sabato 2 novembre 2013

"L'armonioso fine" di Sandro Giovannini, recensione: Dancing Zarathustra 2000

*fonte originale Eccolanotiziaquotidiana Roma



Sandro Giovannini (Pesaro, 1947) Ha fondato il Centro Studi Heliopolis; storica la consegna a Borges, ospite dell’Heliopolis di Pesaro, nel 1977, del Premio Labirinto d’Argento. Nel 1979 dà vita al Movimento Poesia Tradizionale-Vertex, fino al 1991. Da metà degli anni ‘90, fino al 2009 ha curato la rivista “Letteratura-Tradizione”. Ha pubblicato: Terra di cieli, poesia 1960-1970, inedito; 


Tratti dall’ombra, poesia 1970-75, La Grafica, autoedizione; Guardie, poesia 1976, I quaderni di Heliopolis, 1980; La sabbia e le piramidi, poesia 1975-77, I quaderni di Heliopolis, 1980; Kalisuite, poesia 1977-79, I quaderni di Heliopolis, 1983; Atemporale, varia, 1985, Edizioni Casa della Poesia, 1985; Carme si-no, poesia, 1985, rivista “Parsifal”, anno III, n° 19, Gennaio-Febbraio 1986; Il piano inclinato, poesia, 1981-1995, Heliopolis Edizioni, collana Tabulae, 1995; L’armonioso fine. Critica letteraria e metapolitica, SEB, Milano, 2005; Poesie complete (1960-2006), Heliopolis Edizioni, 2007. Ha curato (e partecipato) a “AA:VV. Per una Nuova Oggettività – Libro/Manifesto, Heliopolis Edizioni, 2011, “AA.VV.  Perché Israele può avere 400 testate nucleari……” e  “Al di là della destra e della sinistra….” (entrambi La Carmelina, 2013). Collabora con la rivista di Milano, BVS (Biblioteca di Via Senato).

La cultura italiana in liquefazione baumanniana, monopolio dei nipoti psicoberlusconiani di Gramsci, oppure defunta con i giornalisti- intellettualoidi e catatoidi dal pensier bacato alla Vespa, Santoro, Travaglio, Feltri, Bignardi (sia ben chiaro e pericolosi- diversamente seriali- Travaglio e Santoro- gli altri solo innocui e almeno divertenti) o altri talk show radical nulla chic ?
Certamente questa la tendenza, ma attenzione a non far di tutta l’erba… un fascio o una falce martello arruginiti, uno scudocrociato transgender mezzaluna o 5 stelle…
Bisogna scavare, oppure intercettare per quel witz incontrollabile anche da wikileaks o da Putin o da Obama che è il Caso, il caso e la libertà: magari in editori nuovi o cosiddetti minori… ma non solo, si pensi solo a una certa Adelphi.
Oppure, dalle prime, ma a volte insiegabile certa produzione minore per testi a dir poco esplosivi o eccellenti (roba da Adelphi, da Feltrinelli…), come per questo saggio, L’Armonioso Fine, del poeta filosofo Sandro Giovannini, mica uno qualunque: noto anche a Roma Capitale per una rivista prossima alla nuova destra (ma riduttivo il timbro) europea e italiana di fine secondo novecento, uno strano postmoderno antagonista e quasi antitetico a quello ufficiale francese più noto.
Era dei Nuovi Filosofi (traduzione dal transalpino), apparentemente scaturiti dal solito ’68 mitologico, i vari dinamitardi al silenziatore (erano linguisticamente quasi incomprensibili, ma quale tacita musica contemporanea!) Derrida, Delouze, Guattari, battezzati piu a sinistra di Toni Negri, invece mine rosso fuoco, cantori a ben vedere della fine della sinistra, dell’ideologia, persino della politica come religione laica…
In Italia si sa mai compresi o persino demonizzati (Natta a Baudrillard in un convegno PCI post Berlinguer, “agghiacciante”, mentre Mitterand invece- al più noto e meno sovversivo- ma geniale-Lyotard commissionava il famoso besteller La Condizione Postomoderna).
In effetti i nuovi filosofi parlavano già del futuro, di Internet, il sociale come flussi… a moto perpetuo, una Rete dicevano immaginaria… poi arrivo’ Internet!
Parallelamente in Francia, di segno apparentemente e verosilmente opposto (ma da quei tempi, la contraddizione come principio indicibile per superare l’al di là della destra e… della sinistra), altro postmoderno non battezzato neppure da Lefebvre… meno cyber e più neoideale, atopico, immaginale, da Zarathustra emergeva con vette azzurre sorprendenti: i vari Alain de Benoist, Jean Cau, Guilluame Faye, M. Onfray stesso, persino seguaci di Lacan, come i “ tecnocompagni” ormai insofferenti agli esegeti e glossatori di Marx, Lenin…pure, alla dittatura dell’Io collettivo, sociale, del soggetto supposto rivoluzionario e alternativo, invece ennesima mera supposta per retroimprigionare se non il popolo, spesso felicemente consenziente, il libero pensiero, il libero futuro, la libera vita…. Sartron e Foacult bersagli inclusi nella nuova costellazione destrutturalista, quasi dopo il fallimento del Popolo al Potere, surrealismo dadaismo e futurismo quasi  al Potere!
Ebbene come accennato ancor meno in Italia si capirono, sia l’anti.post-moderno dei figli di Nieztsche e poi Pound…, sia una profonda indicibile sinergia almeno virtuale tra magari Alain de Benoist e Baudrillard.
Ebbene, alcuni anni fa, in Italia, per la “disgraziata Seb” (unico neo, editor troppo nostalgico, ma non cemento armato, anche aperture insospettabili.. alcune chicche…), mica un secolo, 8 anni, uscì di Sandro Giovannini,L’Armonioso Fine
Un raro testo in Italia danzante dialettico, antagonista post-de-costruttivista… l’avesse scritto Asor Rosa o Eco un besteller… In ogni caso, in un sol colpo e volo di raro shuttle pensante e senziente, uno zoom bisturi analitico-immaginale sul divenire storico culturale trans.novecento e aurorale duemila.
Scongelati come non mai, geni letterari politicamente e culturalmente scorretti: da Pound a Mishima a Cioran a Berto, naturalmente Nietszche, gli stessi Evola, Noica, eccetera eccetera… Scusate varie omissioni, ma difetto del libro un eccesso di stimoli inediti, viventi, come una scoperta non stop, un ebbro battello rimbaudiano…
In mappe territori simultaneamente intescambiabili, tra psicologia mai comportementista del cosiddetto Intellettuale, ad-destrato o sinistrato o Libero che fosse, sia, è…. con witz di cronaca intellettuale o giornalistica, quasi radiografie dove spesso la cosidetta storia si autodenuda e certa fantastoria s’eleva a realismo di cristallo.
Insomma, a memoria, lo stile di Giovannini esita clamorosamente simile a quello del Baudrillard meno criptico, più paradossale e- countdown o meno dell’umano degenerato o della storia stessa, semplicemente, felicemente solare.

