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venerdì 12 febbraio 2010

Futuristi di confine Spazzapan...

sanzin.jpgDA LA STAMPA

MARCO ROSCI

TRIESTE

Il doppio omaggio della Venezia Giulia al centenario futurista a Trieste e Gorizia, con cataloghi locali di ottimo livello grafico, ha caratteri nettamente differenziati. Quello triestino, intitolato alle Avangurdie di Regime 1920-1940, a cura di Piero Delbello, illustra con 400 manifesti, copertine di riviste e di libri, bozzetti la grafica fra le due guerre. Le prime due sezioni sono dedicate alla propaganda di manifestazioni e alla produzione libraria Per la Patria e Per il Duce.

Nelle sezioni dedicate all'Opera Balilla, al Dopolavoro e alle istituzioni fasciste è evidente da un lato il progressivo trapasso dal linguaggio secessionista e déco al sintetismo futurista e costruttivista, con l’irruzione negli Anni 30 del montaggio fotografico. Dall’altro è martellante, esplicito od occulto, il tema della porta ma soprattutto barriera nazionale verso l’oriente slavo, che coincide con singolare contrasto con i cognomi originari di molti grafici futuristi triestini e giuliani. Spazzapan compare con il manifesto udinese dell'Adunata dei Goliardi Nazionali del GUF sui campi di battaglia nel maggio 1927, futurista altrettanto quanto neocubista in anticipo di vent'anni. ...

continua http://www3.lastampa.it/arte/sezioni/segnalazioni/articolo/lstp/118212/

VIDEO http://www.youtube.com/watch?v=zTjPNs8z6fY

mercoledì 30 dicembre 2009

FUTURISMO IN ROSA a ANCONA

Cappa_Marinetti_motoscafo_feb_09_PG.jpgda VIVERE ANCONA

*photo Benedetta Cappa Marinetti

Futurismo in rosa alla Quattrocentometriquadri

A due giorni dalla fine del 2009, anno del Centenario del Manifesto del Futurismo, Ancona celebra di nuovo il primo movimento d'avanguardia della storia.

Dopo il tributo al Futurismo di Alessandro Bergonzoni, inserito nel calendario del Poesia Festival “La punta della lingua”, lo scorso giugno, martedì 29 dicembre scorso, ore 21, alla Galleria Quattrocentometriquadri (via Magenta 15, Ancona)  serata dedicata al Futurismo rosa, quarto e penultimo appuntamento della Rassegna Ibrid/azioni a cura di Valerio Cuccaroni. Le attrici anconetane Lucia Mascino e Tiziana Marsili Tosto interpreteranno brani di scrittrici futuriste, antologizzate dalla studiosa Cecilia Bello Minciacchi in Spirale di dolcezza + Serpe di fascino. Scrittrici Futuriste Antologia (ed. Bibliopolis, Napoli, 2007). ...

continua http://www.vivereancona.it/index.php?page=articolo&articolo_id=226544

videohttp://www.youtube.com/watch?v=6oWI9CbU-Us

giovedì 19 febbraio 2009

STEFANO VAJ E LA BIOPOLITICA

BLADE RUNNER 3.jpgScianca intervista Vaj sulla biopolitica e sul transumanismo

Letteratura-Tradizione n. 43, dicembre 2008

Simona Cazzaniga

Nella interessante collana di confronti a due voci curata da Carlo Gambescia, il Settimo Sigillo di Roma pubblica in volumetto una lunga intervista di Adriano Scianca a Stefano Vaj, segretario nazionale dell'Associazione Italiana Transumanisti e autore di Indagine sui diritti dell'uomo. Genealogia di una morale (LEdE, Roma 1985) di L'uomo la tecnica e il futuro (l'Uomo libero) ed appunto di Biopolitica. Il nuovo paradigma (SEB, Milano 2005), che ho avuto occasione di recensire su La Padania del 30 settembre 2006, e di cui esiste oggi anche una versione digitale ed ipertestuale accessibile all'indirizzo www.biopolitica.it.

