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mercoledì 21 gennaio 2015

Milano, presentazioni di Itinerari della Tradizione e Non aver paura di dire, con Sessa, Giovannini, Bigalli

Luigi Sgroi  Milano


Libreria ODRADEK Venerdì 23 gennaio 2015
ore 18.00 Via principe Eugenio 28
20155 Milano
02 314948


Presentazione libro

"Itinerari nel pensiero di traduzione. L'origine o il sempre possibile"

Editore Solfanelli

di Giovanni Sessa



Il Prof. Davide Bigalli, storico della filosofia e Sandro Giovannini editore e poeta,
ne discuteranno con l'autore


Al termine della serata sarà presentato il volume collettaneo

  "Non aver paura di dire..."*

 edito dalla Heliopolis di Pesaro".


*a cura di S. Giovannini, L. Sgroi e G. Berrtuccioli: interventi di: Angela Ales Bello,  Luigi Alfieri,  Alberto Cesare Ambesi,  Umberto Bianchi, Mariano Bizzarri,  Ettore Bonessio di Terzet, Claudio Bonvecchio,  Giuliano Borghi,  Riccardo Campa,  Agostino Carrino,  Vitaldo Conte,  Raimondo Cubeddu,  Giovanni Damiano, Vittorio de Pedys,  Gianfranco de Turris,  Massimo Donà,  Adriano Fabris,  Francesco Franci,  Luca Gallesi,  Romano Gasparotti,  Giuseppe Gorlani,  Luca Grecchi,  Roberto Guerra,  Michelangelo Ingrassia,  Vito Limone,  Luigi Lombardi Vallauri,  Francesco Mancinelli,  Gian Ruggero Manzoni,  Gianluca Montinaro,  Raffaele Perrotta,  Miro Renzaglia,  Antonio Saccoccio,  Andrea Scarabelli,  Giovanni Sessa,  Luca Siniscalco,  Francescomaria Tedesco,  Stefano Vaj,  Marco Vannini,  Marcello Veneziani,  Filippo Venturini,  Piero Visani,  Eduardo Zarelli

mercoledì 11 settembre 2013

Il malinteso spiritualista 1.0 + Video

Nuova Oggettività  Roma-Milano-Ferrara-ITALY
 
Ri – orientamenti occidentali

Il malinteso spiritualista

di Luigi Sgroi



Ha da poco passato il secolo il momento storico da cui è partito un nuovo crescente interesse per l'Oriente da parte del laico Occidente. Fu infatti verso la fine del IXX secolo che dall'America, al "Parlamento delle Religioni " di Chicago, partì quello slancio di nuovo interesse verso le religioni orientali che, da lì a qualche decennio, sarebbe divenuto prima un orientamento (teosofismo, antroposofia, interesse per i fenomeni psichici), poi un "must" strumento di fuga dalla religione cattolica (movimenti "on the road", cultura "pop", "new-age") e infine una moda, una sorta di prodotto da centro commerciale della spiritualità (dalla fiera del biologico, allo zen contro lo stress) .

Nelle varie elaborazioni articolate che si sono succedute in quello che per antonomasia è stato il "secolo veloce", o breve, il Novecento, una serie indefinita di interpretazioni e commenti sull'Oriente spirituale sono state messe a disposizione di ricercatori, lettori appassionati e curiosi dell'ultima ora. Il risultato di questa operazione mediatica e culturale è stato il crescente interesse per quello che in realtà non è stato un autentico ri-orientamento, ma per quello che l'Occidente contemporaneo ha voluto vedervi, spesso a scapito di studi seri e approfonditi e a favore di operazioni sincretistiche. Operazioni queste, tese a ricercare quel che serve a convincere se stessi di pregiudizi già preconfezionati e definiti, più che per conoscere realmente come stanno le cose. A parte il contributo legittimo e coerente di alcuni studiosi il cui operato è giunto al vasto pubblico solo di recente, normalmente quando si parla o si scrive oggi di filosofia o religioni orientali, (locuzioni anch'esse non prive di una certa contraddittorietà di contenuto) ci si arresta all'affermazione triviale e di comodo che accontenti il curioso o si crede di avere capito tutto perché si citano (spesso a sproposito) centri coscienziali sottili, forze occulte serpentine, formule mutuate dalla fisica quantistica o dall'evoluzionismo. La cosa si aggrava quando alla voglia di stupire o all'ingenuità in buona fede, si sostituisce l'idea che Oriente significhi aver facile accesso alle droghe, praticare il sesso libero e trasgressivo, diventare buddista grazie all'amica del piano di sotto, fare un corso di illuminazione.