R.G

La Grande Milano Futurista e Tradizionale 2.0




URFUTURISMO: LA GRANDE MILANO FUTURISTA E TRADIZIONALE 2.0

Postumo (o già postumano? Direbbe Stefano Vaj) Marinetti pubblicò una delle sue opere-provocazioni più sottovalutate,
La Grande Milano tradizionale futurista (Mondadori), memoriale e non solo, un testamento quasi.Ebbene, naturalmente, il clima ancora sfavorevole, lo smog antifascista milanese e nazionale, di là da venire certa revisione (De Maria, Salaris, Lista, Tallarico, Verdone, Benedetto, la grande Mostra di Venezia del 1986, fino ai più recenti G.B. Guerri, Di Genova, Campa, Vaj, Conte, Saccoccio, Hayek, Pantano, Cecchini – RossoTrevi, fontana rossa-, Francolini e chi scrive – e la stessa Nuova Oggettività e-o l’urfuturista Sandro Giovannini) occultarono quale tipo di testamento, non ultimo – chiaro fin dal titolo- l’ultimo grande omaggio del Futurismo alla cultura italiana e Milano, sua città simbolo in Italia…. Era un testamento crionico quello di Marinetti e tempo di scongelare anche questo, oltre al Futurismo…. perché oggi – per chi vuole vedere- lampante medium messaggio – nello specifico per la Nuova Milano del XXI secolo: nel 2015 ci sarà l’Expo, ma visto certo andazzo, (con una metafora) forse l’inaugurazione non sarà in italiano, ma in tedesco o arabo…Tempo di amplificare quel testo marinettiano in chiave 2.0… dove il Futurismo con preveggenza chiariva, al di là della miopia di certa criptica, quale Milano (e Italia) continuava a sognare, nonostante le ben note disillusioni del Novecento: una civiltà italiana futurista ben diversa dall’infame principio di realtà (o di mediocrità) che ha vinto e prevale tutt’oggi, nonostante le battaglie artistiche e sociali durate quasi quasi mezzo secolo, per innestare nel cranio degli italiani la rivoluzione del futuro, la nuova libertà possibile venuta alla luce potenzialmente dal divenire storico…. Bastano le architetture di Sant’Elia anche per captare subito come i futuristi non immaginavano certamente puzzolenti grattacieli eternit, cemento amianto degenerato, mammuth Tir nelle autostrade, piogge acide nell’aria, magistrati serial killer, , tecnici industriali dai neuroni di gomma o biscioni che grugniscono anziché sputare fuoco agli eterni passapresentisti…Sia ben chiaro, Milano incarna ancora parzialmente il sogno futurista, capitale del residuo tecnocapitalismo positivo in Italia, dell’arte contemporanea e della moda, delle fiere e del calcio, della Televisione, ma Marinetti sognava ben altro…E nella Grande Milano … alla luce anche del secondo futurismo essenzialmente romano, fase in cui bene o male l’aeropoesia, certo razionalismo, sperimentarono nuove sintesi futuriste e tradizionali, un neonato impero interiore, dopo il trasferimento della consolle futurista nella capitale, suggeriva anche con lungimiranza e autocritica la Nuova Milano 2.0 del nostro tempo..Non il futurismo era mera utopia sociale incompiuta e finita con la degenerazione della rivoluzione fascista, ma necessitava di un Risveglio riformulando per le nuove generazioni i suoi troppo avveniristici manifesti e progetti… avveniristici perché le perle o la divina elettricità futurista in senso esistenziale non si danno ai porci fascisti o comunisti o democratici che siano, alla fine vincono sempre i mediocri, infatti nelle società di massa attuali ha vinto la Mediocrazia al Potere, non l’Immaginazione e-o la Conoscenza , la scienza…Tutte le rivoluzioni, pur innestando un oggettivo reale ma lentissimo progresso storico, falliscono in quanto prima è necessario un cambiamento di cuore e di testa (per dirla con Gian Franco Lami e gli stessi Giovanni Sessa e Luigi Sgroi): un tempo per la rivoluzione e la distruzione dei vecchi valori, ma simultaneamente un tempo parallelo e sinergico per un cuore di scienza; che presuppone proprio quella dialettica danzante promossa da Nuova Oggettività, il ritorno della grande Tradizione, sempre avanguardia aurora, mixata, downloadata diciamo oggi, nell’era della Techno e del Web, con -sia ben chiaro- l’Istinto tecnologico del Futurismo… Perchè, questo DNA nuovo sociale, in Italia, portato alla luce del Sole, con inaudita anticipazione, da Marinetti, non è affatto chiaro nell’Italia del nostro tempo: certo antivirus ecologico va benissimo, ma il Sistema Operativo, va sì riformattato con la Tradizione, neppure spieghiamo, insufflata di volontà di bellezza e potenza, contro nichilismo psicoticopolitico o società liquida economicistica, non può non essere Futurista, come s’intende oggi la Parola, nell’arte ancora ma globalmente nel discorso della scienza umanistica (e persino postumana) contemporanea.Milano è la capitale reale italiana del Progresso potenzialmente 2.0: ma finché i politici resteranno Scimmie e non Scienziati, parafrasando Platone… perché oggi in Italia (e a Milano), oseremo dire in Europa, comandano le Scimmie, non il genio proletario o l’aristocrazia interiore o persino l’Homo pop al quadrato… il futuro, nell’euro default imminente, diventerà un medioevo industriale… si ritornerà davvero a Mediolanum…Ecocieli al posto dei terminali grattacieli per la Milano del futuro, macchine elettriche… autostrade di silicio profumato… uomini e donne figlie del web e della Conoscenza, non di qualsivoglia incesto paleopolitico o di classi dirigenti folli che anziché lanciare Milano su Marte vogliono le moschee sotto Piazza del Duomo o sopra San Siro…L’Expo 2015 non può essere inaugurato da Scimmie, fuggite, come in un tecnonoir, dalle pellicole di un pianeta alternativo..Ecco, risvegliato, il nuovo messaggio rivoluzionario di Marinetti nel suo La Grande Milano Tradizionale Futurista…. 2.0 e del Movimento Nuova Oggettività
Roby Guerra 

2 novembre? Grillo onora il governo e la Repubblica degli zombies

 

 

ROMA – Caso Cancellieri-Ligresti, Beppe Grillo attacca Enrico Letta e Giorgio Napolitano dicendo: stanno zitti perché temono di essere travolti.
“Nessun monito da parte di Napolitano” e “non un fiato da Capitan Findus Letta”, scrive Grillo sul blog. “Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati”.
“La Idem – ricorda Grillo – a causa dell’Ici non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l’ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati”.
 
BLITZ QUOTIDIANO

 

Matteo Renzi, Enrico Berlinguer, Aldo Moro


FONTE ORIGINALE ECCOLANOTIZIAQUOTIDIANA .ROMA
Paradossale: ma quel che si disanima ora riguarda piu i nemici interni nel PD e la cosiddetta sinistra (in particolare i reduci del 68 e 77 dalle parti di Vendola o quelli del 48...) che il naturale (e legittimo) avversario delle Destre, in tal senso anzi probabili anche in buona misura futuri elettori, se certi geniacci antirenziani non l'avessero capito, forse fondamentali per vincere.
Dice:  certa Intellighenzia attardata... ma Renzi, altro che alternativa al cattocomunismo, viene anche lui da lì... verissimo, in età giovanile e postadolescenziale boy scout, giovane area DC, Margherita.
Intellighenzia?  la stessa, almeno come albero genealogico, ma non solo, spesso, ben nota negli anni 70 dalle parti di Maotzetung, Lotta Continua, Democrazia Proletaria, Autonomia Operaia, poi (sic) Verdi Arcobaleno, gli stessi che un certo Berlinguer definì Untorelli Furiosi...
Con due particolari:  si può legittimamente parlare di Matteo Renzi diversamente boy scout...:
Uno personale, l'altro storico e macroscopico per la storia della sinistra e della democrazia italiana..
Quello personale:  beh mai sentito un DC parlare di rottamazione, accumulare appena fino a pochi mesi fa (ma tutt'oggi dai suoi nemici di certa Intellighenzia tardo rossa) tanti insulti come Matteo Renzi... mica fa il pompiere a tempo pieno e stipendiato anche dai piromani come Casini o il sindaco di ….Roma come Rutelli o il segretario precario come Franceschini.... Mai sentito un DC parlare di Futuro come Renzi.
Due e qua nulla di nuovo sotto il Sole: certo 68 o 77, come accennato, sono stati un AIDS per la sinistra italiana;  a suo tempo Berlinguer e Moro salvarono la debole democrazia italiana (anni di piombo e delle stragi fanfasciste..), era un grande sogno nuovo, una sintesi dialettica tra i due Umanismi piu forti in Italia, quello socialista e quello cattolico/cristiano.   Mica era il concordato che fregò persino il duce ancora socialisteggiante e strozzapreti... 
Al passo la dimensione politica sociale vagheggiata da Moro e Berlinguer con un altro 68  (o meglio anni 60 in progress)   e un'altra modernità per un futuro inedito mai nato per quel che è poi successo...
Chi ha ucciso Aldo Moro e per quali motivi? Certamente le BR, cugine genealogiche di molti estremisti rossi attuali, indicibile, certamente non criminali, ma il DNA è quello..., ma ben altri i livelli dei mandanti:  certo veterocapitalismo occulto, certe toghe bianche... guarda guarda... certa supposta occulta massoneria (sempre pronta all'uso...) invece copertura di copertura, ecc., certa mafia nascente nuova all'epoca già in riformattazione aziendale, meno lupara e più finanza.
Anche i servizi segreti oltre Muro di Berlino...
Ma che scherziamo? Berlinguer e Moro come osano sognare una Italia nuova e moderna, una chiesa stessa in divenire e meno dogma.., un socialismo nuovo persino occidentale (e quindi antisovietico totalitario e estremista!), un neoliberalismo realmente umanitario?
Moro e Berlinguer riflettevano certo umanismo culturale emerso in Occidente nel secondo novecento: da Gramsci e Pasolini non ortodossizzati e normalizzati... a intellettuali scientifici quali Norbert Wiener, Alvin Toffler, Robert Jungk, Eric Fromm, parzialmente anche Sartre, Camus, Simone De Bouvoir, Marcuse stesso, non ultimi Papa Giovanni XXIII, Hans Kung, Ernst Bloc, Adam Schaff e molti umanisti socialisti dell'ex Est Europa che non si rassegnavano allo stupro del socialismo potenziale da parte del Comunismo sovietico (e a parte quello atipico italiano) -ormai era chiaro a tutti (tranne a Napolitano nel 1956, negli anni di piombo a certa Intellighenzia italiana, oggi a certi pronipoti... ), totalitario, come il nazismo, internazionale... ovunque fosse al Potere!!!
Chiaro? Matteo Renzi, qua con sobrietà necessaria rispetto a giganti misconosciuti come Berlinguer e Moro, scongela quell'umanesimo, socialista e cattolico, lo rilancia, aggiornato agli anni duemila.
La rivoluzione della Semplicità... altro che cattocomunista 1.0 alla Guicciardini. Stil Novo semmai!!!
 
