accadere anche se tutto è già accaduto.
Salutami anche Maria. La vostra amicizia mi ha avvicinato alla Aurora che ora attraverso.
Scrivere con le ferite significa ricucire la storia alla memoria e la memoria ai sogni che non si perdono.
Tu, nelle ore in cui il fuoco diventa fatuo, mi hai regalato la luna mai tramontata. La luna è la luce che filtra gli arcobaleni che leggi nelle mie distanze. Si vive di distanze e di distacchi. Tutto ancora può accadere anche se tutto è già accaduto.
Ora parlami con le parole
con le parole che non hanno bisogno di voce.
Se le parole non dovessero bastare
regala un silenzio alla luna e avrà la magia del canto.
Forse fu amore e amore tra gli sguardi e i silenzi. In amore i silenzi si raccolgono con gli sguardi. Fu l'ultimo sguardo di Corrado che si fisso negli occhi della pietà di Cristina in quel giorno di giugno, mentre sui gradini di Trinità dei Monti la vita trascorreva come sempre e la morte non segna la fine, forse altro….
*Cristina è Cristina Campo. La poetessa che è rimasta accanto a Corrado Alvaro nei suoi ultimi giorni di vita. Maria è Maria Zambrano, amica di Cristina. (Tra il labirinto l'infinito e l'accaduto insiste la speranza. Corrado Cristina e Maria sono un viaggio).
sabato 20 maggio 2017
Denny Kwan Sex-politik
fonte Il Giornale
Enrica Iacono
Sexy, provocante e attrice di professione. Alla 24enne Denny Kwan, però, è stato vietato dal governo cambogiano di girare film per un anno e di apparire in tv.
È stato addiritura chiesto alle case di produzione di non farla lavorare.
I 300mila follower della ragazza e le associazioni femminili per la parità di genere accusano ora il governo di aver violato la Convenzione Onu sull'eliminazione di tutte le forme discriminatorie contro le donne.
L'accusa nei confronti della giovane è di aver violato il codice di condotta del 2010, varato per promuovere la "conservazione, il mantenimento delle arti, la cultura, la tradizione e l'identità della nazione". Denny era già stata chiamata a maggio dal ministero della Cultura e delle Belle arti per essere "rieducata". "Mi hanno educato come si fa con una figlia - racconta la ragazza - ma io avevo detto che mi sarei riservata il diritto di continuare a vestirmi come volevo".
Adesso Denny crede che la sua sia una punizione "mirata". "In Cambogia ci sono attrici molto più sexy di me - ha detto al Phnom Penh Post - I ruoli erotici che ho interpretato io sono niente rispetto a quelli di altre mie colleghe. In ogni caso, so benissimo che è mio diritto vestirmi come voglio, ma la nostra cultura, la gente cambogiana, non riesce ad accettarlo. E io non voglio parlarne oltre, perché ogni mia parola potrebbe provocare altri effetti negativi: so solo che devo accettare questa decisione. Vorrà dire che ora cercherò di non essere sexy come invece sono quando posto le mie foto su Facebook", ha dichiarato.
Il ministero intanto spiega che Denny è stata punita per non aver rispettato la promessa scritta fatta al ministero con cui si impegnava a non vestirsi in modo sexy.
"Troppo sexy e provocante": così il governo cambogiano bandisce l'attrice
All'attrice 24enne Denny Kwan è stato vietato dal governo cambogiano di apparire in tv e di fare film perché troppo sexy e provocante. Si scatena l'ira delle associazioni femminili
Enrica Iacono
All'attrice 24enne Denny Kwan è stato vietato dal governo cambogiano di apparire in tv e di fare film perché troppo sexy e provocante. Si scatena l'ira delle associazioni femminili
Sexy, provocante e attrice di professione. Alla 24enne Denny Kwan, però, è stato vietato dal governo cambogiano di girare film per un anno e di apparire in tv.
È stato addiritura chiesto alle case di produzione di non farla lavorare.
I 300mila follower della ragazza e le associazioni femminili per la parità di genere accusano ora il governo di aver violato la Convenzione Onu sull'eliminazione di tutte le forme discriminatorie contro le donne.
L'accusa nei confronti della giovane è di aver violato il codice di condotta del 2010, varato per promuovere la "conservazione, il mantenimento delle arti, la cultura, la tradizione e l'identità della nazione". Denny era già stata chiamata a maggio dal ministero della Cultura e delle Belle arti per essere "rieducata". "Mi hanno educato come si fa con una figlia - racconta la ragazza - ma io avevo detto che mi sarei riservata il diritto di continuare a vestirmi come volevo".
Adesso Denny crede che la sua sia una punizione "mirata". "In Cambogia ci sono attrici molto più sexy di me - ha detto al Phnom Penh Post - I ruoli erotici che ho interpretato io sono niente rispetto a quelli di altre mie colleghe. In ogni caso, so benissimo che è mio diritto vestirmi come voglio, ma la nostra cultura, la gente cambogiana, non riesce ad accettarlo. E io non voglio parlarne oltre, perché ogni mia parola potrebbe provocare altri effetti negativi: so solo che devo accettare questa decisione. Vorrà dire che ora cercherò di non essere sexy come invece sono quando posto le mie foto su Facebook", ha dichiarato.