La forma dialogica fa sì che in poco più di sessanta pagine il libro riesca sia a tirare conclusioni che nel precedente saggio restavano parzialmente implicite a favore di una introduzione alla materia ed allo “stato dell'arte”, soprattutto scientifico, della rivoluzione biologica in atto, sia a definire meglio gli schieramenti ed i riferimenti culturali fondamentali che vedono contrapposti partigiani ed oppositori dell'autodeterminazione politica, culturale, ambientale e genetica delle comunità umane, così come, su linee non troppo diverse, partigiani ed oppositori della libertà di pensiero e di ricerca.

Data la formazione evidentemente filosofica e giornalistica di Scianca, gli scambi diventano perciò molto godibili ed interessanti soprattutto per chi è particolarmente interessato ai riflessi che le questioni bioetiche, ecologiche, antropologiche proiettano a livello ideologico, mitico, letterario, di immaginario collettivo, di cronaca contemporanea, di correnti intellettuali.

Certo, molto resta purtroppo fuori da questa chiaccherata ad alto livello. Questioni come il nucleare, gli OGM e l'indipendenza alimentare, l'animalismo, l'aborto, il “riscaldamento globale”, il picco petrolifero non sono toccate, o lo sono solo indirettamente. D'altro canto, la biopolitica si fa pretesto ed opportunità anche per disegnare un possibile “ricentraggio” generale in termini di visione del mondo da parte di tutti coloro che continuano a rifiutare l'idea di una fine della storia in un mondo omologato e cristallizzato, e scelgono oggi come ieri diversità, identità e divenire come proprio destino.

La chiave di questo ricentraggio è chiaramente posta sotto un'egida nietzschana, futurista e transumanista, per cui non sorprende che il termine stesso di biopolitica (che infatti dà nelle ultime riflessioni di Vaj molto più spazio, al di là delle biotecnologie strettamente intese, a cose come nanotecnologia, Internet, intelligenza artificiale, integrazione uomo-macchina) finisca per alludere più in generale alla natura cruciale di una rinnovata riflessione sul rapporto fondamentale tra l'uomo e la tecnica, in vista in particolare di un possibile avvenire postumano, incubo per molti, sogno per alcuni. Gehlen e Heidegger, piuttosto che Habermas e Foucault e Sloterdijk, vengono perciò in conto almeno quanto Darwin, Mendel, o Crick e Watson, e la tecnologia pirica che ha condotto alla rivoluzione industriale quanto la domesticazione del vivente. La biopolitica in fondo diventa perciò semplicemente il campo in cui è davvero possibile discutere di un futuro degno del passato di cui scegliamo di essere eredi, della tradizione prometeica e faustiana di cui ci vogliamo continuatori.

Conclude infatti Vaj: “Così, la trasformazione transumana che della biopolitica rappresenta l'aspetto centrale è innanzitutto il quadro di una metamorfosi possibile che traccia una linea ideale tra il mito europeo ancestrale che ci consegna ad esempio l'omonima opera di Ovidio da un lato, e dall'altro il Superuomo di Nietzsche, l'Uomo Moltiplicato di Marinetti, il Terzo Uomo di Gehlen, il Replicante di Ridley Scott, il Cyborg della fantascienza e della cultura transumanista, il Postumano di Marchesini. 'Natura che imita l'arte', è il caso di dirlo; anzi, arte che si fa natura, su una scala sinora neppure sognata”.

Stefano Vaj, Dove va la biopolitica?, a cura di Adriano Scianca, Settimo Sigillo-Le Interviste, Roma 2008, pagg. 72, EUR 8,00.

Simona Cazzaniga

Da: Letteratura-Tradizione n. 43, dicembre 2008

http://www.transumanisti.it/3_articolo.asp?id=69

www.transumanisti.it

giovedì 12 febbraio 2009

GIULIA FONTANINI A FUTURISMO LIVE

DANZA FUTURISTA 3.jpg 

Centenario futurista a Ferrara il 20 2 2008 (Sala Estense, dalle 18 alle 23, collaudo/convegno e serata video.Tra i protagonisti dell'arte elettronica, partecipa Giulia Fontanini...