*R. Guerra

Riflessione sulle riflessioni. Il concetto di crisi

 
Non di rado ritorna all'attenzione degli studiosi un'opera del passato di non comune analisi delle cause e delle dinamiche della Storia. Si tratta delle Riflessioni Sulla Storia Universale di Jakob Burkhard. Fiero e convinto individualista, lo svizzero Burkhardt si inserisce nella schiera di quei pensatori, che da Machiavelli in poi hanno svolto un intenso ed ininterrotto discorso su epoche e nazioni, cercando di coglierne le ragioni profonde del divenire. Rispetto al proprio maestro Ranke, egli ne proseguì la catena dei concetti enunciati soprattutto nel noto Politisches Gesprach (Dialoghi Politici), tramutandone l'ottimismo in un'umanità in progresso nel disincantato quadro di forze contrastanti, di Stati più intenti spesso a distruggere che incrementare i fini nobili. Lo studio dell'esperienza di uomini e nazioni fanno ancora di Jakob Burkhard un insuperato maestro, oltre che un fine interprete delle vicende del mondo. Di particolare interesse restano ancora le considerazioni sul concetto di crisi e sulle sue origini: "Per quanto riguarda la fisionomia iniziale della crisi, scrive l'autore, si presenta in primo luogo il lato negativo, accusatore, la protesta accumulatasi con il passato, mista a paure di ancora maggiore, ignota oppressione. Se queste ultime vengono sopravvalutate da Bacone, rappresentano però, forse, qualche cosa che aiuta il decisivo esplodere della crisi, ossia il turbamento dell'ordine pubblico nella sua forma precostituita. Fatalmente cooperano a ciò in special modo tutti quegli esaltati che, dopo, dai primi eccessi in poi si mutano in piagnoni. La crisi che s'inizia per amore di una causa ha con sé il potentissimo vento favorevole di molte altre cause, mentre nei riguardi di quella forza che resterà definitivamente padrona del campo, regna in tutti i singoli partecipanti piena cecità. I singoli e le masse ascrivono addirittura tutto ciò che li opprime all'ultima situazione precedente, mentre per lo più si tratta di cose che appartengono all'imperfezione umana come tale......si ritiene però abitualmente che la Storia si comporti in modo diverso dalla Natura. Infine, partecipano tutti coloro che vogliono qualcosa di diverso da com'era prima. E di tutta quanta la situazione precedente sono considerati in senso assoluto responsabili coloro che ne erano i rappresentanti, già per il fatto che non si vuole cambiare, bensì far vendetta, e i morti non sono più attaccabili. All'eroismo a buon mercato contro costoro - tanto più se è possibile raggiungerli e perseguitarli personalmente- si aggiunge una terribile ingiustizia contro tutto ciò che è stato in precedenza.....D'altronde, solo mediante questa cieca coalizione di tutti coloro che vogliono avere qualcosa di diverso sarà poi veramente possibile scardinare un vecchio stato di cose: senza di essa le antiche istituzioni, buone o cattive che siano, si manterrebbero eternamente, cioè a dire fino alla decadenza in genere della nazione in questione. ....Il medesimo fenomeno si verifica nella vita del singolo: con la massima tensione enfatica vengono prese decisioni da cui dovrebbero nascere chissà quali prodigi, e da cui poi scaturisce invece un comune ma necessario destino....E' una gran fortuna se una crisi non cada nelle mani di un intervento straniero o rende addirittura padrone il nemico ereditario...Se lo spirito del tempo preparatore della crisi sia costituito dalla semplice somma dei molti singoli di uguale pensiero, o piuttosto - come ritiene Lasaulx- la più elevata cagione del loro fermento, resta a decidere, come la questione di libertà e non-libertà in genere. Infine, v'è nell'uomo un impulso a grandi periodici mutamenti, e qualunque grado di relativa beatitudine gli si possa dare, esclamerebbe (anzi tanto più allora) unbel giorno con Lamartine:"La France s'ennuye". Una condizione preliminare apparentemente essenziale per la crisi è l'esistenza di un bel perfezionato traffico e la diffusione di un già simile modo di pensare, su latri argomenti, in vasti territori. Senonché, quando è venuta l'ora e ci sono i veri elementi, allora il contagio si propaga con rapidità elettrica....il messaggio è: le cose devono cambiare...Sorge ora il problema, se e quali crisi potrebbero essere stroncate e perché ciò non avviene....Assai più difficile, sarebbe stato (diversamente da altri casi) evitare nel 1789 in Francia l'azione violenta, giacché nella classe colta era viva un'utopia e nelle masse un tesoro accumulato d'odio e vendetta....Incredibile è poi il risveglio...Con la massima pazienza si tollerano anche i governi più deplorevoli e si sopporta tutto ciò per cui ancora poco prima ogni cosa sarebbe saltata in aria". Fin qui Burkhardt. Una riflessione sulle Riflessioni non può non essere attuale. L'insegnamento di Burkhardt è infatti di natura molteplice, sempre ricco di linfa vitale e di stimolo culturale e formativo. In particolare ci invita a meditare sulla natura demoniaca del potere e sulla sfida che egli portò al suo tempo in cui si stavano affermando le teorie politiche di massa socialiste e comuniste e si impiantava contemporaneamente in Germania lo Stato bismarckiano-hohenzolleriano: tutti presagi di quella crisi storica che investirà in pieno il Novecento. Burkhardt mostra un'assoluta padronanza della materia storica e della stessa umana vicenda. Antifilosofo, antidommatico e antisistemico, Burkhardt nutre un'illimitata fiducia in ciò che di eterno è racchiuso nell'umanità.
Casalino Pierluigi, 1.11.2011 

Marco Santini e "Il Progetto Alfa Centauri"

---Gli umani abitano la Terra e la Luna, ultime roccaforti del passato potere. Marte e la Rete sono popolate dalle intelligenze artificiali e dalle anime ottenute digitalizzando il cervello dopo la morte. La realtà virtuale consente alle due razze di comunicare. Le loro differenze sono profonde, gli interessi inconciliabili. Con la digitalizzazione, gli umani hanno allontanato la morte reale a un futuro indeterminato, ma non si sentono felici: provano verso gli esseri virtuali, ammirazione e invidia, senso di inferiorità e rabbia. Le creature digitali invece non sopportano di essere relegate in mondi troppo piccoli per le loro sconfinate ambizioni.