Il ministero intanto spiega che Denny è stata punita per non aver rispettato la promessa scritta fatta al ministero con cui si impegnava a non vestirsi in modo sexy.
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/troppo-sexy-e-provocante-cos-governo-cambogiano-bandisce-1390849.html
www.ilgiornale.it
All'attrice 24enne Denny Kwan è stato vietato dal governo cambogiano di apparire in tv e di fare film perché troppo sexy e provocante
|
martedì 16 maggio 2017
AFRODITE OVVERO L'ETERNO FEMMININO
Casalino Pierluigi
Dea greca della bellezza e dell'amore, identificata dai romani con Vennere, rappresenta la femminilità nel senso lato. Già nell'antichità si cercò di farne derivare il nome, coolegandolo alla castrazione di Urano, dal termine greco aphros, "schuma": la dea, pertanto, è "colei che è nata dalla schiuma" o, come dice un altro nome, Anadyomene, "colei che sorge dal mare". Il suo culto è infatti di origine pre-ellenica, sicuramente di derivazione orientale: certi riti, come la prostituzione sacra (a Corinto, per fare un esempio), ricordano Astarte. E' stata chiamata anche Cipride e Citerea, dai suoi principali luoghi di culto sulle isole di Cipro (Kypros) e Kythera. Nelle località costiere era adorata come Euploia (che dona un buon viaggio). Nell'inno omerico ad Afrodite la dea appare come signora degli animali selvatici, che si accoppiano al suo cenno. Platone e altri distinguono tra l'Afrodite celeste (urania) e la divinità appartenente a tutto il popolo (Pandemos). Secondo Omero, Afrodite è figlia di Zeus (il Giove dei latini) e di Dione e fu concessa in moglie ad Efesto, ma anò Ares (il Marte dei latini) e dall'unione con quest'ultimo nacque Eros (o Cupido). Afrodite amò il bel Adone. L'attributo della dea era la colomba. Sotto l'aspetto della fertilità era adorata ad Atene, anche come dea dei giardini; fra le piante a lei associate il mirto e la rosa. Ad Amatunte, a Cipro, la dea era conosciuta con il nome maschile di Aphroditos e raffiugrata con la barba. Un suo aspetto oscuro, ma legato alla tenebrosa seduzione di virago seducente, è indicato dal soprannome Melainis (la nera) e Andrphonos (che uccide gli uomini ovvero mangiatrice di uomini). Il motivo iconografico della della che guarda dalla finestra ha un signoficato erotico. Il dono di Afrodite a Paride, la donna più bella del mondo, Elena, fu all'origine della guerra di Troia e rappresenta il messaggio eterno della bellezza femminile che crea e che perde. Il mito di Afrodite (o Venere) è ricorrente nella storia.
Dea greca della bellezza e dell'amore, identificata dai romani con Vennere, rappresenta la femminilità nel senso lato. Già nell'antichità si cercò di farne derivare il nome, coolegandolo alla castrazione di Urano, dal termine greco aphros, "schuma": la dea, pertanto, è "colei che è nata dalla schiuma" o, come dice un altro nome, Anadyomene, "colei che sorge dal mare". Il suo culto è infatti di origine pre-ellenica, sicuramente di derivazione orientale: certi riti, come la prostituzione sacra (a Corinto, per fare un esempio), ricordano Astarte. E' stata chiamata anche Cipride e Citerea, dai suoi principali luoghi di culto sulle isole di Cipro (Kypros) e Kythera. Nelle località costiere era adorata come Euploia (che dona un buon viaggio). Nell'inno omerico ad Afrodite la dea appare come signora degli animali selvatici, che si accoppiano al suo cenno. Platone e altri distinguono tra l'Afrodite celeste (urania) e la divinità appartenente a tutto il popolo (Pandemos). Secondo Omero, Afrodite è figlia di Zeus (il Giove dei latini) e di Dione e fu concessa in moglie ad Efesto, ma anò Ares (il Marte dei latini) e dall'unione con quest'ultimo nacque Eros (o Cupido). Afrodite amò il bel Adone. L'attributo della dea era la colomba. Sotto l'aspetto della fertilità era adorata ad Atene, anche come dea dei giardini; fra le piante a lei associate il mirto e la rosa. Ad Amatunte, a Cipro, la dea era conosciuta con il nome maschile di Aphroditos e raffiugrata con la barba. Un suo aspetto oscuro, ma legato alla tenebrosa seduzione di virago seducente, è indicato dal soprannome Melainis (la nera) e Andrphonos (che uccide gli uomini ovvero mangiatrice di uomini). Il motivo iconografico della della che guarda dalla finestra ha un signoficato erotico. Il dono di Afrodite a Paride, la donna più bella del mondo, Elena, fu all'origine della guerra di Troia e rappresenta il messaggio eterno della bellezza femminile che crea e che perde. Il mito di Afrodite (o Venere) è ricorrente nella storia.
lunedì 15 maggio 2017
Iscriviti a:
Post (Atom)