In realtà ciò che l'Oriente intende trasmetterci è qualcosa di molto più semplice e allo stesso tempo molto più complesso di tutto ciò. E' più semplice per quello che invece l'occidentale crede essere articolato e strutturato secondo i "suoi" schemi mentali, ed è infinitamente più complesso per quel che riguarda le attitudini, il senso delle cose, l'approccio intellettuale, in senso ampio: lo stile. In breve, per quel che concerne la tradizione da cui dette cose hanno origine e che sfuggono alla logica commerciale e perfino sociale degli eventi. L'indù ad esempio, è tale per nascita, per elezione, e non per suo volere o aspirazione sociale o politica. Così l'orientale, sebbene meno colto dell'orientalista, veste più profondamente del secondo lo spirito autentico della tradizione perché la sperimenta e la applica naturalmente, involontariamente e quotidianamente. E mentre l'occidentale separa i saperi e li usa analiticamente nella vita quotidiana, l'orientale considera i saperi come sfaccettature integrate dell'unica realtà tradizionale.



Crediamo dunque e forse non a torto, che l'occidentale abbia sì a guadagnare dal confronto più o meno consapevole con il modello tradizionale orientale ma, pena il fallimento del suo tentativo, sempre che di tradizione si tratti e con la possibilità che quest'ultima sia un elemento di rilancio verso quella che è la propria tradizione d'origine, di cui ogni popolo e ogni civiltà dispone in vari modi e in abbondanza, se la si cerca in spirito e verità. Infatti, il percorso verso una meta che abbia una qualsivoglia finalità spirituale, per quanto lungo e faticoso è, alla distanza, più fruttuoso di un accesso subitaneo a quella che si crede essere una verità farcita di pseudo-concetti e nomi altisonanti che spesso non sono altro che l'ennesimo gioco con cui l'Ego trattiene l'individuo dalla sua reale Emancipazione. La ricerca spirituale è ardua, lunga e rigorosa e richiede rinunce piuttosto che elargire gratificazioni. Solo il riferimento ad una tradizione autentica inverata da una lunga catena di maestri costituisce la prova e la certificazione che il percorso intrapreso è valido.



L'uomo occidentale calato nella realtà di oggi è il più lontano dalla spiritualità così come le tradizioni ci hanno insegnato. E tuttavia proprio per questo e quasi per uno straordinario gioco di paradossi, i doni che riceverà, qualora dovesse conoscerne le molte manifestazioni, saranno maggiori di chiunque altro vi si sia cimentato nelle precedenti età e cicli storici. Sarà il compimento sublime di quel cammino perenne che da sempre ha reso l'uomo simile al divino.
 
 
 

domenica 29 gennaio 2012

Nuova Oggettività a Milano 30 1 2012 by Libero Quotidiano

liberoquotidiano.it
*LiBERO QUOTIDIANO LETTERE AL DIRETTORE BELPIETRO
http://www.liberoquotidiano.it/lettere-al-direttore.jsp?lettera=44BDqWCrQRg%3D


presentazione AA.VV Per una Nuova Oggettività a Milano...il 30 gennaio Biblioteca di Palazzo Isimbardi: a cura di D.Bigalli (Università Milano) e di L.Sgroi (Milano)- LIBRO MANIFESTO CONTRO IL NEW REALISM DI ECO E FERRARIS...

" Un volo neoumanistico e neoideale, aperto alla complessità stessa e multicolore del computermondo. Soprattutto il libro manifesto "Nuova Oggettività" (2011), a cura di Sandro Giovannini, Giovanni Sessa (e altri)".