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: Estropico Blog: Letture: Il Progetto Alfa Centauri http://estropico.blogspot.com/2010/10/letture-il-progetto-alfa-centauri.html#ixzz2jVaJ764f

Obama finalmente vs. l'Eurogermania

Se ne accorge pure Obama: politica economica Merkel frena la ripresa dell'Eurozona

Attacco frontale degli Usa: la Germania indebolisce la domanda nei paesi dell’area mediterranea
.....cont. Il Giornale

Ferrara: baby scienziati al Museo di Scienze Naturali

Due pomeriggi tra pozioni, miscele di elementi naturali, illusioni ottiche, botti, reazioni, esplosioni da vivere “Come Harry Potter: alla scoperta delle magie della natura!”.

A proporli ai giovani naturalisti dagli 8 ai 12 anni d’età sono gli appuntamenti con i laboratori per ‘Apprendisti scienziati’ al Museo civico di Storia naturale (via De Pisis 24) in programma sabato 2 e domenica 3 novembre alle 15,30.

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Riflessione sulle riflessioni. Il concetto di crisi

 
Non di rado ritorna all'attenzione degli studiosi un'opera del passato di non comune analisi delle cause e delle dinamiche della Storia. Si tratta delle Riflessioni Sulla Storia Universale di Jakob Burkhard. Fiero e convinto individualista, lo svizzero Burkhardt si inserisce nella schiera di quei pensatori, che da Machiavelli in poi hanno svolto un intenso ed ininterrotto discorso su epoche e nazioni, cercando di coglierne le ragioni profonde del divenire. Rispetto al proprio maestro Ranke, egli ne proseguì la catena dei concetti enunciati soprattutto nel noto Politisches Gesprach (Dialoghi Politici), tramutandone l'ottimismo in un'umanità in progresso nel disincantato quadro di forze contrastanti, di Stati più intenti spesso a distruggere che incrementare i fini nobili. Lo studio dell'esperienza di uomini e nazioni fanno ancora di Jakob Burkhard un insuperato maestro, oltre che un fine interprete delle vicende del mondo. Di particolare interesse restano ancora le considerazioni sul concetto di crisi e sulle sue origini: "Per quanto riguarda la fisionomia iniziale della crisi, scrive l'autore, si presenta in primo luogo il lato negativo, accusatore, la protesta accumulatasi con il passato, mista a paure di ancora maggiore, ignota oppressione. Se queste ultime vengono sopravvalutate da Bacone, rappresentano però, forse, qualche cosa che aiuta il decisivo esplodere della crisi, ossia il turbamento dell'ordine pubblico nella sua forma precostituita. Fatalmente cooperano a ciò in special modo tutti quegli esaltati che, dopo, dai primi eccessi in poi si mutano in piagnoni. La crisi che s'inizia per amore di una causa ha con sé il potentissimo vento favorevole di molte altre cause, mentre nei riguardi di quella forza che resterà definitivamente padrona del campo, regna in tutti i singoli partecipanti piena cecità. I singoli e le masse ascrivono addirittura tutto ciò che li opprime all'ultima situazione precedente, mentre per lo più si tratta di cose che appartengono all'imperfezione umana come tale......si ritiene però abitualmente che la Storia si comporti in modo diverso dalla Natura. Infine, partecipano tutti coloro che vogliono qualcosa di diverso da com'era prima. E di tutta quanta la situazione precedente sono considerati in senso assoluto responsabili coloro che ne erano i rappresentanti, già per il fatto che non si vuole cambiare, bensì far vendetta, e i morti non sono più attaccabili. All'eroismo a buon mercato contro costoro - tanto più se è possibile raggiungerli e perseguitarli personalmente- si aggiunge una terribile ingiustizia contro tutto ciò che è stato in precedenza.....D'altronde, solo mediante questa cieca coalizione di tutti coloro che vogliono avere qualcosa di diverso sarà poi veramente possibile scardinare un vecchio stato di cose: senza di essa le antiche istituzioni, buone o cattive che siano, si manterrebbero eternamente, cioè a dire fino alla decadenza in genere della nazione in questione. ....Il medesimo fenomeno si verifica nella vita del singolo: con la massima tensione enfatica vengono prese decisioni da cui dovrebbero nascere chissà quali prodigi, e da cui poi scaturisce invece un comune ma necessario destino....E' una gran fortuna se una crisi non cada nelle mani di un intervento straniero o rende addirittura padrone il nemico ereditario...Se lo spirito del tempo preparatore della crisi sia costituito dalla semplice somma dei molti singoli di uguale pensiero, o piuttosto - come ritiene Lasaulx- la più elevata cagione del loro fermento, resta a decidere, come la questione di libertà e non-libertà in genere. Infine, v'è nell'uomo un impulso a grandi periodici mutamenti, e qualunque grado di relativa beatitudine gli si possa dare, esclamerebbe (anzi tanto più allora) unbel giorno con Lamartine:"La France s'ennuye". Una condizione preliminare apparentemente essenziale per la crisi è l'esistenza di un bel perfezionato traffico e la diffusione di un già simile modo di pensare, su latri argomenti, in vasti territori. Senonché, quando è venuta l'ora e ci sono i veri elementi, allora il contagio si propaga con rapidità elettrica....il messaggio è: le cose devono cambiare...Sorge ora il problema, se e quali crisi potrebbero essere stroncate e perché ciò non avviene....Assai più difficile, sarebbe stato (diversamente da altri casi) evitare nel 1789 in Francia l'azione violenta, giacché nella classe colta era viva un'utopia e nelle masse un tesoro accumulato d'odio e vendetta....Incredibile è poi il risveglio...Con la massima pazienza si tollerano anche i governi più deplorevoli e si sopporta tutto ciò per cui ancora poco prima ogni cosa sarebbe saltata in aria". Fin qui Burkhardt. Una riflessione sulle Riflessioni non può non essere attuale. L'insegnamento di Burkhardt è infatti di natura molteplice, sempre ricco di linfa vitale e di stimolo culturale e formativo. In particolare ci invita a meditare sulla natura demoniaca del potere e sulla sfida che egli portò al suo tempo in cui si stavano affermando le teorie politiche di massa socialiste e comuniste e si impiantava contemporaneamente in Germania lo Stato bismarckiano-hohenzolleriano: tutti presagi di quella crisi storica che investirà in pieno il Novecento. Burkhardt mostra un'assoluta padronanza della materia storica e della stessa umana vicenda. Antifilosofo, antidommatico e antisistemico, Burkhardt nutre un'illimitata fiducia in ciò che di eterno è racchiuso nell'umanità.
Casalino Pierluigi, 1.11.2011 

venerdì 1 novembre 2013

Estense com - Matteo Renzi conquista Ferrara nonostante la casta Pd locale

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FERRARA   .....il Pd è diventato renziano. Alla Sala della Musica ci sono, certo, i sostenitori della prima ora, quelli che già un anno fa appoggiarono il sindaco di Firenze nella corsa per la premiership (l’omologo di Vigarano Barbara Paron, l’assessore comunale di Ferrara Luigi Marattin, i consiglieri del capoluogo Giulia Resca e Francesco Portaluppi), ma a loro si sono aggiunti tanti che nell’autunno 2012 parteggiarono per Bersani, a cominciare dal segretario provinciale Paolo Calvano, che all’epoca addirittura coordinava i comitati emiliano-romagnoli a favore del politico piacentino. Come lui la presidente della provincia Marcella Zappaterra (“con la vittoria del sindaco di Firenze rischiamo di non tenere i nostri elettori” diceva nell’autunno 2012) e il sindaco di Portomaggiore Nicola Minarelli (“stare sul territorio non è roba da apparato” rivendicava giusto un anno fa in risposta al Rottamatore). E si vedono pure new entry delle iniziative renziane, dall’assessore provinciale Patrizia Bianchini al presidente del Consiglio comunale Francesco Colaiacovo.