 Giulia Fontanini nasce a Padova il 29 novembre 1980. Dopo le scuole superiori si trasferisce a
Londra dove studia per 3 anni Arte, Graphic Design e Moving Image presso il Southgate
College, dove consegue nel 2001 il Diploma in Foundation Art&Design e in seguito presso il
Camberwell College of Arts. L’esperienza inglese le è utile per sviluppare progetti di arte,
grafica, fotografia, disegno con particolare specializzazione nell’ambito audiovisivo. Rientra in
Italia nel 2003 e nel 2007 consegue la Laurea in “Tecnologie della comunicazione audiovisiva e
multimediale” presso l’Università di Ferrara con votazione 110/110. Dal 2008 vive e lavora a
Ferrara. Il suo sito web è
www.arsgieffe.com

Dal 2000 ad oggi ha esposto i propri lavori di arti visive ed audiovisive a Londra, Padova,
Dublino, Ferrara e Venezia.
Nel 2002 ha realizzato il cortometraggio di videoarte “Blu” proiettato presso il Camberwell
College of Arts di Londra.

Nel 2007 ha realizzato il cortometraggio “Indizi d’autore” inserito nella rassegna “Dance for the
Camera” promossa dal Teatro Comunale di Ferrara e Università degli studi di Ferrara. Nello
stesso anno il cortometraggio viene proiettato al Festival di videoarte “The Scientist” di Ferrara
e al Fringe Festival di Dublino, dove riceve una menzione speciale.

Nel 2008 realizza “Shaker”, un cortometraggio di videodanza realizzato in occasione del “GD’A
Veneto”. Il cortometraggio viene presentato all’edizione 2008 di “The Scientist” di Ferrara e al
Teatro Fondamenta Nuove di Venezia per la stagione 2008/09.
Sempre nel 2008 partecipa ad un workshop internazionale di videodanza presso le strutture di
Operaestate Festival Veneto ed a cura di Gitta Wigro, direttrice di Videoworks a The Place
(Londra), dove ha l'opportunità di collaborare con coreografi, interpreti e videomaker di fama
nazionale.
 
ShAkEr

di Giulia Fontanini
(durata: 6’ 21’’)
PRESENTAZIONE
SHAKER
è un progetto di videodanza. Le riprese delle singole performances sono utilizzate come materia
prima e miscelate (shakerate) per diventare un tutt’uno. Il video si discosta dagli intenti comunicativi
delle singole performances per creare un nuovo prodotto, dove le coreografie vengono giustapposte
tramite associazioni visive, analogie di movimento e variazioni ritmiche. Le diverse performances si
rafforzano reciprocamente tramite un montaggio, privo di effetti speciali, che volutamente non altera i
tempi reali dei movimenti degli interpreti. I singoli ingredienti vengono dapprima presentati in
successione e poi miscelati creando un cocktail visivo, sonoro e velatamente narrativo.
SHAKER si basa sulle riprese realizzate in occasione delle prove delle Finali GD’A Veneto 2008.
Le performances coinvolte sono:
GRAFFIO di Silvia Bugno,
…SULLE CASE IL CIELO di Laura Scudella e Juri Roverato,
FAKE IT! UNTIL YOU MAKE IT! di Elisa Dal Corso,
TAKEYA di Chiara Frigo,
NULL di Marta Zollet.
Musiche:
Yeni Ufuklar di Ruben Van Rompaey
Ovelha negra (Black sheep) di Anamar

Giulia Fontanini
Shaker di Giulia Fontanini, durata 6’22”, Italia – 2008.
La compiuta opera della Fontanini segnala in modo inequivocabile l’inscindibile legame tra aspetto e
sostanza nell’opera d’arte. La composizione dell’inquadratura e l’attenzione rivolta primariamente ai
tagli di montaggio, rinforzano il discorso che l’autrice porta avanti con sicurezza e consapevolezza. Lo
stile asciutto, rarefatto e “funzionale”, restituisce pienamente la fisicità degli interpreti (ripresi durante le
prove e lo spettacolo) e, soprattutto, la corporea “materialità” del linguaggio della danza. 
 
 

Marco Teti
 
http://www.next-station.org/vKeYqO5f/viewtopic.php?f=11&t=689&start=0&st=0&sk=t&sd=a

http://www.exibart.it/profilo/eventiV2.asp?idelemento=66501