….Intervista a Sandro Giovannini… L'idea nobile è rara è alla base del "nostro" LIBRO MANIFESTO PROGETTO NUOVA OGGETTIVITA'...

(da "Futurismo per la Nuova Umanita..." (ARMANDO editore, 2012)

Lunedì, 30 gennaio 2012, presentazione a Milano, Biblioteca di Palazzo Isimbardi, ore 17.45, per il libro manifesto "AA.VV. Per una Nuova Oggettività, popolo, partecipazione, destino"", a cura di Sandro Giovannini (scrittore già del celebre gruppo Vertex), Stefano Vaj (transumanista e biopolitico), Giovanni Sessa, Gian Franco Lami (docenti Università La Sapienza di Roma) e Claudio Bonvecchio, Heliopolis, Pesaro-Roma, 2011.
Sotto la regia di Luigi Sgroi, sociologo, in programmi interventi di alcuni autori del prezioso volume in stile libro d'arte (150 aderenti al progetto, oltre 90 i singoli contributi, cd bonus di musica urfuturista del Maestro contemporaneo Mario Mariani e In/Folio, poesia totale visiva dello stesso Giovannini). Ovvero, oltre a Sgroi, milanese, Davide Bigalli (Università di Milan), Giuseppe Manzoni Di Chiosca, Andrea Scarabelli (giovane affermato scrittore) e gli stessi neofuturisti Stefano Vaj e Roberto Guerra (recentissimo anche autore dell'eretico Futurismo per la Nuova Umanità. Dopo Marinetti... (Armando editore, Roma, 2012). Anche altri futuristi nel volume: Campa, Cecchini e Saccoccio.
"Per una Nuova Oggettività...", ha già suscitato clamore in certa statica cultura italiana e i suoi dibattiti: i promotori di Nuova Oggettività (sito blog nuovaoggettivita.blogspot.com e www.sandrogiovannini.com). hanno lanciato programmaticamente un manifesto libro progetto, tra nuova Tradizionalità (Carlo Gambescia) e neo/ur/futurismo, programmaticamente anti-ideologico, aperto e trasversale :per una nuova filosofia, nuova metapolitica, nuova estetica e così via, da certo Dopo Nietzsche, per dirla con lo lo stesso curatore Lami, scomparso precocemente poco tempo fa.
Per "un Mutamento di Cuore" dice l'incipit di quest'ultimo in copertina, per una nuova cultura italiana, finalmente al di là e contro la sinistra/destra, (certo Centro alla FLI, neppure preso in considerazione)., una particolare pulsione conoscitiva oltre il postmoderno, nel Fare Anima quasi nonostante e grazie... nella nuova cibercultura del/dal web (Franci e altri).. Un libro paradossale e un inno alla Differenza dei Popoli, della Nazioni, degli Individui, "intellettuali", inclusi, tra certa matrice Nouvelle Droite elevata (Giovannini, Sessa, Lami) e certa energia quasi opposta (Campa e Guerra notoriamente progressisti radicali), ben mixata ed equilibrata da una forte presenza anche di scrittori postromantici: V. Conte, Casale, Melandri, Tuzet, Riccardo Roversi, Venturini, Z. Ferrante e molti altri. Hilman e Rella sullo sfondo
Progetto, "Nuova Oggettività, danzante già alternativa al vagheggiato cosiddetto "New Realism" dell'area di Alfabeta, gli stessi Ferraris e Umberto Eco .


Luigi Sgroi: 
"Milano e Roma... Capitali d'Italia? Credo che Milano sia una tappa obbligata per riprendere il filo di una tradizione che vede nel rapporto bipolare di queste due città , il segno di un destino che ha tracciato la storia del Novecento italiano : dal futurismo e il fascismo fino al fenomeno Berlusconi e al leghismo....cento anni di storia di luci ed ombre di milanesi che hanno guardato a Roma , nel tentativo di rifare ( o disfare direbbero alcuni....! ) l'Italia. Penso che il progetto del libro " Per una Nuova Oggettivit°, vada allora letto in questo senso più come un manifesto di una consapevolezza che vuole chiudere un periodo, guardare le proprie ferite e preparare il nuovo che avanza".