Richetti ci passa sopra: “vorrei che percepissimo la gravità della situazione a cui vogliamo metter mano, e chiederci se possiamo parlare dell’ora in cui è arrivato questo o quello”. Già, perché per lui questo congresso e queste primarie “sono l’ultimo appello per far decollare il nostro progetto e per salvare il paese: le due cose sono collegate”.... C

ESTENSE COM

 

Ferrara adesso per Matteo Renzi.jpgferrara2000 (2).jpg

New York: dal futurismo ai nuovi barbari, intervista a Alessandro Baricco

baricco-alessandro-II-480x360.jpgNel 2006 hai pubblicato su Repubblica il tuo saggio a puntate, I barbari. Sette anni dopo sei arrivato anche negli Stati Uniti…
È stato Oscar Farinetti a credere in quest’operazione. Grazie a lui, il libro è stato edito da Rizzoli per il pubblico americano. Per noi italiani è molto difficile esportare in questo Paese la saggistica. Siamo più bravi a farci conoscere per il cibo o le bevande che per la critica sociale che sappiamo produrre.

Con questo libro ti eri proposto di “pensare il presente: scrivendo”. L’opera avrebbe dovuto intitolarsi La mutazione. Avevi scelto questo titolo per annunciare l’inizio di una nuova era?
Sì, di una nuova era a cui non si è ancora dato un nome.

È uno spreco di energie ammirare il passato”: parole di Marinetti. Nel suo Manifesto, il leader futurista esaltò in più passaggi la velocità. Possiamo considerare Marinetti profeta di questa nuova cosiddetta era della velocità?
Il Futurismo era molto connesso al progresso della tecnica dell’epoca. Scatti tecnologici simili sono difatti successi più volte durante la storia dell’uomo. Questo presente contiene però un aspetto nuovo, inedito: il trionfo della categoria della superficialità....

CONTINUA ART TRIBUNE

Arte Transumanista e contemporanea con Giancarla Parisi

Giancarla Parisi.jpgYoung Italian painter presents his paintings with a choice of colors that convey
more intense emotions, creating works very special and unique.
His paintings bring to viewers who dwell on the details and not be limited to simple
look, but above all, to perceive and reflect.
Perhaps the beauty and uniqueness of these paintings is to conceal a message
that only invites the viewer closer to a thorough search of it,
starting from a careful analysis of patterns of colors printed on canvas.
E 'can be summed up his work as a constant and uniform
poetry composed by colors and shapes with a brush made by impressing his own personal
and deep perception.
His paintings leave ample room for different interpretations, even sending in those who
observed for the first time a strong sense of expressive freedom.
and deep perception

 

Carla Rhapsody è un’esponente di quel movimento artistico
piuttosto che di un altro, parrebbe equivalente a tentar
di descrivere le progressioni armoniche
bachiane in un solo di free jazz.
C’è anche chi ci prova, ma è inopinabile la costrizione
ad un’obbligata classificazione.
Indubbiamente, accenni della Low-brow Art nelle sue opere,
sono evidenti ma non così palesi da offrire
la ghiotta e rapida occasione di - in essa - vederla rappresentante.
Equiparandola ad un confronto quasi “wikipediano”
con il pop surrealismo classico.
In lei avvertiamo una ribellione “paradossalmente” dadaista,
un rifiuto categorico all’highbrow,
alla razionalizzazione standardizzata dell’irrazzionale.
Angeli e demoni, in uno spesso ossimorico ma eccitante connubio,
emergono prepotentemente nei suoi lavori.
La provocante sensualità esplosa in uno sfavillo poco terreno. (L.C.) cronaca qui Torino

http://www.ioarte.org/artisti/Carla-Rhapsody/

http://www.giancarlaparisi.it/

 

 

Turismo a Ferrara a c. di Alessandro Gulinati...

ferrara1.jpgCon le proposte del fine settimana è mia intenzione indicare percorsi e elementi del patrimonio d’arte della città che vanno valorizzati, come valorizzato deve essere il lavoro scientifico degli operatori culturali che hanno realizzato per ...esempio, due bellissime, importanti, mostre temporanee:
“Immagine e Persuasione” presso l’ex-seminario di via Cairoli e “Ebrei a Ferrara. Ebrei di FErrara” presso il nascituro MEIS di via Piangipane. Dipendenti comunali, ricercatori, cittadini con diverse competenze hanno offerto alla città due mostre, due cataloghi, due ponderose ricerche e NESSUNO LO SA. Non lo sanno tanti ferraresi ma soprattutto non lo sanno gli operatori turistici, i potenziali turisti ed escursionist italiani e stranieri. Silenzio assoluto fuori le Mura della città . . . con nocumento sommo delle nostre professionalità ed aspirazioni di guide turistiche, albergatori, ristoratori, produttori di servizi qualificati….e ovviamente dei 36.000 disoccupati censiti dai locali Centri per l'Impiego. Alessandro Gulinati
 

Turismo a Ferrara a c. di Alessandro Gulinati...

ferrara1.jpgCon le proposte del fine settimana è mia intenzione indicare percorsi e elementi del patrimonio d’arte della città che vanno valorizzati, come valorizzato deve essere il lavoro scientifico degli operatori culturali che hanno realizzato per ...esempio, due bellissime, importanti, mostre temporanee:
“Immagine e Persuasione” presso l’ex-seminario di via Cairoli e “Ebrei a Ferrara. Ebrei di FErrara” presso il nascituro MEIS di via Piangipane. Dipendenti comunali, ricercatori, cittadini con diverse competenze hanno offerto alla città due mostre, due cataloghi, due ponderose ricerche e NESSUNO LO SA. Non lo sanno tanti ferraresei ma soprattutto non lo sanno gli operatori turistici, i potenziali turisti ed escursionist italiani e stranieri. Silenzio assoluto fuori le Mura della città . . . con nocumento sommo delle nostre professionalità ed aspirazioni di guide turistiche, albergatori, ristoratori, produttori di servizi qualificati….e ovviamente dei 36.000 disoccupati censiti dai locali Centri per l'Impiego. Alessandro Gulinati
 

Sanità pubblica: i comacchiesi più vivi dei ferraresi per... l'affaire Cona

Cona 4.pngCOMACCHIO. Pace fatta. O quasi. Il sindaco di Comacchio Marco Fabbri sta cercando una mediazione, supportato da alcuni consiglieri di minoranza. «La Consulta ha chiesto che il prefetto faccia da garante mettendo nero su bianco che i pediatri non entreranno prima dell’incontro con il presidente Errani - spiega il sindaco - Ma questo non è possibile. E non è questione di volontà ma di ruoli». In via ufficiosa si sono cercate garanzie anche dal direttore generale dell’Ausl Paolo Saltari ma ovviamente nessun documento è stato firmato. Intanto il governatore Errani dovrebbe arrivare già inizio prossima settimana in prefettura per parlare con il sindaco ed i capigruppo...C

 

NUOVA FERRARA

*VIDEO

Presentazione de C’ero una volta… e altri racconti di Beatrice Benet, 7 nove mbre, Villalba di Guidonia

http://lasinorosso.myblog.it/media/00/01/1117221397.jpg

 

“[…] La ragazza era rimasta in silenzio tutto il tempo limitandosi a rispondere quasi a monosillabi alle domande che ogni tanto la donna le poneva, a cena non aveva toccato cibo e il padre l’aveva giustificata dando la colpa all’emozione che sicuramente l’aveva travolta. […]” da “Pazza”

È fissata per giovedì 7 novembre la prima presentazione della nuova pubblicazione dell’autrice Beatrice Benet. “C’ero una volta… e altri racconti” sarà così proposto al pubblico della Libreria Hemingway alle ore 18:00, in via Tiburtina 143 a Villalba di Guidonia.