Stefano Vaj "Milano e Roma... Capitali d'Italia?  "In Italia (forse in Europa) da circa mille e cinquecento anni tutte le rivoluzioni partono da Milano. Non sto a farne l'inventario, perché ognuno può ricavarne l'elenco dal suo sussidiario delle medie inferiori. Chissà che la cosa non sia di buon auspicio?".

domenica 26 giugno 2011

Luigi Sgroi Per una Nuova Oggettività RESOCONTO DELL’INCONTRO DI MILANO DEL 17 GIUGNO 2011


Per una Nuova Oggettività

popolo, partecipazione, destino

BREVE RESOCONTO DELL’INCONTRO DI MILANO DEL 17 GIUGNO 2011

Venerdì scorso 17 Giugno si sono ritrovati a Milano, ospitati gentilmente da Stefano Vaj, alcuni tra i membri della neo-nataSegreteria del movimento legato al Manifesto ed al testo in fieri di prossima pubblicazione. Pur non avendo potuto accogliere nel gruppo riunito gli amici romani, erano presenti all’incontro Stefano Vaj, Sandro Giovannini, Luigi Sgroi, Davide Bigalli con la sua Signora, Luca Gallesi, Francesco Cappuccio, Francesco Sacconi, Giuseppe Luciani, Luciano Garibaldi, Andrea Scarabelli e la sua compagna e valida studiosa Rita Marrone. Ospiti graditi e“dell’ultimo momento”: Emanuele, un amico di Andrea Scarabelli, e Valentina (della quale al relatore è sfuggito il cognome ) che accompagnava Giuseppe Luciani.

La riunione, durata un paio d’ore, ha evidenziato ancor più l’intenzione di dare un’identità precisa e una direzione programmatica al gruppo che pur nelle differenze ha ben interagito e individuato una linea di lavoro futuro comune.

Sandro Giovannini ha riepilogato le caratteristiche dellibro-manifesto e ha individuato tre punti su cui impostare il lavoro a venire.

Portare a termine il libro che ormai conta ben 80 interventi ed una struttura complessa.

Pensare al “dopo-libro” organizzando le presentazioni in varie città.

Organizzare un convegno su scala nazionale di approfondimento e “ragionata” divulgazione del movimento di pensiero di cui il libro-manifesto è la prima prova.

Stefano Vaj ha sottolineato l’identità plurale del gruppo che considera un valore, alla luce di un processo che in futuro potrà dare buoni frutti ed ha consigliato fortemente un futuro convegno a tema per evitare inutilità e dispersioni.

Davide Bigalli (che ha generosamente accettato l’incarico di Presidente della Segreteria) ha caldeggiato l’idea del convegno nazionale come occasione per cercare uno spazio di autonomia, ha fatto presente che probabilmente a Ottobre a Milano ci sarà anche un convegno organizzato dall’Università Statale dal titolo “Tradizione e storia delle idee” ed ha suggerito, per il summenzionato convegno nazionale post libro-manifesto,il titolo: “Decadenza e transizione”, perché i problemi iniziano proprio con le presentazioni post libro-manifesto e con la giusta scelta di merito e di metodo del convegno nazionale.

Francesco Sacconi ha evidenziato il buon lavoro che si potrà fare sul blog “Nuova Oggettività”, se più di noi parteciperanno attivamente ed ha posto anche il problema di una dimensione più estesa avanzando l’ipotesi di un confronto anche con il movimento “Alternativa”, in una prospettiva appunto di collaborazione sinergica interculturale e transnazionale.

Giovannini al proposito ha allora ricordato Leonardo Clerici che nell’incontro del 2 Aprile aveva sottolineato l’importanza della cultura araba nell’intero contesto europeo e quindi ha ritenuto di inserire alla fine del libro-manifesto, un po’provocatoriamente ma anche simbolicamente, una conclusione-riassunto essenziale in tre lingue: latino, arabo e inglese.