Beatrice Benet sarà accompagnata in questa serata da due ospiti d’eccezione, presenterà infatti Enzo Martino e Linda Cifaldi allieterà con un delizioso reading. Sarà presente un buffet ed aperitivo aperto a tutti, gentilmente offerto dall’autrice.

“C’ero una volta… e altri racconti” è una raccolta di racconti che vede “C’ero una volta” come racconto principale e maggiormente esteso rispetto agli altri presenti (“Notte”, “Il mandolino”, “La lupa”, “Le sorelle R”, “Pazza”).

Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Edizioni DrawUp nel mese di agosto 2013, nella collana editoriale “Oubliette”.

Dalla prefazione di Maurizio Righetti

Il romanzo rifugge da tentazioni pedagogiche, le sue risposte le sceglie sul piano concreto. E, facendo proprio uno degli insegnamenti pirandelliani  ("quando vedi due occhi pieni di rabbia, cadono tutti i sistemi filosofici"),  evita di fornire alibi giustificatori che, per una sorta di cedimento istintivo al relativismo più spinto, finiscono per rendere accettabile tutto quello che succede intorno. Se capita agli altri poi…

Il racconto degli eventi è crudo. Non perché manchi una morale. Piuttosto per far capire, quand’anche ce ne fosse bisogno, che al sopruso non si risponde né con la passività né con la vendetta, ma con la reazione e – soprattutto – con la denuncia. Meglio se coraggiosa. E, per quanto le circostanze lo consentano, immediata.”

Enzo Martino è il Responsabile della Prevenzione e Sicurezza presso l’Italian Hospital Group, è una persona speciale, di grande cultura, amante della lettura.

Linda Cifaldi si occupa di teatro sia come attrice che come regista, segue vari laboratori teatrali nelle scuole e con l'associazione culturale che ha fondato. Per parecchi anni ha lavorato con Beatrice Benet nel centro diurno Alzheimer che io coordino ottenendo ottimi risultati nella riabilitazione di questi pazienti anche attraverso il teatro.

Beatrice Benet nasce ad Udine, si laureata in logopedia, è da tempo impegnata nell’assistenza ai malati di Alzheimer come coordinatrice dei servizi di assistenza domiciliare e centro  diurno in un ospedale  di Guidonia (Roma). Ha pubblicato nel 2007 per la SBC edizioni “Più lontano del mare e del cielo” una raccolta di quattro racconti al femminile che trattano storie difficili di donne di epoche e Paesi diversi passando dal dramma del carcere, alla dittatura sudamericana, per finire con la struggente storia di una malata di Alzheimer. Per Einaudi nel 2009 ha pubblicato il racconto “Giulia” nel volume di AAVV “Io mi ricordo”, uno spaccato del novecento attraverso i ricordi dei figli o nipoti dei protagonisti delle storie e per l’editore Fabio Croce cinque racconti all’interno del volume “Le opere e i giorni”. Sempre nel 2009 per la casa editrice Rupe Mutevole esce il secondo romanzo “L’Amante, colei che ama”, una lunghissima lettera che il destinatario probabilmente non leggerà, una lettera che racconta di un amore e dell’enorme divario tra la sensibilità maschile e quella femminile, del coraggio del vivere e della paura che porta a negare. Nel 2011, con “L’amante, colei che ama” si aggiudica la prima posizione della sezione A (prosa) del Concorso Nazionale Letterario Oubliette 01.  Nel 2011 ha pubblicato, ancora per l’Editore Croce, tre poesie nel volume di AAVV “Poesie d’amore – poeti italiani del terzo millennio”.

 

Ingresso libero

 

Written by Alessia Mocci

 

Info

http://www.edizionidrawup.it/81-c-ero-una-volta-e-altri-racconti-9788898017720.html

 

https://www.facebook.com/beatrice.benet

 

https://www.facebook.com/groups/beatricebenet/

beatricebenet@groups.facebook.com

 

 

Fonte

http://oubliettemagazine.com/2013/10/30/presentazione-de-cero-una-volta-e-altri-racconti-di-beatrice-benet-7-novembre-villalba-di-guidonia/

 

 

giovedì 31 ottobre 2013

Matteo Renzi: post Leopolda verso Roma...

ENEWS
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Vorrei tanto parlarvi di cosa stiamo facendo a Firenze. Perché in un mondo politico che spesso vive di chiacchiere, i fatti concreti sono l'unica àncora di salvezza. Ma non posso farla troppo lunga. E allora rimando a una delle prossime enews l'aggiornamento sulle questioni cittadine. Chi segue il sito www.matteorenzi.it potrà verificare le iniziative dell'ultimo periodo, compresa l'inaugurazione della biblioteca del Galluzzo, cui tengo molto sia per il coinvolgimento dei ragazzi del luogo nella gestione, sia perché – ormai vi ho già stressato a sufficienza – le biblioteche per me sono centrali per costruire l'identità di una città. A Firenze più che altrove.
In molti mi dicono: “Matteo, se vuoi che ti leggano, falla breve”. E allora mi limito a raccontarvi lo stato dell'arte dal mio punto di vista sulla situazione politica. La disoccupazione a settembre tocca il record storico: 12,5%. E di cosa parla la classe politica? Di come cambiare i centri per l'impiego, il lavoro, la formazione professionale, la burocrazia, il sistema del credito, gli investimenti stranieri? No. Parla delle modalità con cui il Senato deve votare per la decadenza di Berlusconi. Si vota in modo segreto, così magari qualcuno fa il furbo, o si vota in modo palese, così tutti si assumono le proprie responsabilità? Tutto qui. E il voto non è sul destino politico di Berlusconi, già segnato da una condanna in via definitiva per evasione fiscale e dall'imminente interdizione, oltre alla decadenza. Ho grande rispetto per le questioni personali di Berlusconi, perché non sono uno di quelli che gioisce per le difficoltà altrui: io avrei preferito batterlo nelle urne, non nelle aule di tribunale. Aggiungo, non riesco ad apprezzare quelli che per vent'anni hanno fatto tutto ciò che Berlusconi ha chiesto, ottenendo prebende e oggi si ergono a paladini dell'antiberlusconismo. Infine non credo che la vicenda decadenza porterà problemi al Governo, perché già un mese fa Berlusconi ha provato a far cadere l'Esecutivo e non ce l'ha fatta: dunque la maggioranza c'è a prescindere da Berlusconi. Ma tutto ciò premesso, per favore, adesso possiamo parlare dell'Italia?

 Vi prego, occupiamoci dei problemi delle famiglie italiane, di tutti gli italiani, non solo di un italiano. La disoccupazione galoppa e noi pensiamo se votare segreto o palese? E perché mai? Per consentire a chi non ha il coraggio delle proprie azioni di dire una cosa e votare l'opposto? I senatori sono ben pagati per la propria attività e sono in Parlamento per le proprie idee: sarebbe davvero curioso se oggi se ne vergognassero al punto da nascondersi dietro il voto segreto. Ci mettano la faccia e votino. Però nel frattempo, possiamo parlare di Italia?
È quello che abbiamo fatto alla Leopolda. Sul sito www.matteorenzi.it ci sono molti video degli interventi compreso – ahivoi – il mio conclusivo. E dire che la politica è così affascinante quando viene fatta con passione. Siete stati alla Stazione Leopolda? Eravate tra i sedicimila che hanno varcato quel cancello? Grazie! Grazie per aver dimostrato a tutta Italia che si può fare politica in modo diverso. Ho ancora nella mente le immagini dei cento tavoli con le discussioni del venerdì sera (grazie per i contributi, saranno online sul sito www.matteorenzi.it nelle prossime ore). Dei bambini che giocano mentre i genitori discutono. Degli oratori – alcuni famosi, altri sconosciuti, quasi tutti interessantissimi – che si danno il cambio sul palco. Grazie agli organizzatori, ai volontari, ai curiosi, ai finanziatori (abbiamo raccolto 10.728euro online, 9575euro di merchandising: la politica si può fare senza un centesimo pubblico e con la trasparenza totale). Per chi vuole è ancora possibile dare un contributo, puntiamo a raggiungere 25mila euro. La Leopolda è una stazione. E se è vero, come ci ha detto Baricco, che il futuro è tornare a casa, ci piace l'idea di considerare la stazione un luogo d'arrivo ma anche di ripartenza. Quello che è certo è che il nome al futuro lo daremo insieme, nessuno si chiami fuori.
I congressi si fanno sulle mozioni (qui la nostra. E se volete organizzare un comitato in vista delle primarie dell'8 dicembre qui vi raccontiamo come fare, grazie: siamo quasi a mille!). Ma la politica si fa sulle emozioni. Emozioni anche negative. Il dolore per il suicidio di Simone ci impone di vincere una battaglia culturale: nessuna legge antiomofobia – pur buona e positiva – risolverà il problema educativo, lo sappiamo. L'angoscia per le due ragazzine di Roma, 14 e 15 anni, che si prostituivano nei quartieri bene della città. Sono sconvolto da due giorni. C'è anche un altro sentimento, la vergogna. Hanno cercato di fare polemica in queste ore per un'iniziativa del Comune di Firenze, doverosa e semplice: la possibilità per i genitori dei bimbi nati morti di seppellire i propri figli anziché – letteralmente – considerarli “rifiuti speciali”. Si è cercato addirittura di trasferire questo dibattito in un’occasione di polemica congressuale. Possiamo fare politica senza strumentalizzare il dolore di una madre, o di un padre, che perde un figlio prima che questi veda la luce? La vergogna, in questo caso, è tutta per qualche professionista dell'ideologia: non avrei mai immaginato che il livore contro di me arrivasse a questo punto. Mi spiace, ma mi spiace per loro.
Pensierino della sera. Continuano a dire che per eliminare l'evasione bisogna ridurre il contante. Non c'è dubbio che più la moneta è elettronica, più si elimina spazio per chi evade. Ma dobbiamo essere seri. Se vogliamo investire sulla moneta elettronica, che è oggettivamente il futuro, dobbiamo abbassare le commissioni bancarie (gli istituti di credito non possono pensare di stravincere sempre, anche basta grazie!), investire sulla tecnologia – perché pagare con il telefonino è così difficile in Italia? A Firenze, primi nel nostro Paese, per consentire di comprare il biglietto del bus o del tram con un sms abbiamo dovuto vincere un anno di battaglia contro la burocrazia –, togliere agli istituti di credito la pretesa di essere gli unici player di questa partita. Dalla fatturazione elettronica alla tracciabilità dei pagamenti molto si può fare. Ma abbassare il contante senza modificare l'intero pacchetto fiscale – che oggi è oppressivo al limite dell'insolenza – significa regalare clienti agli hotel di Nizza anziché di Taormina, alle boutiques di Parigi anziché di Milano. Il Pdl sul fisco ci ha inchiodato per mesi solo su Imu e Iva. E abbiamo visto i risultati. Adesso evitiamo di continuare a guardare il dito mentre qualcuno indica la luna. Il problema non è il contante o l’Imu. È il nostro fisco che va radicalmente rivoluzionato.
Un sorriso,
Matteo

Post-Scriptum. Tutte le volte che leggo Stella e Rizzo sul Corriere mi arrabbio. Perché scrivono quasi sempre cose drammaticamente vere e facilmente risolvibili. Oggi il loro pezzo è sul CNEL. Lo trovate qui. Diciamolo in politichese. Il CNEL non serve a nulla. Nulla, eh! Però sta in Costituzione. Già che hanno deciso di cambiare la Costituzione, ci fanno la cortesia di abolire anche il CNEL? Non ci salviamo il bilancio dello Stato: parliamo di qualche decina di milioni di euro, mentre l'ordine di grandezza dei conti pubblici si misura in centinaia di miliardi di euro. Ma la credibilità delle Istituzioni passa anche dai simboli. Via il CNEL, per favore. Con i suoi viaggi, i suoi contratti, i suoi contributi culturali. Non è che va abolito solo il CNEL, sia chiaro. Ma intanto se iniziamo da qui non si offende nessuno, vero?

V. Conte a Deliradio 1 novembre

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Vitaldo CONTE in 'VITALDIX black writer del desiderio'

ospite in diretta a DELIRADIO http://deliradio.it/player/

in registrazioni puntate: www.mixcloud.com/enricopietrangeli5/

nella trasmissione 'Love, peace and bike' con Enrico PIETRANGELI

1 novembre 2013 ore 23

 


Nuova Oggettività a Milano, resoconto

 

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Nuova Oggettività

 

 

popolo partecipazione destino

- aggiornamenti-

 

Breve resoconto della presentazione dei tre volumi della “N.O.” a Novegro (Mi), 27 Ottobre 2013

 

Sabato e domenica 26 e 27 ottobre si è svolta al padiglione della fiera di Novegro in provincia di Milano la manifestazione “Incontri di Byblos”, iniziativa gestita dal prof. Luca Gallesi, vero centro catalizzatore dell’evento. La giornata di sabato, nel pomeriggio, ha visto l’intervento dei Proff. Giorello e Risè, che hanno presentato i loro rispettivi volumi, il primo dedicato alla figura di Topolino visto come personaggio “filosofico” e il secondo incentrato sulla figura e il ruolo simbolico del padre: due interventi che hanno stimolato curiosità, interesse e partecipazione nel pubblico presente.

 

 

Nella giornata di domenica invece si è svolta la presentazione dei volumi prodotti dagli scrittori della Nuova Oggettività. L’occasione era propizia non solo per rinnovare l’attenzione su quel che in questi tre anni è stato prodotto sul piano intellettuale e pratico ma anche e soprattutto, per fare il punto della situazione, “disporre le proprie carte sul tavolo”, al termine di un periodo complessivo di attività comunitaria. Ospiti dell’evento e relatori, il dott. Sandro Giovannini e il prof. Stefano Vaj. Dopo una breve introduzione di Luca Gallesi, Stefano Vaj ha preso la parola e ha introdotto il tema delle origini e delle ragioni del movimento. Ne ha ripercorso il senso metapolitico, ne ha presentato e indicato le caratteristiche e la strategia e lo ha collocato a buon diritto fra i tentativi di emancipazione intellettuale e spirituale di coloro che, armati di testa e cuore, non soggiaciono al modello di pensiero dominante, asservito mediaticamente e non, al “politically correct”. In questa ottica ha commentato i tre libri separati dando risalto allo spirito di fondo che li ha animati. In questo modo ha introdotto la questione della necessità di parlare “di” o “per” un popolo, “di o “per” un’idea di partecipazione e di un destino comune. Sandro Giovannini ha ripreso il tema del senso profondo che ha dato inizio al movimento e in particolare, si è soffermato non tanto sugli aspetti tecnici o del contenuto specifico dei tre libri, quanto sul fondo filosofico e metapolitico che sottintendono. Senza delineare limiti ideologici precostituiti, ha ricordato le aporie e le contraddizioni di una modernità che, in nome dell’individualismo e del pensiero omologante, ha tradito la promessa di libertà dei popoli che in realtà sono portatori e padroni, ognuno, di una propria identità e di un proprio destino. In questo senso Giovannini ha denunciato il pensiero dominante e schierato a fronte della libera espressione inattenuata, la cultura globalizzata e informe a fronte della libera e autonoma responsabilità dei popoli nel raccogliere il senso della propria storia e l’invadenza dei poteri forti di matrice occidentalista che nel progetto globale di “ristrutturazione” delle coscienze, limitano e delimitano il passato, il presente e il futuro dei popoli stessi condizionandone il destino, cioè il loro “senso interno”.

 

Le relazioni, brevi ma sostanziose, sono state accolte da un pubblico attento e partecipe che via via aumentava, attirato dal contenuto degli argomenti e dalla capacità persuasiva di Vaj e Giovannini.

 

La segreteria e il gruppo della Nuova Oggettività ringrazia il prof. Gallesi per il suo cortese invito e per la sua gioviale, disinteressata disponibilità.