Andrea Scarabelli ha detto che il libro può essere un’occasione di accorpare un insieme di potenzialità e procedere alla realizzazione di un progetto unico. Ha anche appoggiato la tesi di Bigalli, secondo il quale la crisi globale, estesa a tutti settori della vita socioculturale italiana è stata politicamente e culturalmente monopolizzata e il convegno futuro, come il manifesto, può rappresentare un occasione per rilanciare un’ idea alternativa di cultura non più monotematica e costrittiva, ma più organica.
Luca Gallesi ha parlato del “furto” della ricchezza dei popoli, contro il quale devono essere rivolti i nostri sforzi. Ha individuato nella finanza internazionale il soggetto principale di questo processo di “espropriazione” di questo “EXPRO” in atto ai danni delle culture e delle economie ed all’insegna dell’esclusiva ricerca del profitto e contro le effettive risorse naturali. Si tratta di rimettere al centro il gioco epocale e la felicitàcome elementi di rischio e di pienezza.

Sandro Giovannini ha allora ritenuto possibile inserire anche il termine“espropriazione” nel titolo del convegno nazionale. L’“EXPRO”,a tal punto, diverrebbe un motivo anche ludico ma non provocatorio a vuoto, legato all’immane espropriazione delle tre dimensioni del sottotitolo del nostro manifesto a cui si intende reagire infatti da noi con determinazione e chiarezza verbale e comportamentale.

Francesco Cappuccio ha rilevato quanto sia importante il dialogo con i giovani sulla scia di quanto detto precedentemente da Gallesi a proposito del fatto che la parola “felicità” assume un senso compiuto quando significa “appagamento di abilità” e nient’affatto un vago e indistinto senso di appagamento da “tutto e subito”, felicità ovviamente come valore della passione e come motore interiore delle azioni.

Emanuele ha ricordato il tema (caro anche a Lombardi–Vallauri) della “decrescita” (o “decrescita felice” rispetto a quella depressoria e rinunciataria).

Luciano Garibaldi ha raccomandato soprattutto che per evitare dispersioni e passerelle inutili, il convegno sia a tema e con un forte controllo progettuale.

Valentina ha ripreso il tema delle passioni che sono però difficili da riconoscere ed evidenziare chiaramente e quindi aldilà del beneficio o della grazia è il processo di lavoro che si istaura effettivamente a determinare poi un giusto rapporto tra passioni e ragioni.

Giuseppe Luciani ha parlato della necessità di oltrepassare l’aspetto eccessivamente autoreferenziale e talvolta d’autocommiserazione per concentrarsi invece sulla forza dell’innovazione del messaggio quale vuol essere quello del Movimento.

Poi ha ripreso la parola Davide Bigalli citando certo marxismo anti-moderno delle origini che è stato distrutto e negato e che invece trovava un possibile dialogo proprio con i cosiddetti partiti di “tradizione” e che costruivano il loro movente di battaglia ideologica nella lotta al capitalismo sfrenato ed irresponsabile.

Giovannini a tale riguardo ha ripetuto che proprio quest’ultimo è la causa delle “espropriazioni” di cui sopra , e tutto ciò ai danni delle comunità stesse che sono totalmente sottoposte a questo processo e perciò, destinate all’oblio culturale e identitario. La promessa, ha sostenuto Giovannini, è quella di un percorso congiunto pieno di pathos e assunzione di responsabilità da parte di tutti. Gli strumenti per agire con successo, la perspicacia e la sobrietà attiva.

Rita Marrone ha ripreso il tema dei giovani, evidenziando il problema dell’università e del lavoro, portando al centro il problema di un’intera generazione che rischia l’annichilimento vitale.

Luigi Sgroi ha accennato ancora al concetto di decrescitafelice e del mondo della sobrietà come un elemento di ordine spirituale, che producendo “beni” di tipo interiore ed“inclusivo” sarebbe finalmente in grado di venire incontro alle necessità psicosociali dell’uomo contemporaneo.

L’incontro si è concluso alle 19,15.

Approfittiamo per ringraziare ancora Stefano per la generosa ospitalità e tutti gli intervenuti



per la Segreteria del Centro-Nord

Luigi Sgroi