 

 

Luigi Sgroi Milano 28.10.2013

 

 

* MILANO 27 OTTOBRE 2013 

INCONTRI DI BYBLOS... Nuova Oggettività

 

AA.VV. libro manifesto Per una Nuova Oggettività

a c. S. Giovannini, Stefano Vaj, Gian Franco Lami e altri

(Helopolis, 2011) vedi autori

 

AA. VV.  Perchè Israele..l’impero interiore...

a c. Sandro Giovannini e altri

AA.VV.  Al di là della Destra e della Sinistra.
a c. Roby Guerra e Sandro Giovannini
(La Carmelina editore, Ferrara, 2013) vedi autori

 

Vittorio Feltri e le redazioni pericolose

La mia storia da giornalista del Corriere della sera comincia nel 1974. Ci arrivo passando dal Corriere d'informazione, allora diretto da Gino Palumbo, nei confronti del quale spenderò un solo aggettivo: un grande. Devo dire che al Corriere della sera si respirava un'aria rossa, che già a quei tempi era piuttosto pesante.
 
Per non usare mezze parole, dirò che il comitato di redazione era tenuto da comunisti. L'atmosfera in quel periodo era così, io stesso fui assunto al Corriere per errore. Pensavano fossi socialista. In effetti, io socialista lo sono stato, ma si trattava di una questione che risaliva ad alcuni anni prima. E poi io non avevo tutta questa passione politica. Venivo dalla Notte, dove mi ero occupato quasi esclusivamente di cronaca, dunque non appartenevo a quelle vere e proprie bande di giornalisti politicizzati nell'anima....CONTINUA IL GIORNALE

FRATELLI D'ITALIA PER IL FINE SETTIMANA a Ferrara

meloni%20giorgia.jpgPer questo fine settimana  FRATELLI D'ITALIA è  presente in centro a Ferrara con le Primarie delle Idee, dopo l'eccellente successo della scorsa settimana anche sulla stampa.
on-line, è possibile  di partecipare... al link:
http://fratelliditalia.comule.com/

 
Questa settimana  il banchetto è  all'inizio di via Garibaldi, appena dopo piazza Municipale, nei seguenti orari Sabato 2 dalle ore 16.00 alle 19.00 e Domenica 3 dalle ore 10.30 alle ore 13.00 circa.  Presso il gazebo, oltre a compilare il modulo di "voto" dell' iniziativa di FRATELLI D'ITALIA , si potrà per chi vorrà chiedere ulteriori info su Fratelli d'Italia e anche Aderire al movimento politico (Tesseramento 10 E).
 Inoltre   SABATO 2 ALLA MATTINA dalle ore 10.30 alle ore 12.30 circa  Fratelli d'Italia è anche in Piazzale dei Giochi a Ferrara per la raccolta firme di una Petizione Popolare molto sentita tra i residenti riguardante l'apertura di una dubbia sala giochi e slot machine in zona
.

Giulia Ciarpaglini presenta la scrittrice Manuela Bonfanti Bozzini

  •  

    Giovedì 31 ottobre 2013 alle ore 18, nella sala della biblioteca del Centro Documentazione Donna (via Terranuova 12/b) 

    Giulia Ciarpaglini   presenta il romanzo “La lettera G”, di Manuela Bonfanti Bozzini.

    “Il libro – spiegano i curatori – è ambientato alla fine del secolo scorso in un villaggio senza storia.

    CONTINUA ESTENSE COM

                          

     

                                                                                              

     

    V. Conte a Deliradio 1 novembre

     

    Vitaldo CONTE in 'VITALDIX black writer del desiderio'

    ospite in diretta a DELIRADIO http://deliradio.it/player/

    in registrazioni puntate: www.mixcloud.com/enricopietrangeli5/

    nella trasmissione 'Love, peace and bike' con Enrico PIETRANGELI

    1 novembre 2013 ore 23


    Nuova Oggettività a Milano, resoconto

     

    Nuova Oggettività

    popolo partecipazione destino

    - aggiornamenti-


    Breve resoconto della presentazione dei tre volumi della "N.O." a Novegro (Mi), 27 Ottobre 2013


    Sabato e domenica 26 e 27 ottobre si è svolta al padiglione della fiera di Novegro in provincia di Milano la manifestazione "Incontri di Byblos", iniziativa gestita dal prof. Luca Gallesi, vero centro catalizzatore dell'evento. La giornata di sabato, nel pomeriggio, ha visto l'intervento dei Proff. Giorello e Risè, che hanno presentato i loro rispettivi volumi, il primo dedicato alla figura di Topolino visto come personaggio "filosofico" e il secondo incentrato sulla figura e il ruolo simbolico del padre: due interventi che hanno stimolato curiosità, interesse e partecipazione nel pubblico presente.


    Nella giornata di domenica invece si è svolta la presentazione dei volumi prodotti dagli scrittori della Nuova Oggettività. L'occasione era propizia non solo per rinnovare l'attenzione su quel che in questi tre anni è stato prodotto sul piano intellettuale e pratico ma anche e soprattutto, per fare il punto della situazione, "disporre le proprie carte sul tavolo", al termine di un periodo complessivo di attività comunitaria. Ospiti dell'evento e relatori, il dott. Sandro Giovannini e il prof. Stefano Vaj. Dopo una breve introduzione di Luca Gallesi, Stefano Vaj ha preso la parola e ha introdotto il tema delle origini e delle ragioni del movimento. Ne ha ripercorso il senso metapolitico, ne ha presentato e indicato le caratteristiche e la strategia e lo ha collocato a buon diritto fra i tentativi di emancipazione intellettuale e spirituale di coloro che, armati di testa e cuore, non soggiaciono al modello di pensiero dominante, asservito mediaticamente e non, al "politically correct". In questa ottica ha commentato i tre libri separati dando risalto allo spirito di fondo che li ha animati. In questo modo ha introdotto la questione della necessità di parlare "di" o "per" un popolo, "di o "per" un'idea di partecipazione e di un destino comune. Sandro Giovannini ha ripreso il tema del senso profondo che ha dato inizio al movimento e in particolare, si è soffermato non tanto sugli aspetti tecnici o del contenuto specifico dei tre libri, quanto sul fondo filosofico e metapolitico che sottintendono. Senza delineare limiti ideologici precostituiti, ha ricordato le aporie e le contraddizioni di una modernità che, in nome dell'individualismo e del pensiero omologante, ha tradito la promessa di libertà dei popoli che in realtà sono portatori e padroni, ognuno, di una propria identità e di un proprio destino. In questo senso Giovannini ha denunciato il pensiero dominante e schierato a fronte della libera espressione inattenuata, la cultura globalizzata e informe a fronte della libera e autonoma responsabilità dei popoli nel raccogliere il senso della propria storia e l'invadenza dei poteri forti di matrice occidentalista che nel progetto globale di "ristrutturazione" delle coscienze, limitano e delimitano il passato, il presente e il futuro dei popoli stessi condizionandone il destino, cioè il loro "senso interno".


    Le relazioni, brevi ma sostanziose, sono state accolte da un pubblico attento e partecipe che via via aumentava, attirato dal contenuto degli argomenti e dalla capacità persuasiva di Vaj e Giovannini.


    La segreteria e il gruppo della Nuova Oggettività ringrazia il prof. Gallesi per il suo cortese invito e per la sua gioviale, disinteressata disponibilità.



    Luigi Sgroi Milano 28.10.2013

     

     

    * MILANO 27 OTTOBRE 2013 

    INCONTRI DI BYBLOS... Nuova Oggettività

     

    AA.VV. libro manifesto Per una Nuova Oggettività

    a c. S. Giovannini, Stefano Vaj, Gian Franco Lami e altri

    (Helopolis, 2011) vedi autori

     

    AA. VV.  Perchè Israele..l'impero interiore...

    a c. Sandro Giovannini e altri

    AA.VV.  Al di là della Destra e della Sinistra.
    a c. Roby Guerra e Sandro Giovannini
    (La Carmelina editore, Ferrara, 2013) vedi autori